{ Il Fabbro di notte }

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Giocata di Lavoro

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23:21 Furaya:
 Ha trovato un posto abbastanza isolato da permetterle d'essere lontana dai grandi arbusti o dall'erba troppo fiorente. Ha necessità d'un terreno quanto più spoglio evitando di bruciare tutto quello che la circonda. Il potere della lava è sempre stato distruttivo, difatti diffidava dal suo utilizzo durante i primi periodi in cui l'aveva acquisito. Tuttavia, il capo clan d'allora le rivelò di doverne fare uso, di doverlo controllare a qualunque costo qualora non volesse essere arsa viva direttamente da quel potere. E c'è riuscita, non ha fatto altro che usarlo, non ha fatto altro che renderlo il *suo* punto vincente ed è quello che meglio riesce ad usare. Non lo sa ancora, ma la Kagemane è assopita al momento, forse un altro segnale che attesta come i Kami ce l'abbiano direttamente con lei. Siede a gambe incrociate nel bel mezzo di quell'incolto terreno, totalmente spoglio se non per qualche filo d'erba rarefatto che non costituisce chissà quale problema. Una camicia bianca ne copre interamente il busto, maniche lunghe ben chiuse tramite dei polsini, lasciando qualche bottone aperto e mostrando una scollatura normalissima, senza mostrar chissà cosa di quel che v'è sotto se non uno scorcio appena di pelle. Quivi, è anche possibile notare il ciondolo con il ventaglio del Clan Uchiha che mai ha rimosso da quando Hanabi glielo ha donato. Sulle spalle, è inoltre poggiata una giacca in pelle nera senza però la necessità d'infilarvi anche le braccia, giacché l'indumento sventola dietro le di lei spalle. Scendendo, troviamo un paio di pantaloni neri aderenti alle di lei gambe e stringendosi in vita, tenuti su da una cintura in cuoio della medesima tonalità. I lembi della camicia, difatti, sono infilati nel bordo di questi ultimi, in modo che non si muova e che paia anche più ordinata. Ai piedi, infine, calza un paio di stivaletti neri che raggiungono la metà del polpaccio e che sembrano, a ben vedere, anche piuttosto comodi. Sotto questi abiti, son sapientemente infilati anche un paio di vambracci e schinieri metallici, ulteriori difese che potrebbero aiutarla non poco durante un eventuale scontro - ammesso ne avvenga qualcuno. Un paio di guanti neri ne coprono le mani interamente, nascondendo persino le affusolate dita. Il materiale è semplice cotone e pelle, ma sotto d'essi vi si nasconde una piccola placca metallica. Alla cintura, è fissato un gancio tramite il quale ha sistemato uno dei suoi recentissimi acquisti: una frusta dal manico bordeaux, ma per il resto completamente nera, che pende dal fianco mancino. Attorno alla coscia mancina, invece, vi è una piccola fascia con tre scomparti - tre sottili elastici - che contengono un numero identico di kunai con il manico rivolto verso l'alto, cosicché possa estrarli senz'alcuna problematica. Sul gluteo dal lato opposto, invece, prende posto una tasca porta oggetti che contiene tre shuriken, cinque fuuda (di cui due contenenti i tronchetti per la Sostituzione), tre tonici per il recupero del Chakra (avendone perso in quantità rispetto a dieci anni prima) e tre tonici coagulanti (ovviamente per Mattyse, visto e considerato quanto spesso si faccia male). Innanzi a sé, ha quella che sembra una vecchia katana. L'ha trovata da un venditore mentre cercava dei pezzi metallici per riuscire a costruirla da zero. Gliel'ha venduta a due spicci, sicuro del fatto che non sarebbe mai riuscita a sistemarla a dovere, arrugginita com'è. Basta cambiarne le componenti, sostituire il metallo troppo malmesso e sa come fare. Il suo maestro era un Signor Fabbro e lo è diventata a sua volta grazie all'innata che le consente, tra l'altro, di non dover usare una fornace. S'è portata dietro anche una giara contenente dell'acqua. Sì, non s'è fatta mancare niente e ha cercato soltanto un luogo adatto in cui potersi fermare, possibilmente in prossimità d'una roccia che non cedesse troppo agli urti. Ed eccoci qui. Non ha una fucina, non l'ha mai avuta. Gli attrezzi sono sigillati in un fuda. Tanto basta per iniziare a lavorare. [ Chakra ON ]

23:22 Kaworu:
  [Training Zone] Quarto crescente che illumina il cielo sgombro da nubi, prospettando il sereno sulla volta del campo di addestramento del distretto della foglia. Il Nero è alle prese con una dura sessione di esercizio fisico, sudando copiosamente nel dare il massimo nell'allenamento solitario, con testimoni quello spicchio del satellite terrestre nel manto scuro e stellato. Indossa un completo bianco da arti marziali, composto da una canotta le cui maniche sono state tagliate in maniera artigianale, ed un paio di pantaloni con chiusura ad allaccio in vita. Scalzo, le proprie scarpe sono state lasciate, assieme ad un asciugamano blu, ai piedi di una delle tante cortecce che si trovano tutt'intorno l'area verde, vicino ai manichini usufruibili da bersaglio. Non ha oggetti con sé. Dopo l'intenso riscaldamento puramente atletico, si ferma un momento, CERCANDO di sfruttare un frangente di raccoglimento per L'IMPASTO DEL CHAKRA. Sensi che si affievoliscono, occhi socchiusi, respiro che si fa compassato, al fine di provare a concentrarsi intensamente, con l'intenzione di raggiungere quel proprio tempio interiore, le profondità del proprio animo in cui tentare di distinguere le forze principali dell'essenza, l'energia corporea, l'immutabile matrice generatasi all'origine con la sua nascita, e quella psichica, la più dinamica espressione dell'esperienza acquisita, della maturità astrale, che cresce con lui stesso nello scorrere del tempo e della vita. Le immagini a cui le associa, saranno come una mano a palmo aperto, fisso inamovibile, che incontra un pugno chiuso, inarrestabile, vigoroso: l'incontro di questi due arti, costituirà la metafora dell'abbraccio di entrambi i flussi endogeni, perché si fondessero a TENTARE DI generare l'unica potenza utilizzata dagli Shinobi: il chakra. L'elevazione di quel gesto mentale, PROVERA' ad essere perpetrato, oltre che dal lavoro di focalizzazione interiore, anche dal MEZZO SIGILLO della CAPRA, formulato con la mano destra, per la buona riuscita del tutto. L'altro braccio invece è disteso lungo il fianco, mantenendo quella postura reattiva e proba ad affinare la ritualistica circostanza.
[Tentativo di Impasto Chakra][distanza da Furaya= ??]

23:40 Furaya:
 Al pari d'un richiamo del Chakra, ma privo di qualsivoglia sigillo, ella chiuderebbe appena gli occhi per cercare di concentrarsi. Suddividerebbe il corpo a metà, stessa metodica del richiamo precedentemente citato. Ad altezza della fronte, prenderebbe forma una sfera cremisi in cui arde una fiamma viva. Rappresenterebbe l'elemento del Fuoco. Ad altezza del ventre, prenderebbe invece forma una sfera marroncina che pare sgretolarsi al minimo tocco come zolle di terra. Rappresenterebbe l'elemento del Doton. Esse inizierebbero a ruotare fino all'avvicinarsi, come calamite che s'attraggono, verso il centro del petto. Si formerebbe un'unica sfera crepitante del classico colorito rossastro misto al nero della cenere, un cuore pulsante di un vulcano che a breve potrebbe eruttare. Dal centro del petto, questo vulcano si proietterebbe immediatamente verso la gola, riempiendone le ghiandole salivari poste al di sotto della lingua. Da lì, finché lo terrà attivo, potrà sfruttare l'hijutsu del Clan Yoton. Si rigira tra le mani quella stramba katana usurata dal tempo, cercando di scorgere un punto dell'attaccatura che sia abbastanza utile come punto di partenza. Deve cercare di incendiarla, di portare la temperatura del metallo ad alzarsi a tal punto da divenire totalmente cremisi. Ed è esattamente quello che andrebbe a fare. Tuttavia, prima di adottar movenze simili, tirerebbe fuori dalla tasca porta oggetti un fuda. Vi poggerebbe al di sopra l'arto mancino dal quale andrebbe semplicemente ad incanalare Chakra direttamente nel foglietto di carta recante quel kanji. Una volta instillato quel minimo quantitativo d'energia, dovrebbe riuscire a tirar fuori il martello e qualche altro aggeggino particolare che servirà per le rifiniture. Ha in mente di farvi un incisione, ma deve ancora pensare a cosa scrivervi. Ci sarà il tempo per farlo. Adesso deve pensare a come riscaldare quella lama. E difatti, proromperebbe con un getto di lava incandescente proveniente direttamente dalle sue ghiandole salivari. Terrebbe la katana a debita distanza da sé, allungando totalmente il braccio. Ancorché le cadesse qualche goccia addosso sarebbe un problema soltanto per i vestiti. L'odore della fuliggine e dell'odore di bruciato dovrebbe spandersi per i dintorni, oltre alla luce generata dal calore della lava, formando un getto di piccole dimensioni che sarebbe ovviamente direzionato soltanto addosso all'arma. Tra gli oggetti, vi sono anche pezzi di metallo d'altre armi recuperate in giro per il villaggio, così da poterle sfruttare per sistemare come si deve quei pezzi distrutti. Non è un caso che quel che ne rimane sia soltanto ruggine che decade: è veramente troppo vecchia e va rifatta completamente. Non s'accorgerebbe ancora di Ekko ovviamente, troppo presa dal suo armeggiare e sputare lava. <Tch.> Per fortuna, ha sempre avuto molta pazienza ma forse non è più questo il caso. Or come ora, ha dimostrato sempre d'averne molto poca. <Che materiali scadenti.> Borbotta, ma abbastanza udibile se teniamo conto come, a quell'orario, possa esservi ben poca gente in giro soprattutto in quel luogo. [ Chakra: 47/50 ][ 2/4 - Tentativo attivazione Hijutsu Yoton lv2 + 2/4 - Uso dell'innata base ]

23:49 Kaworu:
  [Training Zone] Il calore del chakra impastato si raccoglie alla volta del proprio stomaco, centro nevralgico nel quale è racchiuso il baricentro energetico dell'individuo. I sensi nuovamente riacquistano la loro lucidità, potenziati dall'apporto di quei flussi che, irrorati nei condotti circolatori speculari al sistema cardiovascolare, distribuiscono il vigore mistico degli shinobi trasportandolo in tutto il corpo, nel quale scorre in circolo come un secondo canale di distribuzione, seguendo un orientamento di senso orario. Riuscirà ad essere più recettivo, arrivando al contempo a sfruttare il massimo delle sue possibilità percettive, una vista accurata, udito ed olfatto più ampli, coprendo un raggio maggiore di quanto riuscisse a fare in precedenza. Sarà, forse, grazie a queste capacità, che potrebbe sfiorare l'immagine di Furaya, una sagoma immersa nella parte più brulla: più di tutto, però, sarà il bagliore della lava a poter destare l'attenzione della visuale; un barlume incandescente, un getto magmatico in una zona totalmente sgombra da fonti di calore di quella portata. "Ma che...?" la perplessità insorge, lasciando le parvenze del Leaf's Nigga strabiliato, oltre che impensierito. Con impavido azzardo, comincerà a muoversi verso quella direzione, qualora realmente la Kunoichi Yoton sia nel raggio delle sue captazioni, e che possa essere raggiunta dai suoi spostamenti, anche molteplici, TENTANDO DI COPRIRE LE DISTANZE che lo separerebbero, fino a lasciare un massimo di 10 Mt dalla ninja donna. Data la conformazione del territorio scelta dalla ex decima per essere occupata, potrebbe trovare difficoltà a raggiunger qualche nascondiglio o riparo di sorta, per cui, mantenendo sempre grossa cautela, la traiettoria definita dal suo spostamento vorrà precisare un arrivo presso l'altra di SPALLE.
[Chakra On][4/4 di spostamento massima distanza, se necessario, fino a 10 mt SPALLE di Furaya]

00:11 Furaya:
 Racimola quel pezzo di ferro che ha rievocato dal fuda, in modo che possa lavorarlo per quanto possibile. Farebbe forza per spingerlo davanti a sé, inondandolo a sua volta d'un nuovo getto di lava rovente. Quello usato in precedenza andrebbe lesto a solidificarsi [ nei 2/4 successivi ]. Odia dover lavorare in maniera scomoda, tuttavia questo passa il convento - come suol dirsi. Dal canto proprio, si limita di nuovo a generare un getto di lava che andrebbe ad investire completamente quel metallo. Quanto creato dalle di lei fauci avrebbe una grandezza massima di quindici centimetri di larghezza ed altezza. Si divaricherebbe una volta fuoriuscito dalle fauci della giovane, andando immediatamente a rendere incandescente quel materiale. Tuttavia, per poterlo fare in maniera egregia, a quanto pare, deve cercare di mantenere costante il flusso. Con un'attenta analisi, può notare come la sua capacità d'utilizzo della lava sia discretamente diminuita. Non è più quella talmente incandescente da bruciare una persona sul posto - come fece col buon caro Hotsuma. Soffia fuori da esse con forza, sollevando il martello tramite l'ausilio della mandritta. Vi salderebbe la presa e i polpastrelli delle dita, facendovi aderire anche il palmo. Lo porterebbe sopra la sua testa, continuando ovviamente a mantenere costante il getto per quanto possibile, lasciando impattare il forte contro il metallo sottostante reso incandescente dalle di lei capacità innate. Ritmici risulterebbero essere i di lei movimenti per cercare di concentrare il più possibile la forza in quel martellare, evitando di stancarsi in maniera eccessiva, tenendo conto che non possiede più la stessa forza nelle braccia. Il clangore metallico s'interromperebbe nel momento in cui qualcuno pare spostarsi nei pressi della sua seduta, tenendosi ancora a debita distanza. Il suo udito è tutto sommato fine e riesce a percepire i rumori, specialmente da quella distanza tanto misera. <Chi va là?> Non si gira neanche, resta concentrata sul suo lavoro. E' troppo sicura di sé, ultimamente in maniera eccessiva e quasi fastidiosa. Il capobranco comanda e lei non teme nessuno. <Sono possibilmente armata se mi dai qualche altro minuto.> Rigirandosi tra le mani quel che rimane d'una vecchia katana arrugginita e usurata dal tempo. <Se invece non vuoi disturbare, gira al largo o siediti a fare due chiacchierare.> Non si pone davvero alcun cruccio. Un comportamento del genere, dieci anni fa, non l'avrebbe mai avuto. E' proprio vero che chi va con lo zoppo impara a zoppicare; questo non è altro che un lascito della sua vicinanza con Mattyse fattasi sempre più stretta. [ Chakra: 45/50 ][ Hijutsu Yoton lv2 ON ][ 2/4 - Getto di lava + 2/4 - Mantenimento ]

00:19 Kaworu:
  [Training Zone] Con grande celerità, rafforzato dall'energia del chakra rilasciata e libera nel suo corpo, cercherà di raggiungere la Kunoichi Fabbro, portandosi a TENTARE DI COMPARIRE a 10 metri alle di lei spalle. La posizione di approdo sarà anche la sua 'Fight Stand', con gamba sinistra avanti, piegata tipo genuflessa, e destra semi distesa all'indietro, rispettando più o meno la distanza delle spalle; tronco proteso in avanti ma senza superare la verticale del ginocchio avanzato col mento, braccio manco con mano aperta a puntare in obliquo il terreno, apertura ascellare minore di un angolo acuto, mentre la destrorsa leva superiore tiene il braccio richiamato in direzione del petto e l'avambraccio distaccato, collocato in quell'altezza davanti al mento e quasi ad essere parallelo rispetto al suolo, gomito a guardare ad est e mano aperta con le dita attaccate ma distese verso ovest, dorso all'insù mentre l'interno mira il terreno. Occhi blu, focalizzati sul profilo della Ninja donna, che ancora non riconosce, mentre l'odore di bruciato sia del piano brullo dell'area d'allenamento occupata che del metallo arroventato si farà annusabile; il tutto, verrà accompagnato dal clangore del ferro battuto dal martello. La voce che giunge dal profilo ignoto renderà il riconoscimento più agevole: i ragionamenti concateneranno varie informazioni con abbastanza rapidità, benché sia piuttosto stupito di vedere le condizioni in cui è costretta a lavorare la ex decima. < Pakkurida?! > domanda con aria incerta, e la faccia 'deformed' in un'espressione kawaii di stupore. < M-ma che ci sta facendo lei qui?! > sfarfallio di ciglia con tanto di suono onomatopeico *blink blink* accentuato per il momento e l'atteggiamento di completo stupore. Deglutisce e, a poco a poco, rilassa pure la 'fighting position', sciogliendo quella postura ma non privandosi dell'ausilio e le capacità derivanti dal Chakra Impastato.
[Chakra On][Distanza Furaya-Ekko: 10 mt Spalle Fu]

00:33 Furaya:
 La figura apparsa alle di lei spalle, veloce in maniera evidente, si presenta essere Ekko del quale riconosce la voce. <Mh?> Si volta infatti appena in sua direzione in modo che possa guardarlo meglio, riconoscerlo al cento percento, sincerarsi che sia lui e nessun altro. La conferma giunge anche dall'uso di quel soprannome che gli ha rivelato, in modo che possa definirla con un nome e non come 'Signora dei Fazzoletti', ecco. Interrompe il getto di lava soltanto per potergli dare una risposta adeguata, continuando quanto meno a martellare fintantoché il ferro è caldo, adatto quindi alla lavorazione che vuole farne. Solleverebbe l'arto destrorso, il suo portante seppur a lungo andare possa dirsi ambidestra almeno nell'uso delle spade, facendo di nuovo calare il martello sul pezzo metallico citato prima, lavorandolo per quanto possibile in modo che possa prendere una forma quanto più adeguata possibile a quello che vorrebbe fare. La lavorazione ed i suoi meccanismi sono, purtroppo, ridondanti quindi un po' di compagnia non potrebbe che farle effettivamente piacere. Smette anche di martellare quando lui prende a parlarle ponendole quell'interrogativo, aggrottando le sopracciglia al cento della fronte. Risulta essere una domanda un po' fuori luogo dal proprio punto di vista, eppure replicare le sembra quanto meno il minimo. <Cosa sto facendo, secondo te?> A modo proprio, ovviamente. <Sto forgiando una spada> Gliel'aveva detto che era un fabbro, questo non lo dimentica. Ricorda le informazioni che gli ha concesso di sapere. <e ho trovato un posticino tranquillo per evitare di dar fuoco all'intero villaggio.> Per ora. Non è ancora giunto il momento d'iniziare a fare casino. Se i buoni propositi non vengono compresi, s'inizia a infastidire il prossimo con le cattive. Questo è un dato di fatto e vive grazie a questo suo nuovo modo di pensare. <Tu, invece? Cosa ci fai da queste parti?> Credeva che il luogo fosse quanto più libero possibile considerando appunto l'orario e l'Accademia chiusa al momento; non che sia un dispiacere, come anticipato. Non se l'aspettava, tutto qui. Ne attende una risposta, ma nel frattempo si limita a martellare come soltanto un buon fabbro saprebbe fare, cercando ancora di dare al materiale una forma adeguata a ciò che le serve. [ Chakra: 45/50 ][ Hijutsu Yoton lv2 ON ][ Conoscenza dei metalli ]

00:43 Kaworu:
  [Training Zone] Raddrizzatosi, si erge per tutta la sua statura: 195 centimetri, un fisico slanciato quanto robusto, tonico sotto quegli abiti da allenamento bianchi che indossa, le spalle e le braccia sono muscolose e si possono scorgere nitidamente perché l'indumento superiore risulta smanicato. Completamente Nero, sarebbe anche difficile vederlo nel buio, che quasi si farebbe elemento di dissimulazione spontaneo: gli occhi blu, perciò, spiccano in quella fisionomia matura ma giovane, un cerchietto alle labbra come accessorio ed orecchini squadrati ad entrambi ai lobi, mentre una fascia chiara in testa raccoglie i lunghi dreadlocks che scendono lateralmente al viso e dietro la nuca, fino alle scapole. Prestante ma non tarchiato, ha una complessione tonica e vigorosa, la quale ripropone le sue predisposizioni fisiche senza sacrificarne l'aspetto in termini di atletismo e rifinitura. Mano destra che si porta alla nuca, grattandosela con fare impacciato, raccontando di quella espressione sorpresa in maniera più equilibrata adesso, sebbene sempre un po' buffa. < Lo vedo, questo. Più che altro, pensavo aveste una bottega, o qualcosa del genere, e non che operaste come una nomade ambulante. > il tono è sempre scandito dai profondi bassi naturali, seppure in quella circostanza nella quale, vuoi forse un po' per la tensione abbastanza ilare di quell'incontro così casuale e sorprendente, la voce gli si è fatta flebilmente più alta. Si posiziona, frattanto che colloquiano, a cercare di raggiungere lateralmente la di lei destra, a 5 mt di distanza, avvicinandosi ma mantenendo un distanziamento minimo per non incorrere in possibili problemi qualora lei dovesse ricorrere alle tecniche dell'innata per arroventare ancora la lama da battere poi col martello. < Io mi stavo allenando. Ho iniziato a crederci davvero, per cui sto dando il massimo. > spiega brevemente, conciso quanto risoluto. Il piglio è più serio. < Poi però ho visto la sua sagoma, e quel bagliore che credo fosse la lava a questo punto. > prosegue nella favella. < Speravo fosse l'assassino di cui tutti parlano in città... > ed in un attimo si fa ancora 'deformed' con aria spassosamente combattiva. < Così l'avrei riempito di botte ed assicurato agli Anbu o quelli della Shinsengumi. E tutte le televisioni ed i giornali avrebbero parlato del mitico Ekko Makihara, il Vigilantes di Kagegakure! AH AH AH! > portando le mani ai fianchi e ridendosela in maniera pagliaccia. Metterà poi in mostra i muscoli, in pose da body builder in chiave del tutto cabarettistica.
[Chakra On]

01:11 Furaya:
 Lo vede tenersi ancora a debita distanza, la qual cosa non si rivela essere un problema. Tutt'altro. Fa bene per la sua incolumità poiché anche una sola goccia di quella lava potrebbe essere un problema non indifferente sulla cute altrui. Scuote il capo a proposito della bottega, continuando nel suo agitar del martello contro quel metallo fuso che va via prendendo una forma adeguata. Non è male come inizio. Una volta, forse, sarebbe riuscita a farle anche meglio di adesso. Dovrà accontentarsi, come al solito. L'importante è che sia abbastanza filata, ma per quello deve lavorarci ancora un po'. Andrebbe a secernere ancora della lava dalle ghiandole salivari poste al di sotto della lingua, generando un ulteriore fiotto della stessa grandezza precedente, direzionandola verso il costrutto metallico. Un getto senza dubbio rovente che brucia la zolla di terra sottostante una volta toccata. La lava che fuoriuscirebbe, ovviamente, porta ad illuminare tutt'ora la zona circostante specialmente il viso della fanciulla che continua a lavorare alacremente. <Non me la posso permettere> Una fucina tutta sua? Non possiede il denaro sufficiente, per non parlare del fatto che vive praticamente a scrocco da sua cugina adesso, dopo aver passato una buona settimana in casa di Dyacon. <e poi rischierei di bruciare l'intera bottega ogni volta che uso la lava.> Non le converrebbe pur volendo, dovrebbe lavorare perennemente all'esterno di quest'ultima, in un luogo sicuro dove non minacciare in alcun modo l'integrità della struttura. Tanto vale non averla affatto. E poi non aveva mai pensato d'aprirsi una bottega, un negozio o quel ch'è. Non aveva letteralmente il tempo necessario, all'epoca dell'apprendistato da fabbro, quindi non riuscirebbe neanche adesso. N'è sicura. L'arto destrorso continua il suo frenetico abbattersi accompagnando il martello a colpire il suo obiettivo. <Sono felice che tu abbia trovato finalmente il tuo obiettivo nonché la forza di seguirlo.> E' davvero compiaciuta e lo si può notare da quel mezzo sorrisetto che compare sotto al naso, tanto fugace da sparire subito dopo. Sì, è tornata ad essere quella che sorride poco ma, quando lo fa, illumina tutto quello che ha di fronte. Eppure è assai raro, forse a causa di questa ragione. <Sì, è lava.> Anche perché sarebbe inutile nascondere quel che Ekko ha visto, sarebbe come prenderlo in giro e nascondere ciò ch'era sotto gli occhi altrui. Per non parlare dell'utilizzo costante che ne ha fatto in questi anni durante le guerre e le battaglie. Certo, lui non l'ha ancora riconosciuta come la Decima, ma tanto le basta al momento. <E se lo fossi davvero? Magari ho deciso di attirarti qui e sei cascato perfettamente nella mia trappola. Posso ucciderti quando voglio, no? Inizi a fidarti di me, quindi hai abbassato già la guardia.> Una mera constatazione seppur l'espressione della donna permanga assurdamente seria, presumibilmente per non scoppiargli a ridere in faccia. Probabile. [ Chakra: 44/50 ][ Hijutsu Yoton lv2 ON | Conoscenza dei metalli ]

01:27 Kaworu:
  [Training Zone] Rimane sempre piuttosto sorpreso ed affascinato dall'altra che utilizza la propria innata, il getto di lava che fuoriesce illumina l'area circostante con quei bagliori cremisi e dall'aria incandescente: ne può sentire il tepore ardere nella brezza leggera che spira in quella serata primaverile resa più tiepida proprio dalla hijutsu della ex decima. < Accidenti. Capisco la situazione. > più serio, nel momento in cui l'altra ammette di non navigare nell'oro e quindi non potersi permettere uno stabile da adibire a bottega. < Non esistono materiali o strumenti che possano resistere a quelle temperature? > domanderebbe, curioso ora in modo quasi ingenuo, riferito al lavoro che sta svolgendo e inquadrandola sotto quella prospettiva. < La potenza ed il calore della lava non dipendono dalla vostra abilità? Ammesso che sia una tecnica. Non ho mai visto una roba del genere. > meditabondo, pertanto parecchio stupito. < Devo ringraziare lei. Il nostro incontro mi ha un po' sbloccato. > ammette, con aria riguardosa nei confronti della donna ninja, esprimendo quell'ammirazione di rispetto in chiave di amicizia. < Anche se ancora non sono un genin, per l'accademia. Penso però che presto darò l'esame. > confida, molto fiducioso di quell'affermazione. Non aggiunge niente alla conferma della lava, soltanto annuisce, restituendo un gesto d'intesa. Riguardo l'assassino, quelle insinuazioni susciterebbero ben pochi dubbi nell'intelletto dell'allievo. < Guardia abbassata o meno, mi avreste sconfitto comunque. Inutile porsi il problema. > scrollando le spalle, mentre si mette seduto a gambe incrociate. < E ci sono state troppe occasioni per farlo, e nessuna conseguenza. > sospirando profondamente. < Benché siate qualcuna che voglia nascondere qualcosa, come il suo vero nome, e chissà che altro, non credo che è della legge che stiate rifuggendo, o tentando di agire nell'ombra e nell'inganno per poter compiere ulteriori crimini e atrocità. > sorridendo poi anche con aria di sfida. < Ad ogni modo, potete sempre rimettermi alla prova. Non ho detto che non mi sarei difeso, o che avrei lasciato che mi si uccidesse facilmente. La vendo cara la pelle, pure se la sorte è buia: sono già nero, dopotutto! > e ridacchia gioviale.
[Chakra On]

02:02 Furaya:
 Dopo minuti e interminabili martellate, dovrebbe riuscire ad avere una lama abbastanza piatta, seppur ancora troppo spessa. Deve limarla, ma per farla ha bisogno d'un materiale resistente che possa favorirle l'affilatura. Dovrà di conseguenza bagnarla, infuocarla ancora e dopodiché lavorarci. L'importante è che sia quanto meno a buon punto. Cerca, tramite un rinnovato getto di lava, di lavorare alla congiunzione con quel che rimane del vecchio moncherino della precedente katana. Direzionerebbe la lava proprio in tal direzione, rischiando ovviamente di bruciarsi la mano, ma è totalmente immune alle alte temperature della sua innata. Martella fintantoché possibile, cercando di formare una giusta giunzione che resti quanto più salda possibile. <Non ti saprei dire. Non ho mai avuto una bottega in cui fabbricare o vendere armi, non ne ho mai sentita la necessità. Lo facevo più che altro per sistemare le mie armi, data la lava che riesco a creare.> Ha cercato d'unire l'utile al dilettevole in un certo qual modo. Storce appena le labbra al di lui dire in merito alla lava. Vorrebbe rispondergli in maniera più approfondita, ma è complicato parlare d'una innata che non è propriamente la sua. <La temperatura dipende dalla capacità dell'uso dell'innata. La potenza posso regolarla, la temperatura no.> Non saprebbe veramente come fare. Alla fine, esce in quel modo, non vi ha un controllo preciso sopra. Si stringe nelle spalle, non riuscendo ad essere oltremodo precisa, limitandosi a continuare a battere il ferro finché è caldo. Si dice così, no? <Smettila di darmi del 'lei', mi fai sentire vecchia.> Borbotta, mantenendo quella posizione sul terreno a gambe incrociate che le sembra essere piuttosto comoda, pur non avendo un sostegno per la schiena. Sta invecchiando. A proposito dell'esame altrui, pur proseguendo nel proprio incendiare e martellare senza sosta, raggiungendo un obiettivo piuttosto discreto, annuisce appena col capo. <Hai tutte le carte in regola per superare l'esame.> Lo ha testato lei stessa, quindi n'è assolutamente sicura. Al suo tempo, quando ancora contava qualcosa la sua decisione, l'avrebbe sicuramente lasciato passare e gli avrebbe donato con le proprie mani il coprifronte recante il simbolo della Foglia. <E se il mio nome fosse legato a qualcuno che ha commesso delle atrocità? E se fossi davvero ricercata dalla legge? Non puoi conoscere la motivazione dietro il mio comportamento. Inoltre, cosa ne potrei ricavare dal dirtelo? Forse sono davvero quel serial killer che tutti cercano, non trovi?> E' perfettamente in linea se vuole tenere un basso profilo, ma potrebbe anche trattarsi di qualunque altra motivazione. Sghignazza appena, facendo spallucce subito dopo. Non potrebbe mai comportarsi come un assassino. <Cosa diresti di me a primo acchito?> Una domanda come un'altra, incuriosita dal modo di pensare del nigga di quartiere. Potrebbe essere interessante la sua visuale delle cose e delle persone che lo circondano. Lei ha fatto qualcosa per lui, reputa che sia saggio replicare con un quesito tanto semplice. <Fai bene, fai bene. Sei un ninja della Foglia, lascia ardere in te la Volontà del Fuoco. Ammesso voi sappiate ancora cosa voglia dire, ovviamente.> Sembra esser qualcosa andato perduto nel tempo. [ Chakra: 43/50 ][ Hijutsu Yoton lv2 ON | Conoscenza dei metalli ]

02:22 Kaworu:
  [Training Zone - Barren ground] Rimane ad osservare Furaya, silente dopo l'ilarità soffiata all'esterno, alternando quindi quei momenti di divertimento ad altri d'ascolto taciturno e maggiormente attento. < Capisco. Quindi è più per propria necessità. > facendo il punto di quanto detto dalla kunoichi riguardo le sue abilità di fabbro. < Quindi la lava resta lava, calda come tale. > figura in mente quel concetto derivato dalla replica altrui. < Come un pugno è un pugno. Posso tirarlo più forte o meno, ma sempre un pugno resta. > traduce nella sua lingua. < Mh? > sfarfallando le ciglia all'udire il borbottio sul pronome in terza persona. < E' più per rispetto, che per altro. Mi sembra tu sia più grande, non saprei dire quanto di preciso, però. Sicuramente più esperta. > sorridendo morbidamente, distendendo le labbra pronunciate. < Mi dispiace, non era per offendere. > con calma porge le proprie scuse all'indirizzo della ex decima. Le domande successive, insinuazioni sulla possibile identità segreta dell'altra, lo perplimono ulteriormente, accigliandolo. < Non sono un Anbu, né uno Shinsengumi. > molto pragmatico. < Non è mio compito fare indagini. Soltanto, non rendermi volontariamente complice o indifferente alla minaccia. > tirando un lungo sospiro. < Ma se proprio sarà, quando e se sarà il caso, io interverrò. > scrollando le spalle. < Fino ad allora, non giudico senza sapere. E per il momento, mi devi soltanto un fazzoletto! > ridacchiando pacatamente. < Ahm... > quella domanda lo coglie un po' impreparato. Si farebbe un pelo in soggezione, grattandosi la nuca. < Che sei una bella donna. Anche se con l'aria un po' cupa, che sorride poco. > pronuncia qualche istante dopo, più calmo. < Ma direi che quelle volte bastano per capire che ricordi come si fa. > a sorridere, intende. < E che sei molto forte. Qualcuno con cui vorrei combattere. Non so se contro od a fianco. Credo che in entrambi i casi, possa essere speciale. > prosegue. < Per il resto, Pakkurida non è il tuo nome, di questo ne sono sicuro! > ridendo più divertito. < Non sono ancora un ninja. Ma brucio bene, quello è certo. Non vedi come sono scuro? Tanto che ardo! > ancora un motto di spirito. Rimane a guardare l'altra, calmo e socievole, in una distensione di rilassatezza. Un'occhiata alla Luna, alle stelle, al cielo della notte. Qualche pensiero, sussurrato senza voce buio.
[Chakra on]

02:48 Furaya:
 Annuisce al primo dire pronunciato da Ekko. <Mettiamola così.> Non saprebbe spiegarsi meglio di come ha appena fatto. Quindi, lascia decadere il discorso a meno che non venga preso di nuovo in esame dal ragazzo. <Praticamente sì.> Anche a proposito della lava che viene paragonata ad un pugno, non può esimersi dal rispondere in maniera affermativa. Il contrario sarebbe una bugia. Prosegue ancora, non smette neanche per un istante di continuare a martellare ora che quell'arma pare aver preso una forma vagamente normale, associata alla vera katana che vorrebbe diventasse. <Potrei essere sicuramente più grande di te, ma mi scoccia che mi venga dato del 'lei' in generale. Direi che siamo entrati abbastanza in confidenza dopo aver visto la mia innata.> Una delle due, ma asserire d'averne un paio vorrebbe significare anche rivelare parte della sua forza e degli assi nella manica che possiede. Peccato che l'innata non sappia utilizzarla affatto al momento, quella principale s'intende. <Mi spiegheresti cos'è questa Shinsengumi di cui ti sento parlare?> Ne ha sentito il nome anche sulla bocca d'altre persone ovviamente, tuttavia non è riuscita ancora a carpirne il significato o il loro ruolo all'interno del villaggio per intenderci. Se vengono citati assieme agli Anbu, potrebbero essere importanti o ricoprire un ruolo decisivo per la protezione militare del villaggio. <Mi piace il tuo modo di pensare. Non t'intrometti laddove non ti compete, ma lo faresti se necessario.> Un vivi e lascia vivere, ma neanche tanto perché si preoccuperebbe per il prossimo. Riprende a martellare alacremente, iniziando però a fare abbastanza fatica. Forse è giunto il momento di fermarsi e respirare profondamente. E pensare che una volta non si sarebbe affatto stancata così. E' debilitante oltre che per il corpo anche per la mente. <La prossima volta che ci vediamo te lo porto! Non pensavo di beccarti oggi.> Ironizza a proposito del fazzoletto, mostrando un'espressione meno corrucciata del solito e con quella parvenza di sorriso che si mostra per qualche attimo buono. Apprezza il complimento sincero che le rivolge, ma s'incupisce davvero quando osa dirle che è una donna cupa! Il martello resta fermo a mezz'aria, la bocca si scuce come se volesse dirgli qualcosa, trattenendosi perché ne ha perso la facoltà. <...> Sfarfalla rapidamente le ciglia chiare, soffermandosi sull'interlocutore e girando appunto il capo per meglio inquadrarlo. <Nessuno mi ha mai detto d'essere cupa.> E s'imbroncia quasi, poggiando il martello accanto alla propria gamba. <Ad ogni modo> Schiarendosi la voce per farsi poco più seria e dargli una risposta esauriente. <si sorride quando si ha qualcosa o qualcuno per poterlo fare.> Lasciandogli intendere qualunque considerazione voglia prendere in mano a seguito della di lei risposta. Che abbia perso molto dovrebbe essere piuttosto evidente. <Spero a fianco. Non ho bisogno d'altri nemici, ne ho avuti abbastanza nel corso della mia carriera.> Rammenta ancora l'incontro antecedente la guerra, laddove Hanae - Nemurimasen - si spinse a chiederle d'entrare a far parte della Yugure. Lei, la Decima. Lo rammenta e ride appena. Chissà, forse avrebbe dovuto veramente accettare perché glielo disse proprio lui che la di lei sicurezza e il rifiuto innanzi a quella proposta sarebbero state la sua rovina. E così è stato. <Non lo è> Ammette con schiettezza, è abbastanza ovvio. <ma sono davvero il capobranco> Poiché è questo il significato di quel soprannome. <devi solo capire di quale branco.> Solo allora potrebbe davvero giungere alla conclusione sperata e scoprirne la reale identità. Cerca di riordinare tutti gli attrezzi nel frattempo: s'è attardata fin troppo. Non dovrebbe tornare così tardi a casa degli altri. <Vuoi una mano a bruciare più in fretta?> Fa una battuta riferendosi alla sua innata, ridendosela a sua volta. S'ergerebbe in piedi una volta sigillati gli attrezzi, assieme alla katana, nel fuda posto precedentemente al suolo. Che sia ora d'andare? [ Chakra: 42/50 ][ Hijutsu Yoton lv2 ON | Conoscenza dei metalli ]

03:11 Kaworu:
  [Training Zone - Barren ground] Sull'innata non si spenderà ulteriormente, lasciando cadere il discorso una volta che parrebbe averne colto le basi. Riguardo alla confidenza, una fugace e più breve risatina farà da eco alle parole della Kunoichi. < Così tanto in confidenza, che non ti fidi a dirmi chi sei. Un senso un po' strano. > sfarfallio di ciglia, con cui lava via quell'ironia in favore di una mimica più pacata. < L'abilità innata della lava. Ne so comunque quanto prima. > sommarie conoscenze, misto all'essere poco avvezzo a quelle particolari abilità ninja, lo faranno ugualmente brancolare nel buio. < Ad ogni modo, per me è un piacere sapere che tu mi ritenga qualcuno con cui poter stare in confidenza. > facendo per mettersi più comodo qualche istante, palmi delle mani che si appoggiano al terreno, schiena che si inclina all'indietro, e gambe che vanno invece ad allungarsi in avanti. < Ho sentito un tizio, che si dice loro recluta, parlarne. A quanto ho capito, si dovrebbero occupare della giustizia e della difesa della gente all'interno della città. Mentre gli anbu, mi spiegava, essere un corpo che gestisce le missioni all'esterno. > risponde con aria un po' vaga, più per la natura sommaria delle informazioni e conoscenze in suo possesso che altro. < Almeno, così mi ha spiegato, e mi ricordo. > ammette, scrollando le spalle con leggerezza. < Beh, ognuno ha il suo posto nel mondo, ed io mi muovo per trovare il mio. > asserisce sulla filosofia esposta. < Anche perché non ha senso cercare di fare gli eroi per forza. Si rischia solo di essere presi per stupidi, e magari combinare dei disastri. > pragmatico. < Credo che ognuno di noi abbia le sue occasioni per essere importante, a proprio modo. Bisogna fare la cosa giusta, al momento opportuno. > conclude quel pensiero. Sul fazzoletto, ciondola il capo in segno di diniego. < Stavo scherzando, Pakkurida! > sorride, affabile e mite. Nel vederla accigliarsi per quanto esternatole, non si tira indietro. < O non lo dai a vedere, o non lo vedono o lo vogliono vedere, oppure semplicemente non te lo dicono. > risoluto, senza rimangiarsi la parola. Riprendendo in mano quelle considerazioni, andrà a porre una breve e semplice aggiunta. < E soprattutto, quando non ci sono tanti pensieri, come fossero nuvoloni da tempesta. > chiosa, in un metaforico quanto vago pensiero ispirato dalla notte e della luna. < Si può essere avversari anche senza essere per forza nemici. > ripropone, rimandando l'allusione al loro allenamento. Il tutto, con una certa leggerezza, per non dare troppa pesantezza al discorso. < Un'altra cosa in più da scoprire, insomma. > sul branco di cui lei dovrebbe essere a capo. Una nota di sarcasmo ad accompagnare quelle considerazioni. Quando quella poi gli lancia quella battuta, altra faccia 'deformed' di collerica opposizione, spassosa. < Neanche per idea, ci hai già provato l'altra volta. Sciòòò *Fiuuu Fiuuu* > e le soffia via come si farebbe per spegnere delle candeline. Ritorna composto. < Credo che adesso sarà il momento di andare. > scorgendo che l'altra si stia rimettendo in piedi e sigillando l'arma. < E' stato interessante vederti al lavoro. > conclude. Una gestualità di commiato. < A presto! E buonanotte! > attenderà magari le repliche altrui, per poi sparire a recuperare le scarpe e l'asciugamano, e fare ritorno. //end
[Chakra On]

Furaya lavora ad una nuova katana in uno spiazzo del campo, onde evitare di bruciare ciò che la circonda.
Ekko le s'avvicina incuriosito dai rumori e dal clangore metallico.
Parlottano, si scoprono un po' di più ma lei è ancora restia a pronunciare il suo vero nome.
Le spiega qualche aneddoto e punto di vista ed, infine, si separano.