Inchiesta nei teatri [D]
Saga dell'Assassino di Ninja
Free
Missione di Livello D
Giocata del 14/03/2021 dalle 14:59 alle 18:00 nella chat "Quartiere Notturno"
Non importa cosa sia successo prima, come abbia vissuto questi ultimi giorni e non importa nemmeno che in quella missione sarà presente anche lui, è concentrata, deve restarlo. Si trova al momento al centro della piazza, nelle sue mani quel famoso elenco di compagnie teatrali che potrebbero aiutarli nella ricerca. Si guarda intorno cercando di studiare il più possibile le vie intorno a lei, cercando di orientarsi il più possibile e lasciando che tutte le informazioni accumulate passivamente in questi dieci anni di vita all’interno del villaggio tornino alla sua memoria. Regge il documento con la mano sinistra mentre la destra si nasconde tra di esso e il petto andando a formare il mezzo sigillo della capra, inspira profondamente alla ricerca della concentrazione necessaria per far sì che le proprie energie fisiche vadano a radunarsi nel basso ventre. Per farlo si ispira e lascia che ogni singola sensazione derivante dai suoi muscoli e la sua pelle dia inizio al flusso che dovrebbe portare le energie formare un piccolo vortice. Le gambe che sorreggano il peso, il braccio piegato in modo che i nomi delle compagnie teatrali siano ben leggibili per lei e la sensazione del sole su quel volto pallido, quella pelle estremamente chiara. Similmente andrebbe a radunare ogni singolo pensiero ed emozione dietro alla sua fronte, all’interno di un secondo vortice di energia, questa volta psichica. La calma che si ostina a voler provare, la paura e la tensione che avverte sottili le dovrebbero venire in aiuto. Se fosse riuscita fin qui andrebbe ora a muovere quei due vortici cercando di farli avvicinare per poi andare a farli incontrare all’altezza della bocca dello stomaco dove successivamente andrebbero a mescolarsi l’un l’altro dando così vita al chakra che viene spinto verso ogni suo punto di fuga, all’interno del sistema circolatorio. Gli occhi rossi si muovono veloci a tener d’occhio la situazione, la vita frenetica intorno a lei muove spesso quei lunghi capelli biondo fragola, oggi dai toni più rosati del solito grazie alla luce solare. Ondeggiano i ciuffi dietro alle sue spalle e intorno al suo volto affilato e candido. Indossa semplicemente un vestitino nero aderente, con una minigonna che lascia scoperte in parte le cosce, sopra ad essa, sul busto, un maglioncino bianco con un ampio scollo ovale, sotto ad esso spunta quindi il collo alto dell’abito nero. Ai piedi solamente un paio di scarpe sportive di una sfumatura rosa acceso, le lambiscono le caviglie i calzini bianchi invece. A concludere il tutto un bomber lasciato aperto, rosa proprio come le sue scarpe, la protegge dalle temperature ancora non propriamente estive, troppo fredde per chi è cresciuto, nei primi anni di vita, tra Suna e i suoi deserti. Attende così i due compagni, immobile e apparentemente molto tranquilla [chk on][abiti: https://www.pinterest.it/pin/43065740176131856/] Fredda giornata di sole. Addosso per scaldarlo ha una vecchia giacca di velluto nero, tale dal dargli quella mistica aria da intellettuale - un po' da musicista, se non proprio un letterato. Le mani posano fredde sulla sedia a rotelle utilizzata, con le punte delle dita che occasionalmente s'abbassano e alzano in un movimento che ai più potrebbe passare semplicemente per un tic. Un po' lo è, dopotutto. Gli occhi scuri son più tetri del solito e fissano con una certa insofferenza il tratto di stanza residuo che servirà per raggiungere uno dei teatri per il quale ha ricevuto richiesta d'investigare con discrezione riguardo le similitudini trovate all'assassino. Di tanto in tanto il vento soffia, spingendolo ad affondare un po' il mento verso il petto, mentre con la mano destra s'accorgerebbe di tener ancorato al capo un cappello di panno, un po' calcolato all'indietro, in maniera tale che si vedano appena le ciocche color corvino. Il chakra è attivo, ma non soltanto questo. Se qualcuno potesse vedere il chakra, come son capaci di fare gli Uchiha, allora ci si renderebbe conto della verità dietro il tic delle sue dita: esse, infatti, son permeate di una fine punta di chakra che genera a sua volta gli invisibili fili della sua innata: marionettista, del resto. Il motivo per cui ciò avviene è dato dalla presenza alle sue spalle di un'entità che a primo acchito parrebbe un'accompagnatrice: slanciata - forse troppo- con la pelle tanto bianca da esser cadaverica ed i capelli e gli occhi identici al lapislazzulo. Si tratta di una marionetta, a cui i fili emessi dalla punta delle dita son collegati. Le mani guantate della creatura di lapislazzulo - Aozora - Si tengono ad i manici della sedia, avanzando alle spalle del Chikamatsu e spingendola per l'intero scenario. Potrebbe persino ingannare i più, ma dedicando uno sguardo più lungo del solito alla sua creazione ci si potrebbe appena render conto delle irregolarità che la differenziano, come la presenza di alcune linee di costruzione che le attraversano punti cardine del corpo. Raggiunti i pressi del luogo della missione, smetterebbe di muover le dita, arrestando di conseguenza la sedia a rotelle e la marionetta che la stava muovendo. Eccola, Saigo. "Ciao." Il coprifronte è da qualche parte dentro la giacca. { Chakra attivo } { Innata Chikamatsu attiva - Aozora, la marionetta accompagnatrice: https://imgur.com/BLAI2Vx.jpg } [Piazza] Non è che le sue ultime ricerche siano andate esattamente come sperava, complice l'orario, complice il fatto che forse il suo complice non è stato esattamente professionale come credeva di esserlo, pazienza, questo offre il convento. Ora, si è infilato in un altro problema o meglio, soluzione, per poter cavare fuori un ragno dal buco: missione D per poter scovare qualche cosa di utile da questi maledetti teatri da cui proviene una prova. Non sa esattamente cosa sappiano gli altri, ma nel dubbio lui tiene sempre dentro lo zaino la divisa rinvenuta quel giorno nel piazzale dell'accademia, zaino che ora è dietro la sua schiena, fedele compagno di queste peregrinazioni fra le genti. Comunque sia ora sosta nella strada del quartiere notturno che attualmente dorme essendo adibito per i piaceri dopo il tramonto, lo schifo fatto a luogo, e chissà perché è proprio situato qua l'ipotetico teatro che può sciogliere parte dell'enigma. Addosso ha il suo kimono colore grigio e la sua mantella scura nonostante oggi il sole splenda in cielo, in testa però è immancabile il suo copricapo che ora risulta utilissimo per proteggerlo dal caldo e dai raggi solari che potrebbero nuocere alla sua pelata che è furbescamente nascosta. In mano stringe un foglietto scritto a mano. <Saigo e Fuji> lo legge a bassa voce, guardandosi attorno <...> sospira. Di certo non è che sia molto felice di dover fare questa cosa con ninja esaltati con gli ormoni a mille ma probabilmente anche questo fa parte dei progetti dei Kami, quindi tanto vale non preoccuparsi e tenere duro. Avanza lentamente trovandosi nella piazza principale. Si guarda ancora attorno mollemente e senza troppa enfasi, nota due figure una vicina all'altra, una di esse è su una sedia a rotelle spinto da delle marionette. Si avvicina di soppiatto guardandoli con sguardo fisso e squadrandoli <Saigo Manami e Fuji Chikamatsu?> dice guardando un secondo il foglietto così da non sbagliare i cognomi. <che essere bizzarro> proferisce in direzione di Fuji. Il primo a raggiungerla, anzi i primi sono Aozora e Fuji. Lei ha deciso di agire come se nulla fosse successo, anche se negli ultimi giorni per la paura di quello che potrebbe essere si è sforzata di uscire e rientrare da casa silenziosamente ora cerca di mettersi una maschera di semplice divertimento. Come al solito, come sempre in sua presenza <Hey storpio> replica al saluto andando a salutarlo <bellissima > saluta anche la marionetta lasciando che un limpido sorriso illumini quel volto. Lotta dentro di sé, si sforza per non lasciare che qualcosa trapeli, che parte di quell’incubo di quella paura si faccia avanti, ha rimesso insieme i pezzi decidendo di andare oltre, vivere senza che il cambiamento la tocchi, non lascerà che tutta quella fatica vada sprecata o lei torni rotta. Sorride gentile e divertita come suo solito fino a quando non sente qualcuno richiamarla. Si volta lasciando che i capelli la seguano come un’onda durante quel movimento, e andrebbe ad analizzare la figura lì presente. A quanto sa dalla missione i gradi più alti sono lei e Fuji motivo per cui si limita ad un gesto del capo in saluto <siamo tutti> e con queste semplici parole allunga verso Fuji quella lista con relativo indirizzo <qui troviamo tre teatri> si limita a spiegare mentre la mano resta tesa verso di lui, aspettando che vada effettivamente a leggere il documento. Infondo la convenzione vuole che sia lui il capo team <il Lupo Bemolle la Stazione delle Stelle e le Streghe Rosa> li recita a memoria, lei ha già studiato, ha già memorizzato ogni dettaglio utile. Per gli altri potrà anche trattarsi di una semplice missione ma non lo è per lei, l’inizio verso la scalata, il passettino che deve fare per poter salire di grado, avvicinarsi al consiglio e ottenere altro potere <potremmo divederci i teatri ed indagare per conto nostro ci rivediamo qui poi per aggiornarci> propone semplicemente lasciando che gli occhi rossi si alternino tra i due compagni di oggi. Da una parte vuole stare lontana da Fuji, scappare dal rischio di cambiamento, non trovarsi più in una situazione che la faccia sembrare strana. Se comunque il marionettista avesse preso in mano quel documento ora lei la ritrarrebbe <ma il chunin sei tu, quindi decidi pure> senza pressioni eh. Lei ha dato solo l’idea che già reputa la migliore in merito. Sorride come ci si aspetterebbe da lei anche se il suo amico potrà ben vedere quanto sia solo una maschera, troppo impostata per essere la solita. Agisce come pensa che gli altri si aspettino e per questo, solo per questo, si rimette alla decisione del grado più alto presente Inchiesta nei teatri. Gli risuona alla mente la descrizione della missione e il capo s'innalza un pochino verso la struttura che dovrebbe essere a loro molto vicina. Un po' pensieroso, si prende la cura di sollevar il cappello e poggiarlo sulle proprie ginocchia quando gli vien rivolta la parola anche dal disinteressato monaco. Le labbra s'incurvano appena per sorridergli, con un'insofferenza caratteristica. L'indice sinistro si solleva appena, spingendo anche Aozora a chinar un po' il suo viso per dar a Tsuyunotama un saluto formale. Se solo fossero in piedi entrambi, sia il creatore che la sua creatura, sarebbe difficile capire a quale rivolgere la parola. Il bastone da passeggio l'ha lasciato sigillato in un fuuda, abbastanza certo che il chakra sia sufficiente per sostentarlo nell'avventura odierna. "Judo-san.. E' raro vedere monaci coinvolti a questo tipo di eventi." Il tono tiene inizialmente a sè un certo interrogativo, come ad accertarsi che stia utilizzando il nome corretto. Gli occhi si spostano successivamente sulla Fragolina e le labbra riprendono la loro cadenza neutrale. Muove appena le dita, più per il bene di Aozora, spingendo la marionetta a sollevare un braccio per poi salutar il membro della Shinsengumi con un cenno di mano ed un sorriso ancora troppo tirato per poter esser considerato effettivamente reale. Del resto, è difficile rendere una marionetta espressiva. Per un momento il braccio destro si solleva, come volesse utilizzarlo per prender quel foglio; poi, a seguito di un brevissimo ripensamento, allunga la mancina, il braccio meccanico ma al momento guantato - rendendolo all'occhio identico e al tatto semplicemente più freddo. Prende così il foglio e annuisce appena al piano che vien esposto successivamente, tenendo gli occhi assorti su quanto è stato scritto ma senza veramente dedicarsi alla lettura. E' un po' distante, un po' distratto. Tanto da metterci qualche minuto di troppo a raccogliere i pensieri e ricercare lo sguardo del monaco. "Anche se è solo un'ispezione sarebbe il caso di restare uniti, o ci avrebbero assegnato singolarmente a ogni teatro." Sposta gli occhi con un che di affilato verso la compagna. " L'ideale sarebbe fotografare da ogni teatro i registri recenti." A meno che non vogliano semplicemente esplorare in lungo e in largo sperando di trovare alcuni elementi visivamente associabili alle differenti scene del crimine. Il foglietto viene poi abbassato, ponendolo per riflesso nella tasca interna della giacca. "Hanno chiesto discrezione. Io penso di poter avvicinarmi ai registri, non è la prima volta che chiedo oggetti di scena. " Contemporaneamente a questo suo dire il capo d'Aozora vien fatto annuire più volte di fila, dando indizio alla ragione delle sue parole. "Ma se anche Judo-san volesse separarsi.." Abbassa un po' gli occhi, sospirando e lasciandosi andare tra sè e sè un pensiero "vorrei tanto esser fuori.." Concentrati, Fuji. Giusto. Rialza lo sguardo, repentinamente. "Avete altre idee, oltre i registri?" {stessi tag} Rimane fermo davanti a loro guardandoli più o meno intensamente, l'età è marcatamente diversa tra di loro. Ma questo è normale, è lui ad essere assolutamente fuori quota a livello anagrafico ma di questo poco se ne cura, né obiettivamente gli frega realmente qualcosa. Accartoccia il foglietto mettendolo nelle profonde tasche del kimono, lo sguardo ritorna verso Fuji e la marionetta che lo spinge, squadra incuriosito i due elementi, per ora, in vita sua, non aveva mai visto nulla del genere, certo, non che non sia abituato agli orrori che vede tutti i giorni in questo mondo, almeno, questo non è tecnologico e non va avanti per microchip o schermi, però, agli occhi di una persona fuori dal mondo come lui anche questo pare assai strano. Per quanto riguarda Saigo ha poche attenzioni, limitandosi a sorriderle senza troppa enfasi. Ruota quindi il capo a destra e a sinistra attendendo di capire cosa iniziare a fare, certo, prima si incomincia meglio è, come ogni cosa nella vita insomma. Guarda quindi Fuji, a quanto sente il grado più alto è lui ma poi, grado di cosa? Di un mondo tutto loro, si stringe nelle spalle all'esclamazione di Saigo. Guarda quindi Fuji aspettando che dica qualcosa ma prende la palla al balzo cogliendo il suggerimento della ragazza <dividerci è la cosa migliore, forse, non dovrebbero esserci troppi pericoli, mi auguro> ci pensa su un po' <io prenderei la Stazione delle Stelle> in fondo, il simbolismo è pur sempre importante per lui, quindi se agli altri non cambiasse nulla partirebbe così ma per ora deve rimettersi alle strambe tradizioni dei ninja. Fuji parla, egli annuisce alle sue parole <Judo, il mio cognome, è vero> in realtà lui non ha cognome ma gli hanno consigliato di darsene uno per quando avrebbe vagato per le genti <ho assistito personalmente ad un omicidio, credo di dover fare qualcosa per aiutare quella povera anima almeno ad avere giustizia qua ma non temete, non voglio nessun onore, lascerò tutto a voi così potrete continuare la vostra amata e sanguinosa carriera militare> sospira scuotendo il capo ma ritornando subito sulla questione <allora, rimaniamo uniti come proponi anche se così diventerà lunga come procedura ma qui il capo, a quanto pare, sei tu, quindi in marcia> e aspetterebbe di partire per il teatro così da poter iniziare le ricerche a tutti gli effetti. Osserva la distanza di Fuji, l’utilizzo di quella mano e tace, si è ripromessa di stare concentrata quindi non ha alcuna intenzione di stare a pensarci troppo, non ora almeno, ha altri obiettivi. Sospira appena alla sua proposta ma proprio come ci si aspetterebbe da un genin accetta la proposta del ragazzo, annuendo lieve. Lo sguardo poi passa sul monaco, le sue parole taglienti, il giudizio di cui il tono si riempie alle sue orecchie. Ama essere sottovalutata, l’ultimo che ci ha provato probabilmente ne sta ancora pagando le conseguenze. Gli sorride estremamente gentile, estremamente dolce, affilata in quel suo modo di fare <immagino saprai indicarci la strada> il tono è pieno di miele, di gentilezza, mai vorrebbe mancare di rispetto, mai vorrebbe fare insinuazione alcuna. Negli occhi forse si può leggere la sfida, in quello sguardo rosso e decisamente meno manifesto di come suggerisca tutto il resto del suo modo di fare. Le mani vengono risposte insieme in tasca mentre si volta appena verso Fuji, nascondendosi grazie ai capelli intorno al volto rispetto alla visuale di Tsuyunotama, solo a questo punto la bocca si apre simulando una linguaccia. Scherza, mostra qualcosa di ciò che è davvero e lascia che l’insofferenza appena nata venga palesata all’amico <oppure faccio io?> solo ora torna a ricomporsi fissando nuovamente i compagni come poco prima <non ti conosco e non oserei mai fare presupporre che tu possa conoscere meglio o peggio di me la città> lo sottolinea lasciando che il punto vada a segno. Lei non sta giudicando, almeno non palesemente la scelta di vita altrui. Un non detto, un sottointeso di quella frase pronunciata con la caratteristica delicata gentilezza di cui si fa vanto. La missione comunque prevede che qualcosa si muovi e per quanto possa non piacerle quell’uomo ha appena detto qualcosa di estremamente utile <quale vittima?> domanda semplicemente senza mai abbandonare quel miele e quella delicatezza, lei non è altro che una bambolina, una sottomessa genin forse anche un pochino insicura. Lo sguardo ora si dirige a nord della piazza, lì dove appare palesemente il cartello del primo die tre teatri loro assegnati per la missione. Attendendo comunque che sia Fuji ad iniziare il cammino si dirigerebbe verso di esso per limitarsi ad entrare una volta giunta, vista l’ora dovrebbe essere aperto al pubblico, probabilmente ci sono anche delle prove in corso. Per ora si farebbe da parte, lasciando quindi al chunin il merito di chiedere e scoprire qualcosa, meglio non svelare tutto subito Il briefing va avanti, le idee e pensieri che riguardano esclusivamente la missione gli scivolano di dosso con uno o due cenni occasionali, lascerebbe che le cose si sistemino un po' da sole sulla base di quanto inizialmente espresso. E' preso dall'osservare una delle strutture presenti, tenendosi i pensieri incastrati tra le labbra duramente serrate. Per altro, sa quanto ci tenga Saigo a questo tipo di eventi, per quanto insignificanti possano presentarsi a livelli di difficoltà e organizzativo. Vorrebbe diventare come acqua, farsi scivolare tutto addosso e raggiungere uno stato di pace superiore. Ma più che l'acqua, sembra esser diventato la formazione rocciosa su cui il liquido della vita scorre. S'accorge dei gesti di lei e uno sbruffo tipico di chi trattiene una risata gli sfugge gentilmente. Gli occhi s'aprono un po' di più, tornando ad ascoltar attivamente quella conversazione. "Sembri amareggiato, Judo-san." Pronuncia quelle parole e contemporaneamente un paio di goccioline di sudore gli scenderebbero dal lato del viso, in reazione al comportamento assunto nel presente dalla creatrice di dimensioni. Ha una brutta sensazione, tanto che decide di iniziare ad avanzare per primo - o meglio, a farsi portar avanti da Aozora. A nord, verso il più vicino dei teatri. I grandi portoni in legno son lasciati socchiusi ed il via vai è tipico della zona. Non c'è nulla di realmente differente. Una breve scalinata precede l'entrata, ma per sua fortuna la marionetta mossa è facilmente capace di sollevar l'intera sedia. "piano.." Prima che venga lanciato all'indietro. E' difficile controllare la creatura di lapislazzulo. Ed ha un che di comico, se si pensa poi a tutti i buchi che ha tra i corridoi di casa e l'interno. Prima di entrare arresta un momento i movimenti, voltando il capo verso il monaco. "Se esistesse una soluzione migliore, a ogni cosa, mi piacerebbe poterla osservare. " Tsuyunotama. Del resto, Fuji non ha mai frequentato assiduamente alcun tempio. Ignora gran parte di questi elementi come ha sempre fatto. I genitori non gli avrebbero mai permesso di crearsi dei precetti attraverso la religione. Non che ci ponga fiducia. Dalla propria prospettiva solo l'annientamento porrebbe fine alle guerre e al sangue. Ma a quel punto non sarebbe poi una soluzione tanto interessante. Così, entra. Raggiunge la zona aperta al pubblico e viene spinto un po' più vicino ad un uomo che sta finendo di sistemarsi un paio di buffe e larghe scarpe. Elementi di scena. "Sì, buongiorno." Riceve le attenzioni utili, gli vien concesso uno sguardo e poi prosegue. Il marionettista farebbe dunque un piccolo cenno ad Aozora e poi a Tsuyunotama e Saigo, se fossero vicini. "Sì, vogliamo affittare alcuni oggetti di scena e costumi.." La discussione avanza con i soliti convenevoli che occuperanno circa mezzo minuto, forse l'unico dialogo che val la pena citare è questo, da parte di Fuji "Sì, tre vestiti da maid." Perfettamente serio in viso. Dopo un po' un grosso registro gli vien avvicinato, poggiandolo sul bancone. Il marionettista inizia a sfogliarlo lentamente, con il fare tipico di chi è disinteressato e un po' annoiato. Intanto, Aozora andrebbe a far un cenno a Saigo: sarebbe il momento ideale per fare qualche fotografia. "Giusto, il prezzo.." chiede poi, di nuovo diretto all'uomo. La risposta è '500 ryo'. Che brutta idea, Fuji. {stessi tag } [Teatro] Stazione immobile con il corpo guardando un po' a destra e un po' a sinistra ascoltando la domanda affermazione della ragazza, la guarda ridendo <l'unica strada che posso indicarti è quella che tu non vuoi seguire> e le sorride con estrema pietà nei suoi confronti; parlano due lingue diverse, normale che esse non si trovino, ma alla fin dei conti, loro si preoccupano del di qua mentre lui solo dell'al di là, con l'enorme differenza che la seconda condizione è eterna al contrario della prima quindi forse meriterebbe più attenzione di quello che potrebbero credere tutti i miscredenti. Le parole di Fuji però sono alquanto precise, si vede la profonda sensibilità che ha il ragazzo nonostante la sua situazione <lo sono sempre Fuji-Dono, ma è una condizione di chi ha aperto gli occhi sulla realtà> e forse, questa frase è più che sufficiente per capire su che onda i due vivano, chi per un motivo, chi per l'altro. Non riaccende inutili polemiche con la genin ma piuttosto procede verso il teatro verso nord seguendo il chunin che finalmente prende la palla al balzo e guida la comitiva verso il primo obiettivo; il marionettista però, prende nuovamente parola verso di lui ed egli, con sommo rispetto e amore che solo una grande anima può avere, poggerebbe, se fosse possibile, la sua mano destra sulla spalla del ragazzo con profonda e delicatissima enfasi paterna dicendo soltanto in risposta <non maledirti per la tua situazione poiché non c'è bellezza più profonda e pura di quella dell'anima> niente altro da dire, è chiaro che sia un invito a vedersi ancora in altre situazioni, laddove non arriva il gesto giungerà la preghiera. E poi, in silenzio segue tutta la scena notando l'espediente che il ragazzo utilizza per il catalogo, a sua volta, prende la palla al balzo guardando la persona intercettata e cercando di attirare la sua attenzione così da evitare che si accorga che Saigo stia facendo delle foto - in caso le facesse - <che cos'è quello?> chiede ad alta voce indicando un vestito di scena a caso pescato con gli occhi nella stanza. Che possa servire? Beh, perché no? Sorride alla risposta dell’uomo e glissa, ciò che doveva esprimere l’ha subdolamente fatto, il resto appartiene al futuro e ciò che potrebbe o meno succedere non ha importanza sull’ora. Ciò che la colpisce è solo quello che non viene detto <forse non ha visto nessun omicidio> lo dice a voce abbastanza alta, senza urlare ovviamente e scuotendo le spalle, non ha il preciso intento di farsi ascoltare ma al tempo stesso non crea di nascondersi, come se stesse constatando un dato tra sé e sé. Un bugiardo, possibile? Si avvicina a Fuji mentre parla, senza toccarlo ma comunque abbastanza vicino da dar l’idea di sbirciare verso quei registri. Il gesto di Aozora vien quindi colto e le rende facile comprendere, mentre il ragazzo sfoglia lei andrebbe solo a voltarsi, dando le spalle al ragazzo e ai registri <devo assolutamente farmi una foto!> dichiarerebbe dunque andando ad estrarre il telefono e mettendosi in posa. Chiunque potrà comprendere come quello sia solo il vezzo di una stupida e superficiale ragazzina, un selfie fatto a sé stessa più che all’ambiente circostante. Ciò che invece è degno di nota è come scatti esattamente ad ogni pagina del registro mostrata, inquadrandosi solo di lato in modo da prendere perfettamente quelle pagine, lasciando ad un successivo zoom la lettura più dettagliata. Usa le sue doti da attrice, le sue comparsate in spettacoli più o meno importanti ma soprattutto le sue abilità per andare a spacciarsi ancora una volta per una stupida, nascondendosi semplicemente dietro ad un dito, fingendo d’essere ciò che poi non è davvero. Fatte tutte le foto si limiterebbe ad attendere che il chunin termini i suoi affari. Pagato o meno, acquistati o meno i costumi inizierebbe ad uscire per incamminarsi poi lungo le strade del quartiere notturno e giungere così al secondo teatro. La struttura non è dissimile a quello appena visitato ma questa volta sarebbe lei a presentarsi per prima. Un gentile sorriso sul volto <ho recitato qui in un musical ma non ricordo più precisamente il periodo, dovrei inserirlo nel curriculum posso cercare nei registri?> sorride gentilmente. Lo schema è lo stesso di prima solo che ora allungherebbe il cellulare verso Fuji mentre lei, se dovesse aver avuto i registri, si limiterebbe a consultarli molto lentamente, scorrendo su ogni nome e in realtà cercando anche di memorizzare quelle più ricorrenti. Sospira man mano che gira le pagine, a simulare una delusione per quella ricerca pesante e infinita. Mente, maschera e recita cercando di attirare su di sé l’attenzione, i lunghi capelli che scivolano e solleticano la carta, il dolce sorriso al custode, insomma a modo suo prova a distrarlo lasciando al compagno il privilegio di fare qualche foto Annuisce un po' alle parole del monaco. Gli risuonano interiormente, come i gong suonati dalle alte cime dei templi nelle lontane terre a Sud di Kagegakure. "Ah. Aprire gli occhi.." Ripassa quelle parole e ne trae una riflessione che forse riuscirà ad analizzare profondamente soltanto quando si ritroverà di nuovo in una zona sicura. Non che sia sicuro di averne più una. Anche le quattro mura di quel grande appartamento son diventate soffocanti, capaci di strappargli l'ossigeno direttamente dagli organi. Il registro vien osservato appena, mentre il supporto fornito dal monaco e dall'attrice garantisce che la scena a seguire non porti a sè alcun tipo di sospetto. Son presenti una serie di nomi, date, firme e descrizioni di cosa e quando è stato preso. Perfetto. Poi qualcuno dovrà occuparsi di esaminare ogni elemento, tracciare la storia e provar a risalire ad ogni cosa scritta. "Sì..ecco.." Con lo scopo di prender ultimi essenziali secondi e mantener integra la propria reputazione, da frequentatore di teatro quale è, non può che prendersi le proprie responsabilità e allungare i soldi pattuiti, finendo per ricevere dopo brevissimo tempo tre vestiti da cameriera con tanto di gonne corte, calze, scarpe...coroncine.. Ok, basta elencare gli elementi. E ora? Si guarda attorno, alza gli occhi su Saigo e dopo un po' sul monaco. "..." No, meglio non dire niente. Il cumulo nero e bianco d'oggetti vien poggiato sulle ginocchia e Aozora s'accerta di portarlo via ad una velocità notevole, manco stesse evitando uno shuriken. "Se vi trovaste di fronte al killer, lontani da qualsiasi autorità, che fareste?" Un commento curioso che gli sfugge dalle labbra nella transizione dal primo al secondo teatro. Gli eventi si susseguono poi rapidamente, con una metodicità quasi fortuita. Effettivamente Saigo deve aver frequentato questi luoghi, per lavoro. Il telefono viene afferrato alla prima occasionale e la prima cosa che farebbe è farsi un comodissimo selfie inquadrando dal basso il proprio mento. Lo sistema come sfondo principale e successivamente si dedica al suo lavoro. Ecco, meglio tenere una maschera. Tra burle e curiosità che neanche possono tangerlo. E' questo che vuoi, Saigo? Gli occhi si sollevano su di lei, un po' intenti. L'obiettivo si sposta su di lei ma torna rapido sul registro, cercando l'occasione perfetta. Lavoro svolto senza sospetti? Ai posteri l'ardua sentenza. In più, Aozora è capace anche senza far nulla d'attirare l'attenzione dei tanti presenti. Quale uomo di teatro non verrebbe attratto da quella creatura? Comunque. Per il registro del terzo teatro attende, caso mai anche Tsuyunotama abbia un piano da voler attuare. {stessi tag } [Teatro] A quanto pare la strategia utilizzata dai tre ha funzionato per il primo teatro, ben venga, il primo è andato a segno ora però tocca agli altri due. Non si preoccupa dell'illazione della ragazza circa la verità delle parole del monaco poiché la verità è una soltanto, parole o non parole, risposte o non risposte. Nel primo teatro tutto quanto è andato come previsto quindi è il caso di andarsene il prima possibile seguendo la genin, lui, di certo, non si fa problemi nel stare dietro di lei entrando nel secondo teatro. La ragazza prende di nuovo l'iniziativa, sicuramente non si può dire che sia stupida o altro, e lui nelle proprie parole non ha mai voluto far trapelare qualcosa del genere. Entra quindi nel teatro lasciando che la scenetta si ripeta, lui, nuovamente cercherebbe di attirare l'attenzione del personale come fatto nel luogo precedente accodandosi al tentativo di Saigo ma cercando di darle una mano in questo. Alza lo sguardo guardando con finto interesse la struttura a sinistra e a destra <cavolo, è proprio un bel posto questo, da quanto tempo è che aperto?> domande di cui assolutamente non se ne fa nulla ma che dovrebbero permettere che l'attenzione si posi su di lui e sulle sue finte domande per permettere ai sue due complici di poter sfogliare e fotografare con attenzione e liberamente i registri così da avere le prove che servono per portare a compimento la missione. A quanto pare, per ora è ancora tutto sotto controllo e Fuji riesce a fare le dovute foto ai registri. Tanto vale che prenda l'iniziativa lui ora, ricevute le dovute risposte sorriderebbe ringraziando il personale e dirigendosi verso l'uscita, nella transizione dal secondo al terzo teatro andrebbe a rispondere al marionettista <i malvagi sono per definizione cinici e narcisisti, combattere o non combattere sarebbe indifferente poiché il destino di quell'uomo o di quella donna è già segnato> si limita a dire con un sorriso cordiale in volto. Educatamente supera la piccola comitiva fermandosi davanti al portone dell'ultimo teatro, la mano destra viene messa nello zaino appena tolto dalle spalle tirando fuori l'unica prova che è riuscito a prendere quel giorno in accademia ovvero la divisa con l'etichetta tagliata, fatto ciò entrerebbe per primo nel luogo mostrando al personale l'uniforme che stringe in mano <Buon pomeriggio! Al tempio hanno lasciato questa dopo una cerimonia, verificherei nel registro dei costumi di scena chi ne è l'attuale proprietario così da potergliela portare dato che potrebbe servirgli per uno spettacolo imminente!> Dice educatamente con un sorriso in volto. Se tutto andasse come deve andare gli verrebbe consegnato il registro degli oggetti di scena con i relativi nomi di chi li possiede. Ovviamente per lui è indifferente chi farà le foto dato che sia Fuji che Saigo sapranno esattamente fare qualcosa per uscirne vittoriosi, in fondo, hanno già testato questa tecnica nei teatri precedenti. Il fatto di essere un monaco inoltre potrebbe anche evitare qualsiasi sospetto, un'opera pia non si può fermare soprattutto se a farla è un servitore dei Kami. Se avesse accesso al registro però porrebbe una certa attenzione nello sfogliare le pagine poiché magari, in esso potrebbe trovare realmente chi ha affittato l'uniforme dato che purtroppo l'etichetta di essa è stata privata del nome della compagnia teatrale. Insomma, due piccioni con una fava. Forse. Non risponde alla domanda di Fuji, mentre transitano da un posto all’altro tace e tiene per sé la sua versione. Ascolta invece i discorsi altrui limitandosi a farsene un’idea ma ancora una volta senza esprimersi davvero, celando la sua essenza a chiunque, protetta dietro a quel muro che ogni giorno si fortifica mentre il giudizio ne fa da collante <lo sai> scuote solo le spalle, convinta che l’altro saprà giungere alla corretta risposta. Crede di conoscerlo bene, crede si conoscano così bene che nulla potrebbe impedirgli di arrivarci da sola, rimosso il loro ultimo incontro. Tra una parola e l’altra riescono infine a giungere all’ultimo teatro, lascia andare avanti il monaco ma ecco che qualcosa accade e la sua visione viene stravolta. Una divisa da anbu mostrata, un oggetto di scena? Non lo sa ma basta identificare la provenienza di quella divisa per convincersi di essere proprio in presenza dell’assassino, chi altri potrebbe mai avere una cosa simile in un momento così propizio? E se invece fosse uno stupido anbu? Non parla però solo ne approfitterebbe, ripresasi il telefono si limiterebbe a fare una foto all’uomo che riconsegna quell’oggetto. Sorride gentile, aguzzando lo sguardo e lasciando che nessuno possa vedere l’agitazione e la tensione nel suo cuore. Potrebbe ritrovarsi davanti al serial killer, non è certo la situazione ideale. Cercherebbe dunque di fotografarlo lasciando un occhiolino al proprietario <sono una giornalista> mormorerebbe limitandosi a fare foto da più angolazioni, al tempo stesso spera che l’assassino prende quel gesto come una necessaria recita per giungere ai registri. Infatti, sforzandosi non poco, affronterebbe il timore avvicinandosi così da passare successivamente ad inquadrare io registri, così che vengano comunque salvati nella memoria di quel telefono. Per quanto i suoi sospetti la stiano portando verso quella figura particolare non dimentica mai la missione. Se si stesse sbagliando non potrebbe rischiare di venir ripresa, lei deve essere perfetta. Quindi fingendosi appunto una giornalista interessata al monaco più che ad altri cercherebbe di fotografare i registri, oltre che lui e la misteriosa divisa apparsa <quindi Judo-san, ha qualche dichiarazione per i giornali?> domanda calandosi in quella parte, senza mai smettere. Fotograferebbe ad ogni pagina girata. Appena avranno finito lei si limiterà ad uscire dal teatro <riferisco io. Fuji ci vediamo a casa> cerca solo di farlo allontanare da qualcuno che ora potrebbe essere pericoloso, lascia che l’altro sia consapevole che si vedranno, che l’assenza del ragazzo potrebbe allertarla, lo difende a modo suo insomma. Comunque proprio come riferito poi andrebbe dalle autorità a consegnare tutto il materiale accumulato. Terrebbe invece per sé i sospetti su Tsuyunotama, li dirà poi al suo capitano mica al primo anbu che passa, figurarsi. [end eventualmente] Naturalmente, si ritrova ancora catturato da un punto di vista così tanto palesemente esotico. Occasionalmente è possibile trovare alcuni fiori che spuntano là dove non appartengono, destinati solitamente ad una vita breve e tormentata. Si chiede se non sia la propria figura ad essere nel torto, sfiorando con la mente una serie d'argomenti che ora posson prender forma solo su quello sguardo scuro e un po' vacuo, distante come appaiono gli occhi di Aozora quando ci si focalizza troppo a lungo. Nonostante anche all'Oasi ci fu del panico, tutta la questione del serial killer gli appare così lontana. Sta riorganizzando i pensieri accumulati nell'ultima settimana ed ancora gli vien difficile capire dove la realtà e le illusioni coincidono e dove no. Dentro il teatro ultimo si limita a sollevare un po' lo sguardo, fissando un orologio posto su una o l'altra parete visibile. Manca la lancetta dei minuti? Aggrotta un po' la fronte, acuendo la vista. Poi, uno dei lavoratori presenti gli si avvicina. 'c'è qualcosa che non va?' Beh, volente o nolente sta facendo la sua parte. Non che ci stia pensando. Batte le ciglia, voltando lo sguardo sulla persona che ha distratto. Scuote un po' il capo e torna a fissar la parete, ma non sembra riuscire a trovare l'elemento del suo interesse. "ah.." Quasi agitato muove la punta delle dita, facendosi spingere da Aozora verso l'uscita e rimanendo poi lì ad attendere che il lavoro venga terminato. Gli occhi si sollevano un po', fissando un distante nero pennacchio di fumo che stagna parte del cielo. Sul marciapiede, dritto davanti a lui, un mucchio di persone. Meglio aspettare che gli altri escano. Seppur i sensi siano stati stimolati da quanto pronunciato da Saigo, non è riuscito ad uscire dalle sue personali alienazioni. Riparte dal generico, così da non destar sospetti "Ottimo lavoro." Pronuncia quelle parole, preparandosi al distacco da Saigo ed eventualmente volgendo il suo sguardo al monaco. "Pensavo di visitare il vecchio tempio." Forse, se questo fato esiste, allora avranno la fortuna di vedersi lì di fronte. Solleva un po' le mani dalla sedia a rotelle, inarcando la schiena un po' e tirando indietro il collo, per osservare la propria creazione. Ed essa osserva lui. "E' tardi." Come se potesse sentirti. Che importa, meglio andare. E così, finché chakra scorrerà in lui, proseguirà verso l'oasi. { se: exit } [Strada] Niente, il nome non appare nel registro. Pazienza, l'importante è essere riuscito a portare al termine l'ultima parte della missione così da essere finalmente liberato da questo obbligo. La domanda di Saigo lo coglie un po' su due piedi, che devo dire? Si limita a guardarla serio in volto <convertitevi finché siete in tempo> dice chiudendo il registro una volta che la ragazza ha ultimato di fare le ultime foto e lo riconsegna al personale <grazie molte!> velocemente caccia la divisa da tirocinante dentro lo zaino che viene rimesso dietro la schiena e con un sorriso esce fuori dalla struttura assieme a tutti quanti i suoi complici di missione. Lo sguardo inevitabilmente va su Saigo cercando di capirne il motivo di quella domanda assurda, che stesse semplicemente recitando la parte? Chi lo sa, non ha troppo tempo per poterci pensare ora. Si interessa invece a quello che Fuji va a dire, un sorriso sereno e aperto si crea sul suo volto pallido e senza peli <ti farebbe bene, ci vedremo lì nei prossimi giorni, abbiamo molto di cui parlare> dice alzando la mano in direzione die due ninja professionisti <vi saluto, ho davvero tante cose di cui occuparmi ora> ed è vero, la cura delle anime altrui è un lavoro a tempo pieno per il monaco non può di certo preoccuparsi troppo di queste vicende terrene nonostante egli si sia voluto mettere in mezzo per aiutare i laici a venire a capo della quesitone. Da le spalle ai due che hanno già iniziato a camminare verso le proprie dimore e a passo veloce, abbandona il quartiere che piano piano inizia a popolarsi con la fauna notturna, fauna da cui vuole stare lontanissimo. [end]