{ Una notte da sessantacinque mila ryo - Spin off }

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21:21 Rasetsu:
 Ha indossato i suoi soliti abiti, sgraffignati (pensavate veramente che fossero suoi? Poveri illusi) dall'armadio di Touma senza neanche chiedergli il permesso. Quando mai l'ha chiesto per rubare? Qualora l'avesse scoperto, gli avrebbe semplicemente detto che glieli avrebbe restituiti, ma fino ad allora... fa spallucce. Una camicia bianca ne copre il magro sterno e le ben ricalcate costole, coi polsini ben abbottonati per non far vedere le orride cicatrici che ogni volta è costretto a farsi per attivare l'innata, lasciando così che la ferita non guarisca mai completamente. Una giacca nera, un simil cappottone che gli va anche grande in quanto a larghezza, è lasciata aperta e gli arriva sin ad altezza delle ginocchia. Non sono affatto abiti della sua stazza, poiché Touma è decisamente grosso ed è il doppio di lui. Bisogna sempre accontentarsi finché non riesce a racimolare abbastanza denaro per andarsene e rimpolpare il suo guardaroba. Non porta occhiali né altri accessori, se non un paio di scarpe - questa volta uguali tra di loro - che è riuscito a rubare ad un altro ubriaco addormentato. A proposito dei pantaloni, sembra abbia dovuto subire un cambiamento piuttosto drastico. L'ultimo paio che aveva è andato perduto durante una passeggiata nel quartiere notturno, esattamente durante il pomeriggio odierno. Per questa ragione, ha dovuto in fretta procurarsene di nuovi. Il problema è che sono troppo giovanili per lui, non c'entrano proprio niente con il resto dell'outfit del demone. Si tratta d'un paio di jeans strappati ad altezza delle ginocchia, con dei dannati risvoltini che ne scoprono le caviglie. Ciò implica che si vedano i calzini che ha rubato a chissà chi, neri e che superano le caviglie. Va da sé che non c'entrino proprio nulla col resto. C'è anche una piccola catenina che gli penzola da un fianco, nera e verde; un tintinnio fastidioso che gli fa storcere persino il naso. Infila le mani nelle tasche, aspettando che Dyacon possa raggiungerlo. Devono trovare necessariamente una pista, tuttavia non poteva contattare nessun altro se non il Sabaku. Gli altri due sono sconosciuti ai propri occhi, tanto da non conoscerne neanche il nome. E per questa ragione, pare potersi affidare soltanto a qualcuno come lui per trovare quei tipi loschi che, in breve tempo, potrebbero anche tornare per primi a cercarli per riscuotere quei sessantacinque mila ryo che non è poi molto intenzionato ad elargire tanto gratuitamente. Tamburella con un piede sulla pavimentazione, poggiato contro una parete nelle vicinanze di un localino succinto la cui insegna continua a lampeggiare. Ha molta pazienza tutto sommato- no, non è vero, sta già iniziando a spazientirsi. <Farebbe bene ad arrivare subito.> Imbronciatosi persino, pare che oggi non gli vada bene mezza! [ Chakra OFF ]

21:40 Dyacon:
 Alla sola idea di doversi incontrare con il Rasetsu, gli passa tutta la voglia di vivere, se non fosse che il ragazzo gli serve per rintracciare quei dannati ragazzini della Yakuza. Uno di loro ha addirittura osato colpirlo e questo, per uno come lui, è un'onta che deve essere lavata con la vita. Cammina in uno dei tanti vicoli del quartiere notturno, volenteroso di raggiungere il luogo d'appuntamento prefissato con l'altro genin. E' leggermente in ritardo, ma se ne fotte. Il Kokketsu se ne farà una ragione. < Dannazione... > Sussurra a fil di labbra, spostando lo sguardo a destra e a manca, accorgendosi di come quelle arterie stradali siano abitate per lo più da barboni, drogati e donne dai facili costumi. Di quegl'individui in giacca e cravatta ancora nessun indizio. < Tanto ti troverò... > Sussurro serafico, privo d'espressione ma fottutamente deciso ha raggiungere l'obiettivo. Si presenta vestito come al solito: capigliatura corvina lasciata alla mercè delle condizioni climatiche, dove alcune ciocche ricadute davanti al volto, vanno in netto contrasto con il colore albino della pelle. Busto coperto da una maglia nera e una felpa bianca a collo alto con chiusura a zip verticale. Cos'hanno di particolare i due indumenti appena citati? Non hanno la manica destra. Infatti il braccio dritto è completamente nudo da spalla a polso, mettendo in mostra una muscolatura non eccessiva ma definita. Ad altezza bicipite, svetta il coprifronte di Suna che ne attesta l'appartenenza alla famiglia dei ninja. Pantaloni neri, comodi, larghi ai fianchi con dei ghirigori dorati che s'inerpicano fino alla vita dove, una stoffa rosso fuoco lo avvolge con delicatezza, utilizzata per sostenere e trattenere la giara attaccata alla schiena. Tale reliquia color ocra fa capolino da dietro la schiena, posizionata in diagonale, dove la sacra sabbia dell'ex paese del vento riposa e giace dormiente. A concludere il tutto, le classiche calzature da shinobi aperte sulle punte. Avanza, inquadrando poco più avanti la figura di Rasetsu, sospirando rumorosamente. < Quante sono queste? > Domanda, senza nemmeno salutarlo, piantandogli davanti agli occhi quattro delle cinque dita della mano destra, muovendole da dritta a manca. Vuole vedere se è sotto effetto di qualche sostanza stupefacente. Non si meraviglierebbe vedendo il soggetto.

22:12 Rasetsu:
 Finalmente, dopo qualche altro attimo d'attesa, si palesa la figura di Dyacon agli occhi verdastri del demone. Questi lo scruta con attenzione fin quando non sarà davvero nei suoi pressi, sollevandosi dalla parete a cui era poggiato tramite un colpo di reni. Permane con le braccia incrociate al petto, assurdo in quegli abiti che assolutamente non fanno parte del suo solito abitué. <Ti sei deciso a farti vedere, ah?> Non è che, forse, per una volta, era in anticipo proprio il rosso senza essersene reso conto? D'altro canto, non possiede un orologio, a malapena calza un paio di scarpe che non siano distrutte poiché usate - sì, da qualcun altro. Quando gli sventola la mano davanti alla faccia, mostrando quattro dita alzate, il rosso si dimostra essere di nuovo infastidito, addirittura arrabbiato adesso, tanto da sbuffare sonoramente. <SONO QUATTRO COME LE QUATTRO SBERLE CHE TI TIRO SE FAI DI NUOVO RITARDO> Eccoci qui, ricominciamo bene la serata. D'altronde, la giornata non è stata una delle migliori, motivo per il quale ha scelto saggiamente come comportarsi... male, ovviamente. Avevate mica dubbi in merito? <O LE QUATTRO DITA CHE TI FICCO NEL CULO SE DOPO NON MI PORTI A BERE!> Impunta i piedi, allarga le gambe e resta ad osservarlo fin quando non si deciderà a dirgli qualcos'altro oltre alle stronzate appena pronunciate. <Abbiamo un lavoro da fare, ci vogliamo muovere o aspettiamo che ci vengano a prendere loro?> Così, giusto per decidere un po' il da farsi ed evitare di stare ancora con le mani in mano, dato che potrebbe risultare essere non poco deleterio per entrambi. Per Saisashi e Shiroyuki, beh, se ne faranno una ragione semmai li incontrerà ancora per strada. [ Chakra OFF ]

22:29 Dyacon:
 Fermatosi davanti alla struttura fisica di Rasetsu, perfettamente frontale a quest'ultimo, il Sabaku continua a muovere il braccio destro da dritta a manca, mantenendo quel quattro visibile sulle dita. Lui, nel frattempo, osserva se l'altro è in grado di seguire quei bruschi cambi di direzione. < Mi stavo solo sincerando se fossi in grado di seguirmi in questa missione... > Con nonchalance gli sbatte in faccia quello che tutti pensano di lui: essere un drogato dimmè. < ..... > Aggrotta la fronte nel sentire le urla del Kokketsu, infastidito così tanto da portare le mani alle orecchie, oltre che fulminarlo con lo sguardo. < Hai finito? > Un sussurro mortifero, prima di far ricadere le braccia lungo i rispettivi fianchi. < Solo la presenza di Touma mi frena. Altrimenti ti avrei già sotterrato sotto tre metri di sabbia. Tsk! > Schiocca la lingua sul palato con fare irriverente e altezzoso, senza mai staccare l'attenzione dal volto di Rasetsu. < Ora, senza urlare, andiamo. > Gli fa cenno di seguirlo per le arterie stradali del quartiere notturno, pronti a batterle tutte se possibile. < So che tu sei abbastanza ferrato in materia... > Mentre cammina, infila le mani all'interno delle rispettive tasche dei pantaloni, nascondendole ad occhi esterni. < Come muoversi. Chi cercare e quant'altro... > Era o non era l'ex capo della Yakuza? A qualcosa servirà oltre che a rompere le palle no? < Piuttosto... > E l'immagine di quel ragazzino che lo colpisce al volto gli ritorna prepotentemente alla testa. < Sai chi era quell'idiota che ha osato tanto? > Vuole avere nome, cognome, indirizzo, gruppo sanguigno e quante più informazioni possibili sulla sua nuova preda. < Dimmi da dove iniziare e ti seguirò... > Si mette a sua disposizione. Non completa, ma comunque accetta di seguirlo. Vedendolo lucido, si può fidare. Che la caccia abbia inizio!

22:41 Rasetsu:
 Fa roteare gli occhi verso l'alto come se fosse un bambino la cui madre lo ha appena sgridato e ripreso per qualcosa che ha fatto - o che non ha fatto come si deve. <Va bene, mamma, domattina mi farò trovare con il letto rifatto. Ora andiamo?> Insiste ancora alla di lui volta, iniziando a non riuscire più a stare fermo sul posto; si tratta dei suoi soliti sbalzi d'umore privi di fondamento o motivazione, anche se il nervosismo odierno potrebbe essere stato generato dalla rottura dei pantaloni nel bel mezzo d'un vicolo. <A proposito, quello stronzo non si fa vedere a casa da un po' o forse son io che ci sto il meno possibile.> Specialmente adesso che non vuole rivelargli d'avergli distrutto i pantaloni, seppur si stia ancora chiedendo come diamine sia riuscito a causare uno strappo simile. C'era per forza un chiodo od una mattonella incrinata contro il muro a cui s'è poggiato, altrimenti non si spiega tanta sfortuna. In realtà, potrebbe ma lasciamolo convinto che non possa essere sfortunato. S'avvierebbe comunque mettendosi al suo fianco, guardandosi attorno di sottecchi come se s'aspettasse che quei mafiosi sbuchino da un momento all'altro da qualche stradina laterale. <Una volta, ero riuscito ad accaparrarmi il ruolo di capo della Yakuza, dopo aver fatto lo sguattero di quel figlio di puttana di Jinto Oboro.> Biascica, mantenendo un tono di voce basso. <L'hanno ucciso per me, così da poter prendere il suo posto, ma non era l'unico al Tanzaku a volere l'esclusiva.> Facendo schioccare la lingua contro il palato, raccontandogli qualche aneddoto del passato in merito a quel che è stato quando Kusa esisteva ancora e non come mero ricordo racchiuso in un distretto. <Sta di fatto che la mia Yakuza non si muoveva in quel modo. Avevamo le mani in pasta in tutt'altro settore, quindi potrebbero essere i rimasugli del figlio di puttana numero due.> Riferendosi ad Orochi Hyuuga, ma potendo sembrare un po' dispersivo nel discorso oltre ad essere poco chiaro, magari, nella sua stesura. A proposito della conoscenza di quel tale, lui è costretto a scuotere la testa. <Cosa vuoi che ne sappia? Non è certo uno dei miei, altrimenti non avrebbe osato tanto.> Commenta ancora, mantenendo un tono di voce piuttosto pacato e aspettando che possa pronunciarsi a sua volta in merito. <Dovremmo provare a sentire di qualche luogo in cui avvengono atti illeciti, quindi un locale particolare che, sotto banco, esegue crimini che nessuno farebbe.> Come funzionavano loro, in pratica, ormai dieci anni prima. E' un viaggio nel passato, dove lui farebbe volentieri ritorno soltanto per riottenere quel che ha perduto a causa della guerra. [ Chakra OFF ]

23:00 Dyacon:
 Il nervosismo lo assale al solo pensiero di riuscire, finalmente, ad incontrare nuovamente quel ragazzino. Irritabilità che si manifesta con un gesto chiaro, inequivocabile: lo stringere dellde mani in due pugni con tanto di nocche sbiancate. Vuole uccidere e sotterrare sotto la sua sabbia quella faccia da schaffi del mafioso. Non la scorderà mai. Gli è rimasta impressa da quella sera in cui è stato colpito alla sprovvista. < Anche io sono un pò che non vedo Touma... > Ammette con un leggero velo di tristezza in quelle parole. D'altronde, il Fukaikuro è stata la persona con cui ha affrontato l'esame da genin e che ha avuto vicino in questi dieci anni mentre tutti erano scomparsi, morti, o congelati. < Guarda che cazzo hai fatto ai suoi pantaloni... > Sospira, sentendo il rumore dello strappo che si espande per tutto il vicolo. Sospira rumorosamente, avvicinando il palmo della mano destra al viso, mimando il più classico dei facepalm. < Prima o poi lo sfondo... > Sussurra a fil di labbra, fregandosene altamente di esser sentito dal Kokketsu. Anzi, spera che quelle parole gli giungano in modo chiaro e nitido alle orecchie. Tuttavia, se prima la considerazione del Sabaku nei riguardi di Ryuuma era sotto lo zero, quest'ultima subisce un'impennata vertiginosa quando viene a sapere che lui era a capo della Yakuza. < Allora a qualcosa servi. Dentro quella dannata testa non hai solo la neve... > Ovvero la roBBa(?) che lui stesso vendeva e spacciava sottobanco. < Uh? > Inarca il sopracciglio destro, non riuscendo a capire a chi si riferisce con il nomignolo di < Figlio di puttana numero due? > Sbatacchia un paio di volte le palpebre, mentre i passi si susseguono verso una meta sì decisa, ma non ancora prefissata. < Sono passati dieci anni Rasetsu... > Gli ricorda questo piccolo particolare. < Dieci anni in cui molte cose sono cambiate, è vero, ma certi giri d'affari, certe entrate sicure non subiscono mai un'evoluzione. Vista la concretezza con il quale racimolano ryo, si preferisce non toccare certi equilibri. > Almeno questo è quello che pensa lui. Ragionamento che fila liscio come l'olio. Chiaro e limpido. < Anche se non siamo più nella vecchia Konoha, ti ricordi un locale simbolo? > Magari è stato ricostruito anche a Kagegakure. < Partiamo da quello. >

23:27 Rasetsu:
 A proposito di Touma, si limita ad un'alzata di spalle. Non saprebbe dove andare a cercarlo adesso, soprattutto perché non n'è veramente interessato. Prima o poi farà ritorno e ricomparirà. Non reputa necessario andare a cercare tutta la gente che sparisce o che vuole stare qualche attimo per sé. Potrebbe anche star soggiornando, per il momento, a casa di qualche ragazza. Non sarebbe tanto fuori discussione. <Nonhofattonienteaisuoipantaloni.> Commenta tutto d'un fiato, girandosi rapidamente da tutt'altra parte, accelerando persino il passo in modo che possa allontanarsi dal Sabaku prima che capisca qualcosa di troppo. Si schiarisce anche la voce tossendo, quasi come se stesse per sputare un polmone, ma questo è un altro discorso ovviamente. Esagera in maniera voluta, giusto per sottolineare che c'è qualcosa da nascondere davvero qualora non si fosse capito. <In realtà, sniffo davvero poco.> Effettivamente alludeva proprio a quello, ma è un dettaglio opinabile. In fondo, gli ha comunque dato una risposta che avrebbe voluto e che si sarebbe quasi sicuramente aspettato dal rosso. Continua ad avanzare nel frattempo, lanciando delle occhiate nei locali attorno ai due, così da poter individuare quello che, ad una prima occhiata, possa sembrargli quanto più losco possibile. Un'insegna rotta potrebbe fare al caso loro? Beh no, non ci andrebbe nessuno lì perché sembrerebbe scadente. <Orochi Hyuuga> Lo ha pronunciato anche nel momento in cui se la stavano vedendo coi diretti interessati che han chiesto loro quella cifra esorbitante di ryo. <La situazione mi fa abbastanza ridere perché dieci anni fa quei ryo li avrei anche avuti> Ammette in sua direzione, lasciandosi di nuovo andare ai ricordi di quando aveva qualcosa di reale tra le mani e non un pugno di mosche come in questi giorni. <per pagare qualcuno che gli staccasse la testa e ci sputasse dentro.> Vomita fuori cattiveria gratuita, digrignando i denti per via di quel che prova nei confronti di quelle bestie che hanno osato chieder loro un riscatto simile. Non gliela farà passare di certo liscia. Quella serata era iniziata nel migliore dei modi, quindi voleva soltanto divertirsi ed ha preso tutto al pari d'uno scherzo. Non aveva intenzione di scatenare delle risse, reputando che fossero delle grosse pagliacciate. <Lo so che è passato tanto tempo, ma potrebbero essere cambiate tante cose. Tutt'ora non sono riuscito a trovare nulla che possa ricollegarsi alla mia Yakuza. Persino il mio collaboratore più fidato è sparito da molto tempo.> Spiega al suo indirizzo, continuando ad inoltrarsi lungo le viottole piene di gente di quello che gli ricorda vagamente il Tanzaku Gai. <Non sono mai stato a Konoha, ma posso dirti uno per uno i locali del Tanzaku: grandezza, proprietari, nomi e quante puttane avevano a lavorare per loro.> Gesticola con la mancina. <Tuttavia, non so se ci sia ancora qualcosa. Andava di moda la sala di thè di Orochi, potremmo provare a cercare qualcosa d'analogo oppure qualche locale più sofisticato, ma che ti dà l'aria d'essere sporco. Tipo...> E punta il dito in aria, lasciando la frase a metà, in modo che possa posarsi immancabilmente s'una insegna totalmente a caso. <Oppai Bar?!> Sì, avete capito bene. [ Chakra OFF ]

20:13 Dyacon:
 In effetti è da tanto, troppo tempo che non vede quella testa mezza rossiccia di Touma. Precisamente da quando ha incontrato Keiga nella grotta alla cascata dell'epilogo. Più d'un mese fa. < Chissà dove cazzo si è ficcato... > Magari si trova sbronzo dentro a qualche bordello. incapace d'intendere e di volere. Oppure è semplicemente morto. Ovviamente spera che la prima ipotesi sia quella più realistica. < La tua reazione è già un'ammissione di colpa... > Sentenzia all'indirizzo del Rasetsu, bloccando il suo incedere per permettere allo stesso Kokketsu di sfilargli davanti. In questo modo cerca d'inquadrare il retro dei pantaloni indossati dall'altro genin, mettendo a fuoco lo squarcio verticale - con tanto di mutanda in bella mostra(?) - creatosi più o meno al centro delle chiappe. Come immaginava. La frase detta tutta d'un fiato già lo condannava e ora ha potuto vedere con i suoi occhi il misfatto. < Fossero stati i miei pantaloni, ti avrei tirato una testata sul naso. > Così, d'amblè. < Tanto è inutile avere dei crediti con te no? Navighi nella merda più totale in fatto di ryo... > Se poi ci aggiungiamo che deve una somma da capogiro - sessantacinquemila ryo per l'esattezza - alla Yakuza, allora è proprio un morto di fame. < Almeno mi toglierei la soddisfazione. Tsk! > Schiocca la lingua sul palato, abbozzando un sorriso in direzione del ryuuma. < Ma se tra i genin sei conosciuto come Rasetsu, l'aspirapolvere per chi non si accontetsu. > Esterna la prima cosa che gli viene in mente come battuta. < Orochi Hyuuga? Lo stesso cognome di Mekura... > Mormora a fil di labbra, posando lo sguardo sul volto di Rasetsu dopo esser tornato a camminargli al fianco. < Secondo me se cercassi, troveresti qualcuno dei tuoi uomini... > E' vero che in dieci anni qualcuno può essere sparito, qualcun altro morto e altri ancora esser passati dall'altra sponda. Ma almeno uno lo troverà no? < Sei tu quello informato in materia. Quindi, e non sai quanto mi deprime dirlo, ti seguo... > Si è messo nella mani di un'idiota drogato. Peggio non poteva scegliere. < Oppai bar? > Inarca il sopracciglio sinistro, non capendo a cosa si sta riferendo Rasetsu. Solo quando gli occhi incrociano l'insegna del locale, capisce. < Forza, è tempo di stanare la Yakuza... > Non tutta, ma quel bulletto che tanto ha osato nei suoi confronti. Vuole fargliela pagare a tutti i costi. [Chakra OFF]

20:41 Rasetsu:
 Prosegue lesto al fianco di Dyacon, accelerando un tantinello il passo nel momento in cui adocchia quel locale precedentemente menzionato. Vuole assolutamente metterci piede. <Per fortuna, non sono mai entrato in casa tua, altrimenti non ti sarebbero mancati soltanto i pantaloni.> Così, giusto per fargli capire che, qualora volesse dargli un pugno, questo è il momento giusto per poterlo fare perché se la sta cercando finendoci con tutte le scarpe. <Guarda che ho ricominciato a lavorare in ospedale, quindi qualche ryo da parte sto iniziando a mettermelo.> E prima che Dyacon possa chiedergli qualche monetina o banconota per chissà quale motivazione od acquisto, s'affretta ad aggiungere: <Ma mi deve ancora arrivare il primo stipendio!> Di getto, agitando freneticamente le mani davanti al corpo, in segno di diniego, infilandosele nelle rispettive tasche della giacca. Fa roteare gli occhi verso l'alto, infastidendosi come al solito quando chi gli parla e pronuncia qualcosa ha ovviamente ragione. Ed è anche risaputo di come Rasetsu abbia irrimediabilmente torto, ma da qui ad ammetterlo potrebbe morire anche altre cento volte: non lo direbbe mai, neanche sotto tortura - ma quelle brutte, intendo, quelle degli Anbu. <L'aspirache?> Non ha capito ovviamente, costringendolo a storcer la bocca con far stranito, totalmente inconcepibile per lui il termine aspirapolvere utilizzato dal Sabaku. <Parla come mangi, dannazione.> Non esistevano mica gli aspiraqualcosa dieci anni fa, ragion per cui il rosso non sa neanche cos'altro aggiungere. Si limita a camminare, raggiungendo l'ingresso dell'Oppai Bar. L'insegna di quest'ultimo rappresenta esattamente un bel paio di poppe con sotto il nome del locale attorniato da luci fastidiosissime a neon, viola e bianche. Darebbe fastidio pure ad un cieco o, nel nostro caso, al demone dal fastidio sotto al naso. <Potrebbe darsi che sia l'ora di rimettersi in marcia, altrimenti finirò con il dover formare una nuova famiglia da solo.> E non si riferisce al significato vero e proprio di famiglia, bensì allude a quella della Yakuza, quella mafiosa che era riuscito a tenere in piedi tempo fa, divenendone il capo, la qual cosa gli è costata anche una suddivisione interna tra i membri: c'era chi preferiva seguire Orochi anziché star dietro ad uno psicopatico come il rosso. C'è pur da dire, tuttavia, che i suoi affari ed i suoi lavori li sapeva fare abbastanza bene, inoltre smerciava Sbrilluccica a qualunque membro della sua Yakuza! Era o non era il migliore?! <Come pensi d'iniziare a cercarli? Chiedendo in giro dove sono quei figli di puttana o qualcosa del genere? No perché, nel caso te lo stessi domandando, con molta probabilità potrebbe attirare soltanto altri guai.> Giusto per sottolinearglielo e per fargli comprendere che c'è bisogno d'una strategia adeguata. <Per ora, limitiamoci ad entrare, troviamo un posto in cui sederci e osserviamo. Possiamo anche provare a chiedere al proprietario se conosce qualche spacciatore di zona o mercante d'organi. Fidati, non mancheranno di sicuro da queste parti.> Non è più la Kusa d'una volta, deve ancora riuscire a capire che l'influenza del Consiglio dei Daimyo è maggiore rispetto a quella dei Kage. I controlli son aumentati, potrebbero stanarli in un niente. [ Chakra OFF ]

21:22 Dyacon:
 Mano a mano che avanza, l'insegna dell'Oppai Bar diventa sempre più vicina, tanto che i due si ritrovano a chiacchierare nei pressi dell'ingresso. < Punto A, tu a casa mia ci metti piede solo ed unicamente con qualche donna. > Tette grandi e dai capelli rossi possibilmente. < Punto B, sicuramente non mancherebbero le mutande. Ci sciacqueresti nella parte frontale... > Gli strizza l'occhio sinistro - unico visibile - sorridendo in modo irriverente alludendo proprio a quella cosa. Intanto le luci di quel simbolo vanno ad illuminarli, alternandosi sui vestiti di entrambi. < Aspetta aspetta... > Aggrotta la fronte, sbatacchiando un paio di volte le palpebre, non avendo capito bene l'impiego del Kokketsu. < Tu sei un medico? > Incredulo. Non ci crede. Come può un drogato far parte di un'ospedale? C'è il rischio che uccida qualcuno, o che somministri qualche farmaco di troppo in preda ai deliri delle sostanze stupefacenti ingerite. < E si fidano? Ti hanno mai fatto il test della droga? > Breve attimo di pausa, portando le braccia ad unirsi davanti al petto, intrecciandosi da loro. < Avrai livelli altissimi... > Ghigna, prima di ruotare il capo verso la porta del bar, dannatamente vicina. < Comunque... > Cambia totalmente discorso, andando al nocciolo della questione. < Siamo arrivati. Organizziamo un piano... > Chiede al demone dai capelli rossi, andando poi a rispondere al suo quesito. < Siamo in un bar. Penso che il barista sia la persona che viene a contatti con tutti i clienti. Potrebbe aver ascoltato delle conversazioni o esser stato il confidente di qualche ubriacone. Cerchiamo di estorcergli delle informazioni mirate. > Magari passandogli qualche ryo sottobanco. < O così, o possiamo comprare un pò di droga e creare una sorta di canale di fiducia. > Dal pusher ai membri della Yakuza è un attimo. < Mercante d'organi? > Questa gli mancava. Davvero c'è gente che baratta parti di corpo umano? A quanto pare sì. < Non m'interessando. Tu vuoi rifarti un nome, magari riprendere quello che era tuo... > La posizione di capo della mafia. < ...io voglio solo che quel coglione mi venga portato qui davanti. Sentire le sue scuse, la sua voce arrogante divenire una supplica. > Quando afferma le sue intenzioni, sembra alienarsi, distaccarsi dal mondo che lo circonda, completamente estasiato dalla voglia di vendetta. < Entriamo. > E così facendo la mano destra s'allungherebbe verso la maniglia dell'entrata, aprendone l'uscio. Si sincererebbe che il rosso lo segua. [Chakra OFF]

22:03 Rasetsu:
 Si blocca immantinente per girar il capo alla volta del Sabaku, il quale ha pronunciato qualcosa d'interessante per cui il rosso ha drizzato le orecchie. <Quindi, se io mi porto una donna posso entrare a casa tua? E perché cazzo non me lo hai detto prima?> Si sarebbe risparmiato le nottate sotto ad un ponte quando Touma aveva già qualcuno dentro il suo appartamento. Sì, durante quelle serate ha spesso dovuto dormire fuori, cercando di restare a casa delle tipe che si portava a letto - sotto compenso monetario, ovviamente. Chi è così disperata da farselo completamente sobria o pulita? <Te lo pianto in fronte se non ti stai zitto.> E sì, stiamo parlando proprio dell'organo genitale maschile che ha tra le gambe. <Diamine, lo hai pure visto.> Hanno avuto un incontro ravvicinato a sei la prima volta che si sono conosciuti, quindi non è impensabile che almeno una volta gli sia caduto l'occhio su quello degli altri due compagni. Agita la mancina in aria come a voler fargli chiudere la bocca, sembrando tuttavia soltanto il movimento d'uno schizofrenico com'è lui. <Sono un genetista se la cosa ti rassicura. Non curerei neanche te, figurarsi se curo gli altri. Se si fanno male devono arrangiarsi da soli.> N'è veramente convinto, non sta affatto scherzando come farebbe di solito, prendendosi gioco delle persone. Non ha mai avuto alcuna intenzione di prendersi carico dei pazienti, preoccupandosi esclusivamente di se stesso e dei propri esperimenti. <Ad ogni modo no, non do il consenso a nessuno per prendere campioni del mio sangue a meno che non sia io stesso a farlo. Il mio sangue è troppo importante per finire in mani sbagliate.> Anche se nei laboratori pare che ne abbiano eccome, infatti vuole capire a chi possa essere collegato, qualche altro Kokketsu che sia nato nel corso di questi dieci anni da coloro che sono rimasti in vita. I figli di Yukio? Non crede siano abbastanza grandi da poter aver avuto figli, tuttavia potrebbe restarne sicuramente sorpreso. Lo scoprirà a tempo debito, non appena avrà tra le mani una fiala del liquido nerastro che appartiene a Kamichi. <Possiamo preoccuparci della droga, per adesso. E' la più facile da reperire e spesso ci sono spacciatori minori che lavorano per le grandi Famiglie. Il mercato nero attirerebbe troppo l'attenzione, adesso perlomeno. Quando riusciremo a recuperare delle informazioni, allora potremo anche pensare di spingerci ben oltre. Per quello> Alludendo sempre al mercato nero. <non possono fare finta di niente.> Potrebbero anche andarsene senza pagare o non avere i soldi necessari per la droga, affinché loro vengano direttamente a cercarli ancora, con maggior celerità di prima. Il debito andrebbe via via accumulandosi, quindi non sarebbe una conseguenza così inesistente. Allungherebbe la mancina in avanti, così da poggiar la mano sulla maniglia che verrebbe spinta, portando anche la relativa porta ad aprirsi il necessario per far passare entrambi. <Buonsalve festaioli!> Brontolando, di lato, qualcosa come segaioli, ma sorvoliamo poiché sarà udibile soltanto al Sabaku qualora non vi sia troppo casino all'interno del locale da rendere impossibile sentirlo. <Ehi, capo!> S'avvicinerebbe al bancone subito dopo con un sorrisone a trentadue denti che sembrerebbe finto da lontano un miglio. Vorrebbe mettersi comodo s'uno sgabello, tirandosi dietro anche il suo amichetto Dyacon con un braccio attorno al collo. Che regga il gioco! <Io e il mio amichetto cerchiamo robetta per divertirci.> Ha premura d'abbassare il tono, ma tira su col naso in maniera troppo evidente, mimando il verso dello sniffare: chiara richiesta. [ Chakra OFF ]

22:24 Dyacon:
 Mantiene la porta aperta, così da dar modo al Kokketsu di seguirlo all'interno del locale. Lascia poi che si chiuda dietro di sè, restando per alcuni secondi nei pressi dell'uscio e spostare lo sguardo da destra a sinistra, inquadrando e mettendo a fuoco le varie figure che popolano la struttura. < Perchè non me lo hai mai chiesto... > Fa spallucce, rispondendo con nonchalance alla sua domanda. Effettivamente il Rasetsu non ha mai esternato la voglia di passare la notte a casa sua. Tanto ormai l'appartamento del Sabaku è diventato un hotel. Furaya, Mattyse, Sango, Keiga. Chi entra, chi esce, chi rimane. un bordello in poche parole. < Tsk! > Schiocca la lingua sul palato in modo irriverente, altezzoso e borioso. < Ma che pianti in testa? Quella caramella appiccicosa? > Dalle dimensioni assai ridotte. < Proprio perchè l'ho visto. Forse eri strafatto, ma la donna che hai deciso di scoparti, dopo venti minuti circa, è venuta da me implorandomi di sbatterla sul divanetto. Con te non sentiva nulla. > Fa il finto serio, cercando di essere quanto più credibile possibile. Vuole farlo sentire una merda. Quasi impotente, giocando con la sua memoria da pesce rosso. < ..... > Resta in silenzio poi, ascoltando le sue mansioni da medico dell'ospedale. O almeno pensava che lo fosse fino alla spiegazione del rosso. < In poche parole... > Porta le dita della mano destra a massaggarsi il mento glabro. < ...non fai un cazzo. > Schietto e sincero, come sempre. < Il tuo sangue? > Qui rizza le orecchie, curioso di saperne di più. < Che cos'ha di così tanto speciale il tuo sangue? > Lo ripete, speranzoso di ricevere una risposta esauriente. < Bene, concentriamoci sulla droga per adesso. > Meglio avanzare per gradi, senza eccedere o tirare troppo la corda fin da subito. < ...!? > L'aggrapparsi al collo da parte dell'altro genin lo prende alla sprovvista, tant'è che caracolla con il busto in avanti. Nonostante la rabbia che raggiunge livelli epici - con tanto di vena pulsante ben in vista nei pressi della tempia destra - cerca di fare buon viso a cattivo gioco, reggendo la farsa messa in scena dal demone. < Già... > Raggiunto il bancone, l'attenzione si sofferma sulla figura posta dall'altra parte, sforzandosi nel non uccidere il Kokketsu seduta stante. < L'ultima volta ce l'aveva fornita un tipo con capelli neri e lunghi, abbastanza distinto nell'aspetto. > Si riferisce al capetto di quel gruppo di Yakuza che hanno osato fermarli tempo fa, durante la serata di festa. < Sai dove trovarlo? Era molto buona... > E tira anche lui sù con il naso, confermando il messaggio anticipato dal kokketsu. [Chakra OFF]

23:00 Rasetsu:
 Il Sabaku pare uno di quelli che s'arrampica sugli specchi. Non glielo aveva detto prima soltanto per questa clausola? Povero illuso, non potrà fare fesso il primo dei fessi- ah no, non funzionava così. <Che gran pezzo di merda che sei. Vuol dire che te lo chiederò più spesso.> Fossi in Dyacon io sarei stata zitta, anche perché questo vuol dire che potrebbe vedersi sparire un paio di pantaloni o direttamente i ryo che tiene nascosti nel materasso, sotto il cuscino, nella credenza o nelle mutande. Non sottovalutare l'abilità d'un borseggiatore precedentemente capo della Yakuza. Conosce dei trucchetti che non rivelerebbe mai a nessuno tanto importanti come sono. <Non dirmi cazzate perché le donne con le quali sono stato potevano lamentarsi della precocità> Che diamine stai dicendo? Ti sembrano cose da dire contro te stesso? Siamo alla frutta ormai. <ma per quanto riguarda la grandezza devi stare proprio zitto.> E pare essersela un po' presa sul personale, ma abbiamo imparato a conoscere anche il nostro demone, il quale è assolutamente permaloso. Quando parla del suo lavoro però, oh, lì s'inalbera davvero tanto da schioccargli un'occhiataccia di quelle che non vorresti vedere provenire dal tuo migliore amico (perché sono best friends, vero?). <Sul mio lavoro, non ti permetto di mettere becco. Non sai quanto ho dovuto lavorare per diventare quello che ero, inoltre il lavoro dei genetisti è molto più importante degli altri. Chiudiamo il discorso perché mi hai appena fatto girare le palle come un paio di maracas.> Neanche sai che cazzo sono le maracas e le usi per fare un paragone? Sei veramente ridicolo, sul serio. Avrebbe potuto usare un sacco d'altri paragoni ed invece ci troviamo davanti a queste cosucce blande da quattro soldi. Ad ogni modo, porterebbe un polso ad altezza delle labbra, laddove il canino appuntito andrebbe a premere s'una delle ferite quasi sempre aperte, giacché la pelle potrà vederla anche Dyacon piena di cicatrici e di taglietti, graffietti di poco conto ma che hanno saldato le loro radici su quella pelle. La stilla di sangue che ne esce, anche a primo acchito, è visibilmente nera e quindi totalmente differente dal normale sangue degli esseri umani. <Questo.> E gli allunga appena la mano sotto al naso proprio per fargliela vedere. Dopodiché tornerebbe ai meri affari della serata, allungandosi un minimo sul bancone con il sorrisone di prima a pieni denti. <Guarda, non te lo so dire il nome. Nessuno si fiderebbe a dirlo in giro, però era vestito anche piuttosto bene.> E attenderebbe qualche altro responso prima di cambiare locale. <Dai, nel frattempo portaci due birre, magari troviamo il diretto interessato proprio qui dentro.> Azzarda lui, desideroso di scoprire delle informazioni a loro sicuramente necessarie e che potrebbero far volare questa risata in pole position. [ Chakra OFF ]

23:30 Dyacon:
 Le mani si poggiano sulla superficie lignea del bancone, saggiando la consistenza di quello che sembra essere mogano lavorato ad arte. < Fai quello che ti pare... > Replica all'indirizzo di Rasetsu riguardo la sua voglia di accasarsi a casa del Sabaku. < ...ma sappi che per ogni sera che resti, voglio due donne nuove. > Una piccola clausola da rispettare se non vuole più girovagare per le strade di Kagegakure, dormendo sotto i ponti. < Ahia... > Il Kokketsu non si è accorto di aver fatto una gaffe di prim'ordine. Si è dato dell'eiaculatore precoce con nonchalance. < Insomma, basta che una ti si spoglia davanti o ti sfiora che già è tutto finito? > Domanda retorica la sua di cui non attende alcuna risposta. Ha avuto una confessione dal diretto interessato, quindi perchè continuare? < Brutta storia... > Eh si, non godere a pieno del piacere della carne è una disgrazia. Un tunnel buio da cui è difficile uscire. Basta solo lavorare sulla mente. < Addirittura? > Sorride in modo dannatamente irriverente, aumentando - qualora possibile - ancora di più il giramento di palle dell'altro. < Non ti ci facevo così permaloso sai? > Ha conosciuto un lato caratteriale decisamente nascosto del Ryuuma. < Uh? > I tratti somatici s'induriscono quando le due ametiste presenti sul volto, inquadrano le numerose ferite che il demone riporta su entrambe le braccia. < E' scuro e denso... > Sussurra, stupito e allo stesso tempo meravigliato dal colore nero di quella linfa vitale. < Adesso mi spieghi meglio... > Non è molto ferrato sul discorso medico, ma quel sangue così diverso è alquanto raro. Insolito. L'attenzione poi viene riportata verso il barista, fornendogli altre informazioni per permettergli di identificare con precisione l'individuo che stanno cercando. < Di solito va in giro con altri due individui... > I guardaspalle, se così vogliamo chiamarli. < Magari questo può aiutarti a ricordare... > La mano destra s'infila nella rispettiva tasca dei pantaloni, estraendo un pò di ryo. Per la precisione, cinquanta. La banconota verrebbe fatta scivolare sul bancone, messa a disposizione della figura che si trova davanti a lui. < Per qualsiasi cosa, ci trovi a quel tavolo laggiù... > Indica con un cenno del capo la postazione poco distante, spostata più a destra rispetto alla visuale del barista. < Attendiamo le due birre. > E si siederebbe, insieme a Rasetsu, prendendo posto lontano da orecchie indiscrete e sguardi curiosi. Pensa a tutto, anche a difendere l'eventuale spifferata del barman. < Spiegami di più sul tuo sangue... > Al ryuuma, attendendo l'ordinazione e restando lì tutto il tempo necessario a raccimolare quante più notizie possibili. [X]

00:04 Rasetsu:
 La fregatura è sempre dietro l'angolo, soprattutto se a trattare con il rosso c'è quel bastardello di Dyacon. <Te le posso clonare se vuoi, così riprendo a lavorare al mio vecchio progetto. Ma potrebbero somigliare vagamente al sottoscritto.> E così chiude il discorso, anche qualora lui s'azzardasse a fare domande inerenti a questa sua fantasia, beh, il signorino qui presente non gli risponderebbe oltre. Teme d'aver già detto abbastanza. <Ma no, ma no, hai capito male.> E cerca di far cadere immediatamente il discorso se non fosse che questa sua farneticazione sarà costretta a restare nella storia. Non è qualcosa di cui è possibile dimenticarsi da un momento all'altro, anzi può addirittura essere usata contro di lui, ragion per cui sarebbe bene che imparasse a starsene zitto una buona volta. Ormai è adulto e vaccinato per di più. <Stazitto> Prorompe tutto d'un fiato, inviperito come al solito quando si parla male del suo lavoro, non tanto di se stesso. <sono stanco di starti a sentire stasera.> Sì, è davvero tanto tanto permaloso il nostro amorevole demone, il quale or come ora vorrebbe soltanto stare all'interno di quel locale, preoccupandosi delle tipe che vi ballano dotate anche di un bel davanzale - d'altronde, perché si chiama Oppai Bar altrimenti? Nel mentre, dopo aver lasciato una manciata di ryo a colui che gestisce il locale - un'ottima scelta quella di Dyacon, per la quale vede anche un Rasetsu piuttosto compiaciuto invero - si siedono ambedue al tavolo. Il resto della serata passerà ad ubriacarsi tra di loro, attenti a qualche spacciatore che possa entrare nel locale e raccontando al corvino il dono che Yukio gli ha fatto a proposito dell'innata del Sangue Nero. Insomma, una serata come le altre, ma coi sensi più all'erta del normale si potrebbe dire. Qualora quel tipo si faccia vivo, avrà pane per i suoi denti ma anche qualunque informazione inerente a questi farebbe loro abbastanza comodo. Vi sarà tempo per ogni cosa, è una frase che inizia a diventare ridondante. [ EXIT ]

Durante una magica nottata, vennero fermati da dei tizi che chiedevano loro il pizzo - ben 65 mila ryo.
Dyacon e Rasetsu vogliono batterli sul tempo, cercandoli prima che possano trovare loro. Si dirigono in un Oppai Bar (non fate domande, per piacere) per raccogliere informazioni.

Alla gentile attenzione di Mattyse, in qualità di master che ci aprì l'ambient.