- Maschere -

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con Aki, Nana

22:27 Nana:
 Tante, troppe cose sono accadute negli ultimi giorni. Ha incontrato un ragazzo speciale, al quale si è sentita da subito legata. Ha trascorso con Kioku una serata che non potrà mai dimenticare. Mai. Ma, al suo ritorno, mai avrebbe pensato di poter trascorrere la notte più brutta della propria vita. E poi ancora, il giorno più brutto della propria vita. Ed un'altra notte. Ed un altro giorno. Quei due giorni in cui Aki non aveva più fatto ritorno all'orfanotrofio. E' frustrata. Arrabbiata. Cercando Naku al centro di Kagegakure, ha perfino picchiato un ragazzo. Aveva bisogno di farlo. Ha bisogno di sapere dove sia finito Aki, che fine abbia fatto, con chi sia, se gli stanno facendo del male. E, se così fosse, deve uccidere chiunque lo abbia toccato. Non potrebbe mai perdonarli. Uccidere. Uccidere. E' questo il suo pensiero, mentre rientra, quella sera, all'orfanotrofio. Uccidere chiunque tocchi Aki. Uccidere chi gli abbia fatto del male. Uccidere. I capelli sono raccolti in due chignon laterali scompigliati. Le manine sono nascoste all'interno delle tasche del giubbotto verde. Al di sotto di esso si trova una felpa nera, con la scritta in bianco 'Girl Gamer'. Dei pantaloni da tuta aderenti neri le fasciano le esili gambe. Ai piedi porta dei semplici anfibi neri, che si allacciano fin sopra le caviglie. Uno sbuffo, mentre penserebbe all'unico modo che in quel momento ha per riprendersi e calmarsi giusto un po': attivare il proprio Chakra. Congiungerebbe le mani all'altezza del petto, formando il sigillo della capra. Immaginerebbe due sfere, una rosa e l'altra verde. La prima, all'altezza della fronte, simboleggerebbe l'energia spirituale. L'energia che quella dannata euforica si porta dentro. La seconda, all'altezza dello stomaco, simboleggerebbe invece l'energia fisica che quel corpo così piccolo e minuto nasconde. Dopodiché, comincerebbe a farle ruotare sul proprio asse, per poi spingerle all'altezza del petto. Qui vorrebbe congiungerle, per formarne una sola: quella del Chakra. E così, se tutto fosse andato a buon fine, quella grandissima energia invaderebbe quel piccolo corpo. Ed il sigillo verrebbe sciolto, mentre quelle manine tornerebbero a nascondersi dentro le tasche del giubbotto. Sbufferebbe di nuovo. Nulla è cambiato. Si sente ancora nervosa. Ed entrerebbe all'interno dell'orfanotrofio. Ne percorrerebbe il corridoio, aprendo la porta della propria stanza. < Fa che sia qui, fa che sia qui > pregherebbe qualcuno, chiunque, di poter ritrovare Aki nel proprio letto, quel letto sulla destra di quella piccola stanza. [Chakra 30/30][Tentativo richiamo del chakra]

22:38 Aki:
 Dolore. Sofferenza. Sangue. Paura. Buio. Ecco alcune cose che Aki si ricorda di qualche ora prima. Una caverna con molte figure attorno a lui. In questo momento si trova a letto, ma fino a là, nella sua stanza, non c'è arrivato con le sue gambe. L'ultimo comando di quello che sembrava essere il capo del gruppo ordinava di riportare il ragazzo dove lo avevano trovato. Si, perchè loro sapevano e sanno tuttora dove Aki abita. Non ha ripreso conoscenza dopo essere svenuto a causa del dolore che ha dovuto sopportare. Si trova ancora privo di sensi in quello che è sicuramente più morbido della lastra di pietra in cui era disteso prono. Addosso non porta nulla, tranne un paio di mutande. Che gentiluomini che sono stati. Gli hanno perfino messo della biancheria per coprirgli ciò che nessuno ha mai visto, forse. Il corpo ha ancora i segni del sangue che gli ha rigato la pelle bicolore e sulla schiena quella cosa. Quella maschera che gli hanno cucito sulla cute. E nell'atmosfera si potrebbero sentire ben due battiti cardiaci. Nella stanza, però, c'è solo lui per ora. Vi potreste chiedere il perchè di questa bizzarra cosa. La risposta è semplice: l'eredità dei Kakuzu. A terra, ai piedi del letto, un sacchetto marroncino. All'interno, se qualcuno guardasse, potrebbe trovare ciò che il ragazzo indossava quando è stato rapito e anche le sue cose di valore. Tra queste il suo cellulare. Questo è acceso e si potrebbero leggere i messaggi di Nana, preoccupata perchè non lo ha visto tornare e questo non è da lui. Avrebbe avvisato e questa volta non è successo. Si trova steso, a pancia in su, con gli occhi chiusi e la testa rivolta verso sinistra, la direzione della porta. Dei passi si sentirebbero dal corridoio. Dei passi che per Aki potrebbero essere troppo riconoscibili, se solo fosse sveglio. Non è così, però.

22:53 Nana:
 La porta della stanza verrebbe aperta. La luce verrebbe accesa. E quegli occhietti ambrati verrebbero spostati sul letto di destra. E si sgranerebbero talmente tanto da sembrare quasi che vogliano uscire dalle orbite oculari. Le pupille si restringerebbero appena, a quella visione. Naku. Naku è lì, sul suo letto. < NAKUUU > urlerebbe, quasi svegliando gli altri bambini nelle stanze adiacenti. I passi si muoverebbero velocemente verso di lui. Correrebbe. Ma poi, passo dopo passo, la propria corsa rallenterebbe. Perché c'è qualcosa che non va. E' strano che Aki già dorma. E' troppo presto, quei due vanno sempre a letto tardi. E' strano che non indossi proprio nulla, ma soltanto l'intimo. Gli occhi si sposterebbero su quel sacchetto ai piedi del letto, all'interno del quale si trova la sua roba. E poi, risalirebbero verso il letto. Ed è in quel momento che le noterebbe. Noterebbe delle chiazze scarlatte su quelle lenzuola chiare. Sangue. < Naku... > ribadirebbe, avvicinandosi ancora a lui. Ma il tono della voce è diverso. E' quasi tremante, incrinato. E' un sussurro, non un urlo. Si inginocchierebbe ai piedi del letto. Lo fisserebbe, ancora ed ancora, in attesa di qualcosa, qualsiasi cosa. < Ne, Naku... > quella voce è ancora tremante, in preda al panico. Quel panico che non la fa ragionare in modo lucido, che la manda fuori di testa < svegliati >. Uccidere. Uccidere chiunque lo abbia ridotto in quello stato. UCCIDERE. La propria mano, piccola e fragile, si allungherebbe verso quella del proprio amico di infanzia. E vi si adagerebbe sopra, stringendola senza fargli male. DOV'E' STATO? CON CHI E' STATO? CHI GLI HA FATTO DEL MALE? Queste domande urlano nella mente di lei, creando un vortice assurdo di rabbia. Rabbia e paura che si manifesta attraverso due lacrime. Lacrime che le rigano quel visino. Vengono giù da quegli occhi sgranati e persi nel vuoto, circondati da due occhiaie profonde, segno del fatto che negli ultimi due giorni la biondina non è riuscita a dormire ed a stare tranquilla. < Naku > ripeterebbe ancora, nel silenzio di quella stanza. Chiunque lo abbia toccato, chiunque gli abbia fatto del male, deve morire. E morirà per mezzo di quelle manine che sembrano tanto innocenti. Ma che non lo sono. [chakra on]

23:11 Aki:
 Silenzio. Nella sua mente solamente dei flash delle scene a cui ha dovuto assistere da molto, ma molto vicino. Sembrerebbe che ancora riesca a sentire gli odori del luogo. Quella puzza da muffa a causa della umidità, quel fetore da sangue secco che ormai aveva impregnato la lastra di pietra su cui è stato gentilmente legato. Quelle piccole, flebili luci provenienti dalle candele messe tutte intorno per illuminare la zona. Per lui erano solo puntini. Il dolore era veramente tanto. Quello se lo ricorda benissimo. Si tratta della cosa che più ha impressa nella mente, dopo la voce del capo. Quella è chiara come la Luna durante una nottata senza nuvole. I umori, però, sono assenti. In quello stato non sente nulla. Nulla fino a quando una voce che gli sembra parecchio familiare lo chiama. Lui è ancora immerso in quelle scene atroci e si guarda in giro. Ma quel suono non arriva da un punto a lui visibile. E poi ancora. La sente altre due volte. In che senso svegliarsi? Sta dormendo? Poi un contatto. La mano viene afferrata da qualcuno e in quel momento, come se una forza lo avesse riportato al presente, apre gli occhi. Inizialmente le palpebre si alzerebbero lentamente. Un poco alla volta, arriverebbero a spalancarsi completamente, ma ancora non ha messo a fuoco. Ha una persona davanti e in un primo momento non la riconosce. Ha male la testa e la schiena.. La schiena sente che è diversa. Ma davanti a lui c'è qualcuno e fino ad ora ha avuto davanti agli occhi quelle figure. Così, usando la mano che è già a contatto con quella di Nana, proverebbe a tenere ferma la persona per poi andare con l'altra mano ad afferrarle il collo. Comincerebbe a stringere, ma appena la stretta comincerebbe a fare male si fermerebbe. Ha messo a fuoco chi ha davanti. < Hikui.. > direbbe piano. La voce gli va a mancare. Mollerebbe entrambe le mani e porterebbe le braccia oltre le spalle di lei per abbracciarla. Comincerebbe a stringere. Una stretta forte che potrebbe far capire a Nana quanto aveva bisogno di fare ciò. Comincerebbe a piangere ora che sa di essere al sicuro. Ora che sa che è al sicuro.

23:34 Nana:
 La rabbia. La paura. L'ansia. La perdizione. E' questo tutto ciò che ha provato la biondina in quei due giorni senza di lui, senza il proprio Naku. Ma stavolta, a piangere, non è lui. Ma lei. Perché non è riuscita a proteggerlo. Perché lo ha perso di vista. Perché non lo ha controllato a dovere. Perché non gli è stata accanto. Non avrebbe dovuto lasciarlo da solo. Ed adesso, guardando quel sangue, quelle ferite sulla sua pelle, tutte quelle sensazioni negative vengono come amplificate. Uccidere. Uccidere chi gli ha fatto del male. Non perdonerà mai questa gente. E vorrebbe che le proprie mani si stringessero attorno al collo di chi gli ha fatto questo. Ma, in quel momento, è proprio la mano di Aki che si stringe attorno al collo di lei. Con una mano le tiene bloccato il polso, con l'altra il collo. Gli occhietti si sgranerebbero ancora, in preda alla confusione. < N-Naku > sussurrerebbe, con la voce spezzata dal dolore, dalla mancanza del respiro. E le manine si avvicinerebbero a quella altrui, per poggiarvisi sopra. Ma è in quel momento che l'altro si renderebbe finalmente conto di chi ha davanti. E mollerebbe la presa, gettandole le braccia attorno al collo. < Naku > resterebbe ferma, lasciandosi abbracciare e nascondendo il proprio volto nell'incavo tra la spalla ed il collo altrui. Comincerebbe a piangere, proprio come l'altro. Lacrime e singhiozzi si mischierebbero a quel sangue che ricopre in parte la schiena altrui. Adesso le manine si poggerebbero sui fianchi altrui, lievemente e delicatamente, evitando, in qualunque modo, di fargli del male. < Che è successo? > ma, soprattutto < Chi è stato? > domande sussurrate contro la pelle altrui, interrotte da quei singhiozzi da bambina. Deve saperlo. Ne ha bisogno. Come in quel momento ha bisogno di quell'abbraccio, di quelle braccia strette attorno al proprio corpo, ha bisogno anche di sapere cosa sia successo e chi gli abbia fatto del male. Perché chiunque sia stato, non la passerà liscia. Perché lei lo ucciderà. E non avrà pietà. Perché chiunque tocchi Naku, anche solo per sbaglio, merita di morire per mano della biondina. [Chakra on]

23:48 Aki:
 Per lei sono stati dei giorni pesanti, stressanti e ansiosi. Per lui quei giorni sono stati solamente qualche ora. Il Dojo Kakuzu, il Sakè, la droga, la perdita di conoscenza, il rituale, il sacrificio. Tutto successo, per lui, in poco tempo. Invece non è così. Per questo lei ha sofferto e lui può solo immaginarlo. Lo immagina dalle lacrime che anche dagli occhi di lei cadono. Da quella posizione della faccia tra il collo e la spalla di lui che di solito usa quando c'è qualcosa che non va e lui sa che ora lei si sente in colpa. Ma di chi è la colpa veramente? Perchè non dovrebbe essere sua di lui che si è andato a cacciare in situazioni particolari senza dire alcuna cosa a lei? Sono abbracciati e entrambi piangono. Lui che si era promesso di non piangere e lei che, insomma, è Nana e non ha mai voluto mostrare questo suo lato da non dura. Lei lo chiamerebbe e poi lo andrebbe a toccare delicatamente sui fianchi. Un tocco che lui non permetterebbe a nessun altro di fare. Ma lei è la sua Hikui. Lui prenderebbe le spalle di lei con le mani per poi alzare il busto e portarlo in posizione verticale. ora si trova a qualche centimetro da lei e la guarda negli occhi. Dovrebbe dirle quello che è successo. Dovrebbe dirle chi è stato perchè lo può immaginare anche se durante il rituale non ha visto nessun volto. Silenzio. Sta pensando mentre la fissa con quei suoi occhi azzurri ricoperti di lacrime. Ecco il suo lato da piccolo. Il suo lato da ragazzino quindicenne. Pensa e sa che vuole una vendetta. Sa che vuole farla pagare a chi lo ha fatto soffrire così tanto. < Si tratta di una cosa che è cominciata qualche giorno fa. Ho scoperto che il mio clan è un clan di Ame e così sono andato al loro Dojo perchè mi era stato detto che in quel posto sarei potuto venire a conoscenza del mio passato.. > si fermerebbe per qualche istante. < Sai che vorrei ricordare il volto dei miei genitori > direbbe in modo quasi difensivo per spiegare il motivo della sua scelta. Altri secondi di pausa. La voce gli manca. L'aria gli manca e raccontare quelle cose lo fa star male. < Arrivato in quel posto mi hanno drogato e mi hanno portato da qualche parte.. In una grotta. E là.. >. Abbassa lo sguardo. Se prima era riuscito a trattenere le lacrime, ora un'altra goccia gli riga il viso. < Ha fatto male. >

00:15 Nana:
 Quei due non mostrerebbero mai quel lato debole, se davvero non ce ne fosse bisogno. Lui lo mostrava da bambino. Quel suo continuo pianto, che poi ha portato lei a dargli quel soprannome, 'Naku, che, letteralmente, vuol dire proprio 'piangere'. Lei, invece, non lo ha mai mostrato. Ha sempre cercato di nasconderlo, ma ben presto Aki se ne era reso conto: anche lei ha un lato debole. Ed esso veniva mostrato attraverso quell'attaccamento ossessivo a lui. Quella sua continua voglia di proteggerlo, di tenerlo sotto stretta sorveglianza. E quegli abbracci, che, di tanto in tanto, lei continua a richiedere, per colmare il vuoto che ha dentro. Ed adesso, Aki la prenderebbe per le spalle, costringendola a mostrargli il viso. Il viso è imbronciato, proprio come quello di una bambina, e ricoperto di lacrime. E' arrabbiata perché non ha potuto proteggerlo. Eppure, allo stesso tempo, è felice di rivederlo. E' felice che sia ancora vivo. Quegli occhi ambrati di lei si fisserebbero su quelli azzurri di lui, senza perderli di vista, come se avesse ancora paura che l'altro possa scomparire da un momento all'altro. Già, le giornate che la genin ha trascorso, non sono state proprio felici. Tutta la sua negatività è venuta fuori. Ma adesso che lei può osservare il corpo altrui, pensa che le giornate dell'altro siano state peggiori delle proprie. Per lei, un dolore interno che le ha lacerato lo stomaco. Per lui, un dolore fisico, che gli ha fatto a pezzi la pelle. Due dolori insopportabili, che nessuno dei due sarebbe riuscito a superare, senza il pensiero fisso sull'altro. Lascerebbe che l'altro esponga tutto ciò che è successo. I suoi occhi color ambra continuerebbero, incessanti, a lacrimare, mentre quel viso verrebbe rigato. Adesso, alla fine del suo discorso la testolina si inclinerebbe, gli occhi si sgranerebbero. < Perché non mi hai avvisata? > le sarebbe bastato solo un messaggio. Un messaggio per sapere, almeno, dove egli si trovasse. E invece non aveva idea di dove fosse. E questo ha sicuramente peggiorato la sua stabilità mentale. Adesso le lacrime si arresterebbero di colpo. L'espressione del viso si farebbe tremendamente seria: non fa presagire proprio nulla di buono. < Non sei stato tu a sbagliare, andando dal tuo clan > farebbe una pausa, fissando quegli occhi azzurri. La biondina si comporta spesso da bambina, ma, quando vuole, sa pensare come un'adulta < sono stati loro a sbagliare, facendoti del male > una piccola pausa, per poi continuare < e la pagheranno cara >. Uccidere. Ucciderli tutti. [Chakra on]

00:26 Aki:
 Per lui è stata una guida il carattere forte di lei che, all'interno di quell'orfanotrofio, era la punta della piramide. Lui l'ha sempre vista così, a partire da quando lei lo prendeva in giro fino a quando quel nomignolo che tanto Aki ha odiato è diventato un modo per esprimere affetto. Un affetto ricambiato che ha portato lui ha trovare un soprannome per lei. Un nomignolo che per lui significa molto perchè fa capire agli altri che per lui Nana è qualcosa in più: la sua migliore amica, sua sorella, la sua famiglia. In questo momento non ha in mente di vedere cosa possono avergli attaccato sulla schiena. Non ci ha pensato un attimo a ciò perchè ha avuto per la testa solamente gli orrori delle ultime sere e lo sguardo di lei che, imbronciato, piange. Lui le dice quello che è successo, o quasi tutto. Non ricorda molto bene le fasi finale di quel rituale e al momento le ha tralasciate inconsciamente. Lo sguardo di lei si fa serio. Una bella domanda che, però, ha una risposta tanto semplice. < Non pensavo potessero arrivare a questo. I miei genitori me li ricordo buoni e gentili. Pensavo che.. pensavo che.. tutti fossero così.. >. Già, infatti lui dei suoi primi cinque anni di vita non ricorda alcun momento negativo. Poi esce l'animo forte di lei. Quello che lui ha sempre seguito, assorbito e fatto suo. Porterebbe la mano destra al petto provando a formare il mezzo sigillo. Successivamente proverebbe ad immaginare le due sfere: quella della forza spirituale a livello della testa che presenta un moto a spirale e quella della forza fisica a livello della pancia che presenta lo stesso movimento della prima. Infine proverebbe a immaginare di unirle proprio all'altezza del mezzo sigillo e mescolarle per formare quella che sarebbe la terza sfera: quella del chakra. Questo, nel caso tutto fosse andato per il verso giusto, si spargerebbe all'interno di tutto il copro in modo tale da rinvigorire tutti i tessuti. < Eccome che la pagheranno. > direbbe. I suoi occhi ora sono pieni di odio, di collera, di vendetta. < Tu sarai con me? > [Tentativo impasto chakra][chakra 35/35]

17:20 Nana:
 Lei non tollera quando qualcuno guarda Aki. Non tollera quando qualcuno lo sfiora, anche per sbaglio. Non sopporta quando qualcuno lo tocca. Ed ora, vedendolo in quello stato, è furiosa. Più che gelosia nei confronti di Naku, quella è semplice e pura ossessione. E' ossessionata dal proprio amico. Semplicemente perché lui è la sua famiglia. Lui è suo fratello. E non può accettare che diventi il fratello di qualcun altro. Proprio no. A maggior ragione, non può accettare che qualcuno gli abbia fatto del male. E' su tutte le furie. Ascolterebbe le parole dell'altro, riguardo il perché non l'abbia avvisata. Non pensava potessero arrivare a tanto. < Naku > il tono è serio, perentorio, quasi come quello di un genitore < non è detto che tutte le persone siano uguali >. Non è affatto così. Ognuno ha delle peculiarità diverse, che lo distinguono dagli altri. E' come se volesse dargli una lezione di vita, come se in quel momento lei si sentisse adulta. Ma, in realtà, nessuno dei due ancora lo è. Semplicemente, sono cresciuti troppo in fretta, adeguandosi a quella perdita che hanno subito da bambini: la perdita dei propri genitori. E' un destino orribile, a cui mai nessuno dovrebbe essere esposto. E, per questo motivo, a volte lei assume quegli atteggiamenti materni nei confronti di lui, solo per non fargli sentire troppo quel vuoto che si porta dentro. Perché entrambi potrebbero sembrare dei duri agli occhi degli altri. Ma dentro, muoiono, giorno per giorno. E quel vuoto non potrà mai essere compensato. < Io sarò sempre con te > lo sguardo ambrato è fisso su quello azzurro altrui. Il tono della voce è sicuro. In fondo, tutto ciò che hanno affrontato sinora, lo hanno affrontato insieme. E lei non potrà mai abbandonarlo. Mai. Perché quando lui è lontano, il suo vuoto si amplia, divenendo un buco nero. Per questo ha costantemente bisogno di sapere dove l'altro sia. Con chi sia. Cosa stia facendo. Non può abbandonarlo. Ed anche l'aver conosciuto Kioku, non intaccherà quel rapporto che c'è tra lei ed Aki. Perché un legame fraterno non può essere spezzato. < Fammi dare un'occhiata alle ferite > annuncerebbe, quindi, aspettando che l'altro le mostri la schiena. E non sa ancora quello che si troverà davanti. [Chakra on]

17:40 Aki:
 Lui è veramente arrabbiato. Si sente scoppiare vorrebbe vedere chi gli ha fatto questo proprio così: in mille pezzi. Il capo gli ha detto che un giorno proprio Aki lo ringrazierà. Ma per cosa dovrebbe ringraziarlo? Non sa ancora l'immenso potere che quelle persone gli hanno donato. Non ha ricevuto alcuna nozione in merito. Non gli hanno insegnato come si attiva quell'abilità nascosta che gli hanno regalato e, tanto meno, gli hanno consigliato un modo per poterla controllare. Forse, e questo lui non lo sa, è perchè il sangue Kakuzu è ciò che serve per poterlo controllare e attivare. < No.. non è detto.. hai ragione. > le risponderebbe tenendo un tono cupo di chi sa di aver fatto un errore. Di chi sa che un semplice messaggio o una parola in più prima della buonanotte avrebbe potuto cambiare le sorti di ciò che è successo. Oppure, gli viene in mente, avrebbero fatto la stessa cosa a lui, se non peggio, non essendo della 'famiglia'. < Se fossi venuta con me avrebbero potuto farti del male, quindi meglio così. > direbbe. Così fragili da soli, ma così forti insieme. Una vita passata senza staccarsi l'uno dall'altra per mantenere la forza. Un altro abbraccio. Un abbraccio che segue quelle parole che tanto Aki vuole sentirsi dire. Una promessa, se così si può dire, che li legherà per sempre. < Anche io sarò sempre con te. >. Poi lui si girerebbe alla cortese proposta della ragazza. Lei che di sue ferite ne ha guarite molte per tutte le volte che Aki si è messo nei guai da quando è piccolo. Ha sempre odiato farsi toccare da chiunque tranne che da Nana. Se non ci fosse lei, quelle guarite si curerebbero da sole. Nessuno riuscirebbe ad avvicinarsi tanto per medicarle. Quindi porterebbe una gamba piegata sopra il letto per poi girarsi e guardare il muro bianco. Non sa ancora cosa lei troverà. La pelle cucita una seconda volta. Una maschera bianca che pulsa. Il cuore sotto, un secondo cuore, che batte e fa muovere quel volto bianco su e giù lievemente. Ecco quello che potrebbe trovare. Uno spettacolo non molto carino da vedere e ancora meno da vivere. [chakra on]

18:01 Nana:
 Più forti, insieme. Non lo mostreranno mai a nessuno di essere più forti insieme e deboli da soli. Ma è così che stanno le cose. E quel loro lato debole possono mostrarlo solo l'uno all'altra. Certo, qualcun altro ha scavato nel cuore della biondina, trovando ciò che disperatamente lei nasconde. Ma solo Aki conosce la sua storia. E lei conosce la sua. E' per questo che non può abbandonarlo. E' per questo che deve proteggerlo. Proprio come fanno fratello e sorella. Ed anche se non è il sangue a legarli, quei due sono legati da qualcosa di molto più forte: l'affetto. < Se fossi venuta, avrei potuto fare qualcosa > non le importa se le avessero fatto del male o meno. Le importa il fatto che lei avrebbe potuto evitare che Naku venisse torturato. E, invece, non è stato così. Adesso, l'altro la abbraccerebbe nuovamente. Un abbraccio che vale più di mille parole. E lei gli getterebbe le braccia attorno al collo, stringendolo a sé e nascondendo nuovamente il proprio volto in quell'incavo tra la spalla ed il collo. Quell'affetto che lei non dà mai a nessuno e che non richiede, viene dato solo al Kakuzu. Perché entrambi ne hanno bisogno, anche se questo non lo ammetteranno mai. Perché, in qualche modo, devono sempre mostrarsi forti, anche per il bene dell'altro. Sfregherebbe per qualche istante il viso contro la pelle altrui, per prendersi e dargli tutto l'affetto di cui in quel momento hanno bisogno entrambi. < Per sempre >. Una promessa che sarà sicuramente difficile da rispettare. Ancora non sanno dove li porterà il futuro. Eppure, una promessa di cui in quel momento sente il bisogno. Perché ha bisogno di stargli accanto. Altrimenti, rischia davvero di impazzire. Ed adesso, si staccherebbe da quell'abbraccio, andando ad osservare quelle ferite. E gli occhi si sgranerebbero ancora una volta. Resterebbe in silenzio per qualche secondo, fissando ciò che ha davanti. Non troverebbe le parole adatte. Silenzio. Silenzio, mentre osserva quella pelle ricucita... attorno ad una maschera bianca, che sembra contenere un cuore al proprio interno. < Cosa... > è tutto ciò che riuscirebbe a dire. Non aveva mai visto qualcosa del genere prima. E non riesce davvero a spiegare all'altro cosa i suoi occhi stiano osservando. [chakra on]

18:31 Aki:
 < O loro avrebbero potuto fare qualcosa a te. > risponderebbe secco per far vedere che la cosa è fuori questione per lui. Lei non deve essere toccata. Nessuno deve toccarla con cattive intenzioni. Se, invece, dovessero essere buone intenzioni allora se ne potrebbe parlare. Lui potrebbe accettare la cosa se lei ne è felice. Si perchè questo lui vuole: che lei sia felice. Ma intanto c'è questa promessa e lui ha intenzione di mantenerla. Insieme per sempre, fino a quando sarà possibile. Insieme come tutti in questi anni. Anni formati di giorni pieni di tristezza e giorni pieni di gioia, dove sia uno che l'altro poteva intuire l'umore dell'altra persona e comportarsi di conseguenza. Lui si girerebbe, appunto, e quello che segue è silenzio. Lei vede ciò che gli hanno fatto e rimane senza parole. Lui non sa come prendere questo silenzio, ma qualcosa in mente ce l'ha. Qualcosa che deriva da ciò che è successo qualche ora prima. Dei ricordi. L'atto finale. Sa che gli hanno fatto qualcosa alla schiena e sente che qualcosa in lui è diverso. Lo sente da quando ha attivato il chakra. Una sensazione particolare, come se qualcosa richiedesse del chakra e questo qualcosa risiede proprio sulla schiena. Quella parte di corpo che, ora, è davanti agli occhi increduli di Nana. < Cosa c'è Hikui? Dì qualcosa per favore.. > le direbbe impaziente di sapere, anche se qualcosa lo sa già. Sa che è diverso, ma vuole sapere quanto. Per curiosità, poi, andrebbe a chiudere gli occhi per sentire il silenzio che lo circonda. Proverebbe a sentire ciò che lo circonda per poi distinguere i suoni che provengono da dentro di lui e quelli che vengono da fuori di lui. Proverebbe a concentrarsi su quelli che rimbombano dentro al suo corpo. Se così fosse, capirebbe che il cuore che sente ha un ritmo strano, come se fossero due. Poi proverebbe a distinguere i due battiti. Nel caso ci riuscisse proverebbe a mettere una mano sul petto per capire quale dei due è il cuore che ha sempre posseduto per poi concentrarsi sull'altro. Se ci dovesse riuscire, dovrebbe capire che proprio quella cosa che produce il secondo battito è quella che richiede chakra. Così proverebbe a darglielo, concentrando il chakra sulla sua schiena, nel punto in cui il battito si fa più forte. Se tutto fosse andato a buon fine, sentirebbe che da questo si ramificano moltissimi filamenti che, fino a qualche giorno prima, non aveva mai sentito. Dei filamenti che riuscirebbero a muoversi se stimolati dal chakra che lui proverebbe a dargli come delle radici a contatto con l'acqua. Una volta fatto questo, se dovesse essere andato tutto bene come ha pensato di fare, potrebbe sentire questi filamenti raggiungere le spalle, per poi scendere lungo le braccia per arrivare alle mani. Da qui, proverebbe a prenderne il controllo per farlo uscire da quelle cicatrici che hanno sempre caratterizzato il suo corpo all'altezza dei polsi. Proverebbe a farle uscire, appunto, e nel caso ci riuscisse alzerebbe le mani verso l'alto, tenendo sempre i gomiti piegati, fino a raggiungere l'altezza delle spalle, così che anche Nana possa vederle. Un movimento casuale di queste fibre. Ecco cosa potrebbe vedere la ragazza. Aki si girerebbe verso di lei con uno sguardo sconvolto. < Che caz*o mi hanno fatto? > direbbe per poi svenire sul letto. Ha finito le energie, ma ha capito che la sua vita è cambiata da oggi. [END]

18:50 Nana:
 Silenzio. Sentirebbe solo il rumore del proprio cuore che batte all'impazzata per ciò che ha davanti. E poi, il rumore di quel cuore nascosto da quella maschera. Cosa diamine gli hanno fatto? Cos'è quella maschera? Perché batte? Cos'è quella tortura? Sì, li ucciderà. Ucciderà chiunque gli abbia fatto questo. Un lungo respiro, mentre gli occhi si stringerebbero in due fessure, continuando a fissare quella maschera inquietante. < Una maschera... batte > è tutto ciò che riuscirebbe a dire. Non riuscirebbe ad aggiungere altro, sconvolta da quella assurda visione che ha davanti agli occhi. Un senso di nausea le percorre lo stomaco. Porterebbe la destrorsa alla bocca, per paura di rigettare ciò che aveva mangiato a pranzo. Gli occhi si spalancherebbero ancora, disgustata da quella visione, quasi impaurita. Cos'è? Cos'è quella cosa che gli hanno attaccato alla schiena? E lei è bloccata dalla paura. Non riuscirebbe nemmeno a toccare quella strana maschera bianca, per capire da vicino cosa sia. Rimarrebbe immobile, a fissarla. E basta. Lei, che si mostra sempre forte, in quel momento mostrerebbe la propria paura davanti a qualcosa di sconosciuto e fin troppo grande da capire. Non sa cosa l'altro stia provando in quel momento. Non sa che, quella maschera, rappresenta, semplicemente, l'identità dell'altro. Il suo clan. Ed adesso, qualcosa verrebbe fatto dall'altro. Non sa cosa la biondina, ma può vederne il risultato con i propri occhi: Le mani verrebbero come staccate dal resto del corpo. L'unica cosa che le tiene ancora unite alle braccia, sono dei filamenti scuri, fibrosi. E la biondina, ancora inginocchiata al suolo, si lascerebbe andare all'indietro, allontanandosi dal proprio amico, sconvolta da ciò che i suoi occhi hanno appena visto. Ed ancora, non troverebbe le parole per spiegare ciò che ha davanti. E l'altro sverrebbe, poi, davanti agli occhi di lei. Lei che rimarrebbe pietrificata ancora per qualche minuto, metabolizzando ciò che ha appena visto. Non sa quanto, in realtà, sia stata ancora in ginocchio. Forse minuti, forse anche un'ora. Ma, dopo un respiro, si rialzerebbe. Coprirebbe Aki con una coperta e attraverserebbe la stanza, per sedersi sopra il proprio letto. Neanche quella notte avrebbe dormito, perché i suoi occhi sarebbero rimasti fissi su Naku. [END]

Aki torna all'orfanotrofio dopo essere sparito per due giorni. Nana, per tutto quel tempo, è stata in pensiero per lui. Il primo le racconta che il proprio clan lo ha torturato e, insieme alla biondina, medita vendetta. Ma poi scoprono qualcosa sulla schiena di lui: una maschera ed un cuore che batte.