[Ame no Tsubomi ]

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00:31 Shiroyuki:
  [verso lapide Chihiro] Notte fonda, pioggia che cade silente su quelle lapidi. Un vestito bianco, bianco come sono i capelli che adesso si muovono eterei in quel mondo di morti e vivi. Kimono candido come la neve, striature di colore oscuro, oscurità come la parte che nasconde. Il viso pallido di quell’uomo dagli occhi azzurri è dritto davanti a se. In mano ha un mazzo di fiori, dei crisantemi, belli, ricercati personalmente dal bianco. Tabi ai piedi per essere più comodo mentre cammina attraverso quella fila di tombe. No, non cerca la donna, non sa che si trova lì’. Sta cercando altro, ma sa già dove andare. I passi echeggiano leggeri mentre il suo inceder non ha nessun ostacolo. Abbassa lo sguardo, cielo azzurro che incontra il marrone del fango mentre si sporcano le calze bianche che proteggono dal freddo. Non ha ombrelli con sé. Non ne ha bisogno, anche lui è Pioggia. Si morde il labbro inferiore, andando a fermarsi davanti a quella lapide. Tira su un attimo con il naso prima di guardare e leggere. “Chihiro Kuronetsuki – Amata madre”. Non ci sono date ad indicare quando sia morta, e neanche il corpo si trova sotto quel freddo manto di fango ed erba. Lentamente andrebbe a poggiare quei fiori proprio davanti alla stele di pietra. I capelli che quasi toccano il suolo in quel movimento si sporcano alle punte, dando quella sorta di riflesso opposto al candido dell’originale crine. Non parla, si limita a congiungere le dita delle mani all’altezza del grembo, chiudendo gli occhi. Una lacrima che si nasconde in mezzo alle lacrime del cielo. Lentamente, dopo aver detto qualche parola ecco che tirerebbe fuori una piccola borraccia di sakè. La aprirebbe lentamente andando a sentire l’odore liquoroso sigillato all’interno < Alla tua come al solito vecchiaccia.> direbbe poi andando a tirare un bel sorso. Tossisce leggermente mentre le gote si fanno rosse < Lo so, è da tanto che non vengo, ma ho avuto da fare io.> direbbe poi verso la lapide prima di mordersi il labbro inferiore < e non ti ho ancora perdonata per quella tua stupidaggine, davvero.> si umetta le labbra < quindi non tenermi il muso.> un cenno di diniego con la testa < Sai…Sango è tornata. E’ viva, come dicevi anche tu.> un mezzo sorriso < quindi ora la smetterai di preoccuparti vero?> chiude un occhio prima di fare la stessa cosa con l’altro < Anche perché non ti ho mai sopportata quando ti preoccupavi.> conclude andando a dare un altro sorso e chiudere la borraccia.

00:53 Sango:
 Lente anche quelle iridi si aprono a quel mondo e li la mano si solleva lenta verso quel cielo di nuovo scuro, la mano che ferma quell'acqua che scivola lungo quel corpo morbido e scoperto, ne impregna l'essenza lasciandola priva di odore . La guarda come fosse la prima volta, la freschezza di quella gelida pioggia che le scivola su quelle labbra schiuse, beve per la prima volta, respira davvero a pieni polmoni e non fa male adesso, fiume a cancellar ciò che dentro porta e lenir quelle ferite aperte. Non vi rifugge al tocco della madre pioggia, colei che l'ha sempre seguita e addolcita con le sue dolci mani che la carezzano, che provano a toglier da lei quello sporco che è marcito insieme al proprio essere , che prova amore per tutti i suoi figli senza remore alcuna. Dona loro la sua di essenza, kami eterna e benevola a coloro che la amano, pronta a proteggerli e amarli senza chieder nulla in cambio se non l'amore stesso. Apre gli occhi a quel mondo come fosse appena nata, apre gli occhi a quel cielo lontano non udendo alcun altro adesso se non quelle dolci parole sparse . "sii mia". Sii figlia della pioggia, sii quello che vuoi essere tu, e sii egoista. Quel tempo la attende adesso - che possa iniziare di nuovo camminare infine priva di catene, priva di alcun legame spezzandoli tutti ma con dolcezza senza reciderli completamente, allentandoli attorno a quella gola . Scende quel braccio lungo il fianco e quello sguardo lo segue su quella lapide, su quella ove un nome non scritto svetta ai propri occhi "Sango Ishiba" e vi sorride, perchè non farlo? Perchè non godere di una morte voluta? Che sia questo quel dono tanto atteso e desiderato? Che sia arrivato li come dono sotto mentite spoglie? Se ne convince, vuole godersi quella normale vita di una donna, senza forze, senza pretese, senza il fuoco che arde con violenza per custodirne uno più intimo e dolce eppur brucia anch'esso. Inizia quel primo cammino, passo dopo passo, calpestando quell'alba che non tornerà mai più per mano propria, che forse non rivedrà mai la luce finchè non verrà di nuovo il tempo e li sceglierà di nuovo ma libera di poterlo fare. Una veste che affonda per sempre per cancellarsi, scivolando lenta verso una direzione che non ha, quella che vuol scoprire adesso è proprio questa ma Che giunga per proprio desiderio . Il respiro par calmo incastrata in quel che par essere un sogno, il corpo leggero per voltarsi anche lei verso quel che pare esser un uomo i cui capelli scivolano per il fango d'innanzi una lapide sconosciuta, pregna di nomi altisonanti di ninja e di comuni esseri mortali. Ma anche lei finirà per fermarsi senza dire nulla per qualche attimo nella comprensione di chi sia, e adesso avanzar anche lei verso quella lastra < è qui > un sussurro basso , dolce e delicato, seppur non vi è dolore ne rancore , ma un sussurro che è fatto solo per lui, per quell'uomo che l'ha accompagnata per molto tempo , che l'ha attesa quando il tempo è andato avanti insieme al mondo < sono sicura ti stia sentendo adesso > si che lo sta facendo, è li con loro insieme alla pioggia .

01:03 Shiroyuki:
  [lapide Chihiro] Rimane fermo davanti a quella lapide, storia di una donna che si è fatta valere fino all’ultimo respiro. Rimane in silenzio sentendo la pioggia su di se. Una figura si avvicina, ma ancora non la guarda, ancora non la vede come è messa la rossa, la donna che ha aspettato, la sua vita. Ecco che farebbe un respiro profondo andando ad annuire < lo so…> voce roca la sua mentre rimette quella boccetta di ceramica all’interno della manica del kimono < non ha mai avuto il pregio di farsi gli affari suoi.> direbbe schernendola come faceva di solito. Annuisce di nuovo prima di fare un lungo respiro profondo < si. Anche questo era un suo difetto.> Quello di sentire tutto anche quello che non era diretto a lei. Si morde il labbro inferiore prima di fare un cenno con la testa, i capelli bagnati che ballano pigri mentre sente la pioggia entrargli dentro le vesti, bagnando il corpo, fino a scendere verso i piedi, come se stessero cercando di accarezzarlo, di consolarlo. <E’ solo una lapide, quello che c’è sotto…è mera terra> direbbe prima di guardare verso l’alto < ma ogni settimana, una notte, vengo qui, e parlo con lei.> un cenno di diniego con la testa prima di girarsi verso di lei. Sgrana gli occhi vedendola così. < Sango…> direbbe solamente andando a guardarla, con quel vestito che adesso non la copre più < Ma che stai facendo ti prenderai un malanno.> duro ma gentile nei modi mentre cercherebbe di prendere il proprio soprabito e poggiarlo sulla sua testa, almeno ci prova, per proteggerla dalla pioggia. Se ci fosse riuscito lei sentirebbe il calore ed il profumo emanato dall’uomo, un misto di dolce ed acre che tende ad espandersi. Le mani proverebbero a muoversi sulle spalle per asciugarla < Dannazione Sango.> direbbe lui visibilmente preoccupato. Eccolo, l’uomo che le è rimasto fedele per dieci lunghi anni, quando lei si trovava sotto terra, quando tutti l’hanno data per morta, lui è rimasto al suo fianco. Lui ora si sta inzuppando incredibilmente ma sembra non pensarci, sembra non interessargli ora. < Cosa cercavi…?> chiede infine verso di lei provando a muovere ora il soprabito sulla testa di lei cercando di fermare il gocciolio delle punte dei suoi capelli fiamma.

01:27 Sango:
 Una morte, una delle tante, d'un sacrificio fatto per l'amor che di più puro vi è. Quello per un figlio. Ed ella tace li adesso, scivola lenta come quello che par un fantasma, ma lo è più ? Lo è ancora? In quel mondo ha un posto, lo avrà senza dubbio, in quei legami che ha pur se deleteri, in quella sua casa, in quella sua pioggia. Lascia che possa esser l'uomo a impregnar l'aria, nemmeno lei lo guarda, non invade quel suo piccolo mondo che si schiude, petali d'un fiore pure e sporco allo stesso tempo, d'un gambo che vorrebbe crollare forse. < lei è nella pioggia > un sussurro dolce mentre quella mano si solleva verso quella fredda lastra , ne poggia su di essa il palmo per sentir il nulla, ma le anime son li , incastrate tra un mondo di vivi e di morti e alcuni continuano a guardarli. Ode quel suo richiamo ma non si volta, semplice nel suo non muoversi, come uno stelo che si impregna di vita nuova , a sentir il peso di quella veste sulla propria pelle della quale si impregnerà di quell'odore, delicato e femmineo mischiandosi a quel suo odore, mascolino d'un uomo che è cresciuto forse troppo in fretta mentre la sua unica metà se ne è andata < è il gesto più bello che poteva donarti > la stessa mano che scivola dalla lastra a quella veste solo per non farla scivolar a terra e finalmente muoverà solo quel collo , e lente iridi che si sollevano al suo viso, non vi è preoccupazione, non vi è nulla se non qualcosa di sereno. Seppur rotta ancora nell'animo sta raccogliendo quei pezzi lasciati per il cammino e riportarli a se, condendoli con quell'oro che occupa spazio tra le crepe per ridonarle vita stessa < niente > quei sussurri che si inerpicano nell'etere, parole che non ha mai pronunciato, eppure adesso se ne rende conto. Non ha nulla da cercare adesso < non cercavo nulla > lo ripete per rendersene conto, di quanto quel nulla sia pregno di tutto, opposti eppur nessun può vivere senza l'altro , ma seppur quella veste verrebbe tirata sul viso ella la scosta con calma, per ritornar a quella propria vita < no, non sentivo la pioggia da troppo tempo > eppure molte volte ha bagnato e toccato quel corpo ma senza mai sentirla < voglio sentire Ame adesso > sussurra semplice portando il volto a quella lapide < lei ha donato te la vita, come Ren > quel velo di malinconia si tinge di un rosso delicato, caldo e avvolgente, in una consapevolezza reale, lui ha dato tutto per lei e quale sacrificio più grande vi è nel donar la propria vita a chi si ama? A quei legami di sangue che mai si tranceranno.

01:48 Shiroyuki:
  [lapide Chihiro] Rimane in silenzio, osservando i movimenti di lei. Sente quelle parole ed il cuore gli si stringe nel petto, un attimo, un’espressione sofferente prima di annuire lentamente < si…è nella pioggia..> direbbe come a ripetere quelle parole prima di chiudere gli occhi e nascondere le lacrime sotto Ame, sotto quello stendardo di cielo e sangue che è sempre stato dietro di loro. Non parla subito. Lentamente andrebbe a prendere di nuovo quella boccetta di sakè aprendola < il gesto più bello…> un cenno di diniego con la testa prima di dare un altro sorso, in onore alla donna dai capelli come i suoi < se fossi stato più forte.> ecco i veri pensieri di lui < non sono riuscito a proteggerla, come non sono riuscito a proteggere te.> le labbra si increspano in uno sguardo pieno di sensi di colpa. Non cercava nulla dice, non cercava niente di particolare. Fa un respiro profondo provando ad allungare quella boccetta verso di lei, come se volesse offrirla anche a lei < era la usa marca preferita.> direbbe infine verso di lei non guardandola, stando con il braccio teso verso di lei. Lei non si copre la testa, vuole sentire Ame, ma fortunatamente lo tiene almeno sulle spalle. Anche lui la sta sentendo ora, quel freddo che raggiunge le sue ossa, quel suo pensiero che vola alto oltre le nuvole < lei ha donato a me un futuro, come Ren con te.> ripeterebbe poi lui ritirando il braccio sia per la scelta positiva o negativa di bere. Richiuderebbe e la nasconderebbe di nuovo < Ci hanno dato un futuro entrambi, per viverlo assieme.> un sussurro il suo prima di provare ad allungare il braccio verso la spalla di lei, provando quindi a tirarla delicatamente a se..< vieni..> direbbe prima di tirare su con il naso < sentiamo Ame insieme…> una proposta la sua, rimanendo quindi fermo sotto l’acqua, forse, abbracciato con un braccio alla sua donna prima di alzare lo sguardo celeste verso l’alto, verso quel nero da dove fuoriesce il dolore di un popolo.

02:11 Sango:
 Sa che sta piangendo, lo percepisce sebbene non si vedano lacrime alcune a scivolar sul suo viso, lavato anch'esso da quella pioggia d'Ame che dona loro, figli di uno stesso cielo sempre coperto, figli di una stessa terra pregna di acqua, figli dello stesso sangue e della stessa storia . Nota quel lieve movimento verso di se, il liquido che si inebria nella boccetta sottile e bassa che giunge alle orecchie, e la mano la prende senza pensarvi, solo un sorso di ciò che le viene donato ma non gliela ridarà indietro, non ancora, tenendola per se stretta in quelle dita sottili e lunghe che porta al proprio petto < se > ode quella singola parola e pure lei si volta a guardarlo di nuovo dopo averla ripetuta quasi con astio < a cosa è servito crogiolarsi per anni per quel se? > pone quella domanda a lui, vuole che ci pensi, vuole fargli comprendere come ciò non porta a nulla come non ha portato a nulla lei stessa, una strada , un vicolo cieco ove ha sacrificato tutto quanto per trovarsi con le mani vuote e pregne di sangue < a nulla > a niente, nulla è valsa la pena neppur la vendetta, pur quella che sembra così dolce e adorante, come potrebbe veramente donar loro qualcosa? Se non l'odio e la rabbia, la sete di sangue che non si placa in modo alcuno, che anima le loro vite e ne consuma le essenze < non fare il mio stesso errore > una preghiera, desidera, vuole che non lo faccia, lo desidera davvero, e vorrebbe costringerlo a farlo quasi , e se solo potesse, se solo potesse esserci quella possibilità di legarlo al proprio essere pur di non vederlo morire, lo farebbe < ma devi sceglier da te la tua strada > tace di nuovo, in favore di quell'altro sorso donato a quel liquore, un calore che si spande nel petto eppure glielo donerà se egli lo volesse per se, non le appartiene < Ormai non posso dire nulla ai morti > nessuno di loro può farlo, non possono chiedere scusa, non possono parlar con loro < È vano pentirsi dei propri peccati. Non posso chiedere loro scusa. > e qui il viso torna al cielo, lascia che quella pioggia possa risvegliarla con la sua dolcezza e vi sorride con dolcezza < Ho deciso di seguire questa strada per ottenere ciò che desideravo. Non posso chiedere loro di perdonarmi, anzi non voglio farlo, perché se mi pentissi e chiedessi loro scusa tutto ciò che ho fatto non avrebbe più senso > parole che scorrono dolci in quel momento eppure ne son pregne di una tale sicurezza che rende perfino quella voce più viva, pregna di fuoco che arde in quel piccolo focolare che vuol preservare < non devi pentirti, non devi chieder scusa, ama ciò che è stato fatto > si, quelle parole sfuggono alle labbra, dalle sue labbra.

02:52 Shiroyuki:
  [lapide Chihiro] Si volta verso di lei andando a guardarla. Sente quella sua parola detta quasi con astio < …> non parla, l’ascolta attentamente mentre la vede bere qualche sorso. <No, non lo farò> direbbe solamente andando a guardare di nuovo quella lapide. Fa un respiro profondo prima di voltarsi verso di lei < Ho già scelto.> direbbe solamente prima di guardarla, mostrando un leggero sorriso < ma te lo dirò più tardi, quando saremo sotto le coperte a goderci del caldo.> conclude prima socchiudere gli occhi < Nessuno può pentirsi. > direbbe infine guardando le proprie mani < neanche io posso> conclude prima di fare un respiro profondo < Sango…> direbbe andando a fare un passo verso la tomba della madre. < Io non ho potuto fare molte scelte, mi sono state imposte.> come quella di partire, come quella di essere nato bastardo, come quella di essere sulla lista nera di un clan che adesso vive nel segreto < ho fatto un’unica sola scelta, una sola.> direbbe prima di guardare lei, con uno sguardo dolce che potrebbe ferire i cuori più duri < e sto seguendo quella strada. > abbassa il capo prima di socchiudere gli occhi celesti per nasconderli alla vista della presente < Amo ciò che è stato fatto.> dice solamente prima di chinare la testa di lato < perché ogni cosa che ho fatto mi ha portato a te.> torna a guardarla < Ma, nel mio piccolo mondo egoista, vorrei che fosse ancora viva, vorrei arrabbiarmi con lei, prenderla in giro, schivare le sue pantofole.> un cenno di diniego con la testa dell’uomo che è dovuto crescere da solo < so che quello che ha fatto è per donarmi la vita, lo ha fatto per tutta la mia vita.> strizza gli occhi prima di guardarla, forse si sta aprendo di nuovo a lei, forse quel muro si sta sciogliendo grazie a quella pioggia < ma non c’è ed ogni giorno ci penso, e penso anche a quello che mi è rimasto. Motoko, te…> un attimo di silenzio < siete voi ora la mia famiglia, e farò di tutto per rimanere insieme a voi, farò di tutto per rimanere in vita ed onorare tutti quelli che l’hanno persa.> ecco allora che farebbe un respiro profondo < E potrei farlo solo in un modo.> direbbe infine verso di lei < qui, davanti alla tomba di mia madre> un attimo di silenzio. Si guarda intorno, difficile a parlare, un groppo in gola < vorrei chiederti> e si ferma, prima di abbassare il capo < vorrei chiederti ufficialmente la mano.> un attimo di silenzio < non ti chiedo di rispondere subito, non ti dico che se dovessi rispondere di si si farebbe domani, no, non è il momento> l’uomo la guarderebbe ora, cuore in mano < vorrei che tu diventassi la mia futura…il mio futuro, la mia vita.> e rimarrebbe in silenzio prima di alzare lo sguardo verso il cielo, pioggia come testimone.

03:11 Sango:
 Cosa ha scelto infine quell'essere? Cosa ha deciso di far? Essere egoista, crogiolarsi nel dolore, nella rabbia, nei se mancati così come quelli che verranno , di quei momenti di cui sentirà la mancanza tanto da mancar il respiro, quei polmoni che mancheranno della stessa vita e d'un baratro oscuro. Rimembra anche lei quegli attimi di nulla, di vuoto, attimi che si son dilungati in un intera vita e mai spariranno del tutto. Ne è curiosa, ma sa che arriverà la sua risposta a suo tempo, quando egli sarà pronto a dirglielo lei lo attenderà in silenzio < mh > un cenno lieve ma non vuol perdersi gli attimi di quel suo essere, di come quelle parole fluiscano violente verso di lei, che si rincorrano come cavalli imbizzarriti, che possano travolgerlo totalmente delineando quella sua strada che verrà mostrata col tempo, che si scaverà nella stessa roccia e donerà lui qualcosa alla fine. < posso solo accompagnarti in questa strada , seppur la mia possa esser diversa > una verità dura mormorata come miele appena raccolto mangiato, dolce ma non stucchevole, per donargli la visione che per quanto le proprie scelte saranno diverse, pur li in quel momento vi sarà anche lei. Tutto si riduce li, all'amore stesso per l'altro, quell'amore che ha pensato di poter perdere , di non provare più, di ciò che potrebbe tangerla di diverso e nella sua curiosità, ma questa è stata sotterrata nel momento in cui anche quella veste ha abbandonato il proprio corpo per scivolar nel fango. < è lecito volerla ancora qui > anche lei vorrebbe riesumar dalla tomba coloro che sono morti, coloro che non vi sono più per donar loro nuova vita con quell'egoismo puro, ma solo un sogno inafferrabile e inutile da perseguire. < ti è anche rimasta la tua vita > suggerisce con calma, in quel silenzio dolce mentre lenta la pioggia tace, smette di scivolar loro addosso per conceder pace a quelle anime. Un sospiro mentre porterà nuovi occhi su un cielo lievemente più dolce e chiaro < il tempo che hai avuto è stato prezioso > più del tempo che avrà, un pensiero che viene taciuto ma forse l'altro già lo sa, sa cosa significhi perdere una fetta della propria vita? Di quel tempo trascorso su quella terra? Pensieri che si intrecciano in quei grovigli scuri, si, ma rischiarati da quella consapevolezza che lentamente si farà posto nella mente. A quel suo dire non può che voltarsi, inerme si, ma anche inconsapevole di quel che l'altro le dirà, di ciò che veramente egli voglia farle, cosa le sue labbra pronunceranno nell'eterno silenzio ove solo i morti posson aver voce. E tace ancora, mentre la testa prende a girar lievemente, troppe emozioni per una sola notte, troppe cosa son state dette eppure sembra che nulla di tutto ciò abbia veramente importanza se non ciò che l'altro le chiede. Gli occhi rimangono incantati , incastrati in ciò che è l'altro, in quella sua richiesta, in quella sua proposta , in ciò che vuole da ella. E cosa vuole lei? Cosa desidera da quella vita ancora vuota, riempita di sogni infranti? Cosa vorrebbe rispondere adesso che le labbra non paiono volersi davvero muovere ma sigillarsi e chiudersi come le rose nel freddo inverno? < si > un sussurro flebile, seppur sorpreso perfino da se stessa, un sussurro che però gli giungerà alle orecchie. Non adesso, non ancora, un giorno , e le gote si tingono di quel timido rosa < si > cos'altro aggiungere adesso? Nulla.

03:50 Shiroyuki:
  [lapide Chihiro] Rimane in silenzio mentre la pioggia cessa, quel rumore continuo, quel suono tanto caro che adesso lascia spazio ad un silenzio quasi innaturale. Sorride a quelle parole prima di fare un respiro profondo < mi sta bene…> essere accompagnato da lei. Annuisce lento abbassando lo sguardo, andando a sentire quel suo parlare e mordendosi l’interno della guancia. < già…lecito> direbbe solamente prima di guardarla di nuovo. Vero, lui quei dieci anni li ha vissuti, lei no. Ecco che stringerebbe un pugno guardandola < anche questo ho deciso.> direbbe poi verso di lei < ti farò riguadagnare questi dieci anni, magari non domani, magari non prossimamente, ma anche il tuo tempo diverrà prezioso, ogni secondo, ti farò vivere ogni minuto.> eccola un’altra promessa prima di mostrare un lieve sorriso. Lei dice quel si. Lui chinerebbe la schiena portandosi una mano al petto, sente quel sussulto al proprio cuore, quel battito che viene a mancare, quella sensazione di gioia che cerca di dimostrare con un bel sorriso, forse il primo davvero spontaneo dell’uomo, un sorriso che tenderà però a scemare subito dopo, come se fosse tornato al suo interno. Solo gli occhi celesti continuerebbero a sorridere alla donna prima di provare a prenderle le mani e carezzarle tra le dita < grazie…> direbbe sincero il bianco prima di guardare la tomba della madre < adesso si sarebbe messa a piangere dicendo che sono cresciuto.> un cenno con la testa < ma sono sicuro che l’ha sentito.> direbbe tornando a quel discorso detto dalla rossa < torniamo a casa nostra Sango.> direbbe poi verso di lei prima di iniziare a camminare, sperando, insieme a lei. Lascerebbe quel luogo quindi, mano nella mano con la sua compagna, mentre un fiore di quei crisantemi, per via di una folata di vento, volerebbe via dal mazzo andando a volteggiare in aria. Dove andrà? Nessuno lo sa, ma magari da qualche parte, qualcuno, avrà bisogno di quel fiore per prendere una decisione, e sarà in quel momento, che la scelta gli verrà data, come un bellissimo fiore donato ad una donna importante che non c’è più. “Ci rivedremo, ma per ora, vivrò la mia vita, la via che mi hai donato” gli ultimi pensieri di Shiro prima di sparire dalla vista dei presenti. [End]

Shiroyuki giunge li ove la donna ha abbandonato le vestigia del passato, per compianger colei che un tempo poteva chiamare madre. Le parole fluiscono, il passato e il futuro che si intrecciano col presente.
Ma qualcosa donerà un bocciolo da dover curare a quella pioggia, una promessa per il futuro.




E niente, feels anche qui T.T