{ Kinda Positive Vibes }

Free

0
0

21:57 Naomi:
  [Sotto casa di Nao] Dopo ieri sera, ci penserà due volte, se non tre, prima di uscire di casa ed andare chissà dove. È stata una serata tremenda e terribile, la giovane Nao è tutt'ora scossa dagli eventi della giornata precedente, quella rapina, l'aver visto e sentito il proprio sangue scorrerle addosso, per la prima volta, la concezione di essere fragile - e bella allo stesso tempo - come un origami... Tutto ciò è troppo pesante da sopportare, da metabolizzare. Ma deve pur prendere un po' d'aria, vive già abbastanza reclusa nel suo mondo ed in casa sua ed ogni tanto persino la sua tana da hikikomori deve arieggiare, quindi dopo essersi fatta coraggio, con il proprio fido portatile, è scesa giù dalle infinite scale che la distanziano dalle strade, dalla massa, casa sua è un piccolo attico poco oltre il limitare della piazza, vicina alla tecnologia ma allo stesso tempo distante dalla gente, isolata, un piccolo nido personale < Mh... > non dice nulla di particolare, sta semplicemente riflettendo su chissà che cosa mentre tiene gli occhi incollati sullo schermo del computerino sulle proprie gambe, seduta su quella lunga panchina coperta da una tradizionale tettoia giapponese impreziosita e rimodernata dai neon e dai cartelli luminosi. La figura della Verdina è adorna di luci fucsia e azzurre ed a lei va benissimo così, andare oltre a quella linea di confine costerà più fatica del solito nei giorni a venire quindi... S farà bastare quello in termini di uscite, volente o nolente. Che poi, rimanere chiusa in casa non è che gli fa così schifo. Indossa un bomber bianco di almeno una taglia più grande della sua, alcune parti del giubbotto sono di un arancione acceso, un materiale plasticoso e trasparente a mescolarsi in maniera insolita con il tessuto bombato, maglietta di un rosa pastello a maniche corte, decorata con un motivo di tante faccine stilizzate di gattini, dei leggins neri che gli adornano le gambine e un paio di scarpe sportive dalla suola alta ben più grandi dei suoi piedini < Maru.. Smettila di rotolarti in mezzo alla strada.. > se la prende con il gattone maschio, che è lì in mezzo alla strada a rotolarsi, appunto, mentre Sharu dorme di fianco a lei, femminuccia più tranquilla e quieta. Vi sono anche altri sei gatti nei dintorni che si fanno i cavoli loro, chi più in là chi più vicino, sono gli altri membri della famiglia di Nao di cui non riveleremo ancora i nomi. Di fianco a lei un Kunai rosa poggiato sulla panchina, chiaramente rosa, con le classiche fascette sul manico di un azzurro dentifricio, non si sa mai, anche se spera tanto di non doverlo usare.

22:17 Benka:
 Architettura del tutto diversa. Luci, visi, costumi, ogni cosa è così lontana da ciò a cui è abituato. Luci e insegne ne illuminano il viso forgiato nel Deserto. Gli occhietti ambrati risaltano nello scuro alone in cui sono immersi; una pittura regale, tradizione familiare. Per nulla invasiva, sembra anzi intonarsi con le pitture sul suo corpo. I tagli trasversali, neri di inchiostro, spezzano il rossore timido delle labbra. Al di sotto del viso, a scender sul collo, altro inchiostro, così come sul dorso delle mani, sull'intero busto. Una tela bianca decorata dal più regale degli artisti Sunesi. Tutto è coperto da una semplice maglia grigia. Le maniche lunghe, sui polsi, sono ornate da decorazioni dorate. Intrecci, ricami che stonano in quell'alternarsi di neon e schermi. Uno smanicato bombato di un nero opaco, chiuso al centro da una semplice cerniera, a proteggerlo dal freddo -per quel che si può - Poi dei semplici cargo grigi, dello stesso colore della maglia, ed un paio di scarpe basse, bianche immacolate. Tratti d'oro a risaltare sulla sua figura, mentre col visino sollevato cercherebbe di capire la giusta direzione da seguire. E' lì per un motivo ben preciso. Girava voce a Suna di un incredibile fabbro, proprio lì dove quelli di Oto vivono. Il capo decorato dalle ciocche bionde a squadrare ogni vicoletto, ogni insegna che li per lì sembrerebbe incontrare. In silenzio, scosta i passanti. Sembrano tutti così indaffarati. I dentini si stringono dal fastidio. < che fastidio > sbiascica, il mento si solleva stizzito. Il passo accelera. < Gentil Signo- > la destra ornata da ricchi anelli a sollevarsi, cercando di richiamar l'attenzione di uno dei tanti passanti. Viene ignorato. Interdetto, rimane con la mano sospesa per qualche secondo. < Devi morire > bisbiglia, ancor di più infastidito da quel suo essere anonimo e non riconosciuto. Continua ad avanzare, avvicinandosi inconsapevolmente all'altra giovine, lì vicino la piazza. Dovrebbe essere in zona, meglio chiedere. < Mi perdoni > le da del Lei, non perchè educato. Abitudine. La manina che ancora mima le gestualità poco prima ignorate. Gli occhi ambrati scendono sulla ragazzina vestita di bianco, accompagnata dai fidi animaletti. < Saprebbe indicarmi la strada verso la forgia di Chichyo? Non dovrebbe essere molto lontana da qui >

22:37 Naomi:
  [Sotto casa di Nao] C'è gente che va e che viene, ma di tutti questa gente lei non se ne cura minimamente, Maru si sta rotolando quasi in mezzo alla strada mentre la gente lo schiva, lui probabilmente sta semplicemente cercando attenzioni o ancora meglio del cibo, appunto ogni tanto qualcuno si ferma per fare una carezza a quel lamentoso cicciotto che dopo sarà tutto zozzo, appunto, lei sospira scuotendo lentamente la testa < Guarda che dopo ti aspetta il bagno.. > glielo dice con un tono appena sommesso, ma lui pare quasi comprenderla ed alza la testa in maniera preoccupata guardandola con gli occhi sbarrati, sdraiandosi poi a terra, fermo, senza più rotolarsi, manco volesse sembrare morto. Ad ogni modo, mentre lei sta lì che spipola sui tasti della tastiera con la mancina, la dritta è poggiata su un mouse con chissà quanti tanti, occhietti che seguono il cursore - ovviamente fucsia - che danza sullo schermo, le immagini delle varie finestre a riflettersi nelle iridi dello stesso colore del puntatore, la bizzarria di quei geni Shoton che ha dentro, roba della quale manco è al corrente. E ci sarebbe anche la testolina verde acido, l'altro scherzo dovuto alla parte Doku che ha dentro di se, quando di base doveva avere le abilità dei serpenti.. Sì, insomma, hanno fatto un casino, ma non importa, scuote quella testolina per poi andare a trarre un bel respiro chiudendo gli occhi ed espirando, non si sente propriamente a suo agio nemmeno sotto casa, sente un'ansia passiva di sottofondo che la tartassa, un nodo che le attanaglia la gola < Uff.. Magari giocare a qualcosa mi distrarrà.. > e farebbe dunque per aprire la cartella dei giochi, che è un icona con un arcobaleno tutto pixelato, ma dettagli < Mh?! > solleva lo sguardo di colpo, quando un ragazzo biondo, apparentemente tatuato in maniera insolita, gli rivolge la parola in maniera tanto cortese ed inattesa, un sussulto ed un brivido lungo la schiena, gli si serra la mandibola e gli si blocca il respiro. Deve proprio rispondere? Sharu si alza dalla panchina, o meglio, si mette in piedi ed osserva Benka inarcando la schiena e la coda, non soffia ne niente, vuole semplicemente farsi notare e far presente che lei è lì, osserva coi suoi occhi gialli, avvicinandosi alla sua padrona facendo delle moine, mentre continua a fissare il ragazzo < Ah.. Buona Sharu > uno sguardo alla gatta, un altro a Benka, torna con le fucsia screziate di lilla sullo schermo < Ehm.. No, in realtà non lo so.. P-posso cercare su internet se vuoi.. > remissiva, incespica appena con le parole mentre dentro di se quasi sembra temere che quel qualcuno possa fargli male da un momento all'altro, nonostante sia un pensiero molto remoto e distante, accantonato dai modi di fare educati con i quali si è posto, abituato o meno che sia, a differenza di lei, messa a disagio dalla tipologia onorifica di lui nel porsi, non la disdegna ma allo stesso tempo non riesce a metabolizzarla come si deve. Apre una pagina per digitare il nome nella barra del motore di ricerca, mormora appena < Chichyo... > è timorosa ed incapace a socializzare - tranne in sala giochi - ma ciò non vuol dire che non sia gentile e disposta ad aiutare, se e come può. Maru? Lui muove la testa pigramente per guardare la scena da dove si trova, ma rimane lì spiattellato.

23:05 Benka:
 Rimane lì in attesa, mentre con aria impacciata ed all'apparenza impaurita, la giovane Naomi risponde alle sue parole. Lo sguardo abbracciato dal nero, per qualche attimo, incrocia le pupille verticali del gattone. Una bella bestia, ma non è quello ciò che a lui interessa. Le ciocche bionde, all'improvviso, si appesantiscono. Il cielo blu scuro si squarcia, illuminandosi in un fragore minaccioso. Il lampo, e poi lo scorrere dell'acqua. La pioggia che inizia a picchiettare le superfici del distretto del Suono. I civili intorno a loro iniziano a correre. Chi entra immediatamente nei locali, chi cerca un riparo di fortuna in attesa dello spiovere, chi invece semplicemente sembra incurante di tutto. < Le dispiace.. > un passettino, tenterebbe di rifugiarsi sotto la tettoia dove la stessa Naomi avrebbe trovato riparo. < Vede qualcosa? > chiede, mentre con lo sguardo cercherebbe da prima di sbirciare sull'affarino tecnologico di lei, per poi rivolgerlo alle vie e alle piazza da lì poco lontana. < Chichyo Mukade, o qualcosa del genere.. Fonti a me note ne osannano le doti. Trova riscontro in queste mie parole, Signorina? > la pioggia aumenta d'intensità. Nuovamente, una rapida occhiata allo scorrere dell'acqua. < Si accerti di aver controllato con minuzia e scrupolo, mi raccomando. Deve essere qui, da queste parti.. > l'accento non è di quelle parti. Ora che sembra prender parola, qualcosa suona strano in effetti. Sarà l'accento, forse? < Mi dica, mi dica... > e se vi fosse dello spazio per sedersi sulla panchina di lei, tenterebbe immediatamente di mettersi comodo. Il busto che si poggia completamente allo schienale, senza mai tuttavia infrangere le regole imposte negli anni. Entrambe le mani, nere fino alle dita di tatuaggi e scritte aliene a quel mondo di arcobaleni e tecnologia a cui lei è abituata, si posano sulle ginocchia. Le dita decorate dagli anelli picchiettano proprio le ginocchia, ostentando un leggero nervosismo.

23:23 Naomi:
  [Sotto casa di Nao] Ci mancava soltanto la pioggia, probabilmente una delle cose più fastidiose, non sembra che durerà molto ma per quel poco che scende da fastidio, quattro gocce, giusto per rompere. Maru al sentire delle gocce di pioggia in testa, accorgendosene dopo un paio di secondi, si alzerebbe di scatto per poi scrollarsi e correre sulla lunga panchina a sua volta, Sharu che sembra quasi voglia intercettarlo ed aspettarlo con una zampa sollevata, gli da due pizze in testa mentre lui tenta di salire e poi si scrolla di nuovo, sdraiandosi. Perchè le pizze? Non c'è motivo, sono gatti, fanno cose stupide. Un mezzo sorrisetto da parte di Nao nel cogliere la scena con la coda nell'occhio, avviene tutto alla desta di lei, dove c'è anche il Kunai, il lato opposto al quale poi si siederà il Sunese, per ora, lui domanda con rinnovata cortesia, dopo essersi rifugiato sotto la tettoia, un rapido sguardo con una punta di incomprensione < Mmmh.. Io.. Chiamami anche solo Naomi.. > che sarebbe più o meno il suo modo di presentarsi e di dirgli che può evitare di usare quella cortesia con lei, per nulla avvezza ne a socializzare, ne a presentarsi, ne tanto meno a rivolgersi in maniera onorevole a qualcuno, si stringe appena nelle spalle e torna con lo sguardo sullo schermo del portatile, cliccando un paio di link che aprirebbe in due schede diverse, stringendo appena gli occhietti quando lui si rivolge in quella maniera forbita, anche qui, non disdegna ma allo stesso tempo è come se faticasse un poco di più a seguire, non è stupida, anzi, è che deve elaborare più del dovuto e già sostenere una normale conversazione per lei è tanto, ma abituarsi a qualche bel vocabolo in più, rispetto ai suoi termini da gamer girl, male non gli farebbe < ... Sì, ha recensioni tutte positive quindi credo... Che sia come dici tu... > lascia quelle pausette di mezzo alle frasi, è come se dovesse prendere fiato ma sembra tutt'ora tranquilla, il respiro è regolare e quella persona non sembra volergli fare del male, va tutto bene Nao, puoi farcela. Posa nuovamente gli occhi su di lui, mentre percepisce l'accento che sa di esotico, di lontano rispetto a quel che era abituata al Suono, l'aspetto del ragazzo offre ulteriori indizi ma lei non ha ancora capito se trovare quelle pitture affascinanti o un pochino inquietanti, per ora propende per la prima ma c'è una buona dose anche della seconda opzione < Beh.. Sono sicura.. Direi..? Altri non ce ne sono.. È lungo quella strada.. Arrivi alla statua di Orochimaru.. > pausa tattica, ricontrolla posando lo sguardo sullo schermo ed indica appena il punto in questione < ... E vai alla sua destra... > annuisce un paio di volte, lentamente, mentre lui si prende la libertà di sedersi e lei che è come se l'avessero accoltellata. Si stizzisce, un brivido a percorrerle la schiena ed il fiato che si mozza appena, in quel contrarsi dell'addome la ferita di ieri, come se non bastasse, si fa sentire e brucia appena, stringe i denti e mentre sul visino gli si pone un'espressione a metà tra l'intimorita e l'essere in procinto di andare in panico, si solleva appena con il culetto e si scosta un poco più in là, ad almeno una persona di distanza (?) il tutto concedendo uno sguardo a Benka mentre con la mano del mouse sposta anche al Kunai. E quello sguardo vuole dire qualcosa, una voce che non esce, lo guarda sì con timore ma allo stesso tempo con un che di supplicante, è come se stesse tentando di dispiacersi e di scusarsi allo stesso tempo e si sente un pochino mortificata, nel giusto ed al sicuro, ma non vorrebbe essere così strana, a volte, per quanto oramai sia abituata. Scusa, non vorrei ma devo. Questo è ciò che trapela da quello sguardo, che torna poi sullo schermo < ... Mh, ha smesso di già... > uno sguardo verso il cielo che ha già smesso di piangere, poi di nuovo sul portatile, ci si rifugia.

23:57 Benka:
  [Sotto casa di Nao] Le unghia curate continuano a battere sulle ginocchia, mentre si lascia sfuggire ogni tanto un'occhiata sfuggente verso lo schermo di Lei. Nota la maestria con cui alterna schede dopo schede, in cui i link e le recensioni a quanto pare positive della Forgia apparirebbero confusi agli occhi di lui, ma che sembrerebbero piegarsi sotto le dita della giovane. Avranno probabilmente la stessa età, forse lui poco più grande, eppure sembra paradossale come ci sia così tanta differenza in quanto dimestichezza con quel tipo di tecnologia che man mano sembra sempre più rendersi padrona delle vite di tutti. < Mh > un debole cenno di assenso col capo, mentre intanto il rumore della pioggia si fa via via più fievole, perdendosi dopo qualche attimo in un semplice fruscio di gocce che cadono dai tetti. Gli occhi prima, e il visino poi, ruotano verso di lei. Ne segue le parole, distogliendo lo sguardo solo quando le prime indicazioni iniziano a condurlo alla Forgia. Statua di Orochimaru, alla destra. Lo sguardo a serrarsi quel che basta, tentando di metter a fuoco le stradine e tutte le immissioni nella piazza dell'Erede delle Serpi. < Mi scusi, Naomi > la richiama questa volta con l'appellativo scelto < Come vede, ho una certa urgenza di raggiungere questo pregevole e celeberrimo fabbro.. > si alza, mettendosi ora direttamente davanti a lei. La testolina la guarda dall'alto, lo sguardo si abbassa < Lei parla della piazza di Orochimaru, e della sua prossima destra. Mi corregga se sbaglio > il busto ruota quel che basta da fronteggiare la strada. Qualche secondo di pausa in cui lui per primo sembrerebbe orientarsi in una sorta di mappa mentale. La destra viene portata al viso, pollice ed indice ad accarezzarsi il mento, dubbiosi. Una popolana del luogo si è dimostrata disposta nell'aiutarlo, nonostante le non nascoste titubanze. < Naomi, potrebbe farmi da guida col suo apparecchio? > lui è per tutt'altro tipo di tecnologia. Ne è affascinato, però. La stessa mano che dal mento verrebbe protesa verso di lei, nel tentativo di aiutarla in quel suo sollevarsi dalla panchina. Un vero gentiluomo. < Sono convinto che potrebbe farmi risparmiare tempo e fastidio. Che ne pensa, Le va? > un accenno di quel che può definirsi un cordiale sorriso increspa i tagli pitturati sul volto. Anche se non in veste ufficiale, è pur sempre l'ultimo figlio della nobiltà di Suna, e come tale pare per ora comportarsi.

00:18 Naomi:
  [Sotto casa di Nao] Intanto naviga e fa altro, risponde ad un paio di chat mentre tiene aperta la pagina sulla forgia in questione, osservandolo quando si alza, ha dei modi di fare quanto più normali ma quel modo di porsi gli risulta tutt'ora insolito, non è che non le va giù è che semplicemente è poco avvezza, lo si vede quando assottiglia lo sguardo, anche se quella cortesia verbale sembra in un certo senso evitare il trasmetterle un potenziale pericolo, chiamatela ingenua, ma sembra che comunque possa fidarsi - così a naso - di quella persona. Ma rimane sull'attenti, non gli è ancora venuto un attacco di panico e sarebbe meglio non farsene venire, ieri ha rischiato e si sa che dopo il primo non c'è più ritorno < Esatto.. È il signore con i capelli lingue e la lingua da serpente.. Laggiù.. > e solleva nuovamente la mancina che di solito sta sulla tastiera, pigramente mentre lui intanto si è alzato e si è voltato nella giusta direzione, un paio di cenni d'assenso con il faccino piatto, una piccola tonda vocale sulle labbra appena schiuse, sbatte le palpebre un paio di volte, non sbaglia. Il punto è che poi giunge un piccolo problema, una richiesta fatta così, a cuor leggero, che effettivamente lei non si aspettava ed alla quale non era pronta. Di nuovo, si stizzisce e contrae l'addome, tende i muscoletti e diventa un fascio di nervi, sgrana gli occhietti fucsia screziati di lilla e sul viso si dipinge un'istante di panico < Aaahn.. E-ecco.. Io.. > le punte delle scarpe a toccarsi tra di loro così come le ginocchia, si stringe nelle spalle e nella propria figura ed ovviamente, per quanto concede brevi e fugaci sguardi alla di lui figura, torna sul portatile < Mmmh.. > lui insiste gentilmente e gli tende persino la mano, lei sussulta di nuovo a quel gesto e si sposta appena appena indietro, manco fosse una lama tagliente, mentre è Maru ad accorrere in suo salvataggio. Il gattone arriva miagolando, cammina con le zampotte sulle ginocchia di Nao approfittando del poco spazio ove non appoggia il portatile, miagolando con fare carino per poi protendere la testolona e strusciarsi sulla mano di Benka, ci prova, ci riesce pure, ma dato che si è sporto troppo dopo cade in maniera tonta e sciocca, finendo in piedi per miracolo < Pffft.. LoL Maru... > trattiene una piccola risatina, carina, non ride veramente ma usa quegli acronimi del web, sembra che quella scenetta gli abbia dato un pizzico di energia sociale (?) e quindi, essendo propensa ad aiutare, ci prova, è una sfida per lei, per la sua antisocialità e per il trauma rischiato ieri sera < A-allora.. Va bene, ma vengo solo fino alla statua.. > uno sguardo in direzione della suddetta, la si vede da lì per quanto sia relativamente lontana, fa un bel respiro e si alza, non prenderà la mano e non chiuderà il portatile, lo tiene poggiato sulla dritta e spipola con la sinistra, tutto dopo aver chiaramente infilato il mouse in tasca al giubbotto così come il Kunai rosa < A casa voi.. > un cenno verso gli altri gatti appena inizia ad incamminarsi, entreranno sistematicamente dalla finestrella a loro adibita, mentre Maru e Sharu seguono senza battere ciglio.

00:43 Benka:
  [Sotto casa di Nao] La mano protesa verso di lei saggia per qualche attimo il soffice pelo del gattone. Si apre, accompagna i movimenti del felino fino a quando lo stesso non impatta al suolo in quella sua buffa grazia. Incredibile quanto possano essere eleganti persino nei più involontari dei movimenti. Un angolo del musino regale si solleva, mosso dalla cordialità del momento. Non sta fingendo, semplicemente sono genti e popoli quelli di Oto su cui lui al momento non ha potere. Si rifà dunque alla sola educazione ed hai giusti registri che fin da piccolo ha assimilato. < Perfetto, vogliamo andare? > a voler indicar la strada, quasi come il classico sipario a mostrar il palco alla platea, il braccio si allarga. Il centro di Oto si apre davanti a loro, la piazza con la statua di Orochimaru in fondo. Muove i primi passi in sua compagnia. Di striscio, si volta verso il profilo di lei < Io sono Benka, della famiglia Mori Ho di Suna. > tocca a lui presentarsi. Probabilmente non riconoscerà il nome di una oramai caduta casata di Suna, ma non importa. Paradossale che sia, l'orgoglio che quel titolo emana si percepisce persino in quella loro disperata fine. Unico erede, quel suo viaggio nel distretto di Oto è solo il primo tassello da posizionare per giungere al ripristino dello status quo. Il prestigio dei Mori Ho tornerà nuovamente a tingere d'oro le sabbie del deserto. < Mi parli un po' della sua gente, Naomi > non la più semplici delle domande < .. e di Lei soprattutto. Vedo che quell'apparecchio la segue. Vi è un qualche tipo di legame che vi vincola? >

01:03 Naomi:
  [Sotto casa di Nao] Il gesto più o meno teatrale di lui, sull'invitarla ad andare, riceve in risposta un paio di brevi cenni d'assenso < Mh.. > ed appunto si sarebbe incamminata con i gatti al seguito, Sharu che tiene d'occhio Benka da dietro e Maru che la importuna strusciandosi sulla gatta cercando di attirare la sua attenzione, probabilmente di lì a poco gli arriverà una pizza, ma quello incassa che è una meraviglia. È tutt'ora fissa sul compute anche mentre cammina, non ha un passo svelto ma non è nemmeno una tartaruga, cammina senza movimenti di troppo come sempre, anzi, sembra essere ancora più attenta considerato il taglio, l'hanno bendata, sì, ma non ha intenzione di rivedere il suo sangue, non così presto almeno < Ah.. Sì.. Io Nao.. Cioè- Naomi.. Yushika.. > e serra le labbra tra di loro in quel suo impappinarsi come a non voler far uscire nient'altro di particolarmente imbarazzante anche se ogni cosa che dice ha il potenziale per farla passare per una tizia stramba e con chiari problemi sociali < Di Oto.. > si ricorda dopo, rialzando lo sguardo dallo schermo per portarlo su sul biondino, gli concede brevi occhiate soltanto quando gli rivolge la parola e per il resto è dedita al portatile, senza contare che starebbe anche tenendo d'occhio la strada, più per eventualmente far vedere a lui che stanno seguendo il percorso indicato, non tanto per orientarsi, visto che la zona tutto sommato la conosce. Giunge quella domanda a dir poco complessa, Naomi casca letteralmente dal pero e solleva appena lo sguardo verso il cielo annuvolato, si prende qualche istante per rispondere, non sa cosa dire e si volta a guardare i due gatti, lì per lì starebbe per domandare se i gatti valgono come risposta, ma se lo risparmia e cerca di farsi un pochino più seria, forza e coraggio Nao < Beh.. Io non.. Sto molto con la gente.. Avevo papà, poi se ne è andato.. > il musino si intristisce appena ma è una cosa che oramai ha superato, tutto grazie alla sorella ritrovata lì a Kagegakure, o chissà cosa diamine sarebbe successo a quella piccola bambina, graziata da un breve periodo in orfanotrofio prima di ricongiungersi con la sorella non di sangue < Ed ora siamo io, Nene , Maru, Sharu e gli altri.. > si riferisce agli altri sei gatti ai quali prima ha detto di tornare a casa, nessuno di più, nessuno di meno. Quella è la sua famiglia e di importante non esiste nessun altro, nessuno di cui valga la pena preoccuparsi passivamente, se non altro, anche se ora che ci pensa deve ringraziare il ragazzo che l'ha portata ieri all'ospedale, l'ha trovato su Ninjagram ma non gli ha ancora scritto, comunque < Ahn.. Io? Sì.. Mh.. Più o meno..? Vedi.. > si sofferma un pochino, non è una campionessa nel ricordare i nomi, anzi, all'inizio fatica un pochino ma poi ingrana, riprendendo da quella pausa < Benka.. A me non piace molto il mondo reale, preferisco.. Quello virtuale.. > e per l'appunto si rifugia nello schermo, l'ha già perso di vista da quando l'ha nominato ed è tornata al proprio da fare, intanto alla statua di Orochimaru non mancherebbe troppo e forse ci sarebbe giusto il tempo per una domanda complicata da parte di Naomi, stavola < Mh.. Conosci internet? > sì insomma, deve pure provare a fargli capire di cosa sta parlando, non gli sembra di certo uno avvezzo alla tecnologia, non a quella informatica e digitale, perlomeno, magari è esperto in altre cose.

01:27 Benka:
  [Sotto casa di Nao] E a differenza di lei, lui non conosce affatto la strada. Poste le domande, tenterebbe infatti di seguirla con la coda dell'occhio, cercando di non perderla mai tra la calca, mentre gran parte dell'attenzione è diretta verso la statua a tributo del Sannin. I passi si alternano intonati con quelli di lei, seguendola pari pari. Di tanto in tanto, il musino scosta la strada per voltarsi verso le vetrine del centro, le bancarelle che stanno riaprendo con i negozianti che pur di arraffare gli ultimi danari, scalpitano e spammano ancor di più la loro merce. Nulla che gli interessa; sembra un mondo ovattato in cui l'interesse del nobile vi è solamente a margine. Nei suoi pensieri, ora vi è il fabbro, e l'opportunità di riavere tra le mani ciò che semplicemente lo rende completo. Che sia forse il potere che quell'acciaio temprato gli regala? O semplicemente il poter fendere l'aria, piegare l'invisibile al suo volere? Per qualche attimo, la compostezza si disarma. Le dita ornate da vistosi anelli esotici si stringono. Gli occhietti si abbassano nei pensieri. Non vede l'ora. < Mh? E dove è andato? > le parole di lei lo riportano tra i vivi. La testolina si piega leggermente su un lato, il musetto che abbozza un cordiale sorriso in quel suo mostrare interesse nelle parole della giovane. Perchè, effettivamente, sono piuttosto strane. Non quelle relative al padre, bensì il citar del mondo virtuale è un qualcosa che sfugge alla sua comprensione. Come può, letteralmente un mondo intero di piaceri, sfumature, gioie e dolori, non soddisfare l'appetito di un giovane? Come può quello stesso mondo che considera come il suo giardino, sottomettersi ad un qualcosa di non reale? < Certo, ci lavoro con quella cosa .. > non lo usa quanto dovrebbe, ma quello è un altro discorso < Ma come puoi rifiutare questo.. > riferendosi a tutto ciò che li circonda. L'indice del destro che indica poi lo schermo < preferendo semplicemente, quello? > sarebbero giunti in prossimità della statua di Orochimaru. Il passo si arresta, almeno il suo. < Internet è un posto così piccolo se paragonato al Mondo Intero...> la testolina si abbassa, scossa teatralmente delusa. < Non ha importanza, Signorina Naomi. Viva la vita come meglio crede. Il piacere, in fin dei conti, è ciò che da sollievo alla nostra anima > Il sorrisino abbozzato che ora pare allargarsi, un educato cenno col capo, entrambe le mani che giunte al petto si uniscono in un rapido saluto. < Io La ringrazio. Devo proseguire di qua no? > e senza aspettare l'ulteriore conferma, riprenderebbe a camminare imboccando il vicolo della Forgia. // END

01:51 Naomi:
  [Sotto casa di Nao] Continuano lungo una delle strade principali che permette di passare di piazzetta in piazzetta, verso la statua del fu Ninja delle serpi, la gente intorno a loro esiste e non esiste allo stesso tempo, Naomi evita qualunque contatto non necessario, non c'è troppa gente ma nemmeno troppa poca, dopotutto sono in una delle zone più frequentate del distretto di Oto quindi non ci sarebbe da stupirsi, ma basta tenere gli occhi sul portatile per riuscire ad andare avanti, si muove come se avesse messo l'autopilota costeggiando gli edifici, è Benka quello più verso la gente < Ahn.. Beh.. Gli sono cadute le mura di Oto addosso.. Già.. > sì, lo dice rammaricata e con sommo dispiacere, ma ci ha fatto il callo e per quanto quella visione non se la leverà mai dalla testa sembra che oramai se ne sia fatta una ragione, triste ma inconfutabile realtà. Quindi sì, se suo padre è andato da qualche parte sarà nel Samsara, o nel Naraka, ma non ci dilungheremo sulla cosa anche perchè non era nemmeno il suo vero padre quindi.. Poco importa oramai. Storce appena il musino, vagamente triste quanto rassegnata, per poi passare oltre, comprendendo che a differenza di quanto credeva lei, Benka è comunque avvezzo ad internet, forse non ci si chiude quanto lei che vive letteralmente in un mondo a parte da quello reale, ma comunque non è del tutto nuovo come ieri Kioku, per dire < Ah.. Ho capito.. > non chiederà cosa faccia di preciso sul web, magari la prossima volta o magari lo riconoscerà andando in giro per la rete, troverà il suo nome, si vedrà, per ora si concede qualche istante per quella sorta di piccola lezione di vita, anche se non sono le parole più adatte, lo guarda perplesso, soffermatasi vicino alla statua di Orochimaru < Mh.. Non saprei.. Qui è tutto a portata di mano e.. È divertente, poi ci sono un sacco di video di gattini e le cose vaporwave.. > si anima appena mentre parla, il suo visino si illumina e sembra rischiararsi come se avessero acceso delle luci al neon, ha spostato lo sguardo da Benka al portatile e gli brillano gli occhi mentre parla di scorci del suo mondo, immagini di uno dei soliti video di gatti a riflettersi nelle iridi fucsia, sorride appena ed il musino si rilassa < Ma.. Il mondo intero è pericoloso.. > è quello che gli dice pensando soprattuto a ieri, sospirando, per poi comunque andare a ritrovare un po' di comprensione da parte del biondino, insomma, se non altro è per il vivi e lascia vivere, sostanzialmente < Va bene.. Appunto.. Torno a casa a giocare un po'.. > e proverebbe a sorridere anche lei ma è proprio un movimento impercettibile delle labbra, lo guarda ed annuisce un paio di volte per poi sollevare la mancina dalla tastiera ed agitarla appena appena, timidamente, salutando il ragazzo < Di niente.. Allora.. Ciao.. Io vado > e lui starebbe già incamminandosi, lei si volta ed affretta appena il passo per tornare verso casa, volendo riavvicinarsi il prima possibile alla zona sicura, salirà dritta di filata per poi prendersi una pausa lunga ore ed ore dal mondo esterno, poco ma sicuro. / End ~

Un gentile Benka selvatico chiede a Nao le informazioni per raggiungere una forgia di Oto e quindi Nao lo aiuta cercando su internet per poi accompagnarlo fino alla statua di Orochimaru, cercando di superare i propri problemi tra una chiacchera e l'altra