Shinsengumi

Quest

Giocata di Corporazione

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Stanza Creata: Piazza Centrale [Centro di Kagegakure].

Tardo pomeriggio in quel di Kagegakure, la vita scorre normale e liscia da quando ormai il dio antico è stato sconfitto e con la sua dipartita, Kagegakure ha cominciato a prosperare più che mai, la gente ha ricominciato a vivere ed il mercato è più fiorente che mai. Dieci anni di continue lotte con le bestie divine da lui evocate, dieci anni di sofferenza, povertà, crisi, malcontento, terrore e panico, mesi ormai sono passati da quando l’antico dio ninja è stato sconfitto, le bestie divine ricacciate dai muri di Kagegakure, il perimetro, seppur minimo, attorno alle mura messo in sicurezza. Ovvio è che tutto ciò che per adesso va oltre il perimetro delle mura di Kagegakure è terra di nessuno, dieci anni che hanno trasformato le popolazioni tagliate fuori, i luoghi e le bestie stesse che di tanto in tanto attaccano le mura, rendendo letteralmente impossibile viverci al di fuori alla lunga, ma non è solo questo, poiché Kagegakure ha resistito, si è unita, nella speranza quanto nella forza e tutto questo lo deve anche e soprattutto alla SHINSENGUMI. Il centro del villaggio delle ombre è sempre pieno di attività, artisti e grande affollamento, ma oggi sembra essere piuttosto rumoroso, un rumore ben diverso però, impalcature, transenne e polizia locale stanno delimitando alcune zone della piazza centrale, allestito un vero e proprio palco, rivestimenti in plastica o qualsiasi altro materiale non troppo costoso, luci, un microfono al centro. La gente comincerebbe ad accalcarsi, ove può, stendardi e bandiere verrebbero aizzati ai lati dell’impalcatura con raffigurato il simbolo della Shinsengumi, chi di voi sarà già presente, così come chi di voi lentamente si avvicinerà alla piazza centrale, potrò notare sul fondo del palco una fila, perfettamente distanziata di alcuni uomini della Shinsengumi, con annesso vestiario, elitario, dai cappotti lunghi e strisce rosse ai lati sia delle braccia che lungo tutto il fianco, un capello in testa con una stella dorata al centro, molto militare il tono assunto, perfettamente immobili, in posizione militare con le braccia unite dietro nella famosa posa. Che prendiate posto da vicino, da lontano o come vogliate, sentirete la gente bisbigliare, parlottare, cercare di capire, le luci accendersi, il faro puntato sull’asta del microfono, il silenzio comincerebbe a calare, un uomo salirebbe sul palco, lenti i suoi passi, vestito di tutto punto, paccato e placcato dalle più alte onorificenze, gradi a lustrargli le spalle, spille ed altre medaglie sul petto, fiero, risolutorio, determinato, il Generale della Shinsengumi stessa palesarsi, chiunque dei cittadini eccitarsi e rimanere folgorati da tale presenza si fermerebbe d’innanzi al microfono, posizione militare anche per lui, un leggero rumore del microfono prima che prenda a parlare <Popolo di Kagegakure!> tuonerebbe a gran voce per richiamare l’attenzione totale di tutti i presenti, ormai una grande massa di gente accalcata <Questo è un giorno molto importate, per noi, per voi, per tutto il villaggio> sentenzierebbe prima di arrestare il suo dire, la parola a voi, scegliete il vostro destino oggi, vi farete notare o rimarrete gli insetti viscidi che siete e come tali verrete schiacciati? [Celeri o ci saranno conseguenze] [turni liberi al primo giro poi rispettiamo l’ordine] [SHINSENGUMI GO] [Generale Comandante: https://i.pinimg.com/originals/7d/a9/48/7da948b0c65036dbff8379b7cef9b719.jpg]

18:31 Sango:
 Volantini, annunci, gente che ne chiacchiera, come se non bastassero mancano solo i ninja a crear arte con le loro tecniche per far avanzare anche la rossa nel marasma inquieto della gente. Trepidazione, la può sentire sulla pelle come quel brusio eccitato la circondi, il desiderio di veder quelli che sembrano quasi degli eroi.. degli Shinobi veri e propri, la Shinsengumi. Questo è il nome di coloro che ha solo intravisto da lontano, specialmente durante quella settimana di festeggiamenti che han preso piede per le strade, quei loro sorrisi lontani eppure tutto che sembra sapientemente creato nella falsità di un genjutsu. Anche lei se lasciata trascinare verso quella piazza centrale , curiosa di scoprire di più su quel villaggio, su quella che è una possibile gerarchia, o una motivazione valida. Come possono tanti kage andare in accordo tra loro? Come possono coesistere così senza rimembrare il passato e tutte le guerre che hanno messo l'uno contro l'altro i villaggi? Vi deve esser qualcosa, oltre la paura di un falso dio che a quanto pare non vi è più, quale altra minaccia li tiene uniti adesso in un loco comune? Non vi è più un fronte comune contro cui combattere, cosa spinge quelle donne e quegli uomini a rintanarsi in tali mura? L'amore per la vita? Forse potrebbe esser una risposta eppure lei , ex jonin di Oto, comprende la differenza che vi possa esser tra la sua epoca e quella li. Sebbene siano solo passati dieci anni, non ha sentito parlar di uno shinobi in particolare, non vi sono festeggiamenti e giubili per quelli, solo un ammasso uniforme di stesse genti che continuano la loro vita senza chakra. Ma è qui per scoprirlo dopotutto, no? I passi che si fermerebbero, li al centro di quella marmaglia, in quella che pare una rossa fiamma nel bel mezzo del mare. Lunghi i capelli scivolano come seta sulle spalle, giungono fino ai glutei carezzandoli e donando una sensazione piacevole. Gli shorts son sempre quelli, in effetti non ha cambiato vesti dalla notte precedente, optando solo per una piccola spoglia e nuda camera in un qualsiasi alberghetto del posto. Il petto è coperto solo da quel top stretto che fascia le forme , lasciando libere le braccia, eppure alla fine di tutto ha preso quel manto nero . Semplice, non vi saranno nuvole rosse a coprirne l'essenza, un mero modo di celarsi al vento e al freddo dell'inverno che lentamente sta calando verso la sua fine. Ode e ascolta, non vi sono parole da pronunciar adesso, quando tutto ciò sta per cominciare lei sarà li, pronta e in ascolto. I documenti? Li ha fatti, si, eppure nessuno si è mai presentato a lei per reclamarne il passato. Che tutto sia stato dimenticato alla fine? Ma cosa importa adesso che il generale , gnocco da morire, possiamo dirlo tutti quanti a mani basse, si presenta nel suo fare. Elegante? Forse, eppure militare. Una corporazione di individui probabilmente ben addestrata, ma a cosa esattamente? < mmh > un mormorio basso scivola fuori dalla propria gola, in attesa, anche lei come tutti gli altri, che tutto venga svelato.

18:34 Saigo:
 Il grande giorno, la sua opportunità è finalmente giunta, l’inizio di quello che sarà, nella sua testa, un percorso che potrà finalmente portarla al potere che tanto brama. Un potere definito tale solo per il nome, non ha idee davvero concrete in merito sa solo di dover e voler diventare forte, non ci sono altre possibilità e continuerà a lottare per questo obiettivo. Si presenta dunque, come indicato dai volantini. Si è fatta il più carina e comoda possibile a dire la verità, pronta a mostrare il suo lato migliore, quello che si aspetta vogliano vedere. Indossa un completo giacca pantalone nero, la vita è alta e al suo interno è infilata una camicia dal taglio femminile bianca, lasciata appena aperta sul petto lasciando intravedere una speranza di seno, spunta di poco un perfetto top in pizzo nero che richiama il resto del suo abbigliamento. I capelli sono stati raccolti per l’occasione in una coda alta ben triata senza ciuffi che possano darle fastidio sul viso, in aggiunta a tutto una piccola borsetta a tracolla in pelle nera dentro cui custodisce gelosamente cellulare, documenti e un curriculum vitae appena compilato e stampato, pieno di informazioni su di lei che potrebbero essere utili. Un velo di trucco sul volto, giusto per farla apparire appena più adulta e matura di quello che è, mascara scuro sulle lunghe ciglia e un velo di ombretto caldo sulle palpebre, un velo di rossetto dai toni naturali e null’altro. A concludere la sua estetica un paio di anfibi bianchi, pulitissimi per ora, in contrasto con i pantaloni dal taglio più serio. Si appresta ad andare a prendere posto tra le prime file, veloce cerca di passare attraverso la folla così da mettersi in una posizione comoda sia per farsi vedere che per osservare. Per sicurezza mentre cammina andrebbe ad effettuare il mezzo sigillo della capra, sia mai che ci sia una prova pratica. Si concentrerebbe dunque sulle sue forze fisiche, la sensazione data dai suoi muscoli, dagli abiti sulla pelle e anche quel lieve premere quando deve farsi spazio il suo corpo si incontra con quello di qualche sconosciuto, le radunerebbe tutte queste sensazioni all’altezza della vita, formando così una prima sfera roteante, andrebbe poi a lavorare sulle sue forze mentali, l’ansia, l’eccitazione e la curiosità di quella stessa sensazione le corrono in aiuto per cercare di formare quella seconda sfera dietro alla sua fronte. Se fosse riuscita andrebbe a controllare la velocità di rotazione delle due sfere mentre le farebbe muovere, andando a farle incontrare all’altezza della sua bocca dello stomaco, qui vorrebbe fonderle così da andare effettivamente a richiamare il chakra e poi si metterebbe comoda, impaziente e bella ritta con schiena e testa, pronta a prendersi il suo momento. Ascolta il generale ma tace, i suoi occhi rossi fissati su quella figura, come a volersi divorare il momento, non vede l’ora di poterci parlare, interagire, spera nel profondo di dimostrarsi degna e diventare una di loro. [richiamo chk]

18:44 Mekura:
 Indosso porta abiti civili, pantaloni Jeans, maglia nera aderente e maglioncino bianco che cade mollemente creando spesse onde al livello dello stomaco. Un cappotto nero e alla fine scarponi da trekking che sta ammorbidendo per camminarci meglio quando arriverà il momento. Ha anche una scarpa grigia attorno al collo, spessa, morbida che le da una piacevole sensazione di morbidezza e perché no? conforto addirittura. Se ne stava tornando a casa, l'idea era quella, prima di fermarsi e guardare l'allestimento in grande stile. Il modo in cui viene presentata la Shinsengumi sembra quasi fin troppo bella per essere vera, troppo spettacolare, ma del resto tutto in questo villaggio doveva essere spettacolare, doveva dimostrare una vittoria a tutti i costi. Sono così illuminati da una gloria personale, dall'orgoglio che se potessero risplenderebbero di luce propria. Ne sono consapevoli che per loro è l'età dell'oro, l'età che distrugge l'oscurantismo del passato ed i dieci anni di sofferenze e per questo hanno bisogno di vedere le proprie istituzioni in modo religioso, immacolato ed eroico. Guarda l'uomo al microfono e le verrebbe da domandarsi se quel soggetto non l'avessero prima portato a farsi bellissimo, tirato nei punti giusti. In generale era una grande messa in scena che Mekura aveva intenzione di guardare, per curiosità ma anche per la sua pasmonica ricerca di informazioni attenta a qualsiasi cosa le potesse arrivare alle sue orecchie. Ma perché non approfittarne per scoprire un po' di più? Infatti la donna prendendo un lungo respiro porterebbe le mani al livello dello sterno, cercando di comporle e creare il sigillo della capra. A questo punto unirebbe insieme all'interno della bocca dello stomaco le energie fisiche e quelle psichiche amalgamandole e fondendole in modo tale da creare un unico flusso che rilascerebbe all'interno del sistema del flusso del chakra così da andare a toccare tutti i vari punti di fuga del corpo e quindi cercherebbe di mantenerlo in circolo. [tentativo richiamo del chakra]

18:57 Nene:
  [Transenne - Lontana dalle persone] Il Jiu-Jiutsi Gi le calza a pennello - keikogi di un materiale misto tra tela e spugna, l'ideale per le lotte corpo a corpo ed eventuali allenamenti. Ed è proprio da uno di questi che sta arrivando, sfoggiando la divisa nera con una cintura di corda viola infiocchettata ad altezza lombare. L'accavallarsi dell'uwagi in due lembi che si congiungono proprio ad altezza del seno creando uno spiraglio su un petto arido, bianco panna. Lo stelo della sigaretta infilata tra le labbra sembra avere un piccolo spasmo - il riverbero del tabacco che brucia sotto i dettami d'un respiro avido che va' ricercando il proprio nocivo palliativo ai nervi. Anche il week end alle terme non ha saputo spegnere quel braciere che la divora - che allunga le ombre del villaggio fino a ternerle sotto scacco la mente, incastrata ad un pensiero fisso. Lo stesso pensiero che inevitabilmente sfuma quando si distrugge le nocche contro un visino del tutto nuovo, pulito, illibato di sfregi e botte. Le sanguigne si distaccano dal filtro di sigaretta, ripercorrendo con l'iride color fiordaliso l'accalcarsi della folla contro il palco. Lo aspettavano, no? Il muoversi, dirigersi - voci - striscioni. Gli eroi illustri s'issano sul palco e Nene, assieme a Nobu - appostati da qualche parte da fin troppo tempo - riesce a pensare solamente ad una cosa. Un chiodo fisso batte nella testa come percussioni che si scadenziano sotto lo stesso ritmo dei passi del capitano: Botte, botte, botte, botte. Soldi. Ci sarebbero miliardi di motivi per inseguir il sogno delle selezioni della shinsengumi - miliardi di ragioni per anelar ad un posto di rilievo, come cane della società che ci tiene alla fine - tutti al guinzaglio. Ha avuto il potere di farlo, e questo, genera del tacito rispetto. < Inizia. > Il migio sussurro verso Nobu vorrebbe attirar la sua attenzione, levando quella sigaretta dalle labbra e godendosi lo spettacolo da uno spiraglietto di sguardo che prova a metter a fuoco, sia che sia vicina - sia che sia in lontananza. Il choker nero è ancora lì, sempre. E' l'effige dei cacciatori di taglie appesa a dettar la scelta che segue: I due globi posti specularmente ad altezza di mente e plesso solare, zen e ken - si spingono l'uno nell'altro fino a rimescolarsi proprio ad altezza dello sterno. Le mani unite nel sigillo caprino vorrebbero spinger gli stessi in un ricrear di un nuovo sistema linfatico, un riboccar di forza dai kirakurei che va' intaccando i sensi, la muscolatura, i nervi - e tutte quelle arti alle quali gli shinobi sovente s'appellano. Tenterebbe si far scorrer il chakra fino a dargli automia propria, lasciando andar il sigillo e tornando a rilassar le spalle - tenendo la distanza tra lei, e le altre persone. [ tentativo impasto ]

19:00 Nobu:
 Il grande giorno è arrivato, finalmente la Shinsengumi stava aprendo i battenti per reclutare nuove reclute, nuove leve da rendere a tutti gli effetti agenti. Per chi, come Nobu, è cresciuto a Kagegakure dalla fondazione, la Shinsengumi è un traguardo difficilmente raggiungibile, un po' come la squadra cittadina, degli idoli alla quale puoi solo aspirare, allenarti e cercare di afferrare l’opportunità quando questa si presenta. Questo è quel giorno, oggi si vedono i risultati di anni di preparazione. Ma davvero Nobu ha intenzione di essere la spada del governo? Si, semplicemente perché essere quella lama comporta tutti i benefici che sono considerati troppo succulenti per essere tralasciati, perché Nobu stesso ha il vizio di quelle mani che prudono, di quell’adrenalina da combattimento e, gli unici lavori che possono garantirgli di farlo, ed essere remunerato per farlo sono appunto i cacciatori di Taglie, dove è in pianta stabile a lavorare in team con Nene, e per l’appunto la Shinsengumi qualora dovessero riportare l’ordine all’interno delle mura. Ciò che ti dice un agente è assoluto, almeno questa è la visione che ha avuto Nobu della guardia del consiglio fin ora, quei protettori dell’equilibrio che, nella visione del giovane Hyuuga sono appunto quasi eroi, nonostante a loro siano richieste missioni delicate dove spesso le sfumature tra bianco e nero si assottigliano. Lì con lui ci stava Nene, come sempre, i due erano insieme, sia in squadra che ora per entrare all’interno di quel gruppo di elite. Avevano preso posto a tempo debito, lasciando Nene sul posto esterno in maniera che non sia vicina a troppa gente, non sia mai che li avveleni. Nobu era vestito bene invece, formale, con un completo nero che gli sta come un guanto. La camicia anch’essa nera mentre l’unica cosa che spicca è appunto quella cravatta color rubino. I capelli sono lasciati sciolti dai soliti rasta con la quale li termina, tuttavia raccolti in una coda di cavallo posteriore. L’undercut rasato dietro e ai lati ben in vista così come un paio di ciocche che sfuggono alla presa dell’elastico e che cadono davanti al volto. Sono lì per essere reclutati e quindi, prima ancora che quel palco si popoli, ecco che le mani si congiungono al petto a formare quel sigillo della pecora. Immagine interiore che viene proiettata lì alla bocca dello stomaco in quel cerchio vuoto. Nell’aria aleggiando due correnti diverse, una bianca calda mentre l’altra violenta, fredda e nera. Si concentrerebbe proprio su queste due, portandole all’interno del cerchio a riempirlo, con le due forze che cominciano ad interlacciarsi e inseguirsi a vicenda a formare quello che è conosciuto come Tao, base anche di tecniche del proprio clan. Se fosse riuscito nel mix del chakra, ecco che avrebbe riaperto quegli occhi di ghiaccio, sentendo il sussurro di Nene che lo avvisa dell’arrivo di quelle persone sul palco. Volta il capo proprio verso la compagna, annuendo un paio di volte, osservandola come intanto si è alzata per fumare una sigaretta. Sulle gambe tiene i propri documenti, un foglio con le sue referenze, e la collana dei cacciatori di taglie. [Tentativo impasto chk][Vestiario: https://hostr.co/file/970/KDdTcTr9ljxq/d6aeca4f59a4d5abce4c0a9db44e8be4.png ]

19:16 Kamichi:
  [Kage] S'accendono i riflettori sulla giornata del nostro biondo eroe, nel luogo principale del complesso di Kagegakure, in un qualcosa che pare starsi trasformando in qualcosa di assai particolare, di tanto sottile, qualcosa che viene ben certo spiegato dalla voce tuonante del ninja alto graduato lì presente. Qualcosa lo si intuisce, dai manifesti, dalle facce attonite delle persone, dal silenzio tombale che questi apportano alle sentenze, brevi e concise, dettate dal ritmo militare di quella voce dai tratti imperativi. Non lo conosce, non sa chi sia e non sa chi sia la shinsengumi, ma l'aria si fa pesante, l'atmosfera inizia ad infittirsi di una sensazione quasi di paura, quella paura scaturita e nata dal rispetto, dall'eccessivo timore, da chi ha decido di essere "temuto e rispettato", al pari di un revenant di ferro. <Ma> prende fiato <Chi diavolo sta parlando> bisbiglia a bassissima voce, tra se e se, ventriloquiando quasi, cercando di tenere a freno quei sui dubbi ancestrali, di tenere a bada l'ignoranza quasi blasfema nei confronti di un gruppo così rinomato e illustre come la shinse. Veste come suo solito, veste degli stessi abiti di ogni giorno, panneggi chiari, azzurrini e bianchi, cappuccio votivo anch'esso chiaro e scarpe marroni a chiudersi in tondo, leggeri per il tempo e la temperatura che corre. <Meglio evitare> ha un trauma con gli ufficiali ninja che lo chiamano a caso, dopo l'attacco del cane della scorsa volta, vuole sincerarsi evidentemente di qualsiasi situazione che possa ledergli senza un preavviso, di evitare di farsi trovare ancora una volta senza chakra in circolo, considerata la sua sfortuna. <Questa volta> le mani vengono portate al centro del petto in maniera celere, mentre le dita s'aggrovigliano a richiamare imperiose la forma del sigillo della capra, mentre gli occhi s'appannano al manto oscuro della non visione per quale istante, ammantandosi in un velo di concertazione atto a permettere agli tsubo di aprirsi in celerità, così da far circolare, in caso, quel blu chakra all'interno del suo corpicino da ninja tribale. Dovrebbe mantenere quella posizione per pochi attimi, aprendo gli occhi durante la prima fase di scorrimento interno del chakra, per poi restare immobile in quella sua posizione per qualche altro attimo, al fine di evitare sbalzi improvvisi di chakra, essendo da poco passato al grado di genin. Non porta oggetti con se, nè armi o armature, l'unica sua difesa resta il chakra, ed ormai, non vede tanto di buon occhio queste situazioni. [Tentativo impasto chakra 4/4] [No Items]

Tentativo d'impasto chakra per tutti, anche se le persone vi guarderanno male e alcuni vi spintoneranno poichè vi siete fermati bell e buon in mezzo alla folla a fare sta cosa della capra, vergognatevi buzzurri

Le parole del Generale Comandante tuonerebbe nell’intera piazza, tanto bello quanto temibile, una figura sicuramente diversa dal precedente Comandante Generale della Shinsengumi, il vecchietto sicuramente starà ora riposando da qualche parte nella sede, Kuchiki Byakuya, difficile non conoscerlo, il nome di colui che ora è faccia, simbolo dell’avvenire della Shinsengumi, è annoverato come uno degli eroi di Kagegakure, grazie al suo sforzo e coraggio, seppur con molte vittime, che le mura vennero difese in questi dieci lunghi anni. Il suo sguardo, seppur su centinaia di persone, sembra effettivamente riuscire a guardare ognuno di voi negli occhi, uno sguardo penetrante, una voce forte, sembra quasi entrarvi in testa, come fosse una tecnica quasi, pieni polmoni continuerebbe il discorso <ormai dieci anni sono passati da quando le bestie fecero la loro apparizione, dieci anni di lotte, dieci anni di sangue, perdite e lacrime> sentenzierebbe, un sunto perfetto di quanto Kagegakure abbia sofferto <tutti noi, abbiamo sofferto, tutti noi abbiamo combattuto, sono stati dieci lunghi anni dove non sapevamo cosa il futuro ci avrebbe riservato eppure> alzerebbe la voce al suo culmine <ce l’abbiamo fatta!> il popolo scoppierebbe in un ruggito di coraggio, rilasciando le loro emozioni ed applausi, allo scemare di questi continuerebbe <da qualche mese a questa parte finalmente abbiamo cominciato a riprenderci come il forte e fiero Villaggio di Kagegakure merita e sa fare> finalmente è arrivata la pace dopo così tanti anni, dopo tutto questo tempo <questa pace l’avete guadagnata voi> dalla piazza arriverebbero urla disparate, chi di incoraggiamento, chi di approvazione <ma sapete bene a chi dovete realmente questa pace> alcuni bisbiglierebbero un nome, poco a poco sempre più presente <ESATTO> tuonerebbe infine un tono anche piuttosto arrogante aggiungerebbe carico al discorso <è stato grazie alla Shinsengumi se ora potere vivere senza più minacce, è stato grazie alla Shinsengumi se ora potete tornare dalle vostre famiglie, se ora avete delle famiglie> gli occhi si sgranerebbero per un istante, per poi tornare calmi, il pubblico presente, ormai sempre più numeroso rimarrebbe per qualche istante interdetto <ma la Shinsengumi cosa è?> una domanda retorica ovviamente e ancor nessuno fiaterebbe <la Shinsengumi è il vostro scudo, sono le vostre mura, sono LE MURA di Kagegakure> a seguito di ciò il popolo ancora una volta applaudirebbe orgoglioso del loro plotone, tanto quanto il Generale Comandante stesso, fiero, impettito, orgoglioso e potente, molto potente <ma la Shinsengumi non è solo questo, la Shinsengumi> continuando a ripetere il nome della loro organizzazione che fa capo al Governo Centrale <è formata da uomini e donne, impavidi, coraggiosi, che non temono la morte e sono pronti a morire in nome della giustizia e di Kagegakure, sono uomini pronti a dare tutto> le cose coinciderebbero poco ma poco importa poiché continuerebbe <la Shinsengumi è formata da persone come voi, chi di voi è pronto a battersi per la libertà che ci fu tolta ormai dieci anni fa?> la gente numerosa esploderebbe di nuovo, lasciatasi trascinare dal discorso del Generale Comandante, ora presosi distanza da quel microfono per lasciar scemare quell’euforia, la descrizione più che giusta della Shinsengumi, attenderebbe dunque prima di proseguire. [Turni: Sango -Saigo -Mekura – Nene – Nobu – Kamichi] [30 minuti tra un fato e l’altro] [19:50] [Celeri o ci saranno conseguenze dal prossimo fato]

19:59 Sango:
 La folla è in visibilio, quell'uomo par avere forse un suo fan club a sentire le urla delle ragazzine che si propagano nell'etere, eppure non se ne distrae, non vi sono visi amici o nemici, adesso che è ferma andrà a richiamar a se l'unica piccola energia di cui dispone. La destra stessa si porterebbe al proprio plesso solare formando il mezzo sigillo della capra, non ha motivo per nascondersi quando nessuno par riconoscerla adesso, quando andrebbe a visualizzar lei stessa, quel suo essere, alla ricerca di quelle due piccole energie che la abitano. Una parte di mente, quella ormai lucida, priva di quei prosciutti che continuava a portarsi dietro e farla affondare in quello stagno, e quella invece del corpo, delle forze, della rabbia bruta e cruda , di quella che sente nelle viscere. Se solo le trovasse proverebbe a farle unire in quell'unico movimento, una che sale, l'altra che scende, entrambe però a baciarsi in quello che è il punto d'innanzi la mano stessa. Un movimento che continuerebbe, una rotazione tra le due sempre più veloce fino ad unirsi in un'unica cosa. Da questa proverebbe la propria di forza, quel debole chakra ad abitarla e proteggerla, eppure non ancora forte come un tempo . Una stizza che si inerpica nelle vene, pulsa come sangue insulso sulla propria pelle e sotto di essa, meglio di nulla come al solito. Ode quel dire, quelle parole che sanno di zucchero eppure quell'amaro c'è, quello che percepisce nel suo innalzare la Shinsengumi come la più forte di tutte. Come quella che è sorta dalle stesse ceneri per prometter quella pace fittizia tra coloro che abitano il loco, e seppur potrebbe anche non esser completamente d'accordo, tutti coloro che sono vicini, TUTTI, sono in uno stato d'euforia strano. Quelli sono gli eroi di quel nuovo villaggio? Son loro che son divenuti dunque i nuovi capostipiti di una nuova era? Quella della libertà? Eppure di libertà ancor non ne vede, neppure i kage vengon nominati, solo loro, come a tesser le loro lodi e allungar quella che par essere una ragnatela atta a prender coloro che posson sognare ciò. Esser come loro, uno di loro. La mandibola si stringe sotto ogni frase, ogni parola, quella giustizia di cui tanto parlano invero, cos'è realmente ancora non lo saprebbe dire. Troppe frasi a costruire un mondo di belle parole, eppure la verità è che sebben sono dieci gli anni di guerra, TUTTI hanno vissuto le stesse sulla propria pelle. Ame, Oto, Kiri, l'alleanza, tutti loro hanno vissuto delle guerre che hanno messo in ginocchio tutto ciò che amavano, han tolto la vita a coloro che la meritavano. Ma qualcosa arde in pentola, lentamente un fumo s'avvede eppur non può coglierne l'essenza intima in mancanza d'altro. Lo sguardo solo adesso andrebbe a scivolar intorno, e li andrebbe ad indugiar su Mekura poco lontana, ma ancora non si muove, non osa farlo per non attirar l'attenzione. Ha solo richiamato il chakra per sopravvivenza, adesso anche lei sta arrancando per tornar al posto che le spetta. Li in alto, ritornar ad avere quella forza che le è stata negata, e seppur possa amarla, quanto può detestare quella natura di cui adesso non è degna? I pugni si stringono sotto quel manto nero, invisibili ad occhio umano e la mente si pone verso il futuro. [tentativo impasto del chakra]

Impasto a buon fine per Sango

20:00 Saigo:
 Se ne sta lì, nel suo posto, fissa a fissare il generale e ascoltarlo. Annuisce mentre parla nascondendo i suoi demoni seppur nella sua mente i ricordi si susseguono veloci, impossibile per lei controllarli o anche solo semplicemente dimenticare. Il capo si abbassa in quel cenno d’assenso all’inizio del discorso. Non dimentica, dieci anni fa è stata attaccata, i suoi amici sono morti, Fuji ha perso l’uso delle gambe e loro due si sono salvati per un suo accidentale utilizzo dell’innata, non è stata in grado di fare altro, di proteggere lui op i suoi compagni, la sua stessa vita è finita durante quell’attacco. Manami è morta con loro e lei non può rimuovere dal cuore o dalla sua testa quell’episodio, la sofferenza che continua a causarle le impedisce di andare oltre, gli incubi che ogni notte la tormentano non fanno altro che ampliare ed ingigantire quei minuti della sua vita. Pochi minuti sì, erano solo genin e denshi, un colpo di coda e sono stati spazzati via tutti senza difficoltà. Gli occhi si fanno appena più umidi, minaccia di piangere ma non lo fa, ingoia il rospo e continua ad ascoltare. Applaude al culmine del discorso ma senza sorriderne, non pensa d’avercela fatta, la strada per lei è ancora lunga e non c’è nulla di cui rallegrarsi nell’essere stata completamente inutile, così debole da non poter nemmeno fuggire. Plaude alla sconfitta del Dio ma ricorda le sue parole con timore, un brivido lungo la schiena. Lascia quindi proseguire quel discorso applaudendo lieve ed annuendo in alcuni punti, concorda e li stima ma non è questo che le interessa. Il sorriso torna a nascere sul suo volto, timido e gentile mentre osserva quel semplice mostrarsi come indispensabili, quel loro elogiarsi e la folla che li incoraggia a continuare. Non è per quella loro facciata che è interessata alla Shinsengumi, ciò che le importa è solo il potere che possiedono e soprattutto è la vicinanza al consiglio, unica vera possibilità di crescita che lei riesca a vedere. Al culmine di quel discorso eccola alzarsi, fiera e osservare dritto negli occhi quell’uomo, ricercare il suo sguardo come a volerlo catturare, farsi notare con la sola forza dei suoi occhi rossi, sicura, convinta e decisa. Una volontà insondabile la sua, una di quelle che è chiaro essere difficilmente abbattibile ed è mentre la folla esulta e romba che lei fissandolo attenderebbe il momento buono per parlare <ed io sono pronta> solo questo. Non urla ma la voce vuole essere abbastanza alta così che raggiunga il palco. Parlerebbe solo nel momento in cui lo sguardo del generale, passando sul pubblico, la inquadrerebbe, attendendo solo il momento migliore, pensa di avere solo quella possibilità per farsi notare, lì dalla prima fila [chk on]

20:07 Mekura:
 Sintesi del discorso senza elogi particolari: bravi tutti ma i guardiani delle mura di più. Sente le botte e le spintanate, non ci fa particolarmente caso mentre si sposterebbe in un posto più tranquillo per poter osservare la scena come proseguel Il general comandante presenta la polizia come dei grandi eroi della guerra e la cosa continua a lasciarle dei dubbi. Non dubita che queste persone siano forti, ma la forza del mondo ninja è andata a combattere in quella guerra, i più forti si trovavano li. Cosa è successo che ha permesso a questi non solo di costruire delle mura sotto attacco delle bestie senza praticamente tre dei capi villaggi, i più importanti dieci anni fa a gestire il rimanente dei popoli? per non parlare dei capi clan. E nel mentre difenderli da queste bestie, senza contare il Dio. tutto molto bello e eroico ma perché sembra che le manchino delle informazioni? Assottiglia lo sguardo e se fosse arrivata in una posizione tranquilla lontano da spintoni o stare in mezzo alle persone, la donna porterebbe le mani al livello dello sterno e chiuderebbe gli occhi. Prenderebbe un lungo respiro mentre usa la sciarpa sollevandosela sulla testa quasi a formare un cappuccio di fortuna e unisce le mani tra loro sembra quasi in preghiera poi comporrebbe il sigillo della tigre e cercherebbe di accumulare una certa quantità di chakra dalla bocca dello stomaco cercando di direzionarla verso gli tsuba degli occhi. COmprimerebbe una certa quantità nei suddetti punti e lentamente lo rilascerebbe verso il bulbo cercando così di attivare la stimolazione necessaria attraverso il chakra per risvegliare il byakugan. Se così fosse riuscita a fare, la donna vedrebbe attorno agli occhi e sopra le tempie le consuete e grottesche venature ramificate come rami contorti e la sua vista potenziata dalla sua innata seppure più debole di quanto fosse abituata in passato a osservare [movimento 2/4 - tentativo risveglio innata 2/4 ][Byakugan liv I 29/30]

20:23 Nobu:
 Quelle parole sono un vero e proprio raggio di speranza per tutti quelli che lo stanno ascoltando. Fatti, verità che gli sono state impresse fin da giovane, fin da quando Kagegakure era solo un idea, un esigenza per la situazione globale e il nemico in comune e ora, dopo dieci anni, eccoli lì ancora tutti insieme. Si volta per vedere tutta quella calca di gente spintonarsi mentre lui… beh lo abbiamo detto, lui si era preso un posto comodo comodo essendo lì da ben prima dell’inizio di quel congresso se così possiamo chiamarlo. Si lascia sfuggire un applauso, preso dalla foga della platea se così si può chiamare ma non si scompone troppo in quegli schiamazzi che danno manforte appunto all’elogio del comandante per la Shinsengumi, tanto una voce in più o una in mento cambia ben poco. Si volta però a guardare Nene, eccome, con tutta quella gente probabilmente non sta vedendo praticamente nulla essendo lei più piccolina e con tutti che sono scattati in piedi. Quelle parole però arrivano forti e chiare e, nonostante non possano vedere il comandante, o almeno, lui potrebbe se solo attivasse la sua innata ma, che senso ha? Già lo conosce di fama il buon signor Byakuya Kuchiki, praticamente un divo per il ruolo che ricopre e anche tra le ragazze… a quanti appuntamenti l’ha sentito nominare neanche ve lo immaginate. In risposta alza solo il braccio sinistro serrato in un pungo, carico, denso di emozioni ed entusiasmo. < Ci siamo Nene, noi siamo pronti! > Si rivolge alla sua compagna, cercando di caricare pure lei! [chk on]

20:25 Kamichi:
  [Kage] Un tardo pomeriggio strano, nessun avviso, nessun pre-avviso, nessuna situazione degna di nota, nulla che potesse ricondurre mai la mente del nostro tribale ad ergersi in questo scenario bellico-militare, addirittura al cospetto de generale stesso della shinsengumi, non un uomo, non un ninja, ma un vessillo che incarna in se i valori principali della giustizia stessa, un baluardo posto lì come difesa umana alla difesa fisica di un villaggio, o forse di un intero paese. Tuonano le di lui parole, impettito, imperioso nel fare e quasi sacrale nelle movenze sparse durante il parlato, che pare aver raggiunto gli animi di molti ninja lì presenti, nel bene e nel male s'intende. Parla di storia, di avvenimenti che ancora al giorno d'oggi fanno parlare, che ancora oggi restano sulla pelle dei ninja del passato e nella mente di quelli del presente, ammoniti ad albori da quella che fu la più grande resistenza ninja della storia, dove la stessa shinsengumi, ha garantito non poche vittorie alla sua causa. Eppure tutti sembrano aver preso posto, tutti seduti, forse più per rispetto che per altro, forse più per paura che per stanchezza, eppure son tuti lì a sedere ad ascoltare quelle riecheggianti parole di giustizia e amor di patria, prodotte da quel timbro vocale così autoritario. <Ma> ne ascolta i contenuti, ne rimane invadito, quasi imbambolato, del tutto assente dalla realtà attorno a lui, del tutto esente dalla circostanza del loco, mentre quell'uomo continua ad esplicare i concetti alla base della corporazione, della fazione di giustizieri del villaggio, invitando i presenti a prendere parte alle virtù incarnate della stessa, o quanto meno, di assistere in silenzio alle sue solenni parole. Non pare sedersi, resta all'in piedi, resta lì fermo dimenticandosi persino di prendere posto, resta lì ad ascoltare quelle parole, fissando quella figura così iconica, quasi come se i suoi occhi stessero bramando quelle virtù, quella posizione, quasi come se avesse trovato un qualcosa per cui lottare. Ma sa ancora poco, abbastanza da restarsene lì immobile, a fissare con sguardo truce quel generale ninja, ad ascoltarne le parole e ad osservarne i movimenti, tanto persino da rispondere tra se e se, quasi in maniera del tutto impercettibile <se ci fossi stato io la guerra di 10 anni fa non ci sarebbe neppure stata> balena come suo solito da sbalzi caratteriali del tutto improvvisi, passando da tenue e tribale ninja esotico, ad arrogante e sbruffone guerriero di boschi, come in un fulmine in una giornata di sole, improvviso nelle scelte, ma sempre direzionato verso l'obiettivo unico dell'ordine assoluto.

Attendere fato

20:27 Nene:
  [Transenne - Lontana dalle persone] Le mani schioccano, s'accodano al boato d'applausi che vogliono accordare le parole del capitano. Isolata da Nobu, seduto tra le persone - si cura di rimanere da sola nella sua porzione alla transenna creandosi attorno una bolla di vuoto. E' vero. Ogni parola che esce da quella bocca è votata ad inneggiar un nome che s'è fatto eco dall'anno zero di questa gigantesca metropoli facendo rinascere l'era ninja dalle sue stesse macerie. Dall'ammasso di nulla putrido che era divenuto. Lo sguardo schiva di lato, i palmi che prima s'erano prodigati nell'inseguir l'applauso della massa ora finiscono per appoggiarsi nudi contro la transenna - volgendo di tanto in tanto le proprie attenzioni al filtro di sigaretta. Un bel discorso - tanti applausi. E la domanda che ne segue, inevitabile dati i volantini trovati in giro - fa' risalir Saigo dalla folla in adorazione. Gli occhi di ghiaccio si posano su di lei, nelle prime linee. La caratterizza molto, o forse vien caratterizzata l'ipotesi di vederla come una di quelle fan sfegatate che aspettavano solo questo momento. La sigaretta scoccata in un esplosione di scintille al di la della transenna e della folla - sventolando indice e medio con il mero muoversi del polso minuto. Il capo si prontende in avanti, si ripiega alla volta della spalla. < ne ne -- > Un pigolare appena più alto di quello della fragolina davanti, probabilmente mosso con il solo desiderio di farsi sentire data la lontananza dal palco. Un colpo di lombi la stacca dalla transenna cercando di avanzare. Non importa, infondo, divertirsi è importante nella vita, giusto? Mesta si muoverebbe senza badar a chi le tira spallate, di la sfiora - la tocca - o ci si appoggia di sfuggita nel tentativo di ostacolarle il percorso. Le ghiandole rigettano tossina, la lasciano espandere lì dove la pelle è appena sudata per via dell'allenamento da cui è fuggita per partecipare all'evento con Nobu. Tenterebbe di affiancare Saigo, ripiegando il capino a salutarla con un sorriso mefistofelico quanto pacato. < La signorina Saigo non è l'unica pronta a lottare per proteggere il villaggio delle ombre ! > Un tono adorabile, educato, tremendamente falso per chi come Nobu, potrebbe renderla il ritratto della maleducazione e dell'arroganza. [ck on?]

Il popolo è in visibilio, la gente lo acclama, pende dalle sue parole, fascino, carisma, potere, eloquenza, tutte caratteristiche da vero leader, il popolo continua a fremere, stanco in tutti questi dieci anni di subire e poi finalmente qualche vittoria, piccola, minima, ma una vittoria, poi di nuove, poi sempre più numerose, il popolo di Kagegakure non solo stava cominciando a respingere gli attacchi delle bestie ma stava cominciando a guadagnare terreno sull’oppressione di queste bestie. Sacrifici furono fatti, sangue fu versato ed oggi finalmente si possono raccogliere i frutti, Kuchiki Byakuya lo sa molto bene e non a caso è qui oggi, ovviamente l’intero paese di Kagegakure assisterebbe a tale evento, telecamera e grandi schermi sparsi sull’intero villaggio, l’aria raccolta nei polmoni e ora di dare un senso a tutto questo... <Se siete pronti a sacrificarvi, se siete pronti a battervi per il vostro futuro, se siete stanchi di essere schiacciati come dei vermi insignificanti, allora oggi avrete la possibilità di cambiare il vostro destino, di unirvi alla più importante, potente ed elitaria organizzazione senza pari che Kagegakure abbia mai visto e mai potrà vedere> tuonerebbe per poi continuare < i tre migliori membri della Shinsengumi sono di fronte a voi> e con queste parole tre figure, uscirebbero da dietro l’impalcatura del palco, lentamente si porterebbe tra palco e le transenne che dividono il popolo, mentre alcuni membri dell’organizzazione stessa, affiancherebbero a loro dei tavoli con un foglio e penna. Sono proprio loro, i tre membri più forti della Shinsengumi, si narra che siano addirittura al livello dei Kage se non oltre ormai di questi tempi, le tre figure leggendarie che assieme al Comandante Generale cacciarono via le bestie dalle mura, leggendaria fu la battaglia di qualche anno fa alle porte di Konohagakure dove da solo uno di questi tre individui fronteggiò innumerevoli bestie, i racconti poi variano sul numero, in una sanguinosa lotta che durò giorni e notti, vedendolo infine uscirne ricoperto di sangue ma trionfante, ecco chi sono questi tre individui, le estensioni fisiche e reali di Kuchiki Byakuya. Una volta che le tre figure avrebbero preso posto il Comandante ricomincerebbe a parlare <Loro sono l’élite della élite, sono i guardiani della vostra pace> breve attimo di pausa per poi presentarli, non che per la maggior parte di loro ci sia bisogno ma quasi più per onorificenza <Unohana Retsu, della divisione strategia> per coloro che basano tecnica, tattica e strategia ai loro scontri, analizzano e colpiscono il bersaglio senza mai fallire, a volte anche in maniera oscura, celata, silenziosa <Mayuri Kurotsuchi, della divisione tecnologica e scientifica> per coloro che non hanno paura di usare la scienza e la tecnologia nei combattimenti, per coloro che l’onore chi, cosa, dove, l’importante è la missione, non importa chi si debba sacrificare o cosa si debba utilizzare se è per un fine ultimo ed una giusta causa <ed infine…Zaraki Kenpachi> si proprio lui, l’uomo che da solo riuscì a respingere un numero non ben specificato di bestie, da solo, per giorni e notti a combattere senza sosta, sotto gli occhi dei suoi subordinati increduli <della visione combattimenti> per coloro che non hanno paura di morire in battaglia con il sorriso in faccia, non importa chi sia l’avversario non si arrenderanno mai, se gli mancheranno le braccia, useranno le gambe, se gli verranno staccate queste, allora avranno ancora i denti e se anche questi dovessero cadere sotto i colpi del nemico avreste ancora gli occhi, per maledirlo fino alla sua fine. Ecco infine le tre figure leggendarie della Shinsengumi, seconde solo a Kuchiki Byakuya, per far comprendere la sua reale potenza e fama <fatevi avanti dunque, scegliete ora di cambiare il vostro destino, scegliete oggi di combattere unendovi all’unica vera giustizia e difesa del villaggio>. Con queste ultime frasi, la polizia locale aprirebbe le transenne in tre corridoi, rispettivamente le tre divisioni appena annunciate dal Comandante Generale Kuchiki Byakuya, fiero dei suoi tre più forti membri della Shinsengumi, Zaraki Kenpachi al centro, Retsu Unohana sulla sinistra ed infine sulla destra Mayuri Kurotsuchi, mentre lancerebbe occhiate in cagnesco verso la donna alla parte opposta, la quale risponderebbe con un gentile sorriso, il che lo farebbe stizzire ancora di più. Dapprima incerti, poi sempre più decisi, un bel manipolo di persone si direzionerebbe verso i tre corridoi, una volta arrivati li d’innanzi se ritenuti idonei ad un primo colpo d’occhio e uno scambio di parole, potranno firmare il foglio poggiato su dei tavoli allestiti appositamente, un foglio che li renderà parte della Shinsengumi. C’è chi verrebbe scartato, finendo anche in lacrime, chi terrorizzato se ne andrebbe all’ultimo, non reggendo il peso e lo sforzo, chi impaurito da Mayuri che continuerebbe ad invitare gente con quelle lunghe unghie dorate, alquanto raccapricciante, così come il suo sorriso dorato [Turni: Sango -Saigo -Mekura – Kamichi - Nobu – Nene] [30 minuti tra un fato e l’altro] [20:35] [Celeri o ci saranno conseguenze dal prossimo fato]

Unohana Retsu - Divisione Strategica : https://cdn52.picsart.com/176919709001202.jpg?type=webp&to=min&r=640

Mayuri Kurotsuchi - Divisione scientifica e tecnologica: https://64.media.tumblr.com/13a2f26858726ac9c3843fa8e44c632a/tumblr_inline_ocgmh7xQ2M1uo8cad_540.jpg

Zaraki Kenpachi - Divisione Combattimento: http://images6.fanpop.com/image/photos/36800000/Kenpachi-Zaraki-zaraki-kenpachi-36836234-799-1023.jpg

20:48 Sango:
 Eppure che lui sia un Ishiba? L'atteggiamento regale vi è dopotutto, la forza pure, e l'onore stesso il modo di parlare, tutto ciò che potrebbero confinarlo nel più nobile dei clan. Caratteristiche che avrebbero fatto di lui un degno conoscitore delle tigri senza alcun dubbio. Non avanza ancora, lascia che quelle presentazioni si facciano vive, presenti, quelli sono i visi dei tre membri più forti e abili nella shinsengumi, che possano venire presentati a dovere e che possano aprir loro stessi le danze a quella marmaglia che si accalca ma alla quale non si unirà per prima. Apprende il loro nome, le loro caratteristiche, di come tutti si facciano largo per andare a scrivere il proprio di nome in quella lista e un sorriso sovviene alla rossa. Un sorriso che si amplia, ma anche lei lentamente seguirà un percorso, una strada tortuosa verso la conoscenza. Quanto potere vi è in lei ? Forse più della mera forza, eppure quella all'ultimo le è mancata. Quando il suo richiamo alla natura è fallito, quando tutti i sacrifici son valsi a nulla, perchè quello non era adatto a lei, e solo adesso vuole convincersene. Un passo lento, calmo, non importa gli spintono ma anche lei regale, la schiena ben dritta e lo sguardo fisso su quella che par essere la propria preda. Zaraki Kenpachi. Colui che si occupa della divisione del combattimento, colui che dovrebbe forse avere segreti in più per donarli a lei, ma chissà cosa si cela la sotto? Quello dovrà ancora scoprirlo, dovrà esser lei a decider la propria strada adesso senza l'influenza di alcuno. Ascoltar quella voce di puro egoismo che risuona nella mente e che le fa porre un passo dopo l'altro. Uno ad uno quelli davanti andranno a districarsi lasciando quel che potrebbe esser la via da proseguire. Cosa aveva detto Mekura? Profilo basso. Ma giunta li , con il lieve sorriso e l'orgoglio di chi ha combattuto, si fermerebbe sul posto e la solo voce bassa e roca andrà a fluir per l'altro < Sango Ishiba > un solo dire ma non andrà che a fermarsi adesso. Semplicemente guarderà l'altro e forse, se le venisse concesso, a prender quella penna per se, mentre il chakra si agita violento sotto la pelle, lo sente negli tsubo mentre freme per fuoriuscire e sfogarsi. Si Mekura, profilo basso. Eppure la propria arroganza fuoriesce come aria, si inebria del proprio nome e della propria storia. E come allora , negli anni passati, non si piega all'altro. Lo sguardo non lascerà andare quello strano viso , tra le cicatrici e quell'occhio coperto, e forse vedrà anche quel sorriso che metterebbe i brividi a chiunque. Profilo basso, eh?

20:50 Saigo:
 Si obbliga ad ignorare la maggioranza di quella folla, si obbliga a mantenere la vera sé stessa completamente nascosta. Non c’è spazio per i sentimenti personali, non c’è posto peggiore per mostrare cosa pensa davvero di molte di quelle persone, deve solo limitarsi ad essere perfetta. Gentile, educata, adorabile ed eroica possibilmente. Vede lo scopo e a discapito di tutto si frena per perseguirlo, modella i suoi atteggiamenti come una brava attrice, ode le parole di Nene e si volta appena verso di lei, la osserva e ricambia quel sorriso adorabile <non ora Nene> non ha voglia di scherzare, non è il momento per lei di lasciarsi andare come suo solito. Quell’uragano di cacciatrice di taglie verrà donata delle giuste attenzioni più tardi solo quando lei sarà arrivata dove vuole. Un primo passo per sentirsi forte, per non essere più in balia degli eventi. Non ha tempo però di star dietro a quei discorsi, è giunto il momento di fare la sua scelta. Ascolta silente e applaude quasi meccanicamente mentre dal palco appaiono le tre leggendarie figure. Lascia che la polizia crei quei tre corridoi e per la prima volta in vita sua si ritrova veramente a riflettere sul suo destino. Entrare nella shinsengumi è sempre stato il primo passo ma non ha mai riflettuto sulla divisione, pensava lo avrebbero fatto loro dopo averla reclutata. Non è tra le prime a muoversi perché si prende il tempo di analizzare la situazione e di riflettere. Non le importa cosa sente di pancia più simile a lei ma solo attraverso chi potrà avere maggior potere. Scarta dunque la divisione del combattimento, non pensa di poter scalare o scoprire molto, non riuscirebbe a cavarsela in un mondo di forza bruta, lei non è la più forte cerca solo di essere più intelligente dell’avversario per cavarsela. Rimangono dunque due scelte la divisione scientifica e la quella strategica. Ci riflette a lungo, soppesando i pro e i contro e già solo il tempo che sta impiegando ad analizzare la situazione forse dovrebbe guidarla. Non è una smanettona, non si vede rinchiusa in qualche laboratorio solo per rendersi più forte in combattimento, non è mica come quel nerd di Fuji, no lei è diversa. Lei analizza, riflette e studia i comportamenti altrui al fine di riuscire a manipolarli se deve. La scelta dunque è stata presa quindi eccola semplicemente camminare verso la transenna più a sinistra, incolonnandosi sicura e decisa verso Unohana Retsu. Prende posto e attende sicura e anche alquanto tesa il suo momento. Sul volto un dolce e perfetto sorriso, quello che ci si aspetterebbe da un fedele cagnolino del consiglio, quello che chiunque vorrebbe vedere sulla faccia di chi dovrebbe difenderti. Stoica al contempo i suoi occhi non si staccano dal suo obiettivo, da quella donna, un passo alla volta, un pianto alla volta le si avvicina sempre più, man mano che la fila scorre. Se fosse riuscita a portarsi davanti a lei allora farebbe un veloce inchino con il capo, flettendo appena le gambe <Saigo Manami> il nome cambiato ufficialmente all’ingresso al villaggio circa dieci anni fa. Non aggiunge altro però, attendendo che sia lei a porle domande eventualmente. La fisserebbe sicura, seppur in maniera non scortese, fissandosi sul volto di lei più che direttamente sugli occhi, senza mai abbassare le sue iridi, mostrandosi orgogliosa quel tanto che le basta per credere di potercela fare [chk on]

20:56 Mekura:
 Varrebbe quasi la pena meditare di entrare a far parte di questa divisione per dei semplici motivi: avere le conoscenze attuali di come combattono, infiltrarsi ulteriormente nel villaggio, apprendere le tattiche, le intenzioni e perché no...sarebbe un motivo di fierezza per riavvicinare la sua famiglia. La tentazione c'è, molta. Inoltre questi sono davvero grossi, la loro quantità di Chakra è notevole, non riesce davvero a dare un valore effettivo a quanto sono grossi, ma corrisponde alla loro fama. In un certo senso non hanno mentito, forse questa gente per davvero corrispone alle storie che si raccontano su di loro. La fama, la gloria forse se lo sono effettivamente meritati, varrebbe effettivamente la pena entrare per ricominciare da capo e istruirsi. Tuttavia, ricorda le parole del monaco: quanto manca ancora? questa strada può essere percorsa in parallelo a quanto richiesto dal monaco? probabilmente no dato che la voleva fuori dalle mura a trovare un'altra strada. Sta di fatto che dovrebbe riuscire a vedere una figura familiare, non troppo distante: capelli rossi, hanno avuto un discorso sul profilo basso ed eccola li, in coda. <humm> Inoltre c'era altro che deve fare, altre cose e fare il guardiano delle mura le impedirebbe tutte. Dovrà trovare la strada per la sua forza in un'altro modo, tuttavia questo non le impedirebbe di andare comunque a fare delle domande. Fare delle domande alla fine è lecito. Si rilassa e rilascerebbe la propria innata, dopo di che si metterebbe in coda come tutti decidendo dove andare: Unohana sarebbe l'ultima persona da andare a chiedere, Mayuri non la convince...l'unico spaventoso ma che le sembrerebbe plausibile senza fare troppe domande di rimbalzo sembra quello grosso. SI metterebbe in fila proprio per lui, per quello grosso. E una volta arrivato il suo momento non darebbe il nominativo, ma piuttosto porrebbe una domanda <quindi usciremo dalle mura?> lo chiederebbe schiettamente e seria <ci andremo a riprendere le terre fuori da qui?> e aspetta, probabilmente un cazziatone con pizza in faccia, ma va bene uguale come risposta [ch on innata off]

21:08 Kamichi:
  [Kage] Non solo i toni, a cambiare paiono essere anche le disposizioni stesse del loco in questione, di quelle file di soldati, di ninja addestrati, di chi ha combattuto immemori battaglie, e di chi, come quei 3 pilastri, formano un gruppo armato rinomato e temuto, rispettato ovunque ne si ascolti il nome. Si formano 3 file, 3 grosse e lunghe file che danno a loro volta a 3 corridoi di persone, terminanti ai 3 pilastri stessi: Combattimento, strategia, ricerca. Fondamentali per l'esercito, fondamentali insindacabili per avere una difesa efficace all'interno e all'esterno del villaggio, delle virtù intrinseche nel credo della shinsegumi stessa, già, la parola giusta da usare è probabilmente credo. <Ordine> prende fiato, avanzando in richiamo l'alternarsi celere di ambe due le leve, sinfonicamente in un duetto muscolare in avanti, laddove il corpo farebbe per camminare con fare ardito verso quella posizione centrale, laddove non solo lui guarda, ma dove persino il suo chakra viene richiamato. <Rispetto> prende fiato, mentre ambo le braccia si muovo alternate in leggerissimi moti a pendolo, oscillanti in maniera curva, mentre quel suo sguardo pare non riuscire a far altro che restare incollato ad osservare quella direzione, quell'uomo, quel foglio bianco apposto su di quell'appoggio legnoso, laddove firma e nome, con annessi controlli, renderebbero il ragazzo dai biondi capelli, un membro della giustizia. <Obbedienza> dovrebbero indi essersi macinati fasti i metri a mancanza d'apporto dal corpo tribale del giovane, ora lì al cospetto del generale, lì al cospetto con l'ipotetico uomo più forte del villaggio, dinanzi a quella figura rocciosa, imperiale, temeraria, nefasta, mortifera e... vicina. <Kamichi> ad alta voce, osservandone la figura del generale, restando lì in attesa di responso, non curante delle persone prima di lui, nè di quelle dopo, non s'avvede di nessuno, non esiste nessuno, c'è solo un uomo davanti a lui e quelle 3 parole che riecheggiano nella sua testa: Ordine, rispetto, obbedienza, che a loro forza richiamano potere, bramosia, eccessi, peccati, in un mondo che non doveva essere fatto per il nostro eroe, ma che invece, è finito con l'inghiottirlo troppo. Ma tempo al tempo, i dadi non sono ancora tratti, forse è ancora in tempo per tirarsi indietro, o forse, è troppo tardi per l'animo gentile del nostro eroe, destinato a scomparire per far spazio a "lui".

21:08 Nobu:
 Beh qui potrebbero prendere strade diverse la piccola Doku e il choninja, già perché davanti a loro si è posto un tridente non indifferente anche se, conoscendo i due in realtà, Mayuri con le sue unghie d’orate è da escludere, Nobu non è propriamente scientifico ne tanto meno tecnologico, a parte il telefono lasciando le due scelte ben chiare: divisione strategica o divisione combattimento. Quell’adrenalina del combattimento già la assapora, la può carpire da quelle cicatrici su quel corpo statuario di Zaraki, lui più di chiunque altro un icona e un eroe ai suoi occhi eppure… è questo che cerca forse? Fama? Potere. Non è forse più impressionante Unohana che è considerata nella top tre senza che lui ne abbia sentito parlare? Quel velo di mistero e pericolosità della divisione strategica. Nella sua testa li sta già dividendo come i lupi che si muovono in branco nella divisione di combattimento e i serpenti che avvelenano e ammazzano la loro preda, animali dal sangue freddo. Volge lo sguardo a Nene, conscio di già della sua decisione, perché la Doku è così: mena come un fabbro a testa bassa. < Ci vediamo dopo Nene, va e fai vedere di che pasta sei fatta. > Le direbbe, aspettando che la gente comincia a prendere posizione in quelle fila e soprattutto che che la fila inizi a sfoltirsi un attimo. Non aveva senso correre e accalcarsi. Continua a guardare quei due, al centro e a sinistra. Un viaggio introspettivo insomma a decidere il da farsi e quello che è lui in realtà, cosa gli farebbe più paura incontrare anche all’interno stesso della Shinsengumi. Già perché quelle parole sono pesanti: vermi insignificanti, questo sono a tutti gli effetti. Chiude gli occhi e si alza quindi in piedi, passi che si susseguono l’un con l’altro a un ritmo costante arrivando infine alla fila di sinistra, davanti a Unohana Retsu. Alla fin fine Nobu ci ha riflettuto e nonostante lui ami l’adrenalina del combattimento, la stessa adrenalina arriva dal freddare i nemici, qualcosa che può fare solo grazie al suo lavoro. Non è un bruto a differenza della compagna ma bensì applica tattica e la delicata arte marziale, hyuuga e personale e anche le sue abilità lo rendono un all rounder, facendo appunto della sua decisione in battaglia la spinta in più che serve. Se possibile per quel colloquio farebbe un breve inchino formale e si siederebbe tranquillamente davanti alla comandante, anche per non farle alzare troppo la testa visto che Nobu… è alto e anche tanto. Quel colorito di pelle unica va in contrasto con quegli occhi di ghiaccio che forse Unohana saprà ricollegare alla provenienza o forse no, infondo Hyuuga scuri non se ne vedono in giro. Sul tavolo i propri documenti, quel foglio con le proprie referenze e la collana dei cacciatori di taglie, come a dimostrare che lui ha la stoffa per fare quel lavoro, per fare il salto di qualità. Iridi di ghiaccio che la scrutano e pendono da quelle labbra qualsiasi domanda gli possa fare. Non le da la mano dato che lei non è un suo pari, anzi è ben di più e le parole di Byakuya gliel’hanno fatto ben capire, in questo momento il choconinja è un verme insignificante per loro, sta a lui divenir crisalide e sbocciare come una farfalla, o meglio in una falena da seta, la più pregiata di tutte. < Nobu Ryuuzaki > [chk on]

21:14 Nene:
  [Transenne - Lontana dalle persone] E' andato anche tutto bene fino ad ora - finchè guardava e stava zitta. Finchè il capitano incitava la fiamma sulla shinsengumi e il popolo l'acclamava a gran voce. Il musetto volto a quel palco insegue parole e movimenti di chi sopra sembra tenersi tutti i riflettori su di se'. E' un opportunità troppo grande per rimanere nell'ombra - per rimanere quel profilo basso che ha tenuto fino ad oggi solamente per tirare avanti. Le parole di Saigo la vedono abbassarsi ad appoggiar gli avambracci sulla transenna sotto al palco, senza nemmeno porsi il problema di avvelenare chi le sta vicino a scatenar il delirio. Non le interessa. Come se la faccenda non la riguardasse nemmeno lontanamente. Labbra di vino che si stropicciano in un broncio - la guardano in tralice. Il desiderio. Il viso. Le labbra. Le mani. Il sorriso che lei le regala. Non se la prende per esser in secondo piano alla fine, tutto lo è - no? Così come Nene scompone la situazione per trarne il maggiore profitto. E' un azione tremendamente umana, così come tremendamente umani sono i nostri personaggi. Se fosse ora di esser seri, di farsi vedere come valorosi combattenti - se solo fosse il momento di metter davvero tutto da parte, allora dovrebbe levarsi di dosso il cappotto da Nene, depersonalizzandosi. Chi reagisce come Saigo, chi reagisce come /lei/. Impazzendo. Non è facile onorare il passato, sentir parlare del fallimento - sentir parlare di come la guerra abbia cresciuto persone come loro. Le ciocche d'ebano carezzano le guance quando lo sguardo pigro si leva di nuovo sui riflettori inseguendo chi parla. L'argomento è la storia; possiamo non provare sentimenti, avendo d'innanzi il motivo per cui non siamo in vita? Becero macigno stanco il cuoricino della salamandra manca un battito quando Kenpachi si mostra fuori dall'ombra - così come Kurotsuchi e Retsu. Ma /Kenpachi/. Lo si sentiva come un eco. In accademia. Tra i bambini. Nelle fila. Ha un riverbero che attraversa le viscere e le spinge a guardarlo con il bagliore di un innamorato. Il proprio esempio. La propria guida. Si flette con unghie che pungolano i palmi dalla tensione, agitando il pugno dalle nocchette spaccate per attirarne l'attenzione. < Kenpachi ! Kenpachi-dono ! > Fende la folla, come chi ha appena visto il suo eroe. Sputa fuori la voce, gratta petto e gola. La scelta non verte in nessun dubbio - e se così fosse - arrestate la scrittrice per puro metagame. Il passo di Nene accodato a quello di Saigo non tentenna, non abbozza nemmeno un calcolo matematico - nemmeno prova a vedersi in un settore differente. Kenpachi. Come se le altre divisioni non esistessero. Come se avesse i paraocchi. I pugni stretti ai fianchi, la divisa nera da karateka mostra nello scollo lo stemma dei cacciatori con la stessa verve di chi veste la bandiera della propria nazione. Patriottica. Lo sguardo che vien rivolto agli altri - chi più, chi meno - curiosa di veder la scelta di Nobu. Le ciglia ricurve si sollevano proprio su di lui - sulle labbra che le augurano il meglio e mentre s'accodano, s'allungherebbe a pizzicargli la maglietta tra le nocche tirandolo appena verso di lei - o meglio provandoci. < / spaccali baby, prenditi il tuo posto / > Un sussurro - inseguendolo, così come insegue Saigo facendole l'occhiolino. E lei, assieme a Sango e Mekura - finirebbe per inseguire l'eroe. Il grezzo. L'apoteosi dell'esser un combattente. Un fabbro, come detto da Nobu. < Nene. > E basta. Richiedendole il documento infatti, questa lo tirerebbe fuori - e vi sarebbe la dicitura "Uchiha" sbarrata, ma una clausoletta che la rifà al clan Doku, sebbene non lo porti come cognome. Letteralmente NENE, o meglio, un piccolo codice di riconoscimento: KK21. Ah, gente di Oto. [ck on][fangirl di Kenpachi: on]

Bene bene bene sciocchi Genin, vediamo se siete buoni a qualcosa, magari è l’occasione giusta per morire con dignità invece di finire le vostre vite davanti a mai dire Ninja, la casa del Grande Ninja e c’è Ninja per te, sul divano, in pantofole, con la panzetta e chiedervi perché siete nati. Tre strade si aprono dunque d’innanzi a voi, come le porte del paradiso, ma solo una è quella giusta, e così deciderete, chi più velocemente, chi più lentamente, il vostro destino, mentre intorno a voi mucchi di persone vi supererebbero, chi eliminato ad una prima occhiata, chi allo scambio di battute, chi dopo un breve scambio di battute e chi, fin troppo paurosa da lasciare tutto all’ultimo, ma voi no, una volta riflettuto vi siete incamminati e dunque cominciano con un certo ordine:

- Saigo: Le tue parole avevano raggiunto eccome il Comandante Generale, ma solamente il suo sguardo si era mosso per un istante verso te, non sei riuscita a notarlo, veloce, impercettibile, ora che invece ti dirigi sulla colonna di sinistra, se alzerai lo sguardo vedrai Kuchiki Byakuya osservarti per alcuni tuoi istanti, seguendo i tuoi passi verso Unohana Retsu, prima di tornare a parlottare con alcuni ufficiali e burocrati sul palco, che sia motivo di orgoglio per te se tra i tanti ha udito le tue parole. Una volta arrivata d’innanzi alla Donna, potrai notare tutti i suoi particolari, dai capelli neri a quelle grandi iridi e soprattutto quell’aura così pacifica, a tratti inquietante, scritto il tuo nome, si avvicinerebbe a te, come per gli altri, ti donerebbe un sorriso per poi vociare <sei proprio una bella ragazza> un veloce sguardo sul foglio <Saigo Manami> il sorriso si allargherebbe, cos calmo, così rassicurante e genuino <non vorresti lavorare nel mondo della moda e pubblicità?> sussurrerebbe quasi, per poi avvicinarsi a te, al tuo orecchio e sussurrarti <sarebbe davvero un peccato veder deturpato un così’ bel fiore, non trovi?> dopo di che si ritirerebbe, la mano destra coprire le proprie labbra ridacchiando <ihihihi> eppure quelle parole ti rimarranno in mente, che sia una prova? Che sia questo lo scambio di parole citato pocanzi dal Comandante Generale? A te scegliere come rispondere e se rispondere.

Nobu: Dunque anche per te il momento di decidere è giunto, il Choconinja dovrà crescere prima o poi e questo è forse il momento migliore per farlo, seguiresti dunque il tuo istinto, le tue voglie, ciò che il cuore ti comanda, come sempre del resto, seguiresti quella colonna di sinistra, sfidando il criterio della forza bruta sulla quale potresti appoggiarti bene e andando verso una strana più tortuosa eppure molto più appagante sotto certi aspetti. Anche tu potresti vedere gente eliminata, in lacrime o rifiutata, ma non cedi, non puoi, non sei quel tipo, d’innanzi a colei, così bella e così potente quanto pacifica, il tuo cuore si sentirebbe quasi in pace, in quel sorriso a te rivolto, senti la pace, eppure qualcosa di inquietante ti sta osservando, tramite quegli occhietti così tranquilli, ma è davvero così? Ti si avvicinerebbe, osservando la tua firma e dunque il tuo nome <Nobu? E perché mai uno scimmione come te si sentirebbe in grado di comprendere un’arte così sopraffine come la tattica e la strategia?> il suo tono cambierebbe drasticamente, anche a te si avvicinerebbe come fare sinuoso, quasi serpente continuando nel suo impeto <il tuo fisico mi sembra più portato per la forza bruta no? Non sei uno scimmione bravo a rompere le noci di cocco? Non vuoi forse seguire quell’altro bruto con la clava? NON credi sia il POSTO giusto per te?> Si allontanerebbe sorridendoti come nulla fosse, aspettando una tua reazione, o no? Che sia anche questa una prova? A te decidere se reagire o meno, a te decidere cosa fare e che strada imboccare

-Kamichi: Sei sicuro di te, il tuo fare è spavaldo, forse fin troppo, eppure la tua non è propriamente spavalderia giusto? Sei anche tu sicuro che l’ordine e la giustizia debbano essere seguiti con criteri esatti e non liberi, non c’è margine di convinzione o ipotesi, esiste ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, quale modo migliore dunque se non applicarlo con la forza. La stessa forza che ora ti attrarrebbe in quella colonna centrale, magnetico lo sguardo di quell’uomo che seleziona unicamente tramite il suo sguardo, potresti udire pianti ed urla ad ogni suo ruggito <troppo debole> e ancora <troppo grasso> continuando <hai la faccia da scemo> via via li eliminerebbe quasi tutti <che fecce> esordirebbe quando ormai mancherebbe poco a te, il suo sguardo muterebbe, squadrandoti brevemente <e tu signorinella? Perché mai vorresti entrare nella Shinsengumi? Non hai paura che ti si rovini il tuo bel faccino ahahah> lo deriderebbe, che sia anche questa una prova? Qualcosa che ti porti a reagire come vorrebbe o come non dovresti? Anche a te dunque la scelta di come agire e di come decidere del tuo destino.

-Nene: Nano Doku famelico, qualcosa non va nella tua testa ma questo lo sapevi già vero? Le tue urla le udirebbero tutte, persino Kenpachi Zaraki, che seguirebbe la tua scalata fendendo e falciando ogni tizio davanti a te pur di farti strada, un sorriso dentato e diabolico si stamperebbe sul volto del Maggiore <ahahaha> comincerebbe a ridere guardandoti, voleresti fino in cima alla posizione sbaragliando tutti e urlando il suo nome, una volta firmato con il tuo nome rimarresti li immobile, la sua presenza e vista sarebbero imponenti ai tuoi occhi, delle vere e proprie mura giganti, invalicabili, insormontabili, lui è la muraglia stessa, il suo braccio destro si leverebbe in aria, la gente ed il brusio per un istante si abbasserebbero di una tonalità, la sua mano posarsi sul tuo capo, stringere con abbastanza forza da afferrarti e sollevarti fino alla sua altezza <è tu nanerottola ahahah cosa vorresti fare?> ti griderebbe addosso <cosa c’è vuoi fare da mascotte > scherno, rabbia, disgusto, ti deriderebbe in tutti i modi possibili ed inimmaginabili <cosa c’è vuoi piangere per caso?> si avvicinerebbe con il viso, quegli occhi, quelle iridi così piccole e folli <sento l’odore della tua paura da un chilometro> avvicinerebbe il naso, annusandola come un animale, ma del resto questo lui è, un animale. Sarà vero? Stai per metterti a piangere piccola e dolce Nene? O anche questo fa parte della prova? Basta veramente una firma e voilà sei dentro? A te come per gli altri decidere come agire, a te scegliere che destino attenderti.



- Mekura: Il Byakugan ti permetterebbe sicuramente di constatare quanto siano forti, con esattezza non potrai saperlo ma di sicuro quelle quantità di chakra normali non sono, chissà potresti unirti a loro come non farlo, di certo stai rischiando grosso per avere delle semplici informazioni, confidi forse in un’unità e fedeltà all’interno di Kagegakure? Eppure è rischioso essersi rivelati così al proprio Kage e ora mettersi in fila alla più alta istituzione, quasi come un condannato verso il proprio boia al giorno dell’esecuzione. Una volta li d’innanzi a lui, sentiresti la sua presenza e forza schiacciarti, mantenere il contatto visivo non sarà facile ma ce la farai <hmm?> reagirebbe alle tue parole per poi avvicinarsi, piegandosi verso di te <ma che cosa stai dicendo donna?> ti sorriderebbe quasi sadico <fuori?> esclamerebbe <fuori non c’è più nulla, solo polveri e scheletri> riderebbe quasi ad una domanda del genere <non ci sono più terre se non lande aride e devastate, Kagegakure si espanderà e renderà sicuri tutti i luoghi> un giro di parole per dirti che si, usciranno ma usciranno unicamente per espandere i territori di Kagegakure, altri motivi sarebbero futili oltre che inutili, il mondo come lo conoscevi te Mekura Hyuga non esiste più. Detto ciò, ti squadrerebbe per bene, per poi vociare <come ti chiami donna?> tuonerebbe e poi più nulla, lasciandoti passare qualora tu voglia andartene

- Sango: Ah, l’elegante e bella Sango Ishiba, il tuo nome cognome porta un certo fardello nel settore di Amegakure, ma qui, non vali nulla, sei uno zero, conti forse tanto quanto un Doku di Oto, ma soprattutto nessuno sa più chi sei, le tue gesta, ogni tuo sacrificio, sono stati dimenticati, al gente che ti sta intorno, chi nata, chi cresciuta nella bambagia e nell’ignoranza di tutto il sangue versato e dei sacrifici che hai fatto. Ciononostante se li, vuoi qualcosa di nuovo, vuoi finalmente qualcosa di tuo, una tua decisione, un tuo egoismo, vuoi seguire un percorso da te deciso, da nessuno imposto, da nessun amore od obbligo fraterno, se li, conscia del pericolo e forse è anche questo che ti eccita vero? Rischiare di morire, rischiare di mandare tutto all’aria di nuovo, ancora, nonostante te sia conscia di questo continuo con il tuo elegante quanto lento incedere nella colonna centrale, la peggiore di tutte secondo alcuni, uomini della tua stessa fila e quelle adiacenti ti guarderebbero, catturati da tale bellezza, ritenute qualità effimere comunque nel combattimento, ma poco importo, sei li perché lo hai deciso, perché lo vuoi, perché nonostante tutto vuoi sentirti viva, sprezzante del pericolo. Infine giungeresti d’innanzi a lui…Zaraki Kenpachi, il suo sguardo penetrarti, eppure quelle piccole iridi verrebbero sgranate all’udire il tuo nome <Sango Ishiba?> ripeterebbe ad alta voce, il Comandante Generale, intento a firmare scartoffie e parlare con i burocrati dei piani alti fino ad allora, volgerebbe capo e sguardo verso di te, assottigliando gli occhi <hmp> un verso che nessuno riuscirebbe a percepire, ma un gesto che verrebbe visto da tutti, la destrosa levarsi altezza terra, aprirsi in un palmo e chiudersi nella tua direzione, Zaraki Kenpachi, con lo sguardo diretto verso il suo Comandante, rivolgerebbe di nuovo le sue iridi <sei fregata ora> un sorriso terribile palesarsi sul suo volto, ma non si muoverebbe, bensì alle tue spalle due membri della Shinsengumi apparire, con le mani già pronte ad afferrare le tue braccia, bloccartele dietro la schiena ed ammanettarti con le manette anti chakra, potresti fare forza e capiresti che non sono dello stesso livello di chi ti sta di fronte ma di certo sono più forti di te, veloci i loro movimenti ti trasporterebbero immediatamente sul palco, al fianco del Comandante Generale, poco più avanti di lui verso l’interno, quindi dandogli le spalle, il quale seguendoti con il suo sguardo, userebbe il proprio piede destro per colpirti poco sotto il bicipite femorale, così da farti perdere l’equilibrio e farti accasciare sulle ginocchia, mentre i due gendarmi cambierebbero posizione per tenerti ferma in maniera a loro più comoda <cittadini di Kagegakure, come potete ben vedere ed udire, lei è Sango Ishiba, un tempo membro importante del Clan Ishiba, ora nient’altro che un residuo di ciò che era un tempo, questo è ciò che fa la Shinsengumi, vi protegge> tuonerebbe, i presenti rimarrebbero sconcertati <questo è l’obbligo che la Shinsengumi ha verso di voi e in cambio chiede solo una cosa…FIDUCIA> uno dei membri posizionato ormai da tempo infondo al palco, come tanti altri, si staccherebbe, portando con se una Katana, la katana appartenente proprio al Comandante Generale Kuchiki Byakuya, veloce ad estrarla ancora con il fodero posto sui palmi del subordinato, la infilzerebbe nel tuo polpaccio destro, dando ora uno sguardo a te e uno alla folla della piazza <questi sono i ninja che un tempo scomparirono, c’è chi dice per combattere una guerra, chi per paura del dio Ninja, a me poco mi interessa, ciò che conta è che quando ci fu bisogno di loro, non risposero alla chiamata> il tono di voce si alzerebbe data la mancanza del microfono <non vi furono quando le lacrime ed il sangue dei civili venne versato dalle bestie, non vi furono quando cercammo di resistere nella fame e nel dolore e ora sono tornati, come nulla fosse> il popolo rimarrebbe in silenzio aspettando le ultime parole <sono tornati perché vogliono distruggere tutto quello che abbiamo costruito con fatica e sudore, sono tornati per farci piombare nel dolore che loro stessi ci hanno fatto provare ma noi della Shinsengumi non lo permetteremo> il popolo esploderebbe prima in sonori fischi ed urla, insulti e poi in esultanza a quell’ultima frase, ormai completamente assuefatti dal credo, dalla fiducia e da quelle parole. Un cenno alle sue guardie, di portarti via, chissà dove, a breve lo scoprirai ma per adesso, per te, finisce qui Sango Ishiba <non è l’unica, molti altri stanno tornado, mossi da chissà quali intenzioni spregevoli, ma non gli lasceremo fare ciò che vogliono > Sentenzierebbe, una bugia, questo è ovvio, eppure una bugia necessaria affinché il popolo non venga intimorito, si faccia domanda o entri in crisi.

Turni: Saigo -Mekura – Kamichi - Nobu – Nene - Sango] [30 minuti tra un fato e l’altro] [22:30]

22:41 Saigo:
 Prima, a causa della fugacità del gesto, non aveva colpito ma ora le è chiaro e palese, orgoglio che si risveglia quando nota il capitano comandante osservarla, alzando gli occhi, spostando lo sguardo può incrociarlo e capire di valere veramente qualcosa. Non crede certo che lui possa essere interessato solo al suo fisico, sa che i membri di quella corporazione sono vicini al consiglio e ha la certezza che alla fine il consiglio sappia tutto di tutti. Non da però altri accenni in merito, fissa sul suo obiettivo non si lascia distrarre in altri pensieri, si china per compilare quella domanda dopo essersi presentata ed è la voce della donna a riscuoterla ora. Alza appena il capo, gli occhi salgono a cercare la figura di lei, seppur per ora rimanga china, impegnata a scrivere. La osserva solo un’istante e riabbassa lo sguardo. Si prende tempo per ascoltare le sue parole e sorridere, gentilmente. Con quel dolce sorriso si rialza, la osserva ignorando quanto la trovi dannatamente inquietante e quanto questo le piaccia, quanto voglia arrivare ad avere quella conoscenza, quella consapevolezza di sé per dire certe cose con quella pacatezza. Non si cancella quell’espressione come risposta, si limita a fissarla <grazie> eccola la prima reazione a quel complimento che suona più come una stilettata. Allunga verso di lei il foglio ormai compilato <sono già un’attrice ma non le faccio il torto di credere che non lo sappia> ammette gentilissima e melliflua nel tono. Delicata mostrandosi davvero come quel fiore che viene descritto, proprio come una rosa però mostra le sue spine ed è pronta a pungere, sia pure con le sole parole. Non pensa di essere una completa sconosciuta sia per la convinzione esposta poco sopra sia perché è orgogliosa e pensa ormai di essersi fatta un discreto nome come professionista. Non che importi al momento, le offese di lei affondano nel suo corpo ma non minano quella sicurezza, la convinzione che l’ha spinta fin lì. La frase successiva lascia poi diverse interpretazioni, se ne resta con la mano destra a tendere il modulo verso qualcuno che lo raccolga <e perché dovrei venir deturpata? I fiori sono più pericolosi di un coltello> sorride ancora e ancora, risponde con le stesse identiche armi, sforzandosi di iniziare ad imparare da subito <hanno spine ma soprattutto producono veleni mortali> che lei sia velenosa? Di certo non fa bene a chi le sta intorno, basti vedere Fuji <non sarò al vostro livello ma posso raggiungervi> evita di sottolineare che pensa e vuole anche superarli <ed infine non temo lo svanire della bellezza fisica, non basta il miele per catturare una preda ed ucciderla> in tutto questo discorso mai la sua voce ha dato l’impressione di voler mancare di rispetto, docile nei modi di fare, educata. Si sforza di mettere in pratica le sue lezioni di recitazione, lascia che la lama avversaria affondi dentro di lei prima di replicare, ogni dubbio lo lascia insediare per poi controllarlo, solo comprendendo cosa voglia farle provare può replicare se si limitasse a difendersi qualcosa le sfuggirebbe, Le parole di Kenpachi però giungono alle sue orecchie, si volta appena lasciando che la rabbia cresca in lei. Un’egoista traditrice, ecco chi è davvero la donna che l’ha schiaffeggiata e poi le ha chiesto scusa, non l’aveva riconosciuta ma non può dubitare di quel discorso. Quei ninja le hanno già distrutto l’esistenza una volta e non può permettere che accada ancora, questo è il motivo per cui con un respiro profondo e socchiudendo appena le palpebre ancora una volta reprime, deve essere accorta, arriverà il giorno in cui potrà sfogarsi ma non è adesso il momento. Sorride nuovamente ad Unohana mostrando una placida attesa che nasconde dolore, rabbia, trepidazione ed ansia. Indossa una maschera come a lavoro [chk on]

22:49 Mekura:
 Cosa aveva detto? sguardo basso. profilo basso, basta fare un nome e sono li, prontissimi a fare del male al prossimo e questo è un insulto notevole per Sango come sarebbe per Mekura se si rivelasse a sua volta. Ma deve lasciare Sango a vedersela da sola, non è stupida ed un piano ce lo avrà, ci saranno dei motivi per la quale ha fatto questo, lei ascolterà in disparte. Prenderebbe un lungo respiro per concentrarsi. Ripensa al monaco, alle parole mentre guarderebbe la faccia di Zaraki Kenpachi la cui pressione dovuta dal suo potere ha quasi l'effetto di schiacciarla. Quante volte ti sei sentita così Mekura? schiacciata dal potere degli altri, dall'intensità di questa ineguatezza, dalla sua debolezza, dai suoi errori dagli orrori che lei stessa ha causato. Si è sempre uomini di fronte alla tempesta, bisogna temerla, bisogna conoscerla, non ci si può piegare al semplice terrore. Ti hanno tolto molto Mekura Hyuga, ti hanno tolto anche in nome nella storia e se lo usassi in questo momento allo stesso modo finiresti a terra come Sango. <io sono chi sono e sono chi vuole colui che sempre è stato e sempre sarà, niente più, niente meno, volevo solo sapere questo> e con questo si allontanerebbe, sfruttando la situazione con Sango in modo da far perdere le sue tracce, lascia i comizzi agli altri. Cercherebbe quindi di passare attraverso la folla prima che si agitasse troppo e confondersi con questi cercando di essere il più naturale possibile, ricordiamolo la sciarpa è sopra la testa a mo di cappuccio. Cercerebbe di arrivare verso la fine della folla e trovare un luogo appartato di nuovo per poter riattivare l'innata. unisce le mani tra loro sembra quasi in preghiera poi comporrebbe il sigillo della tigre e cercherebbe di accumulare una certa quantità di chakra dalla bocca dello stomaco cercando di direzionarla verso gli tsuba degli occhi. COmprimerebbe una certa quantità nei suddetti punti e lentamente lo rilascerebbe verso il bulbo cercando così di attivare la stimolazione necessaria attraverso il chakra per risvegliare il byakugan. Se così fosse riuscita a fare, la donna vedrebbe attorno agli occhi e sopra le tempie le consuete e grottesche venature ramificate come rami contorti e la sua vista potenziata dalla sua innata, di nuovo, un po' per controllare che non venisse seguita, un po' perché vuole sapere dove avrebbero portato Sango..comunque è esattamente quello che lei pensava sue questo villaggio, non è sicuro. [ch on][2/4 movimento lontano dalla folla +2/4 tentativo richiamo di nuovo Byakugan liv 1][28/30]

23:01 Kamichi:
  [Kage] Qualcuno gli rivolge parole, qualcuno con un tono di voce del tutto simile a quello sentito prima, troppo timbricamente unico per essere confuso, tanto da manifestarsi agli occhi del nostro eroe, come niente poco di meno che il generale in carne ed ossa, lui, in tenuta da battaglia, armato come in ogni momento, affiancato dalla temibile katana che chissà quante vite avrà tranciato, e chissà invece quante ne avrà salvate. Qualche centimetro, poco più di un metro distanzia il tribale dalla figura dello shinsengumi supremo, qualche attimo lo ferma prima di rispondergli, prima di poter aver a che fare con la persona più vicina ad essere nominata come braccio destro della giustizia stessa. Attimi di silenzio, mentre lo sguardo s'abbassa per qualche istante, lasciando gli occhi del biondo puntare il ciottolato sul quale si sta svolgendo la selezione <Non è qualcuno che sceglie qualcosa> prende fiato <Siamo tutte pedine mosse da un unica mano, burattini di un gioco più grande di noi, spinti da emozioni e sentimenti che molto spesso ci ostacolano di vedere la verità> prende fiato <Esiste un unica verità, una e solo una> prende fiato ancora, iniziando ad alzare lo sguardo <La Giustizia> osservando il generale <E la Giustizia richiede Ordine> continua <L'ordine, richiede Obbedienza> prende fiato ancora, continuando <E per Obbedire, le persone devono imparare ad aver Rispetto per chi agisce come mano terrena della eterea Giustizia> un esaltato, come pochi, un paladino della giustizia, un crociato dei tempi moderni, un cavalieri antico pronto a destreggiarsi tra vita e morte per il suo dio, o dea in questo caso. <Non importa cosa ne sarà della mia faccia, non importa cosa ne sarà del mio corpo o della mia mente> prende fiato <è la giustizia che muove i passi verso la mia metà, ed imprimerà durante tale tragitto un senso a qualsiasi fine io possa fare> cercando di tenere fisso lo sguardo sul generale <Perchè esistono burattini che vengono manovrati da stolti, ignari e deboli uomini di qualsiasi età e ceto> prende fiato, cercando di non abbassare lo sguardo <E ne esistono altri, che si affidano con anima e corpo al benessere superiore> continua <Alla più alta forma di forza che esista> continua ancora <C'è chi si immola ad essere l'arma con cui la Giustizia sancisce i suoi dogmi> a voce più bassa <E quell'arma, sono io> prendendo fiato, e lasciando che quello sguardo vada a cadere celere verso il basso, già troppo mantenuto vivo in quel contesto e con quel generale.

23:07 Nene:
  [Transenne - Lontana dalle persone] La stessa reazione di un bambino d'innanzi a superman, o spiderman - potresti mai aspettarti di esser trattato pietosamente? Ha osservato Kenpachi avvicinarsi a lei, deriderla - fino a sollevarla dalla testa rendendola minuscola nonostante sia molto più alta di una media nipponica. Le lunghe gambette nere oscillano pigre nel vuoto le gambe lasciate allungate e prive di vita alcuna accanto ai fianchetti. L'amore - vi ricordate quel bagliore negli occhi? Quell'amore che li avevano riempiti, che dipingevano il capitano Kenpachi come l'unico uomo al mondo degno di uno sguardo come quelle - per qualche istante sembrano avere un sussulto. La delusione. Il cuore spezzato. Davvero? Davvero tratta così chi lo ha sempre osannato e ammirato? E mentre le labbra si schiudono esalando un respiro tremante, il chakra vomitato dagli tsubo verrebbe dirottato alla volta delle due ghiandole salivari poste alla base della gola andando a risvegliar il genotipo allucinogeno - o meglio - esaltandone gli effetti fino a renderli meno divertenti e più efficaci. L'unto dell'umiliazione è una macchia che le teste calde non sopportano - s'allarga e l'insozza, urtandone il sistema nervoso. Scivolosa. Appiccicosa. Il respiro caldo vicino al viso del venerabile Kenpachi trema ancora. Ha paura? No - anche se logicamente dovrebbe averne - non è così intelligente da munirsi di rispettoso terrore per quell'elemento. C'era rispetto. C'era ammirazione. E' stato lui a distruggerla dandole della nanerottola, della mascotte. Vuoi piangere, Nene? Le iridi azzurrine risalgono il petto dell'uomo, il viso, le mani che la alzano. Trema, è vero. Trema come una foglia in autunno in balia d'un vento imponente, impressionante. Forse è l'incapacità di trattenersi dal fare cazzate? < ♥ > Un sospiro come fiele, allungando le manine cercando di cogliergli il viso mentre questo la annusa. Un dolce incorniciar delle guance con quei piccoli palmi da nanerottola che si ritrova - accosterebbe le labbra a quelle del cavaliere indomabile(?), tentando di violarne la bocca con la linguetta, rubandogli un bacio. Un bacio in bilico tra l'esser dolce, ed esser osceno. Però un bacio. Un bacio al gusto di shi no chi della giovane salamanda. Fosse riuscita a baciarlo, lascerebbe andare il viso - magari sperando di prenderlo alla sprovvista con un azione così... Fuori luogo? < Cosa ti spinge a trattarmi come una merda, signor Kenpachi? > Un informazione. Niente di più. < Avete paura delle femmine? /Letteralmente figafobico?/ > Abbassa il tono per non farsi sentire dagli altri, scoccando un sorriso adorabile su quella boccuccia di ciliegia. Magari ha sbagliato a voler entrare nella Shinsengumi - se sono tutti delle teste di cazzo così, perseguirebbe la strada del cacciatore di taglie. Non è molto, ma è un lavoro onesto. [ck on][arte del veleno I]

23:07 Nobu:
 Se non fosse che è cotto perso di Nene ci avrebbe pure provato con Retsu, sai è quel tipo di persona che sembra calma ma a letto ti scassa, almeno così pare. L’ultima volta che si era visto allo specchio, ovvero dopo pranzo per vestirsi per benino con quel completo nero, non sembrava così grosso, certo è una persona con un fisico atletico e scolpito ma scimmione, damn! Il problema è che gli piacciono pure le banane da mangiare… forse è davvero un primate? Meglio non continuare su questo trend di pensiero che, dato il colore della pelle di Nobu, si sfocia in stereotipi razzisti che è meglio non citare anche se sono chiari a tutti. Non può che darle ragione, vedendolo è chiaramente portato per la divisione del combattimento. Non le risponde per ora e anzi, aspetta che questa si alzi proprio per portare quelle mani all’altezza del petto a formare il sigillo della tigre. Non si preoccupa di quei sigilli dato che la Shinsengumi è lì e se dovesse succedere qualsiasi cosa potrebbero fermarlo subito. Concentra quell’energia attraverso il sistema circolatorio del chakra, smuovendolo attraverso quegli tsuubo per arrivare poi appunto ai nervi oculari, irrorandoli di quell’energia. Le nervature e le vene dovrebbero quindi cominciare a vedersi in maniera vivida ai lati degl’occhi di ghiaccio di Nobu che cambierebbero teoricamente in un color perla tipico del clan Hyuuga. Per i più acuti ci potrebbe benissimo stare una voce fuori campo dire ‘ Surprise Motherfucker ‘ ma bisogna avere una mente in grado di abbattere il muro della quarta barriera narrativa, impossibile da fare! < Non è forse anche questa tattica dunque? Presentarsi con un aspetto, lasciando che i preconcetti infondati facciano in modo di aspettarci un determinato tipo di avversario, solo per essere poi fregati, rendendosi conto di star ballando nel palmo dell’avversario dall’inizio? > le chiede in maniera nitida e rispettosa. < È vero, il mio fisico è chiaramente portato alla forza bruta, anche se preferisco applicare tecniche e arti marziali eleganti e situazionali piuttosto che menare come un fabbro…> le da retta, di nuovo, non può nascondere quello che effettivamente lui è e che fino a qualche minuto fa lo aveva inchiodato col sedere a quella sedia dove era prima seduto. Erano le stesse domande che si era posto lui quindi è normale che anche lei se le stesse ponendo. < Tuttavia sono convinto che la potenza non è nulla senza il controllo. Che la divisione del combattimento senza chi gli dice cosa combattere non sia nulla. Preferisco lavorare piuttosto dietro le quinte ma essere efficace. Mi interessa essere un vincente, non basta metterci solo l’impegno. > All’improvviso però, ecco che arriva quell’urlo da parte di Byakuya Kuchiki e lui, essendo uno degli ultimi a colloquio, può godersi lo spettacolo di ciò che accade, quello che per lui è la Shinsengumi, dimostrazione di potere. Ha qualcosa di erotico quella scena e proprio quelle parole ecco che gli fanno scattare la lampadina. I ninja del passato stanno tornando per portare il chaos come quella Sango Ishiba lì indicata. Improbabile che sia il caso della rossa, altrimenti non sarebbe qui di presenza ma è una teoria che non è da escludere, soprattutto con chissà chi è tornato dopo dieci anni! Non ne ha ancora incontrati di superstiti congelati e anzi quella notizia lo coglie abbastanza di sorpresa a dirla tutta. < E se con il ritorno di questi ninja dal passato, la centralità del governo fosse messa in discussione? Non penso sia da tutti accettare che il proprio villaggio non c’è più e che ora siamo tutti sotto il vessillo di Kagegakure. È forse anche per questo che state reclutando? > le domanda curioso mentre collega i punti in una teoria che gli sta balenando in testa solo ora con la visione di Sango. Si guarderebbe attorno in un movimento delle orbite oculari impercettibili dato che ha una visione a 200° in quel momento e, constatato il fatto che non dovrebbe esser visto, disattiverebbe immediatamente il Byakugan, un informazione che appunto non vuole dare troppo in giro, non aspettandoselo da uno come Nobu e soprattutto dato che non usa quel cognome. Per quel che sa inoltre il chocoboy ha avuto l’innata trapiantata proprio nelle fondamenta della torre del governo, un informazione che la Shinsengumi nella sua testa ha di già. Già, peccato che le innate oculari non sono trapiantabili dal governo e quel Byakugan è proprio suo, gene recessivo dal lato della madre che, figlia bastarda, neanche sapeva di esserlo non avendolo mai attivato con il padre, il nonno di Nobu, ancora avvolto in un aria di mistero riguardo alla figura di chi esso sia. Quegli occhi che tutto possono vedere potrebbero vedere appunto in lontananza la figura di Mekura. Non sa chi sia, non ha rapporti con il clan Hyuuga se non quando va lì a imparare qualche tecnica, ma per il resto la sua vita è nel distretto di Kusa con il quartiere dell’intrattenimento e a Suna dove ci sono ancora i suoi genitori che però non va a trovare. O comunque quando lo chiamano per le missioni dato che risponde a loro. Quegli occhi sono inconfondibili, gli stessi che ha lui e che vede ogni giorno nello specchio. < Tra l’altro ci stanno osservando. Possibili spie di qualcuno di questa fazione di riformisti? > Le chiede, alzando l’indice sinistro proprio verso i propri occhi a indicare come erano sotto osservazione. Teoria plausibilissima dato che l’attuale Hokage era appunto del clan Hyuuga e con l’arrivo di questi ninja dal passato potremmo avere a che fare con questo tipo di tentativi di colpi di stato, così come altri villaggi che tuttavia non conosce, un caso che appunto conosca gli hyuuga data la loro centralità nell’attuale consiglio e la posizione di Nobu come ‘annesso’ al clan se così vogliamo chiamarlo. [Tentativo richiamo Byakugan I][Chk 19/20]

23:10 Sango:
 Si bene, molto bene. Ogni singolo passo la porterà sempre più vicino sul cammino del patibolo che le si presta incontro. Non ci vorrà molto per vedersi li davanti, non ci vuole molto per cui il proprio nome si possa levare nel cielo ma che possa esser ascoltato solo da chi sa. La memoria, la storia, tutto quello che vi è di più importante tutti quegli schiocchi cittadini non la comprendono ne voglion ricordarla. Vivono nelle loro piccole vite insulse ed inutili , di quelle che non verranno mai ricordate e che non lasceranno mai nulla su quella terra se non il nulla. Anime inutili nella loro breve vita e nel loro triste destino. Vede quell'orribile sorriso sul volto del gigante, ma la schiena non si piega, lo affronta come fu un tempo Yukio stesso, fissandolo dritta nello sguardo < davvero? > consapevole che avrebbe creato tanto casino? Si, ma non così eccessivamente. Non ci vorrà molto che le mani vengano portate dietro la schiena stessa, legate tra loro eppure non farà differenza alcuna < non è modo di comportarsi con una signora > sibila velenosa a quelle guardie ma non avrà nemmeno la forza di scostarsi da quelle che probabilmente sono manette anti chakra. Il corpo che viene sollevato contro la propria di volontà, lo sguardo carico di fuoco che indugia per quegli attimi sul viso di quello che si definisce IL capitano comandante, colui che può più di ogni altro e tutte quelle stronzate a seguito. Lo stesso che le darà quel colpo alle gambe che la ricondurrà li, in ginocchio, d'innanzi a tutti. La rabbia che si erge nelle proprie mani, ma non può nulla dopotutto, nemmeno volgersi contro coloro che detengono quel che pare essere il potere di tutto quell'unico villaggio. Solo la testa andrà a sollevarsi per guardar fisso d'innanzi a se, cercando di respirare con più calma possibile < non mi ha uccisa Yukio Kokketsu > un sibilo basso, di colei che nonostante tutto non vuole morire così, chinata a loro come fosse una qualunque. Se deve arrivar la morte, che arrivi con l'onore che merita. < eravamo tutti in guerra ,il suono contro l'alleanza > un ringhio basso che tuona nel petto stesso, che la porta a morder con forza quel labbro inferiore per torturarlo per la stessa rabbia che le fa tremar le dolci mani vicine. La lama, il suo sibilo impregna le orecchie, sente quel brivido di fastidio eppure ancora non si inchina, non si lascia in alcun pianto disperato, orgogliosa come pochi altri di ciò che è. Ma quella non andrà ancora ad intaccar il collo, si, quelli non sono più Shinobi. < NON VOGLIAMO DISTRUGGERE NULLA > davvero? Davvero non vorresti prenderli uno alla volta Sango e tagliar loro la gola di netto? Si , lo vorrebbe, per riprendersi quell'antica vendetta andata sbiadita e quel loro farla inginocchiare in quel modo, eppure quell'unica casa che le rimane è ancora salva, viva, in piedi. Amegakure è libera adesso da Kusa, eppure inchinata a coloro che ancora si ergono come meri salvatori. E il clan, è ancora li, sebbene non al suo splendore, ma è li e può riprenderselo < noi non siamo il falso dio.> un ultimo dire, per coloro che potranno e vorranno sentirla, perchè non saranno loro il capro espiatorio di quella falsa pace, che pur di mantenerla farebbe fuori coloro che son adesso tornati. Era una mukenin senza dubbio, eppure era un alleata per la pioggia e per il suono. Tutto ha un punto di vista, eppure com'è possibile che quegli occhi e quelle orecchie siano cieche di fronte l'evidenza delle cose? Le gambe che tornano in piedi per qualche attimo e poi beh, verrà portata fuori da quel palco, chissà dove, il motivo lo sa bene eppure vuol sapere. La sete di conoscenza alle volte è un peso che può alla fine schiacciarti. [sacco di patate mode : ON]

Ognuno di voi, chi più chi meno ha scelto di agire come può e come vorrebbe, ma il fato si sa a volte è strano, sadico e tiranno un po’ come me. Ciò che conta è che chiunque di voi ha fatto una scelta, segue un percorso che via via si delinea nella vostra mente ma solo le convinzioni più forti resistono, il resto diventa polvere nell’aria. Come sempre partiamo con ordine:

-Saigo: Quelle taglienti parole che ti sono state rivolte non ti hanno fatto vacillare a quanto pare, rispondendo con altrettanta lingua tagliente, una abilità interessante per chi della mente e della lingua vuol fare strumenti di guerra e mortali. Unohana Retsu ti accoglierebbe dunque, sorridendoti, un sorriso ben diverso dagli sbeffeggiamenti precedenti, un sorriso sincero, affabile e in esso potrai comprendere come sottili e contorte siano le azioni della divisione strategica, avrai modo di dimostrare tra le loro fila che tipo di persona sei e cosa diverrai, se le tue spine faranno sanguinare o meno, colpita dunque dalle tue parole Unohana Retsu ti mostrerebbe il suo braccio destro, così da poter seguire le sue indicazioni e procedere verso la sua destra, vicina al retro del palco dove ad attenderti qualche altra recluta, molto pochi, da li a poco anche Nobu…forse, per poter essere condotti alla sede della Shinsengumi, come? Ma ovviamente tramite la dislocazione con i tre ninja della Shinsengumi a formare un triangolo intorno a voi.

-Nobu: A quanto pare il choconinja non è tutto muscoli e niente cervello, magari le noci di cocco le spacca pure ma solo perché Kioku non è abbastanza addestrato nell’aprirle da solo, ah se solo sapesse che anche quel suo caro amico, divenuto da poco coinquilino, inseparabile tanto quanto un gatto randagio ora preso con sé, è uno dei ninja che a detta di Byakuya minaccia il mondo dei ninja e Kagegakure, sarà vero? Starà a te scoprirlo. Parli e quelle parole hanno un senso, prendono in contro tempo la bella Unohana Retsu che rimane quasi affascinata dalla tua eloquenza ma soprattutto dalla tua analisi non solo su te stesso ma anche su coloro che potrebbero guardare, chi potrebbe esserci e chi come Sango merita o meno tale punizione, porterebbe agile la sua mano destra sui tuoi occhi, coprendoli <Ara ara> ti susurrerebbe continuando <non è il momento di mostrare i tuoi poteri piccolo Nobu> la sua voce ti cullerebbe, magnetica, calma, come onde pronte ad accoglierti <la forza è molto importante è vero, ma nulla senza il controllo> riprenderebbe il discorso del ragazzo <analisi, occhio e una buona mente sono requisiti indispensabili all’interno della divisione strategica, agile colpisci prima che il nemico possa accorgersene> concluderebbe donandoti per un ultima volta quel suo sorriso così affascinante e docile. Come per Saigo anche a te verrebbe mostrata la via seguendo le sue indicazioni per poi essere dislocato all’interno della sede con lei.

-Kamichi: Ah Kamichi, Kamichi, forse sarai un eroe un giorno, ma non oggi e non di questa storia, il tuo approccio sarebbe anche interessante se non fosse che stai parlando con un animale, uno poco senziente, uno che prima ti uccide e poi ti parla, le tue parole scorrerebbero fluide e anche chi è in coda dietro di te ascolterebbe, interessato, ma non è su di loro che dovevi fare colpo, non è della scena che di questa divisione ha bisogno. L’enorme ed imponente figura di Zaraki si avvicinerebbe a te, di profilo si accosterebbe con il dito che si infilerebbe nel suo orecchio, scavicchiando per bene prima di esclamare <eeeeeeh?> esclamerebbe per poi aggiungere <non ho capito un cazzo di quello che hai detto> di botto così, ma d’altronde è un animale, non ti puoi aspettare che comprenda questi tuoi paroloni, si vive, si combatte e si muore, questo è l’unico credo della divisione di combattimento, per quanto sicuramente non siano tutti così, ma egli è il loro supervisore, il loro maggiore e come tale è l’estremismo incarnato in una persona. Si riporterebbe in posizione eretta, mostrando tutta la sua possenza <sei sicuro di non voler entrare nella divisione tecnologica o strategica? LI parlano un mucchio ahaha> deridendo colui che di così belle parole ed ispirazioni si era fatto bello <metti pure in fila con gli altri, vedremo se a spezzarsi saranno prima le tue parole o il tuo visino> una sfida quella che gli verrebbe posta, è un animale, non comprende ma non è scemo quando si tratta di combattere, con quello valuterà il tuo operato e se sarai degno della sua divisione, si spezzeranno prima le tue parole o il tuo corpo? Come per tanti altri, stesso modus operandi, seguite le indicazioni arriverai al triangolo creatosi con i ninja della Shinsengumi, per poi essere dislocato via, ma con te non ci sarà anche Nene, che non andrà oltre l’energumeno.

-Mekura: Per tua fortuna, Sango ti ha preceduta o chissà, magari entrambe a quest’ora eravate su quel palco, poco importa, furba nel tuo pensiero, te ne guardi da dire qualcosa in più, approfittando di quella caciara per rispondere a quella domanda, ovviamente non compresa dal Maggiore per poi dileguarti, prima che quest’ultimo riporti su di te lo sguardo, spallucce da parte sua, una fortuna per te che il macello crei comunque il diversivo per allontanarti, tanto quanto basta da essere al sicuro e coperta dalla tua sciarpa. In zona sicura, attiverai il Byakugan per osservare quegli ultimi momenti, gli ultimi momenti di Sango Ishiba, prima che scompaia, non potendola più seguire con il tuo sguardo.

-Nene: Maledetta nana, forse non sono poi così male i Doku, del resto ci sono ancora i Nara, poco importa adesso, poiché in quella posizione così critica, hai agito solamente come la tua testa ben poco stabile ti avrebbe suggerito di fare eppure a bestia si reagisce come una bestia no? Diciamo più o meno nel tuo caso, sicuramente molto plateale il tuo gesto quanto di grande impatto, derisa e presa di mira non cederesti e anzi, cercheresti vendetta per l’affronto subito, degna quasi di una della divisione strategia, per il sotterfugio ed il piano attuato. Avvicinatosi per annusarti, le tue labbra incontrerebbero le sue, il veleno dunque entrare in circolo nella figura di Kenpachi, le tue parole raggiungerlo eppure, non accadrebbe nulla. Rimarrebbe fermo, li in silenzio, immobile, ancora saldo nella presa, tutto farebbe pensare alla riuscita del tuo diabolico piano di vendetta, ma il suo volto muterebbe, un sorriso altrettanto diabolico si paleserebbe, la dentatura spinosa evidente, sadico in quel divertimento <ahahah> esploderebbe in una risata, che non terminerebbe, fastidiosa, fragorosa, un boato <vedo che sei proprio pazza nanerottola ahahah> si asciugherebbe le labbra, segno il veleno li è rimasto non riuscendo ad attecchire oltre, con un senso di anestesia su di esse <vedo che hai del carattere oltre che del fegato> continuando a ridere di gusto, continuerebbe a tenerti a penzoloni per poi fare leva sulla sua incredibile forza per trascinarti letteralmente di peso sulle sue spalle, a cavalcioni con le gambe a penzolare <molto bene Nene, vedremo cosa sarai in grado di fare, pazza bastarda> tirerebbe un calcio alle transenne, facendole volare via, almeno quelle della colonna centrale <i reclutamenti sono terminati, mi basta guardarvi negli occhi per capire quanto inutili siano le vostre vite, non andreste bene nemmeno come carne da macello> il tutto ancora con nana sulla spalla, dopodiché, ignorando i suoi subordinati che tenterebbero in tutti i modi di farlo ravvedere, darebbe veloci istruzioni agli altri per poi dirigersi con le proprie gambe verso la sede della Shinsengumi, sparendo da quella piazza ad estrema velocità, sempre con Nene al seguito.

-Sango: Non potrai fare nulla, le tue parole avrebbero poco effetto in mezzo alle grida della gente e i fischi, c’è chi si chiederà quanto detto da Byakuya sia vero, chi invece gli crederà ciecamente professandosi già contro i ninja come te risvegliati, per te, beh il tuo futuro ora è più incerto che mai. Incatenata al suolo dalla fredda lama del Comandante Generale, inibita dalle manette anti chakra, stai per andare incontro al tuo futuro, forse i tuoi ultimi istanti. Un cenno da parte di Kuchiki Byakuya, prima che le tue ultime immagini siano quella piazza, prima che l’aria pulita venga sovrascritta da un’aria molto più angusta e tossica, il freddo della pietra, le goccioline penetrare in essa, delle catene legarti ad un muro e delle sbarre precluderti ogni via di uscita, sarà questa la tua fine? Chi può dirlo. [end per lei]

[per tutti gli altri endate pure rispondendo alle ultime cose, spero che vi sia piaciuta e benvenuti nella Shinsengumi <3]

00:21 Saigo:
 Il sorriso davanti a lei ora cambia e tutto le è più chiaro. Una prova probabilmente, qualsiasi cosa fosse l’ha superata motivo per cui con un veloce inchino si muove verso quella direzione, lei sì che sa come comportarsi. Non è altro che una recluta per ora ma sa che è solo l’inizio della sua crescita, non le resta che proseguire lungo quella via per raggiungere i suoi obiettivi. Non le resta che spostarsi e poi spostare gli occhi verso Nene, non sa ancora se si è davvero legata a lei, le sta simpatica e tanto le basta per sentire la necessità di controllarla, osservare se è riuscita in quel tentativo. Non se l’aspettava proprio come possibile membro della shinsengumi ma sa benissimo di non conoscerla ancora abbastanza. Un sorriso in sua direzione se la vedesse quindi per limitarsi a salutarla e congratularsi silenziosamente. Attenderà dunque il suo momento per raggiungere la sede, di essere trasportata e ricevere le prime indicazioni, dovrà studiare ancora di più ma ora che è parte di quell’organizzazione sa di potersi concedere qualche piccola libertà in più, niente più brava ragazza, da adesso li pesta tutti nei vicoli. Forse meglio aspettare d’avere una posizione più stabile. Nella sua testa comunque si affolla un breve elenco di persone poco gradite da mettere nei guai e tra queste c’è anche la rossa che a quanto pare viene arrestata. Osserva con non poco piacere quella scena, Sango come gli altri simili a lei sono i responsabili diretti della morte dei suoi maici, le fa quasi ridere che solo qualche sera prima l’abbia definita “sconfitta dal Dio” quando a quanto pare lei stessa non è stata abbastanza forte per impedirgli di fare quello che voleva. Se ne sta zitta, dunque, in silenzio e obbedisce agli ordini per ora, bramosa solo di mettere mano alle loro conoscenze, di venir istruita come si deve, finalmente potrà iniziare a diventare davvero forte, finalmente potrà provare a sconfiggere le sue parole ed uscire da lì. Ma piano con la mente che corre verso i suoi pochi e concreti sogni, deve ricordare di salire un gradino alla volta senza farsi prendere la mano. Sorride lasciando che tutti i pensieri che si affollano in lei si manifestino in quella semplice espressione. Un piccolo messaggino viene spedito, poche e semplici parole “possiamo farcela”, lo spedisce all’amico d’infanzia, sottolinea la promessa che si sono fatti, sottolinea il suo impegno. [end]

00:26 Mekura:
 Questo mondo, questo mondo è disgustoso quelle persone che avevano servito e protetto per secoli non si sono domandati nulla: gli hanno voltato le spalle senza chiedere perché e non hanno cercato risposte, solo un modo per sfogarsi. E le persone che si trovano li dentro non hanno cambiato nulla. Non poteva fare nulla per Sango e ancora una volta ha una sorta di sensazione alla "già visto" e se lo ricorda: quando era dall'altra parte di una ricetrasmittente mentre Kaori veniva rapita e portata via. Neanche in questo caso ha detto una sola parola: se ne è andata, ha pensato a mettersi in sicurezza. Sango probabilmente la odierà, la odiano tutti quando fa così, ma poco importa, questo è un ulteriore taglio ai loro tempi, ai tempi per trovare Kimi e presto o tardi si troverebbe costretta a rimanere fuori dalle mura. Se avesse fatto la denuncia per trovare Kimi a quest'ora sarebbe già dietro delle sbarre. Dovrà pensarci bene come muoversi d'ora in poi e avvertire quei pochi che la conoscono e sono del passato, dovrà allontanarsi dal suo attuale rifugio, dovrà cambiare identità momentaneamente e fare tutto quello che è necessario per sopravvivere, per trovare Kimi e poi compiere il suo destino. Ora è davvero nelle mani dei Kami. Guarda la scena straziante peggiorata dal fatto che quella tecnica la riconosce, sa bene che non è una conoscenza comune e non ha idea da dove questi l'hanno presa. Akendo era scomparso da anni, Yukio era a combattere: che si sia salvato e li abbia aiutati a costruire tutto questo? chissà dove sono i figli di Yukio tra l'altro se sono vivi. Ma basta pensare ai figli altrui, già non riesci a gestire i tuoi Mek ed adesso più che mai devi gestire se stessa <Kami datele la forza, date la forza a tutti noi se volete> è un bene che Furaya non abbia visto questa scena, le si spezzerebbe il cuore a vedere parte dei suoi cittadini in quella folla, probabilmente, comportarsi in questo modo. Manterrebbe l'innata attiva e girerebbe i tacchi movendosi per prendere le sue cose ed andarsene in qualche buco nel terreno in questo villaggio, uno dove non fanno domande ma sopratutto deve anche trovare Saisashi. [end]

00:38 Nobu:
 Sente quelle mani posarsi sui propri occhi e infatti da lì a poco avrebbe disattivato appunto il Byakugan proprio perché non è nei suoi interessi renderlo pubblico al di fuori di una stretta cerchia di persone. Tattica appunto, strategia. Le venature tornano normali con la cessazione dell’afflusso di chakra agli occhi. Quando la mano di Retsu si sposterà da quegli occhi potrà vedere un volto sereno e un sorriso. < Sono contento dunque di aver preso la decisione corretta sulla divisione a me più idonea. > chinando infine il capo in maniera solenne. Si alza quindi in piedi mentre la destra prende i documenti, il foglio e quella collana da cacciatore. Proprio questa viene guardata, cominciando a mettere in discussione proprio il suo ruolo in essi visto che, a conti fatti, ricopre un ruolo superiore all’interno della società come agente della Shinsengumi. Tutta la faida con Yoshino comincia a perdere quasi di gusto dato che ora può LETTERALMENTE metterle le palle in faccia con l’autorità superiore di cui dispone, ovviamente, in vicoli bui non visti da nessuno ma hey, non è forse questo che fanno le autorità? Segue gli altri anche quando vengono dislocati. Si guarda attorno ma a quanto pare sono già in divisione, lontani dalle altre due e da Nene. Da qui in avanti il regime sarà diverso, lo plasmeranno a essere una lama, la più tagliente di tutte e oh se godrà Nobu quando questa si bagnerà di sangue, quel brivido che nessuna droga gli sa dare, adrenalina pura così raramente provata eppure così asuefacente![end]

00:43 Kamichi:
  [kage] Il generale parla, l'uomo più potente del villaggio davanti a lui, nella sua imponente e mastodontica figura, un'animale da battaglia, un guerriero, un vero mostro dalle fattezze umane, che agisce forse più per piacere personale, che per singola mola di dovere. <Non serve capire, l'importante è dimostrare ciò di cui parlo sul campo di battaglia> osservando come questi abbia in un certo senso accettato la candidatura del nostro eroe dai capelli biondi, ormai in procinto a far parte della shinsengumi, il braccio armato della giustizia del villaggio delle ombre. <Le dimostrerò di cosa parlo, signore> termina, in atto simbolico, con un cenno di capo, al richiamo del ligio dovere militare inculcatogli da giovane, dal credo che sin da piccolo seguiva e segue, al fine di percorrere la strada verso l'ascesa della giustizia. Eppure il percorso è appena iniziato, il mondo, le guerre, saranno sicuramente posti in cui il tribale dovrà poi farsi notare e rendersi partecipe come protagonista accanto a questi mostri, ma ora non è questo il caso, per ora, infatti, il necessario è proseguire verso l'iscrizione, verso quelle scartoffie, verso i dati da compilare e le date da inserire. Una notte stravagante questa, un pomeriggio improvviso che si è concluso nell'ingresso del nostro eroe, ora a tutti gli effetti uno sbir... un ninja controllore, un patroller, un keeper, o un semplice guardiano delle vite quotidiane. Ma qualcosa di più si appresa ad esserci all'interno di questa storia, e qualcuno o qualcosa di altrettanto nascosto potrebbe fare i conti con qualcosa di assai legato a tutta questa faccenda, ma per il resto, tempo al tempo, in quanto il nostro tribale per ora si gode il successo dell'ingresso, mentre s'appresta a seguire le procedure indicate dai presenti in dovere. [End]

00:44 Nene:
  [Transenne - Lontana dalle persone] Persone del vecchio mondo? Quella scena passata in secondo piano per l'amplain con Kenpachi risale come bile nella gola. La figura di Sango, vermiglia e furiosa - scansa figure e comparse finendo per ridurre la sua attenzione verso lo stesso capitano per poter capire di che fandonie stiamo parlando. E' possibile? E' possibile che ci siano persone che dieci anni fa' avevano combattuto al grande giorno zero? Il suo silenzio a riguardo sfoglia pagine di una bibbia che sa' di rispettoso per quella che era la sua terra natìa, ma anche d'odio che ribolle - che distorce ogni realtà, facendo fiorire oscuri figuri. L'emblema del nemico. Un piccolo e distratto strattone con il collo - un corvetto impettito dal quale si muove un piumaggio d'ebano lungo le spalle e lungo la divisa da karateka nera che veste. Le gambe affusolate si muovono appena, vorrebbero andare - vorrebbero dire qualcosa. S'obbliga a stringere i denti e lasciar uscire un respiro, o un ringhio, o forse è entrambe le cose. < Gh ! > Un muoversi che s'arresta quando la spada dell'uomo si conficca nel polpaccio della rossa - come se la visione del sangue le donasse la pace e la giustizia che si merita. Che ha cercato fino allo stremo. Non è assurdo che la gente ora tema queste persone, questi ricalchi e lasciti di una società che li ha portati alla deriva. Alla fame. Alla miseria. Una società che ha spinto bambini a lottare per sopravvivere. Se solo sapesse - tutto quello che c'è dietro. Se solo sapesse chi c'era allo stesso fronte di Sango, o peggio - forse proprio chi ha mosso le fila. Ma sono nozioni che non ha. Che non vuole. Che non immagina. E di cui non ha bisogno alcuno. E allora quello sguardo tinto di rosso si scioglie sul viso del gigante che ora le ride davanti. Speculare anche lei slitta il polso sulle labbra, s'asciuga quel piccolo strato di saliva sulla bocca, su quel broncetto perenne. Lo ascolta, ovviamente, mentre le da della pazza bastarda. Non ha tutti i torti - e probabilmente Nene è la prima a non averlo mai nascosto. Prima di poter ragionare e dire altre cose - si trova a cavalcioni sulle spalle del suo eroe - che forse, è tornato ad essere tale. Le gote pigramente arrossate dalla sua scelta di prenderla con se' -- o forse per averlo baciato? Nah, i baci non hanno valore. Soprattutto se dati per avvelenare. Le coscette si serrano attorno alle spalle, le mani si tengono ai lembi della divisa di quell'energumeno. < Oh - ah ! > Un po' d'agitazione del momento. S'assesta. Si mette con entrambe le gambe a pender dalla stessa spalla, accavallate. < Ma sei c r a z y. > Ma poi perchè tutti... Vabbè, lasciamo le parole a Nene. < Ma poi perchè tutti dislocati e noi invece no? Cioè. > Brontola, probabilmente il vento tra i capelli la renderà più tranquilla, o più paralizzata, o forse si prenderà il raffreddore. Rip veleno e germi per tutti? Gli occhietti mesti scivolano sulla folla, dall'alto della spalla del maestro. <...> Zitta, gravida d'orgoglio per esser l'unica scelta a pieni voti sulla follia da Kenpachi. Gli occhietti carezzano Nobu, lo guardano per cercar di capire se anche lui è stato preso. Un sorriso come zucchero: Ci vediamo a casa.

La Shinsengumi si presenta al villaggio di Kagegakure, dopo svariate parole, lodi e presentazioni su chi sia la Shinsengumi e cosa faccia, aprono finalmente i reclutamenti. Tra chi viene eliminato, chi viene preso, non prima di essersi battuti per la loro ammissione (Nene - Nobu - Saigo - Kamichi), chi scappa dopo aver preso informazioni (Mekura) e chi invece viene ferita e portata via.

Bravi, chi più chi meno con le descrizioni, bene o male tutti voi si sono conquistati un posto all'interno della Shinsengumi.

Da alcuni di voi avrei preferito molta più reazione per quanto successo a Sango, pochi di voi si sono giocati questa cosa.

Kamichi rimarrà in prova nella divisione, verrai sottoposto a delle prove e se non le supererai verrai assegnato in altre divisioni.