[Atto I] Festa all'Accademia.

Saga dell'Assassino di Ninja

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Un bel tardo pomeriggio ci trascina sotto questa bava di vento primaverile alle porte di un'accademia che sembra chiudersi gli occhi dinnanzi alle atrocità che sembrano macchiare le vie polverose del villaggio delle ombre. È terribile, certo, ma non possiamo di certo fermarci davanti a scellerate minacce, stoppando la nostra vita come se non valesse niente. E l'accademia del Villaggio della Foglia sembra voler testimoniare a favor di una vita che scorre, come un torrente che non conosce minaccia e non conosce ostacolo. Il melodioso canzonare di un paio di casse poste all'inizio del giardino - ai lati degli sportelloni lasciati aperti su un accademia desolata - rilascia un ridondante ripetersi delle ultime hit del momento, così come il vento preso in causa giusto un attimo prima sembra muovere orde di carpe di carta coloratissime appese a mo' di striscione da un lato all'altro dello spiazzale posto sul retro dell'Accademia. Un sposarsi di vociare e calpestìo che ricrea nell'aria la tipica sensazione di festa dei classici eventi scolastici dove alunni e sensei assediano il retro delle bancarelle cercando di vendermi il progetto di classe migliore. Senape, arancio, rosso, giallo e bianco; Un susseguirsi adorabile di colori che inevitabilmente attira gli occhi di chi passa cercando questo o quello. Tra i nostri promossi nonché festeggiati, possiamo entrare vedere miliardi di colori ricamati in diversi haori o kimono. Non è difficile vedere telai su cui è esposto un ritratto del defunto Hitomu Kibou e la decima kage del fuoco, anche lei oramai defunta, Furaya Nara; la minuzia con cui sono stati cuciti, la precisione delle manine degli allievi a voler rendere onore ai vecchi combattenti dell'ultima grande guerra ninja che per assurdo, non è nemmeno così lontana. Nel centro di quella piazzola sovente usata per gli allenamenti, possiamo notare uno stagnetto ricreato dal cartongesso, un telo di plastica azzurrino sul fondo e massi dipinti con diferenti colori dove qualcuno s'affaccia con un retino alla ricerca del proprio pesciolino rosso, e qualcun altro sembra rialzarsi vittorioso stringendo nel pugno un sacchettino trasparente. L'odore di frittelle e quello dei takoyaki serpeggiano tra le bancarelle, trascinati dalla mole del vento dell'ultimo baglior di pomeriggio. Così come i fiori. L'erba. L'umido di una minaccia di pioggia incombente. Oh, la primavera e suoi festival fatti di cibo, risate e giochi coloratissimi ! [ Ambient go ][have fun - non metterò tempistiche ristrette se rimanete celeri]

Ammirare picasso grazie prego.

18:44 Ryuji:
  [Accademia Ninja] Dopo tanti vari studi finalmente ha deciso di concedersi un semplice momento per se stesso. Gli occhi sono stanchi e contornati da qualche lieve occhiaia considerati i turni in ospedale che ha iniziato a fare solo di recente: Dovendo riguadagnare la propria routine quotidiana. Ma in questo semplice e piccolo momento decide di godersi la festicciola che è stata fatta, camminando con il proprio cellulare in mano così da fare qualche aggiornamento al proprio Ninjagram che non aggiorna da troppo: dovendo rimediare con svariati post che manda proprio sul momento mentre nella mano sinistra sorregge uno spiedino con tanto di takoyaki godendosi appieno lo spirito festivo: andando a sollevare il cellulare in modo tale da potersi fare una bella foto e poi riprendere a smanettarci. Addosso veste di una seplice giacca nera lucida con il simbolo del Clan Uchiha ben stampato sulla schiena, un pantalone in blu jeans con tanto di cintura marrone attorno alla vita e fibia color giallo oro con anfibi neri ai piedi. I capelli scuri sono tirati all'indietro come suo solito con la barbetta ben curata, mentre gli occhi azzurri si guardano attorno poco dopo aver posato il cellulare nell tasca: portandosi in bocca una delle pallette di takoyaki. <Mhh..> deglutisce, mentre si guarda in giro: alla ricerca di un posto dove potersi sedere e rilassare e bearsi di quest'aria allegra e felice nonostante la guerra che han superato da poco. [Chakra Off]

18:45 Tsuyunotama:
  [Piazzale] E' tutto in tripudio di vita, di futile e inutile vita. Questa è la seconda volta che mette piede a Kagegakure, un posto davvero miserabile, non c'è che dire. Vita che scorre noncurante di quello che probabilmente potrebbe ancora succedere a queste povere anime abbandonate a se stesse. Cammina e cammina con il suo kimono da viaggio, il suo cappello da avventuriero a tese larghe e il suo zaino fedele pieno di tutto ciò che può essergli utile per le sue traversate. La gente lo guarda, perché è vestito così? Da dove è uscito? Poco male, che gli frega lui alla fine? Si guarda attorno, oggi c'è festa all'Accademia, e la gente è felice, dimentica per un momento la misera in cui vivono ma lui, più che la festa lo sconvolge l'ambientazione pseudo-tecnologica in cui vive questa città, o meglio, questa mega-città sincretismo di tutte le altre. L'Accademia dei Ninja è un tripudio di colori, il cortile è adornato a vero e proprio fulcro di tutto questo giubilo, colori, risate, volti che sorridono. Perché sorridono? Si stringe nelle spalle non riuscendo a darsi una risposta, perché bisognerebbe ridere ed essere felici di ciò? Si fa avanti in solitaria senza dispensare parola alcuna, vuole vedere queste povere anime addestrate ad essere assassini, usurpatori, stupratori, despoti, mentitori, empi, fratricidi, parricidi, uxoricidi, infanticidi e pedofili, Che c'è da essere felici? Perché poi tutti questi colori di festa? Oggi dovrebbero essere vestiti tutti a lutto. Sosta nel piazzale e si guarda attorno, schifato, attonito, stupito: infinita è la stupidità umana.

19:01 Kamichi:
  [Accademia] Passava per caso da quelle parti, nei pressi di Oto, quando qualcuno, forse un'ufficiale, forse un anbu, lo hanno portato a compiere una vera e propria missione per conto del villaggio, rendendo a tutti gli effetti genin il nostro biondo tribale. La giornata appare incerta, nuvoloni e sentori di pioggia, probabilmente nelle vicinanze il cielo sta già riversando se stesso al suolo, risparmiando per ora quella cerimonia così ben organizzata. Voci, urla e cibo, ed ancora risate e giochi, un mix entusiasmante di attività all'aperto, mentre ormai tutti i presenti sembrano essersi dimenticati del fardello che pesa sulle spalle di tutti da ormai anni: La guerra che fù. Ma non bisogna certo lasciarsi al passato, non bisogna certo vivere nel passato, ed un occhio al futuro può sempre sembrare più roseo del normale, del solito, lasciando intravedere degli spiragli di pace e prosperità più o meno duraturi, ma quantomeno presenti. D'altronde, la vita non può sempre essere affrontata con negatività e pessimismo, ed oramai tutti se ne stanno accorgendo, cercando si di non dimenticare, ma anche di andare avanti, superando quello che è stato a tutti gli effetti il periodo più duro della storia ninja. Ma per il resto, ritornando sul nostro biondo, è lì a godersi la premiazione in atto, è lì a viversi il momento, osservando i presenti e cercando qualche faccia amica, ancora velata e sconosciuta per ora. Aspettiamo cosa succederà nell'immediato futuro, a quella che per ora pare essere una tranquilla festicciola di quartiere.

Sono le risa a trascinarci nella spirale della festa - un gruppo di tre piccoli accademici corrono in giro vestiti da ombre della foglia, con le loro maschere di cartone dipinte di bianco su cui uno a disegnato dei baffi da volpe e gli altri due fattezze animali non ben identificate, magari un orso... O forse è un quokka? Corrono sulle loro gambette, ronzano attorno alla statuaria figura del nostro monaco, Tsuyunotama, raggirandolo come se non fosse niente di più che un palo dietro il quale nascondersi - per poi perdersi di nuovo tra le persone. < Guarda, è quello striato ! E' quello raro. > Dal centro della piazza, dalle spalle d'esso - può vedere due ragazze tirar su il retino ebbre di gioia, dove un pesciolino all'interno sembra impazzire, batter contro le pareti trasparenti - probabilmente convinto di poter aggrapparsi ad una fallace ma quanto più realistica fuga. E' così terribile? A dire il vero l'umano, caro il nostro monaco, è inconsciamente consapevole d'esser orribile. Ora più che mai. Ricrea storie ed oggetti per alleviare il dolore - e tra questi puoi intravedere proprio d'innanzi a te - una sfilza di omamori appesi sul bordo di un baracchino di takoyaki. Amore. Soldi. Fortuna. Cacciare il malanno. Gravidanze. Sembrano tutti cuciti a mano ed emanano... Calore? Oh si, i kami solo sanno quanto pietosa può esser questa creatura che guardi dall'alto in basso. Ma davvero, mio caro monaco, non merita redenzione? Davvero, non merita il perdono? Una figurina proprio da quel banco, nella sua divisa da genetista - sembra girarsi con un po' di takoyaki di troppo - il visino asfissiato dall'aver esagerato a mangiare. Una figura che Ryuji sicuramente avrà avuto modo d'intravedere tra le vie di un ospedale o l'altro. < OoooO > Rantola, e con un occhio attento - potete dar al corpo medico - e scientifico? - un ruolo in questa festa. Ci sono molteplici specializandi quì e lì - nella loro divisa ospedaliera. I toni spenti del verde e del viola creano macchioline quì e lì nello scenario di festa - ridisegnando angolini per il servizio medico, la misura della pressione - e ovviamente - per evitar catastrofi al calar del sole tipo qualche sensei ubriaco, o qualche chunin cha ha alzato eccessivamente il gomito. Uno sprint di vita, questa piccola genetista - si gira con un fare esausto richiamando i nostri amici all'appello. Ryuji, immerso nel suo telefono - Tsuyunotama immerso nel suo disprezzo e ... Kamichi, che fissa la gente. < Anooo - mi dareste una mano a finirli? Ne ho presi troppi, ek ! > Ed ecco che la nostra minuta e misteriosa Junko - probabile acerrima nemica futura del monaco - allungherebbe proprio verso di loro dei bastoncini su cui son stati infilzati i takoyaki ancora fumanti, quantopiù saporiti e profumati di polpo fresco di Kiri. L'offerta rimane a mezz'aria mentre dal piccolo tempio infondo al piazzale, eretto su un archetto color rosso acceso e oro, ed una fonte in continuo ricilo d'acqua - suona un enorme gong. Un boato che vibra, solenne e soave - zittendo urla, schiamazzi, e musica. < ! > S'illumina, la giovane Junko, come se avesse visto uno spiraglio di luce. < Tra poco c'è il rito di purificazione, voi andate ? > ... < E' il primo anno che lo fanno, probabilmente per la dipartita del Dio. > [Ryuji - Tsuyunotama - Kamichi ][ Ambient go ][have fun - non metterò tempistiche ristrette se rimanete celeri] [strutture rosse: cibo - strutture blu: acquisti - struttura in fondo: piccolo altare/tempio con fontana.] [19:09]

Junko Yashiro (png genetista): https://i.pinimg.com/originals/de/43/46/de4346ed38f1e005d130bcec98d522f2.jpg

19:19 Ryuji:
  [Accademia Ninja] Il passo è lento e semplice, non ha un effettiva meta particolare se non quella di godersi l'atmosfera rilassata, serena e di felicità che aleggia nel posto. Gli occhi azzurri noterebbero anche qualcuno che ha già avuto modo di vedere di tanto in tanto negli ospedali, trovando un pizzico di curiosità e di conseguenza provando ad avvicinarsi in essa proprio poco dopo aver messo il cellulare in tasca. <Dovrebbe stare attenta all'alimentazione signorina.> il suo scopo è quello di dispensare consigli medici a chiunque, anche verso altri - collaboratori - come ella: dato che pare aver esagerato troppo con il cibo: andando ad allungare una mano per prendere uno dei bastoncini di takoyaki: visto che comunque lui essendo un uomo bello grande e massiccio di sicuro ha un fisico più portato per consumare ampi pasti. Cercando di restare nei dintorni per fare compagnia un po' alla collaboratrice di lavoro seppur così giovane, cosa di cui è sempre sorpreso. Avverte anche il Gong improvviso che porta le prsone a diventare silenziose, andando poi alla domanda che gli pone andare a rispondere con la sua solita calma, sicurezza e serietà che porta sempre <No...non sono un uomo spirituale. L'anima si purifica tramite elaborazione del pensiero, mentre il corpo si purifica con un bel bagno rilassante.> non è particolarmente credente, lui è un uomo di scienza: rivolgendo eventualmente verso Tsuyunotama una smorfia infastidita, dato che di certo non è una delle conoscenze che più apprezza <Rimarrò qui a mangiare.> addentato dunque una metà di un Takoyaki, degustandolo tenendo d'occhio l'intera situazione per sicurezza. [Chakra Off]

19:22 Tsuyunotama:
  [Piazzale] Continua a guardarsi attorno vedendo i marmocchi che vanno avanti e indietro con le loro maschere e con i loro giochini comprati col sudore della fronte dei propri genitori nelle varie bancarelle che adornano i lati del cortile. Si guarda ancora attorno notando Kamichi e Ryuji, rinominato da lui 'Lo Stupido'. Non riesce a intercettare lo sguardo di Kamichi il Giusto, in tempo, poiché una ragazzina capta la sua attenzione in maniera immediata. Che vuole da lui? Eppure, non ha detto nulla, non ha fatto nulla, stava soltanto guardando la folla, e maledicendosi per la miseria in cui i Kami lo stanno facendo vivere prima di prenderselo di nuovo con loro e fargli abbandonare questo stadio della materia. Aguzzo lo sguardo su quello che reca in mano la genetista, non dice niente e velocemente brucia la distanza tra i due guardando con attenzione il cibo che gli pone davanti. Non è solito mangiare questi cibi così prelibati nonostante il pesce lo peschi con regolarità quando riesce a trovare un ruscello sicuro. Ecco però che l'Uchiha si palese affianco a lui richiamato anch'egli dalla giovane ragazza, si gira, lo guarda, capta la sua smorfia ma non se ne cura, anzi, allunga un sorriso cordiale ponendo un cenno col capo a quella sua espressione <che i Kami ti proteggano, stolto Uchiha e che i tuoi predecessori ti perdonino per la bile che vomiti quando apri bocca> e quindi, senza indugiare ulteriormente prende un solo bastoncino di polipo di Kiri <grazie!> in fondo, dei doni dei Kami, non si butta via mai nulla. Lo addenta, che buon gusto che ha la vanità. Poi, quel suono e quelle parole <un rito?> ora sì che è interessato, ruota lo sguardo verso quel tempio improvvisato, non dice nulla, lo osserva, ci andrà? Perché no, non c'è limite al peggio.

19:33 Kamichi:
  [Accademia] Ormai pare davvero unico il volere del nostro biondo, un qualcosa di assai intrinseco alla giustizia, alla fermezza d'animo e alla dedizione al lavoro, tanto da averlo portato all'interno della shinsengumi, esercito d'elite pronto a difendere e a far rispettare le regole tutte. Le persone sono lì a schiamazzare tutte, chi più chi meno, bambini, adulti, giovani e vecchi, uniti tutti dall'interesse comune della festa, del ridire e dello scherzare, e del mangiare insieme. <Ma certo, perchè no> prende fiato, accettando la richiesta di cibo di quella persona, avanzando con la man dritta per afferrare quel bastoncino di legno, ove son presenti delle palline fritte di polpo bollente, una prelibatezza tipica della zona. <è la prima volta che li mangio, spero siano buoni> verso la figura, mentre la musica impervia la zona, che pare accendersi in un sussulto di movimento e piacere dato dalla melodia emessa. <Ma tu guarda> chi lo avrebbe mai detto, una figura molto inaspettata quella del monaco senza capelli, soprattutto ad una festa <OI TSUYU> abbreviato, lasciando che la gemella mano vada a compire un moto oscillante destro-sinistra, al fine di richiamare l'attenzione del pelato. Nel mentre, la pietanza viene portato celere alla bocca, azzannando con non curanza la bollente sfera fritta posta all'estremità più vicina alla di lui bocca, che dovrebbe indi assaporarne il gusto pungente, e soprattutto, lavico. Una scena comica quella di lui che arrossisce e soffre per il calore della polpetta, ancor più comica se lo si osserva muoversi con quegli spasmi di dolore mentre sventola la mano verso l'amico pelato, posto non troppo lontano da lui. In una situazione diversa sarebbe potuto apparire ridicolo e fuori luogo, eppure, questa volta, qui, in questa festa così accesa e allegra, è solo un giovane ninja che si gode ingenuamente un bollente piacere per il palato. Purtroppo però, non pare ascoltare per bene quelle parole in sottofondo, troppo occupato a sventolarsi la man destra alla bocca per rinfrescare.

Ci sono molti dogmi che affliggono l'uomo nella vita - ed uno di questi è proprio: Quanti anni ha Junko? Come fa' ad esser una genetista? Come fa' ad esser parte consolidata degli OMM? Ma soprattutto - da dove ha tirato fuori quella stecca allungabile di plastica. "STANG!" La velocità inaudita del braccio della donnina vorrebbe colpir Ryuji su un piede, proprio mentre addenta il takoyaki. Si scioglie in bocca e probabilmente - è una delle ricette segretissime di Ichiraku lasciata solo al chioschetto dell'accademia di konoha, proprio quello che ora sorride ai passanti augurando a tutti una buona giornata. Il visino attonito di Junko per aver mangiato troppo s'infiamma sotto le parole di poca fede del ragazzone, sgridandola con quella frustata per poi ritirare il frustino di plastica nella manica della sua divisa < vergognati ! > Sibila fuori dalla boccuccia. < Non è solo un purificarsi, ma è un prostrarsi ai kami come i servitori che siamo, chiedere perdono ! > E la folla, i ragazzini, i sensei - le bancarelle si svuotano richiamate da quel gong che sembra vibrare eterno, dal suo suono, al suo eco - al suo lascito nell'aria. Dai fiumi di persone che si smuovono tutti verso quel piccolo tempio - sorge una donnina minuta - ad occhio e croce, una diciannovenne dai capelli corvini e spessi ordinati in una treccia che oscilla ad ogni movimento. Ha un espressione serafica, imperturbabile - ed occhi come il sangue, d'un riboller denso di brace, lava e insiti pensieri non detti. < Oh, è il mio pasto preferito ! Ti piac-- hey fa' piano sono ancora bollenti ! > La mano di Junko si muove sopra al capo verso Kamichi, cercando di evitare l'inevitabile dal punto che il nostro biondino s'ingozza, scottandosi la lingua. Una gocciolina le scende sulla testa, in pieno stile manga - lasciando il tempo alla ragazza dai capelli neri d'avvicinarsi. Veste un tradizionale Henbok dalla parte superiore bianco-perla e un ampia gonna rosso acceso, con la base decorata con delle carpe d'oro. L'obi nero e vinaccia legato in un un fiocco ad altezza delle anche. La riga in mezzo dei capelli decorata con una piccola catenella dorata ove al termine, al centro della fronte, pende un piccolo fiore di loro. < Junko non trattare male i ragazzi... > Una voce soave, pacifica. Pronta ad andar oltre - a non lasciarsi toccare. < Il rito consiste nel lavare molteplici volte polsi, mani e piedi. > Aggiunge per Tsuyu. < E' il primo anno dalla fine della guerra che lo facciamo, non è solo una questione... Religiosa. > Aggiunge per il nostro medico. < E' per chiedere perdono, sì - ma anche per ricordarci che non è /quella/ la normalità. > Ci tiene a specificare - allungando il braccio nel tentativo di coglier quello di Ryuji. < Per ricordarci che difenderci, o attaccare per difendere gli altri - non fa' di noi scusati per i crimini commessi. Per il sangue versato. Un omicidio è sempre un omicidio - non importa il perchè, o il come... Oh, guarda Junko - hanno iniziato i ragazzi! Andiamo! > E la musica lieve che si solleva, non è più quella dell'ultima hit. Un suono leggero, naturale, meditativo. Danno importanza al rito, a quel gesto, questa nuova tradizione. Sia Junko che la corvina sembrano lasciar la scena, che i nostri protagonisti le seguano... O meno. [Ryuji - Tsuyunotama - Kamichi ][ Ambient go ][have fun - non metterò tempistiche ristrette se rimanete celeri] [strutture rosse: cibo - strutture blu: acquisti - struttura in fondo: piccolo altare/tempio con fontana.] [19:47]

19:59 Ryuji:
  [Accademia Ninja] Un sospiro che rivolge verso a Tsuyonotama, commentando <Mi spiace, preferisco avere i Kami morti anzichè la loro protezione. Guarda quanta allegria e quanta gioia ha portato la morte dell'ultimo Kami.> afferma mantenendo la calma e l'autocontrollo, sospirando senza troppi problemi: andando poi a guardare la velocità della piccola ragazzina cercare di colpirlo velocemente al piede con quella cannuccia. <Prostrarsi al Kami? L'ultimo Kami ha portato una guerra che ha ucciso miliardi di persone. Non ho la benchè minima intenzione di prostrarmi. Non sono loro che governano questo mondo, ma siamo noi umani.> è uno scienziato, un medico. Non può arrivare a concepire che esiste una forza maggiore e misteriosa più forte di quella dell'umanità, fa quindi un sospiro: andando poi a guardare quella nuova ragazza che pare voler arrivare e di conseguenza cercare di afferrargli il braccio: cosa che l'uchiha non permetterà facilmente di fare. <I crimini commessi devono essere pagati da coloro che li han commessi. Non dai loro discendenti. Bisogna ricordare con sobrietà senza annegare in quello che è il ricordo o diventermo solamente schiavi del nostro passato.> conclude con semplicità, andando quindi a lasciare che il gruppo possa allontanarsi per dirigersi verso al luogo dove vogliono effettuare il rito, mentre lui cercare di incamminarsi dalla parte opposta. Non è un amante di quel genere di mentalità eccessivamente attaccato al passato: non vuole minimamente essere condannato a ciò. Lui è razionale e cerca sempre di vedere il tutto da un punto di vista razionale e quando si tratta di rivolgersi ai Kami in maniera spirituale per lui non è razionale, ne tantomeno continuare a parlare di peccati di un passato lontano nel presente. [Chakra off]

20:00 Tsuyunotama:
  [Piazzale] Voci di amicizia, che soave quel suono. Dite amici ed entrate, si dice in terre lontane, ed così che la voce di Kamichi entra nelle orecchie del monaco, un sorriso, vedendolo apparire, certo, meno appariscente del giovane ma felice uguale di avere anche lui lì <Piacere vederti Kamichi il Giusto, che i Kami ti sorridano> dice in sua direzione non curandosi minimamente degli altri che si trovano attorno a lui. Ma ecco che qualcosa continua a succedere in quello pseudo templio creato ad hoc per questo cosiddetto rito di purificazione, che gli umani abbiano imparato qualcosa? Mai dire mai, ma soprattutto, mai credere che il ciuchino sia diventato un ronzino poiché continuerà sempre a ragliare. Si stringe nelle spalle ascoltando le parole sagge del nuovo figuro che appare in quel quadretto. <Dici il giusto> risponde in sua direzione serio, ma comunque non irritato, stranamente, da quelle parole <una vita vale una vita, e una vita è solo data dai Kami, nessuno può giurare su nulla, nemmeno su se stesso, poiché nemmeno i capelli ci appartengono> lui non ne ha, è vero, ma questo è un altro paio di maniche. Fa qualche passo avanti seguendo lentamente Junko e la nuova arrivata ma attenzione, egli non si fa prendere dal giogo dell'ebrezza e dell'euforia. Rimane attento e vigile, si guarda attorno, i demoni spesso giocano a trarre in inganno i fedeli con finte apparizioni e miracoli, non bisogna credere che la luce sia il bene, perché la luce del male illumina ma non scalda.

20:10 Kamichi:
  [Accademia] Parlando di un rito, di qualcosa che dovrebbe essere utilizzato da quelle persone come monito su quello che è successo, e su quello che le persone hanno fatto pur di garantire la pace. <Cavolo se scottava> ancora con la bocca dolorante, avvedendosi della figura del palato in arrivo, monaco amico, o figura stramba incontrata per caso nei pressi boschivi del villaggio. <Non è così> prende fiato, cercando di ritornare in se e di riportare quel suo parlare in uno stato normale, evitando sbagli dovuti alla recentissima scottatura da palla fritta di polpo. <Sangue, chiama sangue, così come morte chiama morte> respira, con calma, osservando la figura di junko iniziare a camminare per spostarsi altrove <La pace è l'unico vero finale a cui bisognerebbe ambire> continua, rapido, mentre le leve si portano ad alternarsi seguendo in toto le figure del monaco e di Junko <Ed il fine ultimo della pace prevede che i mezzi, violenti e brutali, siano perdonati purchè il fine ultimo sia accompagnato a braccetto dalla giustizia> prende fiato, lasciando trapelare quel suo criterio di giustizia assoluta, relegata anche al gruppo di cui ora fa parte. <La giustizia non ha punti di vista, così come la pace. E non v'è pace senza prima guerra, così come non v'è giustizia se prima non v'è un peccato> voltandosi verso il monaco amico, quasi a richiamare la sua attenzione <E quando è la giustizia a scegliere il da farsi, chi siamo noi per poterci anche solo permettere di pensare se sia giusto o sbagliato?> chiedendo indirettamente al buon Tsuyunotama, lì presente assieme a lui, mentre entrambi seguono quella figura incontrata alla festa.

pausa cenetta

E nello scorrer di persone, possiamo già intravedere chi preso dal giubilio - sfrega mani e polsi con un irruenza tale da potersi lavar di dosso i peccati invocando un silenzioso perdono. Se sangue chiama sangue, come possiamo aspettarci la pace? Come possiamo anelare ad un destino ben differente da una catena che continua a ripetersi, dall'apice alla fine. Anelar a metter in ginocchio una delle due parti, esula i precetti a cui ci aggrappiamo ricercando una figura austera e paterna come il buddha - che possa guidarci alla giusta condotta ed il giusto comportamento. Perfino il bushido canta di un comprotamento differente. < E' un errore comunque confondere un uomo potente, con dio. Ed è un errore comune dimenticare che non per nulla era chiamato /il falso Dio/.> Sottolinea Hime, la donna dai capelli corvini - seguita dall'annuire distratto di Junko che sembra sfilarsi i sandaletti posandoli sull'ultimo gradino del tempietto eretto per il rituale. In forme spirituali differenti dicono che non importa dove tu sia, non importa dove estendi il tuo territorio sacro - l'importante è averne enorme rispetto, così come lo ha chi a piedi nudi, calpesta quella piccola scalinata alla volta della fontanella. Il calar delle ombre ricrea nell'accademia il nostro faro di luce - e nei braceri posti tutti attorno alla piazza, un gioco divertente di luce che vedere quelle carpe di carta ululare in una direzione, o nell'altra. E' il religioso silenzio con cui tutti attraversano quella metaforica navata - curvandosi sul bordo della fontana per lavar i propri apici, i propri arti più sporchi - recando agli dei il rispetto che meritano, decandandosi non differenti dal loro nemico. Ed è nel suono dell'hogaku, un armonioso coesistere tra shamisen e sho - un benjo allungato e uno strumento a fiato in bamboo scuro - un sinistro scoppiar di vetri precede un urlo acchiaggiante. < AAAAAAAAAAAAH! > Fende quell'atmosfera, il silenzio serale - il canto d'un paio di cornacchie nascoste tra le verdi frasche. Come un teatro delle ombre, una d'esse lascia il quadro di tela illuminato che era la finestra, riversandosi dal terzo piano - proprio al centro della piazza, proprio in quella piscinetta ricreata per i pesci rossi terrorizzando chi di lì passava ed ora corre via con il viso bianco latte. < State tutti calmi ! > La voce di uno dei sensei vorrebbe far da palliativo per questo improvviso chaos, per il muoversi incoerente e discordante di persone che s'accalcano per allontanarsi dalla piazza - creando un semicerchio attorno alla stezza. < E' morto! E' MORTO!! > [Mantenete i turni]

21:18 Ryuji:
  [Lì - Medico mode ON] è mentre se ne sta incamminando tranquillamente perso nei suoi pensieri e nel suo riflettere che ha modo di percepire quell'urlo, quell'urlo seguito dal rumore di vetri che improvvisamente andrebbe a far voltare la figura dell'uchiha e impastargli il corpo di adrenalina. Lasciando cadere immediatamente le stecche con i Takoyai a terra, tenterebbe di iniziare a correre verso il posto dove le persone si stanno accalcando: nel tentativo di avvicinarsi e provare a prestare attenzione a non esser investito dalle persone e resistere ai loro urti oppure anche a non investire gli altri <Spostatevi! Sono un dottore, spostatevi, via, fate largo! Sono un dottore! Via!> le proprie mani andrebbero in avanti per cercare di spostare la gente ripetendo più volte la sua occupazione ad altavoce, con una certa urgenza ma al contempo cercando di palesare un tono di sicurezza, visto che ha studiato che se qualcuno appare sicuro di se chi gli sta attorno è a sua volta più tranquillizzato...in minima parte almeno. Cercherebbe di metterci la forza che ha per provare a spostare le persone per avvicinarsi al corpo decidendo di dare maggiore priorità al cercare di avvicinarsi anzichè impastare il proprio chakra e qual'ora ci fosse riuscito cercherebbe senza nessuna esitazione di provare ad entrare all'interno della piccola piscinetta anche a costo di inzupparsi i piedi, per provare a verificare le condizioni dell'uomo: tentando di portarlo con il volto verso il cielo qual'ora sia invece verso l'acqua, provando a portare le mani sotto al suo corpo con la mancina che andrebbe a sorreggere bene la testa e la destra la spina dorsale per provare a trascinarlo verso il bordo <Tu e tu! Venite qui> usa la mano destra per indicare due persone specifiche: ovvero Kamichi e Hima, non chiamando la genetista in quanto troppo giovane per sollevare. Ha studiato in psicologia che bisogna indicare e chiarire bene a chi si riferisce, per evitare di parlare generalmente: poichè altrimenti nessuno farà niente credendo ci penserà qualcuno <Prendetelo per i piedi e aiutatemi a tirarlo fuori dall'acqua. Fate attenzione a tenerlo dritto> le mani tornerebbero a tenere sollevata schiena e testa per evitare problemi alla colonna vertebrale: provando a tirarlo fuori dall'acqua <Spostatevi voi! INidetro! Indietreggiate!> cercando di accertarsi realmente delle sue condizioni fisiche dando una veloce analisi con lo sguardo. [Competenze curative I]

21:20 Tsuyunotama:
  [Piazzale] Ascolta le parole di Kamichi senza però guardarlo, nonostante ciò, le sue orecchie ascoltando attentamente le parole che va dicendo quell'altro <Kamichi, sei sulla strada giusta ma anche acerbo sei> replica verso di lui <tu parli di giustizia perché cerchi un colpevole, ma il colpevole è di fronte a noi, ed è l'Uomo> ammette stringendosi nelle spalle <è comunque men male chi cerca di portare giustizia di chi invece parla di ciechi ideali e porta le guerre per il proprio ego> finisce lo spiedino di polipo di Kiri datogli dalla genetista <non c'è peggior malvagio di quello che si crede buono> afferma con sicurezza sistemandosi con la mano sinistra il cappello da viaggio sulla pelata testa. Si ferma poco lontano dal tempio lasciando che Hime e Junko facciano quello che devono fare, quest'ultima si toglie i sandaletti, lui segue con lo sguardo questo gesto destandosi dopo pochi secondi ritornando ad osservare quel culto a lui del tutto nuovo. Non partecipa, ovviamente, non ha nulla da espiare lui ma è felice che evidentemente qualcosa l'essere umana ha imparato, forse. Hime, comunque ha detto qualcosa di più che vero e annuisce a quella sua affermazione limitandosi però al silenzio religioso. Ma quel suo religioso silenzio - che è anche il silenzio di chi stava praticando quel rito - viene interrotto, un urlo, una vita vola via, buon per essa, ha raggiunto prima degli altri il Grande Oceano, forse. Il caos zampilla in quella piazza festante, tutti corrono e urlano, i sensei - invano - provano a salvare la situazione. Chi si adopera per tentare di salvarlo, chi invece non sa cosa fare, lui, dal canto suo si limita ad avvicinarsi di qualche passo chiudendo gli occhi. Si volta però velocemente alla volta di Kamichi sperando di averlo vicino <non perdere la testa, guardati attorno> e così dicendo ritorna con lo sguardo dritto, unendo le mani col palmo aperto e tra i denti intonando una flebile cantilena sicuramente che si perderà nel caos della mandria urlante. Tempi duri per l'anima quelli moderni.

21:29 Kamichi:
  [Accademia] Camminano sino ad arrivare a destinazione, in quel loco dove il rito dovrebbe compiersi, accompagnato dal dolce e soave suono degli strumenti a tempo. Il monaco risponde alla provocazione posta dal nostro biondo, lasciando intuire quasi un senso di appoggio in quel suo essere così calmo. <Che sia una pena da espiare, o che sia il volere di qualcosa più grande di noi> prende fiato, stanziandosi in posizione eretta, fermo, con le braccia incrociate al petto <Restiamo sempre delle mere pedine in questa vita, e sta a noi scegliere quali pezzi essere: Leggeri o pesanti?> velando del sarcasmo, quasi pungente, mentre qualcosa nell'aria inizia a cambiare, mentre qualcosa in quella festa così gioiosa pare venir a mancare di colpo. Un grido tuona tra i presenti, urlano con paura in totale squarciagola, mentre in toto pare palesarsi il dramma di un cadavere lì presente, un morto, un decesso, un corpo inerme lì nel bel mezzo della festa di premiazione, che cattivo gusto ha il destino. <Ma che...> cerca di osservare la scena dalla sua posizione, mentre dall'esterno ascolta le parole dei sensei che invitano alla calma e al limitare del panico collettivo, che sarebbe solo deleterio per tutti, compresi i nostri eroi. Un medico pare però accorrere sul luogo, un giovane aitante lì presente, che cerca spazio, aria, metri in cui poter agire in precisione <Forza, facciamogli spazio, non stiamogli troppo attorno> da buon ninja, cerca di far rispettare gli spazi, o le regole, o comunque cerca di far valere la sua voce. Che si tratti di un delitto? Solo il tempo potrà dircelo con certezza, per ora il biondo è lì ad aspettare, cercando con lo sguardo di osservare cosa accade.

Cambia il vento, cambia scenario. La festa, il canto, il ballo - il silenzio al quale ci eravamo votati in quel rituale in onore dei nostri antenati, dei nostri eroi. La discesa teatrale d'un angelo - l'apertura delle braccia verso l'esterno, il tingersi di rosso di quell'acqua che si risolleva - e macchia in un cerchio cremesi la pavimentazione asfaltata su cui molti allievi s'allenano ogni giorno. Il petto stretto in un elegante camicia color latte sembra esser stato martoriato - s'espande il sangue talmente fitto, talmente denso - da non permetter all'occhio umano di poter vedere con precisione cosa sia successo. La cosa raccapricciante è che porta tra le labbra, incastrata, una lettera arrotolata a mo' di vecchia missiva, il coprifronte appeso al collo segna l'appartenenza alla foglia è appena sgualcito e macchiato, segno di come esso abbia cercato di difendersi un minimo. L'unico a prodigarsi verso la salma è il nostro tirocinante, Ryuji. Può tranquillamente interfacciarsi al corpo in un primo momento - e nello stesso attimo, per assurdo, è proprio Junko che gli si affianca pizzicando il corpo dalle spalle per trascinarlo fuori dalla piscinetta, sistemandolo a terra per evitare di distruggere ulteriori prove. Ed è la stessa a sfilar dalle labbra la lettera, guardandola attentamente. Le si gela il sangue, le tremano quelle mani esili. Cinque ragazzi del prontosoccorso delimitano la zona ed uno di essi, si pone proprio d'innanzi a Ryuji che avrà avuto modo di constatar il decesso, oramai. < Mi dispiace, dottore, questa è competenza delle autorità e degli omm, essendoci noi questa sera. Deve allontanarsi di qualche passo fino all'arrivo degli Anbu. > La voce del tirocinante è ferma e seria, mentre lo intima di allontanarsi così come i suoi colleghi sembrano farlo con tutti gli altri. Ma non è finita quì, guardando il corpo lo stesso Ryuji potrà veder un poco più nitidamente cosa ha ucciso quell'uomo: Ha diversi fori, troppi - così tanti da aver reso la zona centrale dell'addome e del petto un ammasso sanguinolento che ancora adesso, sembra perder fiotti dopo fiotti, come se fossero stati feriti diversi organi. Più di venti, meno di quaranta colpi d'arma da taglio, a giudicar dalla grandezza della singola ferita. Qualcosa che però, non potremmo definire con certezza. Non quì, non a colpo d'occhio. < Allontanatevi tutti dalla zona, vi prego di non lasciar il posto fino all'arrivo delle autorità! > La voce di Junko, non è quella di una bambina - anzi. Tutti i tirocinanti la guardano con un occhio mansueto, di riverenza, quasi. E' assurdo, eh? Per quanto riguarda i nostri due campioni, Tsuyunotema e Kamichi- rimangono vicini a Hime che non muove mezzo passo verso la situazione, ponendo una mano d'innanzi alla bocca - ma senza proferire parola. Saranno loro a veder svolazzar qualcosa di già visto, indubbiamente. Un lenzuolino? Qualcosa di verde pallido e spento, vola, vola, vola - e sparisce nel mezzo della folla. [21:42][Stessi turni]

22:05 Ryuji:
  [Lì - Medico mode ON] è molto attento in quello che fa, professionale, analitico: gli occhi azzurri esaminano il copo con le mani che presterebbero molta attenzione nel muovere quell'uomo al di fuori della piscina e poi appoggiarla a terra, ascoltando le parole anche del tirocinante in arrivo. Inarca un sopracciglio corrugando la fronte, commentando dunque verso di questo <Anche io faccio parte degli Omm, dovreste mettere la salute del paziente al primo posto rispetto al regolamento.> lo sguardo va verso il corpo del paziente, notando delle varie ferite apportate: degli organi che sono stati feriti: mordendosi il labbro inferiore mentre alza il capo guardando gli altri <Con vostra prima preoccupazione dovrebbe essere trattare le ferite del paziente mentre tenete la folla lontana.> non pare per niente apprezzare l'operato di quei medici, andando ad alzarsi in piedi <Utilizzate immediatamente il palmo mistico su quest'uomo mentre uno di voi gli apre il torace con il bisturi di chakra e inserisca una mano all'interno per far battere il cuore. Anche se gli organi hanno smesso di funzionare ci sono fino a tre minuti per tentare di rimetterli in funzione. Solo perchè una persona sembra morta non significa che lo sia. Fatelo subito. Io vi osserverò e se non farete tutto ciò che è necessario vi riporterò all'ordine dei medici.> ha studiato medicina per anni, ha atteso molto per entrare nell'ordine dei medici e ora fa un passo indietro lasciando che siano questi a lavorare. Dovrebbe essere suo il compito, ma loro paiono essere più attaccati alle regole che ad una vita che potrebbero salvare: è un medico che si è ripromesso di fare ogni singola cosa in suo potere per salvare la vita degli altri, pretende che anche gli altri medici siano come lui. Perfetti: nel dirigere questo genere di situazioni, che non si arrendono all'evidenza, alla prima difficoltà. Gli organi sono feriti? Il cuore non batte? Si curano e si prova a farlo battere: questo è l'uchiha, testardo: che ambisce alla perfezione nell'ambito medico e che non si fa mettere i piedi in testa. Osservando il tutto molto, molto, molto attentamente. [Chakra Off]

22:06 Tsuyunotama:
  [Piazzale] Quanto caos per una vita che lascia questo mondo. Certo che l'uomo è strano: studia e ristudia metodi per salvare vita, s'informa, apre corpi, studia gli organi, inventa macchinari per pompare sangue, e per far respirare i polmoni da soli ma allo stesso tempo impara a rompere arti, uccidere velocemente o lentamente, a torturare, a raggirare e a compiere ogni scempio sul corpo del nemico. E ora, quando qualche anime abbandona finalmente questo mondo sperando di non ritornarci ecco che la disperazione ghermisce l'animo altrui: 'No uomo! Non puoi andartene da qua senza il mio permesso! Decido io quando muori e quanto vivi'; piccoli uomini, poveri di spirito, morirete come tutti, e soffrirete. L'ansia e la preoccupazione invadono tutto e tutti, ANBU, polizia, sensei, esercito, l'uomo scomoderebbe pure i Kami se potesse chiamarli in qualche modo e a suo piacimento nei suoi deliri di onnipotenza. Che fare che dire? C'è una procedura da fare qua, una procedura da rispettare di là, sciocchezze, pochezze, litanie moderne di un mondo che muore. Lui fa un passo indietro ed apre gli occhi, e proprio in quel momento vede quella sorta di lenzuolino color verde pallido che svolazza e poi sparisce, un sussulto, una scassa nell'anima. La risposta? O L'indizio? Libera le mani da quella posizione e in men che non si dica scatta verso la rotta di quell'oggetto non ben identificato senza dire nulla, Kamichi farà uguale? Chi lo sa ma lui non ha tempo per dirgli qualcosa ergo, scatta con la velocità che i Kami per ora gli hanno messo a disposizione. Cerca quel lenzuolino, non deve necessariamente afferrarlo, magari anche solo seguirlo potrebbe portare a qualcosa, intanto, sulla salma del povero malcapitato la burocrazia sta già facendo il suo noioso e annoso compito, che aspettino gli ANBU e prendano la pressione e la temperatura ai cadaveri, loro, i medici, 'quelli intelligenti'.

22:30 Kamichi:
  [Accademia] La situazione pare accendersi, soprattutto quando i presenti bloccano l'avanzata del ninja dottore, eroe presente nel gruppo di questa sera, che di tutto tono cerca di avvertire i suddetti che forse c'è ancora una speranza per quel povero corpo esanime riversato al suolo. <Hey> lì presente, attento, cauto, soprattutto dopo il pronunciarsi del nome "Anbu", non si scherza mica con loro, meglio non avvicinarsi a quel cadavere. <Sembra essere troppo tardi, guarda in che condizioni vige> cercando di poggiare la man dritta sulla spalla di Ryuji, che dovrebbe indi essere poco più avanti di lui. Un piccolo colabrodo al busto, sangue che zampilla fuori da quei buchi, in quello che pare proprio essere un corpo bello che morto. Nessuno ha visto niente, nessuno ha sentito nulla, sappiamo solo che lì terra c'è un morto, e qualcuno quel danno deve averlo pur procurato, qualcuno di estremamente abile in quello che fa, qualcuno di silenzioso, e di assai elevata capacità, considerato l'omicidio riuscito in pochi attimi, proprio nel mezzo di una festa. <Cerca di mantenere la calma, attendiamo istruzioni all'arrivo degli anbu> verso il medico, per poi prendere fiato e voltarsi verso il pelato monaco <Io cerco di calmarlo, tu vedi se riesci a scoprire qualcosa in più, e mi raccomando> attimi di pausa <fa attenzione> per terminare, lasciando la parola agli altri, e cercando di tranquillizzare il medico ed i presenti in quella zona, da buon ninja forse, delegando il compito di ricerca al pelato, anche esso qui con loro.

Le dita di Junko appena levate dalla carotide di quel corpo, sembrano scuotersi tremanti parlando con un collega - lasciando ad un collega gli sproloqui di un tirocinante pieno di se'. Le labbra umettate dal passaggio fugace della linguetta sembrano schiudersi a reclamare un po' d'aria. < E' un altro omicidio di quello scellerato. Leggi la lettera. > Le parole rivolte all'uomo accanto a lei lo portano inevitabilmente a desigillare la letterla, schiuderla - cercar di legger l'interno con una piccola difficoltà dovuta a qualcosa che ora come ora, sembra esser occultata dalla mole dell'altro. < Sì... > Risponde a quella velata domanda, quella che rimane a riverberar la scena del delitto di un impalpabile tensione. Forse il fuoco di paglia che arde nel petto di Ryuji ha occultato la situazione reale ai suoi occhi. Un petto immobile, squartato da colpi - uno sguardo spalancato e vitreo. Braccia e gambe impattando, hanno assunto posizioni non propriamente umane. Il tirocinante tralascia le sue parole con uno scossone del capo, come se volesse metter un masso su quella mole di parole che vorrebbero portar rigore e che invece... Vengono ignorate solamente. E grazie al cielo, probabilmente. E proprio alle orecchie di Kamichi che cerca di far sposare al nostro dottore la situazione, potrebbe arrivar la rimanenza del discorso tra Junko e il tirocinante: < E' diversa dalle altre... E' scritta da un mancino, guarda... > Mostrando la lettera alla mini donnina misteriosa. Le dita di Junko si spostano dalla vittima, si rialzerebbe in piedi - sbarrando gli occhietti nel legger la lettera. < E' tutta tremolante ma... E' vero. Magari era nervoso? O nervosa? E sembra... Sangue? > Aggrotta le sopracciglia, annusa la carta e -- no, probabilmente è l'odore fetido di quel corpo che si lascia andare una volta e per tutte, emanando gas e liquidi corporei. Al nostro Tsuyunotema spetta una guerra tra le persone - che spaventandosi di quello scatto, si mettono a correre lasciandogli quel drappo. No, non è un drappo qualsiasi, è una divisa da tirocinante - proprio identica in tutto e per tutto a quella che indossano le persona che ora s'accalcano per tener lontani i curiosi. Però, rigirandosela tra le dita - può notar un etichetta che riporta ad uno staff teatrale il quale nome sembra esser stato strappato con l'aiuto di una forbicina. Che sia un indizio succoso? L'arrivo delle autorità è imminente - ora camminano dall'entrata, gli anbu - alzando una mano a richiamare l'attenzione di tutti. < Via via, non c'è niente da vedere. Verrete tutti perquisiti, mettetevi in fila davanti all'uscita! > [stessi turni]

22:52 Ryuji:
  [Lì - Medico mode ON] <Tsk> pare letteralmente infastidito nel vedere di come non hanno la benchè minima intenzione di voler cercare nemmeno di riportarlo alla vita, andando a smuovere la spalla quando Kamichi cerca di posare una mano sulla spalla <E anche se fosse troppo tardi?! Siamo dei medici e quegli idioti si accontentano di dare un occhiata senza nemmeno avvicinarsi e controllare attentamente che non vi sia realmente niente da fare. Il corpo umano è capace di riprendersi anche dalla morte in certi casi, anche se fosse solamente lo 0,1% di possibilità noi dovremmo avere l'audacia di provare a salvare una vita fino a quando quelle possibilità non diventano zero.> non può sopportare la gente che muore, ma ancor meno può sopportare l'incompetenza che ha visto in quei dottori. Andrebbe semplicemente ad incamminarsi altrove, probabilmente sostandosene tutto cruccio e rabbioso contro un muretto in attesa che venga il suo turno di essere perquisito: per poi semplicemente andarsene dal loco e tornare alle proprie semplici e comuni attività a casa.

23:02 Tsuyunotama:
  [Piazzale] La folla corre impaurita e questo gli è di certo d'aiuto tanto che che tra il fuggifuggi generale riesce a acciuffare quel lenzuolino che vola. Lo prende con la mano sinistra e si ferma immediatamente, tanto da riuscire a vedere e capire esattamente a cosa fa riferimento <mh> molto probabilmente potrebbe essere quella di quel malcapitato. Qualcosa però non torna, o forse è tutto nella norma? Non sa bene che fare, o almeno, che pensare, di certo l'attenzione adesso è tutta altrove e questo è un bene, velocemente sfila lo zaino dalla schiena e mette dentro di esso l'uniforme appena ritrovata. Se anche qualcuno potesse poi scoprire che ha questo indizio con sé di certo non potrebbe mai essere accusato di essere il colpevole, quando il corpo ha fatto capolino nel piazzale lui era assieme alla folla e soprattutto con la genetista e Hime vicino, e tra tutti quei ninja se lui fosse una copia del vero sé se ne sarebbero tutti accorti. Se riuscisse ovviamente infilerebbe il 'lenzuolino' dentro il proprio capiente zaino facendo attenzione a metterlo infondo a tutta la roba che possiede lì dentro - davvero tanta - per poi ricomporsi. E' tempo di tagliare la corda prima che sia troppo tardi, senza dire niente a nessuno, nemmeno Kamichi, prenderebbe la via più veloce per tentare di andarsene via da quel piazzale, in fondo, lui, il suo dovere da monaco lo ha fatto, pregando per l'anima di quel povero malcapitato.

23:15 Kamichi:
  [Accademia] La situazione sembra essersi ribaltata , cambiata radicalmente dalla festicciola per ninja che doveva essere, trasformata nella scenda di un efferato omicidio, in quel loco dove qualche ora fa stavano cantando e ballando. <Ti capisco, ma devi stare alle regole, quel poveretto è andato e cercare di fare ancora qualcosa, significherebbe occultare ancora di più prove ed indizi importanti> prende fiato, lasciando la spalla del medico che sbottando va via, ascoltando quelle ultime parole che paiono saltargli all'orecchio, per poi osservare come, sia la gente, che il monaco stesso, inizino ad andare via all'arrivo degli Anbu, facendosi perquisire e controllare all'uscita dell'accademia. <Fortunatamente sono arrivati i rinforzi, ora siamo tutti più al sicuro> quasi sollevato dalla questione, pare essere quasi contento della presenza degli anbu, che però, stanno per perquisire anche lui. <C'è qualcosa che devo capire meglio in tutto questo> prende fiato, avvicinandosi al posto di blocco atto alla perquisizione <Deve esserci ancora qualche perchè nascosto> prende fiato, alzando le mani per lasciarsi perquisire, in modo tale da velocizzare il tutto per poter lasciare il loco in velocità, per fiondarsi invece chissà dove.

E così la nostra serata giunge al termine, con persone che si muovono terrorizzate verso l'uscita e passano dalla perquesizione degli anbu che finiranno per ritirare quella lettera tra le mani di Junko, decretandola come una delle prove per quello che potremmo a contifatti, dichiarare come un serial killer. Ed è proprio il mioversi della folla che favorisce i movimenti del nostro adorato monaco, in procinto di nascondere quel drappetto come se fosse un vecchio straccio imbrattato trovato per terra. L'osmosi di persone lo nasconde - e quando la folla si dirama, tutti hanno modo di muoversi come preferiscono. Di parlarsi, di inveire contro il corpo degli OMM, di inveire contro la dea bendata - o qualsiasi cosa voi vogliate. E così come per tutti, anche voi verrete perquisiti - ma ricercando qualcosa di ben preciso, non di certo un drappo azzurrino. Lo straccetto di luna e il pallore della stessa - rilascia pigre ombre sulla pavimentazione. Alberi e cespugli divengono dita - e le nicchie tenebrose sembrano pozze in cui perdersi, nella notte. E con le ultime parole di Kamichi, rivolte a quelli che alla fine potremmo definire suoi lontanissimi colleghi, chiudiamo questa notte nefasta, con la promessa d'indaga - di ritrovar noi, o forse qualcuno di cui ci fidiamo ciecamente, per scoprir ancora qualche nozione di questo pazzo serial killer - delle sue minacce, di questa personalità che sembra evolvere, cambiare, prenderci in giro - e fare di noi vili burattini nel suo tatro delle ombre. [END][Andate in pace miei prodi vittime]

23:29 Tsuyunotama:
  [Piazzale] Chi si preoccupa di un bonzo? Nessuno, né tanto meno si preoccupano di quello che ha nello zaino, la polizia, gli ANBU, a posto siamo, se sono loro che devono occuparsi della salvaguardia della popolazione. Comunque sia riesce a non farsi pinzare da nessuno facendola liscia. Di certo non poteva andare meglio di così, è riuscito a sgattaiolare fuori dall'accademia senza dover inventarsi chissà quale scusa, in fondo, il suo vestiario lo qualifica immediatamente per quello che è e paradossalmente la gente attorno se ne accorge che non è un ninja né tanto meno qualcuno da trattare come si trattano i disperati che abitano queste città piene di deliri e di malvagità. Stanotte dormirà sicuramente in Kagegakure con il suo reperto sottratto dalla scena del crimine. Il quartiere dei poveri del distretto di Konoha lo accoglierà sicuramente, alla fin fine, lui non è propriamente povero, ha solo bisogno di un tetto sopra la testa dove poter chiudere gli occhi serenamente. Tutto il resto è superfluo e inutile per lui. Ma, prima di sparire completamente dal perimetro cercherebbe di fare ancora una cosa, se riuscisse ad incrociare ancora Kamichi, sia dentro in piazzale dell'Accademia sia fuori da essa, gli direbbe queste parole <vediamoci presto nei prossimi giorni> questo è quanto ha da dirgli, se riuscisse a farlo ben venga, altrimenti, lo cercherà nei giorni a venire, sicuramente i Kami lo faranno incontrare nuovamente. Comunque sia, il Monaco sparisce tra le vie a passo spedito, non c'è tempo da perdere, rimanere lì potrebbe metterlo tra le grinfie di qualche militare sveglio che potrebbe accorgersi di quello che sta portando via dal piazzale. [end]

L'ennesimo evento condito da uno spiacevole colpo di scena. La festa all'accademia in onore dei promossi genin si destreggia tra giochi, bancarelle, musica - ed un millantarsi di un rito di purificazione in onore dei caduti in guerra, alleati o nemici. Quì i nostri protagonisti incontrano Junko, una dei responsabili della divisione dei genetisti - e Hime, una giovane sacerdotessa venuta a benedire l'accademia e partecipare al rituale.

E' proprio mentre tutti si volgono verso il piccolo altare e la piccola fonte, che un urlo squarcia il vuoto ed il silenzio religioso che s'era creato, seguito da uno scoppio di vetri ed il riversarsi di un corpo in quella che era una piscinetta per i pesci rossi. L'accorrere dei giovani omm del pronto soccorso decreta in poco tempo come quel corpo sia l'ennesima vittima del serial killer.

Tsuyunotama: Possiede la blusa superiore di una divisa da tirocinante medico degli omm, su cui si può legger nell'etichetta "attrezzatura appartenente al teatro di--" mezza tagliata.

Avete tutti potuto vedere la scena del delitto, così come in particolare Ryuji ha potuto sentir la certezza di come quel corpo sia l'ennesima vittima del serial killer, così come vi siete tutti potuti avvedere della lettera infilata ed arrotolata tra le labbra del cadavere.

Voglio sottolineare come ambientazioni come queste sono fatte per dar dei ganci su cui poi giocare, ed è importante cercar di afferrare cosa il master vuole dare per poterci sviluppar sopra del gioco - esattamente come ha fatto Tsuyu !

Spero di vedervi giocare e sviluppare del gioco sugli indizi.