Il sangue ed il fulmine

Quest

Scontro PvP

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00:43 Tachiko:
  [Vicolo] La gente passa, lavora, si diverte. La gente cerca in tutti i modi di diventare ricca, di poter vivere una vita tranquilla. Tutti hanno dimenticato i ninja, tutti hanno dimenticato gli shinobi, marchio di un popolo ormai del passato. Lei non dimentica, lei non può, non riesce. Si trova in un vicolo. Le mani rosse, rosse come il proprio sguardo. Davanti a lei, un gatto randagio. Ansima, affanna, geme quasi mentre sente quel calore sulla sua pelle. No, certe abitudini non possono essere cancellate, possono solo essere nascoste, nascoste da occhi innocenti. La figura giace in quella pozza di sangue mentre la ragazza impugna sempre il suo coltello da cucina. <Anf…Anf…> un sorriso malato mentre anche dagli occhiali bordati di nero cola una goccia di liquido di vita. Si umetta le labbra carnose, piegata su quel corpicino, dietro ad un bidone della spazzatura. Addosso ha un vestito lungo color nero, calze contenitive per proteggersi dal freddo della notte e ballerine ai piedi. Ancora ansima, ancora geme, infilzando lentamente quella punta nella carne morbida. Un gemito più forte, un brivido mentre le gambi si stringono come se sentisse un calore irrefrenabile al basso ventre. <Si…si…perché sei già morto…fammi sentire il dolore…ti prego…> il tempo degli shinobi è finito, ma non il tempo degli assassini, dei ex Anbu, delle kunoichi assetate di quel candore misto a follia. La mano destra si avvicinerebbe al viso andando a sporcarsi la guancia di quel caldo rosso mentre gira la lama all’interno del corpo facendolo ancora un pochino spasmare per aver toccato qualche nervo < non sei come una persona….> e schiocca la lingua, sentendosi comunque non proprio soddisfatta di quell’atto. Si umetta le labbra, vorrebbe mangiarla adesso, far parte di lei, ma si limita ad alzare ed abbassare il coltello, andando a creare quella sorta di musica macabra, ritmica, che ti entra nel cervello come un trapano, come una punta, come un semplice kunai, leggero ma letale.

01:17 Kioku:
  [-->Quartiere Notturno (vicolo)] Notte fonda, le luci hanno ormai preso il posto di quelle naturali, luci ad ogni angolo, negozio e mini attrazioni sparse in questo quartiere, fiero del proprio nome che da casa a numerosi performer e grandi talenti, poco vicino da lì, vi sarebbero gli studi cinematografici e ciò comporta l’avere numerosi attori, esibirsi ai lati delle strade. Il posto è vivace, un via vai continuo di gente, luci ad illuminare le strade, brusio e rumori, chioschi e bancarelle offrire leccornie e quant’altro, sarà finito anche il mirai festival, ma il villaggio di Kagegakure non è mai stato tanto attivo e rigoglioso come ora, la sconfitta del dio ninja ha finalmente riportato nel loro mondo, non che lui fosse lì ad esserne testimone del resto. Passeggia, in mezzo a quelle strade, facendo attenzione a non urtare nessuno, capelli raccolti in una cosa, adagiarsi come solito sulle spalle, giubbotto di jeans a coprire una maglietta dai rossi colori, non troppo accesi, i Levinja color jeans grigio adornare i suoi arti inferiori e come sempre le Ninja ai piedi, bianche e con il baffo nero dai motivi di un kunai sui lati di quest’ultime. Di tanto in tanto estrarrebbe il suo cellulare, controllare le notifiche e magari qualche messaggio di Nana, niente ancora ma poco importa, fiducioso comunque di rincontrala il prima possibile si spera, i suoi pensieri sono ora affollati, non più vuoti e solitari, pensa a Nana, a ciò che è accaduto neanche 24 ore fa, come i due si siano trovati, così dal nulla, ciò che li ha uniti, il famoso filo rosso, l’intenso momento avuto con il suo culmine, solo a ripensarci si imbarazzerebbe un minimo, scrollando il proprio capo, come a voler cacciare via quel momento di timidezza. Passeggierebbe per sgranchirsi un po’ le gambe, per evitare che debba fare da spettatore alle prodezze sessuali di Nobu, non avendo ancora preso qualcosa su cui poter dormire, per adesso si arrangia nell’appartamento di Nobu, e va bene così per carità, fin troppo gentile nell’aver ospitato ed ora, contribuisce come può, con i pochi ryo a sua disposizione, cerca di fare la sua parte e in futuro potersi permettere un posto letto, magari andare all’Ikea dei Senjuu non sarebbe affatto male, ciononostante comunque non vorrebbe rimanere li e fare da pubblico ecco, per questo motivo una passeggiata serale, vicino al centro di Kagegakure, nel settore di Konoha è sembrata una idea ottimale, non troppo distante da dove abitano, raggiungibile anche a piedi a quest’ora, senza incappare in strane persone o posti e soprattutto, un nuovo posto ancora inesplorato per Kioku. Palese però, il fatto che ancora non si sia completamente abituato a quello stile di vita, così affollato, rumoroso, frenetico, d’altronde non è arrivato li da molto, da quando si è risvegliato, cosa ormai tenuta segreta a tutti, persino a Nobu, giusto per evitare di finire nei guai o far finire nei guai l’amico stesso, difatti, punterebbe con la coda dell’occhio ad un vicolo, superato poc’anzi, infilandosi come fu per il quartiere notturno di tante sere fa. Dalla tasca sinistra, estrarrebbe un pacchetto di sigarette, ieri ha cercato in tutti i modi di evitare il loro utilizzo quando stava con Nana, in primis per evitare che tutto quel momento si spezzasse e in secondo luogo, perché non ne aveva bisogno, ora però è da solo, in un suo momento di relax e riflessione su ciò che è accaduto ieri, pensa e ripensa a quelle emozioni mai vissute e percepite, la sigaretta adagiarsi tra le due morbie labbra, lo zippo con la medesima mano che ha estratto la sigaretta, accendersi e accompagnare l’accensione stessa della stecca demoniaca, un tiro, ormai abituato, non provocherebbe più tosse ne altro al giovane ninja scoperto, ma degli strani versi e parole poco chiare verrebbero udite, percepite, poco lontano da lui, anzi, più che vicino a lui, dietro ad un cassonetto <hmm?> inclinerebbe il capo verso destra, un tiro prima di lasciare la sigaretta sulle proprie labbra, mani nelle tasche e avvicinarsi con calma verso il luogo d’origine del rumore e delle parole, passo dopo passo si avvicinerebbe, abbastanza alto da poter vedere oltre il cassonetto. Interdetto, schifato, probabilmente le prime due cose che gli verrebbero in mente e che si paleserebbero sul suo volto, non che si impressioni a primo impatto ma di certo non farebbe piacere vedere uno spettacolo del genere, alla faccia del quartiere dello spettacolo <phew> esclamerebbe, per poi fare mente locale alle lezioni d’approccio avute da Nobu e continuare <che schifo zia> ci crede poco ma la faccia deve reggere <ma si può sapere che cavolo stai facendo?> avrebbe voluto rincarare con una parolaccia ma insomma non è proprio Nobu, non ancora di certo, l’occhio poi balzare sul sangue e su quel coltello <woah woah woah amica> le mani avanti a palmo aperto <stiamo calmi va bene? Non c’è bisogno di agitarsi> noterebbe l’affannarsi del respiro di lei dalla cassa toracica muoversi velocemente, rimarrebbe così, protetto e divido da quel cassonetto e da quella donna dagli strani gusti, che cazzo sta succedendo? [giacchetta Jeans, pantaloni Levinja, scarpe Ninja] [INinja] [chakra On]

01:29 Tachiko:
  [Vicolo] La carne viene ancora infilzata, lentamente, come se fosse una sorta di budino. Lo sguardo di sangue della Nara è fissa sul corpo morto di quell’animale. Si umetta le labbra, ridacchia, <hihihihi> si, si sta divertendo, sta sfogando lo stress di quei dieci anni. Ma è la voce di Kioku che le fa girare velocemente la testa, come un predatore. Nel buio di quel vicolo, se fosse possibile, si vedrebbero solamente quegli occhi illuminati dalla luce sadica e malata di una donna che con la testa non ci è mai stata. La lingua fuoriesce fuori, lentamente, per poi sparire dopo aver bagnato le labbra. Lentamente si alza in piedi, con quel coltello in mano. La testa che ha un tic, un secondo, un terzo, anche la mano libera sembra che stia suonando il piano con quelle dita che si stendono e si ritraggono con un ritmo sempre più calzante < Zia…?> direbbe la donna con quella voce da strega, cantilenante ma fastidiosa, di quella che ti fa venire gli incubi la notte, quella che non vorresti sentire nel silenzio. Un bisbiglio poi, forse verso se stessa. La mano sinistra che si muove e va a colpire la propria tempia due-tre volte con la base del palmo < ZiaZiaZiaZiaZiaZiaZiaZia> ripeterebbe con fare quasi meccanico prima di tornare ad osservare l’uomo < Sei un uomo.> direbbe capitan ovvio prima di chinare la testa di lato, con ancora il coltello sgocciolante < Agitarsi? Sei tu l’agitato…> Direbbe la donna mentre i suoi lunghissimi capelli lilla seguirebbero quei tic della testa < Non ti preoccupare, ti calmo io, vieni da Zia.> direbbe la ragazza cercando di fare un passo in avanti, poggiando le mani sul cassonetto chiuso e cercando quindi di farsi leva per salire con il corpo quel contenitore. Quello che Kioku potrebbe vedere è quella figura rattrappita, con le braccia ed una gamba piegata sul cassonetto mentre lo fissa con quel sorriso da mangiatrice di uomini. Una bestia, un animale < Giuro, non sarà veloce…ma dopo sentirai sollievo…> direbbe in un bisbiglio mentre inizia a farfugliare < UccidereTiSventroUccidereTiSventro UccidereTiSventroUccidereTiSventroUccidereTiSventroUccidereTiSventroUccidereTiSventroUccidereTiSventro> il coltello che adesso brilla per un lampione in lontananza mentre affanna ancora cercando di decidere il momento giusto per saltare al collo di quell’uomo.

01:56 Kioku:
  [-->Quartiere Notturno (vicolo)] Che serata demmerda, almeno apparentemente, sembra essere questo il caso, uscito per una passeggiata, na sigaretta e due pensieri, si ritroverebbe catapultato in uno di quegli anime horror delle due di notte su MTVinja, incapace di comprendere come sia potuto accadere, a pochi metri dal corso centrale del quartiere stesso, affollato, gremito di gente, c’è anche da aggiungere che a Kioku, gli horror proprio non li sopporta, ansia, fiatone, incubi, già ne ha abbastanza di notte e chi dorme più poi? Cercherebbe di comprendere come meglio può la situazione, una donna, visibilmente fuori di testa, ma non come lui, lei è proprio fuori, cioè la persa proprio mi sa, un povero gatto triturato, pozze di sangue e chiazze su di lei, le sue parole non sortirebbero alcun effetto, anzi, sposterebbero l’attenzione dal gatto a lui, insomma dalla padella al Katon è n’attimo, le parole della ragazza raggiungerlo, lugubre, inquietanti, ansia. Ripeterebbe furiosa quelle parole da lui poc’anzi pronunciate, il che renderebbe il tutto ancora più fuori di testa e no sense, catapultato veramente in un film dell’orrore, con la ragazza che ora avanzerebbe e lui che indietreggerebbe, lei avanzerebbe e lui indietreggerebbe, potrebbero andare avanti così all’infinito e lui uscirebbe dal vicolo, in mezzo alle persone e se vedemo no jutsu, la psycho si arresterebbe, adagiandosi sul cassonetto stesso, rendendo l’intera situazione ambigua, strana e ansiogena, a contornare il tutto le parole di lei a rincarare la dose e amplificare la percezione stessa di questo momento <avrò perso la memoria ma dubito siamo imparentati> riferendosi al suo invito a venire da lei per calmarsi, ora come ora è vero, lui è tutto fuorché calmo. Attimi di tensione e pausa “veloce e sollievo?” ma di che stiamo parlando? Kioku per quanto ingenuo alcune volte, riconoscerebbe palesemente il pericolo, lo sguardo diverrebbe serio e deciso, si cazzo, lui è un ninja, con la N maiuscola, non ha idea di cosa faccia un ninja ma diamine se ora lo sarebbe, come nel migliore dei suoi anime preferiti, quelli che guarda dalla mattina alla sera se non vuole uscire, sigarette e bibite al seguito, oh si diamine, lui ora come il protagonista di DragonNinja Z, gli mancherebbero solo i capelli biondi post trasformazione, ispirerebbe violentemente, pronto ad aggredirla <allora signorina> tuonerebbe, mano lesta e molesta andrebbe sulla tasca destra, l’INinja estratto manco fosse il ninja più veloce del West <sono un vero ninja io> detto ciò al sinistra la indicherebbe, mentre manterrebbe il braccio destro alzato, ben in vista il cellulare < in questa mano ho un telefono pronto a chiamare le autorità, nell’altro un potere incredibile, riesco a scagliare fulmini che nemmeno ti immagini> donna avvertita mezza salvata, aldilà del suo essere ingenuo e molto poco razionale con il mondo che sta ora scoprendo, è deciso nel suo parlato e per quanto possa suonare strane e fuori di testa le sue parole, diamine se può farlo, eccome se può farlo, lo sguardo di Oji San è su di lui, quella tecnica tramandata, un fulmine che spacca il cielo e penetra ogni cosa, “Giga cannone elettrostatico del cielo tuonante” Operativo. [chakra on] [l’INinja On] [Giga cannone elettrostatico del cielo tuonante ready to use]

02:21 Tachiko:
  [Vicolo] Come dalla cenere, la fenice rinasce, così come la donna. Rimane ad osservarlo, studia i suoi movimenti. Calcola le distanze, cerca di predire le prossime mosse. Il respiro che è ancora affannato mentre sente le parole dell’uomo. Si sofferma quando tuona, chinando la testa di lato. Ninja. Ha detto proprio Ninja. Qualcosa succede. Un sussulto, un brivido, gli occhi rossi che si inumidiscono di piacere. <hi…hihihihihihihih!> riderebbe in modo acuto, da strega. < Ninja…> direbbe solamente < NinjaE’UnNinja Ninja dice, si! Proprio Ninja!> sembra stia parlando con se stessa mentre lui potrebbe notare quelle spalle che si muovono in una risata malata, dettata da qualcosa di più oscuro del mero piacere carnale < Fulmini?> direbbe solamente prima di chinare la testa di lato. Ora si, è particolarmente divertita. La gamba che si strofinerebbe sull’altra mentre sale completamente su quel cassonetto < …dai…fammi vedere…fammi male…> direbbe poi con un gemito che sembra più un hentai che un horror. Si morderebbe il labbro inferiore talmente forte da far uscire un rivolo di sangue prima di portarsi la mano libera all’altezza del petto a formare il sigillo caprino . Richiamerebbe quelle due gocce di sangue a scivolare sul suo corpo nudo fino a raggiungere il plesso solare. Un vortice di energia malevola che verrebbe spinta attraverso il sistema circolatorio in tutto il suo corpo. Ogni tsuubo toccato, corrotto da quell’energia, espanda per prenderla più forte, più veloce. I capelli lilla si rizzerebbero per quella sensazione che non sentiva da dieci anni. Se ci fosse riuscita gli occhi andrebbero sulla figura di Kioku < Fammi vedere, fammi vedere fammi vedere!!!> alzerebbe anche la voce andando a sbattere una mano su quel coperchio mentre l’altra stringe di più l’elsa di quel coltello fino a rendere le nocche bianche. Quindi attende un attimo, attende il momento per poter usare i suoi di poteri, per vedere se lei è ancora degna di essere tra i vivi < Ti uccido – Uccidimi – Ti uccido Ti uccido – Uccidimi – Ti uccido Ti uccido – Uccidimi – Ti uccido Ti uccido – Uccidimi – Ti uccido Ti uccido – Uccidimi – Ti uccido Ti uccido – Uccidimi – Ti uccido Ti uccido – Uccidimi – Ti uccido> ripeterebbe di nuovo stando pronta comunque a schivare qualsiasi tipo di fulmine che le potrebbe arrivare addosso in quel momento < Fammi sentire quanto è caldo il tuo sangue…> direbbe con una voce roca, animalesca, posseduta, prima di andare a leccare quello del gatto che macchia ancora la lama di quell’arma non proprio adatta al combattimento. L’organo che si macchia di rosso mentre lo farebbe scomparire tra le labbra, assaporando quel sapore metallico non simile a quello di un essere umano < fammi vedere di che pasta sei fatto Shinobi!!> concluderebbe incitando l’uomo ad attaccare, gli da la prima mossa.[Tentativo impasto chakra][35/35][Coltello da cucina]

02:52 Kioku:
  [Quartiere Notturno (vicolo)] Ma che cazzo sta succedendo? Nella testa di Kioku, ogni pensiero a Nana, la sua amnesia, Nobu, insegnamenti vari, ogni cosa verrebbe soppiantata dalla visione macabra e lugubre di ciò che ora gli si para d’innanzi, cosa sta accadendo? Una semplice serata si è trasformata letteralmente in un horror, non sapeva nemmeno che potessero esistere persone del genere, cosa è accaduto a questa donna, per ridursi in questo stato? Non ha realmente idea di come fare, come gestire questa situazione, lui è un ninja, si negli anime ninja però, attualmente gli pare più di essere Ebisu che Oppiomaru, famoso Sannin ninja serpente, da quando è qui gli sono capitate alcune cose, alcun strane, altre un po’ meno, incontri sicuramente particolari, questo probabilmente è quello più assurdo e che, se sopravviverà, lascerà comunque un segno nell’animo di Kioku, tra lo sconcerto e l’inquietato, ha paura? SI certo, tanta, una donna macchiata di sangue che inveisce su di lui con parole altrettanto lugubre ed inquietanti, è tutto fottutamente inquietante, non è che è stato drogato? Un sogno? Eppure non sembra affatto, sapesse almeno cosa sia un Genjutsu, potrebbe pensare di esserne stato vittima ma da bravo ignorante manco ci pensa. La voce della psycho ragazza raggiungerlo ancora una volta, la voce che lo istinga a colpirlo pervade l’animo della donna, distorce le sue parole, fottutamente inquietante parte 2, ma manco quando ha visto l’altro ieri “Non aprite quel Ninja” si è cacato sotto così tanto, trema dentro di se, non ha idea di cosa possa accadere né del perché sia stato così sfigato da finirci in mezzo, l’invito in fine nel farle del male, nel volere che Kioku la colpisca, quanto può essere sadica e distorta la mente di questa ragazza? Non può non pensare per qualche istante perché mai e cosa avrebbero portato in questo stato la ragazza, ma quest’ultima no sembra interessata al dialogo e Kioku fino a una certa può tenere la mente lucida, non è disturbato ma fragile, redivivo da poco in un mondo di cristalli, tornato alla vita in uno stato di amnesia totale, ride e scherza ma dentro di sé cova un vuoto infinito che fatica a colmare, fragile e facilmente turbabile, la vista di quest’ultima non aiuterebbe di certo. L’istinto, l’unica cosa che lo ha sempre tenuto in vita fino ad ora, la voglia di sopravvivere, l’aggrapparsi con le unghie e con i denti fino a sanguinare a quel desiderio di vita, una vita ora minacciata, lo sguardo si assottiglierebbe alla vista di quella posizione e sigillo che ormai conosce molto bene grazie al Nonnino, quell’istinto che ora si accentuerebbe e si attiverebbe, come quella notte contro i tre criminali, il chakra in lui scorrerebbe forte e feroce, lascerebbe cadere il cellulare dalla mano, così da liberarla, poco importa ora del cellulare, leste le braccia portare le proprie mani all’altezza del diaframma nel tentativo di poterla anticipare, le intreccerebbe tentando così di comporre i sigilli della tigre, del bue e del cane, rapida la sequenza, è veloce, molto veloce, lui stesso lo percepisce, come percepirebbe il proprio chakra inondare ogni suo tsubo, dimenarsi e travolgerlo di potere, qualora riuscisse nel suo intento il chakra elementale Raiton, l’antico fulmine che squarcia il cielo, verrebbe richiamato, linfa e fonte di potere, direzionandolo verso la mano sinistra, quella mano che tanto intimava distruzione, per precisare, l’indice della mano sinistra, puntata ora contro la ragazza. Se tutto avesse effetto concreto come vorrebbe, dall’indice sinistro partirebbe un lampo, una saetta Raiton, veloce, fulminea, inarrestabile, le nere iridi di Kioku però non punterebbero però alla generale figura di lei bensì al suo braccio, vicino alla spalla, quello che terrebbe salda la presa sul coltello, così da ferirla sì, ma soprattutto inibirla, evitare che possa ancora usare i sigilli ed impugnare la lama d’acciaio. [se tecnica Saetta] [se chakra 28/40] [mente 40] [Ninjutsu 80] [agilità [50] [Portata 10 Metri]

La situazione sfugge rapidamente di mano. Tachiko tenti di impastare il chakra, la descrizione è corretta e normalmente riusciresti nel tuo scopo, tuttavia Kioku, preso da ovvio panico e sgomento, reagisce rapidamente con l'utilizzo di un ninjutsu: la saetta. Non saresti in grado di vedere il gran fulmine lanciato in tua direzione, tuttavia una cosa di cui riesci ad avvalerti appena è come il moro di fronte a te compia in successione diversi sigilli, troppo rapidi per poterli identificare correttamente ed eventualmente associarli a qualcosa. Le possibilità sono poche: vuoi ignorare quanto sta facendo e tentare comunque l'impasto o tentare di spostarti all'ultimo per evitare di subire un colpo? {1/4 di difesa extra per Tachiko, a seguito darò un fato di esito e poi valuteremo la prosecuzione }

03:16 Tachiko:
  [Vicolo] Eccola che vorrebbe impastare il chakra. Spostarsi? Lei? Senza neanche i suoi soliti tronchetti per sostituirsi? Sia mai. Rimarrebbe ferma su quel cassonetto quindi. La mano libera a formare il sigillo caprino. La Saetta partirebbe dunque, troppo veloce per capire cosa sia. Solo quel dolore lancinante alla spalla. Il coltello che vola lontano da lei. Un gemito il suo mentre cerca di trattenere comunque le urla. La testa che ancora con quei tic, i capelli lilla che sussultano violenti mentre il sorriso non scema, anzi, si amplifica, follia e veleno che si increspa sul suo viso come una tela ad olio. Anche gli occhiali cadono, sbattono, si rompono, o almeno, una lente. La testa che lentamente si alza verso di lui. Altri tic, altre movenze come se fosse epilettica, o spastica. < …hihihihi fa male, fa male, si, fa male, che bello, si!> direbbe la donna inebriata dal dolore che prova, un dolore che sembra anche svuotarla di quello stress < ancora, ancora, fammi vedere ancora!> direbbe infine. Se fosse riuscita a richiamare il proprio chakra, ecco che proverebbe a concentrarlo nelle gambe e nell’unico braccio ancora usabile. Una patina azzurra che circonderebbe gli arti provando in questo modo ad amplificare la massa muscolare, a rendersi più agile, più forte. < Fammi male ancora!> direbbe lei ormai persa nei meandri del suo labirinto mentale. Dopo le gambe sarebbe il turno di irradiare i piedi in quel processo. Cosa vorrebbe fare? Semplice iniziare a muoversi come una bestia, con i piedi paralleli al muro di quel vicolo per poterci correre sopra, dandosi anche lo slancio con l’unico braccio libero per poter correre verso l’uomo e saltare verso di lui come farebbe un predatore per colpire la sua preda. Si sarebbe presa qualche altro colpo? Probabilmente, ma in quella frenesia, in quell’atto, non sentirebbe quel dolore come fastidio, ma si sentirebbe viva, finalmente, viva < FAMMI SENTIRE IL TUO SANGUE!> Urlerebbe ora cercando di scaraventarsi contro di lui. Si piegherebbe con le gambe andando ad imprimere tutta la forza possibile e proverebbe a togliere il chakra dagli tsuubo delle piante per potersi staccare repentinamente dalla parete verticale, provando ad azzerare le distanze con Kioku, il povero uomo malcapitato ritrovato nelle grinfie dell’ex vespa degli anbu. [tentativo rilascio chakra di base][Movimento][carica][35/35][mente 30, forza 10, agilità 20]

Uno scontro in quel piccolo e angusto vicolo ha inizio. Qualsiasi cosa vi animi ad agire -e reagire, è importante notare due grandi fattori. Il primo è che qualsiasi sia l'esito delle azioni in corso causerete del rumore, basterà un minimo di intuizione per comprendere che rimanere nei pressi di quel vicolo vorrà dire in un modo o nell'altro farsi notare, che sia dagli ANBU che girovagano facendo da guardie al quartiere dello spettacolo o da qualche altro passante. Secondo fattore è che Tachiko, sorprendentemente per Kioku, non tenta neanche di evitare il danno che sta in questo momento per ricevere. La saetta da te sparata impatta per la prima volta sulla carne umana, perforando immediatamente qualsiasi tessuto vicino e bucando completamente le carni della Nara, producendo come risultato un vero e proprio buco dal quale è possibile vedere oltre. Il dolore è istantaneo, piacevole o meno il tentativo di successivo rilascio del chakra fallisce in quanto lo shock e specialmente la forza dell'impatto ti faranno cadere appena oltre il cassonetto sul quale ti trovi. Attorno al buco i vestiti s'anneriscono e diverse ustioni di primo grado si formano. Indubbiamente una ferita del genere necessiterà di un quanto più rapido soccorso, onde evitare non solo ovvio sanguinamento ma, considerando il punto nel quale la ragazza è stata ferita, aggravamenti che potrebbero spaziare da infezioni a più possibili malfunzionamenti gravi dell'arto influenzato. E' una situazione...particolare. Particolare per lei, per ovvi motivi, e per Kioku, per motivi più introspettivi. E' la prima volta che ferisci e già rischi che la morte sopraggiunga. Che sia sensazione di panico, collera o sgomento, adrenalina inizia ad invaderti ancor più il corpo, facendo schizzare il tuo chakra lungo l'intero sistema circolatorio e portando la tua visione a diventare sfocata per diversi istanti. E' come se a fasi alterne il mondo perdesse i colori per diventar colorato di nero e rosso. Lo hai già vissuto, è l'effetto dello sharingan, una volta ancora dipinto sulle tue pupille.. { valutate che fare! } { Tachiko: 46 punti vita di danno. Non riesci ad utilizzare l'arto influenzato dalla saetta e la ferita si aggraverà presto. } { Kioku: come lo spieghi a chi vedrà la scena? }

03:58 Kioku:
  [Quartiere Notturno (vicolo)--->Fuga] È riuscito nel suo intento, si ma a che prezzo? A Quale costo? No, non avrebbe potuto fare altrimenti, cosa avrebbe mai altro potuto fare? Ha reagito d’istinto, così come quella notte di sere fa ormai, contro quei criminali eppure questa situazione viene percepita da Kioku in tutt’altro modo, quei criminali volevano derubarli e uccidere intenzionalmente, in questo caso Kioku, non sa veramente cosa pensare, sconcertato quasi più lui da come agito che lei, in evidente stato confusionale, scioccato o destabilizzato che sia, ben più di lui sicuramente, le battute, le risate, lo slang lascerebbero posto allo sgomento, è riuscito nel suo intento si…ma a che prezzo. Un buco, profondo, ferisce, non vi è sangue data la natura stessa dell’elemento che lascerebbe più una bruciatura che altro, ma che ne può sapere Kioku? La ferirebbe si, ne godrebbe? Forse un po’, più per la riuscita e soprattutto per averla fermata che per l’atto in sé, non è un sadico ne mai ha provato questi istinti, non comprende come mai abbia agito in quel modo, non comprende come si accaduto, lentamente i suoi occhi comincerebbero a bruciare. Ciò che forse sconvolgerebbe ancora di più il ragazzo, sarebbe la figura della donna, rimasta ferma, immobile sotto il suo colpo, forse era troppo veloce? Forse non ha voluto? A sentire le sue parole così si direbbe, ancora una volta confuso da tutto ciò, guarderebbe ancora una volta il suo operato, potendo scorgere benissimo il buco creatosi vicino alla spalla della ragazza, intravedendo chiaramente come questo sia penetrato in profondità, così tanto da bucare l’altra parte, ciò è palese, come palese sia la sua vista che comincerebbe ad annebbiarsi, ancora una volta, non di nuovo, non adesso, <anf anf anf> ansima per lo sforzo e per la situazione, per la vista di quel buco che lui stesso, con le proprie mani le ha inflitto, la voce della ragazza incalzerebbe e questo di certo non lo aiuterebbe, il respiro è pensante, frenetico, la cassa toracica appesantirsi e vistosamente muoversi, si piegherebbe per un attimo in due per poi riportarsi in posizione eretta e fissare nuovamente la ragazza. I colori intorno a lui muterebbero, l’aria stessa muterebbe, la percezione di tutto ciò che lo circonda muterebbe drasticamente, il chakra violentemente si dirigerebbe verso i condotti oculari <anf anf aaaah> griderebbe per il dolore, il bruciore aumentare, lentamente i colori perderebbe di vivacità, a fasi alterne fino a perdere del tutto il loro tono, lasciando posto un nero abisso e un rosso fuoco, sa bene cosa significhi, non ha idea ancora una volta del perché è del come mai sia successo…lo Sharingan risvegliarsi ancora una volta in lui, questa volta più violentemente, mosso da disturbi emotivi, le tomoe divenire due a cinger quell’iride così particolare e potente. Tutto ciò è accaduto in una rapida manciata di secondi, ansima, respira a fatica, sente il suo chakra prosciugarsi, fin troppo lo scompenso emotivo, ha agito d’istinto e come tale si è protetto, ha aggredito e forse in un momento unico di lucidità è riuscito a deviare la sua mira più che prenderla, riuscendo a colpire solamente la spalla e non qualcosa di più grave o chissà cosa sarebbe potuto accadere…è potente, non se ne rende ancora conto di quanto. Ciò che è accaduto, comunque richiamerebbe l’attenzione dei più, rumori pericolosi, bagliori minacciosi, sono esattamente ciò che stonerebbe in una sera che ormai si avvia sempre più nella sua notte più buia ma comunque ancora viva in quel quartiere, chissà da li a poco cosa potrebbe accadere e chi potrebbe arrivare, forse le tanto citate autorità, ancora affannato e stanco, cercherebbe di sbattere le palpebre più volte, sperando che quello Sharingan appassisca, ma se così non fosse, si porterebbe la mano sinistra sul medesimo occhio, velocemente piegherebbe le ginocchia, il busto piegarsi, la destra lesta a raccogliere il cellulare ormai sporco, forse non rotto, poco importa, in preda al panico perciò che ha visto e che ha fatto, si porterebbe nuovamente e con agilità in posizione eretta. Lo sguardo per un istante volgerebbe verso la ragazza, ormai caduta oltre il cassonetto ma ancora visibile data la sua vicinanza ed altezza <non morire> nulla di più, augurandosi che la ragazza sopravviva ma di certo non senza aver chiamato il numero di pronto soccorso dell’ospedale di Konohagakure <si, un- un emergenza> frenetica e spezzate le sue parole <una ragazza ha provando ad aggredirmi con coltello ed altro> la pura e semplice verità d’altronde le autorità una volta arrivate se l’avessero trovata, avrebbero potuto costatare da soli al situazione tra gatti morti, sangue che coinciderebbe ed altro, ma ora non è importante, non pensa a mente lucida <la ragazza è ferita, necessita di cure, si,> balbetta quasi per alcuni istanti <quartiere dello spettacolo> nulla di più. Si avvicinerebbe per alcuni istanti, così da poterla anche vedere in volto, vorrebbe fare di più, non sa come sentirsi, disgustato, appagato, inebriato da quel suo potere o inorridito, confuso, pieno di rabbia o cieco d’innanzi l’evidenza, forse la ragazza aveva solamente bisogno di aiuto, forse avrebbe dovuto cercare di bloccarla, ma come, quel sigillo ha creato una razione istintiva antica in lui, dal suo profondo io qualcosa si è mosso, un pericolo preannunciato, non avrebbe saputo fare altro, ormai abbastanza vicino da poterla vedere ripeterebbe <non morire, a breve saranno qui> nulla di più, con il telefono ancora in mano, la chiamata terminata, correrebbe via, in preda al panico e alla confusione, lo Sharingan se ancora presente brucerebbe come non mai, ciò che è accaduto questa notte, segnerà profondamente Kioku Nashi, che lo voglia o meno. Fuggirebbe via così, chiamati i soccorsi, si dileguerebbe prima dell’arrivo delle autorità o che si formi brusio e gente intorno a quel vicolo, fuggirebbe via verso la propria abitazione, probabilmente lo racconterà a Nobu ma ci vorrà del tempo, il cuore in gola, la testa che scoppia. [END]

04:16 Tachiko:
  [Vicolo] Il fulmine arriva, chi poteva sapere che sarebbe stato così potente. Si, il dolore lo sente bene ed è per questo che balza via da quel cassonetto. Sangue non ne esce, la bruciatura del Raiton tenderebbe a cauterizzare il tutto a quanto pare. Sembra ancora lucida, nel suo piccolo, la donna. La mano sana, la sinistra, tremolerebbe verso il buco, no, non riesce a toccarlo. Che non sia più degna di vivere? Che questi dieci anni l’abbiano rammollita? Probabilmente. La mano cadrebbe sul proprio corpo mentre lei continua ad affannarsi nello sporco di quel vicolo. Gente si ferma, gente che guarda. Non capisce. Tutto diventa ovattato, solo il fischio di quel dolore che occupa tutta la sua mente. Per un attimo ecco che guarderebbe in faccia Kioku. Gli occhi rossi come il sangue che lo fissano mentre annaspa qualche parola, qualcosa come un <uccidimi..> una richiesta la sua, che fece anche dieci anni fa ad un Senjuu. A quanto pare però ne Misashi che Kioku decideranno per la fine della Nara. Cercherebbe di muoversi, arrancando con la pancia sul pavimento per trascinarsi dall’altra parte. No, non ce la farebbe. La mano andrebbe a toccare il pelo di quel gatto morto, il sangue che ormai è diventato freddo dato anche l’inverno inoltrato. Sentirebbe quella patina sotto le unghie, sui polpastrelli < …> non parla, rimarrebbe lì, in quella posizione anche quando l’uomo dello sharingan se sarebbe andato, chiamando i soccorsi. Due Medici la prenderebbero e la porterebbero su una barella in una stanza dell’ospedale. Lei non avrebbe coscienza di tutto questo, ormai avendola perduta per via del colpo ricevuto. Anche stavolta la donna non è risultata degna di vivere, ed anche questa volta però continuerà a camminare su quella terra. Che la sua vita da Kunoichi sia veramente finita come aveva deciso, che abbia perso il suo tocco da assassina degli Anbu? L’unica cosa certa è che dovrà inventarsi una scusa per Senshi, sua figlia, la sua unica famiglia, anche se fortunatamente sarà Keiga a prendersi cura di lei per questi giorni mentre la donna, beh, avrà altre gatte da pelare insomma. [End]

Tachiko è in un vicolo dei quartieri dello spettacolo, nell'atto di uccidere un gatto. Kioku sfortunatamente la trova e segue uno scambio di parole che evolve rapidamente in una tentata aggressione della Nara a Kioku. Il chunin reagisce colpendola con una saetta.

Gli ANBU sono intervenuti immediatamente assieme ad un team medico per dar cure d'emergenza a Tachiko. Al momento si trova in una stanza d'ospedale isolata e non accessibile a chiunque non sia un ANBU o funzionario di grado superiore. Avendo la potestà genitoriale su Senshi, la bambina sarà cercata e affidata a funzionari del governo in vista di risvolti ulteriori.


Sarà necessario un ambient per determinare il futuro della Nara, ci organizzeremo.

Bravi ragazzi..anche se a quest'ora siete illegali v.v