L'ombra dell'origami
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Giocata del 06/03/2021 dalle 15:46 alle 21:49 nella chat "Piazza Centrale [Oto]"
Di nuovo li, su quella ennesima piazza, eppure perchè volgere ancora e ancora lo sguardo su quel suono ormai dormiente? Perfino li ove la vita mondana si consuma non percepisce la stessa anima di un tempo, si aspetterebbe piuttosto gallerie sotterranee , migliaia di brulicanti attive formiche nascoste al mondo esterno a compiere le loro ricerche nei loro laboratori, ma qui tutto ormai è diverso. Lo sguardo indugia su quelle genti, su quei sorrisi, mai visti a memoria di donna nel suono. Anche lei avanza questo pomeriggio come tante altre anime , tra il sole e la pioggia che scivolano verso il basso , verso la stessa terra per bagnare tutto quanto e lavar via i peccati ignobili di quello stesso mondo. Ma quest'oggi si protegge anche la figlia della pioggia, un ombrello scuro occupa la parte superiore della figura proteggendo il capo e i capelli, rossi lunghi filamenti che scivolano scuri verso il basso, sfiorandola al di sotto delle natiche. Il ciuffo ormai che s'è fatto abbastanza lungo dall'incorniciare quella parte del viso, la destra, mentre nella sinistra viene lasciata libera d'esser vista dai più. Non se ne vergogna, seppur non molti siano sguardi gentili e d'apprezzamento , tutti o quasi hanno avuto modo di vederla quel giorno su quel palco, la spada del capitano comandante indugiare sul proprio collo e poi il suo esser portata via. Un onta di vergogna le prende lo stomaco e l'intestino, nessuno avrebbe dovuto vederla in quel modo, minare il suo orgoglio.. eppure adesso si ritrova così, con quella divisa che sta indossando con quei bottoni dorati sul morbido e florido petto e quella giacca militare dalle strisce rosse che scivola fin sotto i glutei. sotto indossa solo una camicia bianca molto semplice e legata fino al collo, una gonna nera , calze a rete da una trama finissima e delle scarpe nere molto semplici con un poco di punta a un pò di tacco. Il rumore di questi l'annuncia ben prima della propria divisa, sicura del potere che coloro hanno potuto conquistarsi nel tempo, e un punto di partenza per dar infine la scalata a quella nuova gerarchia. Per ritornar ad essere parte di ciò che era, libera di scegliere per se stessa e per gli altri, di esser crudele e magnanima allo stesso tempo. Ma adesso è il momento di giungere sotto un riparo, di nuovo quel largo balcone le si pianta d'innanzi, e raggiunto andrebbe solo a scender la mano dritta per chiuder l'ombrello. Lo poggia a terra nelle vicinanze, con la punta rivolta verso il basso e la parte alta verso il muro stesso. Ma adesso con le mani libere e la visuale libera andrà ad osservar il circondario, quelle persone che passano così come il tempo, lento, e le mani che si portano alle tasche interne alla ricerca di una sigaretta e di un accendino. Il filtro viene messo alle labbra, ma ancora non l'accende, i pensieri che si volgono altrove adesso. [divisa shinsengumi] [Piazza] La delicata pioggia dei cieli tocca quegli sprazzi di una Oto che ben dista dai lontani tempi ormai prima della quinta guerra, anche se nonostante tutto sono ancora così recenti. Una giornata decisamente pessima per uscire o per andare comunque verso quelle strade arrivando da un altro settore oltretutto, ma esso non è un pretesto che può fermare il buon Kazuma e le sue ricerche. Veste come suo solito, con quella strana divisa studentesca vecchio stile completamente nera e che tiene quella peculiare mantella legata al collo, che arriva fino ai propri fianchi coprendogli anche le braccia. Le scarpe di cuoio nero rumoreggiano nei loro passi sui piccoli strascichi d’acqua creata dal piovigginare, mentre con un ombrello decorato con un delizioso disegno di due farfalle blu che volano, copre il resto del proprio corpo dal bagnarsi, anche se alla sua testa già ci pensa il suo immancabile cappello con visiera. Al fianco destra porta un marsupio con varie oggettistica dentro, come il suo taccuino personale, cose con cui scriverci, coprifronte e cellulare, più qualche oggetto di necessità, mentre al fianco sinistro tiene la sua fidata arma che fortunatamente non ha ancora avuto possibilità di sfruttare. L’ombrello viene tenuto con la mano destra che irrimediabilmente esce fuori dalla propria mantella, e viene tenuto appoggiato sulla stessa spalla lasciando che si posizioni in obliquo così che possa coprire quasi totalmente il corpo e anche far sì che il Nara non debba troppo stancare la propria mano. <...mmh..> pensieroso cammina per le strade di quella piazzola osservando da vicino e lontano le statue dei vecchi kage che ha potuto già analizzare l’altro giorno dopo il suo incontro con Naomi. Il motivo della sua dipartita da Konoha fino a qui è già presto detto, poiché in un giorno un settore mica te lo esplori bene, anzi, servirà ben più di quello per poter trovare informazioni utili e ci sta dedicando anima e corpo al caso di questo killer, indi per cui brama informazioni come un cane chiede il cibo al proprio padrone. Effettivamente tutto questo camminare avanti e indietro da questo pomeriggio gli sta mettendo un certo languorino allo stomaco, e non gli dispiacerebbe riprovare i Takyoaki di quel chioschetto, anche se c’è rimasto un po’ secco dopo aver sperperato i soldi per Naomi, ma tant’è perché non avvicinarsi e vedere se hanno qualcosa di più economico no? E così fa, un passo dopo l’altro con le leve delle proprie gambe cercando di evitare di inzuppare i pantaloni in qualsiasi pantano si possa creare in questo posto, i suoi occhi ben puntati sulla strada ad un certo punto si alzano per osservare meglio i suoi dintorni e orientarsi meglio, e, forse malauguratamente o forse no si posano su una silhouette che gli dice qualcosa di familiare, ma che non riesce a distinguere facilmente dalla distanza in cui è. Alché per mettere meglio a fuoco l’immagine decide di fare qualche passo in avanti e sgranare meglio le iridi, e le sue palpebre non possono che spalancarsi per lo shock, giuro in questi giorni sta incontrando di tutto e tutti. <...e..e..> rimane imbambolato in maniera piuttosto palese intontita, per qualche secondo guardando quei capelli rossi e la divisa della Shinsegumi, se si guardasse la scena dall’esterno potrebbe parere un po’ inquietante perché pare quasi un guardone così, ma i suoi pensieri sono tutt’altro. Il suo cervello va in un tilt completo cercando di comprendere se quello che sta vedendo sia reale o meno, non sa neanche dire se sia più sorpreso, felice o voglioso di andarsene vedendo Sango, che se alzasse lo sguardo non farebbe difficoltà a notarlo. Senza dire nulla dopo quei secondi di puro sgomento, Kazuma serra le labbra fortissimo e lentamente si gira dall’altra parte tentando di fare qualche passo lontano da lei, forse per paura? O per altri sentimenti, non sarebbe sicuro, di certo sa che non ne vuole avere nulla a che fare ora e il suo linguaggio del corpo lo rende abbastanza palese alla Kunoichi. Anche se nonostante tutto gli sta balenando un’idea in testa piuttosto malsana, ma forse gli servirebbe qualche minuto per elaborarla bene. {Tanto - Marsupio - Chk Off - Tentativo di fuga} Sospira , l'aria fredda e umida che le riempiono i polmoni. Petricore, l'odore della pioggia quando incontra la terra stessa, un aria che s'ha di libertà e di tempi passati, che stuzzica quella malinconia e una dolcezza antica di ricordi e profumi di una gioventù trascorsa con quell'eterno odore. Le piace il rumore, il ticchettio incessante sui tetti, sulla strada, su quei pochi passanti che si inoltrano ancora in quella piazza alla ricerca di un possibile riparo. La pioggia fa nasconder coloro non abituati all'eterna acqua dei kami, eppure si sente quasi in pace adesso, con il filtro di una sigaretta tra le morbide rosee gemelle e quel piccolo fuoco che ne farà elevare il fumo in piccoli disegni verso l'alto. Per poi disperdersi per sempre, un aroma che si andrà a mischiare con tutto il resto. E li, poggiando le spalle stanche a quel muro dietro di se, andrà a vedere anche lei la figura di quel ragazzo alto quanto lei, ma più di tutto le interessano le sue vestigia. Quel mantellino nero, quella specie di divisa, potrebbe apparire quasi come qualcuno della stessa shinsengumi. Pensieri che si inerpicano nella mente, forse per gioco , per comprender chi possa esser una persona così. Meglio che dover pensare ai fatti propri, a cosa abbiano fatto a Mekura Hyuga dopo averla consegnata al proprio plotone - e rimarcando il suo attuale desiderio, per proteggere Amegakure, deve proteggere tutto il resto. Proteggere quella pace fittizia facendosi carico di decisioni e di immoralità, ma a ciò vi è abituata. Quante anime e quanti morti che l'attendono nell'oltretomba, pronti a giudicarla e renderle ciò che ha fatto e ciò che ha lasciato dietro di se pur di compiere un sogno non proprio. Scie di sangue, ossa, lacrime e pianti, di guerre dichiarate e di piccoli passi per raggirare il prossimo. Pentirsene? Mai. Ognuna di quelle vite l'ha portata li, con quella nuova divisa, al ritorno di ciò che un tempo era un ninja. Un soldato. Lo sguardo che diviene bieco, la sigaretta ferma tra quelle sottili dita affusolate, la cenere che s'accumula prima di suicidarsi da se verso la terra stessa e portata via dall'acqua, eppure noterà bene come la nera figura si sia fermata. D'innanzi ai propri occhi, resta fissa nell'osservarla, e la realtà riprende il proprio percorso. Lo sguardo attento adesso, la testa che si piega verso destra a chiedersi perchè di quel fissarla < desiderate qualcosa? > è in veste ufficiale, e la gentilezza si confà a coloro che son legati all'eleganza di gesta. Eppure quel voltarsi, quel cercare di scappare come se fosse pericolosa la portano a sorridere mestamente < avete paura di me? > la voce che resta calda, morbida e avvolgente, di un lieve roco che la distingue dal resto, eppure alta per poter raggiungere le orecchie dello sconosciuto. Lo vuole punzecchiare, comprender cosa porti la gente a voltarle le spalle , a spaventarsi, a fuggire, o a ringhiarle contro < non mordo > oh si che morde, eppure perchè annunciarlo? Quel sorrisetto permane sulle labbra, eppure nulla contagia lo sguardo fattosi più sottile per distinguerlo attraverso la stessa pioggia. Ne analizza il corpo, i movimenti, ma non lo seguirà lei stessa, vuole attrarne l'attenzione con la mera voce, con le mere parole pronunciate adesso. Poche, eppure atte a comprender se egli sia o meno un codardo. E i codardi non li digerisce proprio. Attende sempre in quella posizione, quasi rilassata, seppur la schiena si faccia in avanti di qualche centimetro e la sigaretta venire consumata della propria essenza con avidità. [divisa Shinsengumi] [Piazza] Eccallà, beh Kazuma non poteva aspettarsi altrimenti suvvià il suo linguaggio corporeo in quella situazione era talmente lapalissiano, che non ci si poteva fare molto, se avesse il pudore di Nene probabilmente avrebbe già tirato una bestemmia. Al commento quasi ironico della donna, il Nara ormai sgamato come un ladruncolo che si intrufola in casa,ha tutte le attenzioni su di sé e non può far altro che girarsi verso la Ishiba. Prima di rispondere in qualsiasi maniera ormai finito al dover per forza di cose, per uno o l’altro motivo, ad interloquire con lei non le dice nulla ma serrando le gambe, fa un inchino di 45 gradi verso di lei in segno di saluto facendo cadere qualche goccia di pioggia sulla mantella. Indipendentemente dall’opinione che il Nara può avere su di lei, mette sempre il rispetto al primo posto in una conversazione. Si rimette quindi dritto e inizia parlare in maniera quanto più naturale possibile <...Buonpomeriggio, la risposta al vostro quesito è quanto più negativa possibile…> ancora più formale del solito, vista anche la natura della figura che si ritrova davanti, Kazuma tenta di dare una risposta quanto più velatoria possibile, anche se in verità un po’ di paura ce l’ha. Cioè dal suo punto di visto, sta parlando non solo ad un ex ninja che ha avuto una reputazione di rivoluzionaria e portavoce di un clan intero, ma anche di qualcuno che è stata praticamente sfidata dalla Shinsegumi stessa, senza contare che ora sembra farne parte vista la divisa indosso, cosa che nella testa del Nara non ha un assoluto briciolo di senso. <..sono Kaneko Kazuma…> per abitudine decide di presentarsi con il proprio nome e cognome senza alcun riguardo alcuno, come se si stesse presentando ad una qualsiasi altra persona del quartiere. < ...stavo semplicemente passando di qui e avevo notato la sua figura, se lo ho dato disagio la prego di perdonarmi…> un tono molto serio e confidente che però fa un po’ da specchietto per le allodole per quello che prova il ragazzo in verità, che è un misto d’ansia, panico e confusione dinanzi a questa figura. <...mmh…> però, accidenti non può lasciarsi scappare una possibilità del genere, Sango è un individuo che per il ragazzo è difficile da categorizzare in maniera precisa e dopo l’accaduto in TV sarebbe curioso anche di saperne di più dei retroscena, ma se fosse inopportuno o anche pericoloso? Il suo senso da giornalista sta andando sempre di più alla deriva e ticchetta come una sveglia, forse potrebbe essere l’occasione della vita. <...lei, è la signora...Sango Ishiba corretto?..> deglutisce lievemente mentre un rivolo di sudore che potrebbe essere confuso per la pioggia scende sulla propria fronte <...spero di non essere opportuno, lavoro per un giornale di Konoha, le dispiacerebbe se le facessi, ecco...qualche domanda?..> è il momento di mettere da parte pensieri negativi almeno per ora. {Tanto - Marsupio - Chk Off } Osserva con interesse quel figuro, sa che le proprie parole sono arrivate a destinazione. Quel corpo che si rivolta di nuovo, seguito da quell'inchino, rigido e composto nel suo fare. Un piccolo cenno d'apprezzamento per modi eleganti senza dubbio vi è con quel cenno del capo verso di lui, e anche lei si raddrizza nella propria altezza. Ma non dirà ancor nulla, andrà solo a dedicarsi all'ultimo tiro di quella sigaretta per poi gettarla nel cestino vicino spegnendola accuratamente nella propria sabbia bagnata per lasciarla li a morire definitivamente. Qualche altro passo per riprender l'ombrello da terra e un piccolo click per farlo scattare, molto comodi questi ombrelli di oggi che si aprono e si chiudono con un semplice pulsantino, no? < ne è sicuro? > lo mette in dubbio, dopotutto quel suo comportamento ha un che di strano ai propri occhi. I passi che risuonano lenti verso di lui, le suole che riprendono a sguazzare nell'acqua stessa senza alcuna paura di bagnarsi o sporcarsi < è un piacere conoscervi, Kaneko Kazuma > si farebbe più vicina, qualche altro passo per portarsi ad un paio di metri di distanza da esso, pronunciando lentamente quel nome per non dimenticarlo , così come quel suo volto adesso abbastanza vicino da vederne i particolari, come le basette spettacolari che porta su quel viso abbastanza giovane < nessun disagio, non siete ne il primo ne l'ultimo a girar le spalle quando mi vedono > non se ne fa alcun problema, l'esser accettata da tutti non è mai stata propria prerogativa, eppure gli sorride come a sentire quella paura nell'etere quasi fosse sangue. Quasi la percepisce come piccoli brividi lungo la schiena, come la stessa sensazione durante una caccia e la propria preda li, vicina , tanto da poterla perfino toccare se solo volesse. < signorina > ribatte velocemente con nonchalance, che non le si dia della signora . Un sospiro segue quel proprio dire, lento e soave come l'aria calda che sfuma in quella piccola nuvoletta di calore umano prima che si disperda < stava andando così bene , non può perdersi in simili scivoloni > lo imbecca di nuovo su quelle maniere eleganti sebbene abbia una buona base di partenza. E l'apparenza di quei modi è altrettanto importante quanto ciò che cela al suo interno, per gli Ishiba perlomeno < domanda? > solleva quel sopracciglio, interessata senza alcun dubbio a ciò che voglia chiederle,eppure prima della curiosità la mente elabora quel primissimo incontro risalente a pochi minuti < prima stavate per andar via appena mi avete visto, quasi fossi un fantasma. Adesso volete pormi delle domande. > tira le somme di quello strambo incontro, andando a studiare quel nervosismo, quel deglutire sonoramente , eppure l'interesse è alto così come la curiosità che accende il proprio sguardo < bene, non posso promettervi di poter rispondere a tutte le domande, eppure ne voglio fare una a voi prima di cominciare > il passo che riprende, per permettersi di affiancarlo alla sua sinistra, con l'ombrello sulla testa ma il viso per lui < perchè volete fare delle domande proprio a me? > lo sguardo indagatore, nessun ombra di sorriso, solo la sete di conoscenza che la porta ad interrogarsi e interrogare altre anime. Cosa lo porta a lei adesso? Paura? Curiosità? L'averla vista in televisione? Attende quel suo dire senza spostarsi, invadendo probabilmente il suo spazio personale per mettergli una sorta di pressione psicologica. Cosa vuole questo piccolo sconosciuto? [divisa Shinsengumi] [Piazza] Per quanto non sembri a vista, la correzione sul nominativo di Sango, colpisce Kazuma dentro poiché come già asserito mette molta importanza su queste piccole minuzie, infatti sentendosi corretto si sente un po’ un cafone dentro, ma decide di assimilare semplicemente l’informazione annuendo e scusandosi <..mi perdoni per l’errore..> parole seguite da un inchino non dissimile da quelle precedente. Purtroppo per il ragazzo effettivamente la prima impressione che ha fatto a Sango è quantomeno strana e lei non può che puntualizzare ciò, dopotutto si è presentato in tal maniera, quasi scappando e poi ri-girandosi con fare curioso, farebbe insospettire o incuriosire chiunque. <....ecco..> cerca di pensare molto forte a cosa dirle in particolare, non solo a cosa chiederle, ma proprio come approcciarsi a lei. L’opinione che nel tempo Kazuma si è fatta di Sango o più precisamente di ciò che rappresenta, è particolare, sarebbe complicato spiegarlo a parole anche perché dopo ciò che è successo in TV ci è rimasto abbastanza male per un motivo o per l’altro. Riprende quindi a parlare dopo pochi attimi di dubbio con tono il più tranquillo possibile anche se cela comunque una certa ansia vista la situazione . <...conosco come tanti altri ninja e cittadini la sua figura, signora-.....> prende un attimo per pensarci <...mi scusi, signorina, Ishiba..> ecco forse così va meglio <..lei insieme a molti ninja della vecchia generazione siete state sempre delle figure che mi hanno interessato e mi hanno dato modo di essere interessanti oggetti di studio per me e il mio percorso personale…> cosa non del tutto sbagliata, del resto Kazuma e tutta la sua persona si basa proprio su quei precetti e su quelle storie non solo dell’antichità, ma anche delle grandi azioni più recenti. <..difficilmente può capitare ad un come me di poter avere una conversazione con una figura del suo calibro, indi per cui, in quanto giornalista ma anche in quanto Kazuma, sarei curioso su alcuni fatti di questi ultimi tempi…> beh non si può più tornare indietro. Come ha già asserito Sango precedentemente non potrà rispondere a tutte le domande che Kazuma gli farà ma questo lo sa bene. <...se a lei non dispiace vorrei cominciare..> così sembra che stia per fare una vera e propria intervista in pratica, nonostante l’ansia sia ancora li presente anche perché ancora non è arrivato a punzecchiare gli argomenti più spinosi e non sa se ci riuscirà effettivamente, il suo intuito da giornalista sa che questa è un'occasione da non perdere e si deve dare forza. Se la risposta di Sango, che apparentemente era già positiva, fosse confermata, allora Kazuma inizierebbe con la prima delle domande, tirando fuori dal marsupio taccuino e penna su cui scrive con la destra, tenendo l’ombrello tra il busto e il braccio. <...credo che lei abbia presente gli eventi di cui si sta parlando negli ultimi giorni, l’assassino degli ex ninja..> inizia con un argomento che nel parlato comune è comunque ancora abbastanza leggero dopotutto non è qualcosa di troppo personale per Sango almeno per ciò che conosce Kazuma, ma è comunque qualcosa che gli interessa, dopotutto è qui per ricercare segretamente anche quello. <...questa persona o persone sta apparentemente cercando individui facenti parte della ex generazione di shonbi e le sta uccidendo una ad una e di giorno in giorno il suo conteggio delle vittime pare aumentare..> un po’ sofferto pronuncia queste parole è proprio qualcosa che gli da fastidio dentro questo argomento, non riesce proprio a sopportare l’idea di questa figura. <..secondo lei potrebbe essere un pericolo anche per la sua figura?..> {Tanto - Marsupio - Chk Off - Giornalista mod ON } Il silenzio vi è, ma non per l'altro, forse troppo agitato come una scolaretta d'innanzi ad un ragazzo più bello e grande di lei? Poco importa quando ormai la sinistra si porta sotto gli occhi rivelando un piccolo orologio particolare < ho finito il mio turno > concludere quella giornata e poi rilassarsi, ecco il proprio piano di azione. < prima di parlare, mi segua > un ordine imperativo, dopotutto se la curiosità di costui è davvero così impellente, l'avrebbe fatto. < conosco un piccolo posto dove rilassarsi al caldo > e con quel dire andrà a muoversi lei stessa per prima. Il passo lento e lo sguardo su di lui per comprender cosa egli voglia fare. Ma non si fermerà di certo e non si perderebbe alcuna parola se l'altro decidesse di seguirla in quel cammino che sarà davvero breve invero, una piccola locanda in legno è molto vicina. Bassa, con un tetto molto particolare e spiovente, e i suoi consumatori celati allo sguardo che vi è la fuori per consumar il loro piacere nelle più protette camere < studio? > solleva di nuovo quel sopracciglio seppur paia quasi stizzita da quel suo dire, cos'è lei? Un oggetto per caso? Una cavia di un qualche laboratorio? < mi sono fermata molto spesso a discutere con coloro che ancora non sono come me, Kazuma. L'esser una figura di un certo calibro porta con se diversi oneri, come l'esser il sensei di coloro che hanno una mente abbastanza aperta da poter comprendere la mia visione del mondo. Se siete disposto ad aprir la vostra mente, sarò disposta a mostrarvi cosa io sia in realtà > sottile quello sguardo indagatore incede più volte su quel viso studiandolo a modo proprio, a cercar di comprender l'essenza stessa di quel che si professa giornalista < faccia pure > un cenno d'assenso verso quel suo taccuino, sa che scriverà tutto ciò che dirà, e le parole devono esser molto ben pesate in questo piccolo momento, prima di veder volar via la propria testa infine. Solo a quel punto si fermerebbe d'innanzi a quel locale individuato, in attesa che l'altro possa porre quelle domande e che lei possa rispondere infine. < si, sono stata presente ad uno di questi assassini > i giornali ne parlano, anche le televisioni, gli omicidi si susseguono tra loro e le vittime aumentano il loro numero. Lettere che vengono lasciate, pugnalate al petto che tolgono la vita con molta facilità ma a quell'ultima domanda non può che soffocare una risata divertita < non sono riusciti ad uccidermi nè l'hasukage nè l'hokage. Secondo voi potrebbe uccidermi un comune assassino? > retorica si dibatte per soffocar quel breve lasso di risa per ritornar seria a quell'argomento < non credo si tratti di ex generazioni di shinobi, ma di ex shinobi. Coloro che hanno abbandonato la via militare > le proprie congetture son state fatte nel trascorrere il proprio tempo a individuare un possibile collegamento tra le vittime < l'uomo che ho visto morire era divenuto un inserviente, ciò lo ha posto fuori dal ramo ninja, ma un tempo lo è stato > a rigor di logica lei e tutti coloro che sono tornati non hanno nulla di cui spaventarsi < così come tutti gli altri morti, tutti ex ninja > e lei continua a percorrere quell'infausta via per il proprio egoismo < vuole entrare? > la mano che si pone su quella porta aprendola delicatamente eppure sarà lei stessa a passar per prima in sua attesa < buonasera > un lieve ringraziamento alla cameriera < vorremmo una stanza privata > si, lei chiede, ma poi decide da se le sorti di entrambi. [divisa shinsengumi] [Piazza] <..oh emh...certamente..> a quel punto la curiosità del Nara si alza un poco, anche se certamente sotto questa pioggia sarebbe meglio trovare un posto chiuso. Quindi con fare impellente segue la Ishiba con esitazione alcuna nel mentre ascolta e pensa alle parole che gli sta dicendo. Per il ragazzo non è facile mostrare effettivamente la propria mente ad una figura come Sango, ne è intimorito, affascinato ma anche in parte dubbioso, non sa del tutto cosa pensare su di lei, ora se glielo avessero chiesto qualche giorno prima di vederla con la divisa, forse avrebbe detto che non era ciò che pensava fosse forse visto che dopo tutti quegli anni è rispuntata, ma ora? Non sa più che pensare e vorrebbe andarci più a fondo, forse c’era una ragione perché sparì in quella maniera, che la storia della morte fosse falsa? Dopotutto quello che è accaduto e che sta succedendo ora non sa veramente che dire, ha bisogno effettivamente di tempo per elaborare il tutto e non fare passi falsi. Annuisce in risposta e aspetta semplicemente le parole della donna. Rimane colpito e sorpreso dalla prima parte, non pensava che sarebbe potuta essere testimone di uno di essi, nel senso è una bella coincidenza che però può tornare a suo vantaggio, ma deve stare attento a non essere troppo, ovvio nel far comprendere la sua curiosità nell’argomento. Continua ad ascoltare riprendendo un attimo la compostezza nel viso e lo sguardo dando una risposta repentina subito dopo. <...mmh mmh..> annuisce e trascrive le risposte della ragazza nel taccuino, nel mentre tenta di formulare una frase per incalzarla <...beh, non mi sarei di certo aspettato quello, ma la curiosità era lecita, non è certa la pericolosità effettiva di questo individuo...sono comunque d’accordo con ciò che asserisce, sembra aver preso di mira solo ex shinobi, ma potrebbe anche essere che in futuro potrebbe tentare di puntare più in alto…> una possibilità da non escludere, un killer può anche agire in una certa maniera ma non sempre quella certa maniera è una regola scritta sulla pietra che seguirà al 100% è qualcosa che dipende. Kazuma si ritiene per ora soddisfatto da questo punto di vista, ma vorrebbe chiedere altro riguardo gli avvenimenti indi per cui prima di arrivare all’entrata le pone una seconda domanda. <...mi dica, signor...ina..> sta attento <...Ishiba, durante quell’evento ha notato qualcosa di particolare che potrebbe ricollegarsi all’assassino o è un segreto lavorativo?..> meglio vista la situazione mettere le mani avanti anche dal punto di vista legale che non si sa mai cosa la Shinsegumi potrebbe star indagando e cosa no, e nonostante sia tremendamente curioso sulla domanda, non vuole lasciarsi scappare questa possibilità, ci deve essere uno spiraglio nella conversazione per arrivare a fare qualche domanda più spinosa prima che si debbano congedare. Arrivati all’entrata però neanche il tempo di poter rispondere e subito Sango si fionda dentro e Kazuma bloccato nel suo voler dare una risposta, entra dentro senza dire nulla analizzando un attimo il locale dall’interno un po’. “Privata?” essendo una locanda ci sarà qualche privè dove poter intervistare la donna senza che ci siano orecchie indiscrete a sentire. Da comunque anche lui i suoi saluti e seguirebbe Sango nel loro percorso verso questo posto più appartato, sperando di non svenire dall’ansia prima che sia troppo tardi, non sa quanto ancora potrà resistere. {Tanto - Marsupio - Chk Off } Il corpo che viene investito da quel calore immediatamente appena entrata, le spezie e l'odore di cibo che si fanno forti dentro quella locanda, piccola ma molto carina e ben tenuta. Anche l'esser al centro di un villaggio pone loro anche un certo riguardo sulle minuzie, come quei fiori che adornano ogni basso tavolo, eppure non saranno diretti li, ma ad una di quelle stanze non troppo grandi ma molto comodi per poter parlare privatamente. Seguirà la cameriera senza guardarsi intorno, l'ombrello ormai lasciato all'ingresso per non insozzar il pavimento in legno , per lasciarsi condurre insieme a quel damerino tremolino verso quella stanza. Andrà a togliere gli stivali prima di entrare e colpire quel tatami con delicatezza, porsi al lato sinistro del tavolino e sedersi infine. < prego , si sieda > lo invita con un gesto della mano a sedersi di fronte a se . Quell'ipotesi non l'ha ancora sfiorata, potrebbe cambiare bersaglio, eppure perchè farlo? < potrebbe senza alcun dubbio, ma adesso non sta facendo altro che mirare sempre agli stessi. Verrà preso presto > non vi è molto altro da aggiungere adesso, mentre le mani andranno a sbottonare quei tre dorati sul petto e la giacca tolta e poggiata alla propria sinistra. La camicia che si mostra ancora chiusa eppure ne andrà ad aprire tre bottoncini, uno dopo l'altro, molto più comoda così e molto meno rigida , libera di restrizioni in quella piccola stanzetta < c'era molta confusione quella sera, ma non ho avuto modo di veder molto in effetti di particolare > no, non andrà a nominar lei stessa quella figura che si è lasciata scappare via. Sarebbe un onta per lei e per la shinsengumi , avere un richiamo adesso sarebbe stata la fine, rifinire nelle mani del capitano comandante non è qualcosa che desidera riprovare. < eppure penso che prendersela con coloro che si hanno voltato le spalle alla vita da ninja abbia un suo perchè. > tace per qualche attimo, alla ricerca delle giuste parole da donargli < Personale, vendetta, sete di sangue, tutto ciò che tutti abbiamo provato almeno una volta nella nostra vita. > nessuno escluso, seppur tra il dire e il fare si sa che in mezzo c'è Ame. Solo in pochi hanno avuto la capacità di prendersi la vendetta bramata, prima di lasciarsi consumare da essa. Che stia accadendo anche a quel nuovo assassino? Il rumore si fa di nuovo alto nelle vicinanze, la cameriera tornata per quelle ordinazioni < porti del sakè e del thè. Takoyaki e anche del ramen con il maiale > sa bene cosa vuole, e lo stomaco brontola dopo l'ennesimo pasto saltato della giornata < prendete ciò che volete, per questa sera sarete mio ospite > lo sguardo che scivola ancora su quell'essere, sul suo viso, ne cerca i segni dell'emozione, del nervosismo, eppure quella curiosità ancora non s'è placata. Attenderà che la cameriera sgusci via prima di tornar a vociare < eppure mi sembra che vogliate anche chiedermi altro, oltre che la storia dell'assassino, non è forse così Kazuma? > lo chiama esplicitamente per nome, per farlo proprio e romper quella piccola barriera che li sconosce. O l'altro non avrebbe detto d'esser quasi onorato di poterle parlare , quelle informazioni ormai sono di dominio pubblico, non ci vuole molto per comprender che non stia poi rivelando davvero moltissimo. Attende mentre non ci vorrà molto per avere sakè e thè allo stesso tempo, diversi bicchieri vengon poggiati sulla tavola, ed ella andrà a versare il liquore in quella bassa e tozza tazzina in legno. [divisa Shinsengumi] [Locanda] Il ragazzo entrato fa come richiesto da Sango e si siede di fronte a lei in quel piccolo loculo, non prima di aver poggiato l’ombrello ripiegato all'entrata, sia mai, non vorrebbe mica inzuppare il pavimento del locale. Si mette comodo, sfila il fodero dal fianco con la mano destro e lo poggia sulle sue gambe insieme al marsupio, nel mentre con gomiti poggiati sul tavolo stesso, ha finalmente un posto solido su cui scrivere con la penna e il taccuino. Ascolta e trascrive come se fosse in una trance, talmente è concentrato, dopotutto è ciò che un intervistatore deve fare. Pensa molto a ciò che sta dicendo, che questo killer venga catturato il prima possibile sarebbe l’ideale ma è in dubbio sulla possibilità che questo possa accadere per davvero. Sembra sfuggente e sempre nascosto, è riuscito persino ad eludere la sicurezza degli ANBU, non è un pivello che non sa cosa sta facendo, è qualcuno che conosce molto bene Kagegakure e la sua sicurezza, secondo il ragazzo non dovrebbe essere sottovalutato facilmente, oltretutto è un vero peccato che non ha ottenuto niente di particolare dalla Ishiba sembra che non le sarà utile per la sua ricerca. Rimane però colpito dall’affermazione sulla vendetta, sembra molto sentita come frase e forse a ben vedere dalla storia conosciuta della donna, però non può che essere in dubbio su una cosa, spera vivamente che la donna non stia tentando di giustificare le sue azioni in questa maniera. La sua ansia nonostante sia ancora presente diminuisce per l’attaccamento emotivo a questo argomento che inibisce di più le sue paure e lo fa sentire più sicuro delle sue parole <...comprendo quello che intende, potrebbe trattarsi di ogni cosa con questo killer non si sanno ancora molti dettagli purtroppo, ciò non lo giustifica affatto anche se quelle persone gli hanno fatto un torto, sta violando la pace di questo villaggio…> anche se la donna magari non intendeva effettivamente dare una giustificazione, quanto più una motivazione all’assassino, per Kazuma è importante ribadire questi concetti e assicurarsi di star comprendendo bene il dire del suo interlocutore in tal senso. Continuando il discorso si girerebbe in direzione della cameriera dopo che Sango fa il suo ordine per fare il suo al dire della donna annuendo a ciò che gli offre <..per me solo del Sakè e dei Gyoza di maiale per favore..> dopodiché appena la cameriera se ne va si rivolterebbe verso Sango dandole una piccola postilla <..la ringrazio per la generosa offerta, ma posso pagare io, non vorrei scomodare..> almeno da questo punto di vista spera sia più ragionevole di Nene e non gli infili i Gyoza in gola. <mh?> rimane un attimo colpito dalla domanda retorica dell’Ishiba, a quanto pare sa davvero leggere bene le persone, e non ha tutti i torti, Kazuma vorrebbe effettivamente andare più a fondo su una questione più personale e meno legata a questo misterioso assassino, qualcosa per cui teme la risposta o la non risposta. L’ansia torna un pochino nel suo cuore, ma si fa forza, è in parte preoccupato ma ciò non lo ha mai fermato dal chiedere quello che voleva chiedere anche nella situazione più strana e particolare. <..si ha ragione..> risponde con fare serio e particolarmente basso <...c’è una cosa che vorrei chiederle, che non trascriverò all’interno del taccuino se lo desidera, sempre che mi dia una risposta…> dopotutto la sua galanteria viene prima di tutto. <...credo che questa non sia la prima volta che questa domanda le viene fatta, e non penso che sarà anche l’ultima…> prende una breve pausa cercando di formulare bene le parole nella sua testa, poiché dipendentemente dalle parole scelte potrebbe finire bene o malissimo. <...lei è una figura che non nego di aver in parte ammirato durante la mia infanzia, durante la guerra quando ancora tutti pensavano fosse deceduta..> genuine parole che vengono dal cuore qui sta raccontando se stesso non il giornalista che sta intervistando Sango, ma Kazuma Kaneko e la ragazza lo potrà anche intuire dal tono. <...una figura rivoluzionaria che voleva riportare onore e ordine nel proprio clan, che decise di ribellarsi ad un kage che prese il suo trono con la forza la violenza…> cerca di guardare Sango negli occhi con le sue grigie iridi mentre mette sotto il braccio il taccuino <..lei ora fa parte della Shinsegumi a quanto pare, quindi ho motivo di credere che il suo animo debba essere benevolo, nonostante ciò che è stato detto in quella piazza…> il tono di Kazuma ora si fa più sentito e più spinto, l'adrenalina entra in corpo e gli da modo di mettere più emozione possibili in quelle parole <..quindi per favore mi dica come mai è sparita? Perché durante il momento più buio di questo mondo è scomparsa? E’ come hanno detto gli altri membri della corporazione, è scappata o c’è dell’altro?..> non c’è malizia nel suo domandare solo curiosità e una flebile speranza che vuole con tutto il suo cuore non essere delusa, con tutto se stesso vuole sentire quelle parole dette da lei stessa e non da nessun altro, vuole che gli venga data una risposta non importa quanto brutta sia, non gli piace vivere nel dubbio, è un giornalista anche per questo. {Tanto - Marsupio - Chk Off } Le labbra che si bagnano di quel liquore, ne assapora quel gusto leggero e poco amaro con lentezza prima di riportar davvero l'attenzione a quel ragazzo, a quella penna che scivola su quella carta costruendo parole e frasi dette, di una concentrazione quasi snervante e di una velocità che non avrebbe mai avuto. < non è una giustificazione > conferma con estrema tranquillità a quel suo dire, non avrebbe mai giustificato qualcuno eppure è sempre alla ricerca di una sorta di verità < ma ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria. E' il moto dell'universo, fa qualcosa e ti ritornerà indietro allo stesso modo. Dunque non posso non pensare che vi sia un motivo dietro a tutto questo e non solo l'opera di un mero folle > non può esserlo, non quando è tanto abile da crear scompiglio quando vi sono più persone, in quelle notti ove il buio stesso lo cela al loro stesso sguardo eppure abile e veloce da uccider con quelle coltellate prima che qualcuno se ne accorga. < accetti semplicemente > non andrà ad insistere, ne a infilar Gyoza nelle bocche altrui, quelle cose le fa nel privato per crear un atmosfera migliore e più seducente. Ma non siamo qui per parlare di questo oggi! Ma sa che le domande quelle vere, quelle legate a lei, devono ancora arrivare. Sa che sono li pronte e mancherà poco per cui escano dalle labbra di quello sconosciuto. Lo ascolta, tacita in tutto ciò che vorrà dire, ha piena libertà d'esprimersi senza esser interrotto, lei andrà solo a bere quel sakè lentamente senza perdersi alcuna delle sue parole. Ma ci vorrà un pò affinchè queste finiscano e torni nuovamente quel silenzio. < lascerò decidere a te > abbandona il voi, come egli le si rivolge come se stesso e non come reporter, lo sente, in quelle sue piccole parole di un ragazzino nel cui passato ha ammirato figure ambigue < se trascriverle o meno > che decida lui se esporle o meno, che sia lui a disegnarla come un angelo o un mostro, tutto ciò ha davvero poca importanza . < anche se rivoluzionaria non mi ha mai chiamata nessuno.. mukenin, traditrice , e altri epiteti molto poco eleganti da poter esser ripresi > un mezzo sorriso solleva quelle morbide labbra verso l'alto ma anche quello andrà a spegnersi lentamente, la mente che ripercorre quel passato con quel senso di malinconia < la storia che sai tu è solo una parte di tutto > la lingua che scivola ad inumidir quelle morbide labbra per qualche attimo < quando avevo dieci anni , il mio villaggio era ancora in guerra. E' sempre stato in guerra, ma quella fu la fine..> i ricordi che ripercorre, immagini che passano d'innanzi a degli occhi vitrei < scappammo, senza cibo, tra i morti e il loro sangue, tra fratelli e amici, famiglie distrutte. Tutto ciò che era casa nostra non esisteva più > quella tragedia che si consumò rese quegli animi ancor più amari e dolorosi < nessuno ci aiutò. Tutti rimasero a guardare, tranne Yukio. Lui prese Amegakure sotto il suo controllo, ma il nostro unico desiderio era quello di tornare a casa nostra > quella casa distrutta eppure da poter ricostruire, da poter piangere coloro che non vi sono più, poter piantare quell'unica tomba e dirgli infine addio < non ce lo permise. La sua sete di potere era oltre l'immaginabile. Era un mostro, il suo solo egoismo permetteva noi di viver sotto di lui come piccole formiche ubbidienti. > la rabbia che torna a scivolar via da quelle labbra per qualche attimo, prima che sfumi via nel nulla più totale, non vi è più alcun Hasukage da odiare, da combattere. La sua nemesi ormai è morta. < me ne andai per quello, aiutai un altro popolo a tornare alla loro casa, e poi avrei dovuto aiutare il mio a tornare li dove la pioggia è infinita e mai si ferma > tutta la verità non esiste, è solo un grande punto di vista di coloro che alla fine sono ancora vivi < ho fatto di tutto per proteggere la mia casa, ciò che mi appartiene per diritto di nascita. Il mio clan, la mia Ame, sacrificando tutto ciò che avevo per quello. Per mio fratello, per le persone che un tempo amai.. e tu,non proteggeresti la tua casa al costo di tutto? > per quel sogno infranto eppur ancora piena di orgoglio nel proprio essere < e lo sto continuando a fare. Proteggo ciò che è rimasto di questo mondo > ecco perchè porta ancora quelle vesti, ecco perchè non s'è nascosta come una qualsiasi codarda, celandosi negli anfratti più scuri pur di innalzarsi come quel piccolo origami che brucia di vita < eravamo giunti all'ultima guerra sui monti ardenti. Io combattei tra le foreste di Shukosato insieme alle mie tigri, nessuno riusciva a passar vivo da quegli alberi > un sorriso antico permea la gloria di un tempo ormai passato < tutti i grandi ninja erano li riuniti per decider chi avrebbe governato un intero mondo > quella guerra che ancor risuona nelle membra, di quel desiderio di uccidere e di prevaricare l'altro < eppure ci fu un momento in cui il mio corpo fu.. risucchiato da una specie di cristallo, duro e freddo. Pensavo che stessi morendo per mano di chissà chi, e la terra mi ha inghiottita > un ultimo momento di luce e poi il buio totale per dieci lunghissima anni < sono uscita dalla terra stessa poco tempo fa, non sono cambiata in nulla da quel momento in cui la stessa guerra era in atto. > eppure non sa il motivo reale per cui è riuscita ad uscire, solo un pensiero l'ha sfiorata. Che sia stato per via della morte di quel falso dio concisa con la sua, la loro, rinascita? < non so cosa ti aspettassi da me, da noi. Non vi è stato mai nessuno a proteggere Ame, eppure tutti voi siete arrabbiati con coloro che non potevano farlo perchè sotterrati. Ma è questo che tiene tutti uniti, no? Trovare qualcuno da poter odiare per non odiarsi a vicenda.. e se volete odiare me, fatelo pure > [Locanda] “Oh cielo”, pensa fra sé e sé immaginava che con quella domanda avrebbe scatenato una tempesta ma non di tale portata. Insomma la donna ha una qualche strana forma di “fiducia” nei suoi confronti? O qualcosa del genere? Altrimenti dalla prospettiva del Nara non sa spiegarsi come possa dirgli tutte queste informazioni così confidenziali, forse si tratta di rabbia, quella rabbia che tieni repressa per così tanto tempo, che non importa con chi o con cosa la devi far uscire fuori in qualche maniera. Non sa se avrà una risposta a questo quesito, ciò che è certo è che rimarrà in trance e comunque abbastanza concentrato e interessato ma anche sbigottito, nell’ascoltare tutto quello che la donna sta raccontando al Nara. Palpebre spalancate e bocca aperta, assimila tutte le informazioni senza proferire parola alcuna, rimane soverchiato dall’incredibile mole di storia e retroscena che Sango gli sta regalando in questa maniera, quasi un sogno per lui essendo un appassionato di tali argomenti, nonostante in tutto questo riesca a sentire i sentimenti della ninja ma soprattutto riesce ad empatizzarci anche se è molto complicato da processare sul momento. Mai avrebbe pensato di poter vedere tale raggio di emozioni distogliersi in così poco tempo da una shinobi del suo calibro, soprattutto davanti a lui, ma ne rimane piacevolmente sorpreso in un certo senso. Cerca comunque di dare un senso a queste parole, perché molte senza il contesto giusto possono apparire vaghe e indefinite, come ad esempio il piccolo trafiletto sul cristallo che Kazuma tenta di segnare nel proprio cervello, iscrivendolo con uno scalpello. “Cristallo?” non crede di aver mai sentito di una storia del genere è davvero una parte nuova della questione, quindi è semplicemente stata attaccata e nascosta? Effettivamente a farci caso gli pare strano che i lineamenti di Sango sembrino così, giovani, nonostante il tempo passato, 10 anni dipendentemente dall’età che hai non dovrebbero essere troppi, ma accidenti dalle descrizioni che aveva visto sembra completamente uguale in tutto e per tutto. Non è troppo colto in materia scientifica e avanzata per pensare ad uno stato di criostasi, neanche lontanamente, ma avrà modo di analizzare questo aspetto successivamente. Ma dopo tutto quel parlare rinsavisce quando si sente preso in causa in qualcosa che però non condivide assolutamente e da sorpreso riprende i suoi sensi e si concentra per risponderle e cercare di chiarire le idee sulla sua posizione su di lei, soprattutto dopo tutto questo enorme racconto. <..credo che ci sia un malinteso qui signorina Sango…> Kazuma cerca subito di mettere le mani avanti per far comprendere le sue intenzioni <...non sono qui per odiare nessuno, sarà pur vero che ero dubbioso quando l’ho vista sugli articoli di giornali in quello stato, ma non vuol dire che ero completamente preso dall’odio…le informazioni vanno e vengono e alle volte possono essere innocentemente anche prese in maniera sbagliata, quindi ho sempre nutrito quella speranza che non fosse vero al 100% ciò che fu detto dagli ufficiali della Shinsegumi, per quanto mi fidi ciecamente di loro..> il tono si fa sicuro e ormai l’adrenalina ha preso il controllo di lui, non pensa neanche più di star parlando con Sango il ninja, ma solo con Sango Ishiba <...non voglio farmi guidare dall’odio verso qualcuno che non lo merita, voglio essere guidato dalla giustizia che caratterizza questo villaggio e tutti i suoi aspetti politici e non, dall’unione nata dai popoli che hanno permesso tutto questo..> unione nata comunque dall’odio se uno ci pensa per quanto, non ci si potesse fare nulla in quel momento, per lo meno però i risultati sembrano essere stati positivo per quanto ci sia ancora del marcio da ripulire. <..ne io ne molti penso sanno di questo...cristallo..> le sue parole sono super dubbiose e piene di domande si vede che è molto confuso da quel pezzo di storia raccontato che alla fine va a rispondere alla sua domanda. <...almeno, sono sicuro che io non ne ho mai sentito parlare, ma sono abbastanza sicuro che lei stia dicendo la verità…> lo ammette apertamente, per quanto in una discussione con qualcuno di molto più losco sia una tattica fallimentare Kazuma è troppo guidato dai suoi ideali per non lasciarsi sfuggire queste piccole postille alle sue frasi alle volte, soprattutto quando ci mette l’emozione e i sentimenti. I suoi occhi brillano di luce nuova e le sue parole che non vogliono essere taglienti o accusatorie ma difensive e rassicuranti tentano in tutto e per tutto di raggiungere Sango <...sembra aver riposto molta fiducia in me dandomi queste informazioni, e ne sono felice, lo dico davvero, però vorrei capire, se tutto questo è vero, che come ho già asserito, credo lo sia, mi dica, perché non l’ha raccontato pubblicamente?..> prima che Sango possa rispondere tenta subito di seguire con una frase che vorrebbe darle, senza ancora il contesto completo una specie di consiglio, per quanto dalla sua saggezza Kazuma non crede di potersi ritenere al livello di un vecchio shinobi, gli manca ancora l’esperienza. <...se è per la paura di non essere creduta, lungi da me darle consigli, ma non credo che se ne dovrebbe importare, le persone crederanno quello che vogliono fino alla fine avvolte e non sempre è utile farle cambiare idea..> {Tanto - Marsupio - Chk Off } Il racconto prosegue, molte sono le cose celate allo sguardo di coloro che son nati da poco, coloro che non hanno potuto viver con la loro pelle e non hanno la possibilità di raccontare ciò che davvero fu il passato . Ma adesso vi è modo, di coloro che hanno visto ciò che ormai par esser dimenticato, e sebbene lei possa solo raccontare un frammento di quella storia, forse vi sarà qualcun altro a conceder al mondo qualcos'altro, un altro piccolo pezzo per ricreare un libro che par esser stato bruciato. Tante sono le informazioni, quelle rilasciate proprio ad un giornalista, e se ne rende conto. Starà a lui comprender se vi sia del vero in ciò che narra, starà a lui decider cosa fare delle proprie parole < non importa Kazuma, che tu voglia odiarmi o meno, a me non cambierebbe nulla. Non sono alla ricerca della benevolenza di alcuno , non lo sono mai stata > altrimenti non sarebbe stata pronta a sacrificar tutto quanto, ad esser bollata come una mera mukenin solo per essersi allontanata da ideali non propri, per seguire quella che è stata la propria di strada invece. Ascolta quel che l'altro ha da dire, eppure interrotti da una piccola apparizione fugace per lui, vassoio con Sakè , Kyoza e Takoyaki , ma ad un semplice lungo sguardo la cameriera andrà a scivolar via. Le avrebbe lasciato una buona mancia per la discrezione. < avete nutrito qualche dubbio > a correggerlo da quel termine, speranza, quella che ormai è morta e a schiacciato nel proprio passato. < il domandarsi sempre se qualcosa è veritiero o meno è indice di una grande intelligenza > gliene dona atto, comprendendo come alle volte sia veramente difficile porre dei dubbi verso il proprio essere ed ideale. Metterlo in dubbio solo per conoscere di più, per evolversi e mutare col tempo < eppure questa è la nostra giustizia. La tua, la mia.. ma è solo nostra , non di tutti > farsi guidare solo dal proprio essere, non è questo l'atto più comune del puro egoismo? Giudicare altri solo in base a ciò che si crede, ucciderli solo perchè non la pensano come noi? Non è questo che ci rende quanto più arroganti agli occhi del mondo? < comprendo il perchè non lo sappiate. Quanti ex ninja avete incontrato che son tornati dopo dieci anni? > quanti si son fatti vedere? Ryuuma, ma lui beh non conta, e Mekura Hyuga consegnata alla Shinsengumi pur di evitarle un trattamento simile al proprio. Ma non vi è nessun altro che sia uscito dal cristallo, tranne Akendo, ma egli deve rimanere celato nell'oscurità per sempre. Non immagina nemmeno se sapessero che il possessore del rinnegan sia li, dopo aver perso il proprio potere. < ma chiediti, se non fossi stata sotto terra, perchè non avrei difeso tutto ciò per cui ho mosso una guerra? Perchè lasciare il mio clan e la pioggia senza protezione? > lo invoglia a interrogarsi ancora e ancora, a veder tutto il mondo anche con i propri di occhi. Aprir lui la mente e inserirsi in ciò che altri possono credere e volere < fiducia? Oh no, non confondere il fatto che ti stia raccontando la storia per qualcosa nei tuoi precisi confronti > lo rimbecca senza problemi, apparendo forse un pò più dura e altera < la mia storia è stata nota ai miei tempi, non ho mai avuto motivo di nascondermi come una vile vigliacca dietro un altro nome, dietro altri ninja. > sorride quasi maligna a quel pronunciarsi < ma questo mondo deve sapere ciò che accaduto. Come i villaggi si siano fatti la guerra per secoli, come il dolore, arrancare nella fame per molti anni siano solo l'ennesima guerra che già ci ha colpiti. Ho visto molti di voi nuovi umani lamentarvi del fatto che non ci siamo stati, eppure voi non ci siete mai stati per noi, ne i vostri paesi. Quanto tempo ci siamo uccisi a vicenda eppure volete dirci che è per colpa nostra se non vi siete riusciti a salvare > e li quella breve risata andrà a sfuggir dalle morbide gemelle < davvero è colpa nostra? > di nuovo domanda, ancora chiede, che sia lui a decider se e cosa rispondere < perchè non ho il diritto di parlare così con il mio villaggio distrutto. Ho fallito in ciò che avrei dovuto fare, proteggerlo. Se ciò significa farmi odiare, sia. Se posso difender la sua pace in questo modo .. lo farò. > non se ne tira indietro, piuttosto preferisce esser odiata da coloro che non ha saputo difender, che sia il prezzo da pagare per aver chiuso gli occhi in quel momento e fatto vacillare quel sogno. Le mani che andranno a prender le proprie porzioni di cibo per metterle davanti, seguite da quelle bacchette in alluminio , con le varie salse da aggiungere. Il sakè? Beh, viene consumato ovviamente, donandole un lieve colorito roseo alle gote eppure sarà chiaro anche a Kazuma, riesce a reggere benissimo quel liquore. Si sente quanto meno, in apprezzamento, del complimento di Sango, non si sarebbe aspettato che una ninja del suo calibro avrebbe un giorno potuto farglielo per davvero, infatti non arrossisce, ma accenna un piccolo sorriso spezzato nascosto dalla visiera del cappello e dalla prospettiva che il visto prende verso il basso, difatti distoglie lo sguardo dai suoi occhi per qualche istante. Continua ad ascoltare fintanto che non gli viene posta la domanda, pensando sul commento sulla giustizia pronunciato da Sango, su cui si trova d’accordo e non, dopotutto crede che serva un qualche faro a cui potersi aggrappare, una giustizia comune che possa appagare i più altrimenti non esisterebbe una società. Non ha le forze né tanto il volere di controbattere sarebbe un suicidio continuare un discorso così lungo dopo tutto quello che è stato detto, ma risponde con piacere a ciò che gli viene chiesto anche perché la frase lo confonde, vuol dire che ce ne sono altre come Sango? Anche se fosse stato riportato da qualche parte di Mekura e della Shinsegumi, Kazuma non avrebbe riconosciuto la leader del clan Hyuga perché anche se ne conosce la figura non l’ha mai esplorata più di tanto, sono ancora pezzi di storia che deve studiare, e la figura di Sango ha attirato quasi tutte le sue attenzioni. <...No in verità no..> un po’ sconfortato nel tono percHè se davvero fosse così chissà che deve essere successo per metterli in uno stato simile, accidenti nessuno è mai veramente morto e sono semplicemente stati intrappolati? E’ qualcosa che dovrà esplorare di più in futuro questo è certo. Non dubita comunque mezza parola di quello che dice, riguardo alla protezione e tutto il resto, lo pensava già da prima e per quello gli parevano strane quelle affermazioni <..si me lo sono chiesto, per questo per quanto ho dubitato, ho tentato di capire e ora so la verità..> un accenno di un piccolo sorriso fra se e se finalmente libero da questo suo dubbio che lo avrebbe tormentato per tanto tempo finchè forse non avrebbe creduto a quelle parole. Dopo che Sango finisce il suo discorso chiedendo quella domanda, “davvero è colpa nostra?” Kazuma pensa fra se e se per qualche secondo ma risponde senza dubbio alcuno <...no, almeno non nel suo caso, sono giovane e ho vissuto poco e ancora non ho fatto molta esperienza di questo mondo, ma posso dire con certezza che le persone troveranno sempre qualcosa su cui puntare il dito anche se non c'entra niente, ma voglio credere anche che questo si possa cambiare, o almeno renderlo meno pesante per quelle persone…> è il suo desiderio di giustizia quello che parla, quello che ricerca, applica e tenta di trovare anche nei problemi più piccoli. Si vede che la Ishiba è una figura stremata dal tempo, quindi Kazuma decide di non commentare oltre e semplicemente godersi il pasto, forse ha bisogno di una pausa dopo così tanto tempo. { END }