{ Mangia-ramen }

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21:32 Dyacon:
 [Chiosco] Serata tranquilla. Serata dove la luna regna incontrastata nel cielo scuro e stellato. Lui ha deciso di spingersi fino al chiosco di Ichiraku insieme a Furaya, Sensei ritrovata dopo dieci anni in naftalina(?). < Mi raccomando... > Tono di voce quieto, pacato, bonario, mentre lo sguardo color ametista si abbassa in direzione del sacco posto tra gli sgabelli su cui sono lui e la Nara. < ...non scordare di prendere i nuovi vestiti e tutte le cose utili che ti ho portato. > Armi comprese. Nel contenitore in tessuto ci sono indumenti femminili, comodi, per nulla osé o poco coprenti. Avrebbe voluto, ma gli è stato impedito dalle occhiatacce della commessa della bancarella. Forse è stato preso per pervertito, ma non se ne cura del pensiero altrui. A frenarlo, più che altro, è il fatto che l'altra è pur sempre la sua maestra, anche se sono quasi coetanei ormai. < Il tuo cane da guardia dov'è? > Detto anche coatto. Ovvio che si sta riferendo a Mattyse. < Sta intrappolando gente a casaccio nella sua gabbia d'acqua? > Abbozza un sorriso verso la donna dai capelli rosa, sistemandosi meglio sullo sgabello per via della presenza della giara dietro la schiena. Reliquia d'importanza assoluta ma di una scomodità non indifferente. < Non ho avuto modo di chiedertelo... > Il loro primo incontro a causa del dinamitardo non è stato proprio tranquillo. < Come stai? > Domanda semplice, diretta, posando gli occhi sui tratti somatici del decimo Hokage. Per lei, solo uno sarà visibile: il sinistro. < E come ti sembra questo nuovo agglomerato di villaggi? > Kagegakure. Si presenta come sempre: capelli corvini lasciati alla mercé delle condizioni climatiche in cui alcune ciocche ribelli ricadono davanti al volto, occultando tutta la parte destra. Maglietta nera e felpa bianca alta fino al collo con chiusura verticale a coprire il busto. La particolarità? Entrambi gli indumenti non hanno la manica destra. Infatti il braccio destro è completamente nudo da spalla a gomito, mostrando una muscolatura non eccessiva, ma molto definita. Nel mezzo, sulla parte esterna del bicipite, svetta il coprifronte di Suna. Pantaloni scuri come la pece con ghirigori dorati a coprire le gambe, mentre ai piedi, a concludere il tutto, i classici calzari da Shinobi aperti sulle punte. Attende una risposta dall'altra, mentre gli odori del posto stuzzicano l'olfatto. [Chakra OFF]

21:43 Furaya:
 Per fortuna - se così vogliamo definirla - è riuscita a mettersi in contatto con Dyacon piuttosto in fretta, seppur le ci sia voluta tutta la giornata per riuscire ad orientarsi all'interno del quartiere di Konoha. Dove altro sarebbe potuta andare se non direttamente lì? Non sa bene cosa pensare a tal proposito, tanto da essersi chiusa in un mutismo momentaneo, ancor ripensando a quello che hanno avuto modo di vedere la sera precedente - lei e Mattyse - alla vecchia Konoha. Le lacrime che ha versato saranno le ultime che verserà perché riusciranno ad ottenere ciò per cui hanno combattuto, in un modo o nell'altro, consapevoli che avranno bisogno di tempo per requisire tutte le risorse. Al momento, devono necessariamente iniziare da quelle di prima utilità, quali potrebbero essere il cibo, le bevande e dei vestiti puliti diversi da quelli con i quali son stati sotterrati dieci anni. Pur avendoli lavati alla Cascata, non significa che possa ancor permettersi il lusso di girare con l'haori bianco e rosso con il kanji rappresentante il suo vecchio status sociale. Sarebbe come girare per il centro del villaggio con la scritta in fronte che reca l'essere un traditore, ammesso questa parola ancor valga all'interno di quella società che pare essere totalmente opposta a quella a cui lei è abituata. Si sente a disagio irrimediabilmente, provenendo da quella che sarebbe definibile in toto come un'altra epoca. Da dove deve iniziare a rimettere assieme i cocci della propria vita? La sacca che le ha lasciato Keiga contiene il suo haori ben piegato, assieme a quella che è una borraccia ormai vuota. Veste abiti completamente neri ed abbastanza aderenti, facendo risaltare - bene o male - le curve generose e segnate da innumerevoli allenamenti e battaglie, rendendolo di fatto tonico e prestante. I pantaloni son in un tessuto simile al jeans, tenuti su da una cintura in cuoio - amabile prestito di Dyacon o di qualunque altro a cui son stati sgraffignati da quest'ultimo - poiché un po' troppo larghi per il suo girovita. Le estremità son infilate in un paio di anfibi neri altrettanto allacciati attorno al proprio stinco, priva di qualunque protezione fosse solita indossare. Deve riuscire a procurarsi anche queste ultime oppure provvedere a crearle da sé, ma necessita per forza d'alcuni materiali che può reperire soltanto qui, a Kagegakure. Infine, tornando al discorso del vestiario, il tutto vien concluso da un maglione grigiastro a collo alto con cui tende a nascondere parte del mento e della bocca, timorosa che qualcuno possa soffermarsi troppo sulla propria fisionomia ed espressione facciale. Nasconde per quanto possibile il fastidio che questo le reca, dando fondo alla solita espressione nervosa e ferale d'una bestia, assottigliando le palpebre per via delle troppe luci presenti in loco alle quali non è più abituata. Attorno alla coscia destra, prende posto un porta kunai differente dal solito, dotato d'una fascia che ne percorre la circonferenza, con tre molle elastiche che permettono l'ingresso delle armi, venendo poi bloccate dal suo restringersi. Per il momento, però, i kunai in suo possesso sono soltanto due. Non ha neanche il coprifronte con sé, lasciato nelle mani di Keiga, la quale ha il compito di donarlo alla piccola Senshi non appena riuscirà a incontrarla. <Li ho già messi> Si riferisce ai vestiti. <non potevo farmi vedere con l'haori.> Commenta a bassa voce, sporgendosi appena in sua direzione affinché sia l'unico a poter sentire queste parole pronunciate dalle di lei labbra. Sbatacchia un paio di volte le palpebre in merito alla domanda inerente a Mattyse, stringendosi nelle spalle. <Voleva visitare il villaggio dei conigli.> E l'ha lasciato andare, preferendo restare invece con Dyacon, evitando di guardar qualcosa che dovrebbe esistere altrove e non tra quelle specifiche mura. Viene attanagliata da un violento senso di malinconia che tenta in tutti i modi di gettare indietro, di spingere via. <E non è il mio cane da guardia, lo definirei più un cinghiale.> Ammette, rammentando la fatidica notte nell'ospedale, ormai dieci anni or sono, durante la quale capirono il vero legame che li unisce al di fuori del semplice rapporto tra Hokage generoso e terrorista perdonato delle sue colpe. <Ti risponderò> Commenta alla di lui volta, le braccia incrociate al petto ed un lento sospiro ad accompagnare il suo passo. <solo se mangiamo qualcosa.> Lo stomaco gorgoglia, non mangia in maniera adeguata da settimane. [ Chakra ON ]

22:02 Dyacon:
 [Chiosco] Entrambi gli avambracci sono distesi in avanti, poggiati sulla superficie lignea del bancone situato di fronte a loro. < Beh, se ti fossi presentata con l'haori da decimo Hokage, avresti avuto tutta la mia stima... > Il sorriso stampato sul volto su amplia, dato il distendersi degli angoli delle labbra verso l'esterno. < Oltre che l'attenzione di tutta Kagegakure... > L'altra faccia della medaglia. La possibilità più concreta e veritiera di un eventuale ritorno in auge della testa rosata. < Uhm? > Inarca il sopracciglio destro, gesto invisibile agli occhi della sua interlocutrice serale dato il ricadere d'un quantitativo enorme di ciocche sul lato dritto del viso. < Il villaggio dei conigli? > Non ha capito. Non ha inteso se è seria, oppure se i conigli sono una sorta di metafora utilizzata dalla donna per descrivere qualcuno in particolare. < Oddio ti prego... > Scuote leggermente il capo, sconsolato. < Non parlarmi di cinghiali. > Gesticola con le mani, dando più enfasi alle sue esternazioni. < Quando ho ritrovato Keiga in una fottuta grotta ai piedi della cascata dell'Epilogo, aveva con sé una ventina di cinghiali in mezzo alle palle... > Sbuffa, ricordando quei giorni. Momenti in cui la dolcezza e la voglia di stare insieme regnava sovrana. < Purtroppo li abbiamo persi durante l'attacco delle chimere. > Ha fatto di tutto per proteggerli. Tanto da frenare il suo potenziale d'attacco. Ma non è valso a nulla. Sono morti schiacciati. Pace alle loro anime(?). < Comunque... > Ruota il busto ed il capo verso l'hokage, squadrandola senza discrezione alcuna, arretrando di poco con il tronco per avere più campo visivo. < ...devo dire che in dieci anni ti sei mantenuta bene. Tsk! > Schiocca la lingua sul palato, sorridendo smaliziato, tornando poi con l'attenzione davanti a lui, sulla figura di Ichiraku e di sua figlia. < Per me una porzione di ramen. Per lei non so. > Lascia che sia lei a decidere per se stessa, ovviamente. < Vediamo se hai perso l'appetito... > O sei la solita fogna(?), Ma evita di dirlo. [Chakra OFF]

22:35 Furaya:
 Siede sul primo sgabello libero che trova, prendendo dunque posto e arcuando la schiena in avanti, assumendo dunque una posizione quanto più comoda possibile. Il chiosco pare una fedele riproduzione di quello di Ichiraku, seppur siano passati ben dieci anni da allora. N'è quasi contenta ma restia a pronunciarsi ad alta voce in affermazioni positive riguardanti il villaggio dei conigli. <Avrei tanto voluto farlo> Un morto che cammina tra i vivi con l'effige dell'Hokage ben stampata sul vecchio haori, sfilacciato e bucherellato in alcuni punti, ma ancor vivo del suo significato. <ma conquistare la mia redenzione è più importante d'un mero vanto che, oggi come oggi, sarebbe privo di significato.> Commenta al suo indirizzo, passando una mano tra i capelli, spostandoli di lato per aver una maggior visuale di quel che ha davanti. <L'attenzione di questo villaggio non m'interessa.> Non ancora. Hanno un obiettivo in mente, fino ad allora devono riuscire a sopportare tutto quello che capita loro e andare avanti per un bene sicuramente superiore. Devono soltanto andar avanti con questo ben in testa, conscia che il supporto di Mattyse non svanirà qualora incontrasse qualcun altro. <E' una metafora> Gesticola, sollevando la mandritta e facendola appena ondeggiare nell'aria tra lei e Dyacon. <poiché Mattyse non reputa questo villaggio al pari delle cinque terre Ninja esistenti una volta ed adesso distrutte.> Non vuole approfondire troppo dal momento che potrebbero esservi orecchie indiscrete nel caso in cui fossero abbastanza intelligenti da aver messo qualcuno a difendere i vari settori, come gli Anbu una volta, pur non avendone ancor visti in giro. Deve ancor comprendere come funzionino i vari ruoli, adesso, all'interno di Kagegakure e, fino ad allora, cercherà quanto meno di starsene buona e farsi gli affari propri per quanto possibile. <Cinghiali?> Commenta, sollevando immediatamente gli occhi alla di lui volta, sorpresa dalle parole che sono state espresse dall'uomo, il quale ha citato una combriccola di cinghiali non indifferente, vantante un numero spropositato di esemplari in mano alla sua piccola Inuzuka. Sbianca, gli occhi ancor spalancati alla di lui volta e la mano che stringe ciuffi rosei sul suo capo. <Dimmi che non erano i cinghiali di Matt-> Potrebbe succedere l'impensabile. Ecco perché vuole sincerarsi che non fossero assolutamente i cuccioli del Senjuu che hanno figliato, nel frattempo, ingrandendosi. Non glielo dite, farà finta di non saperlo. Dimentica tutto, non potrà permettersi di dargli questo dispiacere. Gira il capo in sua direzione, aggrottando le sopracciglia per via degli atteggiamenti lascivi e poco consoni - donna d'altri tempi - a cui rivolgerebbe un'occhiataccia. <Perché stai continuando a voler scatenare una nuova guerra?> Riferendosi al fatto che Mattyse potrebbe non esserne tanto contento... neanche Saisashi a dire la verità, ma sorvoliamo questi contesti fuori luogo che potrebbero far perdere la concezione di quel che si sta dicendo adesso, di ben più importante. In direzione di Ichiraku, con tutta la calma del mondo poi, rivolgerebbe la sua ordinazione. <Doppia porzione di ramen.> Perfetto. [ Chakra ON ]

22:59 Dyacon:
 [Chiosco] Un Ichiraku più attempato e più saggio si presenta agli occhi di Furaya. Figura sempre attenta e vispa, ma inesorabilmente invecchiata durante questi dieci anni tanto da diventare quasi il secondo di sua figlia. < Fallo fare a qualcun altra... > La butta lì, suggerendo al decimo Hokage di prestare il suo haori a qualcuno di fidato, e mandarla in giro per Kagegakure. Chissà quali saranno le reazioni dei cittadini? E del governo centrale? Punti interrogativi che, forse, nel tempo riceveranno la giusta risposta. Dipende tutto dal fare della Nara. < Mmm... > Sente del dolore espandersi lungo la zona del collo, precisamente la cervicale. China il capo verso il basso, portando la mano destra a massaggiare sulla zona citata in precedenza. Lo sguardo si distoglie dalla donna dai capelli rosa, ma non l'attenzione: infatti le orecchie restano tese ad ascoltare le parole dell'altra. < Forse ho capito... > Senza aggiungere altro riguardo al villaggio dei conigli. Se non fa parte delle cinque terre ninja, ha un'idea ben chiara a cosa si riferisse. < Eh? > Rialza di botto il viso, aggrottando la fronte. < I cinghiali di Matt? > Questa è un'informazione che, se vera, gli mancava. Totalmente. < Non lo so. Erano con Keiga... > Fa spallucce, non trovando interessante o importante l'appartenenza di quei musi lunghi(?) ad un proprietario rispetto ad un altro. < Abbiamo fatto il possibile per proteggerli... > Anche troppo. < ...ma la chimera ha banchettato con i loro corpi. > Parole crude, dirette. Senza un minimo di filtro. Ma se ne sbatte altamente. < Andiamo Furaya... > Gli angoli delle labbra si arcuano verso l'alto, abbozzando l'ennesimo sorriso della serata. < Rilassati. Ti ho fatto un complimento e, da che mondo e mondo, i complimenti piacciono alle donne no? > La palpebra dell'occhio sinistro si strizza, ammiccando verso la ragazza. < Prendilo per quello che è e stop. > Breve attimo di pausa, scherzando sull'accaduto. < Si dovrebbe rispondere con un: grazie Dyacon. O grazie bel maschio. Sta a te decidere... > E ride di gusto poi, tirando all'indietro la testa, subendo una frustata sul collo infiammato dalla presenza della giara. < Doppia porzione? Ora si che ragioniamo... > Poi rialza il braccio destro per richiamare l'attenzione di Ichiraku. < Anche de Sakè. Dobbiamo brindare. > A cosa? < Al tuo ritorno. >

23:20 Furaya:
 Ad una prima attenta analisi delle parole di Dyacon, chiunque avrebbe potuto rispondere etichettandola come un'idea malsana. <...> Anche lei starebbe per rispondere definendola tale, ma si ferma qualche istante più a pensarci. Tutto sommato, sì, tutto sommato si potrebbe invece rivelare adatta ai loro scopi. <Ci penserò.> Lo ha detto sul serio. Deve proporlo a Mattyse, tuttavia non sa quanto possa esser preso in considerazione: per questa ragiona deve parlare con la mente di quella Task Force. Si stringe nelle spalle quando il discorso riguardante le Cinque Terre Ninja vien meno, evitando di riprendere un discorso del quale s'è parlato comunque abbastanza secondo i propri canoni. <Spero non lo siano.> Lo spera davvero. Sarebbe veramente imperdonabile. Non riuscirebbe a dirlo al Senjuu senza doverlo tenere fermo con la Kagemane - l'ombra dei Nara. Tuttavia, già non saper dove sia sua figlia è un dispiacere che non è riuscito a colmare come avrebbe dovuto. Nessuno però potrebbe. Dovrà accennare il discorso anche a Keiga, non appena riuscirà a ritrovarla. Deve riuscire a parlare di molte cose con troppa gente, quindi risulta essere un problema di tempo non indifferente. Ambientarsi, inoltre, non è sicuramente qualcosa di tanto facile come l'avrebbe immaginato. E' costretta ad affidarsi a qualcuno che quel villaggio lo conosce piuttosto bene, come Dyacon in questo caso. Le sta quasi passando la fame a pensare a quei poveri cinghialotti divorati dalla chimera davanti agli occhi del Sabaku e della Inuzuka. Avrebbe davvero tanto preferito non sapere assolutamente niente. Fa roteare gli occhi verso l'alto a proposito dei complimenti che lei dovrebbe accettare poiché donna. <Sai, ai miei tempi> Non iniziare a parlare così anche tu che ti richiudo nel cristallo: sei avvisata. <i complimenti che ricevevo era tutt'altri. Più che altro, io li apprezzo pure, ci mancherebbe. Resta il fatto che un terrorista a caso potrebbe farti scoppiare casa.> Così, giusto per informazione nei di lui riguardi. Preferisce non citare affatto Saisashi dal momento che rischierebbe un conflitto tra le parti che potrebbe risultare snervante e non è proprio ciò a cui vuole andare incontro in questo momento. Dovrà sistemare anche questo problema, ma un passo per volta. A differenza sua, per quanto vorrebbe, non riesce a mostrare chissà quale sorriso. Difatti, quando propone di brindare, la donna piega per un attimo il capo come a farsi dubbiosa in merito. <L'ultima volta che ho bevuto è finita male> E Saisashi aveva appena annunciato che si sarebbero fidanzati ufficialmente, che ricordi! L'ha portata in spalla fino alla sua tenda. <e non so quanto possa esserci da brindare al mio ritorno.> Storce le labbra, abbassando per un attimo lo sguardo, incapace di trattenere quei commenti piuttosto negativi. <Tutt'al più farò in modo che ne valga la pena.> Riprendendosi in extremis ed accettando silenziosamente quell'invito a bere, accennando ad una piccola incurvatura delle labbra per far trapelare quella parvenza di sorriso. <Piuttosto, come funzionano qui le cose? E come ti ci stai trovando? Sarebbero in realtà molte le domande che avrei da fare, ma direi di partire da quelle fondamentali.> Per così dire. [ Chakra ON ]

23:42 Dyacon:
 [Chiosco] Mentre loro chiacchierano del più e del meno, ecco che l'immancabile pioggia di Konoha inizia a riversarsi sul villaggio. Infatti, il rumore dell'acqua piovana inizia a farsi largo, anticipata dai bagliori dei lampi e dai rombi dei tuoni. Fortunatamente loro sono al riparo nel chiosco di Ichiraku. < Hai visto? Ti ho dato un'idea senza neanche volerlo... > Quella di mandare in giro qualcuna con l'haori del decimo Hokage. Solo due cazzo di menti disadattate potevano partorire una genialità del genere. Ma non tanto chi l'ha partorita, ma chi l'ha accettata(?). < Anche se lo fossero... > Adesso sono i cinghiali il soggetto del discorso. < ...non c'è più nulla da fare. > Allarga le braccia oltre i fianchi, riportando poi gli avambracci a scivolare lungo la superficie lignea del bancone. < Discorso chiuso. Andati. Morti. Schiacciati. > Le dita della mano destra si uniscono e si distendono, avvicinandosi poi ad altezza della gola, spostandosi repentinamente da destra a manca, mimando una ghigliottina. < .... > Sbuffa poi, alzando lo sguardo verso il soffitto nel far ricadere la testa sul palmo della mano dritta. La sorregge. < Non fare la vecchia... > La rimprovera, ma sempre in modo amichevole e pacato, per nulla infastidito. < Allora prendi il complimento e via. Ah, una cosa... > Breve attimo di pausa in cui lo sguardo color ametista va alla ricerca di quello azzurro dell'altra. Due mari che s'incrociano. < Non sono più un diciassettenne senza meta e timido, Furaya. Ho quasi trent'anni e sono consapevole di quello che dico e faccio. Maturo abbastanza da capire le eventuali reazioni delle persone... > Incluso Mattyse. Ha superato una guerra e di certo, dopo aver visto la morte in faccia più di una volta, non ha più paura di passare a miglior vita. < O pensi ancora che sono un ragazzino sbarbato? Tsk! > Schiocca la lingua sul palato, restandosene in silenzio nell'attendere una risposta da parte della sua Sensei. < Non assumerti colpe più grandi di quelle che non hai. > Il peso della disfatta di Konoha deve esser suddiviso in tutti i ninja, non solo sulle spalle della testa rosa. < Oh grazie. > Prende la scodella di ramen fumante gentilmente datagli dalla figlia di Ichiraku. < Mi ci sto trovando... > A Kagegakure. < Devo ancora incontrare il Kazekage, ma credo che ora i suoi impegni siano più importanti che incontrare un genin qualunque... > Nonostante questo ninja faccia di cognome Sabaku. < Chiedimi pure, cercherò di dissipare i tuoi dubbi. >

19:46 Furaya:
 Il languorino allo stomaco inizia a diventare un violento brontolio quando l'odore delle spezie e del ramen inizia a farsi sentire più di prima. In fondo, come anticipato, non mangia seriamente da giorni, quindi è altresì normale che abbia bisogno di ingerire dei cibi ben cucinati e che possano darle tutti i nutrienti dei quali ha bisogno. Annuisce con un lento movimento del capo in sua direzione, mostrando di nuovo quell'accenno di sorriso che svanisce subito dopo. Come al solito, per quanto sia una concezione comunque affatto nuova alla donna, la sua mente è affollata da talmente tanti pensieri da non saper da quali dover partire per prima cosa. Deve farsi una scaletta. Di solito, v'era Jushan-san ad aiutarla in ogni cosa che faceva, permettendole di smollargli un minimo dei pensieri e dei lavori da fare. Chissà che pessima fine ha fatto quel malandrino. Anche a proposito dei cinghiali, si stringe nelle spalle e sceglie di chiudere il discorso con un piccolo sospiro. Deve comunque chiedere a Keiga se si tratti di quelli di Mattyse, almeno per chiudere il circolo in maniera appropriata. Mantiene le mani poggiate sul ripiano in legno del chiosco, aspettando che la sua porzione di ramen arrivi e possa finalmente mangiar qualcosa di sostanzioso. <Se io non sono invecchiata di dieci anni> Così come Dyacon le ha detto quando si son incontrati la prima volta, riconoscendola all'istante poiché identica a quando si son separati. <vuol dire che abbiamo quasi la stessa età.> La qual cosa la fa rabbrividire un minimo per via della stranezza della cosa. In effetti, non se lo aspetterebbe, risulta essere così strano, tanto da non riuscire a concretizzarlo davvero. <Alla tua età, ero anche già divorziata> Poggia la fronte contro il bancone, sconsolata al sol pensiero che ora abbiano letteralmente la stessa età quando lo ha visto diciassettenne. <basta, non voglio neanche pensarci.> Al sol pensiero vorrebbe strapparsi i capelli dalla testa. <Non so neppure immaginare quanto sia cresciuta mia figlia o Tachiko.> Già la vista di Keiga l'ha lasciata a bocca aperta, quindi possiamo immaginare quel che accadrà nel momento in cui dovrà rivedere una delle due. <No no, è che sto facendo fatica a metabolizzare tutto. Sono rimasta a dieci anni fa, quindi ho bisogno di tempo per abituarmi all'idea che tu non sia più un ragazzino, come tutti gli altri.> Dal suo punto di vista, è tremendamente normale che abbia una visione diversa di com'è la situazione attuale. Nel mentre dovrebbero arrivare anche le loro ordinazioni, costringendola a sollevare il capo e focalizzar lo sguardo alla volta della ciotola fumante. <Grazie.> Sussurra, tornando dapprima a rivolgersi a Dyacon per quanto riguarda l'argomento delle colpe che non dovrebbe prendersi. <Soltanto quando le avrò espiate.> Testa dura come una roccia, non cambierà probabilmente mai idea in merito, conscia che deve riuscire a redimersi e a rendere la vecchia Konoha di nuovo un villaggio grandioso e florido. Per farlo, trattandosi d'un piano a lungo termine, deve prima riuscire a racimolare abbastanza per rimettersi in sesto, recuperando anche i suoi vecchi poteri. <Mi serve trovare una sistemazione per la notte, ma non saprei neanche dove rivolgermi. Il monte dei Volti è una delle mete migliori a questo punto.> Dormire sulla propria testa, guardando la nuova Konoha e le luci dei suoi nuovi quartieri. <Ho bisogno di sapere dove vive Tachiko Nara adesso e specialmente la situazione socio-politica del settore konohano.> Ridotti a mero settore, quale sfregio! [ Chakra ON ]

19:56 Dyacon:
 [Chiosco] Mentre la pioggia ed il freddo imperversano fuori dal locale, lui se ne sta bello bello all'interno della struttura, al riparo dalle intemperie e in buona compagnia. Se poi ci mettiamo anche una ciotola di ramen calda appena preparata, beh, allora è in una botte di ferro(?). < ..... > Il naso viene stuzzicato dall'odore delle spezie contenute nel piatto dando modo alle papille gustative di mettere in atto il classico processo di salivazione che in gergo è noto come acquolina in bocca. Le mani si allungano in direzione delle bacchette in legno e, grazie ad un movimento repentino delle dita, le divide, rendendole pronte all'utilizzo. Dona un'occhiata a Furaya, assorta in chissà quali pensieri. < Buon appetito... > I bastoncini s'infilano tra i noodles che s'impregnano del brodo in cui sono serviti. < Non prendertela così... > Tono di voce calmo, quieto, ficcandosi in bocca il primo quantitativo di cibo, gustandoselo fino in fondo. < Uh? > Inarca il sopracciglio destro - gesto occultato agli occhi del decimo Hokage per via delle ciocche ricadutegli lungo la zona destra del volto - squadrandola con un sorriso sarcastico, mentre le guance si gonfiano per via del masticare. < Cos'è quella faccia? > Ingoia a fatica quella parte di ramen mangiata in fretta in furia. < Dovrei stranirmi io al posto tuo. Sono invecchiato e tu no... > L'altra è rimasta freezata per dieci anni, mentre il Sabaku il passaggio alla tecnologia se l'è vissuto tutto. Fortuna o disgrazia? Solo il tempo lo dirà. < Ora mangia, prima che si raffreddi... > Indica con un cenno del capo la ciotola della donna. < E poi sei sempre più vecchia di me. Quindi, vai serena... > Gli strizza l'occhio sinistro, mantenendo vivo quel clima sarcastico venutosi a creare poco prima. Prova a sdrammatizzare, ma i tratti somatici s'induriscono all'improvviso nel sentire quel colpevolizzarsi da parte della donna. < Furaya, falla finita. > Secco, piantando lo sguardo color ametista su quello di lei. < Tutti commettiamo errori. Non farti sopraffare da loro. E' un fardello grande da sopportare, lo capisco... > In minima parte lo comprende. Lui era insieme alla squadra posta a difesa del monte dei volti, quindi conosce la sconfitta. < Ma la Furaya che conoscevo non farebbe mai la vittima. > Diretto come sempre e come pochi altri. < Se sei ancora tu, smettila di frignare. > Breve attimo di pausa per poi affondare di nuovo le bacchette in quella sorta di zuppa di maiale. < Puoi dormire da me se vuoi, al quartiere di Suna... > I Sabaku hanno una magione lì con relativi appartamenti. < Il problema è che non so quanto il tuo cane da caccia approverebbe. > Chiaro riferimento a Mattyse. Questo ha da offrirgli ora come ora. < Tachiko non la vedo da tempo. Ma so che Keiga è stata con lei. Dovresti chiedere all'inuzuka. > La chiama per cognome, cercando di mostrarsi distaccato rispetto al discorso della ragazza.

20:46 Furaya:
 Le bacchette vengono infilate nella ciotola, in modo che possa sollevare i noodles che direzionerebbe verso il viso. Qui, inizierebbe a soffiare delicatamente fuori da esse, prima di spinger il cibo tra le fauci e iniziare a masticare con tutta la tranquillità del mondo, seppur dentro di sé non sia affatto tranquilla. <Anche a te.> Ricambiando dunque l'augurio di un buon appetito, masticando con calma, gustando il sapore d'un piatto finalmente caldo e saporito. Deglutisce prima di riprendere a parlare, ascoltando le parole che vengono pronunciate dal Sabaku e andandovi a rispondere subito dopo. <E invece no, devo stranirmi a mia volta perché abbiamo quasi la stessa età> Come gli stava dicendo prima, la qual cosa la lascia sorpresa, a tratti proprio stranita come ha detto proprio adesso in sua direzione. Deve tuttavia farsene una ragione. <nonostante non sia così. E poi non è vero che son comunque vecchia. Onestamente parlando, oserei dire che me li porto piuttosto bene i miei quarant'anni.> Quasi quarantuno, piccola. Manca poco più d'un mese, un mese e mezzo. Si lascia andare ad una piccola ed insignificante risatina quando parla della sua età reale, seppur fisicamente non possa dimostrarne più di trentuno. In qualche modo, bisogna ringraziare proprio il Kami se adesso può vantare d'aver un'età differente ed essersi persa dieci anni di vecchiaia e rughe. Al primo capello bianco, non oso immaginare quel che avrebbe potuto scatenare. Fa rotear gli occhi verso l'alto, lasciando cader le bacchette nella ciotola quando lui s'impunta e pare volerle fare quella che appare come una paternale, una sgridata o quel che sia. E volterebbe in maniera rapida il viso verso quello di Dyacon, incoccando lo sguardo glaciale negli occhi altrui, in modo che abbia un contatto visivo netto. <Se questo è fare la vittima, evidentemente non hai mai conosciuto Mekura.> Sottolinea, forse un po' cattiva nel commentar in tal maniera, ma ciò non toglie quel che pensa e che, in seguito, va ancora ad affermare adoperando un tono piuttosto duro. <Ho soltanto sottolineato il fatto che, avendo errato, dovrò far qualcosa per ovviarvi. Non mi sto lamentando e non sto frignando, tutt'altro. La Furaya che conoscevi è esattamente quella che hai davanti, nonostante non abbia più nulla.> Un lupo che ringhia alla sua preda o il lupo alpha che rimbecca il beta: in qualsiasi modo la si voglia guardare, lo sta rimproverando a sua volta, piccata nell'orgoglio, per via della sgridata che gli ha appena fatto di rimando. Tornando a discorsi un filino più leggeri, calmatasi e messasi nuovamente composta, tornerebbe a mangiare con calma, esattamente come prima. <Il mio cane da caccia ha ben poco di cui potersi lamentare se non vuol dormire ancora in mezzo alla strada. Personalmente, accetterei fintantoché non riusciremo a trovare una sistemazione migliore o incontrare Tachiko.> Tra l'altro, asserisce di non vederla da molto, bensì di doversi rivolgere all'Inuzuka. <Dove posso trovare lei, invece? A proposito> Si passa la lingua sulle labbra, facendo venir via alcuni residui di cibo che vi sarebbero potuti rimanere, stando ovviamente cenando. Il sorrisetto si fa sornione, mettendo da parte la rabbia precedente. <in questi dieci anni, com'è andata tra voi due?> Comara di prim'ordine! [ Chakra ON ]

21:32 Dyacon:
 [Chiosco] Uno, due, tre bocconi ed il cibo contenuto nella ciotola calda, va mano mano consumandosi. < Tsk! > Schiocca la lingua sul palato dopo esser stato in silenzio per tutta la prima parte delle parole di Furaya. < Come siamo modeste eh? > Arcua gli angoli delle labbra verso l'alto, abbozzando l'ennesimo sorriso della serata. < Lascia che siano gli altri a dire se te li porti bene o no... > Se se la canta e se la suona da sola, che gusto c'è? I complimenti sono apprezzati se sono le altre persone a farli. < Uh? > Si blocca quando l'altra lo fissa con uno sguardo truce, animalesco. Si zittisce, mentre un noodles viene risucchiato con avidità, schizzando un pò di brodo tutt'intorno. Ingoia a fatica. Terrorizzato? No. < Non guardarmi in quel modo... > Sentenzia in modo duro, lasciando scivolare le bacchette nel piatto, ruotando busto e bacino verso la donna dai capelli rosa, così da contraccambiare quell'occhiataccia. < Se te l'ho detto è perché è constatato questo tipo di atteggiamento che della Furaya che conosco e stimo, non fa parte. > Breve attimo di pausa. < E non prendere le mie parole come un'accusa. Se le ho dette e per spronarti a non piangerti addosso. > Concetto esternato con chiarezza - forse troppo - disarmante. < Quando ti ho rivista al Tempio del Fuoco ho percepito il peso che ti porti sulle spalle. E lì ci stava. Ma stasera non lo accetto. > Non vuole avere la sua Sensei che si deprime e rinchiude in se stessa. Mai. < Furaya... > Serra la mascella. < Il passato non può essere cambiato. Dobbiamo accettarlo così com'è. > E torna in posizione frontale rispetto al bancone su cui hanno deciso di cenare. < Sono contento che la persona che ho davanti ha la stessa determinazione e lo stesso carattere dell'Hokage di dieci anni fa... > Le mancava la sensei. < Perché tutto il mondo degli Shinobi ne ha bisogno. > Di solito non è avvezzo ai complimenti, infatti questa sorta di confessione a cui si lascia andare la esterna senza guardare in viso la Nara. < ...... > Aggrotta la fronte, rimanendo per qualche istante in silenzio quando l'altra gli nomina Keiga. < L'ultima volta era a casa di Tachiko. > Nervosismo in quelle parole. < Com'è andata... > Sospira, lasciando cadere la testa verso il basso, tra le spalle. < Credevo che fosse morta, proprio come te... > Dolore con cui ha convissuto e ha dovuto imparare a sopportare. < Poi, per puro caso, l'ho ritrovata in una caverna alla cascata dell'epilogo. > Come scordare quella notte? < Sono stati bei momenti. > Sorriso forzato, volenteroso di chiudere lì il discorso. L'altra potrà notare come utilizza il verbo passato.

22:17 Furaya:
 A sua volta, continuerebbe a mangiare con tutta la calma del mondo. Non ha alcuna fretta ed anzi vuole gustarsi appieno il ramen. Quindi, un boccone per volta, un pezzo di carne alla volta e tutto dovrebbe venir buttato giù con tranquillità mentre ascolta le parole di Dyacon. <Oh, certo.> E' molto modesta quanto vuole, ma è palese come si trattasse d'un commento altamente sarcastico verso la propria persona. <Allora, ammetti che me li porto bene, avanti.> Incoraggiandolo a dire la propria, lasciando sempre intendere come, seppur venga tutto pronunciato con serietà, sottintesa sia anche lo scherzo che vorrebbe che fosse. Non direbbe mai qualcosa del genere con tanta serietà. <E invece ti guardo esattamente come voglio.> Sottolinea e ribatte prontamente al di lui dire, evitando di star in silenzio o di comportarsi come quella che era una volta, poiché solitamente sarebbe rimasta in silenzio, avrebbe chiesto scusa o avrebbe cercato in qualunque modo un pretesto per evitare qualunque tipo di discussione. Da questo punto di vista, ha perso qualunque pazienza avesse in precedenza. In fondo, non deve ricoprire alcun ruolo di chissà quale spessore ed adesso può permettersi qualche libertà in più, togliendosi un sassolino dalla scarpa che, dieci anni prima, avrebbe evitato di togliersi. <Sto già pensando a come risolvere la questione, tutt'altro che piangermi addosso.> Confessa, stringendosi nelle spalle e tornando a giocherellare col cibo ancor presente nella sua ciotola, indecisa se continuare a mangiarne oppure fermarsi data la situazione venutasi a creare, considerando come l'umore sia scemato. <Quel peso me lo porterò sulle spalle a prescindere che si veda o meno. Sta di fatto che lamentarsi e non far nulla non lo accetterei neanch'io. Mi permetto almeno il lusso di piangermi addosso - come dici tu - ma di rialzare il capo e lavorare affinché possa smettere di farlo.> Differentemente da come farebbe qualcun altro di sua conoscenza che, come anticipato poc'anzi, non ha fatto altro - e forse lo fa tutt'ora - che piangersi addosso senza alzar mai un dito per migliorare la situazione, anzi rischiando soltanto di peggiorarla. <Ho imparato ad accettare il passato ormai tanto tempo fa, dunque non mi stai dicendo niente di nuovo. Tuttavia, non posso separarmi da esso> Dal passato stesso. <poiché io non faccio parte di quest'epoca, ma di quella precedente.> Del Dopo Kyuubi e non del Dopo Guerra. Guarderebbe nel proprio piatto con il solito sguardo ferale, assottigliando le palpebre. <Per questo, devo tornare innanzitutto ai Monti Ardenti. Ho perso la mia katana. Da lì, ripartirò. Ripartiremo.> Lei e Mattyse, in primis. Si volterebbe in sua direzione quando parla a proposito del mondo degli Shinobi, inarcando un sopracciglio. <Perché reputi che ne abbiano bisogno?> Cos'è cambiato in questi dieci anni ed è cambiato tutto così tanto? Son domande inespresse. A proposito di Keiga, è costretta a sospirare comprendendo come la situazione non sia tutta rosa e fiori. <Se ti consola, con Saisashi non mi è andata molto meglio una volta uscita dal cristallo, nonostante debba ammettere che sia anche colpa mia.> Giusto per sottolineare che sono sulla stessa barca, bene o male, forse un po' diversa ma comunque hanno qualcosa in comune. [ Chakra ON ]

22:45 Dyacon:
 [Chiosco] < Oh no no no... > Scuote leggermente il capo nel sentire come l'altra lo incalza nel rivelare la sua opinione riguardo l'età che dimostra. Sorride mentre dice quelle parole, tant'è che la voce è alterata da un lieve tremolio figlio della risata strozzata in gola. < Non cado nel tuo gioco... > E' pur sempre un esponente dell'altro sesso e, dunque, conscio di quanto sia suscettibile alle parole. Già sa che se ammettesse che non dimostra quarant'anni, si sentirebbe stocazzo(?) e direbbe di aver ragione. Se invece dicesse il contrario, apriti di cielo: c'è il rischio che lo uccida lì, seduta stante, ficcandolo in una qualche ciotola a fare da guarnizione al piatto. Non si espone. < Bene. > Annuisce soddisfatto dopo aver sentito la convinzione con cui la Nara gli si è rivolto. < Non puoi e non devi permetterti neanche quel lusso... > Ovvero di piangersi addosso. < Poi scusa eh... > Ora che ci ripensa. < Chi cazzo è Mekura? > Sbatacchia un paio di volte le palpebre, non avendo mai sentito il nome in questione. In realtà la donna capoclan degli Hyuga l'ha incontrata qualche tempo fa, alla piccola Oasi, ma non può collegarla a quell'identità. Infatti si è presentata con un altro nome. < ...... > Le mani guantate di nero s'avviluppano intorno alla ciotola in ceramica, portando il bordo della stessa ad avvicinarsi alle labbra. La testa viene reclinata leggermente all'indietro, dando modo al brodo di scivolare in gola, terminando così il ramen di Ichiraku. L'unico ed inimitabile. < Ahhhh... > Ci manca solo che rutti per sparecchiare. < Te ne accorgerai con il tempo... > Sul perché il mondo ninja ha bisogno di shinobi come il Decimo. < Saisashi? > Assume un'aria pensierosa, prima di annuire con un cenno del capo. < Ah il pervertito e stupido a cui staccherei la testa... > L'incontro che ha avuto con il taijutser non è stato il massimo la sera del festival dell'horror. Se poi ci mettiamo che con la stessa figura ci si è attaccato quando la Yakuza li ha minacciati, beh, si può dire che il loro rapporto non è proprio idilliaco. < Keiga comunque non la capisco... > Scuote il capo, grattandosi la nuca con la mano destra, infilando le dita nella folta capigliatura corvina. < Se poi ci mettiamo che un'altra donna si è inserita nella mia vita... > E lascia in sospeso la frase, sospirando. Maledetta Sango

23:28 Furaya:
 Quel piccolo bastardo ha deciso di non rispondere direttamente alla domanda indiretta posta dalla donna, tanto da sviare immediatamente il discorso asserendo come non intende cascare nel suo gioco. Fa schioccar la lingua sul palato, facendo poi persino rotear lo sguardo, tornando immantinente a mangiare. Che le si sia riaperto lo stomaco? Sta di fatto che, quanto meno, sta mettendo qualcosa sotto i denti. E quindi, cerca di mangiare fintantoché il piatto sia ancora bello caldo, evitando che si raffreddi e che non abbia più il giusto sapore. <Hai solo timore della mia reazione.> Come se fosse roba da poco, in fondo non sa come potrebbe reagire. Va bene conoscersi, ma dieci anni prima non possedevano affatto un legame tanto aperto, erano su due piani diversi a differenza d'ora. <Mi spiace ma non ti darò retta.> A proposito di permettersi o meno un determinato lusso come piangersi addosso e rialzarsi. <Ho imparato col tempo che bisogna sfogarsi, quindi capire l'errore che s'è commesso e poi ripartire dalla base di questo.> Dandogli un altro piccolo assaggio del proprio passato o, comunque, di qualche insegnamento che l'ha fatta crescere e diventare quella che si trova davanti agli occhi altrui. Mastica qualche altro boccone, lasciandolo parlare e rispondendovi sol quando ha terminato di deglutire con tutta la calma del mondo, assimilando il sapore che lascia tra le proprie fauci. <La Capo Clan degli Hyuuga, madre della figlia del mio cane da guardia, come lo chiami tu.> Dandogli quindi qualche spiegazione a proposito della suddetta, cosicché sappia almeno di chi si stia parlando. <L'ho incontrata al tempio del Fuoco qualche settimana fa, anche lei non è cambiata affatto.> Asserisce, lasciandosi andare in quello che è soltanto un commento fatto tanto per fare e per intrattenere il prossimo assieme ad un pensiero espresso ad alta voce. <Era la Gran Consigliera di Konoha, tra l'altro.> Giusto per sottolineare come avesse una discreta importanza all'interno del villaggio, nonostante poi il carattere che ha e che aveva. In fondo, non sembra essere cambiata poi molto da questo punto di vista. Drizza subito le orecchie quando sente parlare di Saisashi in risposta alla propria affermazione precedente. <Cos'ha fatto? Dovrebbe cercare Tachiko anche lui per raggiungere nostra figlia.> Se ne sta preoccupando nonostante abbia lasciato nelle sue mani la totale ricerca e accudimento della figlia, visto che la Nara starà a Kagegakure ancora per poco, avendo deciso di riprendersi il suo vecchio villaggio e dunque muovere guerra... per ottenere la pace tanto anelata. Non si sorprende quando l'argomento glissa su Keiga. Spinge la ciotola, ormai vuota se non fosse per qualche rimasuglio ed il brodo, poco più lontano da sé. <Keiga è difficile da capire purtroppo. Ha tutto un suo modo di fare e di vedere il mondo. Non ho mai capito cosa intendesse fare con te. Sapevo soltanto che aveva una cotta per te neanche tanto velata.> Solleverebbe il capo proprio per guardarlo direttamente in volto, stringendosi subito dopo nelle spalle. Non saprebbe pronunciarsi diversamente né aggiungere dell'altro. <Un'altra donna? Sei diventato un donnaiolo, mh?> Prendendolo in giro, giusto per stemperare un po' la discussione avuta in precedenza. [ Chakra ON ]

00:04 Dyacon:
 [Chiosco] Bingo. L'altra ha perfettamente azzeccato la motivazione che lo ha portato a non rispondere a quella domanda trabocchetto: la sua reazione. < Penso che adotterò la tua stessa linea... > Sorride beffardamente, prima di voltarsi in direzione di Furaya. < Non ti darò retta. > Si libera della ciotola vuota, sbarazzandosene con pochi movimenti, facendola scivolare sulla superficie lignea del bancone. Non ha alcuna intenzione di litigare con Furaya, soprattutto dopo averla rivista dopo così tanto tempo. Testarda come un mulo. < Capo Clan degli Hyuuga e madre della figlia del dinamitardo... > Annuisce con un paio di cenni del capo. < La sua fama la precede allora... > Nell'elencare le caratteristiche appena citate, un lampo di luce gli attraversa la testa. Ha conosciuto un'altra donna che è stata catapultata nel futuro dopo lo scioglimento dei ghiacci(?). La stessa ragazza incontrata alla piccola oasi situata più a sud del quartiere di Suna. < In effetti ho incrociato la mia strada con una donna Hyuuga, ma il nome non corrisponde a Mekura. > No, decisamente no. Magari era semplicemente un'altro membro del prestigioso gruppo di Konoha. < Cos'ha fatto? > Chi? < Ah si... > Saisashi. < Era con me al festival dell'horror organizzato nel bosco oscuro per festeggiare la sconfitta del falso Dio... > Torna indietro con i ricordi, rivivendo i momenti della festa e, successivamente, dell'assassino di un ex shinobi. < E si è lasciato scappare l'omicida... > Gli accolla tutte le colpe della mancata cattura del serial killer. Stronzo fino al midollo(?). Ripiomba poi nel silenzio e nello sconforto nel sentire il nome di Keiga venir pronunciato. < Sì, ma non siamo più ragazzini Furaya. Anche io avevo una cotta per lei... > Più di una cotta. Riaccesasi dopo i dieci anni come una fiamma alimentata a benzina. < Ahahaha... > Sorride in modo sincero nel sentirsi additato come un donnaiolo. < Dieci anni credo che mi abbiano migliorato no? > E stavolta vediamo se è lei ad ammettere quel cambiamento in positivo o meno. La mano destra poi s'infila nella tasca rispettiva dei pantaloni, tirando fuori una somma di rio utile al pagamento della cena. Sua e di Furaya. < Sango è molto attraente, non c'è che dire... > Gli rivela l'identità dell'altra donna, prima di scendere dallo sgabello che lo ha ospitato per tutta la serata. < Ah Furaya... > Restando al suo fianco. < Sono contento che tu sia qui... > E il braccio destro si allungherebbe verso il suo volto, provando a toccarle la fronte con delicatezza con i polpastrelli dell'indice e del medio. Le darebbe una lieve spinta amichevole, intima, prima di darle le spalle, pronto ad immettersi sotto la pioggia. < Sei pronta? > Le da il tempo di riprendere il suo sacco con armi e vestiti. < Andiamo ora... > Verso la magione Sabaku dove il decimo e il bombarolo alloggeranno. La casa si popola. [X]

01:14 Furaya:
 Si lascia scappare una piccola risata innanzi all'ammissione dell'altro di non voler rispondere proprio in virtù della possibile replica altrui, scuotendo appena la testolina dal crine rosato. <Fa come credi.> Pronuncia in sua direzione, poggiando or il mento sul palmo della mano e girando il capo in direzione di Dyacon. Sorride sotto i baffi, cercando però di mantenersi seria. <Chissà, esistevano molti Hyuuga tempo fa. Potrebbe essere chiunque colei che hai incontrato.> Non hanno prove che si tratti di Mekura e, in questo momento, non intende neanche indagare sin in fondo; d'altro canto, potrebbe anche non conoscerla e non ha una motivazione tale da poter approfondire così tanto. <Festeggiano la sconfitta del Finto Dio? Divertente.> Lasciando trapelare alcun sentimento che possa essere legato a questo fatto, mordicchiandosi distrattamente l'interno della guancia onde evitare di risultar fastidiosa a tal punto, sentendosi ovviamente in difetto. Doveva essere lei a distruggerlo, c'era quasi riuscita se non fosse stato per l'errore commesso durante il sigillo in cui sarebbe dovuto essere intrappolato per l'eternità. <Beh, in fondo ha detto che non avrebbe più combattuto. A quanto pare, sta tenendo fede alle proprie promesse.> Riferendosi ancor una volta proprio a Saisashi, giocherellando con le bacchette nel piatto, storcendo appena le labbra innanzi a questo racconto che riguarda proprio il taijutser. <Lo so che non lo siete più, ma non so come potervi aiutare. Deve essere lei a decidere di comportarsi diversamente da com'è solita fare con te, altrimenti non ha senso neanche continuare a starle dietro. E non lo dico con cattiveria, ma comprendo che tu stesso possa stancarti di correre dietro alle sue mancate decisioni.> Gli rivolge un'occhiata di sottecchi per comprendere meglio la sua espressione o comunque la reazione alla propria affermazione, sincerandosi che non abbia detto niente di troppo sconveniente nei di lui riguardi. Non si tratta altro che della verità. <Oh, non saprei proprio. Dovrei prima poterlo constatare con i miei occhi.> Lasciandogli dunque il beneficio del dubbio, un po' come ha fatto lui con lei poc'anzi. Infame anche lei, sotto sotto. Dopodiché sgrana gli occhi nel sentire il nome della donna che pare portarsi a letto adesso, girandosi rapidamente in sua direzione. <Sei impazzito? Non ricordi cosa fece Sango dieci anni fa? Intendo il motivo per il quale era ricercata dall'intera Alleanza con una taglia sulla testa.> S'alza immediatamente in piedi, ponendosi di fronte a lui con espressione corrucciata, incredula innanzi alle sue parole. <Tra tutte le persone, proprio lei...> Commenta, facendo schioccar la lingua contro il palato e scuotendo mestamente il capo, incapace di credere a qualcosa del genere. Quindi, anche lei è sopravvissuta a quanto pare. Sarebbe divertente incontrarla quasi sicuramente. Gli permette di toccarle la fronte tramite quel delicato tocco, lasciandosi andare in un nuovo sospiro, chiudendo per un istante le palpebre. <Andiamo.> Seppur appaia decisamente poco convinta adesso, non farebbe altro che seguirlo. [ EXIT ]

Dove va un konohano mancato tanto tempo da Konoha per la prima volta?
Da Ichiraku, O B V.

A cena con Dyacon, iniziano a parlare del più e del meno: dei cambiamenti in questi dieci anni ormai trascorsi, alcuni vecchi nomi ancora presenti e una temporanea sistemazione a casa del Sabaku. E Gossip, ovviamente.