Solo tanti feels.

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02:24 Kioku:
  [Settore Kusagakure-->Archivio Kusa] Notte fonda, nonostante i vari settori continuino ad avere diverse attività e luci della movida, esse sarebbero relegate per lo più al centro, la maggior parte delle strade, via via allontanandosi dai quartieri notturni, diverrebbero taciturne, calme, ancora qualche casa illuminata ma per lo più sarebbero spente, in attesa che le prime luci del mattino ed il ninja gallo comincino a svegliare i primi cittadini, i mercanti e l’intera città a seguire, con tutto il via vai che ne conseguirebbe. Non riesce a dormire, stanco ma non più di tanto, sarà anche che sono giorni e giorni che è chiuso in casa a guardarsi Maruto, le ship dei vari personaggi e ad infoiarsi con DragonNinja Z che a quanto pare si sta avvicinando all’80% della sua fine secondo Eichiro Onda celebre mangaka di questo successone cartaceo e ora televisivo, pur vero che sono 3 anni, a quanto gli è stato riferito sui vari forum di dialogo ed incontro community, che dice di essere all’80% quindi chissà quanta verità ci sia dietro le sue parole. Ma non ci vuole pensare, d’altronde non è per questo però che non riesce a dormire, non ha ancora avuto modo di parlare con Nobu per quanto qualche giorno fa l’abbia visto sul maxi schermo mentre avveniva quella sorta di celebrazione della Shinsengumi, del suo reclutamento, certo non è cieco e ha visto anche altro, ha visto quella rossa donna venir presa, ammanettata e portata via, quella stessa donna con cui ha avuto quello stranissimo incontro ormai più di una settimana fa e non può fare a meno di interrogarsi chi sia, se conosca un minimo il suo passato, se anche a lui, dovessero scoprire che è uno di quei ninja, capiterebbe la medesima sentenza, eppure Kioku non ricorda nulla e l’ultima cosa che vorrebbe fare è destabilizzare la pace di questo bellissimo villaggio dove ora risiede, dove ha conosciuto tante persone diverse e Nobu? Nobu come reagirebbe se lo sapesse? Lo arresterebbe? Ora che è divenuto un membro della Shinsengumi lui stesso. Insomma molti sono i pensieri questa notte che accompagnano i suoi passi e nonostante tutto non sono questi a tenerlo sveglio, vuole scoprire qualcosa di più, non è smanioso di ricercare il proprio passato, come nella discussione di qualche sera fa affrontata con Haru, non vuole rincorrere il proprio passato, ne dedicherà la sua vita alla ricerca di esso, vivrà per ciò che è adesso, lo deve a colui che era un tempo e se capiterà, se durante il suo cammino dovessero esserci indizi o possibilità allora le coglierà. Il suo clan, le sue origini, a detta di Haru, un clan dalle profonde radici nella storia ninja, dai forti principi ed una dinastia importante, ma di certo non sa o non ricorda nulla di tutto ciò, ma una cosa è certa è un Uchiha, questo è il potere che risiede nei suoi occhi, un primo passo verso il suo ipotetico passato è sicuramente comprendere le sue origini, il suo clan, un posto che possa chiamare famiglia magari, a cui possa legarsi, nonostante già stia cominciando a formare dei primi legami, vuole comprendere meglio lui stesso che potere risieda nelle sue iridi, ma prima di palesarsi come uno scemo davanti alle porte del Clan Uchiha stesso, vorrebbe raccogliere qualche informazione prima, comprendere prima ciò che sono e poi a quel punto presentarsi a loro, quasi come un figlio smarrito se possibile, di certo gli farebbe comodo, senza troppe domande o dover dire più di quel che vorrebbe, tenendo quindi al sicuro la sua identità. Passi celeri dunque verso l’unico posto che sa, per informazioni apprese nei giorni precedenti, essere ancora aperto ed unico vero posto dove poter recuperare informazioni, se non negli archivi del settore di Kusagakure proprio, d’altronde aveva sentito chiedendo qua e le informazioni che un tempo nella vecchia Kusa risiedevano tantissimi clan, molto dei quali proprio di Oto, compreso gli Uchiha, chissà se dunque non sono rimaste informazioni. E dunque dove mai potersi intrufolare se non negli archivi del villaggio stesso, h24 sempre aperte, poveri chi si fa il turno notturno, di certo non li invidia, veloce dunque in quegli ultimi passi, guardandosi un po’ intorno nonostante la desolazione e i rumori ambientali, busserebbe, giusto per educazione ma d’altronde chi mai c’è stato in un archivio, non sa manco da dove si cominci ma troverà comunque un modo per districarsi in mezzo a quell’edificio. Entrerebbe agilmente, poco distante una sorta di reception, un loco ove chiedere informazioni, facili, veloci, dirette <Buona sera…> come nulla fosse ad esclamare in direzione di quella figura ora girata di spalle, indaffarata a sistemare libri e scartoffie vicina a dei computer <posso disturbare?> chiederebbe gentilmente non sapendo se effettivamente a quest’ora sia un semplice turno notturno o se operino ancora con il favore delle tenebre, in ogni caso aglio occhi d’ella apparirà in un vestiario molto easy, una felpina tattica shalla shalla ninja time positive Vibe come targa sul petto, pantaloni stretti ma di un tessuto comodo color grigio scuro e scarpe Ninjadas ormai acquistati e chi più se ne separa, Ultimate Ninja edition, claro, quei pochi soldi che ha racimolato mica li buttava per cose da nulla, una sigarettina posta sull’orecchio destro, ad incastro, mentre il solito ciuffetto cadente sulla fronte farebbe da rilievo alla folta chioma chiusa chignon mentre il resto dei lunghi capelli a ricadere sulle spalle, insomma vestiario new ninja era ma d’altronde presto o tardi consigli e influenza di Nobu sarebbero venuti a galla e tutto sommato ci sta anche bene, manzo manzo come piace dire al Choconinja.

02:53 Sango:
 Quanto può esser facile fuggire dalla realtà solo per delle pergamene, dei libri.. molto facile per chi di quello ne sembra fare non solo un lavoro ma soprattutto un arte. Intrinseca nel proprio essere, forse troppo condizionato nel tempo da domande e tempi che non vi sono più, di arti, di clan, di poteri al confine della conoscenza stessa che ne fanno della stessa virtù qualcosa di più grande. Non sa di che tipo sarà quell'incontro notturno, notte che ormai ha allungato le loro iridi su di loro, che ne sovviene l'eterno stesso per donar quella pace fittizia. Si è pure liberata di quella giacca, lasciata li all'ingresso, appesa come un comune ornamento, eppure rimane con quella camicia bianca con quel profondo scollo a V sul seno prorompente, id quella gonna corta che cerca di coprir quel poco che rimane all'immaginazione e quelle calze a rete fitta che mostrando le gambe sottili e longilinee, le stesse fasciate sul polpaccio per render giustizia ad una ferita che ancor deve completarne la propria di guarigione. Il collo sottile e delineato da profonde dita che vi si sono accanite, piccoli solchi neri che si sono espansi nel tempo, curati? Si, ma non ha voluto che le ferite venissero completamente cancellate e adesso son visibili alla quieta aura che impronta decisamente quel loco di lettura. Dolce, delicato, di un calore intimo dovuta alle stessa piccole candela che ha acceso una a una e rendon l'ambiente luminoso eppure poco asettico. Vi è dell'anima adesso, la propria, a sovrastare scritti e libri. Ecco dunque che la donna si trova su quelle scale, a sistemar libri su libri, a render ottimo il proprio dovere, di pergamene non se ne avvedono in quel momento per via della perigliosità delle fiamme stesse, eppure saprà grazie ad esse ogni minimo atto che potrebbe comprometterne la natura < buonasera > i lunghi capelli son stati sciolti, rosso sangue e fuoco che scivolano sulla schiena d'innanzi al nuovo arrivato, forse prima che egli faccia vociare il proprio dire, ma lentamente anche lei si porrà più in basso scendendo le fitte gradinate d'una grande scala < non disturbate affatto > egli sarà la distrazione massima del proprio essere, la mente potrà allontanarsi da tutto, dal governo, dalle regole, dall'odio, perfino dallo sguardo esterno che altri le rivolgono. Sarà colui che l'avvicinerà al mondo dei libri e della storia e forse non potrà farle del male. Un ultimo atto, scende e si volta per ritrovarsi di nuovo quell'uomo che ha voluto odiare, ma che ha amato profondamente < Ak-> no, non è lui sciocca, non è più il possessore del rinnegan, ma un nuovo essere che potrà viver la sua vita < Kioku > ne ricorda bene il nome eppure non può limitar le proprie gote a non esser così rosse e violente di un emozione lasciata incolta < cosa ci fate voi qui? > sorpresa nel vederlo li, mentre solo una bassa cattedra in legno li divide. La camicia che resta aperta a delinearne il proprio profilo e anche quelle ferite poco gentili ma di cui adesso non si cura, adesso è li per lui, per quei nuovi occhi che porta e per quell'essere per il quale si è sentita tanto debole ma tanto forte. Akendo non è li, non vi deve pensare, eppure perchè quel viso lo riconduce sempre e solo a lui? < di cosa avete bisogno ..> solo sottili parole peer non inceder nel silenzio totale, nel saperlo li infine. Quanto stanno giocando i kami nel divertirsi e nel porre davanti un uomo a cui ha donato la propria intera esistenza? Troppo. Attende adesso, incapace di avvicinarsi, incapace di muoversi, prosciugata di tutto ma ingraziata in lui, sua ancella.

03:21 Kioku:
  [Archivio Kusa] Tutto poteva accadere tranne pensare di incontrare proprio quella ragazza, conosciuta settimane fa ormai e recentemente vista sul grande schermo venire arrestata e portata via con grandi sproloqui da parte del Capitano Comandante Kuchiki Byakuya, si due veloci ricerche con il cellulare su NinjaNet e trovi tipo il mondo intero su di lui, robe che gli archivi spostati proprio, dalle fan page all’account Ninjagram della Shinsengumi, insomma il Capitano Comandante. Ciò non toglie che mai e poi mai si sarebbe aspettato di vederla, li, tranquilla a sistemare libri <ehilà Zia-Wut?> storpierebbe quasi la faccia impaurito, vedendola volgere il proprio capo verso di lui, a mo’ di posa da battitore di baseball, arretrerebbe di qualche passo <ma sei viva!> esclamerebbe, per poi riavvicinarsi quasi incredulo <pensavo chissà dove ti avessero portato, eri su tutti gli schermi di Kagegakure qualche giorno fa> facendo dunque riferimento a quella diretta nazionale della Shinsengumi. Tornerebbe serio dopo pochi istanti, lo sguardo scendere dal viso al collo, osservando quei segni <immagino che non ti abbiano rilasciato dopo delle semplici chiacchiere> potrebbe dedurre, braccia incrociate, poste sul petto, annuendo manco fosse il Detective Ninja, altra serie tv alquanto famosa ormai arrivata alla duecentocinquanta millesima stagione e altrettanti episodi annessi, alle sue parole di risposta a quel semplice buonasera esclamerebbe subito dopo <woah woah, non c’è bisogno di darmi del voi addirittura ahaha> scoppierebbe in una semplice risata, un sorriso gigante sul suo volto <neanche del lei eh> la scruterebbe per bene <non ho mica 80 anni> e menomale che non ti ricordi nemmeno tu quanti nei hai, ma dalla pelle giovane e liscia non si potrebbe dare più di 25 a quanto pare quindi daje con sta amnesia, che botta di Kami che hai avuto, non c’è che dire <beh allora> si farebbe più circospetto nel suo atteggiamento, volgendo il capo a destra e sinistra, manco fosse un affare di stato <sono qui per recuperare informazioni riguardante Oto e uno dei suoi clan nello specifico> andrebbe a strusciarsi l’indice destro proprio sotto il naso, ebbene sì, è pronto a sganciare la news, udite udite popolo di Kagegakure un nuovo Uchiha è in da city <il clan Uchiha nello specifico> con fare spavaldo, dopo quello che gli ha detto Haru non vede l’ora di spiattellarlo a mezzo mondo, Nobu compreso, deve solo capire come fare. Richiesta fatta, si appoggerebbe con entrambi i gomiti sulla postazione da reception, quasi già annoiato dal dover aspettare più del dovuto ma oh, per la conoscenza servirà del tempo no? Di tanto in tanto cercherebbe di allungare il collo verso i computer, così, giusto per farsi i fatti degli altri <senti maaaaa, come mai ti hanno lasciata libera se posso chiedere?> la guarderebbe ora dal basso verso l’alto data la sua posizione, nonostante sia abbastanza alto, in quella posizione dovrebbe essere di poco sotto lo sguardo di Sango Ishiba. [vestiario accozzato al volo, felpa, tuta e scarpe Ninjadas] [chakra on]

03:47 Sango:
 Un infarto sembra per venirle incontro nel solo vederlo , eppure la sua stessa essenza pare nutata, dal suo atteggiamento ma ancor di più da quelle stesse parole < come prego? > oh no, non comprenderà mai quel suo primo dire, fuori dallo slang di coloro che abitano quel mondo, sebbene sembri quasi impaurito dalla propria presenza. Non si avvede di avvicinarsi oltre, di restar sul proprio posto retta e impietrita, senza saper bene cosa fare. Ed egli, la odierà come in tanti stanno facendo adesso? La escluderà di nuovo da quel mondo per renderne conto a se stesso e al proprio volere? Non pare nemmeno quello possibile eppure a quel suo dire un semplice sorriso e le stesse mani porteranno i lunghi capelli a contornare quel rosso sangue sotto la pelle del collo < hai un immaginazione molto fervida > quasi a volerlo prender in giro lei stessa, senza poi scomporsi ma solo arrestarsi davanti quel lungo tavolo scuro in legno ove diversi apparecchi son stati posti, ignorati per lo più dalla donna , ma non ignorerà lui adesso quando il fato chiama per restituire ciò che egli le ha donato ma dimenticato < chiamala deformazione personale > per quel Voi , per quel Lei, atti che continua a portare aventi nonostante i tempi siano davvero cambiati, e dio sa quanto egli sia diverso. Dalle parole , ai modi , perfino il tono di voce par differente perfino al proprio orecchio, e nulla vuole farsi distrarre adesso che egli è li, per lei, per le conoscenze che vuole avere < Oto, Uchiha > non se ne stupisce davvero, ha visto quel nuovo sguardo porsi sul proprio volto, rosso, due tomoe.. l'unico clan che davvero si può porre sulla terra del suono < uno dei clan più antichi della stessa storia ninja , coloro che con i loro occhi color sangue posson non solo controllare le menti ma anche abili nelle loro arti magiche > sa di cosa sta parlando, più di quello che i libri posson raccontare, lei stessa li ha vissuti sulla propria pelle, li ha potuti vedere e quanto onore prova nel poter adesso pensarci. Ne sente la spavalderia e un dolce sorriso non pare volersi nascondere da quel viso, solleva quelle dolci e morbide labbra di rosa per lui, perfino gli occhi ne vengono coinvolti. Un dolce sorriso che lentamente andrà a sbiadire per quella domanda e li si tratterrà in un solo singolo sospiro lunghissimo < mi hanno tolto la dignità > par nemmeno esser lei stessa a parlarne eppure quel dolore si sprigiona in quelle azzurre iridi in cerca del suo mero aiuto, che un tempo non avrebbe fatto che arrivare come un lampo di morte su tutta quella terra solo per lei, e quei ricordi le stringon quel cuore e quei pochi pezzi ancora rimasti < quando togli la dignità di qualcuno e poi la umili pubblicamente, puoi uccider qualcuno .. peggio della vera morte , è la morte dell'animo > sussurra a bassa voce scostando quello sguardo prima di spostarsi lei stessa da quel tavolo < seguimi, ho diverse cose da donarti per gli Uchiha e per Oto.. quello che ho vissuto io stessa più di dieci anni fa > e solo allora attenderà il suo fare, sebbene non sappia se guardarlo, se indugiar in quel cuore che galoppa violento nel petto, nel sangue che pare voler fuggire dalle vene e da quell'amore che proverà sempre per quell'unico piccolo grande uomo che non possiede più ne memoria ne Rinnegan. Lo avrebbe amato a prescinder da quelle cose < ci son modi peggiori di uccidere qualcuno > quelli che hanno attuato perfino con lei, quelli di cui non potrà mai dimenticarsi, non vorrà mai dimenticarsi, e con il capo lievemente chino inizierà quella camminata lenta per via del corpo che fa ancora male per le file dei libri e degli archivi lasciati li per la mera conoscenza. < cosa vuoi sapere precisamente degli Uchiha e di Oto? > una domanda lecita, per conoscer quel nuovo essere, per comprenderlo insomma, cercando di stargli vicino eppure di non toccarlo, e la voglia di toccarlo brucia le stesse mani, le braccia, per tornar ad esser sua.. ma non potrà forse mai più esserlo.

04:19 Kioku:
  [Archivio Kusa] Ascolta le di lei parole, per lo più non ben comprese dal povero Kioku, ancora inesperto nelle vere dinamiche da Ninja, fino a qualche giorno fa pensava pure di essere l’unico Ninja in città con dei super poterti si insomma alla DragonNinja Z per intenderci, anche se in effetti anche loro dopo qualche season hanno cominciato a far cicciare fuori uno dopo l’altro nemici e compagni dai simili poteri…non è che, Kioku sia già arrivato alla seconda stagione della sua vita? Ma come è possibile, è così giovane, nell’animo e nella mente, non può esserci già arrivato, non è possibiru, si metterebbe le mani nei capelli a quei pensieri ma per evitare di creare ancora più dubbi e confusioni, si asterrebbe dal farlo, sgranando solamente gli occhi, quasi impaurito, ha ancora così tanto da fare e scoprire, come minimo ci copri una stagione intera ma da na sessantina di episodi in tv. Una cosa è certa, passare le giornate a guardare anime e leggere manga gli stanno un pelo sminchiando il cervello, ma d’altronde non ha ancora ben capito come muoversi come “ninja” presto o tardi dovrà confrontarsi con le istituzioni, come accademie o altro, ma non ha molto sbatti, rewatchione di Mai dire Ninja, DragonNinja le Origini e tanti altri anime invece, quello si che è un appuntamento bello succulento, in pratica l’unico vero motivo per cui non ha ancora mosso un passo verso la sua nuova vita super frizzante yeee è che deve recuperare anni di anime e opere non ancora scoperte. Assurdo a dirsi vero? Eppure, in ogni caso, ascolterebbe quelle parole, annuendo semplicemente sulla deformazione professionale, d’altronde che cosa diamine ne può sapere di cosa sia la deformazione professionale? Nuova parola scoperta anche se non ha ben capito a cosa la si debba associare, poco male, poiché comunque la rossa avrebbe per lui importantissime informazioni, a partire dai loro poteri, a lui conosciuti fino a dei veri e propri resoconti in presa diretta. D’altronde lui, come tanti, l’aveva sentito in Tv, lei è una di quei ninja risvegliati che ora a quanto detto dal Capitano Comandante Kuchiki Byakuya vorrebbe destabilizzare la pace tanto a lungo voluta ed ora conquistata, ci crede poco, anche perché pure lui ne fa parte, eppure non può non pensare che infondo magari lui non ha questo desiderio poiché ha perso la memoria? Magari proprio come il famoso Super Ninja Boku di DragonNinja Z, in natura cattivo ma perdendo la memoria, sarebbe cresciuto con tutt’altri principi, sotto questo punto di vista sono più simili di quanto si possa pensare in effetti. Ciononostante, ascolterebbe quelle parole, incredulo quasi, di come la Shinsengumi possa agire in quel modo, è vero, le hanno fatto del male, forse per paura di qualche intenzione malevola, non può saperlo, ma non può nemmeno credere completamente alle parole di quel bellimbusto, insomma sto pavone cotonato, la guarderebbe dritta negli occhi se potesse per poi lasciar schiudere quelle sue morbide labbra <eppure sei ancora qui Sango no? Se ti avessero tolto veramente la dignità non oso immaginare cos’altro> le donerebbe un sorriso puro, sincero per poi continuare <credo che per quanto vogliano mostrarsi così duri e rigidi se veramente ti avessero voluta morta, avrebbero agito sul posto non credi? Forse non era la dignità quella che volevano toglierti> ipotizzerebbe d’altronde lui di queste sottigliezze, di affronti velati o altro ancora poco capirebbe, a stento sa che deve fare da quando si sveglia a quando si addormenta. La seguirebbe dunque, alla ricerca di nuove nozioni sull’antico clan degli Uchiha, una storia lontana tanto quanto quella dei ninja stessi, ma nel tragitto non si risparmierebbe di darle il tormento sulla Shinsengumi <In ogni caso ora sei qui, libera per quanto ne possa sapere io, qualunque cosa volessero, non ci sono riusciti no?> una domanda quasi retorica, non vede in quelle azzurre iridi una volontà spezzata, ne la voglia di nascondersi e arrendersi <sono sicuro che da qui in avanti le cose potranno solo migliorare> abbozzando un tiepido sorriso, Kioku ci crede, ci crede tantissimo, poiché egli è in un analoga situazione, deve e vuole sperare che sia così anche per lei, poiché anch’egli lo vorrebbe per se stesso e non può fare altro che vivere quelle giornate, sperando che nulla possa distruggere quell’ipotetico sogno di pace <io ti credo comunque sappilo> le appoggerebbe per qualche istante la mano sula spalla, se si fosse girata a quelle sue prime parole, mostrandole quindi quel sorriso genuino e puro aggiungendo <devi sapere inoltre> si farebbe vicino, vicinissimo, per qualche istante <devi sapere-> ripeterebbe con fare circospetto, guardando a destra e a sinistra <anche io sembra mi sia risvegliato da uno di quei cristalli> le sussurrerebbe prima di scostarsi e riportarsi in posizione originaria, ammiccando con un occhiolino, quel tiepido sorriso iniziale si tramuterebbe in un sorriso a 32 denti, perché mai dirglielo? E a chi potrebbe se no? D’altronde lei stessa è una di quei ninja, e nonostante sia stata scoperta è ancora qui, viva e vegeta, magari mal ridotta ma viva, forse anche lui può sperare in un futuro senza rogne ne Shinsengumi alle calcagna, nonostante quando detto in TV da Kuchiki Byakuya. Detto ciò, darebbe proseguo a quell’ultima domanda, riguardante gli Uchiha e Oto, molto generico per quanto gli riguarda <beh vorrei conoscere un po’ Oto, magari prima di Kagegakure a questo punto, dato che ci sei te e magari del Clan vorrei conoscerne gli aspetti, le particolarità, oltre a voler consultare i dati, si insomma i libri a disposizione qui ecco> nulla di più, continuando a seguire la rossa Kunoichi, sperando che le sue parole le abbiano donato una qualche sorta di forza e fiducia intrinseca che dopo una tempesta vi è pur sempre la quiete e questo Kioku lo ha provato e percepito sulla propria pelle. [vestiario accozzato al volo, felpa, tuta e scarpe Ninjadas] [chakra on]

23:41 Sango:
 Quella visione, quel piccolo singolo ricordo che ancora fa male, di se stessa inginocchiata finalmente d'innanzi a qualcuno , di se stessa china con la schiena scoperta per esser infine colpita, sconfitta da un potere superiore, da un singolo uomo che dovrebbe esser un suo fratello. Quanto può far male egli non lo comprenderà ancora, ma un giorno anche lui , Kioku, nuovo figlio di Akendo e suo lascito a quel mondo, verrà a conoscenza di quanto quel mondo sia terribile e marcio. Vorrebbe solo poter proteggere quella nuova piccola anima appena nata , puro anche lui, innocente agli occhi dell'Ishiba, per tenergli la mano e allontanarlo dalla strada che potrebbe mai prender , quella del fu ormai morto Akendo Seiun. Un nome che conosce, una storia che ha saputo ascoltare e di un dolore che ha visto in quelle antiche iridi violacee ma che adesso pare esser scomparso da quelle calde e scure iridi che adesso ricerca. La mano che vorrebbe salire verso quel viso, sussurrargli qualcosa, riprender quelle antiche parole per riaverlo li per sempre con lei, sempre al suo fianco a danzar nel fuoco. Ma tutto ciò non c'è più, non esiste nulla di tutto quello e l'ingiustizia che vi sarebbe nel sol pensare a riportarlo a quei ricordi soffoca quell'anima ormai fragile e nuda a quel mondo, in balia di tutti perfino di colui che un tempo riuscì ad amare, ma che adesso non v'è più. Non è lui. Il sospiro che vibra da quelle morbide labbra gemelle, rose che fremono in preda a chissà quale desiderio sebbene si sollevino in quel sorriso antico d'amarezza < non so dove sono > non lo sa davvero, spaesata, quasi perduta, eppure finalmente pare che un piccolo appiglio vi sia tra coloro che proprio la odiano eppure che l'hanno accolta tra le loro fila < mi chiedo se non sarebbe stato meglio morire quando potevo > con la gloria, il giusto onore, e poi esser dimenticata e inghiottita nella terra per sempre. Anima errante e morente per finire nelle braccia dell'Ade stesso, alla ricerca continua di un'altra anima morta da tanto tempo. Quel pensiero che ancora la ferisce come lame dentro il petto, affondano togliendole quella vita in una ferita che mai si rimarginerà, collezionandola insieme a tutte le altre < o forse era proprio l'orgoglio di un vecchio shinobi quella da dover sradicare, di colei che un tempo fu mukenin e che non vuole esserlo più > sospira semplicemente lasciando che i passi la portino poco più vicina a quell'uomo < non mi inchino d'innanzi a nessuno > un sussurro caldo e scuro, di quella propria intima essenza che scivola verso qualcosa che lui dovrebbe conoscere ancora. Non s'è mai inchinata, mai lo farà, per alcuno. Solo per se stessa. < lo credi? > come possono migliorare quelle cose? Non lo sa, eppure quella mano sulla spalla non la toglie, percepisce quel calore attraverso le vesti e quel piccolo dire < ti ringrazio > vorrebbe solo aggiungere che quelle parole dette da lui hanno molta più valenza di qualsiasi altra mai detta da chicchessia . E quella vicinanza pongono su quelle gote quel rossore lieve ma quella constatazione vede le stesse sbiancare subito dopo < non devi mai dirlo a nessuno, mai. A nessun altro che non sia io > la destra che andrebbe a prender la sua per stringerla con forza, la pressione del petto che si amplia. Cosa farebbe a lui se comprendessero chi egli sia davvero. < mai, devi prometterlo Kioku , a nessun altro. Solo a me. > solo lei può proteggere quel suo segreto perchè lo conosce già, lo ha protetto quel loro primo incontro . Lo sguardo di fuoco che s'avvicinerebbe al suo, le fiamme che ardono di una paura violenta per la sua di vita, non può lasciare che lo prendano. La mano che lascerebbe l'altrui sempre che l'abbia davvero presa per donar quella distanza che si confà a coloro che poco si conoscono, sebbene entrambi si siano fatti compagnia in quella notte dove l'ultimo bacio è stato donato . Un ricordo che riaffiora adesso eppure scuote il capo lievemente, la destra che si solleva su quel viso , su quella fronte mentre cerca la concentrazione necessaria ad affrontar anche altro. Esser lei stessa adesso a guidar lui < vieni con me > i passi che riprendono in quel lugubre loco ormai spoglio di chiunque, solo loro questa notte. < Otogakure, il villaggio del suono. Quando fui io ad abitarci il kage era Kioshi Uchiha > un suo pari, un predecessore, eppure non è nemmeno quello, Akendo era il loro kami sceso in terra. Quanto è difficile non confessare chi egli sia! < conobbi anche Katsumi Uchiha, due grandi volti in quelle terre. Di Kioshi ho potuto imparare che il vostro clan sia abile nelle arti mentali > ha cancellato un doloroso ricordo dalla mente di una bambina che non s'è mai ricordata di ciò che era stato fatto < e di Katsumi ho visto le sue abilità nel ninjutsu , oltre che nei genjutsu > entrambi son stati visti in quell'unica missione fatta insieme, eppure ancora ne ricorda il brivido della paura e dell'eccitazione nel combattere insieme a lui < dieci anni fa mi unii al gruppo di Oto che decise di dichiarare guerra all'intera alleanza. Tutti noi eravamo accumunati al desiderio di ritornare a casa nostra, sebbene la mia fosse Ame. E anche l'odio verso l'alleanza ormai inutile > i passi che continuano così come i ricordi, tutto ciò che li mosse a fuggire via da Kusa < volevamo la nostra rivalsa, dunque finimmo a Oto a liberare le prigioni, e toglier il controllo del fu Hasukage, Yukio Kokketsu > una sorta d'odio scivola sulla punta della lingua a ripensar a quel volto ormai morto, per propria gioia interiore < uccisero l'ex Kokukage, lo fecero Nemurimasen e Kioshi stessi e così ci siamo presi la nostra libertà > lei stessa era libera come poche altre volte, alleata si , eppure non ha mai servito il suono come Ninja fin quando non venne nominata Jonin del suono < in quel momento, quando l'alba ormai pareva esser morta, nacque la Yugure. Il crepuscolo, la fine dell'alleanza, la fine della luce stessa. Coloro che vi si unirono furono molti e alcuni nomi erano importanti > ma nessuno di loro pare esser sopravvissuto, tutti morti nella loro ultima guerra. < Oto era costruita per lo più sottoterra, cunicoli e anfratti, ma soprattutto per la loro famosa branca, i genetisti. > quello che ha sempre contraddistinto le terre del suono e di Orochimaru a suo tempo < poca era la vita superiore al sottosuolo, anche se pare si fossero alquanto impegnati > non dei grandi costruttori insomma, più delle piccole talpe < i vostri occhi erano i più importanti, coloro che potevano proteggere le mura dall'alleanza stessa > insieme a tutte le altre innate e alle loro evocazioni . Ma per il momento tace, sta dicendo molto, e molte domande verranno alle sue orecchie, lo sa benissimo e le attende con curiosità immensa. [vesti Shinsengumi ]

00:58 Kioku:
  [Archivi di Kusagakure] Sospiri sommessi, il diaframma lento incidere, salire e scendere, render l’aria pregna d’anidride ad ogni sospiro e respiro, il calore della luce prodotta all’interno di quell’archivio illuminerebbe le due figure, seppur a tratti, mentre continuerebbe a seguirla con attenzione, passo dopo passo, alla ricerca di risposte, alla ricerca di informazioni, un clan potente quanto antico, un passato intriso di sangue e radici che affonderebbero addirittura fin agli albori della creazione dei ninja, stando a quanto detto da Haru Otsotsuki stesso, un parente alla lontana lo si potrebbe quasi pensare, ironico a dir poco, se solo sapesse chi è realmente lui, la sua linea di sangue, i suoi geni e soprattutto cosa realmente porta con se, quei tratti, quell’animo che pesa ben più di un semplice ninja e che nasconde un nome tanto antico quanto potente nonché fondatore del clan Uchiha stesso. Ascolterebbe le parole della ragazza, quasi sussurri sommessi in quei corridoi dell’archivio del distretto di Kusagakure, d’altronde sono soli è vero, ma non si può mai sapere; arrossirebbe all’udir di quel semplice ringraziamento, rimanendo più che altro spiazzato, non molto abituato a sentirsi ringraziare quanto più costretto il più delle volte lui stesso a dover ringraziare per ogni cosa chiesta, ogni cosa imparata, ciò che più forse lo colpirebbe, sarebbe la reazione della ragazza a quel suo dire ultimo, quell’ultima affermazione prima dell’effettiva domanda, alla quale la rossa di tutta risposta afferrerebbe le sue mani, stringendole salde, interdetto, ne rimarrebbe pietrificato a quel suo volere, percependo distintamente il caldo contatto prodotto dalle di lei mani, “gulp” la trachea smuoversi, saliva scendere dopo essersi umettato le labbra, ascolta ogni singola parola, un espressione vacua e spaesata cominciare a formarsi sul proprio volto, non sapendo bene come rispondere e come reagire a quelle affermazioni. Comincerebbe a smuovere lentamente il capo da sopra a sotto, sempre più convinto ad ogni sua parola che si susseguirebbe, infine schiuderebbe quelle calde labbra, lentamente, alito di respiro scivolare e raggiungere le gote della ragazza, con esso anche la voce dello stesso ragazzo <s-si…immaginavo> affermerebbe per poi proseguire <dopo aver visto ciò che ti avevano fatto, immagino di dover tenere per me questa informazione m-a…ma speravo che vi fosse una soluzione a tutto questo> d’altronde lei ora è qui, viva, sana, per quanto ella stessa ad inizio conversazione abbia affermato che comunque abbia patito non poco ora ella è lì, d’innanzi a lui, ciò non vuol forse dire che quella piazzata fatta dal capo della Shinsengumi era tutta scena? Nessuna esecuzione, forse voleva solo allarmare i ninja risvegliati, evitare che potessero commettere atrocità o strane vendette, immotivate sotto certi punti di vista, ciononostante gli riuscirebbe davvero difficile pensare che una persona come Sango possa agire in questo modo, altre riprove di come forse vi sia un effettiva soluzione; eppure la di lei reazione, così preoccupata, violenta, disperata sotto un certo punto di vista nei suoi confronti lo farebbe vacillare, non sapendo più bene come agire sotto questi termini <per te, sei viva no?> stringerebbe a sua volta le mani della Kunoichi <vorrà pur dire qualcosa no?> domande che susseguirebbero <sei sopravvissuta, nonostante tutto, non c’è quindi una speranza che mi possano lasciare in pace? Come hai fatto a tornare alla tua solita vita?> chiederebbe ingenuamente, non sapendo bene cosa sia accaduto una volta che è stata portata via, per quanto ella le abbia accennato le sofferenze patite, comunque è stata lasciata andare via, perché per lui sarebbe diverso? Perché dovrebbe subire più degli altri? Domande che probabilmente solo Sango può soddisfare, mentre lascerebbe che quel silenzio riempia gli spazi di quell’enorme archivio e che sia Sango a riempire quei silenzi con la spiegazione tanto agognata sulla storia degli Uchiha. Ordine perentorio quello della ninja Ishiba, conducendolo sempre più in profondità negli archivi, forse anche per una sicurezza implicita che nessuno li segua, nessuno si interessi a loro e a questi discorsi, nulla di losco, ma informazioni tali, quelle che Sango ha in possesso, che nemmeno i libri e i computer riportano, dunque la seguirebbe senza fiatare, forse fin troppo cieco nei riguardi della fiducia risposta verso una donna che non conosce affatto ma che in questo momento è l’unica a poter colmare i vuoi che Kioku porta con se. Parole che finalmente lo raggiungerebbero, riempirebbero quei silenzi creati e comincerebbero dunque a raccontare una storia, si, ma non una qualunque, informazioni che si potrebbero ricavare dai meri computer o libri ma anche racconti e descrizioni dettagliate che unicamente la memoria della donna custodiscono, annuirebbe di tanto in tanto con il proprio capo, cercando di memorizzare sapientemente queste preziose informazioni, che forse, chissà, potrebbero tornare utili se e quando mai vorrà incontrare il proprio clan ad Oto, per adesso, l’unica cosa che penserebbe oltre ad ascoltare è quanto gli piacerebbe potersi fumare una sigaretta, la precedente discussione sui loro risvegli lo ha parecchio agitato. La storia proseguirebbe e la ragazza ne sarebbe un abile narratrice oltre che affascinante, stregato da quelle parole Kioku penderebbe dalle sue labbra, spinto da un antica curiosità che non appartiene direttamente a lui ma a chi dormiente è sopito in lui, i pilastri del proprio clan, la storia di una guerra, la Yugure che poi portò alla famosa guerra e sparizione, anche lui forse era li tra loro, doveva per forza, per quanto non ne abbia i ricordi, anche lui fu congelato come gli altri, ma quella è sicuramente un’altra storia, chissà ove egli era schierato a quel tempo, infine l’informazione più importante forse, l’impatto ed il potere che quegli occhi richiamano, l’importanza stessa che rappresentano per loro stessi ed il distretto, come allora così oggi, almeno ne potrebbe dedurre. Molto è stato detto, molto ancora ce ne sarebbe probabilmente e per quanto difficile e faticoso da metabolizzare, non si arrenderebbe, in quest’ora buia e tarda, unici presenti in tale loco, non indietreggerebbe a quella mole di informazioni, si è recato li con un preciso scopo e se non riuscisse a compierlo beh di certo rimarrebbe incastrato in un limbo, senza identità e senza forza di volontà di proseguire. Un lieve sospiro prima di avanzare qualche passo verso la rossa donna e dunque avanzare domande, lasciando che quelle labbra si schiudano un’ennesima volta <dunque il clan Uchiha è sempre stato così importante per il villaggio del Suono? E durante la grande guerra che ruolo avrebbero ricoperto gli Uchiha?> domande ovviamente mirate anche a se stesso, per capire lui come c’è finito in quella guerra, domande indirette certo ma Sango non è di certo stupida e potrebbe capirlo anche perché Kioku non è tanto abile ne vuole nascondersi dietro a belle parole, diretto quanto semplice a modo suo <c’è dell’altro che io possa apprendere o sapere sugli Uchiha?> bisognoso quasi di informazioni così da comprendere meglio come approcciarsi a loro, sempre se troverà le forze per farlo, scuoterebbe leggermente la testa, quasi a volerla svuotare di tanti pesi per poi porre un ultima domanda <e te Sango? Hai usato un termine strano riferendoti a te stessa...Mu-Mu-kenin? Cosa significa e soprattutto te con chi ti schierasti a quel tempo?> ingenuo forse ma mica stupido, volendo comprendere anche meglio chi abbai difronte a sé, con chi stia parlando, con chi era e chi è adesso Sango Ishiba. [chakra on]

01:34 Sango:
 Quelle mani che stringono le sue, dolci e forti allo stesso tempo riassaporando quei momenti ove toccarle era solo una gioia per lei. Rimembrare quel passato, quelle lunghe corse senza avere mai un posto alla quale tornare ma sempre un posto ove andare, di baci rubati nella notte più oscura di cui nessuno sapeva in realtà quanto potesse essergli grata. Quell'amore nato direttamente dall'inferno di una notte, di una richiesta rubata in una semplice bettola per finir nel nulla, lasciandolo andare comprendendo come quel suo potere lo avesse davvero portato oltre la mera concezione. Lo aveva accettato si, ma senza mai togliersi quell'amaro dalle labbra che ancora la consuma, di come tutto potesse esser stato differente se solo loro non fossero stati se stessi. Ma adesso l'urgenza, la paura di vederlo allontanato di nuovo da se, di quel che potrebbero fargli se solo qualcuno potesse anche solo immaginare cosa si nasconda in quel volto più giovane, ove la maturità e il dolore hanno ceduto il passo a quell'ingenuo essere. Un nuovo piccolo fiore da poter crescere, a cui indicare una via più semplice e priva di tutto quello che è sempre gravato su quelle stesse spalle. Il suo animo è intonso adesso, tale deve rimanere < A- > il sussurro che si interrompe violento, quanto può esser difficile frenar la lingua di un'innamorata? Il viso che non s'allontana da quella vicinanza attuale, lo sguardo carico di sentimento mentre lo tiene così vicino < Kioku > quello è adesso il suo nome, quello è Kioku Nashi. < ti prego > un sussurro, una preghiera che vuole essere esaudita, di colei che non può dire troppo o tutto sarebbe stato vano < il tuo è un dono dei kami > liberato da quelle catene adesso può vivere ciò che non ha mai vissuto . I kami forse avendo a cuore il suo destino, lo hanno solo protetto dal proprio mondo < non importa che io sia sopravvissuta , non importa che mi abbiano messo tra le loro fila > con la probabile costante di volerla meramente controllare in ogni proprio passo per non inceder nella via del passato < non importa nulla di tutto questo > cosa importa di lei se al confronto avrebbero tra le mani quell'Akendo! Il possessore del rinnegan adesso ritornato con un mero sharingan, lo vede già, li steso su quella barella pronto ad esser usato come un arma da chiunque abbia un minimo una sete di potere. Se solo non l'avesse amato tanto lei stessa avrebbe ricercato la verità che si cela dietro il suo potere, dietro quello di Pain, Nagato stesso < non sono mai tornata alla mia solita vita, non posso cancellare il mio passato > quei ricordi, quei rancori, ancora sono li ad avvelenarle l'animo come il morso d'un serpente, che striscia sotto la propria pelle attendendo il momento di poter aver nuovo cibo per cui risorgere < ma tu hai potuto farlo, non dire mai a nessuno chi tu sia davvero > quella muta preghiera che permane nel profondo del proprio sguardo, e vuole avere quella risposta, vuole che glielo prometta < comprendo come il non sapere sia frustrante, cerca il tuo passato se lo desideri ma non dire a nessuno cosa è accaduto > e un giorno quando avrebbe ritrovato la sua vera memoria, solo allora, avrebbe compreso l'urgenza di quelle proprie parole. Le mani a quel punto abbandonano quel contatto, eppure si convince d'esser almeno un poco ciò che è stato lui per lei, quell'angelo salito dagli inferi per donarle la strada da proseguire. Il petto che batte violento, la mente che si sconvolge al solo pensiero di ciò che possa accadergli, la paura che ne attanaglia le membra stanche, e il desiderio di vederlo ancora tornare. Eppure adesso quando il passato ritorna il battito comincia a rallentare di nuovo, lo affianca con delicatezza seppur senza mai toccarlo davvero, solo per sentire quella vicinanza di colui che meglio di tutti ha avuto modo di conoscerla . Le parole che scivolano basse e sussurrate, di qualcosa di cui nessuno vorrebbe mai parlare o udir parlare, parole pericolose < non solo per il villaggio del suono, ma per il mondo ninja > un clan che affonda le sue radici fino a quando ne hanno memoria < vi fu il primo Uchiha, Madara. Lui è stato uno dei più grandi shinobi > colui che diede poi vita a tutto il suo clan e a quello che è la terra stessa, formandola a suo desiderio < durante l'ultima guerra gli Uchiha furono tra coloro che più combatterono per la propria terra. Li condusse Kioshi in persona sui monti ardenti > li ove anche il giovane si è risvegliato, eppure quelle informazioni sono ancora celate al proprio essere, ma sa che Akendo era li, ne ha percepito il potere che ha conosciuto risvegliare l'aria stessa < gli Uchiha son sempre stati molto particolari..> come narrata una storia che poco sa? < poche sono le informazioni in mio possesso di loro, eppure un tempo pare vi fossero degli esperimenti su di loro > delle voci narrate al vento che non hanno mai trovato risonanza nelle proprie orecchie, ma delle voci che forse mostreranno all'altro il lato cruento e duro della vita stessa < credo che potresti andare a parlare con loro > perchè sono ancora li, vivi dopo tutte quelle guerre nel loro piccolo mondo dentro kagegakure stessa. Ma quella domanda successiva le blocca per qualche secondo lo stesso cammino, sorpresa dal suo essere tanto diretto adesso quando nella sua vecchia vita non lo era mai stato, nemmeno con lei < significa traditrice > un sussurro basso mentre quello sguardo sale a quegli occhi per poi scivolar via come l'impeto di un imbarazzo , che orribile parola da utilizzare per uno shinobi < mi schierai con Otogakure. Tradii tutti coloro che pensavo di amare, voltai le spalle all'alleanza .. tutto per un sogno > quel passo che segue ritmicamente ancora quella via inesistente, tra gli archivi che si innalzano fino al tetto e dona loro quell'intimità della prima notte in cui si sono rincontrati < sai, la vita di uno shinobi era intrisa di dolore e sangue > mentre adesso tutti paiono felici di vivere a contatto con coloro che un tempo distrussero i propri villaggi, le proprie case, le proprie famiglie. Un dolore che mai potrà esser portato via nemmeno da quella nuova alleanza < conobbi quella vita quando ero molto piccola, e donai tutta me stessa, tutto ciò che ero, pur di afferrare quel sogno e farlo divenire reale, pur di spazzare via quella sofferenza e riempire il vuoto che sento da sempre > la destra che si solleva al petto stringendo quella veste al posto del cuore mentre una lieve risata amara sfugge alle morbide gemelle, petali di rosa che per un attimo ancora si sollevano verso l'alto ma che riaffondano di nuovo nell'oscurità del nulla < mi riterrai forse egoista, e lo ero. Volevo far di tutto per la mia casa, perfino distruggere un altro villaggio > pur di aver quel sogno era pronta davvero a distruggere le vite di chissà quante migliaia di vite, stroncandole con le proprie mani e veder quel sogno nascere di nuovo dal sangue e dalla distruzione. < ci sono volte in cui vorrei poter dimenticare tutto, l'odio, il rancore, il dolore.. aver perso le persone che ho amato, pur di essere come sei tu in questo momento > gli occhi che solo adesso torneranno a guardarlo in viso, in una speranza che adesso viene traslata direttamente su di lui. Eppure anche lei avrebbe desiderato poter cercare il passato? Quelle radici? Probabile, ma questo cosa porterebbe in questo momento quell'uomo di cui conosce il viso, il corpo, le mani, quell'animo scuro e pesante? Di come riuscisse a tenerla stretta a se senza voler mai fuggirvi via, sempre alla sua ricerca per poter aver solo qualche ora per lei, e tutti quelli rimangono quei bellissimi ricordi di qualcuno che l'ha accompagnata nel momento più buio della propria vita , la piccola luce sempre a veder i propri progressi in quel mondo. < Kioku > un sussurro ultimo mentre proverebbe a fermar di nuovo quel cammino prendendolo delicata per il braccio vicino, un piccolo strattone per porsi di nuovo d'innanzi a lui < voglio che tu comprenda come possa esser pericoloso, mi hanno lasciata andare, si, ma non significa che lo faranno con te > la voce bassa e tremula, di un groppo che si annida li sulla gola mentre quella stessa mano lasciando il suo corpo, si porrebbe su quel viso che tanto ha carezzato con dolcezza estrema, di quelle lacrime che vogliono prender possesso degli occhi ma che ricaccia indietro con veemenza < non posso pensare di vederti soffrire.. > ancora. Non lo avrebbe mai sopportato, piuttosto avrebbe sofferto lei al suo posto . [vesti shinsengumi]

03:02 Kioku:
  [Archivi di Kusagakure] Vicini in quella moltitudine stretta di corridoi degli archivi, le due figure si celerebbero ad occhi ed orecchie indiscrete, come se le stesse librerie li volessero proteggere e la luce soffusa ne genererebbe l’ombra necessaria affinché si possano celare, in quella notte così tarda, molti sono i sussurri, molti gli sguardi, le parole pronunciarsi con estrema cautela, non vi è un reale pericolo nell’incontro in se quanto nelle parole proferite, soprattutto dalla ragazza, a quanto pare ora facente parte dell’organizzazione Shinsengumi. Lo sguardo fisso nelle di lei iridi, ascoltando quelle prime parole, parole a lui confuse, strane, difficilmente comprendibili che lo rigetterebbero in uno stato di confusione e spaesamento <un…un dono?> sussurrerebbe quasi, non comprendendo appieno, non ancora quelle parole <non comprendo> la destrosa verrebbe portata con un ampio arco del braccio e rotazione della propria spalla destra, dietro il capo, grattando lievemente con le unghie <ho compreso, anche se non so bene ancor perché, che io abbai un certo potenziale> esclamerebbe in primis per poi sdrammatizzare <o forse è per la mia bellezza, in molti si fermano a guardarmi ehehe> tagliando corto con una risatina quasi isterica, nervosa forse il termine adatto alla situazione, i nervi sono tesi, la mandibola serrata, per quanto abbia cercato di fare il superiore e sdrammatizzare, i suoi occhi, i muscoli tesi, lo tradirebbero, ben più facile da leggere della sua controparte del passato, molto meno enigmatica e contorta agli occhi della Ishiba, quasi un libro aperto e lui stesso raramente non da sfogo ai suoi pensieri spiattellandoli con una tranquillità e semplicità disarmante. Apprendendo dunque come ella si sia ritrovata tra le fila della Shinsengumi, lascerebbe a lei il proseguo della conversazione, ascoltandola fino a quella sorta di richiesta implicita, di quella promessa richiesta, che ancora una volta lo troverebbe spiazzato, comprende certo la pericolosità, dopo quello che ha visto in tv soprattutto, di fronte ad una piazza ghermita di persone non si sono fatti problemi e anzi lo stesso Capitano Comandante Byakuya Kuchiki ne ha tratto vantaggio da tutta quella situazione, annuirebbe lentamente per poi comporre frasi per lo più sconnesse inizialmente, bifonchiare qualcosa ed infine sussurrarle delle parole che abbiano un senso <si…va bene> attimi di pausa mentre lo sguardo d’ella verrebbe ricercato <non ne farò mai parola con nessuno> una promessa dunque sugellata per quanto ancora non comprenda il perché di tutto questo pericolo generato e le di lei parole non farebbero che continuare a farlo dubitare, come quel loro primo incontro, così confuso, così strano nella memoria di Kioku, così tante cose particolare accadute e ancora rimane del mistero attorno alla figura della Ishiba, al suo passato, non comprendendo di certo appieno chi ella sia realmente; un leggero sospiro prima di chiedersi e dunque chiederle come mai ci si sia ritrovati in questa situazione <perché Sango?> esclamerebbe <cosa vogliono da noi? Cosa possiamo realmente fare? Io stesso non ho nemmeno più memoria di chi fossi un tempo dunque perché trattarci in questo modo?> è triste, il volto si incupisce, non comprende perché mai quelle persone a lui sconosciute e viceversa debbano avercela così tanto con loro, con Kioku, cosa ha fatto di male? Indubbiamente capisce che, ricordi o meno, condivide le mancanze ed il rimorso di coloro che avevano aspettative verso tutti quei ninja cristallizzati e che non li hanno più visti tornare, non può di certo ignorare tutto solamente perché ha perso la memoria, ancora si domanda chi egli sia e ricordi frammentati albergano nei suoi incubi ogni singola notte <per quanto il mio passato mi sia celato, non posso far finta che si sia cancellato, questo lo comprendo bene> volendole comunque rispondere alla di lei affermazione precedente, compirebbe dunque qualche leggero passo verso un tavolo o una libreria, ove potersi appoggiare <ho un passato e checché non me ne ricordi, non posso ignorarlo e presto o tardi non potrò continuare a farlo, ancora oggi mi chiedo> un sospiro pesante abbandonare quelle sue labbra, il mento portare il proprio sguardo un po’ più verso l’altro, verso un ipotetico infinito, il vuoto nelle sue iridi <che tipo di persona ero un tempo? Ho lasciato tutti i miei affetti? O meglio…avevo qualcuno? Qualcuno mi starà aspettando o sono sempre stato solo? Sono domande che non posso ignorare, anche volendo, difficilmente possono essere accantonate> scuoterebbe l’istante successivo, il proprio capo, come a volersi liberare di quei pensieri cupi, aggiungendo infine <ci convivo per adesso e tanto mi serve per poter andare avanti> cercando di abbozzare un sorriso, un sorriso pesante, non finto ma sofferto, d’altronde ciò di cui ha parlato è un peso non indifferente con cui dover fare i conti quando torna nei propri pensieri. Fortunatamente le parole di Sango spezzerebbero quel flusso di pensieri continuo, portando l’attenzione e riportando la conversazione ove più interessava a Kioku, ovvero il proprio clan, gli Uchiha, tornando nuovamente agli albori, alla creazione del clan stesso, quel nome, il fondatore stesso del clan, Uchiha Madara, all’udir quel nome qualcosa si smuoverebbe nel suo animo, stranito ne rimarrebbe comunque indifferente per ora, non comprendendo e ignorando l’ironia dei Kami e l’importanza di quel nome di cui ne è l’erede spirituale, l’essenza vissuta nei secoli e tramandata, la reincarnazione stessa, arrivando infine a conoscere dunque, seppur indirettamente, quale destino nefasto gli capitò, ma comunque contento di aver seguito il proprio clan verso i monti ardenti, combattere per qualcosa, credere in qualcosa, è ciò che ti rende un ninja, peccato che non sia proprio quella la realtà dei fatti ma ricordi ancora celati e chissà quando e se mai si sbloccheranno, così da far luce sulla sua presenza si ma per motivi ben diversi. Esperimenti a concludere quella che parrebbe essere una storia contorta, sofferente, intrisa nel sangue, come diceva lo stesso Haru Otsotsuki e sicuramente molto antica anche nelle tradizioni, infine quell’affermazione della rossa a continuare il suo discorso, ove Kioku ne approfitterebbe per prendere la palla al balzo e metterla al corrente di alcune sue paure <ci ho riflettuto molto> rimanendo in quella sua posizione adagiata, incrociando le gambe, lo sguardo fisso sulla ragazza dai rossi colori <mi presenterei li e poi? Cosa dovrei dire? Cosa dovrei fare? Non so se ho più paura o l’incapacità totale di affrontare una cosa come questa, cosa dovrei dirgli, dovrei convincergli o dargli prova di chi sono? Non so nemmeno chi io sia realmente e quale fosse il mio passato, perché dovrebbero accogliermi?> un poco velato tono di insicurezza e di paura, quella paura che ti pietrifica e ti fa affondare <so però di doverlo fare, per questo sono venuto qui, questa notte, volevo apprendere di più, volevo avvicinarmi di più a loro, magari così mi avrebbero accettato, non avrebbero mosso strane domande nei miei confronti, sono conscio che presto o tardi comunque dovrò presentarmi li> per quanto insicuro di ciò che avverrà, si è promesso di andare avanti, in ogni caso, di non fermarsi e presto o tardi dovrà fare i conti anche con questa situazione. Mukenin, dunque ecco la parola da lei stessa proferita poc’anzi, una parola che racchiude un significato ben più profondo, un significato oscuro, almeno ai tempi che furono, chissà adesso…ormai bloccati completamente nel loro incidere per i corridoi degli archivi, ascolterebbe quel flusso e moto perpetuo, continui, di parole, come fiume in piena riversarsi verso Kioku dopo essere lentamente scese dalle di lei labbra, investirlo con ogni tipo di emozione, rabbia, rimorso, sofferenza, odio, vendetta, potente, incontrollabile, ascolterebbe e accoglierebbe ogni singola parola della Ishiba, fino a quel silenzio, così pesante, potente tanto quanto la profondità ed il peso di quel discorso da lei fatto, scatterebbe in piedi d’un tratto, muoverebbe immediatamente passi verso di lei, pochi, quel che bastano per averla abbastanza vicina da poter incontrare il di lei respiro, le loro iridi mischiarsi, quel nero inghiottire quelle chiare iridi verde azzurro che ora non sono che il riflesso della speranza che Sango vedrebbe in Kioku, la destrosa, d’istinto portarsi sotto al mento della fanciulla, che ironia, probabilmente ben più comprensibile per Sango che per l’Uchiha in quei gesti, così simili, così come un tempo proprio lui lo faceva con lei <non posso non percepire in queste tue parole della sofferenza, io non penso che te sia stata una cattiva persona, forse hai commesso degli errori ma non credo che vi fosse l’intendo di distruggere nei tuoi atti, volevi solo realizzare ciò che più desideravi no? Penso ciò che dico e non posso non domandarmi se ci fosse stato un altro modo nel tuo caso? Forse, se ci fosse stato qualcuno in quei momenti così bui, così tristi, al tuo fianco, magari avresti potuto trovare un altro modo, se solo ci fosse stato qualcuno ad accompagnarti, ad aiutarti nei momenti di difficoltà, almeno io avrei voluto questo> interromperebbe di netto quel suo incontrollato dire, come resosi conto di aver detto forse cose che non gli competevano, non la conosce, non sa il suo passato o quanto abbai sofferto e già una volta gli è capitato di dare risposte o motivazione per lui sensate ma che agli occhi degli altri fossero solo molto sempliciotte ed ingenue. Iridi nelle iridi, respiri intrinsechi, ormai è li e quelle parole sono state versate quindi dunque perché non terminare <non sei stata egoista Sango> esclamerebbe riprendendo dunque la parola e spezzando quel silenzio <hai solo sofferto molto, in qualche modo riesco a percepirlo e sento una profonda solitudine in quelle tue parole, qualcuno che ti potesse comprendere forse> sospirerebbe, come appesantito da quel discorso, da quelle parole che come piombo lo sposserebbero <mi dispiace-> ah che atroce ironia, vero Kami? <mi dispiace che non ci fosse qualcuno al tuo fianco, magari ad aiutarti a guardare oltre l’odio, la distruzione, il sangue, chissà> ed eccola l’esclamazione finale <se solo ci fossimo incontrati, magari avrei potuto aiutarti a vedere il mondo come lo vedo io, a ricercare una strada alternativa, un modo diverso, non so se migliore o efficace ma mi piacerebbe pensare che ci sia sempre una scelta da poter compiere, nonostante tutto, basta solo riuscire a visualizzarla> arresterebbe ora il suo dire, staccandosi da lei, quasi di scatto, conscio che ciò che ha detto non gli compete, non si conoscono e si è preso forse ben più di una semplice libertà con la Ishiba, chinerebbe leggermente il capo <ti chiedo perdono se non ho controllato le mie parole> le mani ora libere si unirebbero nei palmi come rafforzativo delle sue scuse <non volevo farmi gli affari tuoi, ne conosco il tuo passato e forse sono l’ultimo che dovrebbe aprire bocca, ma penso o almeno credo, di essere convinto in ciò che ho detto…almeno in parte vorrei crederci>. Quelle ultime parole proferite da Sango accompagnerebbero solamente un discorso ben appesantito dalle precedenti discussioni, una tensione quasi papabile nell’aria, non ben capibile di che tipo, annuirebbe a quell’ultimo avvertimento, la volontà di Kioku è unica nel suo genere, come ha detto lei poc’anzi…un dono dei Kami, nonostante egli ancora non lo sappia, lo ignori e non comprenda, ma già qualche segno di quella volontà è percepibile, anche in questi semplici momenti, parole, movimenti <ti ringrazio per la tua premura> una breve pausa prima di terminare il suo vociare…< non mi avranno> una riconferma dunque di quella promessa da lei richiesta, le rivolgerebbe un tiepido sorriso, volto non solo a sdrammatizzare l’intera discussione ma a ricreare una sorta di pace albergante nei loro due animi, riportare la conversazione verso qualcosa che li possa turbare di meno e godersi maggiormente quel momento, come due semplici persone che si sono incontrare, lei per lavoro, lui per semplici informazioni. [vestiario accozzato al volo, felpa, tuta e scarpe Ninjadas] [chakra on]

19:14 Sango:
 Sussurri che si susseguono come due amanti che non devon esser scoperti , le loro parole che devono rimanere impresse solo in loro, in quel legno che ancora li circonda con dolcezza , donando loro quel senso di calore e protezione che da tanto tempo lei stessa ha dimenticato. Di poter esser se stessa con l'altro senza alcun muro, con quella fragilità che potrebbe spezzarle le spalle eppure con quella stessa forza che egli le ha sempre donato. Un dolce sorriso a quella sua confusione nasce, sboccia nell'impeto di una fiamma di quell'amore provato < un giorno lo comprenderai > non oggi, non adesso quando ancora il desiderio di sapere è così forte in lui. E' giusto che quella ricerca proceda? Non lo saprebbe dire eppure a quel suo ultimo dire non andrebbe che a ribatter veloce < se si fermassero alla tua mera bellezza perderebbero molto > e lei sa, eppure sente che quella sua essenza sia cambiata. Bianco e puro con quel piccolo pezzo di se di oscurità che lo cinge verso il proprio passato, oh i kami sono proprio degli esseri che si annoiano molto nell'averlo trasformato nel suo completo opposto . Adesso può leggerlo con semplicità eppure non se ne sente padrona di poterlo farglielo notare , solo la destra dolce che proverebbe a donar lui una semplice carezza sul braccio, nulla di più, nulla da aggiunger se non potergli dare quella propria piccola ultima forza che ancor conserva. Gli deve la vita, la sua esistenza, ogni passo è merito anche suo, non può negarlo.< grazie > un basso sussurro anche il proprio a quella promessa, eppure che qualcosa ancora lo attira a lei per tutta quella fiducia? Dopotutto non dovrebbe poterla riconoscere, non comprender che ella possa esser lo scrigno di quei segreti che mai vedranno la luce < il non sapere porta ad aver paura > lo sguardo che diviene triste , la mano stessa che scenderebbe di nuovo al proprio fianco eppure a metà di quella strada salirebbe di nuovo ma questa volta per porsi li al suo viso per cingerlo di nuovo con dolcezza < non esser triste > la fitta che stringe il petto come una morsa distruttiva nel vederlo in quel modo , tanto delicato quanto raro, un fiore che è sbocciato mostrando la propria immensa fragilità < prima che comprendano gli altri, dovrai comprender tu stesso > parole enigmatiche di una piccola arte che ha appreso proprio da lui, eppure ad indicargli una possibile strada, solo a lui toccherà decider se percorrerla o meno. La mano che in quel momento lo lascerebbe andare perdendone il calore che le brucia sulla stessa pelle, e quelle parole, quelle che trafiggono il petto come lame roventi una ad una, affondano nella carne e quella piccola lacrima che scivola sulla gote sinistra sarà l'unica e solitaria < sono sicura che qualcuno di sta aspettando > un sussurro basso, rotto dal fiato pesante, oh come vorrebbe dirgli tutto quanto, dirgli che l'ha aspettato troppo tempo prima della guerra e anche durante essa il proprio pensiero che è volato inevitabilmente a lui, alla sua presenza, a quella promessa non mantenuta . Vorrebbe solo urlargli addosso fino a che il fiato non termini la sua stessa vita, rimproverarlo per averla di nuovo lasciata da sola, per essersene andato, per esser fuggito via da lei, eppure nulla di tutto ciò sarà fatto. Quell'amaro rospo che viene solo deglutito volgendo il capo verso una nuova direzione per catturar quella lacrima silenziosa e continuar il proprio cammino parlando di qualcosa di molto più semplice e facile, mostrargli la via del suo potere e del suo clan < dovrai metter su una storia credibile Kioku > l'occhio che si allunga di nuovo su di lui e la mente elabora un possibile scenario < puoi presentarti e dire che in un momento di pericolo hai richiamato il tuo sharingan per la prima volta > si insomma, anche se le due tomoe sono forse un pò troppo evidenti per il clan stesso < puoi raccontar di esser un.. orfano. Di non sapere nulla, solo i tuoi occhi ti hanno portato li > qualcosa di molto generico insomma che non desti poi molte domande < dopotutto so che in dieci anni di guerra non tutti sono arrivati subito qui, altri si son perduti, ma ogni clan è come una famiglia. Ognuno d'essi ha..le sue regole > la stizza e la rabbia che accolgono le ultime parole ne avvolgono la figura, eppure è una Shinobi, di quegli sporchi giochi di uomini potenti ne ha vissuti fin troppi < se vuoi posso accompagnarti fino all'entrata, ma dovrai esser tu ad attraversare la soglia. Dovrai decider se vuoi farne parte o meno > tutto è una sua intima decisione, ella lo avrebbe solo accompagnato se lo volesse pur di sorreggere quelle nuove paure < non vedo perchè non dovrebbero accettarti > la voce che si sfuma di nuovo in quella dolcezza, impossibile fare il contrario sebbene qualche battibecco lo abbiano avuto a modo loro, non può privarsi di quei momenti rari e unici. Oh com'è facile aprirsi di nuovo a quell'animo, com'è facile inceder in quei sentimenti in bilico tra il passato e il futuro, il presente troppo difficile da viver, e in quello stesso gesto che le sfiora il mente con estrema dolcezza per portar il viso verso il suo, talmente vicino da sentire quel calore sul viso, da sentir quei brividi lungo il corpo e volersi solo avvicinare di più , a pender dalle sue labbra di nuovo come la prima volta seppur adesso quell'aria che spira verso lei si trova ad esser più pura e leggera . Incantata da lui, da quelle scure e profonde iridi, da quelle parole che scivolano sul proprio viso con amore nel vago ricordo d'un passato . Che ironia, se ci fosse stato qualcuno con lei in quei momenti? < ... > lui era li con lei in ogni singolo momento prima di scomparire . E ad ognuna di quelle parole quelle lacrime scivolano verso il basso bagnandole il viso fino al mento, lacrime che non può e non vuole fermare mentre gli occhi permangono aperti per non dimenticarsi di quel viso di nuovo, di sentirlo ancora li per lei . Quanta ironia vi è in quel singolo momento che le spezza il cuore pezzo dopo pezzo, se solo ricordasse anche uno dei singoli momenti in cui lui stessa le ha mostrato quella via scura e pregna di sangue, la stessa dalla quale è rinata , la stessa dopo il quale s'è elevata ad esser quell'angelo di sangue , il suo piccolo origami ed egli ne avrebbe visto la danza finale fino alla sua morte. La stessa che è giunta alla fine, in un modo o nell'altro < aiutami allora > lo sprona in quel dire, per non lasciarla andare, per stringer quella mano con la sua e continuare a tenerlo così vicino a lei, non vuole lasciarlo fuggire via ancora, non stanotte quando non vi è alcuno a guardare. Li lo terrebbe vicino, pur di non vederlo inchinarsi in simil scuse che non le importano e tenerlo ancora li vicino a lei, con quelle labbra che possono sfiorarsi se solo volessero < mostramela Kioku > sii di nuovo quella scintilla di speranza e vita che sei stato nella tua vita passata in questa tua nuova forma fatta di luce e di purezza intima . Lo sguardo che pone quella muta preghiera all'altro, di iridi che non voglion lasciarlo andare ancora via da lei, ancora un attimo, ancora un minuto < per favore non chieder perdono > e un timido sorriso andrebbe a lenire quelle lacrime < sei l'unico che sia riuscito mai a comprendermi > come prima anche adesso, in quel suo senso intimo di comprensione che l'ha sempre portato lontano dalla comune gente, quella che sempre l'ha elevato ad un essere superiore , che l'ha portato a comprender quell'animo rotto che si porta dentro < Kioku > un sussurro basso e se lo avesse ancora li, vicino a lei, solo un piccolo movimento lento e timido la porterebbe a infranger di nuovo le proprie labbra contro le sue, sentir di nuovo quella morbida carezza sul proprio essere, sentire ancora una volta il suo stesso sapore con delicatezza . Un bacio che perdurerebbe fino alla sua morte, sempre che ci sia stato, così come la prima volta , lento e delicato da parte d'ella a chiuder le palpebre tremanti e lasciarsi trasportar via da lui stesso < rimani qui stanotte, per favore > un sussurro a pochi millimetri dalle di lui gemelle, di nuovo li a pregarlo di restare pur di non vederlo per l'ennesima volta andare via, pur di non vederlo di spalle allontanarsi per chissà dove e restar ancora sola dentro quei libri che donano una più ampia solitudine . Ma lascerà a lui la decisione, non lo avrebbe costretto e adesso lei non è che nessuno per lui. Lo avrebbe accettato, ancora e ancora, con la vaga speranza di vederlo tornare un giorno, ma chissà quando sarebbe giunto quel giorno tanto agognato e sarebbe rimasta li ad attenderlo, come i grandi giri e le anime selvagge che prima o poi tornano al proprio caldo focolare, lui.[se end]

20:54 Kioku:
  [Archivi di Kusa] Una notte buia, illuminata solamente dalle soffuse luci degli archivi, poche, vacue, così come fragili sono le carni dei due ragazzi, così vicini eppure così distanti, lei ricordo di un passato che non appartiene più al giovane, spogliato di ogni identità, fardello e potere e proprio nella sua semplicità, fragilità ed assenza di poteri che risiede forse il valore più importante, la purezza dell’animo stesso. Abbastanza vicini da percepire i loro stessi respiri, ogni minimo movimento anche il più impercettibile, abbastanza vicini da poter percepire ogni loro minimo pensiero eppure così distanti al tempo stesso nella mentalità, nelle sensazioni, questo incontro su due dimensioni diverse unisce il passato ed il presente in un futuro che lentamente oscura quel senso antico che entrambi ricordano, le cose non saranno più come prima…o forse non è così? Chi può dirlo se non i Kami. Ascolta quelle prime tiepide parole, arrossendo al contatto con esse, seppur non comprendendo appieno la prima frase, non saprebbe bene come gestire quel complimento neanche troppo velato ma pregno di significato, abbassando lo sguardo per un attimo, prestando poi ascolto a quel patto da loro sugellato e soprattutto al perché sia iniziata questa sorta di caccia a colore che si sono risvegliati, seppur sempre con quella vena enigmatica e criptica che confonderebbe non poco l’Uchiha, comprendere prima che gli altri comprendano, quasi come in un gioco di parole, un enigma questo è certo, soprattutto per Kioku ora come ora. Ad attirare però la sua attenzione e farlo quasi sussultare non sarebbero ulteriori parole, no, una lacrima, nulla di più, rigarle il volto, scivolare giù dalla gote e non comprende, forse non comprenderà mai e sul suo volto del disorientamento comincerà a prendere spazio, eclissando quasi altra domanda abbia per lei, concentrato ora sul come mai reagisca in quel modo, similitudini e rimandi della sua mente al loro primo incontro verrebbero immediatamente richiamati, quelle lacrime, quel senso di disagio che tutt’ora proverebbe lo Shounen Boy d’innanzi a tale manifestazione. Quella frase coglierlo di sorpresa, lasciando che quella lacrima solitaria si suicidi ed abbandoni il corpo della rossa Kunoichi <chissà, lo spero in cuor mio Sango, altrimenti vorrebbe dire che sono stato sempre solo, senza nessuno da cui poter fare ritorno, senza legami, senza una vera casa> a tratti le proprie parole si spezzerebbero, da un fiato pesante, come afflitto quasi da quella che sembrerebbe forse la perdita più grande oltre la propria memoria, ovvero la consapevolezza di essere soli, di esserlo sempre stati, di non aver mai avuto qualcuno <la cosa non mi rende felice, quasi più triste, forse non completamente per me, quanto più per chi ero un tempo, senza legami, senza affetti, senza nessuno da cui ritornare è-> attimi di pausa <triste…> la voce che cadrebbe così, lasciando un ampio vuoto pregno di dolore e sofferenza riempire lo spazio tra i due ninja. Fortunatamente quei discorsi verrebbero allontanati, forse temporaneamente, spostando la discussione verso un dilemma che affligge il tutt’ora Kioku Nashi, il clan! Un argomento tedioso e pesante per il ragazzo, trovando però nelle parole della ragazza alcune idee, ispirazioni, alcune possibilità di potersi intrecciare con il clan a cui, a quanto pare, appartiene, non sa ancora bene come sia possibile o perché, ma sicuramente sarebbe un primo passo verso la conoscenza sempre più approfondita di se stesso <chissà magari accettandomi, potrei comprendere meglio chi ero, i legami che ho perduto con questo clan, magari potrebbero aiutarmi senza comprenderne il vero motivo, chi fossi io un tempo> speranza a dir poco vane ma d’altronde come può saperlo? Come può anche solo immaginare ch’egli sia la reincarnazione del fondatore stesso? Che nel suo passato albergano poteri e sangue intrecciati con un passato ancor più funesto, un destino che i Kami hanno voluto, il loro figlio prescelto, eppure ora eccolo qui, senza una via, senza una identità, privo di ogni cosa. Annuirebbe a quelle ultime parole prendendo in quell’istante una importante decisione <ti ringrazio Sango, dico davvero, credo che tu sia realmente una persona buona> brevi istanti di pausa <ma devo farlo da solo, non posso continuare ad appoggiarmi agli altri, non per questa cosa> la decisione è dunque presa <sin da quando sono arrivato a Kagegakure, pur di sopravvivere mi sono appoggiato a chiunque mi potesse aiutare, ma se voglio crescere, se voglio cominciare a comprendere me stesso, devo iniziare a compiere qualche passo di mio, che mi porti a ferirmi o meno poco importerà> a conti fatti Kioku non è che un involucro, un ragazzo spogliato di tutto che deve tornare alla vita e per sopravvivere l’unico mondo e ricominciare a vivere, percepire tutto, bene e male, felicità e dolore, senza continuare a rimanere rintanato nella casa di Nobu, in attesa di chissà cosa, forse troppo spaventato per compiere realmente una scelta, oggi non sarà così; gran parte di questa decisione la deve anche a Sango che seppur indirettamente lo ha spronato a decidere cosa fare con il proprio clan, magari non sarà oggi stesso ma molto presto si presenterà d’innanzi alle porte del clan Uchiha e li vi sarà la resa dei conti che un pezzo della sua vita, passata e futura, come andrà a finire potrà scoprirlo solamente compiendo un passo dopo l’altro verso un sentiero che lentamente si sta delineando. Ciò che invece non avrebbe mai previsto è la reazione della ragazza alle sue parole, forse fin troppo fuori luogo, forse fin troppo avventate eppure ciò che ha percepito non poteva di certo ignorarlo, e per tanto si scusa, non direttamente con lei, forse più un dispiacere ciò che provo nei suoi riguardi, complice anche i propri sentimenti verso sé stesso ed il suo passato probabilmente privo di legami ed affetti, quel viso catturato dalle di lei mani, così vicini, eppure egli non vede ciò che ella vede in lui, non la stessa persona, non gli stessi ricordi, non lo stesso passato, per quanto ora si ritrovi a parlare con la rossa, non è altri che un estranea per lei, nonostante sappia fin troppe cose, conosca in qualche modo la sua situazione, soprattutto ora che gli ha spiegato il proprio risveglio, quella strana fiducia che prova nei suoi confronti ed infine quelle parole, quelle lacrime, interdetto rimane, mentre sente quei sussurri raggiungerlo, aiutarla, e come potrebbe? Se non riesce ad aiutare nemmeno sé stesso, ciononostante d’innanzi a tali richieste non riuscirebbe a negarsi seppur ancora interdetto da quelle parole che proseguirebbero <io-io…> annuirebbe, non è una promessa la sua d’altronde lui stesso è frammentato, cocci raccolti che lentamente vengono riuniti <so-sono sicuro che vi sia una strada diversa da quella che pensi, non posso non crederci> l’animo del ragazzo è puro, privo di ogni corruzione, così opposto a ciò che un tempo era, privo di ogni sofferenza e su questo vuole continuare a costruire il giovane Shounen Boy, vi sarà sempre una strada da seguire, basta solamente trovarla. Così vicini, interdetto, a disagio, in parte imbarazzato, una moltitudine di emozioni scontrarsi dentro di lui, i loro respiri intrecciarsi, quei sussurri detti e non detti, promesse legate, parole negate e non dette, le luci del mattino ancora distanti, mentre le poche presenti creerebbero un gioco di ombre attraverso i corridoi degli archivi, l’odore dei libri ancora presenti, nonostante tutti i computer ormai a disposizione, permeerebbe l’aria circostante, le loro ridi incrociarsi in un immenso lago, due gocce d’acqua solitarie, li nell’orizzonte, unirsi sotto lo sguardo di un tramonto morente, lasciando al buio le uniche certezze, infine quella labbra unirsi, un bacio rubato, un bacio atteso da tempi antichi, una promessa nell’essersi ritrovati in un certo qual senso, seppur non si siano veramente ritrovati…un lungo bacio pregno di emozioni, gli occhi di Kioku sgranarsi per qualche istante, per poi abbandonarsi a quel legame di carni, ancor più interdetto e disorientato, si lascerebbe comunque cullare da quel momento. Infine quel legame spezzarsi, allontanarsi, lo stesso Uchiha, un po’ affannato dal momento stesso, retrocederebbe, ritrovando novello appoggio su di una libreria o tavolo presente, poi quelle parole, un invito, una richiesta, non importa cosa sia, di certo non gli verrà negata, Kioku le rivolgerebbe un tiepido ed imbarazzato sorriso, per ciò che è accaduto poc’anzi, afferrando uno dei libri li presenti e aprendolo, a quel punto schiuderebbe le proprie labbra un ultima volta ed esclamerebbe <e sia Sango Ishiba, rimarrò qui con te, così, avrò modo di tormentarti con le mie domande sul clan e sul mondo ninja a me sconosciuto> detto ciò chiuderebbe di scatto il libro producendo un piccolo tonfo sonoro, sorridendole infine…Akendo non è tornato, forse non tornerà mai più, forse presto o tardi Sango dovrà accettare la realtà, decidere se camminare, come mai ha potuto fare con il Rikudo Sennin, al fianco di Kioku o allontanarsi, lasciare che Akendo appartenga al passato e negare la propria presenza al futuro di Kioku, per adesso chiacchiere e libri continueranno a riempire le ampie sale degli archivi in questa lunga notte. [END]

Kioku giunge agli archivi per saper di più sul mondo ninja e sul proprio clan, trovandoci dentro Sango. Tra le varie informazioni ella gli strappa una promessa, di non rivelar mai a nessuno di esser un risvegliato.. e partono troppi feels.





Non ce la posso fare..