{ Sulle note della battaglia }

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14:16 Furaya:
 Il cielo permane coperto da una coltre di nuvolette candide come lo zucchero filato, le quali potrebbero assumere tonalità temporalesche di lì a breve. Porta il naso all'insù, così da notar come queste proteggano dai raggi solari. Poco male, almeno tutto è visibile. Gli abiti che indossa dovrebbero anche proteggerla abbastanza dalla temperatura mite pomeridiana. Una camicia bianca ne copre interamente il busto, maniche lunghe ben chiuse tramite dei polsini, lasciando qualche bottone aperto e mostrando una scollatura normalissima, senza mostrar chissà cosa di quel che v'è sotto se non uno scorcio appena di pelle. Quivi, è anche possibile notare il ciondolo con il ventaglio del Clan Uchiha che mai ha rimosso da quando Hanabi glielo ha donato. Sulle spalle, è inoltre poggiata una giacca in pelle nera senza però la necessità d'infilarvi anche le braccia, giacché l'indumento sventola dietro le di lei spalle. Scendendo, troviamo un paio di pantaloni neri aderenti alle di lei gambe e stringendosi in vita, tenuti su da una cintura in cuoio della medesima tonalità. I lembi della camicia, difatti, sono infilati nel bordo di questi ultimi, in modo che non si muova e che paia anche più ordinata. Ai piedi, infine, calza un paio di stivaletti neri che raggiungono la metà del polpaccio e che sembrano, a ben vedere, anche piuttosto comodi. Sotto questi abiti, son sapientemente infilati anche un paio di vambracci e schinieri metallici, ulteriori difese che potrebbero aiutarla non poco durante un eventuale scontro - ammesso ne avvenga qualcuno. Un paio di guanti neri ne coprono le mani interamente, nascondendo persino le affusolate dita. Il materiale è semplice cotone e pelle, ma sotto d'essi vi si nasconde una piccola placca metallica. Alla cintura, è fissato un gancio tramite il quale ha sistemato uno dei suoi recentissimi acquisti: una frusta dal manico bordeaux, ma per il resto completamente nera, che pende dal fianco mancino. Attorno alla coscia mancina, invece, vi è una piccola fascia con tre scomparti - tre sottili elastici - che contengono un numero identico di kunai con il manico rivolto verso l'alto, cosicché possa estrarli senz'alcuna problematica. Sul gluteo dal lato opposto, invece, prende posto una tasca porta oggetti che contiene tre shuriken, cinque fuuda (di cui due contenenti i tronchetti per la Sostituzione), tre tonici per il recupero del Chakra (avendone perso in quantità rispetto a dieci anni prima) e tre tonici coagulanti (ovviamente per Mattyse, visto e considerato quanto spesso si faccia male). Poggia contro un albero nei pressi del campo d'addestramento, braccia incrociate al petto e sguardo che glissa da un punto all'altro, adocchiando dapprima l'ingresso a quel luogo verdeggiante e, in secondo luogo, la struttura accademica che hanno ricostruito. La lingua schiocca con fastidio. Cadranno tutti, non preoccuparti. Sono conigli in una trappola che si sono creati con le loro mani. Ha raccolto i capelli in una coda di cavallo alta, in modo che non le diano granché fastidio durante quello che sarà un allenamento. Non è un combattimento, non è la guerra. Agli allenamenti, lei non c'è abituata. E dunque sospira. [ Chakra ON ]

14:28 Kaworu:
  [Training Zone] Lo sguardo si estende lungo quell'aria verde dedicata all'esercitazione e connessa all'accademia. In cielo, vari cumulonembi affollano ancora la volta di Kagegakure, rendendo l'atmosfera tra il plumbeo e lo schiarito, sicuramente permeata dal sapore dell'umido, emanato dai residui di scrosci di pioggia recentemente caduti, e dei quali ancora parrebbe esserci la possibilità di una ulteriore avvisaglia. Il Nero Konohano si affaccia nel campo di addestramento, procedendo a passi ponderati e lenti. Mani infilate nelle tasche di un paio di pantaloni bianchi da esercizio fisico, dall'aria piuttosto vissuta, annodati in vita dai laccetti stretti a fargli da molla. Culminano nella calzatura di scarpe ginniche scure senza marchi, anch'esse su di loro portano gli strascichi di una consumata parvenza. Una felpa atletica nera con cappuccio ne fascia il tronco, sovrastata dal cappottone di un verdognolo a tipo militare -non mimetico-, di fattura comune a ripararlo dalle temperature che non sono ancora del tutto miti -ma nemmeno freddissime-, rimandando però ad ulteriore attesa quel maggiormente temperato clima primaverile che consenta di alleggerirsi un po'. In testa c'ha una fascia chiara, con la quale raccoglie i Dreadlocks bruni ed abbastanza lunghi, evitando che gli cadano davanti alla fronte, lasciandoli scivolare sui laterali ed all'indietro, oltre la nuca e verso le spalle. Oltre l'abbigliamento, l'inventario è altrettanto basilare: ha con sé solo una palla di luce, nella tasca sinistra. E' un ragazzone di un metro e novantacinque di statura; la corporatura è abbastanza piazzata, il profilo è allenato e prestante, slanciato sulle leve inferiori, che lo configurano in quella complessione tonica e flessuosa: non proprio da armadio a due ante, ma dalle qualità fisiche facilmente deducibili. L'immagine di Furaya contro uno degli alberi dell'ambientazione ne potranno catturare l'attenzione, qualora l'altra non abbia fatto granché per nascondersi. Se, perciò, fosse riuscito ad identificare la presenza della chunin, mostrerà un'espressione pacata ed accogliente, provando a portarsi in un'orbita dal raggio di cinque metri, almeno per approcciarla. "Allora è venuta per davvero." sospiro lungo dopo quel breve incipit, gesticolando un'alzata della mano destrorsa, in segno di saluto gentile verso Furaya. "La vedo vestita leggera." umoristico commento, giusto ad adocchiare quanto a vista sembrerebbe essere captabile dal deshi.
[Palla Luce x1 Tasca sx]

15:37 Furaya:
 Tramite un colpo di reni, si distacca dall'albero non appena nota l'avanzare di Ekko nel campo d'addestramento. Non è invero lì da molto, tuttavia ha preferito arrivarci in anticipo piuttosto che farlo aspettare. Gli occhi chiari si soffermerebbero sulla figura del taijutser, rivolgendogli un sorriso amichevole - per quanto possibile, giacché lo sguardo parrebbe mantenersi piuttosto serio. Si fermerebbe ad un paio di metri di distanza dall'altro, sciogliendo le braccia dal precedente intreccio all'altezza della bocca dello stomaco. <Buon pomeriggio a te!> Piega un sopracciglio innanzi alla di lui affermazione, la quale indica il vestiario indossato dalla stessa. <Continuo ad avere delle mancanze in termini di armi, quindi sì, mi sento stranamente leggera anch'io.> Replicando con la stessa verve umoristica, in attesa di poter iniziare. Lo squadra comunque dalla testa ai piedi, denotando l'eventuale presenza delle armi, anche se - come detto la prima volta che si son visti - lui non ne fa utilizzo. <Sicuro, quindi, di voler iniziare? O ti tirerai indietro?> Dal canto proprio, la donna ha già il chakra attivato, dunque non deve perdere tempo a richiamarlo di fronte al ragazzo. Aspetta soltanto una risposta da parte di Ekko, cosicché abbiano anche il pretesto ed il via per cominciare quello che si prospetterà essere un allenamento interessante da ambedue le parti: lui deve comprendere le sue attuali capacità, mentre lei deve capire i suoi limiti derivati dall'assenza di dieci anni sul campo di battaglia. [ Chakra ON ]

15:47 Kaworu:
  [Training Zone] Movimenti del petto pieni e profondi scandiscono un respiro flemmatico, dandogli quell'aria di bonaccia, sia per quanto ne descriva l'impostazione personale, che per suggerire altrettanto all'impressione di terzi. La mano destra, sollevata in quell'ascensione iniziale e successivo ondeggiamento orizzontale, ad esprimere un gesto di saluto, sarà stata fatta tornare lungo il profilo, tenendo il braccio disteso e comodo in quella caduta naturale, mentre la mancina invece si preserva nella tasca dei calzoni, scaldando le dita con esercizi di giogo attorno alla piccola sfera fatta dai fuuda rimpiattata dentro quest'ultima. Gli occhi blu, intensi e profondi, incrociano le fattezze della kunoichi, trasmettendo quella mite calma combinata ad una sensazione di gradevolezza nella constatazione dell'altrui compagnia. Cenno d'assenso al saluto verbale di lei -che segue il proprio ma formulato a gesti-, per poi lasciar sfumare un flebile risolino alla prima replica della ninja donna. "Spero che tra tutte quelle cose, stavolta si sia ricordata dei fazzoletti." battuta che allude al precedente trascorso che li ha, di fatto, portati là. "Ormai ci siamo." scrollando le spalle, e sollevando nuovamente la man dritta, portandola in linea con la spalla propria, col palmo aperto verso l'alto ed il dorso che guarda parallelo il suolo, in un'espressione di noncuranza. "Sono qui assieme ad una donna fabbro misteriosa quanto intrigante, che vuole darmele di santa ragione. Perché mai dovrei ritirarmi?" comicamente pronuncia quella retorica domanda, che sarà più una goliardica facezia. Quindi, ritorna composto, togliendosi il giaccone e lasciandolo ai piedi dell'albero dove l'altra stava in principio. "Deve prepararsi, o è già pronta?" domanda, più serio adesso, abbracciando quindi l'atmosfera del confronto, con spirito di intraprendenza ed entusiasmo, oltre che focalizzazione. Cercherà di distanziarsi da Furaya almeno una decina di passi, per portarla in complessivo a 10 metri di distacco: una misura di cortesia, quasi da galateo dei duellanti, quella di gettare una lunghezza di separazione introduttiva prima del testa a testa.

[Palla Luce x1 Tasca sx]

16:19 Furaya:
 Si pongono ad una distanza di circa dieci metri. Lei s'assesta sul terreno da combattimento divaricando le inferior leve, cosicché riesca ad aver un equilibrio ben preciso. La schiena permarrebbe ben diritta con le spalle ancor rilassate. L'arto mancino è però flesso, poggiato contro il manico della frusta che non viene tutt'ora estratta. Con molta probabilità, potrebbe anche decidere di non usarla. Sta di fatto che presta attenzione alle parole pronunciate da Ekko, mostrandogli un ennesimo sorrisetto di sfida che, con molta probabilità, resterà sul viso della fanciulla per tutto il tempo dell'allenamento in questione. S'è sempre divertita, tutto sommato non l'è mai dispiaciuto combattere, trovandosi sempre a suo agio. S'è addestrata, ha un corpo sicuramente molto tonico, motivo per cui è innegabile il tempo trascorso ad apprendere tutto il necessario. <No, me ne sono dimenticata di nuovo!> Sbarra per un attimo gli occhi, iniziando a tastare le tasche dei pantaloni indossati, non trovando ovviamente quello che stava cercando. <Mi sa che dovrai darmene di nuovo uno!> Ridacchiando subito dopo, sollevando le braccia e mostrandogli i palmi ovviamente vuoti. A proposito della di lui affermazione, portando la testa a piegarsi verso una spalla, si prende il tempo necessario a pensare ad una possibile conclusione di quell'allenamento, un premio che possa enfatizzare lo scontro che sta per avvenire. Si tamburella le dita sulla base del mento, prima che le venga l'illuminazione finale che, subito dopo, gli rivolge. <Non ti ho ancora detto il mio nome> Ammette, seppur questa possa essere una mossa piuttosto azzardata. Rischia di far saltare la sua copertura, quando invero non dovrebbe farsi sgamare da nessuno. <potrei rivelarti la mia vera identità se riesci a colpirmi almeno una volta.> E' sicura del fatto che sia più veloce del Makihara, tuttavia non ha ancora compreso i suoi limiti in una circostanza del genere. Il Chakra nel suo corpo è minore rispetto a dieci anni prima, deve anche calibrare bene il consumo di quest'ultimo durante l'uso delle tecniche. <E poi non è vero che voglio dartele di santa ragione. Volevo soltanto svolgere ciò che i Sensei non hanno saputo fare fin dall'inizio con te. Ne ho visti di Ninja con il tuo stesso status, se tale vogliamo definirlo, quindi so come comportarmi.> E sa anche ciò che possono riuscire a diventare, tenendo sempre a mente gli allenamenti intensivi di Saisashi e la capacità d'attivazione delle Porte del Chakra. Scuote il capo quando lui le rivolge la domanda relativa al prepararsi, stendendo l'arto destrorso in avanti con il palmo e le dita rivolte verso il cielo pomeridiano. Le falangi si muoverebbero verso l'interno, un paio di volte, mimando la richiesta silenziosa - verso Ekko - d'avvicinarsi ed iniziare. Il ghigno permane sul candido viso della donna, adornato da cioffe rosate come i petali di ciliegio del bosco in cui si son conosciuti. [ Chakra ON ]

16:28 Kaworu:
  [Training Zone] Risolino fievole alle prime della ex Kage. "Dica la verità, non c'ha spazio tra tutte quelle robe che si porta dietro." commento umoristico, che non pretende risposta; anzi, finisce lì, passando oltre. "Vero. Nemmeno io." sul nome, facendosi meditabondo. "Mi sta bene. Io però comincio a dire il mio." si umetta le labbra carnose e pronunciate, più chiare del resto dell'incarnato. "Mi chiamo Ekko Makihara. Allievo dell'Accademia del Distretto della foglia." puntandosi col pollice destro il petto, mentre il volto accompagna l'introduzione con un'aria decisa, ma non sbruffona. Accolte le ultime replica della Kunoichi, farà quindi per annuire soltanto. "Molto bene. Allora mi preparo." dichiara, assumendo un fondamento di sportività dell'altra, avvisandole quindi che debba 'riscaldarsi', ovvero predisporre le proprie condizioni all'azione. Il tutto, si traduce nell'esercizio basilare, ma di fondamentale importanza, dell'IMPASTO DEL CHARKA. Gambe divaricate quanto le spalle, piedi paralleli tra loro che puntano in avanti, ginocchia distese con le cosce rilassate; poiché l'elemento principale di quella pratica, è il totale raccoglimento, la profonda ricerca dentro di sé delle essenziali costituenti del flusso primordiale dell'esistenza: l'energia corporea, quella matrice originaria e stabilita alla nascita, ed il vigore psichico, la tempra dell'animo che cresce e si sviluppa invece con l'esperienza accumulata durante tutto l'arco del ciclo di vita. Le palpebre si socchiudono, per aumentare il grado di concentrazione nell'esplorazione endogena, busto dritto, spalle compassate, mentre il piglio trasmette nella sua facciata l'impressione di chi stia sondando al proprio interno, scovando in quelle viscere più intime la forza degli shinobi. Le mani si muovono, incontrandosi all'altezza del plesso solare, componendo una precisa posizione: la destra un po’ più in alto rispetto alla mancina, con i pollici a chiudere sugli indici, distesi con i medi delle rispettive mani uniti, tenendo poi l'anulare e il mignolo della mano superiore chiusi sopra ai rispettivi gemelli posti allo stesso modo; il sigillo della capra, chiave necessaria attraverso la quale quella meditazione assumerà una rilevanza maggiore nel procedimento di richiamo della potenza 'occulta' dei ninja. Osservare dentro di sé, cercare qualcosa che non ha forma o consistenza, ma è pura astralità, gli sarà possibile mediante una metafora di caratterizzazione: due immagini, un pugno ed un palmo, che si incontrano tra loro, spinti dalle proprie braccia trascendentali, che saranno la similitudine del proprio sforzo mentale, per potare ad unire quelle forze in un'unica e più grande vigoria, denominata Chakra. Quando potrà aver chiaro che nel suo subconscio tali flussi vengono all'abbraccio, massimizzerà l'impegno meticoloso, TENTANDO DI IMPASTARE il chakra, che andrà raccolto nel suo centro nevralgico, ovvero il proprio ventre, nell'immaginario di un calore rinvigorente, artisticamente astratto in un vapore intestino dal chiarore impalpabile e di trasparenza celestina. Se il tutto sarà andato come dovuto, l'altra dovrebbe potersene accorgere.
[Light Bomb x1/Tasca sx][Tentativo Impasto Chakra - 4/quarti][Battle Range: 10 mt]

17:06 Furaya:
 Ne attende le movenze, oltre alle parole di rimando che le rivolge con quel loro pacifico modo di scherzare. <Infatti! Un fazzoletto sarebbe stato troppo pesante da portarsi dietro.> Facendo spallucce e palesando quella sottile - non più tanto, in realtà - ironia con la quale sbeffeggia l'allievo. Annuisce quando il ragazzo si presenta col suo nome completo, riferendole anche il villaggio - o settore - d'appartenenza. <Piacere di conoscerti, Ekko. Il mio sfidante ha dunque un nome.> Sbeffeggia ancora, divertita dal proprio modo di fare tanto quanto quello altrui che pare riuscire a tenerle testa. Chissà se sarà la stessa cosa per il combattimento che inizierà di lì a breve. Lui attiva correttamente il suo Chakra, unendo le mani al centro del petto, preparandosi all'allenamento successivo. La donna, dal canto proprio, non farebbe altro che portare la mano ad altezza del kunai che tiene attorno alla coscia. Così facendo, lo terrebbe nella mancina, stretto nel palmo assieme al piegamento delle dita. Se vuole lasciarla iniziare, allora dovrà prendersi la conseguenza delle sue azioni. Porterebbe la leva inferior destrorsa poco più avanti della gemella, in modo che abbia tutt'ora una stabilità per il lancio corretto dell'arma. La mira dovrebbe esser ancor ottima, per quanto possibile date le sue capacità attuali, seppur sia costretta a socchiuder per un attimo l'occhio manco, sincerandosi che Ekko sia perfettamente nel suo mirino. Irrigidirebbe la muscolatura dell'arto preposto al lancio, assieme a quella del fianco relativo, adoperando una lieve torsione del busto per ovviare a qualunque imprecisione del lancio conseguente. Il braccio mancino, impugnato a dovere il kunai, verrebbe rivolto appena all'indietro per caricar quest'ultimo dell'energia e della forza necessaria, nonostante quest'ultima scarseggi al contempo. Si sente ovviamente più debole d'un tempo, ma deve ovviare a queste problematiche con l'allenamento intensivo che intende riprendere a fare. Una volta adocchiata la spalla DESTRA di Ekko, l'arto eseguirebbe un movimento di frusta semicircolare lasciando andare l'arma, la quale inizierebbe il suo volo verso l'avversario. Chiaramente, tratterebbe - anche in questo caso - la sua forza e la velocità dell'arma, la quale diventerebbe ovviamente visibile agli occhi dell'astante, minacciante appunto la zona del corpo altrui citata in precedenza. Fatto questo, adopererebbe parte della sua velocità, trattenendosi come se ancor potesse considerarsi forte quanto un Kage, spostandosi verso la propria destra - sinistra altrui - per almeno cinque metri, alternando con veemenza le inferior leve. Se ha appreso qualcosa durante i suoi anni passati a combatter le guerre ed avversari d'ogni tipo è che non bisogna mai star fermi in uno stesso punto. Si rischia soltanto di venire colpiti, soprattutto se non si conosco le abilità di chi si ha di fronte. Busto chino, gambe che velocemente si muoverebbero in tal direzione, assestando il suo avanzare a quella distanza citata, senza mai perder di vista Ekko. [ Chakra ON ][ 2/4 - Lancio del Kunai + 1/4 - Spostamento laterale di 5m ]

17:30 Kaworu:
  [Training Zone] Il primo passo sarà compiuto: il Chakra viene impastato, scaldando il proprio ventre e scorrendo nel suo corpo in maniera attiva. Lo sente, perché le sue capacità ne beneficiano, potendo adesso esprimersi al massimo del loro potenziale. Sciolto il sigillo, riaperto lo sguardo, sensi e fisico sono più reattivi. "Sono Pronto, Signora dei fazzoletti!" dichiara, con quella sua voce tipicamente baritona, adesso impregnata di tonalità risolute, ardimentose per affrontare la sfida. Si metterà in posizione; una posta totalmente anticonvenzionale: la gamba sinistra si piega tipo genuflessione, col ginocchio che guarda davanti a sé, mentre la destra arretra, semi distesa con la rotula appena contratta, a guardare il suolo, ed il piede puntellato sopra questo col tallone sollevato, che ricorda un po' il preambolo di preparazione di uno scattista. Il braccio destro è piegato con avambraccio parallelo alla facciata frontale, leggermente inclinato, col gomito che guarda ad oriente, e la mano aperta in orientamento di taglio, quindi col dorso verso l'alto e l'interno a mirare in basso; il braccio sinistro invece è disteso esternamente ad occidente, obliquo al terreno di un angolo acuto, non superiore ai 45°, a dare maggiore stabilità e compostezza all'equilibrio del corpo, che rimane individuato nel bacino, proprio dove sta ancora raccolta la propria energia. Il tronco è proteso in avanti ma sempre in maniera lineare, col mento della testa che non supera la verticale ipotetica del ginocchio sinistro, occupando uno spazio ben preciso in una sorta di cilindro immaginario che contiene la propria sagoma. Peculiarità ulteriore di quella 'Stand Position' tutta particolare, è che non sta immobile sul posto: infatti, senza macinare metri, quindi pressoché nello stesso fazzoletto di spazio, cambierà sempre guardia pur rimanendo la medesima posta, solamente che si riflette in movimenti speculari che danno più l'idea di una sorta di 'danza' sul posto, con la quale restituisce una sensazione di dinamismo e reattività. L'iniziativa perciò se la prende giustamente Furaya: la mossa che mette in pratica la donna, è di utilizzare uno dei suoi armamenti, ovvero un Kunai. Tiene gli occhi puntati sulla kunoichi, senza però restarsene impalato a farsi usare come bersaglio per le freccette. Nello sfruttare il tempo della dinamica di estrazione e tiro dell'arma, il Nero di Konoha, previa possibilità di lettura dell'atteggiamento altrui, indirizza il chakra nelle gambe per poi CERCARE DI MUOVERSI LATERALMENTE IN OBLIQUO, verso la propria SINISTRA (destra Furaya), girando il tronco di taglio in maniera da PROVARE A SOTTRARRE l'articolazione destrorsa dalla traiettoria del pugnale dell'altra. Il movimento, se riuscirà ad andare a segno, si troverà ad essere del tutto speculare all'azione successiva della kunoichi, che ha scelto proprio quel versante dove muoversi. Se sarà stato abile di avvedersi/realizzare il tentativo di attacco armato altrui, a seconda della di lei velocità e propria cognizione, di modo da rispondere di conseguenza, passerà al contrattacco: il movimento di Furaya di 5 mt in laterale dovrebbe portarla ad una distanza di ipotenusa 11 mt, definita dalla diagonale dei dieci metri di partenza aumentata dalla scostamento parallelo di lei. PROVANDO per cui a MUOVERSI PER 10 mt, quindi metà della massima distanza da lui raggiungibile, CERCA DI PORTARE A DISTANZA DI INGAGGIO FURAYA, che dovrebbe trovarsi perciò all'incirca ad 1 mt di distacco. Se avrà avuto le tempistiche giuste, dopo il Primo Quarto di reazione/schivata ed il Secondo quarto di Spostamento per metà della distanza mazza, vorrà PROVARE A LANCIARE UN ATTACCO SEMPLICE in MEZZOTEMPO, chiudendo la battuta di quattro tempi in quella maniera. Il colpo, si traduce in un TENTATIVO DI CALCIO CIRCOLARE DESTRO, portato da destra verso sinistra, e quindi sfruttando ulteriormente la forza angolare del proprio corpo derivata dallo stesso spostamento (fatto verso sinistra), oltre che lo stesso chakra irrorato nelle gambe. L'obiettivo del colpo è di TENTARE DI COLPIRE IL VOLTO DI FURAYA (guancia sinistra), con la parte laterale della pianta del piede, sfruttando le lunghe leve inferiori e la propria altezza, quel metro e novantacinque di statura, per annullare gli spazi che separano i due dal corpo a corpo.

[Light Bomb x1/Tasca sx][Chk on: 10/10][Primo Quarto: Reazione di schivata - Secondo Quarto: Spostamento metà dist. max. laterale a sinistra (10 mt) - Terzo e Quarto Quarto: Attacco semplice - Calcio Al volto]

18:13 Furaya:
 Il momento delle parole è terminato. Non resta da far altro che agire. Il kunai che viene lanciato alla volta di Ekko viene schivato dallo spostamento laterale di quest'ultimo. Si tratta d'un piccolo movimento che è tuttavia abbastanza per uscire dalla traiettoria di tiro. Sceglie di sottrarre dall'equazione la sua spalla minacciata, con l'arma bianca che saetterebbe al suo fianco ma senza toccarlo. Si conficca, infatti, a qualche metro di distanza oltre la sua mole. Con molta probabilità, lo recupererà più tardi. Non ha abbastanza denaro per riuscire a comprare qualche altro pezzo del suo equipaggiamento, motivo in più per ricordarsi di riportarselo a casa. Spostatasi di cinque metri, la distanza tra i due aumenta a circa undici, tenendo in considerazione quanto fatto dal taijutser poc'anzi. In rapida successione, avviene l'attacco ai suoi danni da Ekko. Si precipita alla di lei volta, la quale or può valutare attentamente sia la sua velocità che eventualmente la forza insita nell'attacco. Si sente tremendamente debole perché la sua celerità d'azione e di movimento non era affatto paragonabile a quest'ultima, tutt'altro. Di conseguenza, stringe i denti ed irrigidisce i muscoli facciali e del collo, come se stesse ringhiando. Dalle profondità della sua gola, per quanto gutturale e basso - lontano - si potrebbe sentir quel piccolo fastidio generato dall'incapacità d'avere una potenza senza eguali. Assottiglia lo sguardo, l'espressione pare farsi quella d'un animale, del predatore all'attacco, infastidito dal continuo scappare della preda che non si ferma ad affrontarlo. Tuttavia, il ragazzo è tutto fuorché questo perché si precipita da lei, effettuando una rotazione e relativo calcio che ne minaccia proprio il volto. Anziché spostarsi come sarebbe consono fare in una situazione del genere, oltre al normale metodo di combattimento della donna che prevede una schivata e nessun altro tipo, irrigidirebbe la muscolatura dell'arto mancino. La motivazione è una sola. Resterebbe ferma sul posto, con l'arto in questione che, una volta sollevatosi, celermente proprio per ovviare ad una ferita che potrebbe farle male, manterrebbe ben salda la sua posa verticale. Stringerebbe con forza le dita, serrando il pugno fin quasi a far sbiancare le nocche. Vorrebbe fare in modo che l'altrui gamba vada infrangendosi contro il vambraccio metallico che possiede sotto la camicia, in modo che lui avverta quel fastidio generato dallo sbatter contro qualcosa di rigido, più duro dell'osso. Manterrebbe altresì basso il baricentro, equilibrata nella posa, divaricando le inferior leve. L'intero lato sinistro della fanciulla or sarebbe contratto affinché resista all'attacco avverso, mentre il di lei volto si troverebbe immediatamente dopo l'avambraccio posto a protezione della guancia. <Non sai fare di meglio?> Accuserà comunque un fastidio all'avambraccio, ma sul di lei volto non vi sarebbe neanche l'ombra di quest'ultimo. Si tratta d'un piccolo livido che prenderà forma sotto la protezione, nulla che sia perlomeno invalidante. Sol quando sarà sicura d'aver fermato l'avanzare di Ekko, adotterebbe uno spostamento laterale verso la propria via libera - destra - affinché riesca nell'intenzione d'allontanarsi. Vorrebbe, alternando le gambe nella sua corsa celere, per quanto pur sempre trattenuta affinché gli occhi del deshi possano seguirne gli spostamenti, per raggiungere una distanza non superiore ai cinque metri. Di nuovo. Nel frattempo, lo sta studiando ed ha sicuramente qualcosa in mente. Lo attende ancora, donandogli il busto a tre quarti. Una tacita richiesta: fammi vedere cosa sai fare davvero. [ Chakra ON ][ 2/4 - Parata + 1/4 - Spostamento di 5m ]

18:41 Kaworu:
  [Training Zone] Il calcio arriva a bersaglio, ma non come avrebbe voluto: di fatto, Furaya lo PARA, intercettando la finalità della leva inferiore destrorsa con l'avambraccio mancino di lei. L'espressione del Makihara sarà abbastanza stupito: non si aspettava tanta forza in quel corpo femminile: tant'è che l'ossatura del ragazzone, pure se allenata ed irrorata dell'energia del chakra, si becca la risonanza del contraccolpo. "Dannazione... che forza che c'ha...!" mormorio sommesso, ingoiato da una deglutizione di perplessità. L'altra però non contrattacca, anzi: continua a spostarsi lateralmente, di altri 5 mt, portando la loro distanza temporaneamente a 6 mt. "Mhpf!" sorridente, pieno di entusiasmo. "Lo sapevo che sarebbe stato interessante!" verso la fu kage. La gamba destra, utilizzata per colpire, torna indietro, riprendendo la postura iniziale, quella stand position con ginocchio sinistro piegato, arto inferiore destro prolungato all'indietro, braccio destro a copertura frontale e arto superiore sinistro a puntare il suolo a meno di 45° di apertura verso l'esterno ponente. Non perde troppo tempo a stazionare sul posto, ma CERCA DI inseguire subito Furaya, spostandosi verso di lei, stavolta LINEARMENTE, per essere più celere nel coprire le distanze, con un MOVIMENTO DIRETTO, FRONTALE, di 5,5 mt, di modo da lasciare appena mezzo metro di distacco dopo quella prima battura di azione. Quando si muove, sembra sempre che danzi. Il secondo quarto, parrebbe essere come il primo: di fatto la gamba sinistra si pianta in terra, il tronco si tira all'indietro, per cercare di accompagnare la destrorsa leva inferiore ad alzarsi, caricando ancora un movimento circolare, da destra verso sinistra, in quello che si direbbe essere la replica del calcio orizzontale di prima; in realtà, quell'azione VORRA' ESSERE soltanto una MOSSA INGANNATRICE, perché la direzione presa dalla coscia destra non prosegue verso la faccia di Furaya, ma vira improvvisamente verso l'alto: UNA FINTA, questo cercherà d'essere il secondo quarto, che descrive il tentativo del taijutser di PROVARE A DIROTTARE FITTIZIAMENTE le difese della kunoichi su di un bersaglio non reale, impegnando quell'altro 1/4 di spartito. Infatti, nel 3° e 4° tempo di azione, si risolverà il tutto, con un VERO TENTATIVO DI ATTACCO SEMPLICE, che si traduce essere un CALCIO MONTANTE SINISTRO, ovvero portato dal basso verso l'alto, in verticale, con la leva inferiore mancina, CERCANDO DI MIRARE AL MENTO DI Furaya; la meccanica fisica che realizza quell'acrobatico gesto, consta nell'utilizzo della spinta data sia da un colpo deciso dei reni, che dalla forza stessa che il finto calcio destro porta con sé: in pratica, è come se volesse fare un passo in parallelo al suolo, utilizzando l'avversaria come ipotetico pavimento (perciò il tentativo di andare a colpirla), richiamando la gamba sinistra dopo lo slancio della destra, con l'aggiunta del fatto che ci potrebbe essere l'impatto del proprio piede con la mascella della ninja donna. Quella serie di movimenti assumono una connotazione flessuosa ed armoniosa, come se davvero stesse ballando mentre combatte.
[Light Bomb x1/Tasca sx][Chk on: 10/10][1°/4: Spostamento diritto di 5,5 mt - 2°/4: FINTA DI COLPO CALCIO DX AL VOLTO (attacco non portato) - 3° e 4°/4: ATTACCO REALE SEMPLICE (Calcio montante sx al mento)]

20:22 Furaya:
 A distanza ravvicinata, non resta da far altro che adottare nuovi metodi d'affronto. Non è comunque il caso, giacché la donna si sarebbe dapprima allontanata, venendo rapidamente rincorsa da Ekko. La distanza torna ad essere effimera, poiché lui vorrebbe azzardare quella che è una finta, salvo poi attaccare sul serio tramite un nuovo calcio. Tuttavia, dovrebbe aver capito con chi ha a che fare e che, per ovvietà, non si porterà mai a ricevere un attacco in piena faccia a meno che non abbia - come prima - una difesa utile. Non appena lo vede avvicinarsi alla di lei volta, or vorrebbe attuare un azzardo che potrebbe essere complicato anche per Ekko, proprio perché in avvicinamento. Il muoversi della fanciulla sarebbe quanto più semplice possibile, arretrando per circa un metro aggiuntivo rispetto al mezzo metro che dovrebbe separare lei dal ragazzo. In totale, quindi, alternando celermente le inferior leve irrorate del proprio Chakra ma sfruttando pur sempre una velocità minore di quella che potrebbe davvero raggiungere, vorrebbe assestarsi a circa tre metri e mezzo. La schiena volgerebbe dietro di sé in modo che il fronte, assieme agli occhi chiari e gelidi, resti rivolto all'avversario per sincerarsi di conoscere sempre la sua posizione. Durante un combattimento, seppur privo d'un finale che porti la morte d'uno dei due contendenti, bisogna sempre mantenere alta la guardia, restare vigili, assicurarsi che non si venga colpiti poiché troppo distratti. Non se lo potrebbe perdonare: ha troppa esperienza sulle spalle. <...> La lingua schiocca appena contro il suo palato e gli incisivi, digrignando appena i denti. Ha un attacco in mente, deve soltanto attendere il momento propizio, ma nel mentre adotterebbe già l'elemento del Chakra del Fuoco, il quale arderebbe come una piccola fiammella al centro del suo petto laddove il sigillo caprino precedente ne avrebbe attivato il Chakra in tutto e per tutto. Le braccia si solleverebbero e qui porterebbero le mani a formare due nuovi sigilli: drago e capra. V'è sempre una ragione nell'adottare determinate strategie, così come nel parare dapprima l'attacco e dopodiché spostarsi per volerlo schivare. Stava soltanto preparando quel che adesso starebbe per lanciargli addosso. Giacché la distanza s'è ridotta drasticamente, allungherebbe il braccio manco verso l'esterno col palmo rivolto in direzione del cielo pomeridiano sotto al quale i due continuano ad allenarsi. Il Chakra Katon sarebbe irrorato lungo l'arto in questione, conglomerandosi fuori dagli tsubo e al di sopra del palmo della donna, laddove andrebbe a formarsi una piccola fiammella come se la di lei pelle avesse appena preso fuoco. Da quel punto, adotterebbe questa fiamma come suo prossimo attacco, intercettando la movenza del suo calcio. Si sarebbe tenuta nelle sue vicinanze proprio per questa ragione, intenzionata a metterlo nei guai con un attacco che potrebbe destabilizzarlo non poco. La grandezza del getto di fuoco sarebbe ovviamente minore rispetto a quello che potrebbe raggiungere, restringendosi nel mezzo metro appena. Lanciata in sua direzione, adoperando il grande potere nascosto delle sue arti magiche ma adoperandone neppur la metà proprio per ovviare a problematiche impossibili da risolvere, dovrebbe coprirne tutto il fronte ed i fianchi per - appunto - la metratura sovrascritta. Questo sta a significare che il nostro nigga di quartiere può decidere d'avanzare - facendosi male inevitabilmente - così da concludere l'attacco che stava portando ai di lei danni oppure - forse meglio - pensare ad una difesa adeguata. Tacita ancora, mantiene sotto controllo l'avverso, pronta a spostarsi se necessario. [ Chakra: 44/50 ][ 1/4 - Spostamento di 1m + 2/4 - Manipolazione del Fuoco ]

21:04 Kaworu:
  [Training Zone] Stavolta Furaya non para, ma schiva: sarà questa variante, che frega l'offensiva del taijutser. "Dannazione l'ha schivato..." constatazione rammaricata, ma anche colpita dalla velocità dell'altra. Per forza di cose, siccome è in movimento continuo, il capoerista è costretto a rovesciare su stesso, facendo una capovolta all'indietro, appoggiano la mano destra prima e la sinistra poi sul suolo, allontanandosi sistematicamente dalla kunoichi di un altro metro circa, arrivando perciò ad una distanza di 4,5 mt, consumando il primo quarto di battuta. "Dov'è..?" cercando l'avversaria, per tenerla sempre sotto controllo, l'adocchia perciò iniziare a fare qualcosa: non capisce bene di cosa si tratti, ma i sigilli che quella impugna, lo preoccupano alquanto, tanto da fargli rendere conto che stia per inventarsi qualcosa. "..Uh-oh...!" considerazione ansiata. "...E' veloce!" la manualità di lei, così come la rapidità della formazioe del ninjutsu della Chunin, lo ragguagliano sul fatto che normalmente sarebbe complicato opporsi all'altra. "Non ho altra scelta..." l'unica possibilità di scampo che ha, è affidarsi all'unica tecnica di taijutsu che conosce. CERCA DI esaltare la propria adrenalina, mischiandola con l'energia del chakra in tutto il corpo, anche se principalmente nelle gambe, per irrorare ancora più sensibilmente la muscolatura e permettere alle leve inferiori di godere al massimo livello di vigore. Rilasciando tutta la propria energia, TENTERA' DI SCATTARE al doppio della sua velocità, in un movimento iperattivo e repentino, PROVANDO A liberare tutta l'energia del chakra nei muscoli, in uno SPOSTAMENTO LATERALE VERSO DESTRA (SX FURAYA), di 2 m e qualche centimetro massimo, per TENTARE DI scansare il getto di fuoco derivato dalla manipolazione dell'elemento Katon, e trovarsi quindi, qualora fosse riuscito a scansare il jutsu della ninja donna, ad una nuova distanza diagonale da lei di circa 5 mt e pochi centimetri sulla Sinistra di Furaya.

[Light Bomb x1/Tasca sx][1° Quarto: movimento acrobatico metà distanza/altezza massima (1 mt indietro) - 2°e 3° quarto: Tecnica della sostituzione - II Tipo - 4 pt chk - 4° Quarto: //][Chk on: 10-4= 6/10][Distanza da Furaya ipotetica (se azione a buon fine): 5 mt circa in diagonale (Sx Furaya)]

21:38 Furaya:
 La scelta compiuta da Ekko non si sente affatto in dovere di recriminarla. Conosce qualcuno che però si sarebbe gettato nelle fiamme pur di riuscire a colpirla, uscendone gravemente ferito ma comunque consapevole d'esser riuscito nel suo obiettivo. Il taijutser opta per mantenersi integro, la qual cosa non è affatto da sottovalutare, poiché potrebbe tornare alla carica da un momento all'altro a meno che non sia abbastanza stanco. Non soltanto, sfrutterebbe anche la tecnica della sostituzione di secondo tipo la quale lo porterebbe a raggiungere un'ulteriore distanza, allontanandosi velocemente per via dell'adrenalina e del chakra che verrebbero sfruttati per accelerarne le movenze. Una volta fermatosi con il malus relativo all'uso di quella tecnica difensiva, la donna richiamerebbe anche la manipolazione, cessandone l'utilizzo. Focalizza le iridi glaciali sul volto del nigga di quartiere, avvicinandosi alla di lui volta con la mandritta protesa in avanti. <Non brucia più, giurin giurello.> Pare persino seria nel pronunciarsi in questa maniera di fronte al ragazzo, sollevando appena l'angolo delle labbra. Attende che questi possa afferrarle la mano, stringerla per sancire la fine di quell'allineamento qualora voglia farlo. Per quanto la riguarda, resta lì tesa. <Ad ogni modo, come sospettavo, i Sensei non capiscano proprio nulla a proposito del tuo potenziale. Dovresti insistere.> Si sente veramente in dovere di farglielo sapere perché ha visto come s'è comportato durante quest'allenamento ed è altrettanto conscia che sia capace di ben altro con qualche esercizio in più e la fiducia di qualcuno. <Vorrei dirti di credere più in te stesso e d'ignorare gli altri, ma lo fai già. Quindi, continua così.> Ombreggia un sorriso sul pallido ovale della giovane, la quale attende soltanto un possibile responso da parte sua, ipotizza anche delle eventuali domande, ma è comunque pronta a dialogare a seguito dell'allenamento appena terminato. <O volevi continuare?> Giusto per sincerarsi che non abbia fermato lo scontro nel bel mezzo dell'altrui divertimento, se ne dispiacerebbe un sacco. [ Chakra ON ]

21:55 Kaworu:
  [Training Zone] Rimane intontito, dopo essere riuscito a sfrecciare ad altissima velocità lontano dalla traiettoria del Jutsu di Furaya. Scombussolato, oltre che stancherrimo, è sudato come un cencio fradicio, ed ha evidentemente l'affanno, essendo arrivato praticamente a metà delle sue capacità di sopportazione della fatica (stamina lvl 50%). Occhieggia la Kunoichi che sembra fermarsi, comunicandogli la fine della tecnica. "Ehi!! Dì un po' te, avevi intenzione di farmi allo spiedo?! Non vedi che sono già nero come il carbone? Che colore pensavi di farmi diventare!!!" agitandosi sul posto con aria assolutamente comica in quello sfogo di protesta, la faccia e le sembianze sono 'Deformed' in evidente momento pagliaccesco. Parentesi esilarante che si conclude, tornando composto, una volta che l'altra si è avvicinata a lui e gli ha proteso la mano. [Uh?]sfarfallio di ciglia, rimirando la ninja donna, ascoltandone le parole. Sorride poi, con aria compiaciuta, distendendo i lineamenti e chiudendo lo sguardo per un attimo. "Ah! Vuole la verità? Non mi sono mai divertito in vita come in questa esercitazione, nella quale mi sono impegnato veramente al massimo, stavolta." ammette verso di lei, ricambiando il gesto della stretta di mano di lei, con sicurezza e piacere. "Ho ignorato forse troppo, a dire il vero. Forse, è il momento di mettersi d'impegno seriamente, e capire anche io, così come farlo vedere a tutti, che cosa posso fare!" riprendendo un po' anche le parole di lei, circa il suo potenziale e l'avere fiducia in sé. Rilascerà la stretta successivamente, restando dritto di fronte alla Yoton-Nara, scrutandola con al test abbassata obbligatoriamente data la differenza di statura tra i due: non c'è aria di altezzosità però, al contrario, il Makihara sembra porgere un grande rispetto. "Anche lei è molto di più di una semplice donna fabbro. No?" malgrado non abbia ancora capito e svelato il mistero sull'identità dell'altra, qualcosa gli ha fatto intuire che il livello visto in campo restava sicuramente celato. "L'ho capito da quando ha parato prima il mio colpo, nel contatto con il suo braccio. Così come dai movimenti." quei piccoli elementi che ha provato su di sé e potuto cogliere durante la battaglia, che lo hanno influenzato anche nelle scelte. "Dovrò lavorare molto se voglio sperare di avere la mia rivincita ad armi pari!" portando le mani ai fianchi, in un'aria entusiasta e allettata dalla sfida. Sull'ultima domanda, ridacchia. "Quindi non era ancora la fine? Allora merito di sapere il suo nome, visto che l'ho toccata per stringerle la mano, e non avevamo decretato la conclusione dello scontro per certo!!" asserisce con furbizia giocosa, ridendosela di gusto e con maniera genuina.
[Light Bomb x1/Tasca sx][Chk on: 6/10]

22:31 Furaya:
 Ferma innanzi al bestione dalla scura pelle, tende l'udito per ascoltare le sue premesse e le conseguenti risposte. Le sfugge una piccola risata alla battuta secondo la quale avrebbe potuto renderlo più scuro di quanto già non sia. <Ringrazia che abbia usato il fuoco e non la lava.> Scosta una ciocca di capelli dal suo viso con la mano libera, giacché l'altra si starebbe ancora adoperando per stringere quella dell'omone tutto d'un pezzo. <Non so se riusciresti a diventare più scuro di così, ma temo di sembrare un poco razzista se continuo sulla tua stessa lunghezza d'onda.> Dannato politicamente corretto, inizia ad essere davvero troppo stretto e precisino! La reazione ottenuta e la conferma secondo la quale si sia divertito fanno sì che la Decima sia felice a sua volta di quel che hanno passato assieme durante questo pomeriggio nuvoloso. <Posso complimentarmi con te, infatti. Mi piace come ti muovi e come agisci, specialmente quando hai fatto quella finta.> Glielo deve, è sempre stata sincera con chiunque avesse di fronte, incapace di mentire. Non ne trova la ragione, anche se talvolta ha dovuto ricorrere a quest'eventualità - o ad omettere. Le stringe la mano, denotando come la sua stretta sia abbastanza forte. China il capo e il relativo sguardo proprio in virtù di queste ultime strette tra di loro, prima d'esser costretta a risollevar il capo per via della differenza d'altezza. <Sono felice di sentirtelo dire.> Finalmente si farà valere. Ha comunque compiuto un'ottima azione a parere proprio. Alla di lui domanda, non può limitarsi a far altro che annuire, dandogli ragione circa il fatto di non essere soltanto una donna che fa il fabbro. Non può certo nascondersi adesso che gli ha dimostrato parte delle proprie capacità fisiche e magiche, no? Inutile mentire di fronte alla realtà dei fatti. <E cos'altro hai compreso dai miei movimenti? Mi stai dicendo che durante la battaglia stavi analizzando anche le mie mosse.> Quindi teneva d'occhio sia l'avversario, come sarebbe sempre corretto fare, e cercava anche di dare il cento percento della sua attenzione agli attacchi che le ha portato. Interessante la prospettiva di qualcun altro nei confronti della suddetta, la quale pare esserne comunque piuttosto compiaciuta. Lascerebbe calare la mano contro il rispettivo fianco dopo aver stretto la di lui mano sancendo il termine di quell'allenamento. <Ehi, ma non è giusto!> Esclama al suo indirizzo quando asserisce che è costretta a rivelargli il suo nome, visto che si è fatta toccare poc'anzi durante la stretta di mani. <Tch.> La lingua schiocca con evidente fastidio, portando le braccia ad incrociarsi or sul petto in modo che non possa più l'altro sfiorarle la mano - come se fosse stato questo il problema cardine della proposta. <Non è meglio conoscermi come la Signora dei Fazzoletti? Rende tutto più magico.> E tremendamente finto. [ Chakra ON ]

22:58 Kaworu:
  [Training Zone] Faccia sbiancata -il che si nota di più, visto che è scuro di carnagione-, quando l'altra fa tale dichiarazione sulla lava; espressione buffa di terrore, così come la postura è decisamente spaventata. "Ma che cosa c'ha nello stomaco, un vulcano attivo?! Che fate, le armi con lo sputo?" comicamente replica, immagianandosi adesso Furaya ad arroventare i ferri sputacchiando in giro per la sua bottega. Sfarfallio di ciglia, specie alla questione del poter diventare più colorato o meno. "Non lo voglio ancora scoprire, grazie!!" ruotando su sé stesso, con quell'aria preoccupata e umoristica. Esilarante atteggiamento che si riallinea alla normalità, tornando dritto quando quella si complimenta. Annuisce con soddisfazione, ma non ribatte ulteriormente, palesando una certa modestia, oltre che consapevolezza di dover fare ancora di più per migliorare. "Quando combatto, immagino sempre che è come se danzassi col mio avversario. Siamo in due, a muoverci nella musica dei colpi, seguendo lo spartito della lotta. Se pensassi solo a me, non soltanto avrei perso in partenza, ma non varrebbe nemmeno la pena lottare. Il mio avversario è lì, ed io devo avere rispetto di lui, per poterlo sconfiggere davvero. Solo se accetto che lui, il mio rivale, esiste, posso impegnarmi al massimo per colpirlo più forte di quanto lui potrebbe fare." espone la sua filosofia e prospettiva nell'intendere il confronto. "Non si tratta, perciò, di avere pietà, o di essere senza scrupoli: ma soltanto di accettare che la forza, quando incontra i suoi limiti, che in questo caso sono i nostri avversari, ha bisogno di ricevere il suo massimo per andare oltre." prosegue, con voce decisa. "E questo non sempre significa andare fino in fondo alla cieca. Oggi, io sarei uscito sicuramente sconfitto: ma ciò non vuol dire che non arriverò mai, soltanto che dovrò superare altri limiti, prima di arrivare a poter danzare al suo ritmo. Perché è davvero una musica forte, la sua!" riferito alla Chunin, allargano le braccia in una facciata di congratulazioni nei suoi riguardi. Torna a ridere divertito alla obiezione della donna ninja. "Massì, per me sta bene così." non sembrerà voler mettere in difficoltà l'altra, accomodandola in quella volontà di tenere l'anonimato. "Mi basta aver avuto la possibilità di conoscere il vostro ritmo. Si capisce molto di una persona, nel vedere come si muove. Ed anche se io non ho potuto guardare davvero fino in fondo, perché le sue capacità sono state in non poche circostanze al di sopra delle mie possibilità di lettura, tanto mi è bastato per capire che lei è davvero in gamba. Forse più di quanto cerca di nascondere." o almeno, di quanto è attualmente: questo il ragazzone di colore non lo sa, ma l'atteggiamento in battaglia di Furaya, gli ha restituito quella sensazione; quell'energia che il corpo di lei magari ancora ricorda, seppure sia stato ridimensionato e depotenziato, ma ancora è lì, lo spirito della decima kage, sopito, come un vulcano dormiente, in attesa di poter eruttare ancora. Il loro duello ha lasciato sicuramente qualcosa a lui, sensazioni vaghe e senza concreta e nitida concezione, fantasmatica. Per il deshi, una bella ispirazione: come se entrambi, dovessero riscoprirsi, per tornare a danzare su inarrestabili bit. "Grazie, Signora dei Fazzoletti." un inchino lieve del capo, mostrandole perciò ossequio, oltre che riserbo e stima.
[Light Bomb x1/Tasca sx][Chk on: 6/10]

23:37 Furaya:
 Permane sul pallido ovale quel sorrisetto divertito. <Nello stomaco no, nelle vene sì.> Ha avuto molto tempo per iniziare ad apprezzare il potere dello Yoton e non ne fa praticamente a meno da anni, ormai. Infatti, non ha timore nel pronunciarlo tanto meno nel farne uso. Ha messo da parte qualunque timore avesse nei confronti di chi glielo ha donato - per così dire - imparando a sfruttarlo a dovere. Solleva le mani mostrando i palmi liberi e scoperti alla vista del ragazzone. <Tranquillo, non era certo mia intenzione.> No no, ci mancherebbe, voleva soltanto stuzzicarlo un minimo e pare esserci riuscita egregiamente. L'argomento si fa tutt'altro che derisorio, specificando il suo modo d'essere e di vedere il combattimento appena affrontato. Si scambiano quelli che sono complimenti e consigli proprio come due contendenti dovrebbero sempre fare. N'è particolarmente colpita, al contempo anche soddisfatta poiché comprende come non abbia assolutamente perso tempo e abbia potuto capire meglio un ragazzo appena conosciuto tramite ciò che viene loro meglio fare. <Il combattimento è una danza a tutti gli effetti. Esiste una musica che suona soltanto per i contendenti e che soltanto loro possono riuscire a sentire davvero. Sulle sue note, cominciano a danzare secondo i loro precisi schemi, ma schemi che s'intersecano perché, pur essendo avversari, riescono a comprendersi a vicenda.> E riescono al contempo a seguire lo stesso ritmo, così da affrontarsi senza esclusione di colpi. Anche le parole pronunciate subito dopo da Ekko la lasciano piacevolmente colpita, annuendo piano in sua direzione, lasciando che questi finisca di parlare prima di rispondergli in egual maniera con un suo pensiero in merito. <Molte persone si limitano a combattere con le loro capacità minime, senza sforzarsi. Quando incontrano qualcuno più forte di loro tendono a lamentarsi o a fuggire. Al contrario, bisognerebbe spingersi semplicemente più in là. V'è da aggiungere che ognuno di noi possiede un suo limite, ma ciò non sta a significare che non possa essere valicato più volte finché si raggiungerà il punto finale.> E lei c'era davvero così vicina. Aveva ottenuto qualunque potere potesse desiderare, iniziando dalla doppia innata - seppur sia stato un mero esperimento di suo padre e non qualcosa d'ottenuto perché anelato - e passando per l'evocazione dei Lupi, terminando in quel che poi è stata l'Arte eremitica per eccellenza che era finalmente riuscita a dominare, percependo la natura circostante. Si sarebbe potuta dire completa, finita, avendo raggiunto il punto finale della sua crescita in quanto ninja. Ed invece eccola qui, qui dove ha perso tutto quel che aveva ottenuto dopo anni ed anni di guerre, rabbia e solitudine. Ripercorre quel che è stato il suo percorso, uno di quelli che sarà probabilmente costretta a riaffrontare pur di riottenere qualunque legame perduto con la sua parte dominante. <Chissà, la prossima volta che ci affronteremo riuscirai a scucirmi anche il mio vero nome.> Potrebbe essere un motivo per rivedersi ancora dopotutto, anche perché il loro non vuol essere in nessun modo un addio, anzi un arrivederci sarebbe quanto più corretto possibile. <Ad ogni modo, fino ad allora> Fin quando non riuscirà a scoprire la realtà dietro quel bel faccino angelico. <potrai chiamarmi Pakkurīdā.> Gekido sarebbe troppo riconoscibile, essendo stata Generale degli Anbu, motivo in più per costringerla ad essere qualcun altro. Discende dai lupi e n'è il capobranco. [ Chakra ON ]

23:51 Kaworu:
  [Training Zone] Annuisce alle considerazioni condivise da Furaya, restando in accordo tacitamente, leggibile tuttavia sia dal volto che dalla gestualità. Sulle successive, scrolla un po' le spalle. "Mah, sa, Signora dei Fazzoletti... il limite, secondo me, è solo quando qualcuno decide di fermarsi. Saremo sempre gli avversari di qualcun altro. E troveremo sempre noi stessi in quella nuova ammissione da parte dell'avversario. Questo vuol dire che finché ci sarà un ritmo su cui muoversi, non ci si fermerà mai. Non saremo mai soli." almeno, lui la pensa così. "Ma sono solamente un allievo, alla fine! Che ne posso mai sapere!" portando la mano destra alla nuca, ridacchiando in alleggerimento sia della propria parvenza, che del dialogo stesso. Fa per muoversi verso l'albero dove la kunoichi l'ha aspettato ed accolto, e dove aveva gettato il cappotto, per recuperarlo, e portarselo a spalla, dietro la scapola sinistra, con l'indice che lo trattiene per l'accollatura. "Ci può scommettere." facendole cenno di pollice verso l'alto, sorridendo con determinazione e lanciando un occhiolino di complicità. "Pakkurida." ripetendo l'identità fittizia che l'altra gli ripropone. "... Era più magico Signora dei Fazzoletti!" soffia, con comicità. "Bene. Allora, Pakkurida, è stato un vero piacere." fissandola con placidità e socievolezza. "Ora però sarà meglio che vada. Una buona doccia ed una calda ciotola di ramen direi di essermele meritate." genuino. "A presto, Pakkurida." alzando la mano destra, in un segno di saluto. Attenderà le ultime della Kunoichi, per poi prendere la via del rientro.
[Light Bomb x1/Tasca sx][Chk on: 6/10][//END]

Si sono dati appuntamento al campo d'addestramento del distretto di Konoha.
Il loro allenamento avviene con un'analisi attenta da parte d'entrambi, con sorpresa della donna nel trovare in Ekko un tipo tanto interessante anche dal punto di vista combattivo.

Il patto iniziale sanciva che lei gli avrebbe rivelato il suo vero nome soltanto se l'avesse toccata; non riuscendovi, sfrutta quello fittizio (alias Pakkurīdā) generando un legame con l'allievo. Si rivedranno e forse riuscirà anche a scoprire il suo reale nome.

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Avrei dovuto postarla come lezione, ma merita d'essere letta.
Le azioni di combattimento sono assolutamente perfette, la descrizione dei movimenti non posso proprio obiettarla o commentarla perché non c'è nulla che non vada. Sei sicuramente un player esperto, hai compreso le meccaniche di gioco come si deve. Passi ufficialmente a Genin per quanto mi riguarda, ma non credo che le altre due Cv abbiano qualcosa da contestare sulla decisione.
Davvero, bravo u.u ♥