Autopsia e prelievo

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14:57 Rasetsu:
 Molto gli hanno chiesto come diamine facesse a vestirsi in quel modo anche per andare a lavoro. Questo è il problema di non avere avuto un lavoro e dover attendere l'arrivo dello stipendio mensile. Ha indossato i suoi soliti abiti, sgraffignati (pensavate veramente che fossero suoi? Poveri illusi) dall'armadio di Touma senza neanche chiedergli il permesso. Quando mai l'ha chiesto per rubare? Qualora l'avesse scoperto, gli avrebbe semplicemente detto che glieli avrebbe restituiti, ma fino ad allora... fa spallucce. Una camicia bianca ne copre il magro sterno e le ben ricalcate costole, coi polsini ben abbottonati per non far vedere le orride cicatrici che ogni volta è costretto a farsi per attivare l'innata, lasciando così che la ferita non guarisca mai completamente. Una giacca nera, un simil cappottone che gli va anche grande in quanto a larghezza, è lasciata aperta e gli arriva sin ad altezza delle ginocchia. Non sono affatto abiti della sua stazza, poiché Touma è decisamente grosso ed è il doppio di lui. Bisogna sempre accontentarsi finché non riesce a racimolare abbastanza denaro per andarsene e rimpolpare il suo guardaroba. Non porta occhiali né altri accessori, se non un paio di scarpe - questa volta uguali tra di loro - che è riuscito a rubare ad un altro ubriaco addormentato. A proposito dei pantaloni, sembra abbia dovuto subire un cambiamento piuttosto drastico. L'ultimo paio che aveva è andato perduto durante una passeggiata nel quartiere notturno, esattamente durante il pomeriggio odierno. Per questa ragione, ha dovuto in fretta procurarsene di nuovi. Il problema è che sono troppo giovanili per lui, non c'entrano proprio niente con il resto dell'outfit del demone. Si tratta d'un paio di jeans strappati ad altezza delle ginocchia, con dei dannati risvoltini che ne scoprono le caviglie. Ciò implica che si vedano i calzini che ha rubato a chissà chi, neri e che superano le caviglie. Va da sé che non c'entrino proprio nulla col resto. C'è anche una piccola catenina che gli penzola da un fianco, nera e verde; un tintinnio fastidioso che gli fa storcere persino il naso. Tutto sommato, non è un vestiario tristissimo o davvero brutto da vedere: è soltanto fuori contesto in ospedale. Infatti, ha dovuto cambiare scarpe con un paio coerenti e da usare soltanto all'interno della struttura, ossia un paio di crocs bianche. Indossa anche il suo camice da medico con le maniche piegate verso l'alto per avere completamente le mani libere, mostrando di conseguenza anche le cicatrici su ambo i polsi che non ha affatto premura di nascondere. Perché dovrebbe del resto? Calza un paio di occhiali dalla montatura nera, assolutamente normali e privi di chissà quale disegno o forma particolari, abbastanza utili per permettergli di non affaticare troppo la vista. Si trova nella hall al momento, con un bicchiere di caffè tra le mani in quella che sembra essere la pausa... dopo quella del pranzo. Con gli occhi cerca Ryuji o qualche collega con cui dirigersi nell'obitorio - nel suo mondo, nel suo regno del terrore - poiché c'è un cadavere ad attenderli che ha bisogno d'essere analizzato. [ Chakra OFF ]

15:10 Ryuji:
 Apprezza il suo nuovo lavoro in ospedale, finalmente ha modo di fare ciò che ha sempre desiderato fare: aiutare gli altri e non pare nemmeno lamentarsi quando gli vengono assegnati lavori di autopsia. In questo momento l'uchiha è intento infatti a consumare una lattina di bevanda energetica di fronte al distributore: vestito con il camicie bianco così come i pantaloni del personale medico dell'ospedale: i capelli sono tirati all'indietro, il volto è leggermente rilassato seppur ha qualche occhiaia per via dei turni ospedalieri non facili di certo da sopportare. <Mhh..> alza il braccio destro per portare la lattina verso le labbra e avere modo di bere qualcosa che possa dargli energie <Ahh..> prendendo un bel sospiro mentre nell'incamminarsi andrebbe a buttare la lattina in uno dei bidoni li vicino: iniziando a dirigersi verso la sala dell'obitorio dove ha il suo prossimo incarico e mestiere. Gli anelli e i bracciali che di solito indossa sono stati tolti, come da prassi dopotutto, potendo notare però con i suoi occhi azzurri altamente strani per un Uchiha la figura di Rasetsu lungo la strada per andare verso l'obitorio <Hoy.> un cenno del capo in un breve e semplice richiamo verso il ragazzo per accennargli ella propria presenza li: palesandosi nella sua stazza alta e massiccia, essendo uno che ha sempre avuto la cura del proprio corpo ai massimi esponenziali sia nella salute che al contempo della forma fisica: tanto che l'aver dovuto prendersi una palla di fuoco addosso è stato così tanto traumatico per lui da risvegliare lo sharingan: ma fortunatamente si è preso il tempo per curarsi nell'immediato ed evitare spiacevoli cicatrici da ustioni. <Pronto?> domanda dunque soffermandosi vicino all'uomo dai capelli rossi: scrutandolo e analizzandolo con la propria espressione seria e impassibile.

15:15 Kamichi:
  [Hospital] Pomeriggio inoltrato quello di quest'oggi, in un cielo limpido e privo di minacciosi nuvoloni, ma presente invece, di un sole caldo e vivo, ad illuminare ed irradiare col suo colore, la totalità di cose e persone al di sotto dell'empireo azzurro. Per i meno attenti ed i meno studiosi, si trova qui oggi per un appuntamento datosi con il Rasetsu qualche giorno fa, dovendo come da stipulato accordo, recarsi all'ospedale per permettere al rossiccio dottore di prelevare del sangue dal nostro biondo eroe. <Speriamo sia una cosa veloce> mormora in maniera quasi del tutto impercettibile, attualmente in solitaria, all'esterno della suddetta struttura ospedaliera, grossa ed imponente nell'aspetto, ma che non ha nulla a che vedere con la torre filo-governativa della Shinsengumi, al centro del villaggio di Kagegakure. <Ancora non so se posso fidarmi di quello lì> prende fiato, continuando ad altalenare quelle due leve inferiori, destra e sinistra, sinfoniche nel moto quanto nella velocità di marcia, in un vero e proprio andamento conciso e rettilineo, senza sbavature di sorta, atto a rendere i di lui movimenti consoni a chi appartiene ad un ente del calibro della Shinsengumi. C'è da sottolineare, però, che quest'oggi non veste i panni dell'agente scelto, trovandosi all'ingresso di quell'ospedale in normalissimi abiti civili, i soliti che utilizza quando si trova a NON indossare gli abiti della sua corporazione, in borghese si potrebbe dire, ma il concetto dovrebbe essere chiaro in ambe due i casi. Il moto sopracitato dovrebbe indi averlo portato alla totale mercè di quell' ingresso, lo stesso che dovrebbe dare accesso alla hall dell'ospedale in questione, lì davanti a lui, iniziando già dalle vetrate delle porte, a stagliare in maniera opaca la figura del biondo agli occhi dei presenti. Arrivato alla giusta distanza, farebbe solo per allungare la man dritta verso l'avanti, in modo tale da lasciar virare la porta verso il suo tergo, aprendola, per muovervi negli immediati istanti dopo dei semplici ma rapidi passi, al fine di entrare all'interno della struttura, laddove le figure di Ryuji e Rasetsu, dovrebbero già essere lì, pronte per chissà cosa, o forse, pronte proprio per lui. <C'è nessuno?> chiede, senza alzare il tono della voce, ma con la giusta tonalità per essere sentito dai presenti <Sto cercando una persona, un medico> un pò vago trovandosi in un ospedale, ma doveroso considerando che non s'avvede ancora del rasetsu, che però dovrebbe invece sentirlo normalmente. [Chakra Off] [Inventario: None]

15:32 Rasetsu:
 Pare sia giunta l'ora di mettersi a lavoro, infatti si rimetterebbe in piedi per cercare di raggiungere la sua postazione lavorativa. Getta il bicchierino contenente i rimasugli del suo caffè, assieme alla paletta con cui l'ha girato per miscelare lo zucchero. Dopodiché non gli resta da far altro che avviarsi verso il corridoio e le scale che conducono al piano inferiore, l'ultimissimo in questo caso, trattandosi dell'obitorio. <Dai, andiamo e cerchiamo di finire in fretta questo lavoro.> Bofonchia, scostandosi una ciocca dalla fronte ed agguantando un elastico tirato fuori dalla tasca del camice. Cerca di sistemare alla bell'e meglio i ciuffi cremisi scompigliati, tirandoli indietro tramite l'ausilio d'entrambe le mani, dividendo le ciocche tramite le dita lunghe e sottili. Li lega per come può, formando un piccolo codino dietro la nuca e spingendo verso la fronte gli occhiali che porta sul naso aquilino. Nel frattempo, dall'ingresso della struttura, dovrebbe giungere anche la figura di Kamichi che pare cercare un medico. Fa roteare gli occhi verso l'alto, scuotendo piano la testolina da un lato. <Specifica chi stai cercando. Rasetsu, sì. Bravo, eccomi qui.> Fa tutto lui. Si dà le risposte da solo prima che possa farlo il compare. Niente d'anormale. <Vieni che ti faccio 'sto prelievo.> Borbotta in sua direzione ancora, alzando di proposito la voce per far sentire anche agli altri colleghi o pazienti che sta lavorando, sta facendo assolutamente il suo dovere, non è affatto un modo per divertirsi e sgamare quello che hanno fatto a Kamichi, sia mai. Deve mantenere una certa facciata ed un determinato rigore. Quindi, ammesso non ci sia altro da aggiungere e gli altri due non intendano fermarsi, prendere altre direzioni o cos'altro, lui si porterebbe in testa al gruppo - primadonna del cà - per dirigersi febbrilmente alla volta dell'ascensore. <Facciamo prima, no? Com'è che si chiama 'sto coso?> Lui viene da un'altra epoca, è vecchio dentro, comprendetelo. [ Chakra OFF ]

15:42 Ryuji:
 Lo sguardo si arresta su Rasetsu, andando a fare un piccolo sospiro mentre andrebbe ad incamminarsi assieme di questo per dirigersi verso l'obitorio <Ci metteremo il tempo che serve, anche se andiamo di fretta.> commenta verso di questo: portando rapidamente in questo momento di relax la mano sinistra per poter prendere il proprio cellulare dalla tasca così da controllare qualche cosa, come ad esempio l'orario e se è arrivato qualche messaggio mentre durante la camminata avrebbe modo anche di trovare la figura di Kamichi alla ricerca di un medico. Inarca un sopracciglio mentre lo sguardo di posa su Rasetsu, andando a commentare <Non eri un genetista tu comunque?> lui pare fare abbastanza distinzione tra medici e genetisti: per quanto sia un lavoro che va a braccetto non gli piacerebbe essere definito un genetista, così come ad un genetista l'opposto. Ma nonostante ciò, prende comunque a seguirlo in direzione dell'ascensore andando ad inarcar nuovamente un sopracciglio <Dannati funghi disadattati.> un mormorio che fa a voce bassa, scuotendo il capo <è un ascensore.> andando eventualmente ad inserirsi all'interno di questo, in compagnia eventualmente di Kamichi che ha già avuto modo di intravedere da qualche parte seppur non ricorda bene dove. <Ci siam già visti io e te?> volta il capo verso il biondo, per cercarne una conferma e soffermare i propri occhi azzurri celesti sul volto di questo per provare ad analizzarlo e osservarlo <Mhh...> mugugnando mentre riflette tra se e se finendo poi per sbuffare <Uff..> appoggiando schiena, spalle e didietro contro l'ascensore <Dovevo portarmi una banana.> che cavolo gli servirà mai una banana?! Nessuno lo saprà fino a quando non gli verrà chiesto.

15:56 Kamichi:
  [Hospital] Entra nella struttura ospedaliera, all'interno di quello che sembra essere effettivamente un ospedale attrezzato e funzionante, in una hall anche abbastanza accogliente, sinonimo che non tutti i medici sono come il rosso Rasetsu, fortunatamente. <Già, cercavo proprio te> continua, prendendo fiato <E lui?> osservando la figura di Ryuji <Cos'è hai bisogno del supporto tecnico per fare un prelievo a qualcuno?> continua, cercando come suo solito di issarsi oltre le persone, in impeti di egocentrismo dati dalla sua posizione filogovernativa <Capisco che sono uno shinsengumi, ma non c'era mica bisogno dei rinforzi> sorridendo al rosso ladro, che par iniziare a farsi seguire all'interno di uno degli elevatori, gli ascensori presenti lì nell'ospedale per le persone che evidentemente ne hanno bisogno, ma che da medici, i due paiono avere il permesso di utilizzare. Si trova nell'ascensore con 2 uomini a questo punto, uno di loro pigia il pulsante per salire di piano, indicando con quei colori sgargianti il continuo salire dell'ascensore in questione. <Ehm> guarda il Ruyji, non conoscendone il nome, ma ricordandone vagamente la faccia, cercando di canto suo qualche mero attimo di riflessione per provare quanto meno a collegare volto ad evento, se mai si fossero davvero incontrati. <Okay, magari ci siamo già visti> prende fiato <Ma non mi sento proprio a mio agio con uno che vuole portarsi una banana con 2 uomini in ascensore> continua quel suo discorso <Non so cosa facciate tu e l'amico tuo rosso> parlando del Rasetsu, il quale sembra proprio non essere in grado di entrare nelle grazie del nostro governativo <Ma ste cose fatele quando non ci sono, banane o non banane> è categorico, leggermente omofobo forse, ma hey, realtà esterna al villaggio, tribù nomade, conservatori dalla nascita, cameralista bla bla, insomma, è un po' retrogrado su ste cose, ma come biasimarlo, suvvia. In tutto questo però fa solo per spostarsi con le spalle alle pareti dell'ascensore, come per prendere qualche passo di distanza dall'uomo dagli occhi verdi, tenendo entrambi i medici a destra e a sinistra, ad una distanza accettabile insomma. [Chakra Off]

16:10 Rasetsu:
 Si sente - come sempre - in dovere di rettificare quello che gli altri gli dicono. E sapete perché? Perché lui ha dannatamente ragione. Sempre e comunque, a prescindere da quello che gli stanno dicendo, lui avrà sempre un'opinione differente e pretenderà la ragione. Questo è quanto. E infatti s'intromette nelle parole dell'Uchiha. <Prima iniziamo, prima finiamo! Hop hop!> Il problema compare nel momento in cui devono aspettare l'ascensore che salga al piano, per poi portarli dabbasso. E davanti alla porta di quest'ultimo, incassato nel muro, lui sbatte il piede manco a terra in maniera ritmica e nevrotica. Il caffè non doveva proprio berlo. <E che significa?> Essere genetista, intende. <Il caso interessa anche me. Sono stato io a far portare il cadavere qui.> Usando la sua innata per formare quella che somigliava vagamente ad una lettiga, in modo che fosse per loro altrettanto facile raggiungere l'ospedale più vicino. <Di conseguenza, voglio occuparmene io.> Tanto basta per sperare che il discorso sia concluso, ma è altrettanto ovvio che gli interlocutori potrebbero mandarlo direttamente a quel paese per via del suo modo di fare. Talvolta n'è consapevole, altre volte se ne frega - come in questo caso. Da un certo punto di vista, si potrebbe anche pensare che voglia lavorare a quella autopsia per senso del dovere e non si sarebbe neanche tanto lontani dalla verità dei fatti. Entra nell'ascensore con il duo al seguito, formato un trio (che divertente...), e clicca il tasto che dovrebbe mandarlo al piano inferiore, all'ultimo. <E' questo, vero? Andando per logica.> Il -1, il sotterraneo, sì, l'obitorio. <Ascensore. Va bene, proverò a ricordarmene.> La sua memoria è molto buona sovente, ma deve smettere di assumere le droghe per non perdere colpi e su quello, purtroppo, non può transigere. Mi spiace, addio, godetevelo finché è pulito e sobrio perché post lavoro è difficile che lo sia. Ha però un buonsenso che sfrutta in maniera particolare: il fine settimana soltanto. Dal sabato mattina alla domenica pomeriggio, lo potrete trovare praticamente solo sbronzo e strafatto di qualunque sostanza sia riuscito a procurarsi al quartiere notturno. In mezzo alla settimana, come oggi, è quasi una persona normale con delle turbe mentali. <Devi ancora capire che della Shinsengumi non me ne può fregare di meno> Questa volta s'è ricordato il nome intero, a quanto pare, rispetto all'ultima volta. <e che sarà proprio lui a farti il prelievo> Lo ha deciso di sua spontanea volontà. Complimenti per il gioco di squadra ogni volta. <mentre io mi occupo dell'autopsia d'uno dei cadaveri di 'sto sociopatico> Il bue che dà del cornuto all'asino. <che s'è messo a uccidere persone.> Vorrebbe ignorare in qualunque modo possibile l'idea d'usare una banana per qualcosa di sconcio, così come vorrebbe cambiare argomento. Si spalma una mano sulla faccia. <Io non voglio sapere niente dei vostri giochetti.> E' magico come riesca a rimbalzare tutto su di loro, lavandosene praticamente le mani. Trilla il campanello d'arrivo dell'ascensore e s'aprono le porte. <FORZA BANANE!> Carico, di botto. [ Chakra OFF ]

16:33 Ryuji:
 Lo sguardo rimane sempre serio verso il collega dai capelli rossi, facendo un semplice sospiro andando a scuotere la testa <Mh.> si umetta leggermente le proprie labbra andando a replicare verso di questo <Se i superiori sono d'accordo non ho nulla da replicare. Ero solo curioso.> conclude infine, visto che a lui piace rispettare le regole della medicina e quelle burocratiche per i medici. Vuole diventare dopotutto un famoso e rispettato medico nel mondo ninja. Subito dopo lo sguardo si sposta nel proseguire della conversazione in direzione di Kamichi: andando a corrugare la fronte nel momento in cui pronuncia determinate parole <Fa sembrare come se fare un prelievo sia una cosa facile. Si fidi che può fare male ed essere fastidioso se fatto da qualcuno inesperto.> afferma verso di questo facendo un breve sospiro: concentrandosi dunque in merito alla discussione successiva <Un Shinsegumi qui? Peculiare> un semplice accenno alla cosa, manifestando effettivamente la sua curiosità alla sua presenza nel posto. Inarca un sopracciglio <Vi manca scopare per pensare a quello come prima cosa quando si parladi banane?> chiede dubbioso e serio, andando a commentare subito dopo <Le banane sono perfette per applicare suture senza l'ausilio del chakra medico. Un vero Ninja medico deve esser in grado di apportare cure anche senza l'ausilio di chakra: banane, uva, frutta e ortaggi sono ottimi per esercitarsi.> conclude dunque facendo un sospiro. <Uff...> scuote il capo quindi <Basta che ci muoviamo. Non ho tutto il giorno libero>

16:55 Kamichi:
  [Hospital] Una situazione alquanto particolare quella del nostro giovane eroe dalla bionda chioma, chiuso per più di qualche istante in un piccolo ascensore con ben 2 uomini, di cui un mezzo schizzato, ed un altro che par volere usare delle banane in modi... non proprio congeniali insomma. Il rosso parla, dicendo addirittura che non sarà lui la persona che gli farà il prelievo, ma l'omaccione amante di frutta e verdura in ambito medico, che sembra essere persino preparato sull'argomento. <Quindi aspetta, non sarai tu a farmi il prelievo Rasetsu> sospira, vistosamente, sapendo che quel rosso criminale non avrebbe mai saputo mantenere la parola data <Non avevi mai parlato di qualcun altro> prende fiato <Ma vabbe, ormai siamo qui> continua <basta che smettiamo di parlare di banane, grazie> è abbastanza a disagio in quella discussione, ma ha dato la sua parola che si sarebbe palesato per quel prelievo, dunque, così sarà. <Ho già conosciuto il tuo rosso collega qui, quindi cerco sempre di mettere le mani avanti su queste cose> prende fiato <Poi di come usate la frutta per fare l'allegro chirurgo non importa ora, finiamo sto prelievo il prima possibile> è decisamente nervoso, estremamente nervoso, ma proviamo a domandarci il perchè. Da una tribù nomade persa in chissà quale foresta di chissà quale luogo della mappa ninja, nasce un pargolo che cresce e vive la sua vita lontano dalla tecnologia e lontano da quello che possa essere definito il progresso. Assodato ciò, immaginate che questo ragazzo venga portato dentro una situazione d'immortalità indotta da un sangue kokketsu, che a sua volta, gli viene chiesto di prelevare. Secondo voi, lui sapeva cosa fosse un prelievo? Secondo voi, cosa è successo dopo che ha scoperto che dovranno infilargli un'ago nel braccio per tirargli via il sangue? Bene, ora che abbiamo assodato che HA PAURA DELLE SIRINGHE, possiamo vedere con un'occhio decisamente più umano il forte ed egocentrico membro della shinsengumi, che sicuramente ne vedrà delle belle ora che inizieranno con quel drenaggio di sangue. [Chakra Off]

17:23 Rasetsu:
 Una volta uscito dall'ascensore, si dirige verso la stanza dell'obitorio. Apre la porta con una chiave apposita che s'è procurato con consenso, così da accedervi finalmente coi due al seguito. Con molta probabilità, non è stata una grande idea quella di portarsi dietro sia l'Uchiha che l'altro Kokketsu. Avrebbe fatto meglio a lavorare da solo! E infatti, una volta all'interno della stanza, non farebbe altro che accendere le luci. E' abbastanza grande da poter contenere il trio al suo interno con due tavoli metallici completamente sterilizzati e puliti anche da un singolo granello di polvere. Agguanta rapidamente un paio di guanti dal contenitore posto s'uno degli scaffali vicini all'ingresso, in modo da infilarli rapidamente. NON PRIMA di essersi lavato le mani, siamo puliti ed efficienti qui! C'è un lavandino posto proprio vicino quegli scaffali, dove andrebbe immediatamente ad igienizzarsi al fine d'avere le mani pulitissime. Anche gli attrezzi sono stati sterilizzati a dovere. Per una rapida panoramica dell'obitorio, possiamo notare degli scaffali con un ripiano, dei mobiletti metallici sottostanti lungo tutta la parete di destra adiacente alla porta d'ingresso. Di fronte e sul lato sinistro in fondo alla stanza, invece, sono presenti varie celle frigorifere. Alcune hanno un pulsante rosso con luce fissa che sta ad indicare che quella determinata capsula è occupata già da un corpo defunto. Quelle vuote invece sono facilmente intuibile, non solo dalla luce assente, ma anche dallo sportello socchiuso. Su ognuna di quelle occupate, vi è una targa identificativa e lui direzionerebbe immediatamente il suo passo verso la #34235G. <Ryuji, vieni a darmi una mano a trasportarlo sul lettino.> Bofonchia in direzione del compare, adocchiandolo da sopra la spalla mancina. Alle sue parole non può che far ruotare gli occhi verso il cielo, perdendo un po' di quella vitalità che sempre lo contraddistingue. <Abbiamo i mezzi e le tecnologie necessarie per fare dei dannati cloni e vuoi ancora usare mezzucci del genere? Insomma, puoi usare il chakra per curare una ferita mortale e ti preoccupi d'esserti dimenticato una banana?> E aggrotta le sopracciglia perché neanche lui sarebbe riuscito a dire una cosa del genere da ubriaco, quindi si sente in dovere di mettere in discussione tutto quello che è appena stato detto dall'Uchiha. Non che ce l'abbia direttamente con lui, sia chiaro, semplicemente è fatto così. Lo farebbe con chiunque, a prescindere da chi possa avere davanti. Inoltre, reputa che quello sia esattamente il suo settore in cui è capace di lavorare al meglio, quindi prende le decisioni per come le preferisce lui stesso. <Basta che ci muoviamo e intanto sto facendo tutto io, eh. Prendi quella brandina, prepara gli attrezzi, lavati le mani, fai qualcosa. Procurati una siringa, il laccio emostatico, il disinfettante e prelevagli un campione di sangue.> Fossi in voi, dato che siete in due, lo chiuderei in una cella frigorifera assieme a qualche cadavere. Insomma, io vi do qualche consiglio per liberarvene... Dico, eh. Senza impegno. <Il prelievo può fartelo qualunque medico, ad esaminartelo ci penso io.> Borbotta ancora. Nella sua mente, c'è tutto il piano stilato, ma ovviamente non lo ha rilevato a chiunque tanto meno a Kamichi, quindi è normale che abbia da ridire su quello che c'è da fare e sul loro operato. <Ehi, guarda che al massimo vado a troie.> Viva la sinceritààà! [ Chakra OFF ]

17:36 Ryuji:
 Attento mentre si incammina uscendo dall'ascensore, passando da quella semplicissima stanza, andando di conseguenza a guardare meglio la figura di Rasetsu <Glielo faccio io il prelievo. Non ha senso dover aspettare se non hai voglia.> conclude andando ad inserirsi la cuffietta per proteggere i capelli, mettersi la propria mascherina: iniziare a lavarsi le mani per il tempo necessario e di conseguenza andarea mettersi i guanti. Andrebbe dunque ad aiutare Rasetsu a trasportare l'obbiettivo sul lettino <Ti aiuto qui, una volta sul tavolo puoi iniziare senza di me mentre io faccio il prelievo.> commenta, guardandoi poi Kamichi <Aspetta un attimo.> sospira quindi andando a rispondere verso Rasetsu <La tecnologia è una cosa positiva Rasetsu. Ma non bisogna diventarne troppo assoggettati. Se un giorno ci sarà una missione al di fuori di kagegakure, ove non esistono le tecnologie avanzate qui all'ospedale e ti ritroverai ad essere senza chakra: un medico può rimpiangere di non saper effettuare una sutura o curare ferite senza l'ausilio del chakra.> come solito deve fare il sapientino, principalmente perchè ci tende a dimostrare la sua professionalità e la serietà che ci mette nel fare questo lavoro. <Inoltre non mi piace che un genetista dia ordini su come fare il medico. Non ti dico come fare il tuo lavoro tu non mi dici come fare il mio.> conclude dunque, andando eventualmente a prepararsi per fare il prelievo a Kamichi: andando a prendere la siringa, il laccio, lavarsi nuovamente le mani assieme al disinfettante <Siediti sul lettino e dammi il braccio sinistro>

17:53 Kamichi:
  [Hospital] Il biondo osserva i due battibeccare su come uno sia un genetista affermato a quanto pare, e l'altro invece, un medico a tutti gli effetti, in una divisione di compiti decisamente sconosciuta al nostro eroe, che si limita ad osservare entrambi, con dubbio e perplessità. < E con tutta la tecnologia che potete vantare qui a kagegakure dovete per forza infilarmi quel coso di ferro nel braccio?> chiede, avvalendosi di tutto rispetto delle frasi pronunciate da entrambi i giovani, chiedendo se effettivamente non ci fosse un modo diverso per fargli questo prelievo, sia chiaro. <Cosa devi farmi con precisione> continua <E soprattutto, come ti chiami tu?> chiedendo al buon Ryuji, sottolineando il fatto che ambo i ragazzi non si sono ancora presentati, nè prima nè durante la conversazione delle banane. <Quello che dici ha senso, ma fintato che esistono delle vie più semplici, rapide e soprattutto> prende fiato <Indolori> continua, guardando l'uomo dagli occhi verdi <perchè usare dell'ottima uva per fare il dottore?> chiede, ironico e probabilmente anche retorico, in una situazione di stress ed ansia, mentre poggia a sedere su di quel lettino con un saltino piccolo piccolo, da ricorda difatti, che il bindo dagli occhi d'ametista, non è di certo un gigante, e sotto il metro e 80, quindi forse anche più basso della media vista fino ad ora. <Rasetsu> tornando istantaneamente serioso nel tono, volgendo lo sguardo verso il ladro dai capelli rossi, agghiacciato nei toni, dritto e schietto, senza voler perdere ulteriore tempo <Io non ho ancora provato a tenere sotto controllo il sangue> continua <D'ora in avanti, non sono responsabile di quello che potrebbe succedere durante il prelievo> continua <Abbiamo già avuto un piccolo imprevisto l'ultima volta> riferendosi allo scontro che stavano quasi per consumare al bosco oscuro <Se dovesse ricapitare, credo tu sappia cosa fare> potrebbe anche non succedere nulla, sia chiaro, potrebbe essere una precauzione molto larga, ma meglio avvisare per la salvaguardia di tutti, soprattutto degli altri pazienti. <Prima di questo> rispondendo alla richiesta del Ryuji riguardo al braccio sinistro; Ambo le mani andrebbero a chiudersi all'altezza del petto, mentre gli occhi insieme farebbero per chiudersi repentini sotto la spinta totale della volontà del biondo, mentre dal centro del di lui petto una forza via via sempre più crescente inizierebbe ad accedendosi come un fuocherello che inizia ad attecchire ad un fuoco ardente. Gli tsubo andrebbero ad essere aperti per permettere a quell'energia naturale e di colore azzurrino di permeare la totalità del di lui corpo, sino alle dita dei piedi, avviando un complesso ma naturale districarsi di chakra nel suo organismo. Le mani e le dita formerebbero ovviamente il sigillo intero della capra, per richiamare quell'antichissima usanza del richiamo del chakra, atto in questo momento, a rendere più o meno repentine le di lui risposte nel caso le cose dovessero capitolare in qualcosa di spiacevolmente aggressivo. <Dai, facciamolo> verso il Ryuji, che dovrebbe essere all'oscuro dell'appartenenza al biondo nei Kokketsu. [Tentativo Impasto Chakra]

18:18 Rasetsu:
 Eccolo di nuovo a roteare gli occhi verso l'alto per via delle affermazioni dell'Uchiha. <Non è questione di non avere voglia. Abbiamo- per meglio dire ho- due incarichi. L'autopsia potresti farla anche tu al posto mio mentre io mi occupo del prelievo> Ma gli hai appena detto di sbrigarsi a farglielo, allo stesso modo di come gli hai domandato - sgarbatamente parlando - d'aiutarti a tirare giù la lettiga della cella frigorifera con tanto di cadavere al fresco. <così come potresti fare il prelievo mentre io mi occupo dell'autopsia.> Si stringe nelle spalle perché non pare aver detto assolutamente niente di complicato, niente che nessuno dei due possa fare, ecco. Una volta poggiato sul tavolo metallico sterilizzato, non resta da far altro che portarsi vicino tutti gli attrezzi e contenitori dei quali potrebbe aver bisogno. Si trascina dietro quello che è un carrellino metallico, or munito dell'apposito paio di guanti bianchi e perfettamente sterili, adocchiando immediatamente tutti gli attrezzi che deve usare nel loro ordino principale. E mentre è intento a lavorare come si compete ad uno della sua risma, in religioso silenzio per il momento, agguanta il bisturi per riuscire a praticare un'incisione quanto più corretta possibile a forma di Y. La solita che tutti hanno potuto vedere almeno una volta in una serie televisiva - ora che finalmente c'è la tecnologia, intendo dire. <Se esci fuori dalle mura senza tonici di recupero del chakra, il coglione in realtà sei proprio tu che, consapevole d'aver bisogno delle ricariche, non te le sei portato dietro. Inoltre, in un team, il medico è quello che si trova sempre nelle vie secondarie a cercare di non farsi uccidere, consumando meno chakra possibile per eventuali ferite dei compagni o proprie.> E questo è un altro insegnamento di vita. <C'è da dire che io combattevo in prima linea con gli altri, ma avevo pure una buona quantità di chakra da utilizzare. Anzi, con l'innata attiva, riesco a uccidere chi voglio, a difendermi, a farmi pure un caffè se voglio> Goliardico, sta ovviamente ingigantendo la cosa lasciando che venga appunto intesa come uno scherzo. <e mi rimangono riserve abbondanti per eventualmente curarmi. Ma di solito, non mi serve neanche il chakra medico.> Il problema è che sta parlando per se stesso e non prendendo in considerazione qualcosa che potrebbe favorire tutti i presenti, a prescindere dalle capacità innate. <Non diresti la stessa cosa se fossi diventato medico dieci anni fa. L'ospedale di Kusa era già ben attrezzato, ma adesso abbiamo superato di gran lunga qualunque aspettativa. Quando questa tecnologia non c'era, non potevi neanche pensare di riuscire in un esperimento, il quale aveva una bassa percentuale di riuscita. Tuttavia, comprendo che l'esser medico è totalmente differente. Vi basta curare quattro ferite del cazzo.> La sentite l'eterna rivalità tra medico e genetista? E' come la rivalità tra operaio e sindacato, cameriera e cuoco, cliente e commesso. E' costretto a scoppiare a ridere. <NYAHAHAHAHAHAHAHH!> Tanto che potrebbero averlo sentito dieci piani più sopra. <Ero il capo di questo fottuto ospedale DIECI ANNI FA. Quindi, sì, ero IO a dire agli altri come fare il fottuto lavoro tra queste mura. A differenza tua che non sai neppure cosa voglia dire essere un genetista, io so perfettamente come si svolga il lavoro del medico. Credi che io non abbia studiato medicina, genetica e anatomia?> E fa schioccare la lingua sul palato, continuando ad analizzare nel frattempo il corpo che ha sotto le sue mani. S'è fermato soltanto per inveire contro di lui, bisturi in mano. Deve annotare quel che vede, eventuali segni rimasti sul corpo nel foro d'ingresso del pugnale, la grandezza e larghezza di quest'ultimo per riuscire a comprendere se si tratti d'un kunai od un'arma più sottile. Conta ovviamente anche le pugnalate per sincerarsi del numero. Per capire bene quale di quelle l'abbia ucciso, deve analizzare, come per altro sta facendo, la pelle attorno alla ferita che è stata opportunamente ripulita dal sangue che è sgorgato da quelle ultime. Gli occhi paiono essere focalizzati, ignorando per il momento le parole che si scambiano i due in merito al prelievo. Tutt'al più, sentendo quel che Kamichi gli dice, torna di nuovo a sospirare con evidente fare seccato. <Se vuoi, ti sgozzo direttamente e prelevo il sangue nel modo più antico. Non t'assicuro di sopravvivere, quindi fatti infilare quell'ago nel braccio. Se ne hai la fobia, gira la testa dall'altro lato. Ci mette due secondi.> Non è molto paziente, ha davvero un caratteraccio quando ci si mette. Ed è anche sicuro del fatto che a breve si prenderanno a pizze in faccia lui e Ryuji. Si lanciano il cadavere... Sto già ridendo alla sola idea. <Potevi evitare di impastare il chakra, tanto per cominciare, no? Avresti evitato qualunque spiacevole inconveniente. Comunque non è un problema. Ryuji è un *medico*> L'astio che sale. <sa iniettarti anche i calmanti. In fondo che altro fanno i *medici*?> Quant'è stronzo. [ Chakra OFF ]

18:34 Ryuji:
 <Indifferente.> questa è la rapida risposta che donerebbe in direzione di Rasetsu, iniziando dunque a mettersi pronto per lavorare andando tuttavia a rispondere verso di questo in merito alle parole di questo <è evidente che non riesci a cogliere il punto del mio discorso Rasetsu. Non importa un emerita minchia se tu hai finito il chakra perchè non ti sei portato il tonico o perchè l'hai già usato. Ciò che importa è il dover essere in grado di effettuare operazioni mediche anche senza utilizzare il chakra.> sbuffa, facendo un sospiro non amando per niente essere messo in discussione dagli altri: non replicando in merito all sue doti da ninja, dopotutto: non gli interessano ne tantomeno riguadano. <Essere medico è differente dall'essere un genetista. Comprendo il vostro lavoro, ma non mi ci vedrei mai.> conclude dunque con un sospiro, andando poi a guardare l'altro quando questo si mette a ridere <Già: Eri a capo di questo fottuto ospedale prima che tu finissi sottoterra per poi rispuntare come un fungo disadattato che non sa nemmeno che cosa sia un ascensore.> lo sguardo pare farsi molto affilato in questo momento, tagliente <Si, mi hanno parlato di te e di come sei uno di quelli che è rispuntato fuori dal passato.> si umetta leggermente le labbra <Quindi non me ne frega un accidente di chi eri dieci anni fa. So che chi è ritornato dal passato ha gravi scompensi fisici e al chakra, probabilmente anche alla mente considerando che tutti coloro che ho incontrato fin ora son dei disadattati.> povera Mekura, seppur almeno lei si sta impegnando <Non arrogarti il diritto di ricordarmi chi eri dieci anni fa quando probabilmente sono io che dovrò insegnarti il nome di tutte le attrezzature mediche all'avanguardia del giorno d'oggi e di come utilizzarle senza romperle.> dalla sua parte ha la modernità, poco ma sicuro: come detto in precedenza non ama che gli altri gli mettano i piedi in testa. Proprio per niente. è un Uchiha, è genetico. Tornando invece a concentrarsi verso Kamichi, andrebbe a commentare <Non capisco perchè tu debba impastare il chakra. Ma non voglio correre rischi.> la mano sinistra andrebbe ad alzarsi, cercando di formare il mezzo sigillo della capra per provare a chiudere gli occhi e concentrarsi. Tenterebbe di focalizzare all'interno del proprio corpo le due energie alla base della creazione del chakra, quella psichica all'altezza della fronte dal color verde menta con un aura tenue e quella fisica all'altezza del ventre dai colori rossi sgargianti. Cercherebbe di farli avvicinare alla bocca dello stomaco, per provare dunque a farli unire in un moto vorticoso che darebbe vita al proprio chakra. Un procedimento decisamente rapido, di cui si vanta che esalta la sua preparazione a livello mentale <Ryuji Uchiha.> si presenta dunque come richiesto <Andrò a legare questo emostatico attorno al tuo braccio> procedendo dunque <Metterà in evidenza una vena. Dopodichè infilerò l'ago qualche centimetro nella tua pelle per estrarre il sangue. Se sei suscettibile gira la testa, di norma non te ne accorgi nemmeno.> di fatti andrebbe poi a prendere una siringa: usando il braccio sinistro per tenere fermo quello dell'altro mentre il destro lascerebbe penetrare l'ago nella pelle per iniziare l'estrazione del sangue <Già, probabilmente nelle mani di un genetista come lui ti ritroveresti come un groviera. Non sono abituati a pazienti vivi e consenzienti.> sbuffa dunque. [Tentato impasto chakra 3/4 - 1/4 prelievo]

18:52 Kamichi:
  [Hospital] Il biondo ascolta quei due dottori, medici o come cavolo vogliono essere chiamati, sentendo punzecchiamenti sia a destra che a manca, ed ascoltando di come addirittura il rasetsu fosse un tempo a capo dell'ospedale dove ora si trovano, ma davvero? Scherziamo o cosa? <Tu eri a capo di un vero ospedale?> prende fiato <Di questo ospedale?!> continua, cercando di dare il braccio al Ryuji, che pare iniziare a stringere attorno a quest'ultimo, un laccio di gomma che prende il nome di emostatico. <Ma non ci crederei ne ora ne mai> continua <Alla torre si dice che i dottori siano tutti ligi al dovere, precisi e che abbiano un forte carisma che trasmettono a chi ne ha bisogno> continua, verso il rosso kokketsu <Mi spieghi tu come faresti ad essere un cazzo di primario?> dovrebbero chiamarsi così, no? O almeno, questo sembra ricordare dalle poche ricerche fatte su cosa sia un dottore e su cosa siano i prelievi. <non avvicinarti alla mia gola> prende fiato <Soprattutto mentre tocchi un cadavere, fa abbastanza schifo> aiai, anche un maniaco dell'igiene a quanto pare, le ha proprie tutte questo qui, ma che è? Un personaggio di un gdr? Eppure, carattere a parte, sembra ora passare la parola al giovane dagli occhi verdi, che oltre al laccio, s'appresta a puntare quella siringa lunga e sottile nel braccio del nostro giovane ragazzo biondo, che di tutto tono, risponde alla stessa sentenza posta da entrambi. <Non so cosa potrebbe succedere una volta avviato il prelievo> continua <Ed immaginiamo succeda qualcosa davvero, con o senza chakra, ed uno di voi o entrambi mi attaccaste> continua quel suo discorso, non accorgendosi che il Ryuji li presente sta già andando avanti con prelievo, iniziando a succhiare il sangue NERO del nostro eroe, che pare neppure accorgersene a dirla tutta, continua a parlare nei confronti di entrambi, guardando ora il Rasetsu poco più in là. <Senza chakra di sicuro avrei la peggio contro entrambi, quindi, a maggior ragione, in entrambi i casi è sempre meglio essere prudenti quando si ha a che fare con te> riferendosi al Kokketsu rosso <Per quanto ne so io, potresti ancora essere una minaccia> e se non per lui per tutti, non sa del passato malavitoso del rosso, non ne conosce la situazione attuale e tantomeno non sa cosa faceva e fa per vivere, eppure, per ora, sono su di un rapporto neutrale tendente all'ostile, anche se questo potrebbe sicuramente cambiare, a seconda delle situazioni attuali e future. In tutto questo, la siringa dovrebbe iniziare a riempirsi di quel sangue nero, all'insaputa del biondo tutto concertato nei suoi paranoici discorsi. [Chakra On]

19:39 Rasetsu:
 E' facile per lui annotare mentalmente delle informazioni specialmente se è sobrio e totalmente pulito. <Ma perché cazzo non dovremmo usare il chakra? Non capisco il tuo discorso perché è inutile capirlo.> S'arroga sempre, in qualunque caso, il diritto di comportarsi come vuole e di rispondere anche a tono. <E sta di fatto che fuori dall'ospedale, io non lavoro gratuitamente. Non so come ragionate voi medici, inutili paladini, ma per accumulare le mie competenze ho passato ANNI della mia vita a studiare, a fare esperimenti e quant'altro. Chi pensa che io in missione mi metta a curare a casaccio, ha proprio sbagliato vita.> E agita il bisturi ancora nella mano sinistra - la sua portante - mentre si occupa di continuare ad analizzare il corpo. Da un'attenta analisi, potrebbe anche comprendere con quanta forza abbia spinto l'arma del delitto in fondo alle ferite. Tuttavia, deve fare attenzione altrimenti rischia di compromettere qualche altra eventuale prova. Non resta da far altro che cercare d'aprire la cassa toracica affinché riesca ad esaminarne l'interno, valutando gli organi danneggiati, lesioni, incrinatura delle ossa e quanto di più importante ci sia da annotare. Non si limita soltanto a lavorarci sopra ovviamente, preoccupandosi anche delle parole che ancor Ryuji gli rivolge direttamente. <Grazie al cazzo che non so cos'è un ascensore. L'avete inventato mentre io ero sottoterra! Che pretendi?> S'inalbera ovviamente perché questa volta non è colpa sua se non conosce dei dettagli fondamentali come le nuove tecnologie. Deve ancora imparare. E' come un bambino in un parco giochi però, quindi non dovrebbe neanche impiegarci tanto. <Comunque dovresti sentirti onorato del fatto d'essere costretto a spiegarmi TUTTE queste nuove tecnologie. Non ti senti finalmente utile a qualcosa nell'ospedale? NYAHAHAHHAHAHAH!> Sputa sentenze e veleno come se fossero niente di che, bazzecole. Non ha certo mai avuto grande ritegno nei confronti di coloro con cui si rapporta, a meno che non fossero assolutamente necessari alla propria carriera, vita, giornata. <Disadattati un par di palle, giusto perché devo essere preciso e rompicoglioni come mio solito. Dieci anni fa, non avendo tutti questi macchinari che ci facilitano le cose, eravamo soliti farli manualmente. Sai questo che cazzo vuol dire? Che tu non avrai mai la nostra stessa manualità e la nostra stessa memoria. Potrei stare ore a parlarti dei pro e dei contro della tecnologia, ma devi anche ammettere che ci aiutano non poco in qualunque nostro dannato lavoro.> Punto e basta, si trova d'accordo soltanto con se stesso praticamente e continua a non capire la necessità di non usare il chakra. Dal canto proprio, non se n'è mai ritrovato senza. Dal canto proprio, quindi, preferisce riprendere a lavorare da dove s'era fermato poc'anzi, preoccupandosi appunto degli organi e del corpo che or verrebbe aperto davanti ai suoi occhi. All'indirizzo di Kamichi, replica con un mezzo sorriso di scherno. <Alla prossima parola fuori posto, ti ficco il bisturi in un occhio e mi prendo il mio dannato sangue.> Suo perché fa parte della famiglia, ovviamente, non perché sia uscito direttamente dal suo corpo. Ad ogni modo, presta particolare orecchio ai discorsi che affrontano i due, soprattutto nel momento in cui Ryuji dovrebbe riuscire ad estrarre il sangue e vederlo di quel colore particolare, totalmente differente da quello classico dell'essere umano. <Ma per quale cazzo di ragione pensi che io voglia farti del male? Non vedi come sono carino e coccoloso? Non farei del male ad una mosca specialmente se fa parte del mio stesso clan.> E cerca di sgranare gli occhietti, fare il labbruccio... sai quando cerchi di sembrare carino ma somigli ancora più ad un deficiente disadattato? Ecco. [ Chakra OFF ][ SORRY GUYS, IL CELLULARE NON PERDONA, MANCO MIA MADRE ]

19:54 Ryuji:
 <Uff...> scuote il capo <Cambiamo esempio, forse ne ho scelto uno troppo difficile per qualcuno appena uscito da sottoterra> una breve pausa aggiungendo <Forse un giorno arriveranno così tanti feriti che finiremo il chakra a furia di consumarlo. A quel punto che si fa? Si aspetta che si recuperi? No. Un vero medico deve essere pronto e preparato a curare anche senza l'utilizzo del chakra.> andrebbe a fare una breve pausa <Dopotutto tu stai utilizzando quel Bisturi in maniera irresponsabile, quando invece potresti usare il bisturi di chakra. Perchè non lo fai? perchè è necessario saper usare il bisturi anche senza utilizzare il chakra.> è alla caccia dell'eccellenza, quindi questo è il suo pensiero in questo momento. <Pensi che io non abbia studiato? Ho studiato parecchi anni Rasetsu. Ho la manualità per utilizzare vecchie apparecchiature che nuove.> conclude infine, facendo un piccolo sbuffo. Dunque una volta finito il prelievo si concentra verso Kamichi <Io sono un medico. Non attacco le persone, ne le ferisco. I medici curano le persone.> afferma imperativo, volgendo lo sguardo verso Rasetsu <Tu non ficchi il bisturi in faccia a nessuno.> ed è mentre osserva il sangue che corruga la fronte <Mhh..> stranito, pensieroso: nel guardare il sangue nero uscire <Sicuro di star bene?> chiede abbastanza stranito: andando poi ad estrarre la siringa <Ecco fatto.> strano nell'osservare quel sangue nero <Te lo lascio qui.> riporrebbe il contenuto in un apposito sacchetto conservante, slegando poi il laccio a kamichi <Puoi andare. Mangia qualcosa> raccomandazioni da medico, sospirando poi <Speriamo di finire in fretta> mentre lui tornerà semplicemente a rilavarsi e sterilizzarsi per aiutare rasetsu a finire la sua autopsia: ritornando infine ai suoi normali e comuni lavori ospedalieri. |

20:29 Kamichi:
  [Hospital] Ascolta entrambi quei dottori, prima il rosso, poi il Ryuji, entrambi con idee ed indole ben diverse, soprattutto nel piantare bisturi all'interno delle carotidi dei pazienti e dei consanguinei, nel vero senso della parola in questo caso. <Kami santo> sbuffando, avendo ancora il braccio nella mani del ninja dagli occhi verdi, in quella posizione da prelievo e col laccio emostatico ancora attaccato al mancino arto. <Ma voi due non la smettete mai?> respira <sicuro non ci sia del tenero? Sembrata una coppia di sposini> e lui che ne sa? La televisione, ragazzi, le soppore che sta guardando da quando è arrivato qui alla civiltà, ormai sta cambiando in un covo di pregiudizi. Pare però destarsi da quel suo sonno profondo parziale, portando il viso sul Ryuji che lo invita ad andare a casa, a prelievo ultimato. Un piccolo sussulto, non sentendo più le mani del medico sul di lui braccio, che andrebbe indi a cadere poggiata sulla gamba dell'omonimo lato <Ma come...> prende fiato, guardandosi il braccio < Quando diavolo abbiamo finito qui?> continua, esterrefatto <...> silente, si riabbassa le maniche per seguire il consiglio dell'otino, togliendosi il laccio emostatico per poi rimettersi in piedi sulle di lui gamba, con calma, anche se essendo un kokketsu non dovrebbe avere nessun tipo di problema a sopportare un prelievo. <Va tutto bene, grazie della preoccupazione Ryuji> continua, osservando il medico dagli occhi verdi, facendo cenno con la mano destra di saluto, come ha visto fare nei film su Kagegakure 1, volendo consolidare quell'incontro con una stretta di mano, qualora il Ryuji accetti, ovviamente. <Sono Kamichi> continua <E basta> come al solito, sottolineando che cognomi vari non ne ha, lui è solo un nome, difficilmente qualcun altro si potrebbe chiamare come lui, quindi 0 omonimi ragazzi, tranquilli. <Rasetsu> richiama il rosso infine <Saresti molto più credibile> prende fiato <SE NON CERCASSI DI MINACCIARMI DI MORTE OGNI 2 PER 3> e quanto fa 2x3 kamichi? Dai su, rispondi. Riprende però fiato, per ritornare calmo, in quel piccolo momento di foga classico di un fumetto di stampo orientale, rivolgendosi ancora una volta al rosso <Quando sai qualcosa riguardo il prelievo, ci beccheremo al posto [X] nel pomeriggio> inizia a camminare verso l'ascensore <Mi trovi sempre lì di passaggio, è la strada che faccio di ronda> non dovrebbe, ma gli piace fare il paladino tra le strade <E per i doku> aprendo le porte dell'ascensore, entrandovi dentro, per digitare il pulsante di quest'ultimo verso la hall <Ancora nulla> chiudendo quelle porte, ed abbandonando il loco [End]

21:37 Rasetsu:
 Sarà la quarta volta che fa ruotare gli occhi verso il cielo. Vorrebbe sotterrarlo. <Devi conoscere le basi prima di poter usare il Chakra, ma una volta conosciute entrambe, è inutile che perseveri senza utilizzarne.> Il suo pensiero è esclusivamente questo, quindi sarà senza dubbio difficile cercare di fargli cambiare idea tutta d'un botto. E' come quando vivi con la convinzione che una determinata cosa si faccia in quel modo, salvo poi dirti che si sarebbe dovuto fare in tutt'altra maniera, completamente l'opposto. <I genetisti no. E pur avendo le competenze d'un medico, infatti, non mi vedrai mai curare nessuno perché non è una mia competenza. Lascio a te questo compito.> Reputandolo ovviamente inferiore rispetto a quello che avrebbe potuto fare lui. Non perde tempo in quella che reputa essere qualcosa d'inutile. Questo è quanto. <Io ficco il bisturi in faccia a chi voglio.> Una frase che possiede la stessa valenza di "specchio riflesso" dei bambini, insomma. Al momento, dopo aver raccolto le informazioni necessarie, non deve far altro che cercare di chiudere di nuovo il corpo, unendo i vari punti, ricucendo e infilandolo nuovamente nella sua apposita cella frigorifera. S'intromette subito dopo l'altro Kokketsu, al quale rivolge invece un'occhiataccia e fa finta di prendere già la mira con il bisturi, sollevando il braccio mancino e puntandolo direttamente verso la figura del ragazzo. E' chiaro come non s'azzardi a lanciare alcunché, anche perché rischia di far cadere il bisturi a distanza di neanche due centimetri con quella poca forza che possiede. <Non dire stronzate. Non potrei mai farmela con uno tanto rompipalle.> Specifichiamo, ovviamente. Sta a dire che praticamente avrebbe potuto farlo con chiunque altro, ma non vuole con l'Uchiha. <Non posso non minacciarti se tu mi rispondi così, lo vedi? Non è colpa mia!> Esclama, scaricandosi come al solito la colpa. Si trova però ad annuire quando Kamichi gli fa presente il loro luogo d'incontro assieme alle altre risposte che il rosso avrebbe voluto avere. Resterà nell'obitorio a sistemare tutto e a igienizzare, almeno su questo ha buonsenso, salvo poi dirigersi direttamente al quartiere notturno. [ Exit ]

Ryuji e Rasetsu devono analizzare il corpo assassinato durante la sfilata di moda.
Kamichi deve fare un prelievo per conto di Rasetsu.

Ryuji e Rasetsu litigano per via dei loro rispettivi ruoli e anche a causa del caratteraccio del rosso.
Alla fine, l'Uchiha preleva il sangue a Kamichi e Rasetsu analizza il cadavere.

Alla gentile attenzione di @Saigo.