#tutagrigia
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Giocata dal 15/03/2021 21:55 al 16/03/2021 01:32 nella chat "Quartiere dei Clan [Kusa]"
[Clan Otsotsuki] La giornata è stata difficile, complicata a dirla tutta e adesso se ne sta seduta nella sala comune, in quello che dovrebbe essere un posto di ritrovo e meditazione ma che ora appare più che altro come un deserto. Indossa gli stessi abiti del pomeriggio, eccezione fatta per le scarpe. Dunque eccole le calzine alte fino alle caviglie, bianche e in spugna, sportive insomma. Perfettamente pulite toccano il pavimento, si poggia sorreggendo il peso di quelle ginocchia pesate che a loro volta si contrappongono ai fianchi appena racchiusi in quella minigonna nera poggiata anch’essa al legno del pavimento. Le braccia coperte da quel maglione bianco in lana con l’ampio scollo a barca sono incrociate proprio sulle ginocchia pallide e nude, la testa sistemata in quell’incavo così formato, i capelli a nascondere e far buio intorno a lei. Uno scompigliato mare biondo fragola quello che ricopre ogni dettaglio del suo corpo immerso da chissà quanto in quella semplice immobilità. A terra tra sedere e gambe il cellulare, lo schermo illuminato mostra la foto di Tsuyonotama fatta nemmeno un’ora fa. Lo osserva perplessa analizzando ogni singolo dettaglio di quello scatto interrogandosi su mille questioni. Potrebbe davvero essere lui l’assassino? Potrebbe davvero esser andato fino a lì solo per scoprire come procedono le indagini? E ancora: avrà fatto bene ad abbandonare Fuji? Fuji perché l’ha trattata come una bambola? Troppi quesiti, un subbuglio che l’ha spinta a scappare appena possibile a star ben lontana da casa sua e a cercare rifugio in quel clan, all’interno di quella che dovrebbe poter considerare una famiglia ma invece vede solamente come degli sconosciuti. La schiena si inarca mentre sospira, butta fuori l’aria e socchiude le palpebre, i dubbi la stringono legandola in quella precisa posizione senza darle possibilità di liberarsi. La sua mente ora è un continuo contrapporsi di problemi e soluzioni, tutti differenti, tutti slegati. Contrasti continui, lati del suo carattere considerati come opposti che in qualche modo in lei convivono portandola ad un perenne stato di confusione. Ricerca l’apatia e il silenzio mentre si immerge, tacendo ed ignorando qualsiasi cosa le accada intorno. Non che qualcuno dei pochi che son passati di lì fin ora si sia davvero preoccupato di disturbarla, forse abituati al suo rifugiarsi in quel luogo in cui spera d’essere abbastanza sconosciuta da potersi semplicemente abbandonare esattamente come farebbe a casa propria. Se solo non avesse provato a salvare il marionettista dichiarando di aspettarlo nel suo appartamento ora si sarebbe già rintanata lì ma ha troppa paura per farlo. [abiti: https://www.pinterest.it/pin/43065740176131856/] Giornate difficili per l'umore dell'albino che viene messo a dura prova dai tanti quesiti che ogni giorno tormentano la sua vita e anche da quella vita all'interno di Kagegakure che sembra così lontana dai suoi modi di fare. Deve essere lui ad adattarsi o forse è proprio un pesce fuor d'acqua. Haru di certo non è un tipo da farsi mettere in difficoltà e ci prova a sentirsi come gli altri ragazzi della sua età, pur andando contro i principi e le regole che ha sempre seguito nel corso della sua giovinezza. Ed è proprio questa età adolescenziale a indurlo a provare a cambiare parte di se stesso. Quel cambiamento si può ritrovare negli indumenti portati dal giovane. Un t-shirt bianca è indossata dall'albino con sopra una felpa di colore nero e il cappuccio che copre i capelli bianchi del ragazzo con due cordini che cadono verso il basso. Sotto, invece, Haru indossa una tuta di color grigio chiaro con un paio di calzini bianchi. Il chunin cammina così per i corridoi della sua casata. Gli occhi chiari sono indirizzati verso il basso, sulle righe di un libro aperto che viene tenuto tra le dita della mano destra. La mancina invece è nascosta all'interno della tasca della felpa all'altezza dell'addome. La concentrazione rimane su quelle pagine, lette in maniera approfondita dal ragazzo mentre le pareti monotono di quei corridoi non lo disturbano più di tanto. I suoi passi lo portano all'interno della sala comune, in cui non si rende conto di chi sia presente di già in quel luogo. Si accorge, per un attimo, che quel tema monotono cambia per un singolo secondo e gli occhi vengono portati a proiettarsi in quella direzione per capire cosa sia. Quanto tempo ci metteranno i due a riconoscersi questa volta? [chk off] [Clan Otsotsuki] Passi che non la turbano particolarmente, li ode giungere fino alle sue orecchie ma non ci presta troppa attenzione inizialmente, lei è presa nei suoi pensieri, nei suoi drammi e non ha motivo di stare ad ascoltare con attenzione tutto quello che la circonda, seppur quel semplice rumore che lieve passa attraverso la cortina dei suoi dubbi aiuta a tenerla attaccata alla realtà a non farla perdere e non spezzarla definitivamente. Li sente però fermarsi, in qualche modo percepisce uno sguardo addosso, quel sesto senso da egocentrica che le permette di uscire sempre bene in foto. Ignora quella sensazione ma in lei qualcosa muta, la strada per la realtà si compone proprio davanti agli occhi ormai offuscati e che di fatto non stanno più guardando quella foto. Lo schermo si annerisce e lei sbatte finalmente le palpebre tornando dietro, alza appena il capo, rivelando quegli occhi rossi da sotto i capelli che ancora ricadono tutt’intono, fatica a mettere a fuoco quella figura e forse a causa del vestiario non riesce a riconoscerlo immediatamente. Alza appena il mento, il capo si distacca dalle braccia e con gli occhi che dal basso scorrono verso l’alto giunge al volto altrui, riuscendo solo ora a capire di chi si tratta. Dovrebbe sorridere, indossare la maschera e salutarlo ma si è già sentita abbastanza da svelarsi una volta in sua presenza e ora non ha voglia di fare qualche passo indietro. Inspira lentamente mentre anche la schiena fa a raddrizzarsi e la mano destra si alza il tempo necessario per andare a spostare la fluente massa fragola dal suo viso, non ha voglia di sorridere ma ha una risposta per lui. L’ha appena trovata e come la sera prima, quando andando in pezzi nel suo letto ha pensato a cosa dirgli, ora sente la necessità di richiamarlo. Un cenno di saluto con il palmo della mano destra rivolto a lui attende però che si avvicini, non si sente poi così tanto forte da poterlo raggiungere. Nota il cambio di abiti di quel ragazzo, non lo conosce abbastanza da poterlo ritenere strano ma spera che sia dovuto al suo incontro, alla sua conoscenza. Sole e Luna che in questo momento sembrano ritrovarsi, almeno esteticamente e nell’abbigliamento, non più differenti e complementari ma bensì simili, più vicini che mai a quella che si potrebbe definire un’eclissi Fermo in quel preciso punto della sala, i suoi occhi di color ghiaccio sono impegnati ad osservare quella figura rannicchiata sul pavimento. Come se quella persona stesse cercando di nascondersi, in mezzo ad una stanza in cui hanno accesso tutti i membri del clan. Potrebbe pensare che sarebbe leggermente strano. E invece ritrova in quel gesto un'empatia in cui riconosce parte di se stesso. Per quanta gente possa essere intorno a te, non è detto per forza che tu sia in compagnia. La tua anima può decidere di rifugiarsi al tuo interno e far sparire tutto il resto. Non è una bella situazione ma a volte nascondersi in se stessi aiuta a ritrovarsi e superare problemi. La testa di Haru ruota all'interno di quel cappuccio spostando lo sguardo attentamente su quella figura che ora sembra esser pronta a rivelarsi. Degli occhi rossi illuminano ora quel viso, accompagnati da una chioma fragolosa. Si tratta proprio di quella ragazza incontrata poco tempo prima. La mano dell'altra si alza e l'albino decide di avvicinarsi a lei, senza farla attendere troppo. Il libro si chiude lasciando all'interno l'indice della mano per non perdere il segno. I passi lo portano ad affiancarsi alla ragazza. Un lento movimento porta il chunin ad abbassarsi e poggiare i glutei sul pavimento. Le gambe si incrociano tra di loro mentre le braccia rimangono leggermente indietro rispetto alla schiena portando le mani a toccare il pavimento per sorreggerne il peso. Haru si mette proprio accanto a lei, alla destra della donna, e forse solo qualche millimetro li lasciano separati. <Ehi..> il viso ruota verso Saigo portando le iridi a specchiarsi in quelli rossi altrui <Ciao> un mezzo sorriso si forma sulle labbra notando che la ragazza non è spumeggiante come la prima volta. Haru però non vuole immediatamente riempirla di domande. Entrambi si conoscono ma non ancora così bene. Quel sorriso vuol essere di conforto, però. <Hai visto cosa mi sono messo?> cerca di rompere quel brutto umore in lei con una battuta riferendosi ai vestiti che ha messo ricordandosi del loro primo incontro, ovviamente. E dopo quelle parole, Haru rimane in silenzio restando a guardare quella ragazza ancora un po'. Che eclissi sia, allora. [chk off] [Clan Otsotsuki] Chiunque sia avvezzo alla moda o quantomeno all’abbigliamento, chiunque sia interessato ad apparire sempre al meglio sa cosa fanno i pantaloni della tuta al proprio fisico: sottolineano le formi. Sia femminili che maschili ma è ovvio che siano le seconde ad interessare in questo momento. Lo osserva mentre cammina e senza rendersene conto l’occhio scivola notando così i glutei altrui, almeno quel che riesce a cogliere vista la loro posizione. Tace ma il pensiero come suo solito corre, non ha ancora capito cosa le succeda ogni volta che si trova a vedere troppo bene le forme di qualche ragazzo ma qualcosa evidentemente c’è. La mette in crisi e non poco soprattutto nel momento in cui i suoi pensieri iniziano a vagare ripercorrendo quella parte di addome di Ryosei, passando poi per il corpo in mutande di Aki e soffermandosi sulla bocca di Fuji. Appena il ricordo giunge lì tutto si complica, desiderio che accumuna tutte le sue precedenti esperienze e si manifesta su quel volto con un rossore netto sulle guance, specialmente visto che ora quel bel paio di chiappe si è messo molto vicino a lei. In aggiunta il senso di colpa, non vuole rovinare tutto con il marionettista, non vuole perderlo e già solo provare certe cose spezzano la sua visione del loro rapporto. Una marea di informazioni da gestire per quella testolina che ora va a formare un sorriso abbastanza imbarazzato. Il battito accelera ancora una volta, perché diamine ultimamente quasi tutti gli esseri di sesso maschile le fanno questo effetto? Respira profondamente cercando di mascherare quelle sensazioni, la domanda altrui poi la coglie di sorpresa e peggiora. L’hanno già rifiutata ben due volte ma non si arrende le idee stupide prendono forma da sole <staresti meglio senz…> si blocca. La bocca che resta aperta. COSA STAVA DICENDO. Entrambe le mani vanno ora a portarsi sul volto completamente paonazzo a questo punto e torna a seppellirsi tra le sue ginocchia scoperte. Cerca di nascondere quel volto, di smaltire l’imbarazzo per le parole pronunciate da lei <scusa?> mormora poco convinta con la voce tremante. Se potesse alzarsi e scappare fuori senza rischiare di vederlo lo farebbe. Certo non teme di modificare il loro rapporto, non c’è senso di colpa ora ma solo tante, tantissima vergogna. Ma come le viene in mente adesso di provare certe cose? Non ha già abbastanza problemi? Si schiarisce la voce. Il suo volto è estremamente caldo Rimane ancora in silenzio il giovane osservando il fare di lei. L'Otsutsuki nota come gli occhi della ragazza siano fissi su di lui adesso seguendo tutti i suoi movimenti che lo portano ad affiancarsi a lei. Quella vicinanza non risulta fastidiosa a lui, così abituato a restare in solitudine e mostrare attenzione alle persone con cui legare un rapporto. Haru è lì, pronto a dare supporto alla ragazza in qualche modo se notasse in lei qualche problema sorto negli ultimi giorni. Così la osserva, le labbra di lei che vanno ad aprirsi e Haru ferma il respiro per un secondo per ascoltare attentamente le sue parole. Ed ecco che la voce di Saigo esce dalla sua bocca raggiungendo l'udito dell'albino. <...> letteralmente nei primi cinque secondi, questa è la reazione di Haru. Rimane immobile, ad osservare lei che pronuncia quella frase e poi nascondersi nuovamente tra le gambe. La schiena viene spinta in avanti. Il braccio sinistro abbassa un filo il cappuccio oscurando il viso e poi finisce all'interno dello spazio creato dall'accavallamento delle gambe mentre il destro rimane alzato. Il gomito poggia sulla coscia e la mano rimane all'altezza del viso. Il pollice si inserisce all'interno del libro e, tramite l'ausilio dell'indice, riapre quella pagina in un batter d'occhio. Il libro copre l'imbarazzo formatosi sul viso di Haru e lui finge ora di leggere. <G-Grazie..> sussurra quella parola volendo comunque rispondere a quella frase. Un complimento comunque non si rifiuta mai, nonostante l'imbarazzo creato. Avvicina il libro al viso, quasi a sbattersi in faccia quelle due pagine <Credo..> prende fiato per un attimo, respirando attentamente <.. cr-credo che lo stesso valga per te> sussurra ancora ricambiando quel commento. Haru non è abituato a questi scambi di complimenti e l'imbarazzo palese in lui lo denota. Ma già dal primo incontro, Saigo non ha fatto nulla per nascondere le forme del suo corpo e dunque Haru sottolinea come quel commento sia valido anche per lei. <La prima volta mi dicesti che sarei stato meglio con questi abiti, ora mi dici così> evidenzia la realtà dei fatti. <Chissà che al prossimo incontro non seguirò il tuo consiglio..> rimane tra il tono imbarazzato e la voglia di rompere quel gelo venuto a crearsi dopo quella scena. Il libro rimane davanti alla faccia. Il viso dritto su quella pagina ancora mentre soltanto gli occhi ora si muovono per osservare se ancora lei sia nascosta tra le gambe. <Come mai eri qui sola?> domanda adesso volendo capire cosa ha spinto lei a restare in questa stanza da sola. [chk off] [Clan Otsotsuki] Non pensa sinceramente di poter diventare più paonazza di così, la sua pelle chiara non aiuta certo a mascherare l’imbarazzo e non c’è traccia di razionalità o controllo per permetterle di indossare la solita maschera, mettersi ad interpretare magistralmente un ruolo, insomma rimane solo l’opzione di nascondersi. Con quel poco di coraggio che trova si volta appena, lasciando spuntare giusto l’occhio destro da quella tenda che si è creata anche grazie ai capelli. Lo osserva e apre la bocca. Ora forse, anzi sicuramente, sono gli ormoni completamente impazziti di una sedicenne con la testa piena di idee molto compromettenti ma vedere quell’imbarazzo su di lui, osservare i suoi movimenti in qualche modo le tolgono il fiato. Tanto per cambiare la mente inizia a correre in meandri che sarebbe meglio lasciare inesplorati, aumentando ancora l’imbarazzo. Però è contenta di averlo viste restare lì al suo fianco, non è sparito come Ryosei, non si è spostato come Aki e non ha provato a baciarla come. No niente quest’ultimo pensiero la agita pure di più, deve uscire da quello schema in qualche modo. Non l’aiutano certo quelle parole, le sta forse chiedendo di denudarsi? Con quel singolo occhietto scoperto lo fissa confusa, forse ha capito male o forse no, forse sarebbe corretto spogliarsi e togliersi una volta per tutte il cerotto per far tornare le cose alla normalità, forse sarebbe corretto farlo con qualcuno a cui tiene davvero. Troppo difficile capire. Le cadono i capelli lungo le braccia mentre ora prende una decisione, anche perché ha caldo. Un respiro profondo e senza dire nulla torna a raddrizzare la schiena. Evita accuratamente di guardarlo e le mani si incrociano all’altezza dei fianchi per prendere i lembi del maglione e poi lo solleva per toglierselo. Non è nuda sotto, quella che poteva apparire come una minigonna è in realtà un vestito nero, aderente smanicato e a collo alto, una doppia copertura dal freddo e se vogliamo ora è anche un buon modo per non sudare come un maiale a causa dell’imbarazzo e del derivato aumento di temperatura. Lui prosegue proponendo qualcosa ai suoi occhi di molto sconcio ma interessante, se Nene ha ragione è giusto accettare e se anche Fuji avesse ragione allora farlo metterebbe fine ad ogni suo problema <ah…> replica appena alla proposta <beh…> si trattiene dal dire altre cose molto stupide ed escluso quelle non è che abbia altro da esprimere. La faccia è tutta rossa mentre appoggia alla sua sinistra il maglione, scuote il capo per far tornare i suoi capelli lungo la schiena e davanti alle spalle <stavo riflettendo> ammette appena. Non che ora le importi poi così tanto di tutto il resto, si è decisamente focalizzata sulla strana situazione attuale che forse dovrebbe assecondare Non comprende appieno quali sensazioni provi in quella situazione. Non si era mai trovato prima in un contesto simile, a parlare ed interagire con una ragazza in quei modi. Al centro del suo petto c'è come un fuoco che lo riscalda innalzando la temperatura del suo corpo. Quel vestiario inizierebbe ad essere troppo pesante per il calore che inizia a sentire a causa di quei momenti. Anche perchè non è mica finita qui. Quel suo velato complimento viene preso da Saigo come una proposta. Ed ecco che la ragazza torna con la schiena dritta. L'occhio sinistro di Haru sbircia oltre la pagina di quel libro osservando le gesta di lei. E le palpebre si spalancano letteralmente quando il chunin nota che quel maglione indossata da Saigo sta per essere sfilato. Le braccia di lei si innalzano lasciando scoprire lentamente tutto il proprio corpo. In quei momenti, il libro si discosta leggermente permettendo anche all'altro occhio di osservare la donna compiere quel movimento. E quel fuoco nel suo petto diciamo che si espanderebbe ora per tutto il corpo. Il maglione finisce sul pavimento e Haru ritorna con il viso su quel libro. L'indice volta una pagina, come se stesse realmente leggendo qualcosa tra quelle righe. La sinistra ora spinge il cappuccio verso il basso lasciando libero il ciuffo bianco che scomposto copre anche parte della fronte. L'occhio gelido sbircia nuovamente oltre il libro osservando quel completino nero che aderisce ad ogni forma del corpo di Saigo. <Avevo ragione..> commenta il giovane, sempre molto formale nei suoi complimenti per il momento. Non si sbilancia troppo e non diventa troppo estroverso. Non è proprio da lui. <Eh..> risponde ai monosillabi di Saigo allo stesso modo, come se non sapesse cos'altro aggiungere. Una goccia di sudore percorre la schiena di Haru lasciando un brivido lungo la spina dorsale. In quel momento, il libro viene abbassato. Lo sguardo rimane dritto, perso nell'orizzonte di quella sala. La destra lascia posare il libro su quel pavimento mentre poco dopo entrambe le mani agguantano l'elastico in basso di quella felpa e la portano ad essere sfilata. In quel gesto, la maglia sotto si alza leggermente lasciando intravedere l'addome del ragazzo finchè questa non è libera di cadere nuovamente verso il basso per coprire il corpo di lui. Le braccia si sfilano da quella felpa nera che viene lasciata cadere alla sua destra. Troppo caldo, in effetti. Non è mai stata così calda quella sala e Haru non riesce a pensare come potesse girare in kimono prima di oggi dentro questo luogo. <Su cosa?> domanda nuovamente cercando di addentrarsi nel discorso, quasi a voler cambiare argomento ma conscio che entrambi potrebbero caderci nuovamente in un battito di ciglia. Il viso, sempre rimasto dritto fino ad adesso, ruota in direzione di lei. La osserva per bene nuovamente, dopo che non ci era riuscito per l'imbarazzo che si era creato. Non che sia scomparso per ora ma cerca di superare la fase iniziale e capire bene cosa stia succedendo su quel pavimento tra i due. Chiunque passasse di lì in quei minuti, potrebbe prenderli per pazzi in effetti. Gli occhi chiari di Haru sono impegnati però ad osservare il calore delle iridi altrui lasciando da parte tutto il resto che li circonda. Cosa succede tra il Sole e la Luna quando si incontrano? [chk off] Arrossisce, almeno nelle intenzioni dato che il rossore del suo volto ha già raggiunto la massima estensione. Vorrebbe smettere di guardarlo, concentrarsi, pensare nuovamente ai suoi problemi, analizzare e sviscerare la questione facendosi a pezzi da sola, in una sorta di circolo di autodistruzione che la porterà poi a soffrire, rimettere insieme i pezzi con difficoltà e poi ricominciare. Ma non è possibile al momento, mentre lui va a levarsi la felpa la sua mente torna su Fuji, su ciò che ha fatto e i sensi di colpa la sommergono. Però quanto vorrebbe vederlo spogliarsi e al contempo quando vorrebbe ora che Haru si comportasse come il marionettista. Desidera entrambi seppur in due manieri profondamente differenti che non è in grado di comprendere. Mostra l’addome, si fissa, Gli occhi si fermano lì per tutto il tempo necessario mentre a rallentatore si memorizza quell’immagine, ringrazia di tutto cuore la felpa e andrebbe ad allungare la mano destra in direzione di quel corpo. Non si accorge di cosa sta facendo, semplicemente andrebbe a voler posare l’indice su di lui, sulla sua pelle candida e nuda. Si avvicina, lascia che il calore del suo corpo sia ben percepibile all’altro e sbatte le palpebre. Ritrarrebbe immediatamente il braccio, andando a tenersi il polso con la mano sinistra. Cosa sta succedendo? Non ne ha idea ma la domanda altri la riportano al momento, le ricordano un po’ tutto <penso di star scappando dall’unico amico che ho> ammette sospirando appena. Lo sa da sola che è sbagliato ma ciò che sente in sua vicinanza la terrorizza, lo riconosce come sbagliato <ahn e poi sospetto che un tizio pelato sia l’assassino e potrebbe ucciderlo> questo lo dice proprio come se non contasse molto, anche perché di fatto adesso è l’ultimo dei suoi problemi, in cima a tutti invece c’è l’autocontrollo che sta palesemente venendo meno, al secondo posto i problemi con Fuji e solo alla fine di tutto la probabilità di aver incontrato l’assassino. Le gambe, unite si rivolgerebbero verso destra con la coscia che si poggia a terra, mentre effettua questo movimento anche il busto andrebbe a ruotare così da rivolgersi verso di lui. Si avvicina ulteriormente in quel semplice voltarsi, guadagnando quel poco spazio che ancora li divideva <senti Haru> abbassa lo sguardo verso le proprie gambe <io…> no non ha idea di come esprimersi, un concetto così complicato <tu…> niente proprio non riesce a farcela o quantomeno a formulare davvero quello che vuole <credi che sia strana?> l’ha presa decisamente alla larga ma questo è tutto il coraggio che è riuscita a trovare <cioè> cerca di declinarla meglio <il fatto che provo strane cose> evvai. Comunque sia per quanto rifugga da ogni tipo di relazione con lui sin dal primo momento è riuscita ad esprimersi, a parlare quasi liberamente e ora che non sa più con chi confrontarsi proprio al ragazzo si rivolge Ed ecco che mentre le braccia sono alzate per sfilare via quella felpa, il corpo di Haru percepisce l'avvicinarsi di qualcos'altro dello stesso calore. Una volta tolta la felpa, Haru non vede nulla e non capisce cosa possa essere stato. L'occhio ricade sui movimenti della ragazza e sulle mani di lei che si tengono una con l'altra. Ecco arrivare quelle risposte successivamente sulle riflessioni che l'hanno portata ad estranearsi da tutto e tutti e rifugiarsi in questo luogo da sola. Un amico che sta perdendo e un sospettato omicida pronto a colpire. Haru osserva il viso di lei cercando di capirne l'espressioni. Un amico è qualcosa da cui non si può scappare. Si tratta di qualcuno che ti farà stare bene nel momento del bisogno, una spalla su cui appoggiarsi nei momenti difficili, un pozzo in cui svuotare i propri pensieri. Un amico è un legame che non può spezzarsi facilmente. <Fuggire con il corpo non è sempre utile finchè la mente rimarrà sempre lì. Pensi che ne valga la pena perderlo?> domanda nuovamente lui cercando di far ragione lei. <E penso che tu debba far qualcosa per quell'assassino, prima che sia troppo tardi> intervieni, agisci, se pensi di aver trovato la pista giusta. Questo è ciò che ha da dire il giovane. Poche parole ma che cercano di essere sempre d'aiuto alla persona che si trova di fronte. Con Saigo sembra esser diverso però. Già dal loro primo incontro, i due sembrano aver trovato un feeling particolare in cui riescono a riversare il loro carattere e trovare un equilibrio per entrambi su cui viaggiare. Haru osserva il corpo di lei che ruota in sua direzione e il tono delle sue parole sembra essere serio. Le mani dell'albino si poggiano sul pavimento aiutandolo a ruotare anch'egli verso l'altra. Faccia a faccia ora, ancora più vicini di prima dopo il movimento di Saigo. Le iridi chiare di Haru possono notare ora le sfumature di rosso che si creano all'interno dell'occhio altrui. Rimane lì, immobile mentre il respiro sembra accorciarsi a causa dell'aumento del battito. Haru non capisce cosa gli stia accadendo. Lui non ha mai guardato una persona in quel modo. Il ragazzo non capisce nulla delle parole dette da Saigo. Io, tu, noi, cioè.. Cosa? Lei è strana? Forse. Quelle ultime parole vengono ripetute nella testa dell'albino. <Non..> inala aria nei polmoni per riuscire a reggere questo momento. <Non so se tu sia strana. Sono sicuro che tu sia tanto diversa da me..> ed entrambi lo sanno, i loro modi di fare, i loro caratteri. Sembrano quasi agli antipodi. Eppure sono lì, a qualche centimetro di distanza senza capirne il motivo. E Haru finisce la frase lasciando riassumere il suo pensiero <.. e questa cosa inizia a piacermi> a lui piace parlare con lei e confrontarsi sui loro punti di vista, quasi sempre opposti. <Sei semplicemente te stessa quando provi le cose di cui parli> prova a dare una spiegazione a questo momento particolare cercando di spiegare come si sentirebbe lui al suo posto. <Ognuno è libero di provar quel che vuole. C'è qualcosa di male in questo?> domanda adesso lui ribaltando il quesito di prima. Gli occhi chiari di lui non si staccano per un secondo da quelli dell'altra. Al momento, non riesce a separare quel contatto visivo.
Giocata dal 17/03/2021 22:16 al 18/03/2021 01:04 nella chat "Quartiere dei Clan [Kusa]"
Vicini, estremamente vicini ora eppure per quanto desideri lanciarsi su di lui, mettere fine ad opgni indugio in lei qualcosa sta semplicemente titubando. Non sarebbe giusto farlo solo per rimuovere dai suoi occhi i flash di Fuji così vicino. O forse sì? Insomma non le importa davvero chi sarà, vuole solo disfarsi di quella sensazione tornare libera e razionale. Confusa lo osserva e lo ascolta lasciando che parte di quella sua dannata armatura venga rimossa, sillaba dopo sillaba esponendosi inconsapevolmente a quel ragazzo. Ha bisogno di sfogarsi e di lui si fida, non sa nemmeno perché ma le viene normale farlo. Non si accorge di quanto si stia esponendo, lo fa nella convinzione di avere il controllo d’essere distaccata attaccandosi a quella tensione sessuale palpabile e ormai palese tra di loro. Potrebbe farlo tacere baciandolo? Dovrebbe interrompere tutto quel discorso semplicemente lasciando che a dominare che il suo corpo per una volta e non la sua mente. Ma non accade. Si avvicina appena a lui, perché alla fine è inesperta e non ha idea di come controllarsi ma non prova a baciarlo, inspira solo profondamente godendosi quel momento, cercando di apprezzare quella sensazione che ora ha sempre identificato come solo fastidiosa <e lo perdessi comunque?> domanda in sua direzione <se lui volesse qualcosa che io non sono pronta a dare?> un cambiamento. Lei non vuole modificare quel rapporto ma tutto ciò che ha capito di quel discorso del marionettista è solo che invece lui vuole proprio cambiare. La domanda che le pone adesso il suo interlocutore però la fa riflettere, meglio perderlo o concedere qualcosa pur di tenerlo? Non ne ha idea, non sa se è disposta a rischiare, se riuscirà mai a farlo con lui ma pensare che quella fuga potrebbe costare l’amicizia di una vita. Abbassa lo sguardo sulle labbra altrui, perché adesso non ha voglia di scappare? La chiave di lettura che si da è poco l’importanza di quel rapporto, alla fine si sono incontrati solo una volta prima di questa sera, non può nemmeno dire di conoscerlo davvero, qualsiasi cosa succederà tra loro s’illude di non credere d’aver perso qualcosa. Sorride mentre legge il labiale più che ascoltare davvero la voce, tanto è andata in fissa. Qualcuno che finalmente l’apprezza, certo complimenti sul corpo ne ha ricevuti tanti ma mai le è stato detto qualcosa di simili, a lui piace com’è fatta ed è una cosa nuova, stranamente piacevole <potrei ferirti provando ciò che sento, credi sarebbe comunque giusto?> rilancia, chiede e sonda il terreno. Se lei ora provasse a baciarlo sa già che non rimarrebbe altro tra loro se non quel contatto fisico, non vuole amici tanto meno amori, s’illude di poter vivere libera da ogni legame a parte l’unico che ha e che ora sta perdendo. Pensa di avere il controllo sul suo corpo, sulle sue emozioni e sulla sua mente, lei ha già deciso ha già pianificato <sono un casino Haru> sospira e solo adesso andrebbe ad allontanarsi appena, per tornare a fissare davanti a loro e non più le sue labbra <mi interrogo continuamente su una frase del Dio che potrebbe anche essere solo frutto della mia immaginazione e poi combino un sacco di casini> lo ammette. L’armatura semplicemente si scioglie, denudandosi in maniera figurata e lasciando che la sua mente si esponga completamente. Alla fine non ha nulla da perdere con lui, sente che non la tradirà. Quella vicinanza fa sentire strano Haru. Non sa cosa prova, in realtà. Guarda quella ragazza e ritrova un senso di compiutezza nel suo credo. Il chakra unisce le persone e questa è la prova di ciò che ha sempre pensato. Haru non sa come andrà avanti, non sa cosa succederà ancora durante quell’incontro. I loro occhi si incrociano e il desiderio di entrambi sembra essere palese. Nessuno dei due sembra però pronto a fare l’ultimo passo in avanti. Parlano, si guardano, si osservano. Quei secondi sono carichi di tensione e passione in quei piccoli gesti. Haru non saprebbe descrivere quel momento. L’unica cosa che comprende è che guardando quella ragazza non riscontra nessuna sensazione negativa. L’albino si domanda il perché. Ha conosciuto questa ragazza solo poco tempo fa, questa è la seconda volta che si incontrano. Le risposte di lei alla parole del chunin sono piene di confusione. Si vede che l’altra non sa bene cosa vuole dalla sua vita. <Devi prendere una decisione, allora. Provarci o no> semplicemente, sintetizza tutto il discorso precedente in una scelta da prendere. In una situazione complicata, bisogna trovare il coraggio di prendere la decisione più giusta per se stessi. Qualcuno rimarrà ferito, qualcuno sarà più felice di altri. Ma non si può restare per sempre in un limbo in cui tutti gli interessati si fanno del male. Saigo e il suo amico devono giungere ad una decisione e toccherà soltanto a loro due scegliere. Silente ora il giovane, i suoi occhi chiari osservano quella ragazza avvicinarsi e poi girarsi nuovamente. Haru rimane fermo invece a guardare il profilo altrui, quasi pronto a disperarsi. Ascolta le sue parole trovando una chiara chiave di lettura del suo punto di vista. <Ciò che è giusto, è giusto per principio. Non lo è soltanto se fa stare bene tutti> questo è uno dei suoi modus operandi principale. La giustizia è qualcosa che si eleva al di sopra di tutto, pur della felicità dello stesso chunin. Saigo sembra aprirsi in quei ultimi momenti spiegando cosa sente e quale sia la sua apprensione. <Quale frase?> domanda cambiando per un attimo il suo tono, più serio, cercando di capire cosa intendesse dire l’altra. Le sue iridi scrutano ancora quel profilo cercando un modo per confortarla. <I casini rendono la vita più interessante. La calma la rende noiosa> conclude sottolineando inoltre la loro differenza. Quella differenza che sembra trovar un punto d’incontro. [chk off] Le piace sentirsi ascoltata, forse è una cosa che non le capita spesso, la maggior parte del tempo è lei a non aprirsi. Meglio soffocarli i casini dentro la sua testa ma ora sta esondando, viene a galla tutto, i problemi con Fuji, l’attrazione che non sa spiegarsi verso Haru e molti altri di sesso maschile, le parole di quel Dio che per prima l’hanno riportata in un baratro che pensava di essersi lasciata alle spalle. Sospira a quelle parole, vorrebbe tanto opporsi, quella prima frase però le suona così dannatamente corretta e ragionevole. Vorrei chiedergli un’altra soluzione, qualcosa che vada oltre alla semplice dualità, un modo qualsiasi per tenere ciò che vuole senza perderlo, tornare indietro nel tempo ma si ritrova semplicemente ad annuire. Regredisce ed in quel momento la testa torna a sprofondare tra le braccia poggiate nuovamente sulle sue ginocchia. Disegna un cuscino e ci poggia la fronte lasciando che i capelli la nascondano. Sconforto o semplice presa di coscienza non è facile <hai ragione> ammette solamente, riconoscendo quella come unica soluzione. Forse se ciò che Fuji vuole è il suo corpo dovrebbe concederglielo, una volta soltanto, appagarlo, renderlo felice così da poter poi tornare ad avere il suo amico. Un passo verso di lui, una scelta che richiede molto più coraggio di quanto abbia ma che in realtà viene accolta con semplice calma. Lo sa, le ha spiegato chiaramente e più parla più comprende che quella è la via da seguire. Annuisce seppur rimanga in quella posizione, alzando ed abbassando il mento lasciando che all’esterno si veda giusto uno scuotersi di capelli. Silenzio che cala poi da parte sua mentre riflette. Ha voglia di toccarlo, di avere un contatto fisico. Rialza il capo di colpo, prende un respiro profondo e poi agisce, pur irrigidendosi con ogni singolo muscolo nel suo corpo. Si sbilancerebbe di lato così da andare semplicemente a crollargli quasi dolcemente addosso. Tesa come una corda di un qualsiasi strumento musicale. Vorrebbe lasciare che la sua testa si posizioni sul petto altrui, sentire il cuore di Haru sperando risuoni più calmo del suo che in questo momento sta correndo all’impazzata, forse proprio perché ha deciso cosa fare con il marionettista o semplicemente perché lo sta per toccare, perché ha deciso di prendersi un po’ di quel contatto fisico. Nell’aria aleggia ancora una domanda, pesante per quello che la riguarda, anche per questo lo cerca sbilanciandosi su di lui, come a volersi sentire al sicuro. Non sa ancora se lui saprà farle quell’effetto ma non può far altro che provarci altrimenti non parlerà mai <con te non ho ancora finito> modula la voce con la stessa intensità che ha sentito quella sera. La rende profonda, greve quasi cercando di abbassarla di qualche tono così da imitarla al meglio. Ora che ha le braccia scoperte e le spalle scoperte l’altro potrà notare come i brividi corrano su quella pelle candida al solo pronunciare di quelle parole, ha davvero timore di quello che potrebbe significare. Si sente tremendamente debole, decisamente non pronta ad una simile eventualità <mi ha già preso tutto> aggiunge poi stringendo forte i suoi occhi, stringendosi le braccia più forte intorno alle gambe, ancora nella stessa posizione di prima, forse solo poggiata al petto del ragazzo Quei momenti sembrano così perfetti per entrambi eppure la verità è che lei sta pensando ad un'altra persona mentre Haru non comprende bene quelle sensazioni che sta provando. Saigo le piace? Cosa sta provando per lei in quei momenti? Domande che non trovano una risposta. L'albino sta provando ad aiutare l'altra facendola ragionare e forse andando contro il suo attuale volere. Però non lo fa controvoglia, anzi. Aiutare Saigo pensa che sia la cosa più giusta da fare al momento. Quel feeling creatosi tra i due porta il chunin a non guardare alle proprie tasche e non si fa indietro nel provare a dare una soluzione ai problemi dell'altra. Le parole dell'albino sembrano essere utile all'altra che ritrova una totale verità in quella frase. Dovrà prendere una decisione. Questo è chiaro. Gli occhi rimangono fermi a sottilineare il viso di Saigo fino a quando non vede il corpo altrui crollare addosso al proprio. In quel momento, le palpebre di Haru si aprono all'improvviso. Il cuore non impazzirebbe però. Il ritmo cardiaco rimarebbe normale, soltanto ogni battito sarebbe scandito come un colpo di tamburo forte e preciso. Lascia che lei si appoggi al proprio petto e in quell'attimo, un sorriso si disegna sul viso di Haru. Le braccia si allargano all'esterno per circondare le spalle altrui e stringerle dolcemente in un abbraccio, atto a consolare la ragazza dai suoi problemi che la tormentano. E poi ecco la risposta a quella domanda, la frase che il Kami ha rivelato a lei poco tempo prima. Con lei, non ha ancora finito. Haru inizialmente non capisce a cosa possa riferirsi quell'essere tramite l'utilizzo di queste parole. Si prende qualche secondo per rifletterci ulteriormente per poi analizzare la situazione. <So che potrebbe far paura..> sussurra notando quei brividi lungo le spalle della ragazza. <Non può farti niente però. Ormai il suo potere è stato del tutto consumato> sicuro di quel che dice, cerca di spiegare la situazione per quel che in fondo lui al momento sa. La mano destra scivola verso l'alto sul braccio della ragazza fermandosi sulla spalla opposta per far scomparire quei brividi apparsi all'improvviso a causa del Kami. La fronte di Haru precipita verso il basso fino ad incontrare la chioma color fragola di lei. Si appoggia delicatamente mentre la sua voce esce nuovamente come un sussurro <Non aver paura di avere qualcuno al tuo fianco a causa di queste parole> cerca di incoraggiarla a cercare legami, quelli che lei vorrà senza incentrare il discorso su di lui. <I legami aiutano, sempre..> finisce di parlare restando in quella posizione, appoggiata con delicatezza sulla testa di lei. E si silenzia ascoltando il respiro dell'altro che finisce addosso al suo petto. Quel momento gli rimarrà impresso per un po', forse. [chk off] Il cuore di Haru risuona ritmico al suo orecchio, calmo e potente così diverso dal suo che ora sta andando all’impazzata. Chiude appena gli occhi, coprendoli e godendosi solo quel suono nella speranza che in qualche modo possa calmare anche lei. Sente le sue mani, quell’abbraccio e tutto riprende, il caldo, il desiderio di sentirsi stringere più forte ma per oggi ha già affrontato troppo, lascia solo che quelle emozioni scorrano dentro di lei, lasciandole fluire e senza focalizzarsi. Percepisce un atteggiamento quasi protettivo in lui e parte della sua paura decade, lì tra quelle braccia per oggi è al sicuro, non deve lottare, non deve difendersi è una semplice oasi di calma. Le piace la calma, più dell’apatia che spesso sperimenta, non ha bisogno di difendersi da lui al momento, non deve proprio difendersi da nessuno, con le sue parole la sta portando ad abbassare persino le armi contro sé stessa, strano. Non sa nemmeno dire se le piaccia ma sa che dovrà rassegnarsi comprendendo che un legame tra loro c’è, per quanto si sia ripromessa di rimanere sola a quanto pare sta sviluppando delle amicizie, persone alle quali vuole bene e con cui vuole stare, si sta puntando un coltello contro da sola, dona il manico agli altri inconsapevole ma conscia dei rischi <e se me lo avesse detto dopo essere stato sconfitto?> domanda semplicemente, ha paura a dirlo in giro, teme di venir colpita ed odiata per questo ma non può negare quanto quella frase le sia suonata reale nella sua assurdità. Ora però ha abbassato le armi, non teme che lui la tradisca e la pugnali, si sente calma, protetta da quelle braccia, il tocco di quella fronte sui suoi capelli la tranquillizza ulteriormente, cosa c’è tra loro che la spinge a rilassarsi così tanto, come può naturalmente affidarsi a qualcuno che tanto le sembra opposto non lo sa e non è disposta a rifletterci ora, si tormenterà con questo quesito è ovvio ma non lo farà adesso. Infine quel commento, quella è la visione su cui continuano a restare diametralmente posizionati, incapaci di incontrarsi soprattutto da quando a causa di Fuji lei ha trovato una risposta al loro primo quesito <i legami fanno male> replica solamente, con più consapevolezza rispetto a qualche giorno fa, con più decisione e sicuramente amarezza nel tono. Si mostra, nuda nel suo essere incredibilmente complicata e così brava a torturarsi da sola <dormirò qui questa notte> decreta poi, così da nulla senza ancora staccarsi
Giocata del 18/03/2021 dalle 19:05 alle 21:04 nella chat "Quartiere dei Clan [Kusa]"
Quel contatto fisico li unisce per quei momenti. Forse non sanno neanche loro ciò che provano. Saigo è confusa. Haru è sorpreso, per così dire. Ciò che possono entrambi capire è la fiducia nata in quei due incontri tra di loro. Lei si apre, per quanto le sia difficile, e lui la ascolta come se fosse la cosa più importante da fare in questo momento. I problemi di lei non lo affossano mettendogli negatività. Lui vuole assicurarsi che lei trovi le risposte che stava cercando e non si deprima così tanto da prendersi a pugni dentro. Saigo deve reagire e Haru la abbraccia in quel modo dolce da farle comprendere che alla fine essere un casino non è soltanto un difetto. Haru ritrova in una lato di lei quella parte in cui riversare completamente un legame. Non si parla di innamoramento, non si parla di ossessione passionale verso un'altra persona. Quel che si intende è la completa e totale predisposizione nell'accogliere una persona dentro se stessi e accettarne i difetti e i pregi. Saigo rivela che quella frase del Kami potrebbe esser stata detta dopo la sua morte. Haru non comprende come sia possibile. Gli occhi si innalzano verso la stanza restando con parte del viso appoggiato sulla chioma altrui. Come il Kami è venuto a contatto con lei? Haru inizia a preoccuparsi cercando di capirne di più. <Dovrai raccontarmi tutto, allora. Solo così potremo trovare una soluzione> dice il chunin provando a calmare l'altra. Quell'incontro sembra poter continuare all'infinito, tanto da passare la notte lì su quel pavimento in quella posizione. Nessuno dei due sembra volersi muovere adesso. Le ultime parole di Saigo sono udite dal ragazzo. I legami possono far male, vero. Le palpebre di Haru si socchiudono. Il viso ora ruota lasciando che sia una guancia a posarsi sulla cute altrui. Le braccia si stringono ancor di più attorno a lei. <A volte però ne vale la pena rischiare..> sussurra lasciando che la sua voce raggiunga l'orecchio altrui in quei pochi centimetri che li separano. Legarsi a qualcuno può rischiare di creare una ferita profonda se in seguito quella persona dovesse allontanarsi per un qualunque motivo. Haru sa che però non c'è niente più forte in un legame. Questo è ciò in cui lui crede e non può evitarlo. Saigo dormirà qui e l'albino le farà compagnia fino a che non si separeranno le loro strade per la notte. <Chiederò una camera per te, allora. In fondo, questa è anche casa tua> termina le sue parole spiegando come quel luogo sia per nascita un posto in cui può ritrovare ciò che lei vuole. Per quanto sia stata lontana, nessuno nel Clan ha mai posto un veto nei suoi confronti. Così, rimaranno lì ancora un po'. In quell'abbraccio dolce in cui il Sole e la Luna si toccano per un momento. Un'eclissi tra le loro braccia. Quell’abbraccio è quanto di più intimo abbia ormai da anni. Nessuno ormai la stringe più così, ha deciso di farsi grande di colpo dieci anni fa, ha rifiutato il contatto chiuso il dolore di quelle perdite e di quello scontro nel suo cuore e poi ha alzato la testa. Si è soffocata in ogni singolo aspetto del suo essere, ha chiudo tutto da qualche parte del suo cuore e ha gettato la chiave ma mentre lui la stringe, mentre si poggia sui suoi capelli consapevolmente riapre la gabbia. La porta viene spalancata lasciando che ogni minimo frammento di dolore e di paura la travolga, si sente al sicuro è calma e non ha bisogno di tenere tutto sotto controllo. Annuisce lievemente strisciando sul petto altrui <lo farò> non è ancora pronta. Per quanto lui rappresenti un’oasi di calma e serenità sa che se dovesse parlare ancora di quell’evento tutti i dubbi tornerebbero a sommergerla. Insomma alla fine non è stato niente di eclatante, probabilmente è solo nella sua testa e difficilmente sopporterebbe di sentirsi dare della pazza proprio da lui, proprio in questo momento. Silenziosa resta ad occhi chiusi a lungo, respirando lentamente cullata dal modo di fare altrui. Come una bambina si rilassa per quel contatto prolungato e semplice, non ci sono strane sensazioni nel mezzo, tutto è scemato, tutto è semplicemente perfetto. Non le fa paura il domani, non teme di andare da Fuji, non sente nemmeno il bisogno di rifiutare quel legame e scappare da Haru, è tutto semplicemente giusto, è nel posto dove dovrebbe stare. Una casa, sentirselo dire allevia altre parte delle sue insicurezze, lei che è cresciuta da sola, che fingendo coraggio ha camminato da sola tutti questi anni finalmente ha un posto da chiamare casa, un luogo dove rifugiarsi differente da quel freddo appartamento che si è comprata e che non ha nulla di lei, freddo con un arredamento da catalogo, forse molto bello esteticamente ma che non può certo ricordare il profumo degli affetti o del tepore del focolare. Restano a lungo così, fino a quando non sarà necessario separarsi per tornare alla vita normale, a quella comune <forse dovresti prenderti un telefono, così potremo sentirci più spesso> ammette semplicemente andando così ad alzarsi e come promesso nella camera che finalmente avrà. Casa finalmente [end]