{ Il Sensei ritrovato }

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21:24 Dyacon:
 [Rovine Tempio] Nevica. Proprio come ieri sera, quando è riuscito a rivedere Keiga. Dannata Inuzuka. L'incontro era iniziato nel migliore dei modi ma poi, chissà per quale fottuto motivo, si è incazzata abbandonandolo sul volto scolpito nella roccia del decimo Hokage: Furaya. Quella donna lo manderà letteralmente al manicomio prima o poi. Eppure è questo che lo intriga, che non gli permette di avere relazioni serie con altre donne. Testa e cuore sono tre per la padrona di Akuma. < Vediamo se ritrovo quel Monaco... > Tsuyunotama. Per gli amici: Tsukoso. < ..... > In silenzio avanza tra i detriti del tempio, saltando da un masso all'altro, camminando sui resti dell'enorme scalinata che fungeva da preambolo al grande portone in acciaio, completamente divelto e distrutto dai vari attacchi delle chimere. Il suo avanzare è accompagnato dal rumore dei propri passi "TAP - TAP!" oltre che da un fruscio antico, quasi primordiale: lo scorrere della sabbia all'interno della reliquia di cui è il custode. < Nevica e piove. Piove e nevica. > Si lamenta come al solito delle condizioni climatiche, nonostante sia un'amante del freddo nonostante la natura estiva. Cammina tra la neve, mentre alcuni fiocchi s'insidiano tra la folta capigliatura corvina, quest'ultima lasciata alla mercé delle intemperie, dove alcune ciocche ribelli gli ricadono davanti al volto, occultando tutta la zona destra, occhio compreso. Busto coperto da una maglietta nera e da una felpa a collo alto con chiusura a zip verticale. La particolarità di questi indumenti? Non hanno la manica destra. Infatti il braccio dritto è completamente nudo, da spalla fino a polso e, nel mezzo, sulla zona laterale del bicipite, svetta il coprifronte di Suna. Gambe che indossa dei pantaloni scuri come la pece con ghirigori dorati e, ai piedi, a concludere il tutto, i classici sandali da shinobi aperti sulle punte. Sporgente dal fianco destro vi è il portaoggetti contenente fuuda da sostituzione, tonico chakra e carte bombe. Sul quadricipite sinistro invece, è visibile il portamina al cui interno vi sono varie tipologie di armi: dai kunai appunto, agli shuriken. Dietro la schiena, la reliquia citata in precedenza, posizionata diagonalmente rispetto alla sua figura e tenuta stretta a sé grazie ad una fascia in seta rossa che lo cinge in vita. Simbolo dell'appartenenza al clan Sabaku.

21:44 Furaya:
 Dormire all'aria aperta con la neve non è stata una saggia idea. E infatti sta cercando di nuovo della legna da ardere in modo che possano stare al caldo. Lo Yoton scalda lei, ma è difficile che riesca a mantenere al caldo anche lui col rischio di poterlo sciogliere se ci si addormenta. Dunque, vuole evitare di correre rischi. E s'aggira nei pressi del tempio del Fuoco abbandonato, di nuovo. L'ultima volta, vi ha incontrato Mekura. Questa volta? Una chimera? Qualcuno? Non è dato saperlo. Per il momento, si preoccupa di camminare, spostare un piede davanti all'altro e cercare di non scivolare. La neve ha iniziato a cadere da poco, alcuni fiocchi bianchi si sono posati sulla sua testolina tra le ciocche rosate. Uno di questi si posa delicato sulla punta del naso che lei va subito a storcere appena, cosicché svanisca e s'unisca agli altri leggiadri attorno a sé, nell'aria. Non avendo modo di cambiarsi, indossa gli stessi vestiti di quand'è uscita fuori dal cristallo, avendo avuto almeno premura di lavarli al laghetto della cascata per quanto possibile. Le gambe sono fasciate da un pantalone nero aderente, sormontato da una maglietta a maniche lunghe a collo alto dello stesso colore. Ai piedi, calza soltanto un semplice paio di sandali ninja chiusi sul davanti. L'haori bianco con le frange cremisi e i kanji recanti la dicitura "Judai Hokage" svetta sulle di lei spalle, sfilacciato verso le estremità e bucherellato nella zona delle spalle e della schiena, ma non per questo distrutto. Resterà su di lei finché campa, continuerà ad indossarlo fin quando non avrà espiato le sue colpe e anche dopo. Vuole riprendere ciò che le appartiene, un morto che cammina tra i vivi, un'anima che dovrebbe venire relegata all'inferno ch'è uscita proprio da quest'ultimo per espiare la sua dannazione, la quale ha la vaga impressione che permarrà eterna. Cammina, non fa altro. Schiena diritta, gli occhi d'un cacciatore che brama la sua preda anche oggi. Arrabbiata con il mondo intero e con se stessa che s'è fidata. Tutto sarebbe andato per il verso giusto, tutto andrà bene. Così non sta andando. E non andrà per un bel pezzo. Non si rende ancor conto di Dyacon, ma non pare aver timore nel suo avanzare. Tende l'udito e aguzza la vista soltanto per sincerarsi che non ci siano bestie nei dintorni, a prescindere dalle chimere, seppur siano queste ultime quelle dalle quali cerca di stare maggiormente attenta. In fondo, risultano essere un problema al quale potrebbe non riuscire ancora ad adempiere. Il suo potere è ridotto e non percepisce la natura attorno a sé: è un problema. [ Chakra ON ]

21:52 Mattyse:
 Il bianco avanza a passi lesti, portando il sinistro dinanzi al destro per poi ripete il gesto in maniera contraria. Ha fretta, deve raggiungere quel punto di incontro che aveva stabilito con la rosata il primo possibile. I piedi scalzi impattano su quel terreno mentre la neve sta creando una lieve patina sul suolo, i pantaloni neri da shinobi stringono le gambe del Senjuu, mentre il busto è appena coperto da una vestaglia di color marroncino, lunga tanto da arrivare fino alle ginocchia, ma presenta uno strappo verticale che divide il tessuto in due parti, ciò rende visibile il busto. Il pettorale destro presenta un marchio a fuoco, un kanji, ed è stato ricalcato con un tatuaggio, mentre il pettorale sinistro, come la spalla, il collo e il viso, è avvolto da quel che resta della pelle bruciata che ha preso pure un colorito rosso. I capelli bianchi sono appena bagnati a causa di quella neve che sta cadendo, l'occhio destro è del suo solito color ambrato, ma il sinistro, anche lui investito da quelle ustioni, è divenuto opaco, privatosi della vista. Cose che capitano a fare a testate con delle palle di fuoco! "E come glie lo dico..." Sbufferebbe di lato, parlando da solo. Di certo non si aspetta di incontrare Dyacon da lì a poco, quanto la sua mente è più che preparata ad un incontro a quattro occhi con quella che era la sua Hokage. Mat uscirà quindi da quella boscaglia che circonda il tempio, o almeno quello che ne resta... Subito andrebbe a studiarlo, rivangando nella propria testolina. "Tempio del fuoco. Anni addietro qui veniva tenuta la volpe a nove code e il suo possessore." Rigurciterebbe qui tutto ciò che negli anni passati ha studiato su quella caterba e infinità di libri. "Distrutto..." No, Mat che ti sta passando per la testa? "Potrebbe essere una degna abitazione per dei kami." Eccolo. [Geometra Mood]

22:03 Dyacon:
 [Rovine Tempio] Raggiunge la sommità di quei gradini, o meglio, di quel che resta delle scale. Davanti si trova le macerie del portone del tempio completamente divelto, mentre alle spalle si è lasciato una scia di detriti non indifferente e dalle varie dimensioni. Opera delle chimere del falso Dio che ancora s'aggirano incontrastate per il mondo ninja. < ..... > Meglio non farsi trovare impreparato. Alla fine si trova in territorio nemico e non vuole che succeda quanto accaduto tempo addietro nella grotta di Keiga. Nonostante lo sguardo color ametista sia attento e vigile, così come i sensi, non basta. Deve ricorrere al chakra per far fronte ad un'eventuale nemico. Per questo, restando immobile sotto la candida neve, le mani vanno ad unirsi davanti al petto, ricreando il sigillo della capra. Palpebre chiuse, e concentrazione che verrebbe richiamata, cercata e trovata. Nella testa prenderebbe forma l'immagine del proprio corpo diviso perfettamente in due da una linea verticale nera, al cui apice e pedice ci sono due sfere di colore diverso, entrambi roteanti sul proprio asse. La prima, di tonalità rosso fuoco, simboleggia l'energia psichica e si attesta nei pressi della fronte. La seconda, blu elettrico contenente la forza fisica, si colloca ad altezza ombelico. Tramite la volontà, cercherebbe di unire i due oggetti sferici, facendoli scivolare lungo il tratto descritto in precedenza. Li unirebbe, li fonderebbe, dando vita ad un unico oggetto circolare in prossimità della bocca dello stomaco. Da questa fusione, si sprigionerebbe il chakra, irradiando ogni singola fibra muscolare, oltre che donargli benefici psichici. Se tutto fosse andato come descritto, i bonus non tarderebbero ad esser avvertiti. < Uh? > Aggrotta la fronte, avvertendo chiaramente delle presenza farsi largo tra la boscaglia. Non tanto quella di Furaya, quanto Mattyse. Il suo parlare non passa inosservato, bensì cattura l'attenzione del Sabaku. < Che sia un Monaco... > Magari Tsuyukoso. Resta lì, sulla sommità della scalinata, con gli occhi che osservano verso il basso, curiosi e vogliosi di mettere a fuoco quanto prima la figura del Senjuu.

22:18 Furaya:
 Il suo Chakra scorre già tumultuoso nel corpo della giovane, la quale però ha denotato una diminuzione dello stesso. La preoccupa, ma non lo dice ad alta voce. Non ne ha parlato neanche con Mattyse, anche perché lo sta ancora aspettando al tempio del Fuoco. L'espressione vuota e glaciale della fanciulla resta focalizzata or davanti a sé, mentre si preoccupa di vagare e d'avvicinarsi oltremodo a quella struttura distrutta che, una volta, poteva essere definita un vero e proprio tempio. Inutile piangere addosso alla distruzione così com'è inutile continuare a sostare in prossimità di quel tempio, quando sarebbe già dovuta essere a Konoha. Nella *sua* casa. Una voce attira la sua attenzione assieme a dei movimenti sospetti nei dintorni, tanto da cercare d'aguzzare immediatamente la vista più del solito, esattamente come farebbe per quanto riguarda l'udito. Starebbe particolarmente all'erta, ma a giudicare dai rumori che giungerebbero alle sue orecchie non dovrebbe trattarsi d'una chimera. Potrebbe anche essere una lince, un cinghiale, una qualunque altra belva che, tuttavia, non spaventerebbe come le altre che hanno portato distruzione ad ogni loro avanzare. Si farebbe attenta, gli occhi che saetterebbero da un lato all'altro, cercando d'uscire dalla boscaglia con estrema lentezza, un passo dopo l'altro. Eviterebbe di far strisciare le suole, bensì solleverebbe con delicatezza la leva inferior manca, posando il piede poco più avanti e così ad ogni passo, preoccupandosi di far meno rumore possibile. Dovrebbe anche riconoscere la voce del bianco, ma i suoi occhi chiari dovrebbero riconoscere una figura posta nei pressi del tempio. <Impossibile> Non vi arriva immediatamente, ma ad una prima impressione potrebbe sembrarle qualcuno che lei ha conosciuto, che ha allenato e di cui s'è presa cura. <chi sei?> Le sovviene dunque normale una domanda tanto semplice ed elementare, ignorando del tutto il Senjuu in questo momento poiché la sua attenzione sarebbe totalmente rivolta a quell'uomo. Vi s'avvicina al tempio, un passo dopo l'altro, questa volta con meno attenzione al rumore ma stando certamente attenta ai dintorni per quanto riguarda ringhi bestiali che potrebbe udire. Fuori dalle mura, il mondo è diventato alquanto pericoloso e questo, purtroppo, ha reso quel terreno proprietà delle chimere. Soltanto in un secondo momento si renderebbe conto anche di Mattyse, al quale rivolge immediatamente un'occhiata di sottecchi. <Ti sei degnato di farti vivo.> Dai, non fare la cattiva ogni volta. Tuttavia, hanno davvero molto di cui dover parlare, ma questo non sembra essere il luogo propizio e la presenza di qualcun altro rovina del tutto l'atmosfera! Lo sguardo, per quanto sorpreso nei confronti del Sabaku, resta comunque quello ferale d'un lupo che adocchia la preda. E non la smolla neanche per un istante. [ Chakra ON ]

22:31 Mattyse:
 Il tempio distrutto è il principale soggetto dello sguardo del bianco, che solo dopo riuscirà a vedere la sagoma di qualcuno che non riesce a riconoscere, qualcuno che in ogni caso non conosce... In un mondo distrutto e mal ridotto, ove i conigli son scappati e si sono rintanati nei loro rifugi, quei pochi che si possono veder girovagare, oltre alle chimere, sono sicuramente lupi. Un lieve sorriso apparirebbe sul volto del bianco mentre questo andrebbe a dar una forma, nella propria testa, ai propri occhi: l'occhio destro, ambrato, ancora in grado di vedere, inizierebbe a roteare in quella sua immagine proiettata nella sua mente, e gli assegnerebbe l'energia mentale. Tenterebbe quindi di compattare quell'energia in una sfera per poi spostarsi sull'altro occhio, quello opaco, non più in grado di dar immagini utili al bianco ma non per questo inutile. Anche il colore di questo verrebbe reso una sorta di energia, quella fisica, ed anche con questa tenterebbe di farla ruotare e compattare in una seconda sfera. Se vi fosse riuscito, tenterebbe di unire entrambe le energie al centro del proprio viso, la ove è presente il proprio naso, nel tentativo di unirle così da creare un occhio che abbia la resistenza del sinistro e che sia in grado di vedere come il destro, un energia chiamata chakra. Ancora avanzerebbe il bianco, nonostante Furaya giungerebbe al suo fianco come se nulla fosse. "Ho incontrato il tuo monaco." Risponderebbe lesto alla rosata, osservando sempre Dyacon mentre tenta di avvicinarsi a quel tempio. "Vi conoscete per caso o devo fare io le presentazioni?" No perché potrebbero essere un po' brusche. Questa frase sarebbe una palesissima minaccia per Dyacon, su cui non distoglie lo sguardo nemmeno per un istante, mentre solleverebbe il sopracciglio sinistro e darebbe alle proprie labbra una lieve curva verso l'alto. "Comunque Fru, non è il nostro decennio fortunato." Seriamente, perdete una guerra, rimanete congelati per dieci anni, al vostro ritorno vi aspetta solo distruzione... e Konoha è pure distrutta. "Dopo chiederò scusa per esser scappato." Non lo ripeto più che ha gli occhi puntati contro il Sabaku, mi sono stufato anche io. [3/4 impasto chakra][chakra 25/25]

22:44 Dyacon:
 [Rovine Tempio] Avverte il chakra come un fiume in piena irrorare ogni singola fibra muscolare, espandersi lungo tutto il corpo, regalandogli delle sensazioni di piacere non indifferenti. Uniche. Non quelle che pensate(?). Ma benefici sia psichici che fisici. < ..... > Non dice una parola, restando in eretta postura sotto la neve illuminata e resa d'un colore più argenteo a causa della luce lunare. A quanto pare, oltre alla figura di Mattyse che fuoriesce dalla boscaglia come un qualsiasi cinghiale, c'è anche un'altra sagoma affiancarsi al Senjuu. Li squadra entrambi, traendo vantaggio dalla posizione rialzata che ha rispetto a loro, fissandoli con quelle due ametiste incastonate nel volto albino. < Un amico del Tempio. > Lapidario e monosillabe. Con questo tono risponde alla domanda fattagli da Furaya di cui non riconosce la voce. Dieci anni son tanti. Se poi ci aggiungiamo che la credono quasi tutti morta, gli è praticamente impossibile ricongiungere le fattezze dell'hokage al suono emesso poc'anzi. < Voi piuttosto. Chi siete? Se siete qui per razziare o depredare, sappiate che avete fatto un viaggio a vuoto. > Come possono vedere il tempio è solo un cumulo di macerie. Non è rimasto più nulla dei fasti d'un tempo. < E poi i profanatori di tombe mi fanno veramente girare i cojoni... > Gli angoli delle labbra si arcuano verso l'alto e, al contempo, distendersi lateralmente. Abbozza un sorriso serafico, irriverente, dando immediato sfoggio dell'arroganza acquisita in questo decennio. Minaccia che non si affanna a nascondere. Anzi. Gli occhi rimpallano sul volto della coppia di sconosciuti come in una partita di tennis. Solo quando Furaya si fa più vicina, sgrana gli occhi, incredulo. Per un attimo ha un mancamento, ma riesce a stare in piedi. < Che diamine... > Sussurra a fil di labbra, lasciando scivolare le braccia lungo i rispettivi fianchi, sciogliendole dall'intreccio che le vedeva intersecate davanti al petto. < Furaya... > Un sibilo. < S-Sei davvero tu...? > Si estranea dal mondo, rapito dalla figura della rosea. Come un bambino che vuole toccare per credere, l'arto superiore destro si distenderebbe in avanti, mostrando una muscolatura non eccessiva, ma dannatamente definita. La mano guantata di nero, va alla ricerca d'un contatto sul volto dell'altra (qualora si fosse avvicinata e glielo avrebbe permesso). Non crede di essere preda d'un Genjutsu. Ha già provato la stessa sensazione quando ha ritrovato Keiga. Lì, credendo d'esser vittima d'un attacco mentale, ha rischiato d'attaccare uno dei suoi migliore amici: Touma.

23:02 Furaya:
 Non ci resta che piangere. Da cosa lo ha dedotto che non è il loro decennio fortunato? Dal fatto che ci siano delle chimere in giro o dalla distruzione che si stanno trovando avanti agli occhi ad ogni passo? Potremmo continuare perché non è irragionevole la frase da lui pronunciata, anzi è dannatamente veritiera. Piega un sopracciglio e dirige il proprio sguardo sulla figura del bianco, soffermandocisi per qualche istante di più. <Gli hai detto di andare a farsi fottere?> Così, per sport. Non è stata molto contenta di avere a che fare con quel monaco, tanto più vorrebbe rivederlo. In fin dei conti, non aveva neanche torto per quanto riguarda alcuni contesti, ma l'orgoglio è l'arma principale della Nara la quale prosegue passo passo affianco a quest'ultimo. Cosa vuol dire? Niente di più semplice, ha ragione lei. Non risponde inizialmente a quello che viene pronunciato da Mattyse poiché non è affatto certa di conoscerlo. Ha bisogno di più tempo per riuscire a riconoscere la figura che ha davanti ed è proprio su Dyacon che lei andrebbe a soffermarsi. I lineamenti, la giara che porta sul retro della schiena, il colore degli occhi e dei capelli potrebbero portarla a pensare ad un solo nome. Sono passati dieci anni, tuttavia. E' mai possibile? <...> Resta frontale all'interlocutore, sgranando appena le palpebre e facendo risaltare i glaciali occhi azzurri che si scostano dal suo volto soltanto per incrociare lo sguardo di Mattyse, appena un istante. Non è paura ciò che mostrano, ma perplessità, non saprebbe dirlo neanche lei con esattezza cosa stia provando in questo momento. Le sembra di tornare indietro nel tempo, un tempo che però s'è preso gioco di lei non facendola invecchiare e non facendola morire, restando quella d'un decennio prima: non una virgola differente. Potrebbe quasi trattarsi d'una maledizione, d'uno scherzo della natura o d'una divinità poco divertente. <E' la mia terra> Risponde al Sabaku con far pronto, riassumendo quell'espressione seria e guardinga. <non deprederei mai qualcosa che ho giurato di difendere.> Ci tiene a sottolinearlo nonostante sia palese, sotto ogni fronte ed ovunque si guardi, il suo completo fallimento. La promessa non è stata mantenuta, permettendo così ai suoi uomini di cadere in battaglia e a se stessa di restare in vita quando sarebbe dovuto avvenire l'esatto contrario: perché è così che vive e muore un leader. Solleva una mano verso l'alto agitandola appena nell'aere circostante in tutta risposta all'affermazione del Senjuu. <Che non lo fosse> Il loro decennio fortunato. <l'avevo intuito da quando ho incontrato Mekura l'altra sera.> E questa è anche molto cattiva come espressione da utilizzare, tuttavia le motivazioni potrebbero essere molteplici date le parole che le ha sentito pronunciare. Si stringe nelle spalle, poi. <Non devi scusarti di nulla> Quanto dettogli poc'anzi non alludeva all'essere scappato, ma all'averci messo un paio di giorni per farsi vedere nuovamente. Non lo biasima, sicuramente avrà avuto bisogno di tempo per pensare: lei avrebbe fatto la stessa cosa. Costretta però a riportare l'attenzione su Dyacon, avverte e nota la sua mano risalire verso la guancia della Judai, la quale resta perfettamente immobile. Irrigidisce appena la muscolatura del volto, in particolare della mascella, indurendo i lineamenti e palesando quello sguardo glaciale che l'accompagna da quand'è uscita dal cristallo. <Non toccarmi> Sussurra. <potresti sporcarti del mio stesso peccato> O del sangue degli innocenti morti per la sua brama di pace. E in un sibilo, ne professa il nome: <Dyacon.> Spera d'averci azzeccato, in realtà. Ma in base a quel che vede, non potrebbe trattarsi di nessun altro. [ Chakra ON ]

23:16 Mattyse:
 Un amico del tempio? Che quell'essere tanto arrogante da guardarli dall'alto verso il basso sia un amico del monaco? Bhe, il signorino ha amici molto consoni per la sua religione vedo! Il bianco solleverebbe appena il capo, intento a sprizzare sicurezza da tutti i pori, spalancando entrambi gli occhi e aumentando la tonalità della propria voce. Deve mostrarsi più sicuro. Deve mostrarsi forte. Deve esserlo. "Lui prega i Kami. Io gli ho detto che i Kami sono tornati" Risponderebbe avanzando ancora, intento a sorpassare anche la Furaya. Si zitterebbe poi quando le attenzioni del Sabaku si posano sulla Nara, facendo un passo di lato, esattamente il sinistro, per far si che i due si possano vedere meglio. Sembra che si conoscano, o meglio che lui la conosca. Pare essere titubante, insicuro di chi possa avere davanti, come era Keiga... ma vi è una differenza. Dyacon non è nella lista di amici stretti di Mat. Se lui avesse raggiunto la distanza necessaria per toccare il volto della rosata, il bianco andrebbe repentino a comporre il sigillo del drago, seguito dal bue e dalla tigre, per poi allungare la mano destra in direzione di Dyacon: utilizzerebbe qui il chakra di tipo suiton che verrebbe convogliato rapidamente nella mano, questa che verrebbe portata ad una distanza di circa trenta centimetri dal bersaglio per poi far uscire dall'arto l'acqua che andrebbe, salvo impedimenti particolari o spostamenti particolarmente repentini, ad avvolgere il Sabaku, chiudendolo nella prigione acquatica del Senjuu. Se vi fosse riuscito, accennerebbe ad un lieve sorriso più sincero e meno forzato. Solo allora udirebbe la voce della Nara fare il suo nome, nome che aveva già sentito da Keiga. Da qui in poi è tutto nell'ipotetico caso in cui l'attacco sia andato a segno: Mat solleverebbe il sopracciglio sinistro, perché ci piace, e passerebbe lentamente la lingua sulle prorpie labbra per inumidirla. "Ops, troppo lento..." Accennerebbe ad un sorriso voltando ora lo sguardo in favore di Furaya. "Quindi? Le presentazioni?" Chiederebbe ancora, poiché un nome campato per aria, per giunta senza la sicurezza da parte di nessuno dei due... "Prima che per la stronzata che lei ha detto decida di ammazzarvi in due." E sarebbe ancora minaccioso, sta volta anche nei confronti della stessa rosata. Che avrà detto di male? Bhe, lo conosce, può anche arrivarci da sola. [1/4 avvicinamento a Dyacon][3/4 prigione acquatica (Vel: 25)][Chakra 22/25]

23:39 Dyacon:
 [Rovine Tempio] Nonostante siano due le figure che risalgono ciò che rimane della scalinata del tempio, lo sguardo color ametista resta fisso sul volto di Furaya, attendendo che lo stesso si adagi contro la sua mano destra. Infatti, tutto l'arto nudo è disteso in direzione del decimo, volenteroso di tastare, di sentire con i propri sensi la veridicità di quell'immagine che gli si para innanzi. Si estranea da tutto e da tutti. Anche la neve che cade leggera e candida, sembra subire un rallentamento nella fase di discesa. Prima l'indice, poi il medio ed infine l'anulare verrebbero a contatto con la guancia sinistra della donna. Donna che non è cambiata di una virgola rispetto a dieci anni prima. Effetto contrario che il destino ha riservato al Sabaku: da diciassettenne dubbioso e timido, a quasi trentenne con sicurezza da vendere e una spavalderia riscontrabile in pochi. < La risposta di un Hokage... > Il sorriso stampato in volto aumenta di volume nel sentire la frase dettagli dalla Nara. Eppure, davanti a quella sorta di avvertimento, se ne frega, se ne sbatte altamente, carezzando la guancia della sua interlocutrice. Sempre se l'altra avesse acconsentito a ciò. La gioia è troppa per fermarsi davanti a tale stronzata. Vorrebbe rispondergli, chiacchierare con la sua Sensei, magari abbracciarla, ma il modo di fare di Mattyse interrompe qualsiasi iniziativa. Con la coda dell'occhio sinistro osserva i suoi movimenti e, in rapida successione, attuerebbe la sua difesa. Per sua stessa volontà il chakra verrebbe convogliato e concentrato sugli tsuubo del dorso, fuoriuscendo dallo stesso e infilandosi nella giara posta dietro di sé. Gli elementi del vento e della terra verrebbero richiamati, plasmati e poi fusi alla sabbia contenuta nella reliquia. Ogni singolo granello si sarebbe sottomesso al controllo del Sabaku, come se fosse unito al suo controllo con un filo invisibile d'energia. "STAP!" Il tappo in sughero che fino ad ora sanciva la chiusura del contenitore, viene eliminato, cadendo a terra in un tonfo sordo. Dopo pochi attimi, ecco l'elemento dell'ex paese del Vento fuoriuscire con veemenza, con impeto, accompagnato da un fruscio assordante. "FSSSSS" La sabbia si frapporrebbe tra la mano di Mattyse e lui, ponendosi a difesa del suo guardiano. Scivolerebbe lungo tutto il lato sinistro, amalgamandosi ed unendosi con velocità. Compatta, creerebbe uno scudo largo, lungo e profondo 1mt (1x1x1). In poche parole: un cubo. Tale figura geometrica tenterebbe di bloccare l'attaccare del Senjuu, mettendosi in mezzo a preda e predatore, deviando il getto o, qualora possibile, assorbire anche l'acqua indirizzatagli contro. [Chakra ON][Chakra 29/30][Osservazione 1/4][Tentativo Attivazione Innata 2/4]

23:59 Furaya:
 Come al solito, Mattyse si dimostra essere il solito impulsivo. Porta gli occhi ad alzarsi verso il cielo, facendoli ruotare prima di assestarli nuovamente verso il bianco. <Devi proprio?> Interrompere tutta la scenetta commovente che si stava creando, essendosi ritrovati dopo dieci anni. Non appena la sfera acquatica dovrebbe prendere forma o, comunque, non appena gli occhi della Nara potranno vedere quei sigilli andare a formarsi, partirebbe immediatamente alla volta di Dyacon. Questi le poggia una mano sulla guancia con delicatezza, complimentandosi per le risposte che gli ha appena dato, le quali finiranno inevitabilmente in secondo piano. Vorrebbe sfruttare tutta la sua velocità, incamerando ulterior Chakra lungo le inferior leve le quali ne verrebbero investite nella loro totalità. Il di lei busto si promuoverebbe innanzi dandosi così lo slancio maggiore per lo spostamento successivo. Porterebbe le braccia a distendersi in avanti, allargandosi verso l'esterno nel tentativo di abbracciarlo ad altezza dei fianchi e dello stomaco. Insomma, l'altezza è quella che è, quindi quella posizione le viene maggiormente comoda rispetto al resto. Non possiede più la stessa forza d'un tempo e se ne sta per rendere conto, assieme alla resistenza che la rendevano una ninja tutta d'un pezzo anche priva dell'armatura. Il pié manco sarebbe il primo a spingersi in avanti, venendo rapidamente raggiunto dallo specular opposto sul quale scaricherebbe il proprio peso. La velocità adottata sarebbe di norma superiore a quella dei presenti, sia fisicamente che per quanto riguarda gli attacchi lanciati [ Agilità: 40 ]. Ergo, dovrebbe riuscire a spostarsi ben prima che la sfera acquatica possa formarsi e inglobare Dyacon. Non ce ne sarebbe realmente bisogno, di questo ne siamo alquanto sicuri poiché il Genin sembra aver imparato proprio dalla sua Sensei e si difende con le sue sole forze, evitando che qualcun altro ci pensi al posto suo. Questo non è lo stesso pensiero della donna, la quale vorrebbe appunto lanciarsi contro il Sabaku per cercare di spingerlo via. <Dyacon Sabaku era un mio allievo!> Tuona all'indirizzo del Senjuu cosicché possa finalmente comprendere chi ha davanti, oltre a rifilargli un'occhiataccia bieca e fredda, dai lineamenti induriti, per via dell'atto appena compiuto. Tuttavia, la forza che possiede è molto inferiore alla norma, quindi non dovrebbe riuscire a spingerlo a terra come preventivava di fare, bensì soltanto a spostarlo lo stretto necessario affinché ci finisca lei in quella prigione acquatica. Vorrebbe ucciderlo con le sue stesse mani in questo momento, fautore di quell'arte acquatica che sembra non aver affatto perso durante questo lasso di tempo. La libera adesso o la lascerà morire soffocata com'è successo con Orochi? Lei, intanto, cerca di mantenere il respiro per evitare di bere troppa acqua, incamerando quella che è riuscita ad inspirare e niente di più. [ 1/4 - Spostamento + 2/4 - Placcaggio su Dyacon ][ Chakra ON ]

00:18 Mattyse:
 CHE CASINO GENTE! E' una concatenazione di azioni rapide quanto pericolose, sia per il bianco che per i restanti due elementi presenti. Dyacon a quanto pare ha un innata molto interessante, il controllo della sabbia, sabbia che fa fuoriuscire dalla sua giara nel tentativo di fermare l'attacco del Senjuu, la difesa sarebbe stata perfetta anche per Mat che avrebbe avuto solo da complimentarsi se non fosse poi l'intervento di Furaya a cambiare le carte in tavola... era un tuffo? Un placcaggio? Una spinta? Qualsiasi cosa fosse, ha portato lei all'interno della prigione acquatica e, non appena gli occhi la vedranno in quella sua stessa tecnica, allontanerà la mano utilizzata il più possibile, interrompendo subito quel Jutsu. "Ti sei proprio rincretinita?" Chiede alzano la voce. Fanculo le chimere, fanculo tutto, può agire così? "Se era un tuo allievo un po' di fiducia nei suoi confronti, stava per fare qualcosa di interessante." La riprenderebbe molto volentieri, andando poi a levarsi in fretta e furia quella veste che è solito indossare, anche perché al momento è privo di vestiti. "Stupida, ma ti puoi far prendere da una tecnica simile mentre nevica?" E qui il bianco cercherebbe di coprirla con quel tessuto, mirante a posarglielo sulle spalle. Lo sguardo poi si volterebbe su Dyacon, a cui rivolgerebbe un lieve sorriso. "Dyacon Sabaku. Ho sentito già il tuo nome." Si, con Keiga. "Capiremo molto in fretta se mi sarai contro o meno. Ma fino ad allora, ricorda che quello che dico faccio." E lo direbbe con una certa leggerezza, in fondo che ha fatto, solo cercato di chiuderlo in una prigione acquatica dai, c'è a chi ha fatto di peggio! "Comunque bei riflessi. Entrambi." Una frecciatina nei confronti della rosata? SICURO. Ora, e per un po', Mat si guarderebbe attorno, forse ha parlato troppo e troppo velocemente, ma più che altro la neve che scende e le condizioni della rosata in questo momento... bhe, una brutta combinazione. Meglio trovare una soluzione. Le mani andrebbero a comporre il sigillo del serpente mentre la mente andrebbe a cercare due tipi di chakra all'interno del proprio corpo: il chakra di tipo suiton che verrebbe trovato con una certa facilità e visto come un fiume all'interno di se, fiume che verrebbe dirottato in direzione del proprio polso sinistro, e doton, più arduo da trovare, questo verrebbe creato nel polso destro visionando una sfera di terra che andrebbe a comporsi pian piano, attraendo a se diversi pezzi di terra. Se fosse riuscito a creare due sfere con i sue elementi, tenterebbe di spostarli entrambi la ove le mani si uniscono nel sigillo del serpente per unirlo, permettendo al suiton di avvolgere il doton e, come quando si annaffia la terra, dar vita ad un nuovo elemento, il Mokuton. Successivamente, mantenendo il sigillo del serpente, andrebbe a ricercare le radici nel terreno, radici che smuoverebbe per poi far spuntare da terra, a mezzo metro dalle sue spalle, per poi allungarsi e andare a creare lentamente una piccola cupola che dovrebbe riuscire a coprire tutti e tre. Questa sarebbe piccola, di raggio 10 metri circa, la massima portata in cui Mat può controllare il legno. [2/4 attivazione innata][[2/4 Mokuton no ichi][Chakra 21/25]

00:39 Dyacon:
 [Rovine Tempio] Se lui è diventato una testa calda, anche l'altro non scherza. A livello d'impulsività se la battono. Non c'è dubbio. Soprattutto se di mezzo c'è la donna amata. Un pò come lui farebbe con Keiga, ma questa è un'altra storia. "FSSSS" La sabbia continuerebbe a fuoriuscire con veemenza dalla giara posta dietro di sé, andando a creare una sorta di filo conduttore tra il cubo creato in precedenza ed il punto di uscita dell'elemento. Non fa in tempo ad accarezzare la guancia della donna; a gioire della notizia d'averla ritrovata in vita dopo così tanto tempo, che la reazione di Mattyse prende tutti alla sprovvista. Quella sorta di scudo compatto e granuloso si posizionerebbe sul fianco sinistro, a difesa dell'offesa altrui. Ma, c'è sempre un ma... Infatti l'Hokage si lancerebbe contro il Sabaku, placcandolo ad altezza vita. La concatenazione degli eventi lo porta a spostarsi lateralmente di un metro, dando modo alla ragazza dai capelli rosa di prendere di fatto la sua posizione. < Ma che?!? > Sgrana gli occhi e la rabbia inizierebbe ad avvampare come una fiamma alimentata a benzina. Tratti somatici che s'indurirebbero, mentre la figura geometrica che lo ha protetto, si disgregherebbe in un'istante, lasciando cadere a terra l'elemento granuloso. Questo, per sua stessa volontà, si muoverebbe ferale in direzione del Senjuu, tramite apposita distensione del braccio destro in avanti. Tacito ordine alla sabbia che, ricevuto l'input, inizierebbe a divorare la neve accumulatasi sul terreno, volenterosa di raggiungere in pochi istanti i piedi dell'altro genin. Attacco che però viene bloccato, capendo solo ora la natura della relazione tra i due. < Furaya, come stai? > Chiede, avvicinandosi alla stessa dopo che il bianco gli ha donato i suoi indumenti. < Ti ringrazio, ma non sono più l'adolescente che hai formato, svezzato e plasmato. > Sia caratterialmente che fisicamente. < Quanto a te... > Gli occhi blu si fisserebbero sul volto di Mattyse, sostenendone lo sguardo a mò di sfida. < Ti sarò contro se ostacolerai il mio cammino o se farai cazzate di questo genere... > Indica con un cenno del mento la prigione d'acqua, ormai scioltasi, in cui aveva rinchiuso l'Hokage. < Io invece non amo parlare. Passo direttamente ai fatti. Tsk! > Schiocca la lingua sul palato, abbozzando u nuovo sorriso irriverente su quel volto dalla pelle albina. < Piuttosto, chi diamine sei? Dovresti essere importante per lei se hai l'ardire di rivolgerti in quel modo... > L'altra è sempre un Hokage, di cui però non sa che ha perso gran parte della forza d'un tempo. Cercherebbe di aiutare Furaya a riconquistare l'eretta postura qualora avesse avuto bisogno, prima di aggrottare la fronte nell'osservare la tecnica del Senjuu. Vede come le radici degli alberi vengano richiamate, modellate e poi unite a formare una sorta di rifugio dalle intemperie e dalle bestie. < Interessante... > Anche lui ha un'innata niente male. < Chi ti ha fatto il mio nome? > Curioso, sperando che la nomea che lo precede sia buona. [Chakra ON][Chakra 29/30][Hijutsu Lv 1][

00:56 Furaya:
 Nel di lei sguardo, un guizzo. Non liberarla dalla prigione acquatica altrimenti succede un macello, peggiore di quello appena avvenuto. Ci manca soltanto che debbano iniziare a fare come cane e gatto davanti a qualcun altro. Non che sia una novità ovviamente, litigano spesso e volentieri, specialmente per le stupidaggini come in questo caso. La prigione acquatica viene però disattivata immediatamente, ma ciò non toglie che si sia fatta un bel bagno (ne aveva sicuramente bisogno, eh). È bagnata come un pulcino dalla testa ai piedi, con gli abiti che ora le si sarebbero totalmente appiccicati addosso. Dalle punte dei capelli rosati, gocciola acqua che finisce col mischiarsi nel terreno. Il problema, in effetti, è uno soltanto: sta nevicando e lei potrebbe prendersi un malanno non da poco, pur avendo un asso nella manica. Inspira profondamente per riprendere aria, ma è anche inevitabile che inizi a tremare e a battere i denti per il freddo. Cerca di non darlo a vedere come suo solito, provando a scaldarsi con un auto-abbraccio, massaggiando con forza la parte esterna di ambedue le braccia. Irrigidisce la mascella proprio per evitare che le battano i denti. Delle volte, sarebbe da prenderla veramente a ceffoni. <Mi stai anche rimproverando?> Cioè, si sta ribaltando la situazione. Spesso e volentieri è proprio la Nara che pensa a come sgridare il bianco. La di lei espressione si fa ovviamente corrucciata, aggrottando le sopracciglia con fare incattivito, stessa cosa che si ripercuote nello sguardo che gli rifila di sottecchi. Ci manca soltanto il ringhio sommesso e avremmo immediatamente il lupo che minaccia la sua piccola preda, un piccolo cinghialetto mica tanto indifeso. <Non avevi neanche il motivo per fare qualcosa del genere, quindi non scaricare le tue colpe su di me.> Vi sembra davvero il caso di iniziare a litigare in mezzo alla strada come una coppietta sposata che si inveisce per cosa preparare all'ora di cena? Siamo già arrivati a questo punto della relazione non relazione? Sì, beh, come altro la definireste? Accoglie la giacca altrui, squadrandolo però dalla testa ai piedi per sottolineare l'ovvio che viene pronunciato a voce. <Io non posso prendere freddo, ma tu sì?> Gli chiede piegando appena la testa di lato e porgendogli di nuovo la giacca, allungando l'arto mancino in sua direzione. Sì, esatto, deve fare la principessa che non ha paura di niente e di nessuno, tanto meno della neve o del freddo che avverte fin nelle ossa per via del bagno involontario che si è fatta. E pretende anche lui se la riprenda senza replicare, da brava immatura ed orgogliosa qual è. Chi va con lo zoppo impara proprio a zoppicare e l'influenza di Mattyse, in qualche modo, si fa dannatamente sentire. <Sto bene, sto bene> Gesticola appena con la dritta, facendo schioccare la lingua contro il palato ed esibendosi in una bellissima alzata di spalle quando Dyacon le ricorda che non è più un adolescente e che sa cavarsela benissimo da solo. Certe cose non le perdi mai col tempo e vuole riuscire a salvare almeno coloro che sono rimasti, nella sua testolina tutto le sembra normale ed ovvio. <e comunque lo vedo. Ma non riesco ad abituarmi all'idea che siano passati dieci anni.> È pur sempre comprensibile. Per lei è come se fossero passati soltanto pochi giorni dalla battaglia ai Monti Ardenti, mentre tutti gli altri che sono rimasti o che si sono adeguati alla nuova epoca continuano a sottolineare l'importanza di questo passaggio. Riesce a rimettersi ben dritta senza nessun aiuto, motivo per il quale scuote il capo in un cenno di diniego innanzi alla proposta d'aiuto del Sabaku. Lancerebbe delle nuove occhiate ferali nei dintorni per sincerarsi che sia tutto a posto e che nessuna creatura si sia avvicinata troppo al tempio del Fuoco. In fondo, potrebbero aver fatto ben più casino di quello che immaginano. Rifila un'occhiata di sguincio al terrorista che le lancia quella sottile frecciatina, battendo il piede in terra come se fosse infastidita e nervosa, quando in realtà sta soltanto morendo di freddo per via della temperatura rigida alla quale è sottoposta per colpa sua. <Sì, è importante per me> S'affretta ad aggiungere, continuando a massaggiarsi le braccia per evitare che prenda troppo freddo, come se quel movimento continuo possa far effettivamente qualcosa. <ed era soltanto geloso.> OH, QUESTA È UNA FRECCIATINA, FURÀ? Brava, cazzo. Stai migliorando davvero tanto anche se si ostina a fare la mocciosa, quando è palese che abbia freddo anche a causa della neve. Non si stupisce più di tanto a proposito dell'innata Senjuu che Mattyse utilizza per coprirli, standosene in disparte nel discorso. <Sei diventato un uomo.> All'indirizzo di Dyacon. E tu parli proprio da vecchia... [ Chakra ON ]

01:14 Mattyse:
 La ignora, ma non perché non la veda, ma ben sì perché la sua volontà non sarebbe più puntata a difendersi quanto a coprire la donna. Vedrebbe la sabbia che in un primo momento gli si avvicina con fare minaccioso, poi fermata dallo stesso Sabaku che probabilmente ha cambiato idea. Avrà solo un alzata di sguardo, intento a fargli capire con una tacita occhiata che sarà cieco da un occhio, ma non abbassa tanto facilmente le proprie difese. Alla fine, riesce a in tutto, riesce nel coprirla e si da il tempo per rispondere a quelle continue domande solo quando finalmente avrà eretto una difesa dalla neve. "Avevo fatto una domanda a cui non ho ricevuto risposta da nessuno dei due. Non siamo in posizione da permetterci di far toccare da nessuno." Spiega a Dyacon per quale motivo lui abbia avuto motivo di intromettersi in quella carezza. "Anzi, l'hai toccata, quindi sono stato per giunta lento. Se fossi stato un Doku ora sarei in posizione di svantaggio" E' sincero, come sempre dopo tutto, non sta cercando un bluff per vincere chissà quale scontro, l'unico scontro che vuole e che reggerà è quello con Furaya a qui risponderà repentino. "Ho sempre motivo per fare qualcosa dl genere. E si. Io posso prendere freddo. Perché? Perché sono stronzo." Argomentazione degna del migliore avvocato, laureato alla Bocconi immagino. Al termine di quella costruzione si guarderebbe attorno, poca luce, ancora molta umidità, ha riparato il trio dal freddo e dalla neve, ma non li sta scaldando... Per questo avrà bisogno di una mano dalla signorina. Il sigillo del serpente verrebbe composto nuovamente per poi andare a cercare ancora qualche radice, radice che verrebbe fatta uscire dal terreno per poi disegnare una spirale sul terreno, mostrando così una certa lunghezza da utilizzare per creare un fuoco nel caso. Glie lo ha sempre detto alla rosata di non preoccuparsi della legna, ma questa non lo ascolta mai... Troppo orgoglio forse, ma in fondo è quello il motivo per cui sono in queste condizioni, no? "Non ti preoccupare, se parlo è perché non ho carte bomba." si, carte bomba che devi recuperare assolutamente. "Rivolgermi in questo modo? La rispetto come donna, non come kage. E' una persona e come tale mangia, defeca e si pulisce il culo..." Buongiorno principessa. "...anche lei può sbagliare, anche se a quanto pare tutti se ne dimenticano. Lei compresa." Si, un altra frecciatina. Anche perché non saprebbe come rispondere a quel suo 'è geloso'. Perché siamo onesti Mat, è vero! "Pensa ad accendere il fuoco. E senza dar fuoco a tutto, non ho mai avuto molto chakra." In fondo sono circondati dal legno... Lo sguardo tornerebbe su Dyacon, ha chiesto chi abbia fatto il suo nome... Keiga, ma la domanda a cui aveva risposto quando lo ha fatto era un po' particolare. "un mio allievo." Si, perché Keiga ora è una tua allieva eh? Bhe, in effetti a lei e a Tachiko le hai comprate dicendo che avresti insegnato loro a non farsi arrestare... "Puoi controllare la sabbia? Di che clan fai parte? Non si vedono molti nella foglia con un innata simile." Forse perché non sono di Konoha? Che dici? [2/4 mokuton no Ichi][Chakra 20/25]

18:58 Dyacon:
 [Rovine Tempio] Viene avvolto di colpo da un'oscurità innaturale, artificiale, ma sempre densa e buia, figlia della struttura in legno eretta da Mattyse. La neve termina di cadere su tutti loro, d'insediarsi tra la sua folta capigliatura e bagnare i vari indumenti. < Bello tutto. > Afferma con una malcelata vena d'ironia. < Protetti dal freddo e magari anche dalle bestie del falso Dio che contaminano queste terre... > Nonostante la possibilità di mangiarli in un sol boccone, chalet compreso(?), non è da escludere del tutto. < Ma non si vede un emerito cazzo! > Gli angoli delle labbra si arcuano verso l'alto, abbozzando un sorriso irriverente su quei tratti somatici dalla carnagione pallida. Albina. < Volete andare avanti ancora per molto? > E' vero che non vede bene - anche se le pupille si stanno abituando all'oscurità - ma l'udito gli funziona perfettamente. Sospira in maniera rumorosa, senza nascondere il suo disappunto nel sentire la gara a chi ce l'ha più grosso. Orgoglioso lui. Orgogliosa lei. < Furaya, copriti e basta. > Perentorio il tono di voce. Frase che dieci anni fa non si sarebbe minimamente azzardato a proferire. < Sei completamente fradicia. Ha ragione lui... > Con uno spostamento rapido del mento, va ad indicare il terzo individuo oltre loro due. < Anzi, prendi anche questa... > La zip della felpa bianca viene abbassata fino in vita, slacciandola. < Sentirai freddo sul braccio destro... > Eh si, la manica dell'arto appena citato non c'è. < Ma meglio di niente... > Se la toglie, porgendola al decimo Hokage insieme agli altri vestiti del Kanishiro. < Ora... > Si riassetta dopo aver disteso la mano destra verso la Nara per allungargli quella sorta di giacca calda. < Che lui sia geloso è indiscutibile. Così come le emozioni che vi legano... > Non parla di amore, ma semplici sentimenti e accorgimenti che hanno un unico comune denominatore: l'uno tiene all'altra e viceversa. < Ma alla tua risposta ha già risposto lei. Cosa vuoi di più? > La Judai ha già snocciolato il loro rapporto: Maestro e alluno. < E capisco il tuo punto di vista... > Ovvero che la donna è sempre un comune essere mortale. < Però mi da fastidio che qualcuno si rivolga così ad una delle massime autorità del mondo ninja.... > Breve attimo di pausa con lo sguardo che s'indurisce. < O di quel che ne rimane... > Precisazione dovuta. < E' sempre la mia Sensei. > Sottolineando volutamente la penultima parola, magari giocando anche con la gelosia di Mattyse. < Io da diciassettenne, sono quasi un trentenne. Un uomo. Tu invece sei sempre uguale... Tsk! > Schiocca la lingua sul palato nel rivolgersi all'attuale genin. Sempre gnocca. < Come diamine è possibile? > Chiede, non trovando una risposta a tal quesito. < Io sto ancora aspettando una presentazione da parte tua... > Ora l'attenzione è per il Senjuu. Infatti il nome dell'altro ancora non è stato svelato. < ...e chi ti ha parlato di me. > Se ha una nomea benvenga. Ma deve sapere chi ringraziare(?). < Foglia? > Riguardo la sua innata. < Non sono di Konoha. Vengo da Suna... > Ammette senza nessun'espressione particolare stampata in volto. Intanto, la sabbia utilizzata in precedenza viene richiamata, riportata a protezione dei rispettivi fianchi, librandosi in aria, accompagnata da un fruscio ben udibile dagli altri. < Del legno avevo solo sentito parlare. E' la prima volta che lo vedo in azione... > Interessato, scruta dall'interno quell'opera creata dall'ex dinamitardo. < Che diamine ci fate qui? Scorrazzare con le chimere in giro non è esattamente il massimo... > Soprattutto se la forza di entrambi si è dimezzata. < Venite a Kagegakure? > Domanda più che lecita, non sapendo le intenzioni della coppia. [Chakra ON][Chakra 29/30][Hijutsu Sabaku Lv 1]

19:24 Furaya:
 Ti pareva, no? Inizi a fare l'orgogliosa con tutto il tuo arsenale, ma anche il tuo allievo deve mettersi contro di te. Le porge anche la sua felpa dato che lei è completamente bagnata dalla testa ai piedi per essere rimasta intrappolata nella prigione acquatica al posto di Dyacon. Inoltre, sta continuando a nevicare e le temperature notturne son ben più rigide di quelle diurne. Fa roteare gli occhi verso l'alto, stanca anche d'aver a che fare con entrambi adesso. Avrebbe di gran lunga preferito continuare a vagare da sola nei pressi del tempio del Fuoco. <Vi siete messi d'accordo?> Fa balenare lo sguardo innervosito dall'uno all'altro, non potendo però negare che faccia freddo e che a sua volta ne stia provando. <Lo faccio solo per non sentirvi, giuro.> E prende almeno la giacca di Dyacon per sistemarla meglio indosso, coprendo dunque gli abiti grondanti d'acqua che, asciugandolesi addosso, potrebbero portarle sicuramente un raffreddore o una brutta influenza. Una volta fatto questo, porgerebbe invece - irriverente e autoritaria, per quanto possibile nei suoi confronti - la tunica a Mattyse. <Non accetto repliche, sei praticamente nudo e rischi di ammalarti a tua volta. Io posso pur sempre attivare lo Yoton e scaldarmi in due minuti.> E' risaputo che il suo potere le permette anche di farle aumentare la temperatura corporea, dato che potrebbe rivestirsi completamente di lava e non subire neanche il minimo scompenso fisico, se non un rallentamento nei movimenti. <Quindi, lascia che mi prenda cura di te.> Oh, Matt, dove l'abbiamo già sentita questa frase? Dai, riesci ad arrivarci tranquillamente da solo! Certo, a dirlo fu la copia della Nara durante quella notte passionale, questa volta invece si tratta dell'originale. Lo sguardo appare ancor una volta severo, lasciando però trapelare un mezzo sorrisetto. La quotidianità che Dyacon le ha riportato alla mente, il passato in cui valeva ancora qualcosa, fanno sì che provi - anche solo per un istante - quella che è era la felicità, ora svanita del tutto. <Tch.> Andrebbe a formare il sigillo del drago e della capra, adoperando il proprio Chakra elementale del Fuoco. Stenderebbe la dritta in avanti, sul cui palmo andrebbe a prendere una forma una piccola fiammella alimentata dal proprio Chakra in circolo. Esso fuoriuscirebbe dagli tsubo, mentre piegherebbe le ginocchia affinché possa avvicinarsi ai pezzi di legno che il Senjuu ha generato tramite la sua innata. Onde evitare che qualcos'altro prenda fuoco tutt'attorno, farebbe particolare attenzione ai propri movimenti, cercando di spingere quella fiamma generata in direzione del legno. Dovrebbe riuscire a prendere fuoco immantinente, ma senza esagerare e lei lascerebbe andare del tutto la fiamma, ergendosi in piedi e ponendosi di nuovo di fronte ai due. <Dyacon, a me non dispiace se si rivolge in maniera onesta e diretta nei miei confronti. Abbiamo una certa confidenza> Fin troppa, oseremmo aggiungere. <quindi, va bene così.> I di lei lineamenti s'induriscono di nuovo, dimenticando il passato e quel ch'è stato perché adesso deve pensare ad espiare le sue colpe, al suo immediato futuro. <Certo, Jushan-san avrebbe già i capelli bianchi a sentirlo parlare così nei miei confron--> Blocca la frase a metà, sbarrando per un attimo gli occhi e cercando immediatamente quelli del terrorista. <...> Che fine ha fatto il suo braccio destro, il capo delle guardie di Konoha? Piccoli tasselli s'aggiungono al resto, ma le sue domande non ricevono risposta alcuna. Guarda di sottecchi il Sabaku, cercando di scaldarsi il più possibile così da dare loro la dimostrazione che non morirà di freddo stasera. <Non so dirtelo neanch'io con esattezza il motivo. Anche lui non è invecchiato affatto> E le avrebbe fatto comodo dato che ha a malapena diciott'anni e ora ne avrebbe dovuti avere almeno dieci di più. <credo si tratti del cristallo in cui siamo stati sigillati.> In fondo, sono sopravvissuti dieci anni senza mangiare né bere, quindi quel materiale dovrebbe essere riuscito a mantenere i loro corpi intatti, congelati nel tempo. <No.> Perentoria, sancisce già la negazione nei confronti dell'ultimo quesito altrui. <Non adesso.> Vuole sicuramente vederlo quel nuovo villaggio tecnologico che è riuscito ad unirli tutti e sei. <Ci stiamo dirigendo a Konoha, quella vera.> L'unica. [ Chakra: 44/50 ][ 2/4 - Manipolazione del Katon ]

19:45 Mattyse:
 Il buio che impedisce a loro di vedersi dura particolarmente poco grazie alla fiammella che la rosata va a generare attraverso il katon, usandola poi per accendere quei pezzi di legno che lui per primo ha fornito. Le mani verrebbero fatte cadere poi lungo i fianchi. Un lieve sorriso spunterebbe sul suo viso vedendo Dyacon spalleggiarlo per quanto riguardi il fatto che lei deve coprirsi, storcendo appena il naso poi nell'osservare come preferisce il vestito offertogli dal Sabbaku anziché il proprio... Il volto qui verrebbe girato verso quel piccolo spazio che ha lasciato quando ha creato quella cupola, qualcosa di simile ad una porta ma intagliata in maniera imprecisa. "Dovrei usarlo di più, ci sto perdendo la mano..." Commenterebbe tra se e se. La voce della Nara attraversa le sue orecchie del Senjuu che subito spalancherebbe entrambe gli occhi, voltando poi lo sguardo verso di lei, le porgerebbe un altro piccolo sorriso prima di scuotere il capo. "Lo farai quando ne avremo tempo. Per ora ci penso io." Risponde secco, facendo un passo indietro per posare la schiena nuda contro il legno che ha fatto crescere. L'occhio ambrato, come il gemello divenuto opaco, si poserebbero sulla figura di Dyacon, che pare avere dei commenti più o meno carini nei di lui riguardi. "Ha risposto lei, ma lo ha fatto tardi. Ho dei tempi di reazione, se sento la risposta troppo tardi... bhe, preferisco chiedere scusa per un attacco che rimpiangere di non averlo fatto." E' un'altra eventualità, no? Se stesse sempre con la paura di ricevere la risposta all'ultimo perderebbe il vantaggio di attaccare per primo, ed è risaputo: chi attacca per primo, attacca due volte. "Trattala come tale, sarei più felice però se la rispettassi come un amica." E questo inizialmente è un vero e proprio invito, cioè si, è geloso, ovviamente, tanto che ha quasi ringhiato quando lei si è messa il suo indumento anziché il proprio, però non le impedirà certamente di essere libera. Poi, il signorino va ad inciampare su un piccolo sassolino, giusto piccolo... "Tu eri diciassettenne e hai avuto l'hokage come sensei. Ora trentenne, che hai fatto? Te lo sei meritato il titolo uomo? Hai compiuto grandi gesta che parlino del grande allievo della decima?" Lo puntella, mentre un sorriso ironico spunterebbe sul suo volto. "Io avevo, e ho, diciotto anni, ho minacciato e vinto contro l'hokage, più volte. Ho ucciso un Jonin... e il mio più grande traguardo te lo dirà lei, se vorrà. Chissà se dopo dieci anni sono riusciti a capire chi è stato." Parla sicuramente del ponte Naruto e del volto dell'ottavo, entrambi monumenti scoppiati in maniera particolarmente casuale... Bhe, il primo ha fatto crollare l'economia di Kiri... Non risponde però a chi abbia fatto il suo nome, ha già risposto. Il volto verrebbe portato in favore della rosata, preoccupata per il suo braccio destro. "Jushan-san non è stupido. Ho sempre avuto difficoltà a tenergli testa. Lo troveremo da qualche parte che legge il giornale e borbotta sotto voce che se fosse lui al comando le cose sarebbero diverse." Ne è sicuro, figura enigmatica che non gli ha mai dato troppa confidenza. Lui era il vero nemico del terrorista AlMiaeda. "Kage-che?" Solleverebbe il sopracciglio sinistro, guardando poi entrambi senza capire. "State dicendo che c'è un altro villaggio?" E subito gli occhi salterebbero in direzione di Furaya. "Un altro villaggio. Ed esattamente cosa aspettavi a dirmelo?" E qua la voce verrebbe appena alzato, palesando un certo nervosismo, che aumenta ad ogni pensiero inerente a quel piccolo dettaglio. "Ti ricordi vero che a differenza tua io non avevo chi mi guardasse Kimi? Che io a differenza tua non ho alcuna certezza che mia figlia sia ancora viva?" E si, sapere così della presenza di una strada da seguire, di una possibilità che la piccola Kimi non sia dispersa per boschi, lo fa un pochetto scaldare. [Chakra 19/25]

20:16 Dyacon:
 [Rovine Tempio] La felpa candida di colore bianco, viene afferrata ed indossata controvoglia da Furaya che, nonostante la volontà di entrambi di proteggerla da un malanno, non sembra apprezzare quei gesti. La solita donna cocciuta ed orgogliosa. Non è cambiata affatto in questi dieci anni. Letteralmente. Neanche mezza ruga. < Basta che te la sei infilata... > Ed hai ceduto alla ragione maschile. Ma quest'ultima frase se la tiene per lui. Meglio non alzare un ulteriore vespaio. < Se sta bene a te come ti si rivolge, non c'è alcun problema... > Allarga le braccia oltre i fianchi. D'altronde è il loro rapporto e sanno benissimo cosa funziona e cosa no. < Ma lasciami dire che mi da fastidio. > Non può farci nulla. E' più forte di lui. Si zittisce poi, vedendo l'innata della donna dai capelli rosa, seguendo quella flebile fiammella che diviene più corposa, densa, al centro della struttura. Hanno creato un falò con cui riscaldarsi e non andare in ipotermia. < La rispetto come amica e come Kage. Quindi non venirmi a farmi la paternale... > Scocciato il dire, come se dalla parte del torto ci fosse lui adesso. < Ma ti faccio una confessione, ragazzo senza nome... > Sarcastico, ma non troppo, poiché non è ancora venuto a conoscenza delle sue generalità. < ...Voi potete anche litigare, bisticciare e mancarvi di rispetto reciprocamente. Ma nel vostro intimo. Non davanti a tutti... > Breve attimo di pausa in cui cerca di essere quanto più chiaro possibile esprimendo un concetto che per lui è fondamentaie. < Ma è sempre il Decimo Hokage, che tu lo accetti o meno. > Quella carica se l'è meritata sul campo, ricevendo il benestare del mondo ninja e della popolazione di Konoha. < Adesso ci sono io. Ma mancarle di rispetto davanti ad un gruppo di persone più nutrito, non le giova. Questo atteggiamento può insidiare dei dubbi nella popolazione. Di una donna e un Hokage senza polso. Quindi, se tieni davvero a lei, non farlo mai in pubblico. > Ha una carica da difendere. Oltre che una dignità. Tono di voce che fuoriesce serio, accompagnato anche da un'espressione contrita. Gli occhi color ametista adesso si soffermano su Furaya. < Sai benissimo a cosa mi riferisco. > Ultime parole, prima di chiudere definitivamente quel discorso. < Senti, Nessuno... > Gli affibbia quel nome random. < E' da poco che il tuo ghiacciolo si è sciolto e sei tornato a vivere... > Non ha capito bene la funzione dei cristalli, ma le informazioni acquisite dalla donna gli permettono di andare di logica. < Non mi interessa minimamente cos'hai fatto in passato. E' andato nel dimenticatoio. Quello che conta è oggi: il presente. > Sentenzia, sostenendo lo sguardo di Mattyse, mentre le braccia si uniscono e s'intrecciano davanti al petto in una posizione più rilassata. < Davanti a te potresti avere tranquillamente il Kazekage di Suna. Cosa cazzo ne sai? > Ribalta la domanda, cercando di utilizzare quel vantaggio che lui si è assicurato in questi dieci anni: il non sapere altrui. < Non sai nemmeno che i sei villaggi si sono uniti sotto Kagegakure, creando una metropoli vera e propria. > Un'unico governo centrale con i vari distretti dei villaggi divisi. < Quindi dosa bene le tue parole. Ma soprattutto, aggiornati. Aggiornatevi... > In quell'invito include anche Furaya. < Se volete posso darvi una mano. Magari con tua figlia... > Non sapeva che l'altro, nonostante la giovane età, fosse già padre. < Che diamine andate a fare a Konoha? Troverete solo devastazione e desolazione. Oltre che ad avere un incontro ravvicinato con qualche chimera... > Non capisce cosa li muove a spingersi fin lì. O meglio, 'immagina, poiché anche lui ha abbandonato le mura sicure di Kagegakure per cercare Keiga. [Chakra ON][Chakra 29/30][Hijutsu Lv 1]

20:59 Furaya:
 Sono due teste calde, ma talmente calde che potreste cuocere un uovo sul capo di entrambi. Il nostro cinghialotto fa persino l'offeso perché lei ha preferito indossare la felpa di Dyacon piuttosto che l'altrui cappa. <Quanto mi fa incazzare.> Borbotta, poggiando anche il secondo vestiario sulle spalle, in modo che possa coprirsi esattamente come entrambi avrebbero voluto che facesse. Ecco, accontentati. Il fuocherello continua a divampare, bruciando le radici create tramite il Mokuton altrui e riuscendo così a tenere i tre al caldo. O almeno si spera. Lei s'acquatta sulle inferior leve, in modo che si trovi frontale alle fiammelle, distendendo appena i palmi aperti verso il calore. Li squadra dunque dal basso, soffermandosi principalmente su entrambi e non su qualcuno in particolare. <Smettetela di parlare come se non sapessi difendermi da sola.> Interviene immediatamente e si frappone nel loro discorso, schiarendosi la voce per far sì che sia udibile al meglio. <Ha ragione Dyacon per quanto riguarda il tuo rispondermi in pubblico> Si sofferma proprio sul terrorista, mantenendo uno sguardo severo e glaciale, assottigliando persino le palpebre. Le di lei orecchie permangono comunque in ascolto anche dei rumori che potrebbero giungere dall'esterno, sicché i pericoli sono all'ordine del giorno e sarebbe per loro un problema non rendersene conto in tempo. <allo stesso modo, nessuno può fare la paternale all'altro in nessun modo. Entrambi mi portate rispetto a modo vostro, non posso negarlo. E finitela di punzecchiarvi come due bambini dell'accademia: siete abbastanza adulti per comportarvi discretamente bene.> Sospira, scuotendo piano la testolina e facendo ondeggiare i ciuffi rosati che stanno iniziando ad asciugarsi, assieme al resto degli abiti che porta indosso. Preferisce tagliare corto a proposito del discorso del rispetto. <Non sono più l'Hokage di nessuno. Sono l'Hokage d'un villaggio caduto.> Si riappropria dell'espressione attonita e assorta, priva di qualunque emozione possa risvegliarsi in lei e lasciando che quelle sottili fiammelle cremisi si ripercuotano nel suo sguardo, illuminando appena l'azzurro glaciale dei suoi occhi. Di base, reputa inutile discutere a proposito di qualcosa che non è più, seppur sia intenzionata a riprendersi quel che ha perso con tutte le sue forze. Deve ovviamente meritarselo, dimostrerà che può farlo ancora. <E lui si chiama Mattyse.> Lo presenta lei, altrimenti non ne usciranno più. Sceglie anche qui di chiudere in fretta il discorso poiché rischia di sfociare in argomenti futili e privi di reale fondamento per tutti e tre. Si rabbuia, lascia che i due possano punzecchiarsi a vicenda perché non ha nessuna intenzione di fermarli, di far qualcosa per evitare che continuino a farlo. Anzi, tutt'altro. Ha smesso di fare da paciere quand'è piuttosto ovvio che la pace non sia riuscita a portarla nonostante tutti i mezzi che avevano a disposizione, affrontando poi una guerra che hanno irrimediabilmente perso. <Devi però ammettere che nessuno ha ancora scoperto chi fece esplodere il Ponte Naruto, eh?> Solleva or lo sguardo in direzione del Sabaku, lasciando intendere che, proprio perché è passato, non vuol dire che siano riusciti a scoprirlo. Ergo, hanno fatto più che un ottimo lavoro insabbiando tutto. Ora possono persino parlarne, in fondo cosa c'è di male? Sono soltanto parole alle quali la maggior parte delle persone potrebbe persino non credere. E che male c'è? Li imprigioneranno? Per la società, sono dispersi in azione, sono defunti. Si lascia sfuggire una piccola risata. <Può essere che sia così. E' stato il mio collaboratore migliore in assoluto.> Sì, anche più del Leader della Task Force con il quale rischia di prendersi a testate un giorno sì e l'altro pure. Non ci tiene a sottolinearlo, ma dovrebbe essere piuttosto palese. <Sei villaggi uniti sotto un unico nome?> Sgrana gli occhi poiché questo Mekura non glielo ha detto affatto e, per un istante, si sofferma soltanto sul suo allievo dal crine corvino. <Quindi, l'Alleanza è stata ricreata.> Seppur non appaia più sotto tale nomea. Infine, notando come il Senjuu si stia agitando più del dovuto, la donna s'affretta a dargli una risposta quanto più esaustiva possibile. <Me lo ha rivelato Mekura ieri sera, quindi mi era impossibile avvisarti.> Lui è appena tornato al tempio del Fuoco. <Inoltre, ci siamo ricongiunti nel momento in cui abbiamo incontrato Dyacon.> Come se questo dovesse bastare ad avvalorare il fatto che non ha trovato il tempo materiale per dirglielo prima. <Devo aggiornarti di parecchie cose.> Purtroppo è così. C'è ancora tanto in ballo e loro hanno appena iniziato a farlo. Sospira pesantemente, sistemandosi meglio gli abiti sulle spalle e ascoltando anche i doverosi dubbi che provengono dalla voce del Sabaku. <Mia figlia è in buone mani> Sceglie di tagliare corto anche in questo caso. <ma grazie del pensiero.> Aggiunge, senz'alzar gli occhi dal fuoco come se vi fosse immersa completamente pur di non dar di matto nella sua completezza. <Devo espiare le mie colpe e voglio vedere coi miei occhi il mio più grande fallimento.> Null'altro da aggiungere... [ Chakra ON ]

21:21 Mattyse:
 Il Sabaku è convinto, gasato, carico. Pensa di poter mangiare in testa a Mat? Per quanto riguarda il concetto di rispetto, è un po' particolare, il bianco sa che ha pienamente ragione, ma perché non ha unito i due puntini. In fondo si che sta portando rispetto a modo suo a Furaya, ma dopo averlo attaccato a testa bassa per difenderla e dopo essersi accertato che l'altro sia un amico stretto... Quindi vi sono dei paletti, o per lo meno delle richieste. In aggiunta, ha sempre dimostrato agli altri di meritare quella confidenza. Ci litiga, ci scherza, ma quando le cose si fanno serie, il bianco diventa particolarmente professionale: con i cittadini in rivolta ha proposto una soluzione pacifica, lasciando intendere che alla prima cazzata li avrebbe ammazzati tutti senza problemi, come la task force che ha seguito il suo unico incarico ricevuto, le informazioni sul confine tra Kusa e Oto. E' una qualità del Senjuu che molti sottovalutano e che pochi conoscono. Quando inizia il lavoro, smette di scherzare pure lui, lasciando spazio a qualcuno di più serio. Però sarà la rosata a rispondere, zittendo inizialmente entrambi. Mat subito accennerebbe ad una piccola risata, posando il proprio sguardo su quel fuocherello nato da poco. "Si Dyacon. Mi stai simpatico, lo ammetto." Cosa non da poco, constatando quanto vi stavate scannando fino a qualche istante prima... Si vede che era l'allievo di Furaya. Solleva poi la mano destra per salutare con il palmo quando la decima fa il suo nome, sollevando poi gli occhi quando è la stessa Furaya ha sottolineare che Mat, teoricamente, era un ricercato per atti terroristici. "Non sei il Kazekage e ti dico anche il perché. Hai poca esperienza, o sapresti del Mokuton e che fare la voce grossa con un Senjuu in una cupola fatta di rami non è una grande idea." E qui la mano mancina si stringerebbe in un pugno, tenendo il pollice aperto, come numero uno. "Per quanto tu sappia fare cose fighe, sei lento. Se fossi un kage mi avresti sotterrato nella sabbia senza che Furaya venisse presa dalla prigione. Invece io ti vedo, riesco a seguirti e sono sicuro che sarei anche in grado di metterti in difficoltà nonostante abbia i muscoli un po' flosci." E qui avrebbe allungato il dito indice, per il numero due. "E per ultimo, ma non per importanza, con tutto il casino che c'è in giro nessuno lascerebbe girare un soggetto di rilievo da solo per queste lande." E qui il dito medio, per l'ultimo dato utile a comprendere il livello del Sabaku. "La mente è un arma migliore di qualsiasi tecnica, Dyacon." E non lo dice con superiorità o cattiveria, non ha più nulla da dimostrare, non a lui. E' solo un consiglio che, da come il corvino si è mostrato, ha fiducia che saprà sfruttare al meglio. Lo sguardo tornerebbe sulla Judai, ascoltando le sue parole. "Ok ok, quindi lo hai saputo non molto tempo fa neanche tu. E hai anche incontrato Mekura... Si è svegliata o piange ancora per la morte di Orochi?" Chiede ironico, scuotendo appena il capo per posare lo sguardo, ancora una volta, su Dyacon. "Ti sarei grato se ci aggiornassi..." Ma non è l'ultima cosa che gli chiederai, non è così? Tu e la tua mente malata, tu e quel continuo bisogno di far saltare le cose. SEI SENZA CARTE BOMBA, RINUNCIA. [Chakra 18/25]

21:43 Dyacon:
 [Rovine Tempio] Quella piccola fiammella artificiale, regala un tepore per nulla ostile, anzi, piacevolissimo date le temperature piuttosto rigide al di fuori di quel costrutto in legno. La neve continua a cadere, ma fortunatamente non sulle loro teste. Il sorriso che ha stampato sul volto non accenna minimamente a sparire, ma si allarga ancora di più nel vedere come Furaya indossi entrambi gli indumenti dategli sia dal Sabaku, che dal Senjuu. Almeno non ha fatto un torto a nessuno. < Hai sentito? > Rivolto a Mattyse con quel ghigno irriverente. < Mi ha dato ragione. > E la palpebra sinistra si chiude, strizzando un occhiolino all'indirizzo del dinamitardo. Lo stuzzica, lo incalza, volenteroso di alimentare la parte di carattere più gelosa, più focosa. Intanto, il fuoco lì all'interno, danza tra le iridi dei presenti. < E' vero, sei l'Hokage di un villaggio caduto. > Abbassa lo sguardo sulla neve sotto i piedi, mentre la sabbia, definitivamente, viene richiamata e rinchiusa nella giara posta alle spalle in posizione diagonale. Non c'è più motivo di averla tra i piedi, anche se il flash di un funerale del deserto per Mattyse lo solletica e non poco. < Com'è caduto Suna, Oto e gli altri. > Tutti sono caduti alla potenza del falso Dio. Nessuno escluso. < Ma ciò non significa che si possa ricostruire. Iniziare da zero e fare tesoro degli errori del passato. La speranza di un villaggio ancora più funzionale e prolifico, non è un miraggio. Basta volerlo. > E non perdere la speranza. < Andiamo Furaya... > La rimbrotta in modo gentile. < Anche io, con un Kage a coprire ogni mia azione, sarei impossibile da trovare. > In poche parole, neanche troppo tra le righe, sminuisce le gesta di Mattyse. Scuote poi il capo all'ultima affermazione della donna dai capelli rosa. < Non dicevo di tua figlia... > Senshi. < Keiga mi ha detto che sta bene ed è insieme a Tachiko. Ottimo punto di partenza. > Almeno una questione è sistemata. < Parlavo di sua figlia... > Indica con un cenno del mento il Kanishiro. Nonostante stiano battibeccando, non si tira indietro nel dare un aiuto. < Ahahahaha... > Ride di gusto, mentre la mano destra guantata di nero vien fatta passare tra la folta capigliatura corvina, rassettandola. < Sai Mattyse... > Finalmente conosce quel nome. < Protri controbattere a tutti e tre i punti che hai elencato. Ma sono sicuro che sarebbe un gioco infinito. Abbiamo capito entrambi i caratteri dell'altro. Basta fare la parte del chi ce l'ha più lungo. > Solo svogliato, altrimenti lui avrebbe continuato eccome. Ma questo è un altro discorso. < Mekura? Chi è Mekura? > Chiede, aggrottando la fronte e lasciarsi andare con le spalle ed il dorso contro la struttura lignea di quella sorta di chalet improvvisato. < Quello che posso dirti è che i sei villaggi si sono riuniti sotto un unica metropoli... > Un villaggio dalla grandezza smisurata. < Non sono molto pratico di politica, ma i sei Kage costituiscono il governo di questa città. > Appunto Kagegakure. < Cos'altro vuoi sapere? Fammi delle domande specifiche, anche su tua figlia. > Può aiutare a trovarla, a reperire informazioni sulla sua attuale ubicazione o sul suo destino. < C'è anche il quartiere notturno che a Suna e Konoha non ho mai visto... > Implementazione d'obbligo nel prossimo paese del Vento. < C'è di tutto. Anche donne a pagamento... > L'attrazione principale per lui e per i piaceri della carne. Sentimentalmente, purtroppo o per fortuna, è legato a quella maledetta di Keiga. [Chakra ON]

22:16 Furaya:
 S'è riscaldata abbastanza sia grazie al fuoco che alle felpe che indossa. Matt però resta ancora senza maglia e a lei questo fa storcere tremendamente il naso. Nei loro discorsi, non s'intromette più del dovuto. <Ho perso parte del mio potere restando chiusa nel cristallo dieci anni> Avrebbe preferito tenerlo nascosto, ma è qualcosa che si noterebbe benissimo qualora dovesse combattere adesso. Potrebbe mentire dicendo che si sta trattenendo, ma non sarebbe affatto la realtà. <quindi, non posso proteggerlo a dovere. E' la mia punizione per aver fallito.> Aggiunge, mantenendo lo sguardo inespressivo rivolto verso il fuoco. Storce soltanto le labbra, intenzionata a nascondere qualunque sensazione possa provare dentro di sé. Non deve mostrare agli altri come si sente perché è quella la vera debolezza. Lei è quella che non cede mai né s'arrende, quindi deve essere sempre pronta ad affrontare qualunque affronto. In fondo, non ha mai davvero provato paura se non quando il cristallo li ha avviluppati e ha temuto di non poter rivedere né Mattyse né Saisashi e né la sua bambina. Tutto sommato, è una vera madre per quanto non voglia ammetterlo, asserendo come Konoha venga prima di chiunque altro. Ha promesso e, ahimè, mantiene sempre la parola data a prescindere da quello a cui va in contro. <E' quello che intendo fare, Dyacon. Ho giurato che Konoha non sarebbe mai caduta, mi sono fatta vanto d'una promessa che non sono riuscita a mantenere. In quanto Hokage, sarei dovuta cadere assieme al mio villaggio.> Sono parole che in questi giorni ha pronunciato nei confronti di chi ha incontrato, legati al suo passato soprattutto, affinché potessero capire cosa stia provando lei ed il motivo che la spinge a recarsi alle rovine del villaggio della Foglia. Deve farlo. <Se però io sono risorta, Konoha risorgerà con me. E se ancorché ciò non dovesse bastare, vuol dire che mi meriterò ancora una volta d'esserne al comando.> Si dirigerà persino a Kagegakure se necessario, poiché vuole incontrare chi di dovere, vuol vedere chi è che ha preso il suo posto, intende avervi un confronto. Ma tutto a tempo debito. Sta seguendo a piccoli passi quello che sarà il suo percorso, aiutata dal terrorista che ha deciso di starle affianco, ma col quale deve ancora discutere a proposito di quanto accaduto di recente. <Dyacon, vorrei chiederti di non fare menzione del nostro incontro, non ancora. O quanto meno di farlo soltanto nei confronti di persone fidate quali potrebbero essere Keiga e Tachiko.> Sente puzza di problemi all'orizzonte in merito a quello che Mekura le ha raccontato, dunque potrebbe essere difficoltoso per loro continuare il cammino, come se le chimere non bastassero. <L'ex capo clan degli Hyuuga e la madre di sua figlia.> Ops, doveva nasconderlo? Il mondo non è ancora pronto per conoscere questa cruda verità? In fondo, Orochi Hyuuga è morto... Cosa potrebbe succedere di sconveniente? Fa spallucce, spostando il suo sguardo verso il Senjuu per saggiarne la reazione. Non sa se ha fatto bene a dirlo, ma reputa che non ci fosse altra motivazione per tenerlo nascosto. Dyacon sta cercando di dar loro una mano, tutto sommato. Le sfugge poi una risata a proposito del villaggio di Kagegakure, volendosi appropriare dell'attenzione di Mattyse. <Dona un nemico comune...> Si riferisce al piano tessuto esclusivamente dal bianco, secondo il quale donare un nemico comune all'Alleanza avrebbe portato alla pace e all'unione da parte delle terre Ninja, evitando di farsi la guerra tra di loro. Quanto cazzo aveva ragione! E questa è la dimostrazione netta di come ci siano riusciti seppur indirettamente e non come avrebbero davvero voluto che andasse. All'ultima affermazione del Sabaku, il quale avvisa l'altro della presenza di donne a pagamento ed un quartiere notturno, la Nara fissa Mattyse in tralice e con espressione guardinga, in base alle risposte che darà. <Non ha bisogno di donne a pagamento.> Rigida come il tronco che sta bruciando in questo momento con la sua manipolazione del Katon. [ Chakra ON ]

22:37 Mattyse:
 Sorride nel vedere Dyacon così tanto entusiasta di avere Furaya dalla sua parte, non gli dirà che la donna tenta di andargli contro per qualsiasi cosa, così per il gusto di farlo. A contrario, annuirebbe appena, avanzando poi in direzione di quel fuocherello per sedersi davanti a questo pure lui, con fare palesemente più calmo rispetto a prima. "Fru, la tua punizione sono io." Ammetterebbe intento a sdrammatizzare, accennando ad una lieve risata, ma tirando due conti potrebbe anche essere un dato di fatto, no? Alza poi un sopracciglio, è divertito dal fatto che Dyacon debba trovare una scusa a tutto per sminuire l'operato del bianco. Sembra Orochi, l'uomo medio, che per sentirsi più in alto, per sentirsi realizzato e migliore, deve sminuire o giustificare gli altri. "Hai ragione, facile con il kage che ti copre!" Glie la darebbe vinta, ma non perché non abbia voglia di discutere, come detto quel ragazzo gli sta simpatico e averci una chiacchierata simile a quelle che ha con la rosata non gli dispiacerebbe affatto... Solo che a volte bisogna lasciare le persone nel loro brodo. Come Orochi che lo ha colpito fisicamente, lui ha appena ammesso di essere inferiore al Senjuu. Questo basta e avanza. "Mia figlia..." Dyacon si offre per aiutarlo, obbligando il bianco ad abbassare lo sguardo sulla fiamma che danza dinanzi al suo volto, chiamando in dentro le labbra per morderle senza che gli altri due possano vederle. Lo fa poi andare avanti. I sei villaggi uniti, il quartiere notturno... Cazzo, aveva ragione. "Devo trovare della Yakuza e delle carte bomba, puoi farlo con me?" Chiederebbe sollevando lo sguardo in favore del Sabaku. "In cambio, potrei anche rivelarti chi è il mio misterioso allievo." E' un accordo semplice, no? Solo per sapere che l'allieva di Mattyse è Keiga. Chissà come la prenderà! Sarà in fine la rosata ad attirare le sue attenzioni. Un nemico comune... "E' diverso." Risponde secco, non intenzionato a continuare la frase della decima. "Si sono nascosti dentro quattro mura come dei conigli. Il piano era far combattere gli shinobi come lupi. Loro saranno in pace, ma non sono liberi di uscire e vivere a causa delle chimere." Non è la stessa cosa, non è vero? "I lupi sono morti con onore, combattendo per la libertà e la pace. Quelli che si sono nascosti dentro quelle quattro mura, sono i conigli." Sentenzia con particolare cattiveria nei confronti dei cittadini di Kagegakure. Lo sguardo ora salterebbe su Dyacon. "Ovvio. Non tutti. Sarà questa la mia nuova missione. Dividere i conigli dai lupi." Keiga è un lupo. Tachiko è un lupo. Dyacon? Ancora non lo sa. Il bianco poi sospirerebbe con forza, abbassando lo sguardo mentre porterebbe entrambe le mani a comporre il sigillo del serpente, si concentrerebbe su quelle radici mosse in precedenza, cercandone una piccolina che verrebbe smossa verso la decima, facendola sbucar fuori dal terreno e fatta risalire lentamente, prima appoggiandosi contro la sua coscia, andando però in cerca della sua mano. Per Ora. [Chakra 17/25]

22:50 Dyacon:
 [Rovine Tempio] < Me ne sono accorto prima quando hai cercato di placcarmi. Non era la forza di un Hokage. > Ammette con un pò di amaro in bocca. A malapena è riuscito a spostarlo d'un metro buono. < Non addossarti troppe colpe. Non sei l'unica ad esser caduta. Anche il Kazekage e gli altri Kage hanno avuto la sfortuna di vedere i propri villaggi esser rasi al suolo. E alcuni di loro son morti... > Destino che invece non è capitato a Furaya. < Se tu non hai raggiunto i Kami, forse nel tuo fato c'è qualcosa che va al di là dell'umana comprensione. > O solo una botta di culo allucinante(?). Ma non sta a lui deciderlo. < Riparti da questo. Passo dopo passo, senza forzare nulla. > Un consiglio il suo, nulla di più. < Va bene... > Annuisce alla sua richiesta di mantenere il segreto sulla loro presenza. < Ma comunque ditemi dove posso trovarvi. > Ora che l'ha ritrovata non vuole perderla di nuovo. Lo sguardo si pianta in quello della Judai con determinazione. La sua non è una richiesta. < Tachiko è molto che non la vedo, mentre Keiga... > Si zittisce un attimo, sentendo una strana morsa farsi largo allo stomaco. Ogni volta che nomina l'Inuzuka è inevitabile che prova qualcosa. < ...di tanto in tanto la vedo. > Litigano, si baciano, scherzano, bisticciano. Insomma un rapporto con ogni tipo di sfaccettatura, spinto da un sentimento che entrambi non vogliono svelare. < Yakuza e carte bomba. Niente di più facile... > Fa spallucce, accettando con nonchalance quella missione. Resta adagiato con le spalle contro il perimetro in legno innalzato da Mattyse. Braccia conserte ad altezza petto. < L'identità del misterioso allievo? > Assume un'espressione pensierosa, massaggiando il mento glabro con le dita della mano destra. < Un guadagno che non pareggia il favore che ti faccio. Tieniti pure l'identità segreta. Mi piace saperti in debito. Tsk! > Schiocca la lingua sul palato, ampliando quel sorriso irriverente stampato sul volto. < ..... > Si zittisce poi, ascoltando senza intervenire quello scambio di battute che intercorre tra gli altri due interlocutori. Metafore, è chiaro, ma non sa a cosa si riferiscono. < Per il quartiere notturno, lasciamo decidere a lui... > Ultima frecciatina a Furaya, innocente, prima di rimanere lì tra quelle mura, riscaldandosi e rispondere ad altre eventuali domande postegli dalla coppia. Sicuro uscirebbe se la situazione si facesse troppo calda. Con la coda dell'occhio ha visto un nuovo metodo di seduzione: far fiorire delle radici sul corpo delle donne. Non osa immaginare fin dove possono spingersi. Sesso che lo stuzzica, che è parte di lui, ma l'immagine della Sensei mezza nuda lo eccita. Meglio uscire per evitare un incesto(?). La serata volgerebbe al termine o con una chiacchierata, o con il Sabaku che riprende la strada di casa. [X]

23:26 Furaya:
 Furaya e Mattyse sono proprio come cane e gatto, anzi come lupo e cinghiale. Sono costretti a prendersi a testate finché uno dei due non cede - solitamente la donna, dandogli la parvenza d'avere ragione - o trovando un compromesso utile per entrambi. <Ho sempre pensato che tu fossi la mia maledizione, in realtà.> Ben più in là d'una comune punizione. Il suo arrivo nella vita dell'Hokage ha fatto sì che cambiasse modo di vedere le cose, ragionando diversamente dal solito e permettendo - cosa mai fatta prima - che qualcuno iniziasse a fare del terrorismo per mantenere la pace. <Il cristallo che ci ha tenuto imprigionati credo che abbia anche risucchiato parte delle mie capacità. Non so se è lo stesso per Mattyse> Non ne hanno affrontato direttamente il discorso, avendo ben altro a cui pensare in questi giorni tanto intensi. <ma anche la mia quantità di Chakra è diminuita drasticamente.> Dieci anni prima, poteva vantare una quantità di Chakra appena di poco inferiore a quella di un cercoterio, tutto sommato. Stiamo esagerando un pochetto, ma aveva comunque delle riserve che avrebbero fatto invidia anche a sua madre che era una Uzumaki pura. <Non so dirti cosa mi riserverà ancora il futuro, ma se sono ancora su questa terra, vuol dire che posso riprendermi quel che ho perso. Di nuovo. Posso riportare Konoha al suo antico splendore e non permettere in nessun modo che il passato venga dimenticato.> Perché il passato è quello che li ha resi così, che li ha plasmati e li ha visti crescere in virtù d'un futuro migliore che, a conti fatti, non avrebbe mai voluto fosse questo: né ora né mai. Annuisce ancora al dire del suo allievo, il quale è comunque piuttosto comprensivo nei suoi confronti, dandole il giusto rispetto del quale parlavano poc'anzi. <Ci siamo fermati alle Cascate dell'Epilogo e qui, al tempio del Fuoco. Ora ci muoveremo verso Konoha. Una volta lì, decideremo il da farsi, ma per il momento ci troverai qui attorno nel Paese del Fuoco quasi sicuramente.> Non c'è bisogno di cercare una raccomandazione da parte di Mattyse o una conferma in merito alle parole che sta dicendo. Il loro itinerario è proprio quello e difficilmente potrebbe variare. Come prima cosa, deve vedere il suo villaggio, a prescindere che sia raso al suolo, vuole guardarlo coi suoi occhi. Continua a non crederci, continua a sperare che sia soltanto un brutto sogno e che l'indomani possa svegliarsi e rivedere - ancora una volta - quella che una volta era il Baluardo della pace che mai avrebbe permesso di far cadere. <Vorrei approfondire di Keiga, ma non è il momento giusto per farlo. Tutto ha il suo tempo, ma Konoha vanta la precedenza.> Torna a sottolineare qualcosa che per lei è purtroppo abbastanza ovvio. Sposta l'attenzione verso il Senjuu, il quale s'accovaccia a sua volta verso il fuoco, ancor privo dell'indumento superiore che l'avrebbe aiutato a proteggersi dalla neve che cade esternamente. Annuisce al di lui dire, socchiudendo per un attimo le palpebre. <Ma il Lupo Alpha è inutile senza il suo branco, Matt.> Lei, il capobranco, privata della sua famiglia, del suo villaggio e della gente che vi viveva: il branco. Si trova d'accordo con le parole del terrorista poiché incarnano anche le sue. Dopodiché sente salire verso la coscia un rampicante, piegando appena il capo per sporgersi e notarlo. La dritta scivola proprio in direzione di quest'ultimo, permettendosi di sfiorarlo coi polpastrelli o addirittura di far sì che le s'attorcigli attorno al palmo. Si fida del suo terrorista. Sol quando anche Dyacon sarà andato via da quella capannina di legno che non durerà comunque ancora a lungo, in base alle riserve di Chakra del tornato Genin, lo sguardo della donna s'addolcirà un minimo. <Ora vieni a riscaldarti vicino a me o devi farti pregare?> Il suo contatto sarà nettamente migliore di quello d'un pezzo di legno. [ EXIT ]

23:40 Mattyse:
 Non può ora che tacere, lascare i due tirare le somme di quei discorsi mentre la sua mente ha ripreso a disegnare come un pittore su una tela, immaginando diversi scenari, alcuni già visti con quella che doveva essere Konoha... Lupi, conigli, cinghiali... Iniziano ad esserci troppi animali, ma è questa la natura e quello che deve portare lui è semplicemente una selezione naturale. I conigli periranno, i lupi combatteranno e i cinghiali li copriranno. Lui deve trovare come separare queste razze per poterle riconoscere e per liberarle. E' una situazione che non fa bene a nessuno. Si parla di un villaggio, ma deve vederlo, deve vederne le mura, lo spessore, il materiale e l'altezza. Le case, con che struttura sono create e con quale logica son state disegnate le strade... Non è così semplice come ha sempre dimostrato. Ma sta volta ha degli alleati incredibili e non parliamo di Furaya, parliamo delle stesse chimere che hanno chiuso l'umanità all'interno di quelle mura. "I lupi ci sono ancora. Sono solo in mezzo ai conigli." Risponderebbe lui a quell'unica frase, stringendo appena la mascella per serrare i denti tra di loro. "Dobbiamo solo far uscire allo scoperto i lupi per portarli a casa" E' un idea, stupida e folle... è continuare il suo terrorismo, non più per la pace, ora è palesemente per ridare alla rosata quel suo popolo, quel suo branco... Però più ci pensa e più trova un senso. L'umanità e gli shinobi vivono, in armonia, ma dentro delle mura circondati da quelle chimere. Si può chiamare veramente vita? Si può chiamare veramente vittoria? Forse sono stati veramente scelti dai Kami per diventare tali in terra. Giusto per aumentare le tue manie onnipotenti eh? Quando Dyacon se ne andrà lui poserà lo sguardo sulla rosata, accettando il suo invito per avvicinarsi e allungare un braccio dietro al suo collo, intento poi a stringerla con forza in un abbraccio. "La prossima volta il rametto non cercherà la mano..." Rivela con un piccolo sussurro, accennando ora ad una risata maliziosa, prima di passare la punta della lingua tra le proprie labbra. Chissà cosa cercherà! [END]

Dyacon è alla ricerca di Keiga, ma s'imbatte in Furaya e Mattyse.
In un primo momento, la Sensei non riconosce il suo allievo, il quale viene attaccato dal terrorista e, per salvarlo, si getta a difenderlo.

Dopo questo piccolo scambio d'offese, parlano d'obiettivi, passato e futuro.
Dyacon e Mattyse trovano un accordo per la piccola Kimi e le carte bomba del Senjuu.
Furaya chiede al Sabaku di non far trapelare la notizia del loro ritorno poiché diretti alle rovine di Konoha, per il momento. Kagegakure aspetterà...