Giocata

Giocata Invalida

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19:12 Dyacon:
 [Esterno Archivi] Stavolta è lui che ha deciso di portare la propria figura oltre il distretto di Suna, raggiungendo quello di Ame dove la statua del dio Pain la fa da padrona. Ha gironzolato un pò per la città, restando qualche secondo ad osservare e squadrare quel monumento, immergendosi nella quotidianeità del villaggio. Ha scrutato la gente, i suoi comportamenti, paragonandoli a quelli delle persone dell'ex paese del vento. Sembra che si comportino esattamente alla stessa maniera, imprigionati nella loro paura più profonda, mostrandosi però all'esterno come cittadini che conducono una vita normale, forti e decisi. Tutto fumo per accecare una vista debole. Basta analizzarli meglio e la verità apparirebbe lampante agli occhi di tutti. Anche dei Kage che formano il governo centrale di Kagegakure. < ..... > "Tap - Tap" Il rumore dei passi richeggia di fronte l'entrata della struttura presa come obiettivo: gli archivi di Ame. Oltre all'impatto dei calzari da shinobi sul mano stradale, è accompagnato anche da un fruscio sottile, flebile, figlio dello smuoversi della sabbia contenuta nella giara dietro di sè. La reliquia color ocra è collocata in obliquo, diagonalmente, assicurata alla schiena tramite una lunga stoffa rosso fuoco che si avvolge con delicatezza intorno alla sua vita. Varca l'ingresso aperto dell'edificio, addedntrandosi nello stabile, venendo sopraffatto immediatamente dall'odore di carta e legno. < Sango... > Chiama la donna dai capelli rossi, l'Ishiba con cui ha passato molto del suo ultimo tempo. Ragazza che ha risvegliato in lui il desiderio di difendere qualcuno d'importante con cui condividere, forse, l'intera esistenza. Veste al solito: capigliatura corvina lasciata alla mercè delle condizioni climatiche, dove alcune ciocche ribelli gli son ricadute davanti al viso, occultando tutta la parte destra dei tratti somatici. Occhio compreso. Maglietta nera e felpa a collo alto chi chiusura a zip verticale coprono il busto. Particolarità di entrambi i vestiti è che non hanno la manica destra. Infatti il braccio dritto è completamente nudo da spalla a poldo, lasciando in bella mostra una muscolatura non eccessiva ma molto definita. Sulla zona esterna del bicipite svetta il coprifronte di Suna, simbolo che lo conferma e ne attesta la posizione nella grande famiglia ninja. Pantaloni scuri come la pece indossati dalle gambe in cui dei ghirigori dorati s'inerpicano fino in vita. Nella mano mancina tiene una busta di plastica bianca, il cui contenuto è facilmente individuabile: una bottiglia di sakè e due bicchierini in porcellana bianca con ricami blu. La serata sarà lunga, meglio prevenire con un pò di alcool. Poi perchè non contraccambiare la sorpresa che l'Ishiba gli ha fatto la scorsa volta? Prova a regalargli un momento di pausa dal lavoro. Sempre se si occupa ancora degli archivi. [Chakra OFF]

19:27 Sango:
 Si occupa ancora degli Archivi? Dannatamente si, i soldi scarseggiano in quel nuovo mondo e per chi come lei è stata sempre abituata ad una vita agiata e lussuosa, non può permettersi di vivere in un monolocale angusto. preferisce i grandi spazi come quel loft che ha trovato, eppure l'affitto non si paga con la semplice aria, dunque anche per questo motivo si ritrova dopo aver finito il turno con la shinsengumi e l'allenamento, immersa nelle scartoffie e in antichi rotoli che tratta con la massima cura come fossero degli infanti. Nonostante il pensiero principale possa anche esser viver bene come un tempo, l'amore per la storia e i suoi intrighi ancor la smuove nell'animo, la stessa ricerca di conoscenza la porta li dentro con la stessa curiosità che riesce ancor ad accendere quel cupo sguardo, azzurre iridi che scivolano su quelle stesse alla ricerca di qualche tipo di informazione in più , qualcosa che forse possa farla tornare a casa con la consapevolezza di non dover morire. E' proprio in quei momenti, china sull'enorme tavolo in legno scuro, che la voce familiare scivola fino a lei destandola da una sorta di torpore mentale. Lo sguardo che scivola via verso l'entrata, il corpo che si muove con eleganza scostando poco quella sedia per rimettersi in piedi e giunger piano anche lei d'innanzi il Sabaku. Lo sguardo che permane sorpreso nel vederlo li < Dyacon > il sussurro che permane basso pur di non disturbare eventuali lettori di quel tardo pomeriggio < cosa ci fai qui? > curiosa di vederlo ancora immerso nelle piaghe di un tempo lontano, che sia li di nuovo per il proprio clan? Sguscia via completamente da quelle enormi librerie ricolme, da quei computer accesi e ronzanti che illuminano la stanza e i visi di un blu particolare. Indossa abiti semplice, comodi per lo più, con quei semplici pantaloncini neri e quella maglia a maniche corte del medesimo colore, semplice il tutto accompagnato da quell'haori bianco a maniche lunghe che copre il tutto fino alle ginocchia, tenuto aperto per aiutar i movimenti . I tacchi permangono bassi sui piedi, semplici stivaletti che sta iniziando ad apprezzar. Sulla gamba destra indugia quel porta oggetto con due shuriken dentro, segno che anche un'altra arte le è stata donata e apprezzata, un lascito antico di qualcuno che non vi è più, lo stesso che si pone su collo e su quel coprifronte vecchio a vedersi, di quelle macchie scure che ancora impregnano il simbolo del proprio villaggio. Oltre quello non vi è altro, i capelli sono come al solito legati in quell'alta coda di cavallo che scivola sulla schiena come cascata di sangue intensa. S'avvicinerebbe con fare quasi guardingo alla ricerca quasi del bibliotecario, un essere antico e mostruoso per la sua inflessibilità < non parlare così forte prima che ti caccino via > un suggerimento donato prima di vederlo volar via senza troppe cerimonie. [Porta oggetti . 2 shuriken]

19:47 Dyacon:
 Lasciatosi alle spalle il caos ed il rumore della strada, oltre che la flebile luce dell'imbrunire, si gode la pace del luogo, quel silenzio dove l'importanza e la rilevanza della storia si può palpare, quasi toccare. Loft che lo incuriosisce non poco, vista la sua voglia di finire anche lui, un giorno, in uno di quei tanti rotoli tramandati di generazione in generazione. Vuole lasciare un segno nella sua epoca e potete starne certi che ci riuscirà. Se poi nella struttura c'è anche la figura di Sango, beh, tutto di guadagnato. Unisce l'utile al dilettevole. < ..... > Blocca il suo incedere, osservandola avanzare, dimezzare poi bruciare quella poca distanza che li divideva. La guarda dall'alto verso il basso, fissando la coppia di ametiste negli occhi dell'Ishiba. Per alcuni istanti la squadra senza alcuna discrezione, facendole una vera e propria tac, passango oltre l'haori bianco. < Ho sempre scelto bene in fatto di donne... > Non c'è che dire. Ognuno ha le sue croci e una del Sabaku è quella d'esser circondato da belle ragazze. Sia per una scappatella, sia come partner fisse. Arcua leggermente gli angoli delle labbra verso l'alto, abbozzando il sorriso irriverente che tanto piace alla rossa, cercando di tenere un tono di voce quieto, basso, così da non disturbare gli avventori del posto. < Tsk... > Si guarda intorno, notando la moltitudine di luci blu provenienti dai monitor dei pc accesi. < La tecnologia si è insediata anche in un luogo del genere? > Domanda retorica, scuotendo leggermente il capo. < Carta, candele e legno. Così doveva restare. Sembra quasi che la sacralità sia stata violata. > Sempre restio al cambiamento. < Mi sono detto: meglio regalare un momento di pausa a Sango. > Conscio dello stress a cui sta sottoponendo sia il corpo che la mente. < Così mi son spinto fino ad Ame. > Alza l'avambraccio sinistro, portando in bella mostra la busta di plastica con sakè e bicchierini. < Che ne dici? >Le chiede, ammiccando con l'occhio sinistro - unico visibile - seguendola poi nell'altra ala del loft, lontano dai clienti poco inclini al rumore. < E poi son qui per delle indagini... > Rivela, mascherandosi dietro a quella scusa per nascondere la voglia di rivederla. < Che ci provino a cacciarmi... Tsk! > Schiocca la lingua sul palato a mò di sfida, facendo ruotare l'attenzione a destra e a manca, alla ricerca di un ipotetico rivale con cui misurarsi. < Come stai? > Chiede poi, tornando sul motivo di quella lunga camminata: la rossa e la storia.

20:03 Sango:
 Osserva quell'uomo con molta meno insistenza delle occhiate che si sente rivolgere, le stesse che un poco la imbarazzano eppure ne trova giovamento, non è poi cambiata così tanto dai dieci anni passati, e non è una signora come l'hanno definita. Lo osserva senza scostar lo sguardo a quel dire < sempre diretto vedo > sebbene sembri divertita con quel mezzo sorriso che spunta tra le morbide labbra. Lo sguardo che segue il suo, di quei pc in utilizzo che sfilano in quella stanza < sono molto utili > dopo aver passato ore e ore ad utilizzarli ha iniziato a comprendere la portata del loro aiuto < riesco a trovar cose in qualche secondo senza dovermi mettere a cercare, sebbene mi occupi per lo più dei rotoli più vecchi > sempre sotto stretta sorveglianza del custode che adesso farebbe capolino con la sua faccia anziana e lo sguardo burbero < ci penso io Toki > un semplice dire verso di lui pur di mandarlo via da quel loco. Passerà qualche secondo prima che lo stesso ometto vada a rintanarsi chissà dove < la sacralità sta nella conoscenza non nel mezzo che si utilizza per averla > un piccolo detto che utilizzano in quelle stanze , accondiscendendo a quella nuova tecnologia a cui si stanno un pò tutti abituando, almeno i più... vecchi < ti sembro una signora per caso? > una domanda posta li li solo per sapere se anche lui la vede come una anziana signora di mezza età alla quale arriverà prima di lui, ma ciò non verrà mai confessato ad alta voce. Ma alal vista di quella piccola bottiglia non farebbe che aprire l'Haori pur di coprire il misfatto < ma sei impazzito? > presa di certo in contropiede da quel gesto < vieni, se ti dovessero vedere poi sarò costretta anche io a mandarti via > un gesto che la farebbe ridere non poco eppure ne manca il desiderio di attuarlo fino in fondo < guarda che qui la tua sabbia ha incontrato il suo peggior nemico > l'acqua stessa che continua ad invader il loro spazio vitale e che amano , quella che potrebbe non dare molto spazio al sabaku e alla sua stessa sabbia. Il corpo che si volta verso una di quelle piccole stanzette vicine, alla ricerca di una completamente vuota. Ma l'orecchio rimane teso, sicura che verrà seguita tra le fila di libri e scartoffie ancora in giro, prese e lasciate li dai vari clienti < indagini > un sussurro basso eppure quasi eccitato , alla scoperta di qualcosa a cui ancora non ha pensato < che genere di indagini? > segue lento lo sguardo intorno a se, per terminar sul volto di quell'uomo alla ricerca di risposte chiare < io? Sono.. stanca, e impegnata .. sto.. seguendo due anime per adesso > dopo aver trovato quel nuovo Ishiba di cui è divenuta sensei, la sorella con quel carattere che le rimembra il suo e la protezione di Kioku e del suo passato, la mente è stata invasa da troppi problemi e impegni, da ansie che si annidano sulle spalle tese e di quei brevi momenti in cui può pensare solo a se stessa. Strano a dirsi, eppure quell'essenza egoistica di cui ha tanto narrato confluiscono nell'aiutar gli altri. Un simil pensiero che la fa sorridere un poco < tu? > curiosa di sapere come i sunesi trascorrono la loro giornata, e cosa possa render la sua di vita eccitante , sentendo quella nostalgia nel non poter fare molto al momento se non il Cicerone di turno. Ma attende, seguendo la via dei propri pensieri che li porteranno in breve in quella piccola stanza con pochi tavoli e nessun altro a disturbar la loro conversazione. [stessi tag]

20:27 Dyacon:
 Il braccio sinistro, dopo aver messo in bella mostra la busta di plastica contenente la bottiglia di sakè ed i bicchierini in porcellana, torna a distendersi lungo il rispettivo fianco, facendo oscillare l'involucro vicino alla caviglia. < Sempre. > Gli strizza l'occhio sinistro, riferendosi a fatto dell'esser diretto. < Dici eh? > La storia dell'utilità di quei dannati pc non lo convince fino in fondo. Soltanto in parte. < Ti aiuta a dimezzare il tempo di ricerca, quindi possono essere davvero utili. Ma altrettanto hanno raddoppiato la tua mole di lavoro. Ciò che facevi in un giorno adesso lo fai in metà. Di conseguenza più stress... > Ragionamento che non fa una piega. Scivola come l'olio. Almeno nella sua testa. La mano destra si allungherebbe verso la capigliatura rossa della donna, insinuandosi poco sopra l'orecchio mancino. < Sai, conosco un metodo molto efficace per alleviare lo stress. Soprattutto quello mentale... > Con malizia esterna quella frase, alludendo in maniera diretta, senza alcun filtro, carezzandole le labbra carnose con il pollice, qualora l'altra glielo avrebbe permesso. < E' vero... > Lancia un'occhiataccia a Toki, seguendo la sua dipartita fin quando lo sguardo glielo permette, tornando poi sul volto dell'Ishiba. < Preferisco comunque fare ricerche inebriato dall'odore della carta e del legno, oltre che illuminato dalla luce di una candela. > Questo il suo pensiero. La tecnologia ha portato la gioventù di oggi ad esser troppo viziata, oltre che maledettamente idiota. < Eh? > La domanda sul pensare che sia una signora lo spiazza. Sbatacchia un paio di volte le palpebre e si prende il tempo giusto per rispondere. Sa benissimo che quel quesito nasconde un alto tasso di mortalità se la risposta fosse sbagliata. < Il fatto che ti porti a letto non è già una risposta? > La rigira, restando sul vago. < Forza, mettiamoci seduti e beviamo. Mi serve il tuo aiuto... > Toglie la mano dai capelli di lei, distaccandosi e ruotare il busto verso il tavolo di quella stanza appartata. Poggia la busta lì sopra, liberandosi di quell'ingombro. < La storia ci è da monito del passato. Ma non significa che può esser cambiata... > Riguardo l'acqua di Ame scontratasi con la sabbia di Suna. < Proprio perchè sei stanca. Mettiti seduta e rilassati. > "Stack - Stack" Il palmo della mano sbatte due volte sulla superficie d'appoggio, facendole chiaro segno di staccare. < Due anime? Spero che non si avvicinino troppo. > Minaccia neanche tanto velata. Comincia a vederla come di sua proprietà. Un bene o un male? Chissà, solo il tempo potrà dirlo. < Io? Io sto bene. Sono qui perchè sono interessato al discorso dei demoni... > I cercoteri dalla potenza inestimabile. < Tu ne sai qualcosa? > Chiede, cominciando dalle basi.

20:42 Sango:
 Ode quel suo primo dire eppure se ne trova contrariata in parte < non mi stressa questo posto, preferisco passar ore a sistemare che star la fuori > troppa gente, troppe cose ancora da digerire, e in quel piccolo loco trova ristoro alla mente, spegnendola per qualche attimo dai problemi che l'assillano . Un loco sicuro ove rintanarsi alla fine della giornata per spegner tutto e concentrarsi su altro < ah ah ah > tira gli occhi al cielo sebbene quella carezza giunge alle labbra, il cui sospiro ne lambirà la pelle < non credo sia il momento di parlare di questo > un sussurro e un'occhiata ulteriore ove Toki è fuggito via, sia mai che quell'arpia sia li per osservare e per ascoltare, non ha bisogno di ulteriori spie al proprio seguito e quel lavoro le serve. I passi che continuano a rimbombar nella stanza , tacchi che si susseguono sebbene provi a non far poi troppo rumore < non era quella la mia domanda, giovane impertinente > un monito seguito da un occhiata lunga al suo stesso viso < mi hanno chiamata signora, non pensavo di esser invecchiata in questi dieci anni seppur adesso mi giunga il dubbio > che davvero non riesca a vedersi allo specchio? Si, le occhiaie son marcate, i segni intorno agli occhi sono quelli lasciati dalle troppe guerre, segni che la fanno sentire viva in qualche modo di un passato che ha trascorso, la propria forza che è nettamente inferiore a ciò che è riuscita a raggiungere - tutto ciò che la porta a pensare d'esser..vecchia. Che tragedia signori, basta una singola parola di una ragazzina ad impanicarla in qualche modo . < attento al legno, alla carta.. a tutto > il che la porta a sedersi con calma in quelle sedie basse e tozze, di quei cuscini rivestiti in velluto che donano un aria più sofisticata allo stesso loco < questa è una delle mie stanze preferite, parla di Ame > la stanza è invasa da troppi pochi trattati in confronti a quella degli altri villaggi, i libri son malconci, unici superstiti di ciò che è rimasto dopo tre guerre consecutive. La distruzione ha lasciato dimenticare a molti ciò che fu, e quei pezzi mancanti devon esser rimessi al loro posto. < uno di loro è un mio protetto > il caso ha voluto metter sulla propria strada un ennesimo ragazzo dai capelli bianchi e dagli occhi del cielo < l'altro.. non saprei dirti > Kioku, Akendo, quella speranza che ancor non vuol morire per vederlo di nuovo risorgere così come il suo potere. Percepisce anche quel senso di minaccia nelle sue stesse parole, oh se l'altro sapesse la verità, ma questa sarebbe troppo pericolosa da conoscer, ella rimane ad esser custode di troppi segreti . Ma adesso il proprio sguardo è solo per il ragazzo, ne osserva il dire, il modo di porsi, l'espressione che muta, in attesa che venga rivelato il motivo per cui si trova li e la sorpresa ne tinge il viso incredibilmente < demoni > la parola sfuma sulle labbra morbide , la ruga che si forma al centro della fronte per la concentrazione < ho avuto modo di conoscere due jinchuuriki > ammette , dopotutto il suo rapporto con Otogakure è famoso, ma il suo vecchio incontro con la volpe è stato..particolare. Sempre che così si possa definire insomma. < cosa vorresti sapere? > sebbene le sue informazioni non siano poi così ampie ha comunque due punti di partenza distinti dalla quale partire < e a cosa ti serve saperlo ? > ancor più curiosa delle motivazioni che lo spingono a cercarne l'essenza. [stessi tag]

21:44 Dyacon:
 Lascia che l'altra prenda posto su una delle sedie presenti nella stanza, mentre lui si adopera ad estrarre il contenuto della busta. Estrae prima i bicchierini in porcellana, ponendone uno a disposizione di Sango, perfettamente frontale. Il secondo, invece, lo poggia sulla superficie lignea del tavolo, nelle sue vicinanze. < Non credi che sia il momento? > Sorride divertito senza guardarla in volto, occupato nell'afferrare la bottiglia di sakè e, successivamente, negli step di apertura. < E' sempre il momento... > Quell'aria sacra dove la storia è custodita in mille rotoli di pergamena gli fanno aumentare la voglia. Un brivido gli risale lungo la schiena, alimentato da quella sorta di perversione nascosta che esce nel momento in cui s'immagina unito alla rossa in quel luogo pubblico. Trasgredire la sua benzina sul fuoco. < Se ti hanno chiamato signora qual'è il problema? > Rilassa le spalle, utilizzando un tono di voce quieto, pacato, arrivando finalmente al sono "STAP!" che sancisce l'apertura della bottiglia. < Fregatene. Non farti influenzare dal pensiero altrui. Sei una donna che attira l'attenzione... > Intanto il liquido alcolico viene versato sul bicchiere dell'Ishiba, riempiendone oltre la metà. Generoso nelle dosi. < Se poi ti chiamano signora o ragazza non cambia il succo del discorso. > Ovvero che gli uomini si girano quando la incontrano. < Sei legata al tuo villaggio... > Constata come il membro della Shinsengumi parla di Ame. Con nostalgia ma anche con un tono protettivo come quello di una madre che parla di suo figlio. < Uno è un tuo protetto e l'altro non sai decifrarlo... > Il sakè riempie anche il suo di bicchiere, scivolando copioso nel piccolo contenitore. < Non faccio domande. > Si è già scottato con Keiga. Non vuole ripetere lo stesso errore. Se venisse a sapere che l'altra, oltre che con lui, va a letto con qualcun altro, ci rimarrebbe male. Non tanto poichè anche lui si fa i cazzi suoi. Purtroppo però non sono fatti di sola carne. Anche di sentimento. Dopo un pò però il dolore evapora, divenendo semplice ricordo. Se sarà lo stesso anche con lei, se ne farà una ragione. In questi dieci anni è riuscito a difendersi notevolmente da situazioni di questo genere, diventando più stronzo e legandosi meno alle persone. Tuttavia non è riuscito a cancellare completamente le emozioni e non vuole farlo, altrimenti non si distinguirebbe da una macchina. < Uh? > Aggrotta la fronte, colpito da quella confessione. < Hai conosciuto due Jinchuuriki? > Sapeva di esser venuto al posto giusto, ma non immaginava minimamente di poter trovare una testimone oculare. < Voglio indizi sullo Shukaku, il demone del deserto... > Spiega con sincerità, ingurgitando la prima stilla di alcool nel corpo. < Voglio trovarlo e ridare a Suna ciò che era suo... > Il petto si gonfia e sgonfia al ritmo del respiro, denotando una certa calma nel Sabaku. Niente agitazione. < Ne sai qualcosa? I due jinchuuriki che hai conosciuto chi erano? > E soprattutto, quali demoni avevano in corpo.

22:14 Sango:
 Lascia che la porta si possa anche chiuder, il tempo per avere un pò di privacy a veder ciò che egli ha portato < tazzine di porcellana? > solleva quel sopracciglio divertito , sono pronti per un tè insomma < non mi lamento, ho cucinato di peggio > solleva quello stesso sotto gli occhi per osservarlo sotto la luce delle lampade appese ai muri, di quel colore arancio caldo che dona una sorta di aura di relax, come se fosse a casa propria. S'ammorbidisce su quella stessa sedia comprendendo quelle semplici parole, ma soprattutto cosa celano tra le righe < non ci pensare, potrebbero licenziarmi > tagliente? Si, eppure mostra ancora quella sorta di sorriso stanco che arcua le labbra verso l'alto . Lascia che la bottiglia si apra allungando in consenso la mano, in attesa che possa riempir quel bicchiere con il liquido ambrato < oh dubito sempre Dyacon, dubito di tutto il villaggio, di te, di me > sussurra come un gatto , la calda voce che ne accompagna il dire con estrema lentezza < e dubitare mi aiuta a cercare, a scoprire > a chiedersi il perchè delle cose, cosa le hanno portate ad esser ciò che sono e quel che ancora verranno. Interrogandosi su qualsiasi aspetto le venga alla mente, seppur anche quella della vecchiaia < dubito che arriverò ad una veneranda età > la risata che sfugge alle labbra immaginandosi vecchia e rugosa seduto chissà dove in completa solitudine, con l'inclinazione della propria personalità avrebbe trovato la morte ben prima e l'avrebbe accolta come la madre che non ha mai avuto. < lo sono > dannatamente legata a quel villaggio, alla propria casa e alla propria storia < per lei farei di tutto > come fosse una piccola bambina da proteggere e custodire, da toccare delicatamente rispettandola in ogni sua sfaccettatura d'essere. < devo la mia vita a lui, devo restituire un favore incalcolabile > sebbene quello stesso se ne sia dimenticato, fu proprio lui a spingerla in quella direzione. La propria sanguinosa battaglia messa in atto grazie al favore di quella tenebra. Il sussulto spinge sul cuore, li ove l'abbandono lo rimembra ancora . < puoi farne se le desideri, devi esser pronto alla risposta > non prova quella gelosia dell'altro, molto più libera in un certo senso di quei sentimenti.. quando non si tratta di quell'unico essere. < ho avuto modo di conoscerli personalmente, sebbene non abbia mai visto i loro poteri coi miei occhi, ho solo percepito la loro potenza durante l'ultima guerra > li ove Hanae e Hitomu stesso han segnato la fine l'uno dell'altro < Shukaku del deserto? > un informazione che le manca, sebbene la mente adesso lavori sempre più veloce e terribile < è un demone? > ovvio che lo sia, ma vuol saper di più su di esso, allungando le proprie mani verso la conoscenza < non conosco quel demone di cui parli > ammette con un sorriso amaro < ma ho conosciuto sia Hitomu, possessore della volpe a nove code, sia Hanae, possessore del demone a sei code > gli unici che ha visto eppure gli unici alla quale s'è legata in modo particolare. < li ho stimati molto > un rispetto il proprio da non sottovalutare, ha stimato non solo la loro importanza e forza, ma il loro essere per lo più .

22:41 Dyacon:
 < Fattele andare bene quelle di porcellana. E' già tanto che non ho portato i bicchieri di plastica... > Imbronciato replica alla volta di Sango che, tutta puntigliosa e perfezionista, non si aspettava dei recipienti del genere con cui consumare il sakè. Se ne sbatte, rispondendo per le rime, mentre le mani scivolano in vita, slegando i lembi della stoffa rossa che gli avvolge tutta la vita, diminueno la morsa con la quale tiene stretto a sè la giara color ocra. Lentamente e con delicatezza la reliquia vien poggiata a terra, liberandosi di quell'ingombro non indifferente. Ha più libertà d'azione, prendendo posto sulla sedia accanto a Sango, così d'esser vicino alla sua fonte d'informazioni, evitando di urlare e cadere nella possibilità di esser cacciato. < Non ho pensato a nulla, Sango. > Fa il finto tonto, assumendo un'espressione angelica, per nulla peccaminosa. Scherza, anche se la frase < Potrebbero licenziarti? > lo eccita ancora di più. Aumentare il livello di trasgressione in quel modo lo manda in visibilio. < Molto eccitante. Tsk! > Schiocca la lingua sul palato, mantenendo vivo il sorriso irriverente stampato sul volto. < Tuttavia, non sono qui per quello... > La voce baritona esce docile, rispettando la sacralità del luogo. < Almeno non oggi... > Ci tiene a puntualizzare. Ormai ha deciso che vuole provare quell'esperienza e prima o poi ci riuscirà. Dovrà lavorare giusto un poco ai fianchi la rossa che sa come prendere, come stuzzicare ed alimentare quella fiamma. < Mai dire mai... > Riguardo al raggiungimento di una veneranda età. Neanche lui - per se stesso - ci crede più di tanto. Se sarà breve o lunga la sua permanenza in questo mondo poco gliene importa. Basta che riesca a lasciare un segno indelebile. Un ricordo da tramandare di epoca in epoca. < E' giusto che sia così. Anche io per Suna farei qualunque cosa. > In questo sono uguali. La patria, l'appartenere ad un qualcosa di definito, d'importante, lo porta a proteggere quella piccola famiglia che si è creato in questi anni. I suoi genitori si sono sacrificati per difendere Suna. E lui, in cui ha scorre il sangue di entrambi, non è da meno. < ..... > Si pone poi in silenzio, ascoltando attentamente ciò che Sango gli rivela. Informazioni che sono oro che lo portano ad immaginare la potenza di tali individui. < Stimati... > Si distende meglio sulla sedia, affossando sulla stessa. < Devo dedurre che siano morti... > Se utilizza il passato come verbo, c'è poco da fraintendere. < Sì, è il demone monocoda. Se la memoria non m'inganna, è un tasso. > Questo è quello che ricorda. Lascito di discorsi ascoltati nell'ex paese del Vento quando ancora esisteva. < Sono venuto qui per trovare degli indizi. Tracciare una sorta di linea temporale delle sue forze portanti... > Jinchuuuriki appunto. < Così da giungere fino all'ultima. > Delimitando magari il raggio d'azione del demone quand'è in libero. Se ha delle aree che predilige. Insomma, apprendere tutto ciò che è necessario per dargli la caccia. < Quale libro o rotolo mi consigli? > Al termine della frase ingurgita il liquido alcolico, assaporandone il sapore, avvertendo chiaramente il bruciore espandersi al centro del petto.

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