Incontro al chiaror di Luna

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22:33 Dyacon:
 Luna calante che si attesta in tutto il suo splendore in quel cielo scuro, stellato, senza alcuna nube che possa presagire ad un cambio repentino delle condizioni climatiche. Satellite terrestre che regna incontrastato sulla notte e sull’oscurità, rischiarando il tutto con il suo bagliore argenteo, quest’ultimo ispirazione di molti racconti e leggende. < Ahhhh... > Mormora tra se e se, rifugiandosi in quel piccolo angolo di paradiso, allontanandosi dal caos e dalla frenesia di Kagegakure. Cammina lungo la via principale che precede l'arrivo all'oasi vera e propria, pozza d'acqua artificiale posta più a Sud rispetto al distretto di Suna. Avanza con passo cadenzato, spostando le due ametiste incastonate in quell’incarnato albino a destra e a manca, alternandosi sui lati dell'arteria stradale, constatando come siano poche le anime ancora in giro. Agli occhi occhi esterni si mostra come un ragazzo/uomo dai lineamenti quieti, calmi, corporatura slanciata, dove la folta capigliatura corvina è in netto contrasto con il colore chiaro della pelle. Maglietta nera anonima, nera, a vestire il busto, su cui è adagiata una felpa bianca a collo alto con chiusura verticale a zip. La particolarità di questi indumenti? Non hanno la manica destra. Infatti il braccio destro è nudo da spalla a polso, mettendo in mostra una muscolatura non eccessiva ma dannatamente definita, al cui bicipite è assicurato il coprifronte di Suna, simbolo che ne attesta l’appartenenza alla famiglia degli Shinobi. Pantaloni scuri come la pece larghi sui quadricipiti e stretti sulle caviglie, da cui partono le calzature caratteristiche di un ninja, ovvero aperte sulle punte. Calzoni stretti in vita grazie alla presenza di una fascia in seta color rosso fuoco, utilizzata per cingergli la parte bassa dell'addome e, al contempo, stringere a sè la giara giallo ocra alla schiena. Reliquia che svetta oltre la sua figura, posta diagonalmente, al cui interno è custodita ancora dormiente la sacra sabbia dell’ex paese del vento. Oggetto emblematico della sua appartenenza al clan dei Sabaku. Sul fianco destro e sul quadricipite mancino spiccano due piccole borse, rispettivamente il portaoggetti e il portakunai. Il primo nasconde vari utensili: dai tonici ai fuuda da sostituzione. Il secondo invece ha varie tipologie di armi. Dagli shuriken ai kunai. < Che pace > Si crogiola nel silenzio del posto, socchiudendo per un attimo le palpebre e godersi quel momento di calma oltre che la leggera brezza frizzatina che soffia nel posto, scompigliandogli qualche ciocca ribelle ricadutagli lungo la guancia destra, scivolando fino al mento. [Chakra OFF]

22:54 Nori:
 Avete mai ascoltato la musica affiorata da un semplice pianoforte? Carezzevole, le dita scivolano sui tasti bianchi, sembrano danzare con il ritmo dell'anima, una bolla nel quale l'artista si aliena dal resto del mondo, un'arte per pochi, emozioni forti e travorgenti che riescono a materializzare nella mente una scena, un gesto, un piccolo dettaglio sfuggito nella caotica vita accusata all'interno dei distretti. Ecco, immaginate esattamente questo, uno strumento elegante che detta come un metronomo ogni signola movenza dell'albina. Delicata, posata, lontana dalla frenesia della farfalla in volo, ma così maledettamente similare alle nuvole sospinte dal vento. Baciata dalla fioca luce Lunare è l'epidermide pallida, tanto da parer un fantasma, inumana, creatura non appartenente alla Terra, ipotesi avvalorata dalla lunga e setosa chioma bianca che si distende a cascata fin alle caviglie; viso angelico, dai tratti fini, freschi, dove in alcune zone son stati dipinti dei piccoli cerchi cremisi che spezzano il chiarore con crudeltà, certamente meno invasivi dell'azzuro cielo presente negli occhi, ma non così acceso, oh, ma la sfumatura assunta in una giornata apatica, dove non promette pioggia ma neanche il sole, come quando, la volta ed il mare, decidono di incontrarsi all'alba, prima dello spuntar del sole. Minuta la corporatura, esile, formosa, avvolta in un chimono dal tessuto apparentemente costoso, le bordature richiamano il rosso acceso dei simboli e la gonna presenta due spacchi laterali che scoprirebbero le cosce ad ogni falcata. Assenti i calzari, tuttavia, le caviglie son adornate da cordicelle, non vi è un reale senso, semplicemente le piacciono poichè in tinta con il restante abbigliamento. Non vi sono armi, perchè dovrebbe portarle con se? In fin dei conti, non avverte minacce imminenti, nonostante l'ora tarda, nonostante la solitudine ritrovata nell'artificiosa oasi insapore. <Chissà...> cosa si proverebbe a trovarne una in un vero Deserto, simbolo di speranza, di sopravvivenza, e non un semplice luogo dove crogiolarsi nell'infinita noia c'aleggia nell'etere. Sospira quindi, seduta su di una roccia ai piedi dell'aqua nel mentre, lo sguardo, è proiettato verso gli astri, verso la mezza Luna che vuol celare le sue imperfezioni. Leggero il sorriso sbocciato sulle labbra, assorta in pensieri senza capo ne coda, ma non abbastanza da evitar di notare l'arrivo di Dyacon che la costringe a ruotar il capo per poterlo studiare. Soppesa l'uomo da cima a fondo, il sopracciglio si inarca e le gambe - dalle ginocchia flesse e raccolte in un abbraccio - iniziano a dondolare insieme da un lato all'altro <Non è strana la Luna?> tonalità di voce innalzata per farsi udire, squillante ma piacevole quanto il canto d'una sirena. Egocentrica.

23:20 Dyacon:
 Le calzature da shinobi scivolano in quell'elemento granuloso di cui è il custode ed il portatore, lasciando dietro di sè un segno delebile del suo passaggio. Non ha una meta precisa da raggiungere, in realtà l'ha già raggiunta, eppure i piedi lo portano ad avvicinarsi alla riva di quel bacino d'acqua artificiale ricreato dal governo di Kagegakure. Anche nei minimi dettagli. < ..... > Non dice una parola, mentre le dita della mano destra si dipanano, distanziandosi tra loro e poi, tramite un gesto leggero, verrebbero fatte passare tra la folta capigliatura corvina, cercando di dare una rassettata alle varie ciocche ricadutegli davanti al viso. < Uh? > Inarca il sopracciglio sinistro, accorgendosi di fronte a lui - distante una decina di metri - della figura di Nori poggiata su una delle rocce che costeggiano l'oasi. La squadra da capo a piedi, senza alcuna discrezione, allontanandosi sempre di più dal punto nevralgico del luogo, ovvero la strada principale con negozi, ristoranti, konbini e hotel. < Strana la luna? > Sente quel quesito e non ha alcun dubbio sul fatto che sia rivolto in sua direzione. D'altronde non vi è altro esser vivente oltre a loro due lì attorno. < Perchè mai dovrebbe esser strana? > Chiede, senza mai spostare lo sguardo color ametista dai tratti somatici della Shizuko. L'osserva con insistenza, soffermadnosi su quei segni concentrici dal color cremisi che gli adornano sia le guance che la fronte. < Non ti ho mai vista... > Reclina di poco la testa verso destra, avvicinando l'orecchio alla spalla rispettiva. < ...eppure son solito frequentare questo posto. > Fa parte del distretto di Suna, dunque sotto il controllo del Kazekage. < Turista? > Un viaggiatore a quell'ora tarda della notte? Potrebbe essere. < Comunque... > Bloccatosi a circa cinque metri di distanza, perfettamente frontale alla ragazza, ruota busto e bacino per osservare il satellite terrestre che li illumina con quel bagliore argenteo. < Che cosa intendi con la stranezza della luna? > Non ha capito il significato delle sue parole, nonostante si stia scervellando per ineterpretarle. Quieto nei modi e nel tono della voce. Quasi un sussurro a non vole disturbare il silenzio del posto. [Chakra OFF]

23:39 Nori:
 S'incrociano gli sguardi, eppure, la stessa insistenza che mostra l'altro nei propri riguardi, viene ricambiata ma con l'arto mancino ancor sollevato ad indicare l'Astro serale. Vige silenzio, se non fosse per il ronzio in lontananza proveniente dalla strada centrale, ma sembra tutto così lontano, frivolo, come se fossero all'interno della famosa bolla sopracitata. Un momento magico? No, ma Lei sembra così fuori luogo con i tempi che corrono, una specie di bambolina giapponese antica, dalle fattezze inusuali, con atteggiamenti e modi di fare melodiosi, d'altre epoche assai più lontane. Annuisce infine, interrompendo lo stallo venutosi a creare, di solito è un momento imbarazzante, tanto da far arrossire i più timidi, ma ha semplicemente sfruttato la pausa per poter cogliere i dettagli, le dita maschili intrufolate nella chioma corvina, del modo di camminare, delle espressioni che colorano il viso avverso <Certo, strana> ripete piegando parzialmente gli angoli delle labbra, un placido sorrisetto sboccia nell'attender l'avvicinamento, l'arto torna al suo posto esattamente come il viso proiettato al cielo, così da donar non più del profilo <Tutti i poeti, gli amanti, gli artisti...la definiscono perfetta, irragiungibile, pensa che gli antichi credevano fosse addirittura una divinità> prosegue quindi un discorso che continua a non aver un filo logico, potrebbe essere scambiato come mera chiacchiera, un tentativo di conoscenza innocente, genuina <io...io credo che invece sia molto più similare al genere umano> arriccia il nasino <la sua superficie è butterata da mille imperfezioni, esattamente come i mortali. Se ci rifletti...è raro leggere le lodi verso di noi, veniamo sempre descritti come la palla sospinta dallo scarabeo stercorario...che rappresenta in teoria il Destino> logorroica, non le frega assolutamente niente della quiete, ormai è partita verso mondi a noi sconosciuti. Qualcuno. La. Fermi. <Cioè...andiamo, che cazzata> schiocca la lingua contro il palato <Tu che dici?> e solo allora scatta l'attenzione nuovamente sul ragazzo <Bhe...siamo divisi in fazioni, seppur vi siano i residenti, difficile conoscere ogni individuo presente all'interno del Kagegakure> sfarfallano le ciglia, il tono diviene più pungente. Evviva la saccenza ed il pizzico di arroganza, ma nulla di aggressivo <Comuuuuunque,è la prima volta che vengo nella piscinetta per uccellini> si, siamo in gabbia, come bestie <Mi chiamo Nori Shizuko, Distretto di Kiri...che tristezza, e pensare che in passato veniva chiamato "la nebbia insanguinata"> malinconia, l'unificazione non sembra aver giovato esattamente per tutti

00:17 Dyacon:
 L'attenzione delle due ametiste incastonate in quei tratti somatici fini e quieti, si alterna dal volto della Shizuko, al satellite terrestre dalla superficie butterata, proprio come l'ha descritta l'interlocutrice di serata. < Uhm... > Sfarfalla un paio di volte le ciglia, permettendo alle pupille d'esser di nuovo irrorate, evitandone così la secchezza. Le braccia, nel frattempo, vengono incrociate davanti al petto, poco sopra la bocca dello stomaco, assumendo una postura più rilassata, di puro relax. < Destino e uomini... > Sussurra, riabbassando la testa ed immergere gli occhi in quelli azzurri dell'altra. < Conosco molte metafore per descrivere questa vicinanza, ma quella della palla spinta dallo scarabeo stercorario mi mancava... > Ammette con un accenno di sorriso che va ad increspargli le labbra. < La più conosciuta è quella di arcaiche figure che tessevano i fili di ogni essere umano. > Le Norne, antiche figure delle fredde terre del nord. < Ma ripeto, son solo modi diversi per descrivere lo stesso concetto. > Ovvero che il destino di ogni singolo essere vivente è già scritto, segnato, senza poter far nulla per cambiarlo. < Io penso che siano solo leggende... > Ammette, non distogliendo mai lo sguardo dalla ragazza logorroica. La fissa intensamente. No, non per stalkerarla o per chissà quale fine. E' proprio lui che è fatto così. < Siamo noi gli artefici del nostro fato. Solo ed esclusivamente noi. > Alza leggermente il valore dei decibel, come a voler dare ancora più corpo ed enfasi a quell'affermazione. < Giusta osservazione... > Riguardo al non poter conoscere ogni singolo individuo che abita all'interno di Kagegakure. < ..... > Aggrotta poi la fronte, sentendo le ultime parole dell'altra. Del come era soprannominata. < Il mio nome è Dyacon Sabaku del distretto di Suna. > Si presenta anche lui, almeno - se la chiacchierata andrà avanti - avranno entrambi un nome da utilizzare. < Non dirmi che anche tu sei una di quelle persone tornata in vita dopo dieci anni? > Dopo Sango, Furaya, Mekura, Mattyse e Saisashi, sarebbe un'altra figura fuoriuscita dal cristallo che l'ha tenuta in vita fino a poco tempo fa. [Chakra OFF]

Stanza Creata: Piccola Oasi senza palme.

19:12 Nori:
 Non è dettata dall'arroganza il riso che, dolce, sguscia fuori dalla gola per incontrar il dorso della mano a coprir le labbra chiare <Di metafore ne esistono a migliaia, sono felice però d'averne inventata una nuova...magari un giorno la divulgherai per il mondo e verrò ricordata per questo> arriccia il naso riportando le chiare sul ragazzo. Specchi d'acqua lucente, pura, così chiari da parer vitrei, spettrali, il connubio perfetto tra macabro e delicato, sentimenti così tanto i contrapposizione da risultare complementari. L'equilibrio, d'altronde, si raggiunge con gli opposti, giusto? <Ci sono un'infinità di scelte...e sbaglia chi afferma d'aver un Destino già scritto, che tutto è stato deciso ancor prima della nostra nascita> sospira, l'aria sgattaiola via dalle narici, tacita quanto le movenze c'abbandonano la roccia per affondar i piedini nella sabbia. E' fredda, piacevole, i granelli s'intrufolano tra le dita facendole scomparire, solleticano l'epidermide e possiedono il sapore dei raggi Lunari <Il battito d'ali di una farfalla può provocare un'uragano dall'altra parte del mondo...immagina cosa possono fare le nostre azioni non solo sui territori, ma anche nel nostro futuro> cerca di affiancarlo, permanendo ad una distanza di sicurezza, un metro e mezzo circa, ammira ancora l'Astro, il vento le accarezza la seta c'ondeggia nell'etere rilasciando un leggero profumo agli agrumi. Ricorda l'estate, un campo immenso di piantagioni d'arance e limoni, il sole caldo, lo scrosciare del mare, eppure, a vederla, si potrebbe giurare d'esser figlia dell'inverno <Sabaku...hai mai visto una vera Oasi nel Deserto?> non hanno confidenza, per questo, lo richiama tramite il cognome, ne sottolinea l'educazione, il rispetto nel non varcare dei limiti immaginari autoimposti probabilmente <uhm?> inarca un sopracciglio, permane il leggero sorriso sulle labbra nel mentre, le mani, tirano fin le nocche le maniche larghe del proprio chimono <No> secca, senza giri di parole <E' per come mi presento che pensi questo?> scivola su Dyacon, riflettendosi nelle ametiste senza timore o vergogna <credo solo che le tradizioni non debbano essere dimenticate, nonostante i tempi che corrono> per questo vuole riportare in auge Kiri, la richezza che possedeva, la potenza vantata <ad ogni modo...che vuol dire tornati in vita dieci anni dopo?>

19:41 Dyacon:
 L'osserva senza alcuna discrezione, continuando ad insistere con quello sguardo indagatorio e curioso, immerso negli occhi di lei. < Tsk! > Schiocca la lingua sul palato, abbozzando un nuovo sorriso divertito su quei tratti somatici dalla carnagione albina, la quale risalta sotto il chiarore argenteo emesso dalla luna. < Sei un Kami sceso in terra e non me l'hai detto? > Tono di voce utilizzato evidentemente ilare, goliardico, sentendo come, da buon apostolo, deve tramandare il verbo della Shizuko di fronte a lui. La scruta poggiare i piedi sulla sabbia fredda della notte, avvicinarsi a lui e continuare quella piacevole chiacchierata iniziata qualche minuto prima in maniera casuale. < Su questo siamo d'accordo, Nori. > A differenza dell'altra che lo chiama utilizzando il cognome, mostrando un minimo di rispetto nei suoi riguardi, lui se ne sbatte altamente, prendendosi con forza una confidenza che non ha. < Una vera oasi nel deserto intendi? > Assume un'espressione pensierosa, alzando lo sguardo verso il cielo stellato, portando le dita della mano destra a massaggiare il mento glabro. < Sì, dieci anni fa... > Prima della guerra del falso Dio. < ...quando il paese del Vento non era ancora distrutto, l'ho vista. > Ovvero quando Suna ero uno dei cinque villaggi maggiori. Aveva un'identità ben definita e un'influenza elevata. < Provengo dal deserto e, con gli anni, sono divenuto uno dei custodi della sabbia. La stessa che stai calpestando in maniera involontaria... > Con un cenno del mento le indica l'elemento granuloso posto sotto le sue calzature. < Non sono uno che vive nel passato, quindi torniamo a noi... > Rivangare su ciò che è accaduto molti anni fa, lo trova inutile, una vera e propria perdita di tempo. < Sai Nori, nonostante tutto, siamo molto simili... > Gli strizza l'occhio sinistro in modo ammiccante, sorridendo, trovandosi ancora d'accordo sull'ennesimo punto snocciolato dalla ragazza: il mantenimento delle tradizioni. < E' una lunga storia... > Il discorso di esser tornati in vita dieci anni dopo. < Erano persone che pensavamo fossero morte ma che, invece, erano state solo congelato in degli strani cristalli. Quest'ultimi si sono scongelati, rotti o altro ultimamene, quando il falso Dio è stato sconfitto. > Sconfitto definitivamente? Non si sa.

20:16 Nori:
 S'amplia il sorriso, quanto basta per svelar l'arcata dentale perfettamente dritta e curata <Non volevo dirlo ma...effettivamente è così> ruota parzialmente il busto in sua direzione prima di fletterlo in avanti, un gesto innocente servito ad enfatizzare la giocosità con il quale si rivolge nel mentre, la man dritta, vien sollevata per posare delicatamente la falange dell'indice sulle labbra <Sssshhh...non dirlo in giro, vi son troppi falsi profeti> si ritrae, fronteggiando lo specchio d'acqua dalla superficie perfettamente liscia, una quiete che neanche la brezza riesce, per ora, a spezzare. Ascolta il racconto, ma riscontra superficialità, tanto da non riuscire ad immaginare la maestosità del deserto e di quanto, un'oasi nel torrido calore similare all'inferno stesso, possa essere un dolce, irresistibile, miraggio e miracolo. Diviene seria l'espressione, dai tratti più duri proprio quando, le orecchie, vengono linciate dalla confidenza non concessa di pronunciare direttamente il proprio nome. S'irrigidisce la muscolatura, impercettibile quanto un battito di ciglia, eppure, il sapore d'estate viene spodestato dal gelido, crudele, inverno che cancella sotto il suo manto nevato la bellezza dei prati fioriti <Shizuko> tagliente, la lingua, sottolinea quanto il piccolo, e per molti, insignificante dettaglio, riesca a far la differenza agli occhi attenti di una bestia dormiente <La guerra ha distrutto non solo i Villaggi, ma l'orgoglio da essi rappresentati insieme ai loro ninjia> chiuse a pugno le mani, essi si stringono con forza, palpabile nervosismo <e l'unificazione ha dissolto le particolarità che ci differenziavano, riducendoci in inutili distretti che ammazzano l'identità> ed ancora, unghie sulle lavagne il richiamo lanciato per la seconda volta <Simili...per fortuna non uguali> non osare mescolar lo sterco all'oro, lei è di Kiri. La grandiosa, inarrestabile, Kiri <il passato insegna, siamo il frutto di ciò che è accaduto e non bisogna mai gettarlo alle spalle. E' da vigliacchi> sancisce smuovendo i primi passi sulla sabbia per frapporre nuove distanze. Elegante, sembra danzare, le cosce si scoprono ad ogni falcata, l'apparizione d'un fantasma sotto i raggi dell'Astro sognatore <Sei frettoloso...una lunga storia vale la pena d'esser raccontata, ma evidentemente hai di meglio da fare> cinge gli arti tra loro, essi scompaiono reciprocramente tra le maniche larghe del chimono, composta. Impeccabile. <Evidentemente, gli eroi del passato son ancora qui per insegnarci qualcosa. Vale la pena scoprirlo> e prima ancora di imboccare la strada per la via principale, volgerebbe un'ultimo saluto con le iridi pallide <Ci incontreremo ancora, Sabaku. E' stato un piacere> chino del capo. Sarà corretto lasciar al Destino tale decisione? Chi lo sa...godiamoci la casualità d'una sera immersa negli ultimi strascischi di primavera, ormai, andata. [Exit]

21:27 Dyacon:
 Qualcuno che si paragonasse direttamente ai Kami gli mancava all'appello. Finalmente ha colmato questo vuoto con la conoscenza di Nori. < Scendi dal piedistallo. Potresti farti molto male quando cadrai... > Detto da lui, borioso, altezzoso e sfrontato, è più un complimento che un consiglio. Parole dette sulla falsa riga delle precedenti frasi: con ilarità. Tratti somatici che poi s'irrigidiscono nel notare come l'altra provi fastidio nel sentirsi chiamata per nome. D'altronde prima o poi doveva aspettarselo: non tutti gradiscono quella confidenza che si prende senza alcun benestare. Ma come accaduto nelle precedenti occasioni, se ne sbatte altamente, continuando imperterrito per la sua strada. < So qual'è il tuo cognome. Me lo hai detto prima. > L'espressione da seria e contratta, viene deformata dal prender vita dell'ennesimo ghigno irriverente della giornata. < Però voglio chiamarti per nome. E' questo con cui sei segnata all'anagrafe no? > Nonostante sia una persona abbastanza convinta riguardo i valori e come quest'ultimi devono esser dati - tra i quali il rispetto -, non percepisce in quello che ha fatto una sorta di maleducazione. Per lui ci sono situazioni e cose molto più importanti. < Quello che vedi oggi, Kagegakure, dovresti sapere come è nato e perchè è nato. > E' una cittadina di Kiri no? Contraccambia e sostiene lo sguardo che l'altra gli dona, senza alcuna esitazione. < Konoha, Oto, Suna, tutti i villaggi sono caduti e sono stati distrutti dalle chimere del falso Dio. Pochi ninja erano sopravvissuti e il manipolo di superstiti ha avuto come unico obiettivo la protezione dei cittadini. Molte persone non sapevano combattere e la sola strada percorribile era quella di ergere delle difese resistenti. > Come appunto il muro di cinta che abbraccia tutta Kagegakure. < Hanno fatto un ottimo lavoro non credi? > Allarga gli arti inferiori, facendole vedere l'oasi artificiale in cui si trovano a parlare. < Poi che tutto è migliorabile son d'accordo con te, ma la perfezione non esiste. > Forse neanche in natura. < L'unica cosa che abolirei è il grande passo avanti della tecnologia. Fosse per me torneri a dieci anni fa... > Sotto quel punto di vista non ha dubbi. I bambini devono tornare a giocare per strada, a socializzare tra loro, non tramite dei telefoni o dei pc. < Tsk! > Schiocca la lingua sul palato, reclinando di poco il capo all'indietro. < Per fortuna che non siamo uguali. Concordo appieno. > Sai che palle? Avere a che fare con una persona identita in tutto e per tutto a te sarebbe di una noia mortale. Lui non la mette sotto il punto di vista del villaggio e chi, tra Suna e Kiri, ce l'ha più lungo. Appartiene alla sabbia, vero, ma non è così estremista verso il proprio paese. < C'è chi è frettoloso nelle parole e chi, invece, lo è nei modi. > Replica con nonchalance, seguendo la sua dipartita. < A presto Nori. > Com'era il detto? Batti il ferro quando è ancora caldo? Bene. Lo sta facendo alla grande. Con il fastidio mostratogli, il Sabaku ci va a nozze. L'osserva allontanarsi per alcuni secondi, prima di voltarsi anche lui e avanzare in direzione della riva del bacino d'acqua, volenteroso di sdraiarsi nei pressi del bagnoasciuga, coccolato dalla brezza serale, lontano da tutto e da tutti, protetto dalla sabbia di cui è il custode. [X]

Dyacon si dirige verso l'oasi situata a Sud del distretto di Suna, volenteroso di trovare un pò di quiete e pace. La raggiunge e mentre è in prossimità del bacino d'acqua incontra la figura enigmatica di Nori. Parlano poco, confrontandosi soprattutto su vecchie storie e leggende. Quando l'altra si mostra rigida di fronte alla confidenza che il Sabaku si prende, quest'ultimo ci va letteralmente a nozze.