Cappuccetto rosso e il lupo

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13:58 Keiga:
 Sole, pioggia, neve, lei sta sempre lì in quel posto circondato da alberi e radici fitte, il più lontana possibile dalla civiltà. L'unico posto in cui non si sente oppressa dai mattoni, il metallo e le persone. E' sdraiata a terra, con le braccia tese in alto ed incrociate dietro la nuca come supporto, cuscino, per star più comoda. La gamba sinistra è piegata e la destra lo è altrettanto ma con il polpaccio che appoggia sul ginocchio sinistro. I capelli neri sono sciolti come al solito e se ne stanno un pò dove capita sia a terra che sul petto. Indossa il top nero che le copre il seno giusto perchè la civiltà vuole così, lasciando liberi spalle e ventre dove inizia il pantalone di finta pelle, aderente alle curve e che finisce in un paio di scarponcini neri. Porta armi nella coscia destra e tasca porta oggetti legata al fianco sinistro con dentro il solito armamentario scarno. Non pare dormire dal momento che gli occhi neri sono fissi su un ramo a tener d'occhio un falchetto, più per invidia che altro, che sfama i piccoli nel nido. Akuma, pastore italiano nero, è svaccato accanto a lei, steso su un fianco ma nel solito stato di allerta: orecchie che ruotano ad ogni rumore e tartufo che è sempre pronto ad avvertire nel caso degli odori si avvicinassero, amici e non. Sul viso di lei come al solito non pare esserci alcun tipo di espressione. Un viso che però sembra rilassato, dalla pelle olivastra ed i triangolini rossi, simbolo del clan, sempre presenti sulle guance. [Chakra OFF]

14:55 Furaya:
 Passi lenti e ben calcolati quelli della fanciulla, la quale sposta il pié manco innanzi attenta ad eventuali radici troppo esposte che potrebbero risultare un problema non da poco. Gli stivali andrebbero a schiacciare con forza alcuni rametti secchi che trova durante il suo avanzare, il che rende la sua presenza sin troppo ovvia (non che stesse facendo qualcosa per nascondersi, ovviamente). Non s'accorge ovviamente della presenza di Keiga, considerando che non conosce neppur la sua ubicazione attuale all'interno del bosco. C'è stata soltanto una volta, ossia quando ha sorpreso la cagnolina con il terrorista e ha fatto la sua entrata mozzafiatante che avrebbe anche potuto tranquillamente evitare. Ma ormai è andata! Una camicia bianca ne copre interamente il busto, maniche lunghe ben chiuse tramite dei polsini, lasciando qualche bottone aperto e mostrando una scollatura normalissima, senza mostrar chissà cosa di quel che v'è sotto se non uno scorcio appena di pelle. Quivi, è anche possibile notare il ciondolo con il ventaglio del Clan Uchiha che mai ha rimosso da quando Hanabi glielo ha donato. Sulle spalle, è inoltre poggiata una giacca in pelle nera senza però la necessità d'infilarvi anche le braccia, giacché l'indumento sventola dietro le di lei spalle. Scendendo, troviamo un paio di pantaloni neri aderenti alle di lei gambe e stringendosi in vita, tenuti su da una cintura in cuoio della medesima tonalità. I lembi della camicia, difatti, sono infilati nel bordo di questi ultimi, in modo che non si muova e che paia anche più ordinata. Ai piedi, infine, calza un paio di stivaletti neri che raggiungono la metà del polpaccio e che sembrano, a ben vedere, anche piuttosto comodi. Sotto questi abiti, son sapientemente infilati anche un paio di vambracci e schinieri metallici, ulteriori difese che potrebbero aiutarla non poco durante un eventuale scontro - ammesso ne avvenga qualcuno. Un paio di guanti neri ne coprono le mani interamente, nascondendo persino le affusolate dita. Il materiale è semplice cotone e pelle, ma sotto d'essi vi si nasconde una piccola placca metallica. Alla cintura, è fissato un gancio tramite il quale ha sistemato uno dei suoi recentissimi acquisti: una frusta dal manico bordeaux, ma per il resto completamente nera, che pende dal fianco mancino. Attorno alla coscia mancina, invece, vi è una piccola fascia con tre scomparti - tre sottili elastici - che contengono un numero identico di kunai con il manico rivolto verso l'alto, cosicché possa estrarli senz'alcuna problematica. Sul gluteo dal lato opposto, invece, prende posto una tasca porta oggetti che contiene tre shuriken, cinque fuuda (di cui due contenenti i tronchetti per la Sostituzione), tre tonici per il recupero del Chakra (avendone perso in quantità rispetto a dieci anni prima) e tre tonici coagulanti (ovviamente per Mattyse, visto e considerato quanto spesso si faccia male). Per ultima, ma non meno importante, tuttavia la riparazione è terminata relativamente da qualche giorno, vi è anche una katana dalla guardia completamente nera e dalla lama sottile in un apposito fodero, la quale pende dal fianco opposto alla frusta. <Mh?> Si guarda attorno, cercando di cogliere qualunque movimento possa sembrarle sospetto, onde evitare che le venga arrecato chissà quale disturbo. D'altronde, è lì soltanto per fare quattro passi nella natura, nel vano quanto utopico tentativo di sentirsi ancora parte d'essa. Non s'accorge ancor di lei. [ Chakra ON ]

15:15 Keiga:
 Il falchetto par ricambiare lo sguardo nero della cagna, probabilmente per timore che in qualche modo possa avvicinarsi troppo ai suoi piccoli. Pochi istanti in cui gli sguardi si incrociano e poi torna ad ingozzare i tre pulcini che urlano a becco aperto, affamati. Lei sospira, distogliendo lo sguardo per spostarlo il direzione di quei rametti spezzati sotto ai piedi della donna. Lo stesso fa Akuma che rialza il muso, tendendo le orecchie nella medesima direzione e fa lavorare il tartufo per captar l'odore. Non si scompone e di conseguenza anche lei non si muove se non fosse per il capo che ruota verso la direzione in cui ha sentito il rumore. Non è distante per nulla ma il fatto di essere sdraiata dietro un grosso albero potrebbe forse apparire nascosta agli occhi di Furaya. Akuma brontola appena mentre si riporta sulle quattro zampe, distendendo le anteriori ed alzando il culone per stiracchiarsi. Successivamente distende prima l'anteriore destra e poi la sinistra, concludendo lo stiracchiamento. La coda prende a muoversi a destra e sinistra, scodinzolando e muovendosi a zampate lente verso Furaya, con le orecchie tese verso di lei. Poco passa ed il passo diventa un trotto. Questione di 5, 6 metri e l'altra dovrebbe vederlo. Lei, riporta il muso verso il falchetto che si è alzato in volo quando Akuma si è alzato. E come Akuma muove le narici, annusando quel poco l'aria ma senza muoversi ancora. Son rari quei momenti di tranquillità anche dentro al bosco visto che per una cosa o per l'altra finisce per incontrare qualcuno che non conosce o che non ha la benché minima voglia di vedere. Sospira, gonfiando il petto per poi sgonfiarlo in uno sbuffo. Anche lei porta schinieri e vambracci e per via degli abiti che ora porta sono ben visibili. Ed ha anche i guanti senza dita alle mani, che ancora fanno da cuscino, grazie alle braccia incrociate, dietro la testa. Unico cambiamento è fatto dalla gamba destra che si stacca dalla gemella piazzandosi piegata al suo fianco con entrambe le ginocchia che puntano verso l'alto. schiude le labbra mentre la lingua esce per accarezzare il canino superiore destro, deglutisce e prende fiato <Non ci torno là, se sei qui per questo> La voce profonda che si alza appena per farsi sentire dalla donna che ha riconosciuto solo per il comportamento del cane che si, con ogni persona agisce in maniera diversa ma solo con lei resta tranquillo al punto di stiracchiarsi prima di andarle incontro. E quella frase è tutto dire. Ormai son giorni che non va neanche a casa di Tachiko, preferendo fare la selvaggia come ha fatto per dieci lunghi anni. [Chakra OFF]

15:43 Furaya:
 Nel suo avanzare, si rende conto soltanto in un secondo momento della presenza di qualcun altro all'interno di quella foresta. Il musone di Akuma è diventato ormai familiare, quindi riesce ad adocchiarlo in men che non si dica, così come riconoscerlo. Allo stesso modo, s'è presente il cagnone, vuol dire che anche Keiga è nelle vicinanze. Le basta volger lo sguardo verso un grosso albero per riuscirne quanto meno ad inquadrare le fattezze, le curve o il profilo. <Ciao, Akuma.> Lo saluta di rimando, avvicinandosi in sua direzione, lasciando che quel corvo voli via, mentre allungherebbe la mandritta in direzione del muso della bestiola. Lascia che ne riconosca l'odore, prima di dargli ovviamente qualche grattino sotto al mento e tra le orecchie. Si tratta d'un mero saluto che gli rivolge letteralmente ogni volta che aveva la possibilità di vederlo, sia dieci anni prima ch'era solo un cucciolo e sia or ch'è tornata ed ha avuto modo d'incontrarlo da cane adulto. Gli occhi chiari glissano immantinente sulla figura di Keiga, la quale prende a parlare in sua direzione. Ne capta l'astio, oltre ai problemi evidenti di claustrofobia, giacché preferisce restare all'aperto, nel bel mezzo della foresta, esattamente come una bestia che s'è sempre procacciata tutto da sola. <Ti sembro qui per questo motivo? A me non interessa che tu stia dentro una stessa casa con me o in una foresta come questa.> Afferma alla di lei volta, stringendosi nelle spalle e iniziando ad incamminarsi in sua direzione, un passo alla volta, attenta a non inciampare nelle radici esposte degli enormi alberi che circondano questo luogo. Le gocce d'acqua cadono dall'alto, infrangendosi contro le fronde degli alti arbusti, venendo in parte protette proprio da questi ultimi, cosicché non si bagnino in maniera eccessiva, anche se il terreno è divenuto in parte fangoso e molliccio a causa del temporale. <L'importante è che possa sapere dove sei per venirti a trovare e per passare un po' di tempo con te.> Le basta questo, alla fin fine. In nessun modo vorrebbe costringerla a fare qualcosa che non le piace fare, anche considerando il piano che hanno in mente e che vorrebbe attuare assieme alla task force che stanno nuovamente mettendo in piedi. Non pronuncia null'altro, lasciando che sia dunque la fanciulla a prendere la parola e rispondere a quanto asserito, in maniera pacata, dalla donna dal crine rosato. [ Chakra ON ]

16:05 Keiga:
 Il cagnolone, affondando le zampe nel terriccio umido macina metri fino a raggiungere la rosata. Quando lei abbasserà la mano per farsi annusare lui si limiterà a darle una testata, per anticiparne la voglia di coccole e saluti che comunque non tardano ad arrivare. Quando la coccola è sotto al mento lui alza il muso, per poi abbassarlo quando la mano arriva tra le orecchie che allarga appena verso l'esterno per fare spazio. Solo dopo i saluti di rito la anticiperebbe verso la sua umana. Sta pure piovendo e qualche goccia non tarda a raggiungerla cacciandosi dritta in un occhio che chiude di istinto. Un ringhio basso, sommesso, prima di rimettersi seduta ed ascoltare la donna che si avvicina. La destra si porta all'occhio dello stesso lato per asciugarlo e strofinarlo, finendo con l'alzarsi in piedi, senza avere la decenza di scrollarsi terriccio e schifo da culo e schiena.. e capelli. Capelli che si vede quanto abbiano rimasugli di foglie, nodi e quant'altro. Neanche i vestiti sono puliti, per non parlare di lei che sulla pelle ha varie chiazze di terra e schifo. <Non lo so. Ho solo avvertito> L'apatia sembra in qualche modo essersela ripresa di nuovo. Alterna a momenti di serenità e altri dove vorrebbe uccidere tutti. Questo è una via di mezzo. <Sono sempre qui..> Risponde alzando di nuovo la testa verso il nido presente sul ramo, accorgendosi che i tre pulcini sono ancora da soli. Sospira mentre qualche goccia di pioggia le cade in faccia, per fortuna risparmiando gli occhi. Riabbassa la testa e punta una radice con lo sguardo perso prima di ruotare il busto ed appoggiare la schiena al tronco dell'albero enorme. Incrocia le braccia al petto e sposta il peso sulla destra così da portare la pianta del piede sinistro contro l'albero, piegando così la stessa gamba. Abbassa il capo e chiude gli occhi. Di solito non lo farebbe ma li ci sono le due figure di cui si fida di più in assoluto. Akuma, come la cagna, alza il muso verso il nido, mugolando appena nel vedere che la falchetta non è ancora tornata <Sta prendendo altro cibo, tornerà presto> Parole che sembrano calmare il cucciolone, sebbene inclini il muso di lato prima di voltarlo verso Furaya ed abbaiare. Lei apre gli occhi e li sposta sulla donna, sui piedi <Non mettere il piede lì> Un cenno del capo verso una radice che pare insignificante <Vermi> Fa una pausa, alzando gli occhi neri su quelli azzurri della rosata <Se li schiacci mamma falco non li prende> Lo spiega pure, e poi rialza la testa. A preso a cuore quei piccoletti che quando sono così piccoli sono sempre vittime di predatori.

16:23 Furaya:
 La di lei attenzione glissa rapidamente sulla figura di Keiga che s'alza in piedi. La squadra dalla testa ai piedi, tirando un piccolo sospiro. <Posso portarti quanto meno qualcosa di pulito la prossima volta?> Volente o nolente, ha ancora l'attitudine da mamma protettiva nei di lei confronti, avendola cresciuta nella propria abitazione ed essendosi oltretutto guadagnata la sua fiducia con qualunque mezzo. <Ed una spazzola.> Soprattutto una spazzola a giudicare dai di lei capelli e dai nodi che si son andati formando, tralasciando almeno le foglie che son qualcosa d'ovvio quando vivi in mezzo alla natura e ci dormi persino. Le mostra un piccolo sorriso, poggiando la mandritta sul fianco dopo aver regalato tutte quelle belle coccoline al muso e alla testa della bestiola. <Non ti domando se hai bisogno di cibo od acqua perché deduco tu sappia procacciarti tutto da sola, persino meglio di me.> N'è assolutamente certa, passandosi la mancina tra i capelli per scostarne alcune ciocche oltre la spalla corrispondente, prima di venir tra l'altro richiamata da parte d'entrambi: sia da Akuma che le abbaia e sia da Keiga che le traduce il verso del compagno. Arretra immediatamente, sgranando appena gli occhi per via della sorpresa inaspettata e dalla richiesta ricevuta, in modo da evitare che i propri piedi possano anche soltanto sfiorare quella radice. <Uh?> Aggrotta le sopracciglia mentre porterebbe lo sguardo in direzione di quello del duo Inuzuka, dovendo riuscire a inquadrare il nido del falco che la corvina ha appena citato. <D'accordo> Annuisce un paio di volte con un movimento del capo. <farò attenzione.> Con tranquillità, non la contraddice anche perché pare comportarsi piuttosto bene nel suo habitat naturale e n'è contenta. <Pensi che io possa portare qui Senshi un pomeriggio di questi? Facendo attenzione, ovviamente> Indicando quella radice da lei indicata, assieme al nido del falco. <così da venirvi a trovare?> Le manca giocare con Akuma, ovviamente, oltre alla presenza fisica della zia Keiga in quell'abitazione. Ne comprende tuttavia lo stato d'animo che l'ha condotta a trasferirsi - per così dire - all'interno del bosco oscuro, per tal motivazione non si sente in obbligo a costringerla a tornare indietro. Anzi, è felice che sia quanto meno riuscita a trovare un luogo in cui sentirsi stranamente appagata o addirittura a casa. L'altrui reazione è una delle motivazioni che la spinge a darsi da fare affinché possano riprendersi ciò che appartiene loro di diritto. [ Chakra ON ]

16:44 Keiga:
 A differenza di lei che appena parlato torna ai suoi pensieri, Akuma invece tiene d'occhio i movimenti di Furaya, drizzando le orecchie verso i suoi piedi ed alzando poi il muso per scrutarla in viso. Lei riapre le nere solo quando pare essere nuovamente interpellata ma non guarda la rosata, lo sguardo resta basso, in una sorta di sottomissione. <Mi lavo quando piove> Risponde, e dal momento che piove quasi sempre si può d ire sia pulita sebbene sia costantemente in mezzo al fango e quindi effettivamente pulita non lo sarà mai. Quando nomina la spazzola sgrana gli occhi e ruota il capo di lato <No> Quello strumento di tortura non lo vuole proprio. Pettinateli voi i capelli con mesi di nodi. Anche no. <Mh..> Annuisce affermativa riguardo al cibo e all'acqua che è davvero l'unica cosa in cui non hanno problemi. In quell'attimo di silenzio che vede Furaya evitare la radice lei ne approfitta per romperlo <Se ti procuro il materiale, mi costruisci un'arma?> Se ne esce dal nulla e stava anche per continuare quando però l'altra parla ancora <ah, certo> Annuisce. Non lo da a vedere ma è contenta di riuscire a rivedere Senshi, cosa che non si può dire di Akuma sebbene scodinzoli in ogni caso. La pazienza di quella palla di pelo è direttamente proporzionale al bene che vuole alla bambina e lo stesso vale per la cagna. Odiano i pargoli ma per Senshi è diverso. <Venite quando volete> Aggiunge ancora guardando di nuovo in alto per poi abbozzare un sorriso. <Ssshh..> Anche Akuma alza il musone, annusando l'aria e facendo ruotare le orecchie, mantenendo gli occhi su mamma falco di nuovo al nido. Non è tranquilla e si vede, dal momento che c'è qualcuno che non conosce vicino ai suoi piccoli. Della presenza dei due cani ormai se n'è fatta una ragione e li tollera fino a che non si avvicinano ma la rosata è nuova. Ed è qui che lei torna a guardare Furaya <State bene?> La voce è tranquilla sebbene ad un volume tale da non spaventare la pennuta ed i pulcini che tanto pensano solo ad ingozzarsi. [Chakra OFF]

17:24 Furaya:
 Comprende quanto possa essere per le difficile continuare a vivere all'interno di quattro mura che non le vanno a genio, assieme a gente che ovviamente non sopporta. Tuttavia, non può fare molto altro in merito, considerando come abbiano bisogno di tempo per poter ripartire come si deve. <Giusta osservazione, quindi oggi è il giorno previsto per il tuo bagno, mh?> Commenta al suo indirizzo con un mezzo sorrisetto sarcastico e lo sguardo che permane rivolto nelle iridi scure come pozzi di petrolio altrui, nonostante la corvina abbia abbassato i propri occhi verso il terreno, restando poggiata contro un albero. Qualche goccia continua a cadere imperterrita, soffermandosi sulle fronde degli alberi e dopodiché lanciandosi nel vuoto. Un paio di queste le cadono tra i capelli rosei, iniziando ad umidificarli appena priva difatti d'alcuna protezione. Si limita appena a scuotere il capo in modo che non le arrechino fastidio alcuno per il momento. Si scosta di qualche passo cosicché stia lontana da eventuali alberi, nonostante ciò non la difenda comunque dalle piogge. Avrebbe bisogno d'un ombrello, ma in questo momento n'è priva, quindi si lascia semplicemente colpire da quanto cade dal cielo, bagnandone anche gli abiti. <Dài, son brava! Giuro che non ti faccio male.> Riferendosi ancora alla spazzola che ha minacciato di portare con sé, provando a convincerla con gli occhi dolci, consapevole - forse anche troppo - d'avere un ascendente sulla fanciulla e che quindi sta provando ad usare a proprio vantaggio. <Uh?> La domanda che riceve da parte della Inuzuka la lascia per un attimo perplessa. <Sapresti procurarti i materiali che ti servono? Conviene li prenda io.> Avendo una conoscenza migliore di ciò che va usato per un'arma, ovviamente, non perché non abbia fiducia nelle capacità altrui o chissà cos'altro. Si fa un pelo più seria, in modo da ascoltare la richiesta che giunge da parte della sua beniamina. <Cosa ti serve?> Prima di tutto, deve capire di quali armi ha bisogno, considerando che senza un progetto o anche solo un disegno non può costruire assolutamente niente. Quindi, si limita ad aspettarne una risposta, piegando la testa da un lato, verso la spalla manca e scrutandone i lineamenti, soffermandosi sull'espressione letteralmente apatica che ha sul volto. Vede il falco - o corvo che sia - tornare al nido e ciò fa sollevare appena lo sguardo da parte della donna, la quale glissa infine su Keiga. Annuisce soltanto quando la risposta giunge affermativa per condurre Senshi in quel luogo, zittendosi e passando direttamente al quesito successivo. <Non ci possiamo lamentare. Stiamo continuando con le ricerche di Kimi> Riferendosi alla bambina di Mattyse e Mekura. <e io cerco di mettere qualche soldo da parte. Sango mi ha riconosciuta, quindi credo che avrò un profilo basso ancora per poco.> Ma non sembra preoccuparsene: troverà sempre una soluzione. [ Chakra ON ]

16:33 Keiga:
 Aggrotta la fronte ed alza la testa così da farsi bagnare il viso da una o due di quelle gocce che riescono a passare tra gli alberi. <A quanto pare..> Risponde, approfittando dello sguardo in aria per guardare il nido con mamma falco che, nonostante ormai la conosca, la tiene comunque d'occhio. Questo tra un infilata del becco in gola ai pulcini e l'altra. Riabbassa il capo solo per guardare nuovamente la donna quando insiste per la tortura cinese con la spazzola. <Piuttosto me li raso a zero> E nuovamente distoglie lo sguardo, sebbene adesso sia già più scherzosa di prima. Ricorda il tempo passato con lei dieci anni fa. Probabilmente è stato il tempo speso meglio della sua intera vita. Allora i capelli erano decisamente tenuti meglio di adesso che pare un indigena. Il suo sguardo però lo nota. Con la coda dell'occhio la sta guardando e stringe anche i pugni perchè quella stronzetta lo fa apposta a guardarla così. Gonfia il petto e lo sgonfia con uno sbuffo accompagnato da un ringhio sommesso in gola. Deglutisce e guarda Akuma che ha già iniziato a farsi il bidet. Si, si slappa il gingillo. <E va bene. Ma non deve esserci nessuno> Una piccola richiesta data dalla vergogna nel caso urlasse dal male. Perchè un pugno, una coltellata o peggio van bene ma la spazzola no. Quella è un'arma troppo potente. Quando si torna a parlare delle armi pare divenir un attimo pensosa ma si allontana dall'albero, lasciando ricadere le braccia lungo i fianchi. Si avvicina di qualche passo verso la rosata, facendo attenzione a dove mette i piedi e cercando di dimezzare le distanze. <Hai rotolo e pennello?> Chiede, probabilmente perchè vuole farle uno schizzo di quello che vorrebbe. <Beh si, basta stendere il tizio del negozio e poi prendere quello che serve> Come al solito. <Mh, bene> Se stanno bene allora è tutto ok. <Quando farete irruzione nel locale voglio esserci anche io> Sempre se non lo hanno già fatto <Voglio aiutare Mat a ritrovare sua figlia> Le nere si abbassano sulle azzurre dell'altra, data la differenza di altezza. <Anche se sono qui, sempre qui, non vuol dire che dobbiate tagliarmi fuori> Le parole sono sempre quelle sbagliate ma ormai lo si sa. Con le parole lei non è mai riuscita a risolvere le cose. <Sango?> Chiude gli occhi in fessure per un attimo. Non ricorda perfettamente ma il nome non le è nuovo e infatti si gira verso Akuma che di conseguenza guarda lei. Nere su nere prima di tornare su Furaya, lei e di tornare a leccarsi il barbagianni, lui. <Capisco> Gli occhi si abbassano fino a terra <Ho parlato con Dyacon. Abbiamo risolto> Come al solito ancora una volta ha fatto come detto dalla donna.

17:12 Furaya:
 Ancor in piedi, ferma nella posizione precedente, aspetta soltanto che sia Keiga a rivolgerle la parola. Non si muove per via di mamma falco che starebbe ancora accudendo i propri piccoli nel nido. Si lascia scappare una piccola risata nel momento in cui la fanciulla avvisa l'altra che preferirebbe rasarseli a zero piuttosto, scuotendo mestamente poi la testolina dal crine rosato. <D'accordo, d'accordo. Saremo soltanto io e te> Lancia un'occhiata di sottecchi al cagnolone dal pelo nero. <e Akuma, direi.> E' letteralmente al fianco di Keiga da anni ed anni ormai, dato il legame che hanno reputa difficile che lui non possa essere tra i piedi in quel momento. Sono come pappa e ciccia, culo e camicia o qualunque altra assonanza vogliamo considerare. Alla di lei richiesta d'un rotolo e un pennello, è costretta a scuotere il capo in segno di negazione questa volta. <Mi spiace, ma non pensavo sarebbero serviti.> Ammette alla di lei volta, cercando però un possibile rametto che potrebbe servire come matita per disegnare. <Tuttavia, il terreno potrebbe diventare la nostra tela. Spostiamoci sotto un albero più asciutto e provo a disegnarti qualcosa.> Commenta al suo indirizzo, compiendo dei passi in direzione d'un albero vicino soltanto nel caso in cui anche la fanciulla glielo consenta o la segua, valutando la presenza di mamma falco che potrebbe essere un pochino contrariata dallo spostarsi di gente nei pressi del nido. <No, non funziona esattamente così. Il tizio del negozio> Come lo definisce lei. <potrebbe anche venderti un pezzo che a te non serve, facendotelo passare come uno molto buono. Lascia fare a me, fidati. D'altronde, sono materiali ai quali dovrò lavorarci con lo Yoton.> Fa spallucce, trovando naturale una spiegazione del genere ai di lei danni, adoperando pur sempre un tono pacato ed attenta alle parole che utilizza nei suoi confronti. Non vuole in alcun modo offenderla, alla fine vige rispetto tra ambo le parti. <Irruzione nel locale?> S'è persa qualcosa? Un dettaglio che non l'è stato riferito? Un dettaglio importante magari. E lei da dove tira fuori un'informazione del genere? Il di lei capo vien dunque fatto piegar da un lato, cercando di comprendere meglio che può la situazione venutasi a creare, ottenendo magari delle informazioni in più sui movimenti del terrorista che, a sua volta, pare non averle detto proprio alcunché in merito. O forse, è meglio evitare pregiudizi ed attendere le risposte da parte dell'Inuzuka. <Nessuno ha detto che, solo perché vivi qui, non dovrai prendere parte alle ricerche della bambina.> Commenta al suo indirizzo, sollevando un sopracciglio con espressione interrogativa nei confronti altrui, come se non riuscisse a collegare le cose oggi. In fondo, Keiga è nota per non sapersi esprimere a dovere. <La traditrice dell'Alleanza, una tizia dai capelli rossi.> Agita la mandritta nell'etere circostante, sorvolano di nuovo sull'argomento, poiché reputa necessario e bastevole quel che le ha appena proferito. L'argomento riguardante Dyacon, invece, la fa sospirare appena. <Non ha proprio speranze con te, mh?> Retorica. [ Chakra ON ]

17:56 Keiga:
 La donna accetta d'esser da sole e quindi lei sospira annuendo <Certo, ovvio> Lei e quel cane sono una cosa sola. Dove c'è lei, c'è sempre anche lui tranne per circostanze particolari in cui li si potrebbe vedere divisi. Una volta vicina alla donna sospira e guarda altrove quando le vien detto che non ha con se un rotolo ed un pennello. E stava per proporre la stessa cosa ma Furaya la batte sul tempo. <Mh..> Annuisce ed accetta di spostarsi, seguendola fino sotto all'albero. Non guarda più mamma falco per ora che anzi, senza sguardi pare essere anche più tranquilla. Sempre allerta, ma tranquilla. Nel camminare guarda a terra cercando un bastoncino che non fatica a trovare visto che è pieno. Si china per prenderlo quindi <Però disegno io che tu non sai cosa voglio> Un parlare che sembra quello di dieci anni fa. Non è cambiata molto alla fine. Che basterebbe dirglielo cosa vuoi, alla fine. <Che bastardo. Allora lo ammazzo prima di prendere tutto> Ma l'altra insiste e lei è costretta a rassegnarsi <ok, ok> facendo anche spallucce. Voleva toglierle qualche impiccio, alla fine. Quando poi la rosata pare sorpresa riguardo al locale le viene l'ansia. La guarda e deglutisce. Perchè non lo sa? E perchè lei si? Era un segreto e ha dimenticato che lo fosse? No, impossibile, lei a Furaya dice tutto, non esistono segreti da parte sua <Pare che ci sia un tizio in un locale, che ci voglia una parola d'ordine per entrare..> Parla vagamente ma non è che sappia più di quello. <E io volevo provare ad entrarci con Tachiko. Magari c'è anche qualche figaccione con cui fare due.. "chiacchiere"> E sull'ultima parola rallenta. E' ovvio che pensa a tutt'altro che alle chiacchiere lei. Dannata cagna. <Però magari riusciamo a scoprire qualcosa> E mentre parla, mentre racconta, ha questo senso di ansia che non se ne va. <Kimi non sarà lì, di sicuro, ma magari una pista, un odore> Alza le spalle <Abbiamo il miglior segugio a disposizione. Probabilmente gli basterebbe l'odore. Magari non la trova, magari ci si avvicina solo> Fa una pausa. Akuma è rimasto da mamma falco a lavarsi, mantenendo le orecchie ed il tartufo ben attenti. <Ci mancherebbe. Ma visto che non siete più venuti a cercarmi pensavo mi aveste tagliata fuori> Fa una pausa <E poi tu mi hai sgridata due volte e io non ho capito perchè> Ah, ecco. Stringe il mano il bastoncino mentre, raggiunto l'albero, si china per scarabocchiare il terreno dopo aver spostato foglie secche da in mezzo alle balle <Ne ho vista una con i capelli rossi che ha pagato la cena ad Akuma> Magari è la stessa, magari no. Ma non aggiunge altro. Non alza la testa neanche quando parla di Dyacon <Ma gliel'ho anche data di nuovo, che vuole di più? Si è lamentato ancora?> Stavola alza la testa per guardarla, restando accucciata a terra, sulle ginocchia che sfiorano i talloni a loro volta sollevati da terra. <Lo sai come la penso> Glielo ha già detto. Riabbassa la testa e riprende a scarabocchiare <Se proprio mi devo legare a qualcuno in quel modo, deve essere quella persona..> Bofonchia ma neanche tanto. Però ha finito la sua arma> [Chakra OFF] [Opera d'arte moderna di Keiga: https://i.imgur.com/Z9BfYKz.png]

18:44 Furaya:
 Agguanta il primo ramoscello che riesce a trovare nei dintorni, in modo che venga utilizzato per cercare di disegnare, salvo poi passarlo direttamente nelle mani di Keiga che preferisce fare a modo suo. <Se mi spieghi a parole, magari riesco a capirti. Ma forse hai ragione tu.> Lei cercava spesso e volentieri d'interpretare le parole altrui, quindi tanto vale darle ragione e permetterle di disegnare con le sue mani, anziché insistere. E' sicura del fatto che dovrà interpretare anche i disegni, ma questo lo vedremo a breve. Per ora, si limita a spostarsi nei pressi d'un altro albero assieme alla corvina, attendendo soltanto che questa possa raffigurare l'arma desiderata. <Non ti conviene ammazzare qualcuno, specialmente con un serial killer nel villaggio.> Non ha seguito molte notizie, questo è vero, tuttavia s'affida spesso e volentieri all'informazione vecchio stile: i giornali. Dopo aver cercato di chiarire quest'aspetto fondamentale, chiedendole di non compier quel che meglio le riesce fare, continua ad ascoltare quanto riguarda l'assalto al locale e l'idea che il bianco ha proposto sia alla Inuzuka che a sua cugina. <Oh, me lo ricordo, vero.> Era presente anche lei quando quel tizio sbucò praticamente a caso dando loro un'informazione sicuramente importante, ma che deve ancora portare ai suoi frutti. Tamburella con le dita della mandritta sul mento, facendosi per un istante pensierosa. Ragiona in merito a quanto potrebbero fare per cercare d'entrare nel locale e raggiungere il loro obiettivo: la bambina. <In questi giorni, siamo stati un tantinello impegnati. Sto cercando di guadagnare qualche ryo extra e Matt non fa altro che continuare le sue ricerche. Stiamo cercando d'assoldare altri due elementi al nostro gruppo, forse tre.> Ammette in sua direzione, abbassando notevolmente il proprio timbro vocale affinché soltanto lei possa sentire le parole appena pronunciate, consapevole del fatto che quel villaggio ha occhi ed orecchie ovunque. Il nome di villaggio delle ombre, alla fin fine, non è affatto sbagliato. L'essere stata sgridata le fa ricordare che la prima volta è successo proprio qui. Gonfia le guance, distogliendo per un attimo lo sguardo, portando le braccia ad incrociarsi ad altezza della bocca dello stomaco, poco sotto il seno. Le gote assumono un colorito rossastro. <Stavi troppo appiccicata a Matt, specialmente dopo aver scoperto che te l'eri portato a letto dieci anni fa.> Bofonchia in sua direzione, senz'aggiungere altro poiché le sembra eccessivo e reputa che la fanciulla possa arrivarci anche da sola a cosa voglia dire: era semplicemente gelosa. <E poi, quando siamo venuti a casa di Tachi, eri praticamente nuda!> E torna a guardarla, sgranando appena gli occhi per la sorpresa, considerando come Keiga non riesca a capire cosa abbia spinto la Nara a dare quasi di matto. <Con una bambina, per giunta.> Insomma, un po' di pudore! Sospira, ulteriormente consapevole del fatto che potrebbe ricevere una risposta inaspettata o comunque del tutto differente che un essere umano ben educato - e non una bestia come l'altra - possa darle. <...> Certi dettagli preferirebbe di gran lunga che restassero segreti, non vuole sapere con chi Dyacon sta andando a letto o con cui è stato. Sorvola difatti, facendo schioccare la lingua contro il palato. <Quella persona?> Dubbiosa in merito, cerca una risposta che possa essere soddisfacente. <Dyacon credo che l'abbia presa un po' male, ma in fin dei conti sei stata chiara. Semplicemente non ha funzionato.> Lei ha il suo carattere e lui ne ha un altro del tutto incompatibili a quanto pare. Ciò che le premeva è che mettesse quanto meno le cose in chiaro. Infine, presta attenzione ai disegni fatti dalla Inuzuka, trattenendo a stento una risata, coprendo la bocca con le dita della mancina. <Pfff!> Quanto meno dovrebbe riuscire a decifrare il tutto, ci prova. <Sono artigli?> Semplice, no? [ Chakra ON ]

19:12 Keiga:
 Scuote il capo. Spiegare a parole è Satana. Mostrare è meglio. Il suo bastoncino in mano come se fosse un'arma impropria, bello stretto. Ed alza le spalle alle parole sul killer <Pff..> Sbuffa <Ha rotto le palle sto Killer. Akuma ha il suo odore> E lo dice come se fosse la cosa più naturale del mondo. Alza anche le spalle <Ogni tanto gli viene voglia di cercare piste> Spiega, menefreghista <Magari prima o poi lo becca> Meglio prima che poi non trovi? Ma a lei non importa. Non è affar suo fino a che non toccano qualcuno a cui tiene. Akuma in tutto questo si è appiattito sotto l'albero col nido. Ha gli occhi chiusi ma sta annusando in continuazione gli odori ed ascoltando sia i discorsi delle due che cercando di captare qualche suono di pericolo. <Mh> Annuisce riguardo al locale, più tranquilla visto che anche l'altra ne è a conoscenza. <Guadagnare? Lavorando?> Si, mai sentito parlare di lavoro? <Ma vai al quartiere dei pazzi> Quello dello spettacolo <Gli fai vedere le tette e diventi ricca> Poi ci pensa bene alla stronzata che ha appena detto. <Anzi no. NO, no. NOn lo fare. Non.. pagano poi così tanto alla fine> E guarda altrove. Mannaggia a lei e alla sua cazzo di lingua. <Non farlo eh> Ripete ancora, giusto per assicurarsi che l'altra abbia capito <Se ti servono ryo lo faccio io e poi te li do. A me non servono> Nella foresta non ci sono negozi alla fine e quello di cui ha bisogno lo ha già al momento. Quando però dice dell'aggiunta di due o tre elementi, l'espressione cambia. Prima era tranquilla ed ora pare recuperare la durezza solita. Perfino lo sguardo sembra congelarsi all'istante. <...> Non dice nulla a riguardo. Non può dire nulla alla fine. Non le è mai andato giù l'ampliamento della squadra. Deglutisce e guarda verso un punto lontano, un albero forse, almeno fino a che la rosa non le spiega i motivi dell'incazzatura. E no, mica lo aveva capito lei, infatti si trova a sgranare gli occhi e sbatacchiarli un paio di volte, incredula <Ma sei cretina?> E' forse la prima volta che si rivolge in quel modo alla rosata, ma le è uscito proprio dal cuore e non ci ha pensato prima di vomitarglielo addosso <Troppo vicina? Passi quello che è successo dieci anni fa ma.. no> Aggrotta la fronte <E' solo affetto. Non c'è altro. Non lo farei mai. Come non mi sono mai scopata il tuo ex> O almeno non ci ha neanche mai provato. Quando parla dell'altra volta a casa, invece, alza un solo sopracciglio <Cazzate. Senshi mi ha vista nuda un miliardo di volte.> Per forza, gira nuda spesso e volentieri <E.. senza praticamente. Ero nuda> Annuisce e ammette, correggendola. Le risposte sono pure fin troppo tranquille. Mica può buttarlesi addosso e riempirla di mazzate. Se mai le si butterà addosso di centro non la riempirà di botte, questo è sicuro. Ed ha pure sentito il bofonchiare. <Si, quella persona> Ripete per poi ascoltare le parole su Dyacon. Fa anche per rispondere se non fosse che la becca mentre ride e la prende in giro sulla sua arma <Ehi!> Si rialza in piedi ed indica la sua opera con il bastoncino <Non prendermi per il culo. E si, sono artigli!> Gonfia le guance, guardandola dritta in faccia, imbronciata come pochi. <Se lo hai capito vuol dire che è perfetto.> E guarda in basso, sul quell'aborto disegnato sul terriccio <Ma li voglio retrattili e che si leghi al polso> Spiega tornando su di lei <Puoi farli?> Chiede <Ti pago, visto che hai bisogno di Ryo> e poi si ferma, perchè se non ci prova ogni volta non è contenta. Fa un passo verso di lei, allungano la destra alla ricerca del fianco sinistro dell'altra <O ti posso pagare in natura..> Ed è fin troppo seria, Furaya dovrebbe pure saperlo fin troppo bene, ormai. [Chakra OFF]

20:00 Furaya:
 A quanto pare, Akuma è davvero un segugio nato. <Per quale motivo non stai aiutando il villaggio allora?> Il di lei tono è apparentemente serio, ma si tradisce da sola con la risata che ne consegue e il ghigno che le fa incurvare le labbra. Non le interessa che non stia aiutando in alcun modo il villaggio delle ombre, tanto meno quella corporazione alla quale lei stessa era affiliata un tempo, vantando il ruolo di generale. <Quartiere dei pazzi?> Domanda, piegando la testa verso la spalla, non conoscendo alcun quartiere del villaggio o di qualche distretto che viene così definito. Si tratta sicuramente di qualcosa campato per aria, nato dalle stramberie di Keiga. Pertanto tenta almeno di intuire a cosa vada riferendosi per farsi una vaga idea. Sbatte rapidamente le palpebre, confusa e disorientata dalle affermazioni che riceve da parte sua, cercando di capire se stia scherzando o se sia assurdamente seria. <Non dirmi che lo hai fatto-> E blocca immantinente il proprio dire come se non volesse in alcun modo pensare, tanto meno immaginare, che Keiga sia arrivata a far qualcosa del genere per soldi. <Per quale motivo sei arrivata a tanto?> Vorrebbe ridere, addirittura piangere ad un certo punto, ma opta per trattenersi. Si limita a mordere il labbro inferiore, cercando di mantenere un minimo di serietà. Per farlo, è ovviamente costretta a scostare lo sguardo in tutt'altra direzione, onde evitare che, mantenendo le iridi su di lei, possa scoppiarle a ridere in faccia. Inspira profondamente, mano sul cuore, cercando di focalizzare l'attenzione sul disegno che lei ha fatto sul terreno, dando la forma degli artigli che vorrebbe. Bastava veramente poco, soltanto un paio di parole messe bene in fila, e ci sarebbe arrivata lo stesso. Poco male! <Non lo farei mai, anche perché Matt potrebbe far esplodere qualcosa se soltanto lo venisse a sapere e venissero divulgate.> Figurati. Come minimo, il villaggio verrebbe fatto esplodere prima che possano anche pensare ad un piano alternativo, come suo solito. E un brivido le percorre la colonna vertebrale per intero al sol pensiero delle conseguenze. <E non lo fare neanche tu. Se hai bisogno di soldi, troveremo un metodo alternativo: come partecipare alle missioni del villaggio.> E la ferma subito, prima che possa dire o fare qualcos'altro. <Sì, lo so, neanche a me sconfinfera l'idea, però i ryo potrebbero tornarci utili per i materiali, per un appartamento provvisorio, per un'armatura.> In fondo, deve ancora ricostruirsi la propria. E per farlo necessita di materiali adatti, perfetti e precisi, poiché si tratta di placche metalliche che devono mantenerla protetta. Si gira di scatto in direzione della fanciulla quando quest'ultima l'affibbia addirittura con un insulto. Non si sorprende per quello, non le interessa come la chiami, avendo a che fare con una persona della quale si fida. Tira però un sospiro di sollievo, potendosi rilassare in merito all'argomento in questione. <Perdonami, ma mi ero ingelosita senza motivo a quanto pare. E' più forte di me.> Molto meno dell'orgoglio che non la ferma finché non ha sbattuto la testa contro un muro, però pur sempre abbastanza fastidiosa da palesarsi nei momenti meno opportuni. Ridacchia nervosamente, volendo in qualche modo far decadere quel discorso prima che s'addentrino in qualcosa di complicato. <Oh, grazie- insomma, vuol dire che mi rispetti, no?> Se non si porta a letto l'ex, vuol dire che si è veramente amici, vero? Non è mai incappata in qualcosa del genere, è troppo vecchio stampo per riuscire a seguire la modernità. A proposito di Senshi che l'ha vista nuda più e più volte, non farebbe altro che spiaccicarsi una mano sulla fronte, scuotendo poi la testolina rosata. Meglio non affrontare oltre l'argomento. <Dai, non ti stavo prendendo in giro! Però bastava dirlo come stai facendo adesso ed avrei capito anche senza disegno!> Esclama in sua direzione, trattenendo a stento una risata che si riversa poi fuori dalle fauci: sembra quasi la normalità, ma sotto sotto non lo è affatto. Riprendendosi e schiarendosi la voce, tenta di dare una risposta coerente e adatta al contesto. <Posso farteli, avrò bisogno di un po' di tempo. E no, tranquilla. Non serve pagarmi in alcun modo, tanto meno in natura.> Assolutamente no, è ancora improntata all'eterosessualità purtroppo. Infine, resterà a parlottare un altro po' con la - non più - piccola Keiga, salvo poi salutarla e tornare al quartiere dei clan nel distretto konohano. [ EXIT ]

20:19 Keiga:
 A quella domanda la guarda fissa in viso e lascia passare anche qualche secondo prima di rispondere <Perchè non è il mio villaggio> Fa una pausa <E poi il caso è di Akuma, se non viene voglia a lui di cercare io di certo non lo incito> Una cacciatrice di taglie coi controcoglioni, in pratica. Nel vederla poi ghignare non riesce a trattenersi e ne ricambia il ghigno, mostrando la punta dei canini che sporgono appena dalle labbra. <Si, quello strano dove la gente è stupida> Keiga come ti spieghi tu nessuno nella vita. E lei è seria ma inclina la testa di lato a quelle domande <No che non l'ho fatto> Poi l'altra continua <Non l'ho fatto!> Esclama indicandosi con gli indici <Cioè ma mi hai vista? Questo ben di Dio non è mica per tutti> Se la tira sebbene scherzi, non è mai stata una persona del genere. <Non ridereeee! Si vede che ti trattieni> La sta guardando in faccia, alla fine. <E si, probabilmente gli darei tutto il supporto di cui ha bisogno> Si, lo farebbe. Sospira <Non voglio lavorare, non qui per lo meno> Si guarda attorno e poi torna su di lei. <Eh, ma mi hai fatta stare di merda per giorni> Fa notare riguardo alle sgridate che si è presa. <Certo che ti rispetto. Che altro devo fare per fartelo capire?> Perchè pare che non sia chiaro, a sto punto. E poi il disegno, orribile <Mi prendevi in giro! Ridevi!> Un battibecco da imbecilli. Però nel vederla ridere serra le labbra, guardandola con un sorriso stampato in faccia. La sua Furaya ogni tanto ritorna. Per poco ma ritorna. <Quando potrai. Non c'è fretta> Ammette per poi guarda Akuma che non si è schiodato da sotto l'albero. Sospira, rassegnata <Peccato, ma ti consiglio di provare prima o poi. Con me ovviamente. Se scopro che hai provato con qualcun'altra mi incazzo. Sappilo> Eccome se si incazza. Parleranno, tanto con lei la cagna parla pure troppo. Poi si divideranno e lei, col cane, resteranno sotto quell'albero a far da guardia al nido di mamma falco e pulcini. [Chakra OFF][//end]

Fru va a trovare Keiga nel bosco.
S'aggiornano di diversi argomenti, mettendo in chiaro anche il discorso "ex" e commissionando un paio d'artigli al fabbro.