Una senzatetto, un cane coprofago e delle scuse
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Giocata del 21/02/2021 dalle 19:34 alle 23:07 nella chat "Quartiere dello Spettacolo"
Il lavoro per oggi è finito, una lunga ed estenuante giornata di riprese per alcuni nuovi abiti super moderni, così le hanno detto, di una di quelle catene di produzioni di “fast-fashion” di certo non un’azienda nobile o di chissà che fattura ma si tratta solo di guadagnare e pian piano fare successo. Prende qualsiasi lavoro le capiti sottomano, qualsiasi pubblicità, qualsiasi comparsata, tutto. Oggi oltre alla normale paga le sono stati regalati alcuni abiti della nuova collezione, l’obiettivo è quello di sfruttare la sua immagine anche fuori dal set, ne è ben consapevole ma asseconda e se ne va in giro proprio come vogliono loro, è stata pagata e non deve nemmeno preoccuparsi di comprare altri abiti quindi va bene così, il suo scopo e quello del brand possono semplicemente convivere e sono mutuabili quindi accetta di andarsene in giro come un manichino. Per questo motivo indossa adesso un paio di pantaloni della tuta dalla fantasia psichedelica, vita alta ed elastici intorno alla vita e alle caviglie, le sta divinamente ma certo non è il suo stile. I toni variano dal nero di sfondo al giallo e al verde fluo, di certo non passa inosservata, per l’occasione i capelli sono stati raccolti in una coda alta, lunghissima che le arriva sotto le scapole. Gli occhi sono stati affinati dal trucco, nelle stesse tonalità dei pantaloni, con un ombretto che si prende possesso dell’intera arcata sopraciliare e prosegue verso le orecchie, le labbra sono state lasciate in toni più scuri, un rosso molto scuro quasi ad arrivare al marrone. Una felpa dalle maniche lunghe, in un nero basic con stampa centrale conclude l’outfit, sembrerebbe anche poco stravagante se non sono fosse tagliata in modo da mostrare non solo lo stomaco della ragazza ma anche parte di quel reggiseno sportivo verde fluo dal design minimal (letterale copre solo il minimo) disegnato apposta per essere osservato. L’elastico del reggiseno intorno alla sua vita riporta a chiare lettere il nome del brand. Il bomber nero classico è poggiato sulle spalle a tenerla al caldo mentre nella mano destra regge una borsa in plastica contenente tutti i suoi averi. Potremmo definirla una grossa shopping bag in cui durante il giorno non solo ha riposto il cellulare e i suoi abiti ma anche tutti i piccoli regalini che le sono stati dati, praticamente solo grazie a quella giornata di lavoro non ha bisogno di comprare altro nella prossima primavera. Che fortunella. Aspetta che spiova almeno un pochino all’ingresso di un piccolo ristorante, dopo ha appena probabilmente finito di bere con i colleghi, alza la mano a salutare un’ombra di cui si è già dimenticata il nome e sorride, semplicemente in attesa di poter andare a casa e buttarsi sul letto Non è la prima volta che la tempesta la becca in pieno proprio mentre passa da quel dannato quartiere di impiccioni. Neanche con la tempesta sembrano smettere di importunare le persone che camminano pacifiche, sebbene e per ovvie ragioni, svelte. Piove, tempesta, di tutto e che palle. E lei, abituata alla pioggia ormai, dopo anni passati in maniera selvaggia fuori dal villaggio, se la cammina non curante di quell'acqua che scende a secchiate. E' fradicia. Capelli lunghi che raggiungono il sedere, neri e lisci che incorniciano il viso dagli occhi dello stesso colore. Pelle olivastra ed i triangolini rossi ben piazzati sulle guance. Total black, per lei, indumenti parlando. Indossa una felpa con cappuccio, con l'interno bel felpato. Un pantalone lungo e delle scarpe chiuse ai piedi. Legato alla coscia destra c'è il porta armi con un kunai e legata in vita la tasca porta oggetti con dentro tonici curativi e recupero chakra. Braccia lungo i fianchi e mani, guantate con placca sul dorso, infilate nelle rispettive tasche. Lo sguardo dritto davanti, mentre il naso di tanto in tanto si arriccia, probabilmente per qualche odore fastidioso. A differenza di altri, lei preferisce non mostrarsi troppo appariscente, e si spera che quel suo essere per la maggior parte simile ad un ombra, possa aiutarla. Quello che non aiuta è Akuma che le cammina dietro, svogliato. Un cane enorme che spesso e volentieri caccia qualche ringhio a caso. Avanzano, in silenzio, sperando di uscire il prima possibile da quella zone. Smette anche di piovere, una gioia, se non fosse che si alza la nebbia. Sto tempo deve avere qualcosa che non va. Alza un sopracciglio ma continua ad avanzare, passando proprio davanti a quel locale dove Saigo sta per uscire. Oh di nuovo sera, sebbene la notte della fortuna non sia mai terminata alla fine . Si trova anche li la rossa, sobria in confronto a quella che par essere una palla da discoteca - e l'amiamo anche per questo- a fissar le luci della notte che si dilungano per sconfigger quell'oscurità insita in loro. Un passo elegante, calmo ma stanco, di colei che veramente ha donato tutto ma adesso le rimangon pochi frammenti per costruire il proprio impero personale , quello che è stato distrutto, quello che forsa Saigo stessa conosce molto bene. Un semplice pantaloncino corto, stivali altri con doppie fibbie a coprir parte di quelle candide gambe senza alcuna cicatrice, ed infine un top nero che le hanno consigliato - sebbene protegga a malapena quel petto rigoglioso che madre Rea le ha donato. Un passo che avanza lento scandito dai lunghi capelli rosso sangue che si ritrovano a scivolare lungo la schiena, tenuti alti da quella coda sul capo che le permette visione e movimento, quello che la propria forza oggi non le può donare . Ma anche li la pioggia l'accoglie, Ame o i kami la stanno per caso osservando? Cosa vogliono donarle anche questa notte? Amore o dolore? Sebbene le due sembrano unirsi in quel loop antico di facce della stessa medaglia. La stessa rossa in quel morbido cammino si inebria della nuova aria, l'ombrello nero che copre il capo e la mano destra che lo sostiene come solo un Ishiba possa fare, rendendo eleganti anche quei minimi movimenti sottili. Un sospiro, un colore che stona a quel suo popolo, quel colore di capelli che le sovviene vicino in quelle piccole luci calde di quel che pare un loco di ristoro < di nuovo tu > la voce fuoriesce, morbida e calda, avvolgente perfino per quella nuova ragazza che ha schiaffeggiato malamente l'ultima volta, eppure rimembra ancora quel che sia il suo ultimo peccato, quello che la porta ad aver paura. Un volto forse morto o forse no.. ma cosa importa adesso? Nulla. Avanza lentamente verso di lei, mantenendo quella distanza di due metri al massimo pur di parlarle ma non di far perder la voce nel vento stesso < siete la ragazza che ha avuto paura del falso dio .. e che è caduta per mano sua > non vi è sorriso sebbene vada a puntellarla quasi volontariamente verso quel suo essere, quella sua paura mal celata, quella che si è mostrata a tutti quanti. No, non si accorge per nulla di Keiga, anima vaga insieme forse al suo cane in quelle parti, ma non ha interesse adesso per quella, quando d'innanzi a se si pone un ramoscello quasi spezzato. Al momento non presta particolarmente attenzione a Keiga quanta ne cattura invece Akuma che viene osservato con attenzione dai suoi occhietti rossi, la coppia commina sotto alla pioggia come se non fosse un problema e l’unica cosa che riesce a fare è storcere il naso al pensiero della puzza pelo bagnato di quella creatura. Per associazione mentale anche Keiga nella sua mente finisce per puzzare terribilmente quanto il cane, non che nasconda lo schifo che si palesa al semplice immaginarseli più vicini di così. Istintivamente prende un profondo respiro di aria pulita, quasi fosse l’ultimo. Sorride e apre la bocca, pronta anche a provocarli e passare così il tempo, altrimenti noioso, al riparo in attesa di potersene andare liberamente. Una nuova voce invece la coglie, qualcuno che riconosce e che ora guarda dall’alto verso il basso, sul volto resta quel sorrisetto di sfida, quella superiorità mal celata che se da una parte non si ritiene degna di mostrare dall’altra non riesce certo a nascondere <oh l’idiota ignorante ed inutile> replica così alle parole di Sango limitandosi ad osservarla qualche istante, solo le iridi si muovono, appena il capo in sua direzione ma non si spreca di darle attenzioni più di così. Subito dopo averla osservata lo sguardo si allontana, corre alla ricerca di qualsiasi segno del controllo che il consiglio esercita. Vorrei dar adito alla rabbia che ribolle in lei, che nasce e minaccia di travolgere eppure resta apparentemente calma, ricorrendo a tutte le sue doti di attrici cerca di mostrarsi solamente con un calmo lago senza increspature sull’acqua quando in realtà è più simile alle pozzanghere sotto a quella tempesta al momento. Non prosegue la conversazione, torna ad osservare il cane e a perdersi nei pensieri riguardanti quel pelo. I movimenti fatti da lei sono minimi, solo il petto che si alza e si abbassa mentre respira, l’addome che si gonfia per la stessa ragione e quel muoversi del capo e degli occhi attraverso le sue varie distrazioni, ma nulla che davvero la stimoli apparentemente, si sforza di apparire calma e disinteressata, troppo importante per abbassarsi ad un simile livello, troppo esposta per mostrare ciò che è realmente A quest'ora sarebbero già ben lontani da quel posto, se non fosse che Akuma si pianta e spalma il tartufo a terra, sniffando come se avesse sentito l'odore del secolo. <Nh?> E lei, non sentendo più la presenza del cane alle spalle, visto che è andata un pò più avanti, arresta l'incedere e si volta <Che fai?> Chiede, mentre in risposta riceve un solo ringhio, sommesso <Eddai, muoviti> Lo incita ed invita a darsi una mossa, incassando la testa nelle spalle mentre aspetta che il cane enorme, rispetto a prima, finisca con il suo sniffare. E sbuffa lui, fuori da quel tartufo, mentre sembra fissarsi su un punto ben preciso, proprio davanti al locale. Ed è qui che a lei viene ogni genere di brivido. Sgrana gli occhi cerca di accorciare le distanze con il cucciolone nero che, a causa dell'odore sentito, sta pensando bene di alzare la zampa posteriore destra. <Akuma> E lo guarda, tirando fuori le mani dalle tasche per incrociarle al petto <Non puoi pisciare dove ti pare. Non siamo più fuori, purtroppo> Fa notare al moro, che ringhia e tira indietro le orecchie. <Se devi farla vai nel vicolo. Anzi quasi quasi vengo a farla anche io> Ma si dai, già che ci siamo. Nello spostarsi, volge appena il capo verso Saigo e Sango. Non le conosce, non ha alcun motivo di fermarsi. <Dai però, muoversi> Cerca di incitare il cane a spostarsi, dandogli due pacche sul culone, a lato della coda. <Allora?> Ridistende le braccia lungo i fianchi e di nuovo infila le mani nelle tasche. Akuma è bagnato, si. Ed anche lei. E si, può essere anche che abbia dei peli del pastore addosso. E si, anche che puzzi come lui. Guarda quella donna dai capelli biondi, un dorato molto bello considerando quelle sfumature fragola che vi incedono in ogni suo filo, sente quello sguardo da superiorità che non le appartiene eppure le labbra rosee si andranno a sollevar verso l'alto, stronza anche lei a proprio modo , in quel suo sentirsi più grande degli altri anche solo per la mera conoscenza , in quel che ha visto e nel fatto che alla fine non si sia pietrificata d'innanzi una propria paura. Nemmeno Yukio alla fine vi è riuscito. < si, tu sei colei che è caduta inutilmente senza poter far nulla, non ho ben compreso quale sia il tuo nome > mantiene quella schiena dritta come sempre, soldato dentro fino al midollo, e quel cammino non s'è mai veramente fermato , a quel suo sentirsi oltre la mera infima gente che arricchisce di nulla quelle strade. Ne osserva davvero le sue movenze , quegli occhi che scivolano sul proprio essere e poi intorno a loro, che incedono su quel cane verso cui non prova alcun affetto, anzi. Lo osserva dall'alto, non vi sarà stizzita quanto l'altra, eppure anche lei sembra non sentirsene più parte. Un rifiuto il proprio verso coloro che rappresentano più la natura stessa, quella che vuole rifiutare e che la rifiuta a sua volta. Nemmeno il senjutsu che ha cercato di richiamar la può aiutare, e ciò la interpone in quell'idilliaco passo che deve fare, tra la se del passato e ciò che può esser nel futuro stesso. Le orecchie scivolano però su quella che pare esser la padrona stessa , su quel linguaggio poco forbito e da strada, stracciona in realtà rispetto a lei, colei che ancor porta alta eleganza e fama d'un tempo. La osserva dall'altro al basso senza mezze misure, senza dire altro eppure ancora quella creatura incede per loro, un cane enorme, fuori da coloro che sono cani normali e torna a rimembrar quel clan con Sakir, quel suo cane, quei suoi tatuaggi < sei anche tu un inuzuka > un sussurro basso ma solo per il cane, come a volerne quasi conquistar la fiducia , a ritrovarsi di nuovo preda della natura stessa nella sua più intima forma, quella che le viene celata adesso ma si, che ha ben conosciuto. Un lieve sorriso al fil di labbra, sollevando anche lo sguardo verso quella ragazza che si pone vicino a loro, quella che osserva adesso ma non ne riconosce il volto singolo, solo le macchie che la permeano < pensavo foste molto meno > un singolo dire, dell'unico inuzuka mai conosciuto nella propria lunga vita. Ha quasi 40 anni ragazze , ne dimostra molto meno di 30 , ma è una boomer inside. Capitela. Il cane si avvicina, punta il locale o qualcosa lì nei dintorni e la sua attenzione torna verso l’animale, decisamente più interessante di chiunque altro la circondi. Come se Keiga potesse leggerle nella testa va a richiamare il cane spiegandole quindi che non si tratti di un randagio come stava iniziando a credere. Ne sente i discorsi, seppur non riesca a capirli tutti e inclina perplessa il capo a quel discorso sulla pipì nel vicolo. La fissa perplessa e anche decisamente schifata per poi alzare il braccio dentro e indicare con il pollice il locale alle sue spalle <va che hanno il bagno> puntualizza lei, solo per una questione di pubblico decoro, non che le importi di dove la faccia almeno finché non si mette a dire certe cose proprio sotto al suo delicato naso che ora prende lei per una barbona senza alcun futuro. Motivo per cui se con una mano indica il locale con l’altra va a tirarsi più vicino quella grossa borsa di plastica, cercando di avvicinarselo ed evitando quindi che si compia un furto. Proprio questo pensiero la porta successivamente ad abbassare la destra, infilarla tra la borsa e il corpo, quindi sotto l’ascella, per poi effettuare il mezzo sigillo della capra. Non che si preoccupi di offendere ma le serve l’asso nella manica se l’altra provasse il furto. Si concentrerebbe dunque andando ad inspirare profondamente mentre nel suo basso ventre andrebbe a lasciare che le sue energie fisiche si radunino in una sfera roteante. Le sensazioni che provengono dal corpo, coperto appena da quei vestiti, l’umido nelle ossa, il freddo della pelle, le labbra appena tirate per via del rossetto che si è seccato ormai ed infine anche la sensazione del trucco sul volto. Fatto questo andrebbe a cercare di radunare le sue energie mentali all’altezza della sua fronte, ogni singolo sentimento contrastante che la compone, ogni desiderio, ogni necessità andrebbe a convergere in quel punto. Se fosse riuscita ora muoverebbe entrambe le sfere controllandole la velocità di rotazione così che possano semplicemente andare ad incontrarsi all’altezza della bocca dello stomaco e lì, nel plesso solare, unirsi l’una all’altra, amalgamandosi e creando così il chakra. Meglio star sicura. Intanto Sango continua, mette il dito nella piaga, cerca di provocarla, si avvina al volerle far perdere le staffe; eppure, lei resiste stoica ai suoi impulsi, il suo obiettivo è più grande di qualsiasi rissa possa fare al momento, o vanno nel vicolo o deve star buona <non lo hai capito perché non te l’ho detto> risponde ancora, ignorando tutta la parte iniziale del discorso, non sente di dover alcuna spiegazione non in merito a quello che è accaduto. Egocentrica, quello che è successo quella sera ormai viene vista come una questione privata tra lei e il Dio <e non è mia intenzione farlo> aggiunge ancora, continuando però a fissare cane e Inuzuka, sia mai che vogliano derubarla. Quei due le puzzano, in tutti i sensi, nessuno con una casa o dei soldi propri bagnerebbe così i vestiti e i capelli o direbbe di andare a far pipì nel vicolo, chiaramente sono dei senzatetto e lei non sarà solo il loro pasto [chk on] Non sembra più tanto intento a muoversi il cagnolone ma almeno decide di staccare il muso e tartufo da terra. Le orecchie vengono drizzate e tese verso quelle due, una in particolare ma la direzione è la stessa e non passa molto prima che inclini il testone di lato. La coda, quasi in preda a tic, inizia a schiaffeggiare a destra, poi a sinistra con un notevole tempo morto tra una frustata e l'altra. Delle due orecchie, una viene girata verso la sua umana che finalmente decide di ruotare il capo nessa stessa direzione del cane. <...> Non dice nulla, non sa manco chi siano quelle due, ma entrambe sembrano intente a parlarle, in qualche modo. Aggrotta la fronte mentre guarda Sango, per prima, ed anche lei come Akuma inclina la testa di lato, dallo stesso lato del cane. <Cosa?> non ha mica capito, così di punto in bianco. E sposta le nere sull'altra, quella con le buste ed il vestiario che fa venire mal di testa solo a guardarlo <Buon per loro..> Risponde, molto tranquillamente. Non ha afferrato il fatto che fosse riferito a lei ed al suo intento di andare a farla nel vicolo. <Quindi, andiamo?> Torna sul cane che ha raddrizzato il testone ed ora guarda Saigo, azzardando un movimento della zampona anteriore destra in sua direzione, ma nulla di più, si fermerebbe di nuovo. Ed anche lei torna a guardarla, sebbene preferisca far balzare le nere su entrambe. Sango prima e Saigo dopo. Sebbene il cane abbia qualche sorta di attenzione anche le sue iridi si spostano su ella, su quella mano ce scivola verso qualcosa che non può vedere. Un kunai? Una carta bomba? o dio ci mancherebbe solo quello per farsi trovare impreparata. La destra stessa si porterebbe al porprio plesso solare formando il mezzo sigillo della capra, non ha motivo per nascondersi quando nessuno par riconoscerla adesso, quando andrebbe a visualizzar lei stessa, quel suo essere, alla ricerca di quelle due piccole energie che la abitano. Una parte di mente, quella che sembra essersi rotta senza un vero fine, quella invece del corpo, delle forze, della rabbia bruta e cruda. Se solo le trovasse proverebbe a farle unire in quell'unico movimento, una che sale, l'altra che scende, entrambe però a baciarsi in quello che è il punto d'innanzi la mano stessa. Un movimento che continuerebbe, una rotazione tra le due sempre più veloce e che da questa proverebbe la propria di forza, quel debole chakra ad abitarla e proteggerla, eppure non ancora forte come un tempo . Una stizza che si inerpica nelle vene, pulsa come sangue insulso sulla propria pelle e sotto di essa, meglio di nulla come al solito . Ma quel dire della ragazza porteranno le stesse iridi a sostituire la propria d'attenzione verso la sconosciuta, ancor di più di quella fragolina ambulante, eppure andrà a veder come l'altra richiami il grosso cane senza dubbio di sua appartenenza, di qualcosa che si relega alle mere uscite di suiton da parte del cane - qua siamo eleganti dopotutto, non diremo mai cosa voglia fare con così tanta facilità - e ciò che in effetti non le interessa moltissimo < siete parte di un clan che si riconosce dai vostri segni e dai vostri cani, a quanto pare > uno ne aveva incontrato, un singolo e non aveva mai acquisito l'informazione che tutti loro comandassero quelle bestie, ma ricorda il clan, i loro tatuaggi, da quella visita prolungata a konoha e dal suo vivere li come fosse parte di loro. Ha imparato a conoscere molto nel tempo < comprendo > non vi è altro da aggiungere, ne per lei , ne tantomeno per il cagnolone, non ha nulla a che far adesso con Konoha quando altro si pone per la propria mente e perciò si volge di nuovo a Saigo < sembrate del posto tuttavia , seppur i miei modi sembrano esser stati dei più rozzi era necessario in quel momento > si certo, a suo modo di veder quel mondo nuovo < mi chiedevo se poteste scusarmi, si, e anche se aveste la voglia di insegnarmi qualcosa > ma ancora tace, non andrà a scoprir subito le proprie carte. Profilo basso Sango, profilo basso. Sembra persino più confusa di poco prima, ormai è chiaro e palese che quella donna fradicia non sia altro che una barbona che ha persino dimenticato cosa sono i bagni, non spiega altrimenti quella reazione. Apre appena la bocca come a volerle rispondere e poi la richiude. Ci pensa ancora qualche secondo prima di sospirare <se ti becco pisciare per strada mi incazzo> replica infine, scegliendo forse le parole peggiori per farle afferrare il concetto ma poco importa <te intendo, il cane è pure giusto che la faccia> beh effettivamente <basta che raccogli la merda poi> non è il caso di essere incivili, comprende le esigenze e le necessità di un animale ma non le va proprio di finire per sporcare quei nuovi pantaloni che manco ha scelto dentro la cacca di un cane qualsiasi, perché alla fine Akuma quello è per lei e visto il gesto della zampa che fa successivamente le pare anche un cane parecchio maleducato. Assottiglia appena lo sguardo e lo punta su di lui ma per ora non aggiunge altro, forse deve stare attenta più alle sue gambe che alla borsa. A meno che non si tratti solo di un complesso trucco con il solo scopo di distrarle e poi rubarle tutto. Non è ancora del tutto convinta né tantomeno si fida, per quanto la sicurezza certo non manchi in quei posti sarebbe sempre meglio non farsi derubare come una ritardata, altrimenti chi la recluterà mai? Intanto la rossa prosegue, le chiede addirittura scusa, come se fossero parole che hanno un qualche valore nella sua mente. Intransigente con sé stessa prima ancora che con gli altri non è in grado di perdonare, non ammette errori e ne è una riprova il fatto che ancora si colpevolizzi per non essere riuscita nemmeno a farsi fuori, bastava mirare un pochino più in alto, non era poi così difficile <cosa dovrei fare?> dal tono si intuisce la curiosità però, non le è per nulla chiara la domanda, per quanto Fuji le abbia parlato della donna lei non la ricollega, non conosce il nome e ci sono così tante persone a Kagegakure che mica le può bastare una vaga descrizione per capire di aver proprio davanti uno di quei dannati egoisti che l’hanno esposta al pericolo e alla morte <cosa dovrei insegnarti? L’empatia forse?> prosegue dubbiosa, sarcastica giusto quanto basta ma basita e decisamente presa in contropiede da quella domanda. Che si tratti di un’aspirante attrice? Da non dimenticare comunque la presenza della barbona e del cane che continua ad osservare. Mentre Sango richiama il chakra altre domande affollano la sua mente ma restano tacite in lei, per ora si trattiene L'attenzione torna su Sango, con il solo movimento degli occhi sul suo viso ed in seguito più in basso sul mezzo sigillo. Espressione, già di per sè distaccata, assume un'aria ben più fredda, ora. E neanche si è accorta dell'altra che s'è già preparata per un eventuale *qualsiasi cosa* <Ah..> Unica risposta a quelle parole, alle quali comunque non sa dargli un significato se non un *Embè?* che però tiene per sè. <Dai and-> Sta per icitare di nuovo il bestione quando Saigo torna a parlare. <Tranquilla, mi nascondo bene> Non è vero, la fa dove capita il più delle volte. E guarda Akuma che sembra essere, a differenza sua, un attimo più attento alle due. <Se non se la mangia prima..> Aggiunge e qui Akuma ri volta a guardarla <Non mi guardare così, è successo più di una volta> E distoglie lo sguardo, seccato quasi per aver svelato quella cosa. <Beh, allora buon.. quello che volete> E detto questo, riprenderebbe a muoversi. Non ha la minima voglia di attacar briga. Pare tranquilla e rilassata ma in realtà è la solita maschera che si porta dietro ormai da un bel pò. <Se vuoi stare con loro fai pure, io vado a pisciare> Fa una pausa <A casa> Dice, come frecciatina quasi, verso Saigo anche se non la guarda. Akuma invece, sembra soffermarsi in modo particolare sulla ragazza dai vestiti inguardabili ma alla fine decide di muoversi anche lui. Fa un passo in direzione dell'Inuzuka ma prima di alzar anche l'altra zampona, inizia a scotolarsi l'acqua in eccesso di dosso, ovviamente e per forza di cose, schizzando un pò ovunque. E ringhia, mugola, come se quel movimento gli avesse dato un certo sollievo. Lei, sospira ruotando appena il capo indietro. Non si è accorta dello scotolamento ma al vedere il bestione che inizia a muoverso verso di lei s'arresta e ruota il busto, aspettandolo. Non vuole problemi e non ha voglia di finire in mezzo a cose. <Quanto sei lento, eddai che me la faccio addosso> Brontola ancora per poi dare ancora un occhio alle due e girarsi per riprendere il passo. Ode il dire dell'altra, quel loro modo di parlare le è estraneo si, ma non sconosciuto, in qualche basso fondo lo avrò sentito seppur non identico insomma. Ma oltre a trattener una risata andrà solo a sorrider lei stessa, povero cane insomma, seppur anche a lei non piaccia dover poter schiacciare quelle sue .. cose. Quel suo momento intimo da passare in compagnia di ogni sguardo, un'immagine che scaccerebbe violentemente dalla propria mente non comprendendola e non approvandola ovviamente. Sebbene noti quello sguardo freddo e vi risponde con quello sguardo che s'assottiglia, di quelli che permeano lo stesso katon nell'animo e che sprizza nel proprio corpo ed essere.Ma ci penserà l'altra a donar quel nuovo senso di civiltà che abita il nuovo loco, quella nuova città - < non dovresti nulla > asserisce con facilità < non dovresti mai far nulla per altri più che per te stessa > e ciò lo sta comprendendo anche lei, per quanto si sia sempre professata l'egoista per eccellenza, ha sempre seminato pezzi di se stessa nel corso del tempo, degli anni, pur di trovar quell'unico appiglio tanto forte da fermarsi infine. Da non muoversi mai più, dal rimanere stabile in un loco con qualcuno, ma non pare esservi riuscita ancora ne in passato, un sogno che mai s'è realizzato e che adesso giace li, sul fondo di se stessa in un maniero distrutto fatto di dolore e sangue. Ma vi è speranza ancora < se tu volessi sarebbe una cosa diversa , se non lo volessi lo accetterò > non è l'unica ne l'ultima a cui chieder come funzioni quel mondo, di cosa sia composto quel suo essere, come possano i stessi kage che un tempo si facevano la guerra ad esser così pacifici gli uni con gli altri tanto da collaborare. Cosa vi è sotto? Cosa viene taciuto a coloro che non hanno occhi abbastanza dall'osservar sotto quella scoria di pelle morta sotto i loro piedi? Domande che s'accavallano nella propria mente, quella che ancora tace a coloro che la circondano, un piccolo segreto tra due ex nemiche, tra la foglia e la pioggia che forse sarà l'unico modo per tenerle abbastanza unite da poter esser altro . Non penderà mica dalle parole di quella sciocca ragazzina che ha schiaffeggiato, di coloro che si fermano d'innanzi la paura non li aspetta altro che la morte. < se desideri rimaner qui puoi farlo..il suo nome? > un sopracciglio di nuovo a keiga mentre parla al cane , non che sia una novità conversar con una bestia sebbene sia abituata ad altri tipologie di esse , proteggendosi il viso da quegli schizzi che le permeano addosso, l'odore di morte è peggio rispetto a quello d'un animale bagnato e non ne sentirà davvero fastidio ma non dirà altro se non < arrivederci, cagnolone > Sta per ribattere, apre la bocca per iniziare a parlare di bene comune, decenza e rispetto, spiegandole tutti quei concetti ma poi semplicemente richiude la bocca e la fissa. Infondo non le interessa minimamente iniziare un discorso simile, lo farebbe se ci fosse qualcuno di importante a guardarla ma non vede come perdere adesso minuti del suo tempo possano in qualche modo avvantaggiarla agli occhi del consiglio quindi sospira <affari tuoi> commenta per poi andare a farsi completamente disgustata guardando il cane, uno sguardo che muta velocemente in compassione. Deve essere dura la vita di un barbone, terribile davvero non avere cibo o casa. Come quel pensiero le attraversa la testa disegnandosi sul volto come tristezza mista a pena svanisce, velocemente proprio come era arrivato, non le frega nulla di aiutare una sconosciuta a migliorare la propria situazione, così come non le frega farsi amici. Arretra appena quando il cane inizia a scuotersi e usa la borsa di plastica per proteggersi dalle eventuali goccioline, va bene tutto ma non le va di bagnarsi. Osserva ancora la strana coppia, dubitando seriamente che abbiano una vera casa <cagnone> lo richiama appena. Come sempre prova più pena e altruismo verso gli animali che gli esseri umani <se vuoi ti offro una ciotola di cibo vero, non di cacca> parla ignorando quanto lui possa o meno capirla, insomma con la donna bagnata sembra aver avuto una vera e propria conversazione. Intanto Sango pare farle una lezione di conversazione, appigliandosi ai termini da lei usati, si trattiene ancora una volta, sospirando e roteando poco poco gli occhi infastidita mentre l’altra inizia a dirle cosa dovrebbe o non dovrebbe fare, non che a pelle le piaccia ma alla fine non è nemmeno una novità, sono ben pochi coloro che non vorrebbe picchiare <tagliamo corto> interrompe così il discorso dell’altra, arrivando giusto al punto in cui lei si dichiara pronta ad accettare il suo eventuale rifiuto <cos’è che vorresti che ti insegnassi?> replica quindi la domanda, nella sua testa identica a prima ma espressa ora con i termini che invece l’altra sembra suggerirle, alla fine piove, non ha molto da fare quindi tanto vale almeno capire di cosa stiano parlando no? Non si tratta di pazienza ora, si tratta semplicemente di noia, di un modo per ingannare il tempo mentre aspetta di capire se ha salvato, o meno, quel povero cane Inuzuka dalla sua orribile vita da vagabondo. Non che conosca la differenza tra un cane qualsiasi e quello Inuzuka, i clan non sono altro che antichi nomi in un mondo nuovo, un posto in cui il nome vale meno di zero ormai, in cui il ninja stesso da solo non ha importanza. Il suo stesso essere genin al momento ha meno importanza del lavoro di attrice [chk on] No, a quanto pare non è cosa andarsene via. E non per la proposta di Sango, che oltretutto le chiede anche come si chiama. Risulta titubante, internamente, perchè fuori la maschera inespressiva regna sovrana. Ma ormai si saranno accorti in molti che è tornata e che non è morta quel giorno di 10 anni fa. Schiude le labbra e ruota di nuovo il busto verso le due anche se è Sango che punta <Keiga> Forse un tempo non lo avrebbe detto ma ora come ora, chi se ne frega? Chi se ne importa? Non è comunque nessuno, pur dicendolo. E non è molto lontana dall'essere una senzatetto come pensa Saigo. Akuma alle parole della piccoletta ci mette un secondo a voltarsi verso di lei ed accorciare le distanze. Spalanca le fauci che se non lo sai potresti pure infartarti un attimo> *WOFF, WOFF WOOF!* <Si accanisce quasi con l'abbaiare in faccia alla poveretta ma a differenza di prima la coda si muove da destra a sinistra con movimenti fluidi, in preda ad uno scodinzolamento che ultimamente solo il cibo può permettere. Ed è costretta a tornar lì vicino anche lei, con le mani sempre in quelle dannate tasche. <Carne con osso senza salse> Praticamente Akuma ha ordinato manco fosse al ristorante. E non fa una piega lei. Anche se il cane andasse con la ragazza a mangiare, tornerebbe comunque indietro nel giro di poco. Ma è giusto che mangi se gli viene offerto. Non ha mai messo limiti alla bastiola nera e spesso se ne va pure in giro da solo dentro al villaggio. Non sono molto importanti quei riscontri, non quanto la crescita palese delle parole della bionda rosata, non molto piccola a dire dall'altezza, ma il giovane viso da fanciulla potrebbe donarle molti anni in meno di lei , beh, come non esserne felici ? < voglio sapere come fanno i villaggi a star insieme in questo modo, così vicini tra loro.. > profilo basso Sango < vengo da fuori , un villaggio molto lontano > li ove la pioggia ascolta e protegge tutti i loro figli < non ho capito come possa esser possibile una tale... magia > prova a rivelarsi affabile, dolce perfino, dopo ciò che le ha detto mekura non può lasciarsi andare a ciò che desidera. Alias distruggere tutto quanto e far invadere da Ame tutte la altre nazioni vicine, ma non sono di nuovo in guerra, non almeno che lei sappia, ma quell'aria che ha subito di tale festa, di leggerezza , come se gli shinobi non avessero davvero più l'importanza d'un tempo vi è. L'ha vissuta, la percepita perfino professando un vecchio nome ormai morto, la tigre bianca adesso non ha più alcun senso d'esistere e di distruggere , non quando Ame è viva e il suo cuore batte ancora. < Keiga > ma non si rivolge alla signorina, ma al cane stesso, forse ha sbagliato sesso dopotutto non l'ha visto nelle sue parti sconosciute . Adesso Akuma è Keiga, una cagnolona bella grande insomma . Ma non saranno per lei le attenzioni, non quando un piatto prelibato viene offerto dalla sconosciuta bionda, si insomma, non si conoscono nessuna tra le tre e poco avvezze a rivelar troppo di se. Sesto senso femminile? < prenderò qualcosa anche io > un sussurro solo per se stessa insomma < volete del sakè signorine? > non si dimentica mai dell'eleganza, che si rapporta anche nell'offrir qualcosa loro che possa riscaldar da quella notte di tempesta, ma adesso l'acqua ha smesso di venir su di loro in favor di nebbia umida che non aiuta < un tempo vi era un ottimo sakè caldo, lo inventò una fata di carta e con le sue magie riuscì a placar i peggiori degli animi > una storia tramandata eppure con un infiocchettatura finale per render quella ancor più bella. La stessa andrà a volgersi verso quel ristorante che sia per riportar dopo poco con se due calde bottiglie nella mano destra, e tre bicchierini nella sinistra. Si, è avvezza al bere senza dubbio e le piacciono le cose costose < mi lasciate da sola o volete unirvi dunque? > un lieve richiamo alle due mentre andrà a prender posto nel primo tavolo libero all'aperto, in attesa che anche le altre sconosciute si siedano, sempre che lo vogliano far, ovviamente. Osserva ancora Sango in attesa di quella fatidica domanda, sorride anzi ridacchia senza nemmeno nascondersi, forse non aveva sbagliato poi così tanto dandole dell’ignorante <si chiama sopravvivenza> ammette candidamente, infondo non ci sono grandi ideali dietro a quella grossa alleanza <quando tutti gli egoisti sono morti il mondo è rimasto scoperto e il consiglio ha fatto l’offerta migliore> sia mai che ci sia qualcuno di importante che passa di lì, meglio renderla ancora più importante, ancora più grossa e colorirla, al consiglio bisogna sempre leccare il culo se si vuole avere più potere <la loro conoscenza, le loro risorse ed il loro denaro in cambio di collaborazione> scuote appena le spalle <la guerra non è necessaria, sopravvivere lo è> la taglia corta, cascando davvero in quella storiella del villaggio lontano, meglio che affrontare la realtà, meglio che collegar ei pezzi e comprendere con chi sta parlando, seppur solo in maniera vaga. Non vuole aver nulla a che fare con coloro che si sono salvati, nemmeno pensare a qualcosa in merito. Ma ora è tempo di altro: e cibo sia, a quanto pare ha scatenato una belva. Si volta dunque, ammesso che nessuno la interrompa, annuendo alle parole di Keiga come a far comprendere che ha memorizzato l’ordine del cane, senza alcuna esitazione i passi si muovono verso l’ingresso di quel locale, la sinistra si allunga poi, palmo aperto verso il cane come a volerlo fermare <aspetta qui> il tono è quasi gentile se consideriamo che non vuole dare ordini al momento, solo indicare una necessità, il proprietario potrebbe non essere felice di vedere Akuma nel locale soprattutto se, come sospetta, ancora non ha imparato a non fare pipì nei luoghi pubblici. Scuote però il capo in direzione della rossa rifiutando la sua offerta e soprattutto ignorando la storiella, la favoletta sul sakè, non le importa <hey> richiama l’uomo dietro al bancone <un pezzo di carne senza osso e salse per il cagnone qui fuori!> aspetta di essere osservata, inquadrata così che lui possa vederla per bene mentre indica l’animale, restando lei sull’uscio e quindi con la porta aperta <paga la rossa!> e a questo punto indica Sango <pare debba farsi perdonare> ne approfitta, la osserva e aspetta solo che lei dimostri quanto sia disposta a fare davvero le proprie scuse. Intanto la pioggia è giunta al suo termine, almeno per ora, quindi non le resta che approfittarne, infondo stava in quel posto solo per non bagnarsi <io torno a casa> e con queste parole abbandonerebbe un po’ tutti, lasciandoseli alle spalle, probabilmente dimenticando velocemente quell’incontro <se vi servono delle armi andata a Suna da Mozaemon’s amazing commodities, sta nella piccola oasi> se lo ricorda solo adesso, lei deve monetizzare <la parola in codice è Saigo, lui saprà aiutarvi> e con questo si allontana definitivamente, che vadano o meno poco importa, basta che la voce giri. Si allontana e inizia a camminare verso i mezzi che la ripoteranno, spera ad un’ora decente, a casa [end] Non si infila nei discorsi delle due. Non vorrebbe neanche starci lì, insieme alle persone. Dopo 10 anni da sola con cane e cinghiali sta facendo fatica a socializzare. Non che prima ne fosse in grado, anzi. Magari è anche per questo che non ha pensato che Sango si riferisse a lei chiedendo il nome e tutt'ora ne resta convinta. Alla richiesta del sakè, le mani in tasca iniziano a frugare, come se muoversi in quel modo potesse far comparire qualche spicciolo. Storce il naso ed abbassa il capo <No, non posso> Riferita al sakè ed al contrario di Saigo lei alla storiella alza un sopracciglio ma non dice nulla. Parla un pò di più di quando era piccola ma non esageriamo. Si avvicina al tavolo, raggiungendo Sango ma solo perchè Akuma deve mangiare. Il cagnone infatti è lì davanti alla porta, bloccato dalla manina di Saigo che aspetta la sua carne. Lei, guarda prima lui poi di nuovo la donna. Se ne sta a circa un metro dal tavolo, ed estrae le mani dalle tasche. Flette le ginocchia e si piazza a terra, con i palmi delle mani che toccano il terreno. Umano formato cane. Una posa che cambia quando nel ruotare il viso vede Akuma tutto scodinzolante. Quindi rialza le mani, appoggiandoci la faccia sopra, ed i gomiti appoggiati sulle anche. Come se fosse di troppo lì in mezzo. Alza le sopracciglia e guarda in alto, poi in basso, intorno. Finisce però col guardare Saigo che di punto in bianco se ne va. Aggrotta la fronte e torna a guardare in giro. In silenzio che sia mai che parla di sua sponte. Ode quella storia, la ascolta con estrema attenzione di colei che pare esser solo una delle tante, ma lo sarà davvero? O brillerà anche lei in quel piccolo villaggio che contiene tutte le forze mai esistite < oh > le labbra che si spalancano lievemente < capisco > cosa ha da aggiungere quando altre mille domande le vengono in mente? La guerra è solo stata l'unica cosa a tener in piedi la loro storia, di sangue si, ma la storia degli Shinobi. Anche lei entra insieme a Saigo , e si troverà lei stessa a pagar per il cane, dannata Saigo e dannato anche te Fuji che l'avete derubata! Non aggiungerà altro ne mai lo farebbe, nemmeno per il pagar la cena ad una cagnolona sconosciuta , e nemmeno a quel suo aggiungere < prego > si, non ha nemmeno un grazie e portar quel cibo al cane, si insomma, si tratta bene dopotutto - sempre che ciò non sia stato fatto da Saigo stessa. Ma dopo quella vedrà la rosata fuggire non prima di averle donato una piccola info nuova su qualcosa che vende armi e far un solo nome. Saigo. Che sia lei stessa? Questo non avrà il momento per chiederlo nemmeno quando andrà a sedersi comoda su quella sedia con il proprio sakè, versandoselo sul bicchierino basso in legno che ha a portata di mano. Sebbene l'altra non si unirà lascerà semplicemente che ella possa star li a guardarla far il proprio mentre la cagnolona potrà godersi quella cena in santa pace, ella non dirà un'altra parola per riempir quel silenzio che sta amando. Un sorso di calore che si sparge nel proprio essere ,una quiete prima che la tempesta inizi, mentre le pedine di quel mondo lentamente iniziano a muoversi per trasformarlo forse? O per renderlo ancora più forte? Tutto ancora deve formarsi, tutte le scacchiere devon esser poste su quel grande tavolo e prima o poi i pedoni si muoveranno. [end] Se ne sta. In posa canina mentre ad Akuma viene portata la carne. <Akuma..> Brontola lei, neanche troppo ad alta voce ed il cagnolone abbaia, verso Sango, che ha sborsato. Non ha capito perchè una offre e l'altra paga ma saranno affari loro. E dal basso della sue posa guarda Sango, come se volesse studiarne i lineamenti. Quando quella porta alla bocca il bicchierino di sakè lei si lecca le labbra. Ottusa. A differenza di un tempo ora è restia a farsi offrire. Vuol dire essere in debito. E no. Anche se si tratta di un bicchiere di Sakè. Akuma al contrario se ne sbatte altamente e scaraventa le fauci sulla carne, tenendola con le zampe mentre strappa via la ciccetta dall'osso. Annusa l'aria lei ma non guarda il cane, anche se lo stomaco inizia a brontolarle. Testona che non è altra. Sarà Akuma a mettersi una zampa sul cuore ed avvicinarle con il muso l'osso rimasto con ancora qualche pezzetto di carne attaccata. Cosa che lei accetterà di buon grado. E starà lì ancora un pò. In silenzio. Un qualcosa che ha sempre apprezzato. //End