{ Meglio lontani che vicini }

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14:55 Mekura:
  [verso l'entrata divelta.] Questo posto è ancora più in rovina dell'ultima volta. Bhe, comprensibile considerato che sono passati 10 anni e che le persone hanno completamente abbandonato tutto quello che è fuori da quelle mura. Doveva partire con L'uchiha ma considerato tutto era necessario battere una pista sicura e tanto valeva che ci pensasse da sola. Conosce quelle strade, conosce quel posto, ha più possibilità di andare e tornare da sola senza metterlo in pericolo. O almeno così pensava: questo nuovo mondo ha così tanto sovrascritto il mondo che anche cercare delle tracce del passato non è facile. Ed ha finito con il perdersi. Non più di tanto per lo meno: se è arrivata li, per quanto diroccato, può arrivarci a intuire la posizione del villaggio di Konoha...il vecchio villaggio di Konoha. Aveva cercato degli abiti resistenti per il viaggio ma con sua somma delusione (ti pareva) quello che c'era era a prezzi onerosi, se avesse puntato su roba più economica invece doveva prendere della robaccia che si sarebbe stracciata al primo urto, con il fatto che mancano le guerre e i ninja non sono più necessari i nogozi sono diventati "spacializzati e di nicchia" e non c'è molta richiesta di abiti resistenti. Ma si deve fare quello che si può con quello che si ha, quindi ha preso una maglia aderente nera elasticizzata, Una maglia color panna a maniche lunghe e un cappotto tecnico color grigio chiaro. Scarpe di cuoio (quelle le ha volute buone) con suola spessa, guanti neri mozzi. I pantaloni invece sono i soliti Jeans, è l'unica cosa che non ha trovato di valido come alternativa. Porta anche uno zaino nero con diverse cerniere, all'interno si troverebbero delle provviste (roba leggera) acqua, documenti, il minimo essenziale per sopravvivere fuori per andare e tornare al villaggio. Continua a camminare guardandosi intorno rimanendo quanto meno in allerta per queste fantomatiche bestie. COme al solito tutto questo è mortificante. [ch off]

14:57 Furaya:
 Sono trascorsi dieci lunghi anni e lei se ne rende conto soltanto adesso. Non è riuscita a chiudere occhio durante la notte, tanto da restare a guardare la volta celeste e le sue stelle fin quasi all'alba. Ha cercato in esse una risposta che purtroppo non è mai arrivata. E come avrebbe potuto? Cosa c'è da dire? Non può tornare indietro e sistemare le vicende avvenute, non può aggiustare quello che si è rotto. Hanno perso la guerra, questo è quanto e non possono far altro che accettarlo volente o nolente. Ci saranno occasioni per redimersi, forse, ma adesso non può che stare con le mani in mano. Le cascate erano l'ultima tappa prima di raggiungere il villaggio della Foglia, ma a causa di quanto scoperto la sera prima hanno dovuto fare un'ulteriore tappa in più al Tempio del Fuoco. Si sono comunque avvicinati parecchio, facendo particolare attenzione alle bestie, proseguendo a passo svelto ma nel più religioso silenzio pur di non destarle. Costantemente all'erta tanto da dormire il minimo indispensabile quando vi riesce, tutt'ora sta cercando il metodo migliore per raggiungere Konoha senza incontrare le chimere. Ha lasciato che Mattyse vagasse solitario per riuscire a mettere assieme i tasselli, potendosi un minimo calmare, ma è impossibile quando hai di fronte la più grande disperazione della tua vita. Ha perso un occhio soltanto per uccidere colui che ha rapito la sua bambina e il ringraziamento dei Kami è stata farla crescere per dieci anni senza di lui, magari neanche conoscendo il nome del suo vero genitore. Le strazia l'animo al contempo se soltanto ci si soffermasse più del dovuto, preoccupandosi in più per sua figlia che ha avuto una sorte ben diversa nonostante sia cresciuta a sua volta senza i genitori biologici. Quanto meno è assieme a Tachiko, così le ha confermato Keiga che è stata portatrice di brutte notizie, le quali hanno comunque permesso ad entrambi di comprendere meglio l'accaduto. Bisogna indagare ancora a fondo, seppur la sua mente si ostini a dirle che non vuole conoscere nient'altro di quel che è successo perché conscia che le farebbe male, davvero tanto male. Anche adesso che si trova davanti al Tempio del Fuoco, sa che quella strada la porterà verso il punto focale della sua distruzione. Man mano che avanzano verso il villaggio, il passaggio della guerra e di quella battaglia avvenuta una decade prima si fa sempre più marcata e visibile. <...> Non c'è nulla da dire. Non esistono parole corrette se non urla che le sconquassano il petto, chiedendo con forza di uscire, ma che lei mantiene dentro di sé. Non può più mostrarsi debole, non può permettersi di esserlo innanzi agli altri perché ne approfitterebbero. Lei è forte, non si piega mai davanti a nessuno e combatte fin quando le resta fiato in corpo, fin quando l'ultima stilla di sangue non sarà caduta... Com'è caduta lei. Sosta innanzi a quel che fu l'ingresso del tempio, ormai divelto e schiacciato dalle macerie. Volge le spalle al resto del mondo perché gli occhi glaciali del capobranco hanno davanti a loro soltanto ciò che non è riuscita a difendere. A cos'è servito rischiare la vita per il potere dell'arte eremitica se non è servito a difendere chi e cosa amavi? Lo sguardo analizza attentamente ogni maceria, ne segue i tratti e li memorizza. Sulle spalle, svetta ancora il suo haori bianco e rosso con i kanji che dimostrano il suo ruolo: Judai Hokage, la Decima. Non ha alcuna arma con sé, soltanto un paio di pantaloni ed una maglietta entrambi totalmente neri. La matassa di capelli rosa scivola lungo la di lei schiena in piccole onde spettinate, asciugati al vento della notte e affatto profumati come di solito sarebbero stati, al pari d'un albero fiorito. Stringe i pugni e contempla il suo fallimento più grande. [ Chakra ON ]

15:12 Mekura:
  [verso l'entrata divelta.] Si avvicina sempre di più: il tempio, le rovine. Ci ripensa al passato, a quando ha visitato il tempio la prima volta, era già abbandonato in un certo senso, ma le faceva impressione ora perché parte di quella rovina, di quel tempo passato le appartiene, si sente più cosciente di cosa succede ad una civilità caduta. QUello che rimanevano erano solo dei fantasmi che vagavano senza appiglio. Anche lei è un fantasma, in un certo senso. Eppure allo stesso tempo è li, ha un corpo e sente, percepisce troppo e non riesce a nascondere che prova per tutti un rancore che ha l'odore del sangue rappreso, ciò che allora chiamammo dolore è soltanto un discorso sospeso. Si ferma un secondo a contemplare quell'ammasso in rovina se non fosse che c'è qualcuno ormai non troppo distante tra l'altro. Allunga il passo: capelli spettinati, rosa, quella posa, quella forma quel mantello. Lei rimane così a pochi metri di distanza da Furaya senza sapere che cosa dire. Per un attimo le sue emozioni si fanno vuote, il panico per un attimo nel sapere se è davvero lei o non lo è. Sembrava lei o meglio una versione dopo una grossa sbronza....o 10 anni sotto terra. <Furaya sama> alla fine lo dice, la "saluta" cerca di richiamare la sua attenzione a capire come stava, a vederla in faccia. [ch off]

15:45 Furaya:
 Che sia un fantasma? Un miraggio, forse. Riappare così dal nulla proprio di fronte al tempio distrutto del Paese del Fuoco. Non emette alcun fiato, a malapena la si potrebbe sentire respirare. Permane frontale al tempio, lo scruta come se così facendo potesse rimetterlo a posto, renderlo di nuovo un posto migliore e vivibile nonostante anche anni prima non fosse chissà quanto visitato. Non muove ancor un passo, tende però l'udito verso i movimenti che giungono dalle sue spalle, sincerandosi che possa trattarsi di meri passi e non di pesanti zampate date al terreno. Non osa muoversi però, lasciando che chiunque sia possa avvicinarsi e vederla. Perché dovrebbe nascondersi? Da chi esattamente dovrebbe farlo? Da nessuno. E' un morto che cammina tra i morti, così le disse Tsuyunotama, il monaco incontrato per puro caso tra gli alberi di Shukosato. Sol quando sente il suo nome venir affiancato dal suffisso onorifico volge appena il capo oltre la sua spalla. Evita di ruotare l'intero busto inizialmente, abbassando lo sguardo per riuscire ad inquadrare meglio la figura di Mekura che ha appena pronunciato l'altrui nome. Lo sguardo glaciale e severo della donna si posa lungo tutta la sua altezza, permettendosi soltanto in un secondo momento di ruotare appena sulle inferior leve, donandole dunque il fianco destrorso e la sua fisionomia soltanto per tre quarti. <...> Si sofferma su di lei come se fosse la prima volta che la vede ed in effetti è proprio così a ben pensarci, son passati dieci anni da allora. E son successe un'infinità di cose che le sovvengono in mente soltanto guardandola negli occhi, pur tacendo. <Mekura-san> Utilizza anche lei un suffisso per rispondere immediatamente al suo. Non mostra alcun sorriso, soltanto quegli occhi freddi e inespressivi, quasi arrabbiati ad onor del vero, che restano focalizzati su di lei. <sei viva.> S'accinge ad aggiungere, non trovando altro da dire o da chiedere. Come sarebbe giusto iniziare quel discorso esattamente? Non saprebbe dirlo con esattezza neanche lei, quindi le cede ben volentieri il discorso perché rischia di perdere tempo o di pronunciar parole che potrebbero infastidire persino se stessa. Incapace nelle relazioni sociali, come si è ben visto in questi anni, stanzia adesso il silenzio tra le due a meno che non sia proprio la Hyuuga a prender in mano le redini della situazione. C'è sicuramente tanto di cui parlare, ma le parole le si smorzano in gola proprio per via dell'inaspettata visita odierna. [ Chakra ON ]

15:57 Mekura:
  [verso l'entrata divelta.] Se gli altri sono degli spiriti che vagano nel mondo ma che tra loro hanno qualcosa da condividere Mekura sa per certo che a determinati occhi lei è una dannata, sia per quei fantasmi, sia per chi c'è ora. E quegli occhi le danno quella impressione, quelle di una persona che ha fallito, che è arrabbiata e che la sta guardando come l'ultima persona che vorrebbe vedere sulla faccia della terra. Forse persona è troppo, insetto probabilmente, un fastidioso verme che si attorciglia su se stesso. Semmai lo avesse pensato bhe, Mekura non si sentiva di darle torto. <si> risponde solo in questo modo senza un vero tono, una espressione: giorni fa sarebbe stata più che felice di vederla al sicuro e viva, ma più andava avanti la sua conoscienza del mondo più rimpiangeva il fatto di essersi svegliata lei per prima. Il silenzio permane. Non vuole chiedere di Mattyse, non subito almeno, non sa neppure se ha incontrato altre persone. Rimane a ncora a guardarla senza dire nulla, quasi volesse accertarsi che fosse lei, la fissa dai piedi fino alla testa e assottiglia le labbra rimanendo ancora in completo silenzio. Ma prima o poi dovevano parlare e allora la Hyuga apre le labbra e fa una domanda <da quanto ti sei risvegliata?> le sembra l'unico modo coerente per iniziare quella conversazione, niente abbracci, niente esclamazioni di felicità da come la guarda non sembra essere disposta ad accettarli, non da lei almeno <per un po' di tempo sono andata ai monti per trovare superstiti, ho trovato Saisashi> ha trovato SOLO Saisashi ma è giusto una persona che dovrebbe importare alla decima. <è scosso, ma sta bene> [ch off]

16:27 Furaya:
 Potrebbero quasi sicuramente avere tanto da raccontarsi, ma al contempo non trovare le parole per esprimersi. Per lei è proprio così. Irrigidisce i muscoli facciali, non sapendo come principiare qualunque discorso, dando così modo a Mekura d'agire per prima, cedendole qualunque iniziativa. Quelle poche parole spiccicate prima non hanno affatto il ruolo di domanda, bensì d'affermazione: la risposta d'altronde è proprio davanti ai suoi occhi. La sua rabbia non viene canalizzata verso qualcuno in particolare poiché sarebbe possibile soltanto guardandosi nello specchio. E dunque continua a guardarla senza sorridere, anzi... le viene quasi da ridere, di nuovo, proprio come quando Keiga le ha rivelato che fossero passati dieci anni: una di quelle risate isteriche alle quali t'affidi anziché piangere. Non ha senso neanche versare una lacrima, adesso. Piangere per cosa? Per essere rinati, per essere usciti da sotto terra dove avrebbe fatto meglio a restare? Ciò che sta vivendo è un incubo continuo, l'ansia l'assale nelle più disparate ore del giorno. Gira completamente il suo corpo verso la Hyuuga, cosicché possano star l'una di fronte all'altra ma a qualche metro di distanza. Sceglie di non avvicinarsi oltre. <Da qualche giorno> Non li ha contati, dunque non saprebbe neanche quantificare quanti ne siano realmente passati. Ad onor del vero, non intende neanche saperlo. <ed adesso giro per il Paese del Fuoco cercando d'arrivare a Konoha.> L'informazione non l'è stata richiesta, tuttavia si sente quasi in dovere - un obbligo morale - di farglielo sapere. Crede che così facendo possa espiare le sue colpe, ma per farlo dovrebbe essere morta assieme al villaggio per difendere i suoi uomini, magari grazie ad un gesto eroico: proprio come avrebbe preferito morire. L'espressione guardinga e inespressiva permane sul suo viso e non la lascia andare, riversandosi su Mekura che ne fa da vittima involontaria, ma non per questo è diretta a lei. Ironia della sorte, l'ex capo clan l'annovera circa Saisashi. Si tratta di sicuro d'una persona che le sta a cuore, inutile sottolinearlo oltre: stavano per sposarsi ed hanno avuto una figlia assieme. Il pensiero d'essere ancora lontana da Senshi le trafigge il cuore, ma non può raggiungerla se prima non si dirige a Konoha per separarsi completamente dal suo passato. Sono queste le parole che ha pronunciato nei confronti di Keiga abbracciandola, mentendole con molta probabilità. Vuole vedere coi suoi occhi la distruzione del Baluardo della Pace per sua inadempienza, vuole sentire su di sé l'onta del suo fallimento e farlo suo, convincerci. Vorrebbe davvero scoppiare a ridere, più di prima. Ridere fino a piangere e sentir il dolore tipico alla pancia e alla mascella. Ridere perché si tratta d'una bellissima ironia. Si sarebbe dovuta risvegliare e cercare immediatamente Saisashi, ma la presenza di Mattyse l'ha tenuta impegnata, seguendo un percorso che hanno deciso assieme perché Konoha, il suo dannato villaggio, è più importante di sua figlia, del suo promesso sposo e di chiunque altro si metta davanti ai suoi piedi e la ostacoli nel cammino. Muove appena il capo per annuire al suo discorso, con un guizzo muscolare della guancia e del relativo angolo delle labbra che s'arcua per mostrare un accenno di sorriso sarcastico, il quale subito dopo svanisce. <E ora dov'è?> Una domanda che si sarebbe potuta anche benissimo aspettare. <Io e Mattyse non abbiamo incontrato nessun altro di quelli caduti in guerra.> Fino ad ora. E palesa senza rimorso né pentimento la presenza del Senjuu nelle vicinanze. Come se niente fosse. Ha qualcosa da nascondere? Ovvio che sì, ma quegli occhi permangono glaciali e imperscrutabili. Sono molte le domande che vorrebbe farle, domande alle quali non vuole - come ben sappiamo - delle risposte. <Non sei invecchiata d'una virgola neanche tu.> Sottintendendo che sia la rosata che il bianco hanno mantenuto lo stesso aspetto di dieci anni prima, identicamente a Mekura. C'è altro da aggiungere? Forse no, per ora no. [ Chakra ON ]

17:05 Mekura:
 La ascolta, tesa, cercando di capire che cosa le passasse per la testa poi quella risata, isterica, per non piangere. Seppure una sorpresa iniziale la donna si ritrova da vanti uno specchio, un dolore che ha provato più volte. La fissa a questo punto con comprensione, non con pietà, come a suo tempo non voleva che gli altri la fissassero in questo modo. <ci devo andare anche io, a breve> commenta Mekura sentendosi a sua volta di doverne parlare. I motivi sono molteplici tipo> cercare i suoi averi lasciati incustoditi o non trovati dai razziatori, tra questi spera anche di trovare della posta di Orochi ,una qualsiasi pista per trovare Kimi. <a Kagegakure> si umetta le labbra prendendo un lungo sospiro mentre accenna ad avvicinarsi, pochi passi per ora. <l'ho trovato e l'ho portato li> spiega prendendosi delle pause da un pensiero all'altro <sta cercando di sminuire la cosa, che si è sempre comportato così ma per quanto posso lo tengo d'occhio> insomma Saisashi al momento è al villaggio e non in una grande posizione, neanche lei alla fine, nessuno dei vecchi alla fine. Dipende da che amicizie si sono strette e come. QUando sente il nome Mattyse le si illuminano gli occhi <Mattyse?> tira un sospiro di sollievo, abbassa lo sguardo e annuisce, sinceramente felice di sapere che c'è. <io andando verso il villaggio ne ho incontrati diversi..ho anche incontrato Sakir> solleva un sopracciglio quando fa il nome del rosso <non è stato piacevole> dovrà riparlare con lui. <e non ha il corpo di Orochi, come speravo invece> Aya non la riusciranno a trovare attraverso lui, ormai quel corpo è andato. Ha avuto modo di pensarci di recente e l'incontro con la Kage attuale l'ha fatta ricredere sulla sua posizione: lei non è più la capo clan e due dei motivi per la quale lo voleva sono svaniti nel nulla: lei non ha più diritti, ma non ha neppure più doveri. Orochi è stato dimenticato come lei è stata dimenticata, in parte. Seppure avere gli occhi di Orochi, no, gli occhi di uno Hyuga e riportarli al legittimo clan le interessava, faceva e fa ancora parte nelle cose in cui crede, al momento non sono vitali. Certo...anche se avrebbe preferito trovare Aya attraverso questo: è vero che sono passati dieci anni e la possibilità è remota, ma il suo odore, su qualche avere di Aya da piccola, un vestito magari, poteva essere anche quella una traccia. Fa un mezzo amaro sorriso. <succede a rimanere in un cristallo sotto terra> ma queste erano le notizie migliori, ora c'è da parlare di cose più importanti. Prende un lungo respiro e si guarda attorno cercando un posto dove sedersi e così fa: si siede e appoggia lo zaino tra le gambe. <dopo esssere arrivata a Konoha cosa vuoi fare?> chiede la Hyuga piegando la schiena in avanti con i gomiti sulle ginocchia. [ch off]

17:58 Furaya:
 Sorpresa dall'affermazione della donna che l'avvisa che deve recarsi a sua volta a Konoha - o quel che d'essa rimane - solleva appena le sopracciglia e le s'illumina per un attimo quello sguardo che finora s'è mantenuto severo. <Oh> Schiude le labbra, riappropriandosi della sua quiete. <per quale motivo?> Pigola in sua direzione, seguendone le movenze e assicurandosi che non compia niente di sconsiderato, non di fronte ai suoi occhi o nei propri confronti. Studia quella che potrebbe essere una preda come un buon lupo pronto a schiacciar la testa dell'avverso sul terreno con la propria zampa. Appare piuttosto naturale che l'Hokage voglia sapere le movenze dei suoi cittadini. Nonostante non sia più suo dovere farlo, cerca sempre di tenere la situazione sotto il suo perfetto controllo, lo stesso controllo che ha fatto sì Konoha cadesse assieme a chi avrebbe dovuto proteggerla. Non si tratta, infatti, di controllo bensì d'arroganza, credendosi al di sopra degli stessi Kami in quanto a forza, convinta che soltanto la sua presenza potesse bastare affinché nessuno s'intromettesse nella vita quotidiana. <Kage... gakure?> Il significato di Kage lo conosciamo tutti, dunque la sorprende che qualcuno abbia deciso di chiamare un villaggio con questo nome. Dato il suffisso finale, reputa sia palese che si riferisca ad un villaggio o quanto meno ad un luogo. <Cos'è Kagegakure?> Pur potendoci arrivare con la mera etimologia del termine, vuol anche sentire dalla voce della Hyuuga la risposta corretta. Nessuno le ha parlato del nuovo luogo in cui i sopravvissuti si sono insediati, crescendo e addirittura progredendo rispetto a dieci anni prima. Come tutte le altre domande che ha posto, anche per questa vale la regola del "preferisco non sapere". Tuttavia, non può continuare ad ignorare le informazioni poiché è tramite queste che può avere o meno un vantaggio e stilare un buon piano assieme al Senjuu. Sì, ormai lo dà per scontato. Stanno proseguendo assieme verso Konoha e non intende separarsi da lui tanto facilmente, non adesso. <Vorrei incontrare anche lui, ma temo che non verrò lì> Lì. Non Kagegakure. Lì. <tanto presto.> Vorrebbe non andarci mai, senza neanche immaginare che c'è qualcosa che la spingerà verso quell'insieme di settori quanto prima, al contrario delle sue più rosee aspettative. Un piccolo sospiro fuoriesce adesso dalle sue labbra rosee, mentre porta le braccia a piegarsi ad altezza della bocca dello stomaco, facendo ben aderir le dita contro il tessuto dell'haori che le copre. <Ad ogni modo, vuol dire che potrebbe essersi già messo in contatto con Tachiko per la bambina.> Lo sta dando per scontato poiché, qualora fosse stata condotta lì anche lei senza possibilità di scegliere o di prendere decisioni diverse, sarebbe stata la prima cosa che avrebbe potuto fare. Quindi, reputa che, in quanto padre, ci sia riuscito e che possa almeno aver visto la bambina, no? E' sicuramente l'ultima a dover parlare in quanto genitore se consideriamo che ha messo Konoha innanzi a chiunque altro, compresa Senshi. <Sai meglio di me come tenerlo d'occhio, non riesco a mettermi in contatto tramite il sigillo empatico, ma è un problema che avevo constatato già durante la battaglia ai Monti Ardenti.> Dieci anni prima, ma continua a farle strano dirlo ad alta voce. D'altronde, fisicamente e mentalmente per lei non son passati che dei giorni, una manciata appena. Glissa per un attimo verso il terreno, un guizzo di senso di colpa? In fondo, quando hai pronunciato le due fatidiche parole pensando a Saisashi non stavi guardando lui negli occhi. Un sopracciglio viene invece sollevato con uno schiocco della lingua contro gli incisivi <Tch.> quando lei pare persino contenta di sapere di Mattyse. Oh, come si chiama questa? Te lo dico io o ci arrivi da sola che stai facendo un casino allucinante del quale ti pentirai per il resto della tua sporca esistenza? Sei anche gelosa, adesso? Gelosa di qualcuno che NON dovrebbe essere tuo, ma che vorresti. Fantastica, davvero. <Vorrei dirti che sta bene, ma non è così.> Principia a proposito del Senjuu, tornando a fissarla con... rabbia? Non proprio. E' come quando sai la verità e t'aspetti che chi ha di fronte smetta di mentirti. Un'ulteriore nota di sorpresa viene emessa tramite le parole successive quando lei cita Sakir e il mancato ritrovamento del corpo di Orochi. <Sakir non era ai Monti Ardenti.> Ricorda i nomi di coloro che aveva portato con sé sul campo di battaglia, impossibile da dimenticare perché sono caduti tutti, uno dietro l'altro. Ha in mente di portare loro il giusto rispetto e una degna sepoltura rispetto a quella che non hanno affatto avuto mentre lei dormiva sogni tranquilli nel cristallo. Il suo è tranquillamente un commento privo di nesso, poiché è l'argomento successivo che le interessa ben più del resto. <Anziché cercare tua figlia> Il tono è accusatorio per direttissima. Ha visto l'espressione di Mattyse, la disperazione che albergava nei suoi occhi, il pianto disperato del quale è caduto vittima una volta compreso che sua figlia è cresciuta senza di lui. <speri ancora di trovare il corpo di Orochi?> La testa pende delicatamente da un lato, voltandosi per poterla tener ancor frontale nonostante lei si sia seduta, mentre la Nara permanga in piedi con quel suo sguardo glaciale che tradisce un certo fastidio. Non avanza oltre nel suo dire perché potrebbe affermare qualcosa di sbagliato, quindi le permette di rispondere almeno a questo primo scambio di battute, preoccupandosi di tacere fino ad allora. Non commenta a proposito del non essere invecchiate, limitandosi a fare spallucce. Alla sua ultima domanda, invece, mostra di nuovo quell'espressione glaciale che l'accompagna da quand'è uscita da sottoterra assieme alla disperazione interiore che cerca di tenere a bada. Qualora la lasciasse andare, non sa cosa riuscirebbe a fare e non vuole neanche provare a scoprirlo. <Riprendere ciò che è mio.> I vaneggi d'un folle che non riesce ad accettare quel che ha perso. [ Chakra ON ]

18:33 Mekura:
 Giustamente viene fatta quella domanda. La terrebbe d'occhio prendendosi i suoi tempi per poter parlare con lei. Mugugna appena e poi continua <perché spero di trovare della documentazione che mi permetterebbe di trovare Kimi> non capisce perché lo dovrebbe tenere nascosto, sopratutto ad una che sa tutti i fatti. <forse c'è ancora qualcosa che mi permetta di rintracciare i suoi vecchi sottoposti, chi è vivo per lo meno. Devo ricostruire una pista> prende un lungo sospiro, l'ennesimo e si prepara a dare le informazioni basilari che servono ad un risvegliato ora come ora < il villaggio dell'ombra, l'unico villaggio esistente al momento> piega la testa di lato e ancora una volta osserva le sue reazioni il fatto che sia ancora tesa e non si sia messa a sedere. <da quello che ho scoperto nel mio periodo li, ho ricostruito a grandi linee cosa è successo: dopo la guerra, immediatamente dopo che ci avessero inglobato dentro un cristallo, i villaggi sono stati tutti attaccati da delle bestie. Non hanno resistito all'assalto e sono stati tutti...> le muore la voce in gola per un attimo poi procede cercando di dirlo con diplomazia, beh non è che ci sia molto di diplomatico da dire <sconfitti. Le persone senza una guida hanno abbandonato i villaggi, tutti: Konoha, Oto, Kiri, tutti. Poca gente è rimasta fuori dal villaggio dell'ombra e non sembra insolito o raro questo atteggiamento. Comunque, la maggior parte della gente si trova dentro queste mura: altra pausa <è tutto cambiato: hanno una tecnologia molto avanzata, si basano più sulla scienza che sul chakra, gli danno così tanto importanza che attribuiscono a questo atteggiamento di coesione e tecnologia la loro vittoria contro il Kami> piega la testa di lato <non so se sono sicura che sia davvero così, ho un brutto presentimento> solleva le spalle <ed è anche vero che io ho sottovalutato le persone, quindi le mie ossessioni sarebbe meglio tenerle per me fino a quando non ho delle prove> non che non le abbia mai cercate, ma chiaramente sta parlando di quello che è successo tra Mattyse e Orochi e come il primo sia riuscito ad uccidere il secondo. <continuando con il discorso: hanno un governo centralizzato gestito dai Daimyo i singoli popoli tuttavia sono sotto la protezione dei Kage, hanno ricostruito una copia dei villaggi al loro interno e...> e questa è una delle parti più pesanti <non sanno quasi nulla della guerra: si sono infilati dentro delle mura e si sono chiusi a tutto il resto. Anzi, sembrano apertamente ostili al passato recente o quanto meno si mettono chiaramente su due gradini sopra> come ha detto: loro hanno vinto la guerra, la nuova generazione, non la vecchia, la vecchia era da abbandonare e biasimare. Non va avanti però, non vuole far arrabbiare Furaya nel bel mezzo del nulla. E poi si arriva alla parte strana, in cui dice che non sarebbe andata a Konoha. Lei stessa le avrebbe consigliato di andarci sotto copertura, ma che significa questo? e inoltre c'è anche la figlia, perché non sta andando da sua figlia? Corruga la fronte e stringe quasi i denti mentre vede quella espressione e sente il tono della voce. Mekura si prende due secondi per stringere i denti ed incassare per il modo in cui la apostrofa, come se non le interessasse nulla di Kimi tanto che lo sguardo di Mekura si fa attonito e infastidito. Chiude gli occhi per qualche attimo gonfia il petto, cerca di mantenere la calma e procede nella spiegazione <non è prioritario se non per trovare Kimi> la guarda senza sbattere gli occhi. <Qualsiasi cosa avesse addosso, qualsiasi odore potesse lasciare sugli oggetti di Kimi anche a distanza di 10 anni è una speranza, una misera speranza di trovare mia figlia e sono disposta a fare quello che necessario per questo> non commenta oltre perché potrebbe fare la stessa domanda, ma che Furaya involontariamente risponde: Konoha, vuole Konoha. Rimane attonita per diverso tempo facendo un confronto con la attuale capo villaggio e la sua Hokage e nel mentre ripensa al monaco. SI solleva in piedi e prende lo zaino risistemando dietro la schiena, non si sente in dovere di dare consigli o di trattare l'argomento: riprendere Konoha significa portare il villaggio in una situazione di isolamento e instabilità, ora come ora almeno, lasciare perdere sarebbe la scelta più saggia ma le sembra quasi inutile parlare di questo. <si, infatti è cresciuto, è andato avanti> e in un modo non troppo sottile è lo stesso consiglio che darebbe a lei. [ch off]

19:40 Furaya:
 Okay, potrebbe avere senso. Tornare al villaggio per trovare della vecchia documentazione è una risposta che accetta di buon grado proprio perché è coerente. <E se fosse stata portata in quel nuovo villaggio?> Neppure per un istante riesce a chiamarlo con il suo nome. Non intende pronunciarlo. Il suo è ovviamente soltanto un commento, cosa volete che ne sappia di dove realmente si trovi Kimi? <Ad ogni modo, Matt vuole mettersi subito in moto per cercarla, quindi potreste incontrarvi proprio a Konoha.> Pare che si stiano dirigendo tutti e tre lì, il che potrebbe essere comunque producente date le chimere che gironzolano fuori dal grande villaggio di Kagegakure. Sarebbe per loro possibile aiutarsi a vicenda, dunque affatto un male. La donna le spiega per filo e per segno, anche piuttosto abbondantemente (più di quel che la Nara avrebbe voluto sentire) la nuova organizzazione del villaggio e quel che avviene al suo interno. Gestita dai Daimyo, i Kage divenuti soltanto una succursale, dei sindaci che controllano l'andazzo del settore. In fin dei conti, anche prima della caduta delle terre ninja, funzionava esattamente in questo modo, seppur i Kage avessero un rispetto maggiore da parte della società che gestivano. Sta iniziando lentamente ad accettare il fatto che Konoha possa essere caduta perché non è la prima persona a dirglielo. E' ormai la terza a giungere con tante cattive notizie tutte assieme, confermando via via quelle che aveva già potuto ascoltare e che preferiva dimenticare. Potrebbe anche sbattere la testa e vedere se funziona, ma no, non sarebbe affatto da lei. <Potevi fermarti alla caduta dei villaggi, per quanto mi riguarda nulla di quello che hanno creato costituirà un posto felice in cui poter vivere in eterno.> Chiudersi all'interno delle mura? Lo facevano anche prima, quindi non è molto diverso da quello che era il passato. E' l'organizzazione interna, quello che avviene dentro e la tecnologia che hanno implementato, la medesima che avrebbe voluto aggiungere lei all'ospedale grazie ai soldi che doveva dare a Yukio. Chissà che fine ha fatto, ora che ci pensa. Durante la battaglia non era al suo fianco, nonostante avesse mandato alcuni ninja di Kusa per affrontare la guerra al fianco del resto dell'Alleanza. Abbassa per un attimo lo sguardo verso il terreno, inspirando profondamente e lasciando andare l'aria verso l'esterno, fuoriuscendo dalle labbra schiuse. <Quella guerra l'abbiamo combattuta perché potessimo smettere di farne. Ogni mia mossa è dettata soltanto dal conquistare la pace. Lo sai bene.> Anticipa iniziando a compiere qualche passo per allontanarsi dal tempio, pur restando nei pressi di Mekura poiché non v'è necessità d'alzare la voce, anzi non dovrebbero farlo affatto per via della presenza delle chimere. <Che la dimentichino pure, se vogliono; che facciano finta non sia mai esistita. Io, in quanto Decimo Hokage della Foglia, mi prenderò le mie colpe, le mie responsabilità e il mio castigo.> Soprattutto quest'ultimo poiché non potrebbe essere diversamente. Ha fallito nel suo compito e deve in qualche modo pagare le sue colpe, in un modo forse diverso dal solito. La sua mente sta continuando a camminare, a creare un piano del quale Mattyse sarà ovviamente informato. Tutto sommato, è la sua influenza a renderla così assieme alla moltitudine di imprevisti e di dolore che la vita le ha donato. Non un attimo di pace e quando pensava d'averlo trovato, eccoci qui, di nuovo nel fondo del pozzo dal quale deve tirarsi su. E se non sorride mai, se non sorriderà mai più, chiedetevi perché. Un sopracciglio viene di nuovo arcuato, questa volta l'espressione si fa ben più stranita del solito. <In dieci anni, il suo corpo potrebbe essere già marcito e qualunque odore avesse addosso è stato sicuramente obnubilato da quello della morte.> In parole povere, è difficile trovare l'odore di qualcun altro s'un corpo morto da dieci anni che potrebbe anche essere stato all'aria aperta o, peggio, seppellito da qualche parte. <La reputo un'idea veramente stupida. Dimmi la verità, vuoi recuperare i suoi occhi?> Conosce il legame che Mekura ha col suo clan, lo stesso che lei ha coi Nara e quindi comprende piuttosto bene che potrebbe essere una motivazione più che valida; senza togliere al fatto che il Senjuu le abbia comunque spiegato degli aneddoti interessanti a tal proposito. Indaga, tutto qui. <E' disperato> Parla di Mattyse non necessitando del soggetto primario perché dovrebbe essere piuttosto facile per lei intuire a chi si riferisca. <e sai bene come si comporta già normalmente> Impulsivo, testa calda, ma con un ragionamento sempre lineare in testa, un piano con delle varianti. Non ha bisogno neanche del legame empatico per capire quanto possa stare male per quella situazione, lo ha letto nei suoi occhi e non lo ha dimenticato. Lo sguardo d'un uomo distrutto dagli eventi, un po' come lei che però ci ha fatto il callo e questa volta l'ha presa molto diversamente dal solito. <quindi, non guarderà in faccia nessuno. Mi ha chiesto d'aiutarlo a cercare vostra figlia ed è quello che farò.> La sua è stata una promessa indiretta nonostante non l'abbia pronunciata in tale accezione. Solleva un braccio e conduce la mano sulla fronte, scostando i capelli chiari e focalizzando ancor lo sguardo vitreo verso la Hyuuga, senza spostar per un attimo l'attenzione da lei. Vuole valutarne il modo di fare in base alle risposte che darà. [ Chakra ON ]

20:03 Mekura:
 <molto probabile> afferma la donna annuendo verso questa <o quanto meno ci spero!> lo dice con un tono di voce che sembra quanto meno speranzoso. <ma se sono stati furbi avranno cambiato il nome quindi anche una denuncia alle autorità non so dove porterebbe, non mi convince neppure che porterà a qualcosa di buono se non un viaggio nelle celle> Per quanto riguarda la guerra lei aveva una sua convizione: la guerra non cancella la guerra ne crea solo delle altre e per quanto le motivazioni di Furaya fossero per un bene superiore la Hyuga è scettica che potesse fuzionare. E comunque, non è a lei che deve giustificare le sue azioni. Il piano di trovare Orochi sembra stupido e si, perché no. Mekura scuote il capo <stupido possibile, disperato? certamente> non era l'unica che non sta affrontando bene la cosa, ma quanto meno non sta entrando in psicosi, è un bel passo in avanti. <se vuoi portare un cadavere da qualche parte tanto vale metterlo in un rotolo, e può darsi: non ho mai provato a mettere un cadavere dentro un rotolo per dieci anni ma non parlo solo di odori ma di effetti personali, segni che incosciamente un cadavere può lasciare addosso: oggetti nelle tasche, marchi sulla pelle. GIà nella polizia ai nostri tempi un cadavere poteva dirci tanto, immagina adesso con le tecnologie a disposizione> le verrebbe da pensare questo ma capisce perché venga visto storto. Poi chiede se lo ha fatto per gli occhi, il prezioso Byakugan. Mekura guarda Furaya comprendendo perché in passato era una cosa importante ma scuote il capo negativamente <sono una Hyuga, ma non sono più la capo clan e al momento devo pensare più a me stessa che ai miei valori. Inoltre, per quanto sia una magra consolazione se al mercato nero ci devono andare gli occhi di uno morto da dieci anni almeno salverà o ha già salvato la vita di uno Hyuga ancora in vita che non può proteggersi> lo dice con amarezza come se la cosa fosse importante ma sinceramente: adesso non ci deve pensare. <ho poco tempo ed ho fatto delle scelte su cosa dare le mie priorità> fine. non deve spiegare altro a meno che non le vengano fatte altre domande. L'argomento passa a Mattyse il fatto che sia disperato e che questo lo renda una mina vagante, letteralmente. Ha chiesto l'aiuto di Furaya e su questo Mekura annuisce <più siamo a cercarla meglio è> non ha nulla da obbiettare al momento. <avevi detto che era con te, posso già parlargli> chiede la donna, del resto perché deve aspettare Konoha? è disperato, le urlerà in faccia, ok, va bene. [ch off]

21:16 Furaya:
 Annuisce una singola volta in direzione di Mekura, senz'aver null'altro da aggiungere al contesto appena trattato. Si tratta di mere supposizioni. <In questi dieci anni, potrebbero esserle successe parecchie cose. Anche crescere sotto un altro nome sarebbe stata una valida idea. Tuttavia, quella che conosceva maggiormente Orochi qui in mezzo sei tu. Dunque, sei soltanto tu quella che potrebbe tirare ad indovinare sulle sue supposizioni. Tieni a mente che anche i suoi collaboratori potrebbero essere morti nel frattempo.> Ammette, stringendosi appena nelle spalle e facendo tamburellare le dita della dritta sull'avambraccio opposto, mentre sposta il suo peso da una gamba all'altra per migliorare la stabilità. Riprendere a ragionare, utilizzando il suo cervello per pensare a qualcosa di diverso dal riprendersi Konoha con ogni possibile mezzo. Ancorché sia stata distrutta, questo non cambierà le cose. La ricostruirà, non è impossibile. E mentre questo pensiero si fa spazio nella sua mente, crede anche di riuscire a sopportare una perdita simile. <Resta un'idea piuttosto stupida quella d'affidarsi esclusivamente ad un cadavere per ritrovare tua figlia, specialmente se non sai neanche dove si trovi adesso.> Partire proprio da quello la trova ancora una stupidata bella e buona, tanto che avrebbe potuto cambiare facilmente target, iniziare a cercare da tutt'altro punto anziché soffermarsi e ostinarsi proprio su Orochi. Tutto sommato, non cambierà mai e Mekura continuerà a fare esattamente gli stessi errori d'un tempo: per lei è così. <Inizia dal mercato nero, allora, no? Trova qualcuno in grado di venderli lì e chiedi se ne abbiano mai visti in circolazione. Sarebbe comunque un punto di partenza migliore del trovare un corpo probabilmente già fatto sparire.> Le dà comunque un aiuto proprio perché lei stessa deve aiutare Mattyse a cercare la bambina, quindi lavorare assieme potrebbe essere comunque un valido inizio. Infine, si limita a stringersi nelle spalle dal momento che non ha altro da aggiungere. Si discosta di qualche altro passo, pronta però a girarsi completamente e ad andarsene via. Alza appena gli occhi al cielo per adocchiare il tramonto, la sera dovrebbe comunque giungere di lì a breve, quindi sarebbe consono spostarsi verso un luogo appartato, lontano dai versi acuti delle chimere che continuano ad infestare quelle zone esterne a Kagegakure. Non hanno mai pensato di provare a sterminarle? Forse sarebbe ora che iniziassero a farlo loro, nonostante anni prima fossero stati schiacciati proprio dalla loro immane potenza. Troppo superiori per essere abbattuti al pari delle divinità. <Ci siamo separati qualche ora fa, ma abbiamo il Tempio del Fuoco come luogo d'incontro.> Quindi, potrebbe facilmente beccarlo in quel luogo dove anche loro due si sono viste tra qualche minuto o tra qualche ora. Non si sono certi dati un orario, il luogo sarebbe dovuto bastare per entrambi e così hanno concluso. <Valuta se ti conviene aspettarlo qui.> E restare con loro due assieme? Il solo pensiero ti fa di nuovo ridere in maniera isterica, vero? Ma eviti, ti mordi la lingua perché non c'è proprio un cazzo di motivo per cui ridere, Furaya. In caso, resterà appunto lì cercando un posto quanto meno più appartato per sfuggire alle ipotetiche chimere che potrebbero aggirarsi per quel luogo. [ EXIT ]

21:43 Mekura:
 Solleva un sopracciglio e incrocia le braccia mentre la guarda. Lo sa cosa sono quelle parole, lo sa cosa significano e non lo nasconde neppure: idea stupida, vai piuttosto nel mercato nero per cercare qualcosa che lei ha detto che non voleva. Non solo stupida ma anche falsa. Solleva il mento mostrando uno sguardo schifato e di nuovo deluso. <grazie, lo sto tenendo in considerazione> Prende un lungo respiro: come prima non vuole litigare ma è a tanto così da lasciare perdere questa alleanza dove almeno da parte della decima non c'è reciproca fiducia e con mattyse che è pronto a tutto significa che è pronto ad ammazzare e non accettare un no come risposta. <infatti se vado a Konoha non per cercare un corpo ma dei documenti, nomi. Non sono avvezza ad entrare in un mercato nero evoluto in dieci anni a passo di danza> non con i suoi occhi in vista ovviamente. Mattyse intanto non c'è, assottiglia lo sguardo ma deve tornare al villaggio ora se non per evitare di stare vicina a Furaya quanto meno per avvertire Saisashi e prepararsi con l'uchiha. <no, avverto Saisashi che sei da queste parti, credo che sia necessario fare anche questo> tanto sa perfettamente che appena glielo dirà si lancerà a cercarla, vuole fare questo ultimo favore e quanto meno fare presente alla persona che la ama che c'è e che verrà a supportarla. poi anche con lei ha chiuso...il monaco ha ragione, ha ragione...e abbassando lo sguardo ripercorrerebbe la strada verso...verso dove? casa? non c'è più una casa, ne nel passato ne ne futuro. [end]

Dieci anni dopo, s'incontrano al vecchio tempio del fuoco. Da una parte, abbiamo una Mekura che si sta ambientando alle novità del mondo. Dall'altro lato, abbiamo una Furaya che intende riprendersi ciò che ha perso e pagare il suo castigo. Parlano anche di Aya e di Mattyse, rischiando di bisticciare di nuovo. Dopodiché si separano: Furaya attenderà lì il Senjuu, Mekura avviserà Saisashi del risveglio di lei.