Pugni e doppi sensi

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17:47 Saigo:
 Non che si lamenti dell’improvvisa fama di cui sta godendo in questo momento, del fatto che quell’episodio a cui ha preso parte inconsapevolmente abbia aumentato e spinto la sua carriera da attrice, molti i produttori che si sono fatti sentire per provinarla e non è un motivo per cui la sentirete mai lagnarsi, il punto è che nonostante tutto, per quanto fosse tutto finto dentro di lei qualcosa la spinge a cercare ancora. Va oltre la sua semplice paura, oltre al terrore. Perché quell’immagine l’ha fissata e le ha detto proprio quelle parole? Perché il Kami dovrebbe averle spiegato che non è ancora finita per lei. Non trova il senso di una simile frase e per quanto ci provi, per quanto guardi o riguardi la storia sente sempre che qualcosa le sfugge. Per questo oggi è in quel quartiere nella zona di Oto, non ha nemmeno scritto a Nene per farsi condurre, questo la dice lunga su quanto sia insicura in merito alla questione. Le sfugge un dettaglio ma non riesce nemmeno a cogliere quale potrebbe essere motivo per cui si muove da sola, per quelle strade. Mentre le aziende si apprestano ad iniziare con gli straordinari. Lo sguardo sullo schermo del cellulare alla ricerca di un preciso edificio a cui chiedere udienza. Si affida alla ricerca e alla conoscenza scientifica, vuole trovare qualcuno di estremamente razionale che l’aiuti a leggere ciò che le è successo. Una piccola formichina dei capelli biondo cenere dagli abbondanti riflessi rosa, si muove tra i grossi grattaceli, lo sguardo rosso che si alterna tra lo schermo del suo telefono ed il numero civico dei palazzi, una complessa mappa da leggere ma a cui si è ormai abituata, ha praticamente visto quel villaggio crescere ed espandersi, sa orientarsi quasi perfettamente all’interno delle mura di Kagegakure. Vista l’occasione ha deciso di vestirsi più formalmente del solito, per questo motivo alle gambe un paio di pantaloni dal taglio classico, con tanto di riga frontale, neri e dal tessuto il più classico possibile, molto semplici ma sicuramente d’impatto. La vita è alta e in essa si tuffa una maglietta di cotone bianca priva di qualsivoglia scritta, solo in alto, in corrispondenza del cuore, possiamo trovare un piccolo disegnino nero stilizzato, quello che dovrebbe rappresentare un gattino acciambellato su sé stesso, che riposa su un divano immaginario, cucito con fili in cotone nero. La maglietta le ricade morbida sulla vita stretta. Le scarpe ai piedi sono sneakers basse e completamente bianche che vanno a creare contrasto non solo con i pantaloni ma anche con quella giacca dal taglio formale che è ora poggiata sulle sue braccia a coprirla dal freddo. Dalla spalla destra ricade una piccola clutch in pelle scura con catenella argentata. Il volto risulta truccato, una spolverata di terra a donare più vita alla pelle estremamente chiara e pallida ed il mascara per sottolineare non solo il colore dei suoi occhi ma anche la lunghezza delle ciglia, un tono nude scelto invece per le labbra. Cammina dunque alla ricerca di quell’edificio iniziando a domandarsi se la sua grande capacità di orientamento stia iniziando a svanire o se l’azienda effettivamente non esiste ed è finita in un click-bait

17:51 Ryosei:
 Una giornata in dirittura di arrivo. Ore passate dietro quei fornelli che così tanto ama. L’unico luogo ove riesce ad essere sé stesso, ove riesce a smettere di pensare dando sfogo ai suoi più reconditi desideri. Soltanto lì il brusio dei propri pensieri svanisce. Quel suo animo così spigoloso viene smussato. Solo lì si sente felice . La mano destra si muove verso l’emilato opposto portando avambraccio e braccio ad avvolgere il collo a mò di ‘sciarpa’. L’obiettivo è quello di afferrare il laccio del grembiule da cucina che indossa così da strattonarlo parzialmente e permettergli di sfilarlo dal capo tramite una movenza diretta nell’esatto movimento opposto. Nulla di troppo complesso. I capelli si smuovono in un leggero danzar al passaggio di quella stoffa biancastra. Questa, ora, viene posata sulla spalla sinistra, a penzoloni mentre con il capo dirige un cenno celere al capo Chef e gli altri addetti alla cucina . Leve inferiori che s’adoperano dando un modo all’Uchiha di muoversi in direzione dell’uscita dalla stessa < .. > non pronunzia nulla, dando con quella medesima mano utilizzata poc’anzi una spinta alla porta . Ora all’esterno, il capo viene alzato leggermente verso il cielo . Un’altra giornata passata, senza rendersi conto del tempo trascorso. Non un brutto segno . Un piccolo sospiro, con il petto gonfiato dall’inalazione d’aria entro i polmoni, prima di schiudere le labbra e lasciare la stessa fuoriuscire dal cavo orale .. Il capo si riabbassa, volgendosi ora a destra, e poco dopo a sinistra . Un altro attimo di attesa prima di volgere il passo entro la via antistante il ristorante. Lo stivale con un piccolo tacco schiocca ad ogni passo. Le gambe avvolte da un pantalone in pelle nero, molto stretto ed una semplice camicia bianca avvolge il busto, lasciando diversi bottoni superiori aperti. Al di sotto, il petto nudo, non poco muscoloso. Il capello scuro si prolunga sul viso tramite due basette, curate nella forma e forse troppo folte per mantenerla precisa. Qualche ciuffo infatti si discosta prendendo un piccolo spazio entro le guance. Per ultimo , il tocco di classe. Un pizzetto, stretto a coprir il mento dell’Uchiha. Sulla spalla sinistra ancora poggiato il grembiule che non viene tenuto da nessuna mano. E’ lì, adagiato, coprendo il trapezio superiore di quel lato. Avanza con le mani che s'alternano ad ogni passo in una semplicissima passeggiata post-lavoro. Un leggero momento di svago prima di ritornare in quella tanto amata cucina . Per questo non si allontana troppo dall'edificio da cui poc'anzi è uscito. Una breve pausa, nulla di più .

18:07 Saigo:
 Un sospiro esce dalla sua bocca mentre rallenta appena il passo, le spalle si rilassano, la schiena si piega appena in avanti ed il mento si abbassa, abbattuta dalla situazione. Inizia seriamente a dubitare dell’azienda “scienza ed esoterismo.inc” e forse avrebbe dovuto farlo anche prima di recarsi fino a lì. Fortuna che non ha donato dei soldi alla ricerca prima di parlare personalmente con loro, altrimenti sarebbe stato persino peggio. Si trascina appena senza più una meta precisa indecisa se perdere la meta o meno, i capelli superano le sue spalle andando a coprirle parte del volto e soprattutto dello sguardo sconsolato, finisce per ritrovarsi nella via vicino al ristorante dell’Uchiha, senza conoscerlo o senza sapere come ci sia arrivata il suo passo sta convergendo proprio con lui. Lo osserva da lontano, in quel posto al momento solo loro due e per quanto tema di poter essere derubata non è come quando si è infilata nel quartiere povero. Uno sguardo veloce ai tetti come nella speranza di contrare delle maschere amichevoli e poi nuovamente si sposta sullo sconosciuto, quello è un luogo tutto sommato sicuro e forse non deve lasciar perdere così velocemente. Con attenzione andrebbe a far scorrere lo sguardo su quell’uomo, alla ricerca di dettagli che possano suggerirle se allontanarsi o meno, attenta e come sempre profondamente spaventata da ciò che non può controllare, soprattutto dopo la pessima serata passata ieri. Il braccio destro ancora ne risente, nonostante le prime medicazioni e il tempo passato, lo usa poco e niente, lasciandolo il più possibile a riposo. Ad ogni modo la sua attenzione è riservata interamente allo sconosciuto a cui si sta avvicinando cercando di comprendere meglio. Cercando dettagli ed indizi, il grembiule sulla spalla è certamente uno di quelli, probabilmente lavora da queste parti <scusa!> esclama solo ora andando a sorridere il più gentilmente possibile, indossando la maschera della povera donzella in pericolo, ritrovandosi ancora una volta ad interpretare un personaggio. Quando non è in grado di affrontare la realtà questo è il modo che ha per fuggirne <sapresti mica dirmi se quest’azienda è da queste parti?> domanderebbe raggiungendolo ed allungando verso di lui il suo telefono. Il tono decisamente gentile, educato e pacato, molto lontano da ciò che è davvero ma da ormai dieci anni non si sentiva così esposta, così debole ed inutile da dover modificare il suo atteggiamento così da non essere soggetta ad eventuali scontri. Si muove in una linea sottile tra rabbia e terrore al momento, tra disperazione e voglia di rivalsa. Lo sguardo appare dunque abbastanza spento per quanto il resto del suo atteggiamento suggerisca appunto che si sia in presenza di u a giovane punzella indifesa, il braccio destro però non si muove, compensando usando la mano sinistra per il telefono. Fermandosi i capelli lasciando che l’aria porti con sé un dolce odore agrumato, leggero e appena percepibile ma comunque presente, per chiunque abbia visto l’episodio di “una mamma per kunoichi” sarò facile ricordare come la protagonista venisse descritta esattamente come ora si sta descrivendo lei. Non è altro che un personaggio, indossato per nascondersi e proteggersi

18:27 Ryosei:
 Pensieri si intrecciano come vie di città. Quanto odia tutto ciò ? Il dover pensare, il doversi rendere conto di ciò che è. Del fardello costretto a portare con sé. Odia profondamente dare spazio alla propria mente proprio questo. L’unica cura è la cucina. L’unico luogo tutto ciò scompare. Ove resta lui, ma senza aver coscienza di esser lui . L’unico posto dove riesce a dare forma alla propria arte . < .. > Ancora sbuffa, mentre la mano sinistra si piega nell’apposita piega del gomito portandosi sulla medesima spalla. La mano afferra il grembiule scostandolo poco più di lato e riposizionandolo in un punto di equilibrio ove lasciarlo senza doverlo sorreggerlo. Una semplice modifica della posizione, dovuta al leggero spostamento dovuto alle sollecitazioni del passo. La mente, viaggia sì, seppur in maniera forzata. Si focalizza sul menù serale, cercando di ripassar mentalmente ogni singolo passaggio dovrà fare tra poco. Dagli antipasti, al dessert, così da cercar di memorizzarli meglio e non rischiare di perdere tempo. D’altronde è ancora un’apprendista, non può permettersi di commettere errori di fronte allo Chef . Nel mentre una figura s’avvicina. Non difficile notarla essendo i soli itineranti di quella via . Non vi fa troppo caso, non ancora. Lasciandole una fugace occhiata prima di riportar l’attenzione a pieno ai piani serali e la sequenza necessaria agli impiattamenti . < mh. ? > sgrana gli occhi notando inevitabilmente come l’altra si faccia sempre più vicina e proprio in sua direzione . Il passo scema, dando spazio ad un arresto bipodalico su quegli stivali e tacchi indossati < si ? > aggrotta leggermente la fronte, mentre il capo e il busto si fanno poco in avanti così da posar lo sguardo su quel telefono < mmm > ragiona < non saprei . Non mi è nuova sai ? > replica .. Deve averla già sentita da qualche parte quell’azienda < sicuramente è qui in zona sì . > però non è tipo da notare i dettagli . O ricordare posizioni di luoghi di poco interesse per lui . Il tono è abbastanza secco, seppur abbastanza aperto da non sembrare troppo seccato . Stranamente . Il busto si fa di nuovo indietro, insieme al capo e dando piena distensione alla colonna vertebrale. In tutta la propria altezza. Ruota il capo a destra e sinistra .. < … mmmmm . > un celere sguardo ancora verso la ragazza, dall’alto verso il basso prima di portare la mano sulla spalla ove è posizionato il grembiule. Lo scosta un poco mentre cerca di far mente locale su eventuali direzioni da consigliarle. Non s'accorge ancora di quanto gli sia familiare quel viso. < sai dirmi in che campo lavora quest'azienda ? > magari con più informazioni potrebbe riuscire a ricordare dove si trova.

18:42 Saigo:
 Osserva le reazioni altrui, continuando in quella sua analisi, cercando ogni possibile segnale di pericolo mentre ascolta le parole che le vengono dette. Forse sarebbe meglio abbandonare sin da subito quell’idea. Il piede destro alza la punta, spostando l’appoggio solo sul tallone, lo tiene così sollevato qualche istante prima di riappoggiarlo a terra lievemente, piccolo segno di nervosismo che viene immediatamente soppresso, se solo avesse reiterato quel gesto allora avremmo potuto definirlo un tamburellare del piede ma ha deciso di fermarsi praticamente subito. Un sorriso che spunta nuovamente sul volto quando il ragazzo sembra ricordarsene, dire che è in zona, allora non era una burla. Speranza che va a riempire ed illuminare i suoi occhi prima di svanire e spegnerli. A quanto pare nemmeno il ragazzo saprà esserle d’aiuto. Non risponde subito a quella domanda, alza gli occhi verso il cielo e le labbra si piegano in una smorfia di piena riflessione, nemmeno lei saprebbe spiegare quello che ha capito dell’azienda, non sarebbe nemmeno semplice far capire a lui perché l’ha cercata, solo una pazza potrebbe prendere sul serio le parole di una macchina giusto? Di una semplice proiezione elaborata proprio sulla sua persona, non era altro che un pretesto cinematografico, un’oggetto di scena. Eppure non si è fermata e non è andata oltre tanto facilmente <genetica e strani fenomeni> spiega volto velocemente <cercano di dare una spiegazione scientifica alle cose strane che succedono ai ninja> nemmeno questa definizione è prettamente corretta per identificare bene il loro ambito. Sospira e scuote il capo, peggio di così non potrebbe andare quindi tanto vale svuotare il sacco <in pratica ieri ho fatto una strana esperienza e ho visto quel maledetto Kami che ha detto che con me non ha ancora finito> scuote le spalle, nemmeno lei riesce a prendere completamente sul serio quella che di base è solo una semplice sensazione <loro potrebbero capire se mi ha fatto qualcosa o che ne so> scuote le spalle e si nota palesemente come l’unica a venir mossa in maniera naturale sia la sinistra, la destra risulta essere decisamente più immobile, dolorante per il colpo auto inferto. Sembra comunque riflettere su quello che ha appena detto mentre il suo volto abbandona il suo personaggio <lascia stare è una cazzata> la rabbia prende il posto della gentilezza, le rode e non poco non capire, si nota <ma tu non dire a nessuno quello che ti ho detto eh> minacciosa quasi ora, come una bambina imbronciata, ferita, delusa ed amareggiata. Tutto traspare nei suoi occhi, in quel viso che si fa decisamente contrito e che abbandona l’aspetto da ragazza indifesa, che lascia vedere quanto male le faccia, quanto sia ferita. Oltre alla paura, oltre alla delusione c’è la rabbia. Ha imparato ad affrontare così il trauma e ora mostra quell’ardore che la sta spingendo a quei discorsi deliranti

19:06 Ryosei:
 Si guarda ancora intorno, nel vano tentativo di aiutarla in quella ricerca. Mente locale a quei pochi posti notati al di fuori della cucina ove passa la maggior parte del proprio tempo. Eppure giurerebbe di aver già visto quel che cerca l'altra. Possibile ? Certo, essendo ogni palazzo simile all’altro in questa zona così industrializzata. Uno dei lati negativi della commericializzazione e da cui cerca di distaccarsi nei propri piatti. Il voler creare un proprio stile, necessario nel campo culinario così da distanziarsi dagli altri e da tutto ciò che è già in commercio. La fissa, in quell’aria di supponenza tipica dell’Uchiha. Non lo fa apposta, ma la sua struttura fisica e conformazione del viso lo rende spigoloso. Un tipico broncio, come se fosse scocciato seppur non lo è realmente. In questo momento. < genetica ? strani fenomeni ? > aggrotta la fronte, non tanto per la curiosità bensì per la difficoltà di comprendere a cosa si possa riferire l’altra . < perché che cose strane succedono ai ninja ? > cerca di capire. Cose strane ? Quanto ? Cose strane tipo gli Ufo ? O cose strane tipo una fetta di pane e marmellata che cade sempre dalla parte della marmellata ? Non che gli interessi la risposta, ma la giovane gli ha trasmesso un pizzico di curiosità. Poi la ragazza parla di Kami ? Aggrotta ancora più la fronte il Genin .. Non la segue, per nulla . E ne ha ben donde probabilmente . Nota anche la movenza asimettrica di quelle spalle, ma non chiede . Si sofferma adesso su quel viso . D’altronde le cose strane che sta dicendo lo portano a fissarla qualche attimo in più. Quel viso gli dice qualcosa. E sta volta ne prende consapevolezza. Le orbite si fessurizzano strette da un leggero calar delle palpebre .. < … tranquilla, non dirò niente a nessuno .. > una piccola risata, sottolineata da un buttar fuori rapidamente l’aria in un paio di colpi di diaframma mentre le labbra si allungano lateralmente dando spazio ai denti bianchissimi di fuoriuscire e divenir pienamente visibili < sai che hai un viso familiare ? > la mandritta si alza posandosi a mò di pinza sul mento, esattamente nella zona densa di peluria in quel pizzetto. Segno distintivo dell’Uchiha < giurerei di averti già vista .. > mugugna, mentre lo sguardo si fissa ancor più su quei lineamenti. Quegli occhi, quelle labbra, quei capelli. Non si cura troppo di esser invasivo. No, non uno come lui .. < non sei mica stata al mio ristorante qualche volta ? > domanda, legittimamente. La mano accarezza il pizzetto mentre pone il quesito. Il busto si fa in avanti ed il collo si protrae verso l'altra assottigliando la distanza tra i due . Come riflesso la mano libera si porta su quel grembiule da cucina posto sulla spalla sorreggendolo e impedendogli di cadere in quel movimento in avanti. < è quello lì .. > indica con la mano sospesa fino a poco fa davanti al mento, il ristorante ove lavora. A pochi metri da loro. Alla destra dell'Uchiha. Lo stesso luogo da cui ha intrapreso poc'anzi questa breve camminata ..

19:21 Saigo:
 Lei non ci capisce nulla e chiaramente non si sa nemmeno spiegare, non che dubitasse di quella non riuscita, non ha idea di come esprimersi in merito proprio perché nella sua testa il concetto è estremamente vago e sfuggente, non c’è nemmeno un vero concetto più una profonda mancanza ecco cosa la sta spingendo ad informarsi su internet affidandosi a probabili siti fasulli. Sospira appena rassegnata notando quello sguardo. Non le importa nulla del fatto che lui paia sottovalutarla, normalmente si sarebbe potuta offendere ma oggi è talmente tanto giù di morare che nemmeno gli da importanza, semplicemente abbattuta dalla vita stessa e da quello che le pare l’ennesimo vicolo cieco. Ritira dunque il telefono mentre l’altro continua a riflettere, fissarla e parlottare. Ma a quella lieve risata qualcosa scatta, si morde il labbro inferiore mostrando palesemente astio e senza nemmeno riflettere, solo considerando d’essere gli unici in quella via, proverebbe a chiudere la mano sinistra in un pugno, per poi portare il gomito a flettersi accanto al suo fianco sinistro. Non supera la linea immaginaria creata dalle sue spalle con il gomito, contrae l’avambraccio e successivamente scatta in avanti, in quello che è a tutti gli effetti il tentativo di colpirlo alla bocca dello stomaco <non ti è permesso nemmeno sfottermi> non la prende bene. Per lui non è altro che uno sconosciuto ma comunque proverebbe a colpirlo e non contenta in realtà andrebbe anche a lasciare che il braccio, ora disteso verso la bocca dello stomaco altrui, resti lì, poggiandosi, se non dovesse aver schivato, alla camicia semi slacciata del ragazzo. Sa di non possedere una particolare forza fisica, soprattutto ora che il chakra non scorre nel suo corpo motivo per il quale non teme poi così tanto d’essere denunciata o cose simili, anche volendo non potrebbe fare male ad una mosca colpendola quindi figurarsi. Alzerebbe solo a quel punto lo sguardo orgogliosa cercando di sorreggere quello altrui, finalmente libera da quella semplice tristezza che l’opprimeva <sono un’attrice> puntualizza <mi avrai visto sicuramente in qualche pubblicità> spiega per poi voltarsi verso il locale, osservandolo con attenzione seppur non tolga minimamente il braccio da lì. L’ha disteso, ha provato a colpire e lo lascia sollevato come se volesse mantenere il punto <non ho mai mangiato qui> torna ora a fissare Ryosei <credo> titubante alla fine, che lei si ricordi almeno non ha mai messo piede in quel posto ma poi chissà, non può dirlo con certezza assoluta

19:44 Ryosei:
 La vicinanza tra i due è ridotta. Soltanto il braccio proteso dell’altra li tiene quel minimo lontani, protratto nel mantenere il cellulare ancora verso di lui . < … > cerca di collegare quel viso ad un avvenimento, ad un posto, ad un’eventuale cliente che possa aver incontrato in passato ma non vi riesce. Non ancora a quanto pare. In quell’esser vicino sarà facile per l’altra sentire a pieno un odore di fritto proveniente dall’Uchiha. Impossibile togliersi quell’odore di dosso se non con una doccia < uhm ? > un sospetto gli viene, al minimo movimento altrui. Quel pugno si stringe, ed il gomito si fa indietro. < hey ma che c.. > il proferire viene bloccato non per suo volere, ma dall’impatto del colpo subito. Esatto, lo prende in pieno proprio nella bocca dello stomaco. Il dolore non è eccessivo ma lo spezzar il fiato al Genin è conseguenza della precisione – forse fortuita – della zona colpita da Saigo. Retrae l’addome, con lo stesso diaframma che in un spasmo causerebbe una sonora espirazione < heyy .. > sorride, sorpreso dall’azione eseguita dall’altra < non ti stavo mica sfottendo comunque .. > la mano libera si porterebbe verso il braccio disteso dell’altra posizionando la mano nel polso. Una movenza lenta e non troppo brusca nel tentativo di spinger via l’arto dell’altra. Giusto per scostarlo da sé e dalla proiezione del proprio stomaco.. < che caratterino eh .. > sorride, palesando ancora una volta a pieno la dentatura < occhio che potrei innamorarmi .. > la palpebra destra scenderebbe celere in un tipico occhiolino ad accompagnare una semplice battuta, insieme ad un ghigno < aaaah .. ecco dove ti ho visto allora . L’altro giorno ti ho vista in Tv !!! > il capo si alza, e gli occhi si spalancano non appena riesce a collegare il viso dell’altra alla stessa ragazza vista in quella puntata di una fiction andata in onda sugli schermi di Kagekagure < mentre ero in cucina davano quella puntata .. sisi ora mi ricordo di te .. > annuisce, facendosi finalmente indietro con il busto e lasciando il camice sulla spalla ove già era, ma con la libertà di esser sorretto dalla sola forza di gravita e la contrapposizione dell’articolazione . Le braccia, ambedue infatti, tornano a penzolare lungo il busto in totale verticalità . < e comunque, se non hai mai mangiato qui dovresti farlo .. Faccio un pesce che è fine del mondo .. la mia specialità.. > il suo famosissimo pesce al sale per cui tiene anche corsi serali nel weekend. Un nuovo occhiolino viene lanciato in direzione dell’altra, accompagnato da una distensione orizzontale delle labbra .

20:24 Saigo:
 Il colpo va a segno con sua palese soddisfazione, non reagisce troppo male quando lo vede incassare bene quel pugno, sa di non essere particolarmente forte e a questo va unito il fisico muscolo di lui, sì l’ha notato. Lascia anche che lui la sospinga prendendole il polso senza reagire di conseguenza, ha messo il punto alla situazione. A quelle parole e a quell’espressione però arrossisce, spontaneamente e senza nemmeno rendersene conto subito. Abbassa il capo cercando di lasciare che i capelli cadano intorno al suo volto così da nascondere quella strana reazione, quel caldo che sente salirle sulle gote. Nessuno ci ha mai davvero provato con lei, i tentativi di Daido sono stati decisamente poco maturi e lei ha reagito con freddezza e distacco, ma quella battuta e quel modo di fare sono più adulti, decisamente più di quanto lei sia mai stata abituata a vivere. Non teme il contatto fisico, passa le giornate a picchiare Fuji ma nemmeno con lui è mai stato così. Una cotta infantile ecco l’unica cosa che ha vissuto prima che il mondo le crollasse addosso e per quanto possa essere sicura di sé o comunque consapevole del suo valore quell’occhiolino riesce a farla cedere, metterla in imbarazzo abbastanza da farla nascondere, da cercare di mascherare. Un piccolo schiarirsi della voce in risposta mentre, invano, cerca di convincere il suo corpo a spegnersi. Maledetta pelle candida, non cis i può imbarazzare che in un attimo si vede subito. Nel dubbio la sua mano sinistra recupera il cellulare e velocemente scorre su Ninjagram alla ricerca di un preciso profilo, direct e via, un messaggio di pieno panico che in realtà Ryosei sforzandosi potrà leggere se vuole, perché appunto non ha idea di cosa fare. Intanto lui continua a parlarle, rialza quasi timidamente gli occhi a cercare i suoi e se li dovesse incontrare subito vi sfuggirebbe, puntando lo sguardo sulla strada destra di lui <ehm…> non ci riesce a mascherare quell’imbarazzo <sì sono io!> ed è solo grazie all’orgoglio che prova nel suo lavoro che torna a farsi un pochino più sciolta, la mano destra a fatica va tra i suoi capelli, una smorfia di dolore si forma sul suo volto, annullando il rossore delle gote, quando prova a scostare i capelli con un vesto di vanto <sono stata spettacolare non credi?> le piace ricevere complimenti e poco importa che lui sia appena riuscito a metterla in imbarazzo. Continua ostinatamente a guardarlo in viso ma evitando gli occhi, almeno fino a quando Nene non le darà consigli in merito. Il discorso sul pesce viene amabilmente frainteso, seppur non quanto chiunque possa immaginarsi, ora è decisamente sicura che lui ci stia provando e che la stia invitando a cena, impossibile resisterle questo lo ha sempre saputo anche se ciò non le impedisce d’essere in panico motivo per cui non legge subito il messaggio di Nene, anche se il suo telefono tintinna palesemente <mi stai invitando a cena?> il metodo per riuscire a dire questa frase è il solito: recitare. Quindi sì riesce a pronunciare il tutto come la più esperta mangiauomini che abbia mai interpretato ma ci sono dei segnali che la tradiscono, ad esempio gli occhi che si abbassano e le guance nuovamente e completamente rosse, sta letteralmente andando a fuoco

21:04 Ryosei:
 Il tempo scorre e l’illuminazione artificiale ormai la fa da padrona . Non poco distante da loro due, infatti, diversi lampioni posizionati a scaglione la fanno da padrona dando modo di gustare la scena . L’Uchiha, infatti, vede la variazione di colore delle guance dell’altra, seppur non ne coglie l’essenza e soprattutto, il motivo di essere . Ci sta provando ? Forse sì, forse no. Il carattere del Genin lo ha sempre reso abbastanza sicuro di sé da avere la faccia tosta di trovarsi a suo agio a mettere in difficoltà l’altro sesso . Un gioco, un modo di divertirsi, seppur quella ragazza ha qualcosa . Qualcosa di diverso .. < mh ? > nota l’altra prendere il telefono cellulare andando rapidamente a digitare un qualcosa . Non si fa sfuggire l’occasione, immergendosi ancor più in quel ‘gioco’ di provocazione andando a posar lo sguardo su quello schermo e cogliendo in parte le lettere e parole digitate . Sogghigna, lasciandole fissare nella propria mente e mantenendole pronte per un momento futuro ove utilizzarle . Nel mentre continua nel discorso < sei stata brava .. sì , lo ammetto . > quel sorriso rimane fisso, conscio del messaggio appena letto e divertito dal fatto < tutti i clienti erano incollati allo schermo > aggiunge, cercando con le iridi di fissare le gemelle altrui . Anche forzatamente, se necessario . < sono un cuoco.. > sibila, volgendo in un sol colpo il busto non più in direzione di Saigo, ma verso la sua sinistra . Lo sguardo si punta verso il fondo della strada, in un punto non definito. <..come potrei perdere l’occasione di cucinare ed inoltre .. > un attimo di pausa in cui il solo capo ruota verso la stessa Saigo . Ed abbassando di poco il volto cercherebbe ancora il contatto visivo .. < .. di cucinare per una bella e brava attrice come te .. > un ennesimo occhiolino partirebbe in direzione altrui. Celere e gemellato, come sempre, da un palesarsi di un sorriso spontaneo < poi già so che mi trovi carino .. > quel sorriso in pochi attimi s’allargherebbe dando modo alle labbra di schiudere tanto quanto le arcate dentali e facendo uscire una fragorosa risata, accompagnata dal dito indice della mano destra che punterebbe il cellulare altrui, proprio a dar modo a Saigo di capire come l’Uchiha abbia avuto modo di vedere e leggere parte del messaggio inviato poc’anzi. La risata non verrebbe soppressa. Inevitabilmente divenuta, ormai rumorosa . Non che provi a bloccarla, ormai preda di quella scenetta fin troppo divertente e gustata , appositamente, a pieno.

21:14 Saigo:
 Non ha il coraggio di tirare fuori il telefono e leggere ciò che le è stato scritto, probabilmente è una risposta di Nene e leggere commenti a riguardo delle sue tette ora non l’aiuterebbe molto, quindi anche se ha cercato uno sfogo se ne sta buona. Perché poi abbia scritto proprio a lei e non a Fuji? Sono amiche? Una domanda complicata che non riesce a porsi ora. A questo dobbiamo sommare che il ragazzo sta volutamente ricercando i suoi occhi, se ne accorge solo per il numero di volte che si ritrova a sfuggire da quelle iridi, imbarazzata e di certo non abituata ad essere trattata così. Non è nulla di romantico, lei che ha chiuso il cuore dieci anni fa e che ora si sta ritrovando a provare amicizia e affetto per qualcuno oltre al suo compagno di classe. Un nuovo colpo di tosse mentre va a ritirare nuovamente il telefono e accettare quel primo complimento, spavalda sorride, orgogliosa e sicura di sé, colta lì nel punto più vivo del suo carattere, in quella stima verso sé stessa che maschera tutte le sue debolezze ed insicurezze <era quello che dicevo prima> puntualizza in risposta <è stato durante quella puntata che mi ha detto quelle strane cose il Dio> sussurra quell’ultima parola, come se temesse che solo pronunciando il suo nome lui possa apparire e sconvolgere nuovamente tutto, perché è adesso che sta ricominciando a vivere, pian piano, abituandosi all’idea di un mondo di cui fidarsi. Prova a spiegarsi ancora, confidando in uno sconosciuto come se questo la allontanasse dai suoi stessi dubbi, non deve temere di sentirsi stupida davanti a lei, alla fine potrebbe non rivederlo mai più. Ne ascolta il discorso e annuisce appena per poi farsi nuovamente paonazza. Si imbroncia lei, come se le avessero appena fatto un dispetto <io> balbetta appena <io non l’ho mai detto> coglie i suoi gesti, quel modo misurato di essere e non sa come reagire, lui sembra così esperto e questo la spiazza, abituata a gestire approcci più infantili com’è <hai letto male> si riferisce adesso al cellulare ed offesa cerca di dargli il fianco, sottraendosi a quel gioco, smettendo di guardarlo ma con il cuore che batte a mille, pompa sangue scaldando tutto il suo corpo e rendendo la faccia di un colore innaturalmente acceso. Non riesce nemmeno a mentire con la sua solita abilità, nega. A sentire la risata altrui si limita ad assottigliare gli occhi per voltarsi verso di lui con sguardo torvo, quasi astio in questo momento. Tutta una serie di spontanee reazioni per nascondere la più evidenti delle realtà: è imbarazzata

21:40 Ryosei:
 La situazione si fa divertente, ma di certo non vuole renderla troppo pesante . La risata viene lentamente soppressa, lasciandone il segno in un breve momento di affanno. < ma spiegami bene questa cosa del Dio > il volto palesa immediatamente una smorfia seria. Nessun ghigno, quasi a voler mostrare l’effettivo interesse a sapere più dettagli su quell’avvenimento – ed inoltre – cercando di non ricevere nuovamente un pugno. Onde evitare qualsiasi rischio un piccolo istinto lo porta a contrarre in parte l’addome . D’altronde se le ha sferrato un pugno poc’anzi perché non dovrebbe ora ? < probabilmente avrò letto male sì .. > bofonchia, facendo perno sul piede destro e portandosi di nuovo a fronteggiarla a pieno se non fosse che l’altra si volta di fianco provando a mostrarsi offesa < ma in ogni caso il mio invito è ancora valido . Intendi accettarlo ? > ripone l’attenzione sul punto chiave di tale incontro. Il capo si inchina lievemente verso la spalla sinistra , mentre gli occhi cercando per l’ennesima volta un contatto visivo consono. Degno di tale nome . Non facile ottenerlo visto gli orientamenti diversi dei loro volti, ma manterrebbe il proprio sguardo posato sul profilo di lei. Quanto basta, nell’attesa di vederla voltarsi verso di lui. Lascia cadere il silenzio, necessario a porre l’attenzione e la suspense necessaria a ricevere una risposta .. speranzoso che sia positiva – ovviamente - . In primis per avere l’onore di uscire con una ragazza di quel calibro e poi per avere l’occasione di cucinare. Il che, da solo, già basterebbe. Non vi è cosa che ama di più in questa vita d’altronde. Già pregusta la possibilità di avere il ristorante per sé, per una sera . Il poter servire un menù pensato e studiato da lui stesso. Cosa ancora non possibile essendo un semplice assistente dello Chef . Non interrompe il silenzio. Lascia che esso si faccia spazio, portando il quesito posto poc’anzi a rimanere lì, tra loro . In attesa di un responso . Come a pressare l’altra, ma senza esser troppo invasivo. Così da non rovinare ogni sforzo fatto sino ad ora, in questo gioco di parti. E di dialogo. Nell'attesa i piedi vengono mossi . Prima il destro e poi il sinistro. Due semplici passetti, sul posto, danzati sulla stessa 'mattonella' ove poggia nel terreno . Un piccolo e breve schioccar dei tacchi a terra, dovuti all'impatto avvenuto. Niente di particolare, se non altro un semplice modo per sgranchire le leve inferiori ormai stazionare da un pò . Un modo per agevolare il sistema circolatorio e l'afflusso sanguigno verso quella zona. Tramite il mero movimento corporeo . Nessuna distazione, che possa dar via di fuga o appiglio per non rispondere a Saigo.

22:05 Saigo:
 Spiegare, come se fosse facile, non è+ in grado nemmeno di farlo a sé stessa figurarsi con lui. Sospira appena a quella domanda che seppur venga presa seriamente risulta ostica, scuote il capo e si incazza, irritazione, frustrazione e rabbia che si mescolano dando il via a quello sbotti finale che corrisponde a un mezzo ringhio trattenuto verso il vuoto e alla testa che fa cenno di no <non ci ho capito un cazzo nemmeno io> scurrile, l’imbarazzo ne la faccia da brava ragazza sono state completamente dimenticate <mi ha guardata e mi ha detto> si schiarisce la voce, t orna a fissarlo, ricercando ora quegli occhi proprio per via dell’argomento serio, non c’è da sentirsi imbarazzati o in soggezione mentre ne parla <con te non ho ancora finito> cerca di imitare il tono del finto dio che ha visto la sera prima, prova ad abbassare la sua voce a farla più imponente e profonda cercando semplicemente di evocare quei ricordi che sono ancora capce di farle scorrere un brivido lungo la schiena <mi ha fissato come io fisso te ora> ammette, cerca di trattenere i sentimenti che le provoca pensarci, la paura e soprattutto il terrore irrazionale di quando ha affrontato la sua devastazione da bambina <mi aveva già attaccata> spiega solo ora <per questo non capisco le parole, se si fosse trattato di finzione mi avrebbe detto altro no?> questo il punto cruciale su cui si interroga, se si fosse trattato solo di un programma televisivo non le avrebbe detto queste cose, nessuno oltre a lei e il suo compagno sanno cos’è successo, è una cosa che non raccontano mai, che tengono solo per loro, un segreto che custodiscono con lo stesso affetto e amore che provano per gli altri compagni ormai morti. Sospira andando semplicemente a scuotere il capo <forse non ha senso o forse sono pazza> resta un’alternativa ma è quella che più la spaventa seppur sia in quella direzione che indaga: forse significava davvero qualcosa. Non può però avere una risposta fintanto che si imbatterà solo in truffaldine aziende fantasma. Sospira per poi andare ad annuire a quella domanda, ancora profondamente distratta e quindi senza riflettere su ciò che sta accettando: un appuntamento. Lei si limita a prestarsi alla cosa, se ne pentirà appena ci rifletterà bene, sicuro andrà i crisi <spero che il tuo pesce sarà all’altezza> NON SPIEGATEGLIELO. Che nessuno le spieghi il doppio significato di quello che ha detto perché lei lo fa ingenuamente, ormai persa nei suoi dubbi, nei suoi pensieri e nelle sue riflessioni. Lo guarda, lo fissa nuovamente e il viso si fa tutto rosso. Ora ha capito di aver appena accettato un’uscita con lui

22:29 Ryosei:
 Un flebile sospiro lasciando che i polmoni perdano gran parte del loro volume . Li svuota come conseguenza di un rilassamento raggiunto degli addominali. Quella stessa muscolatura contratta preventivamente in precedenza . Non vi alcun segnale di un altro pugno in arrivo, anzi e come conseguenza l'addome perde il suo conto contrattile causando un inevitabile svuotamente per compressione di ambedue i polmoni. Le labbra si schiudono e dalle sottili ecco questa fuoriuscita di aria che in poco tempo s'aggiunge ad una delle tante folate di vento che accompagnano il dialogo quest'oggi. La segue nel mentre, in quella descrizione dell'avvenimento con il Dio. Sentenzia in primis la verità. Detta in maniera scurrile - senza dubbio - ma quasi non lo nota l'Uchiha. Non è tipo da scandalizzarsi per una parolaccia proferita da una giovane ragazza . Anzi . < capisco .. > annuisce, mantenendo il volto serio . Nessuna smorfia che possa travisare l'altra . Non vuole apparire divertito dal discorso . In primis, perchè non desidera un altro pugno e poi è realmente interessato a quello strano avvenimento - seppur non ha piena certezza che sia un qualcosa di reale .. O per lo meno quella è l'impressione - < ma che aspetto aveva questo Dio ? > domanda, legittimamente < ah quindi era già successo in passato ?? Pazzesco .. > sibila portando la mano destra su quel pizzetto che lo contraddistingue < eh sì, se fosse stata finzione sarebbe stato molto più scenico ed avrebbe detto altro .. > fa fatica a seguirla . Non ha avuto mai esperienze di questo tipo e dunque non può neanche immaginare di cosa stia parlando . E ciò contribuisce ad aumentare notevolmente la curiosità . < ma no, non sei pazza . Se lo hai visto, era lì . > la rassicura, con tono caldo e deciso .. ma perchè ? Per quale motivo si spinge così oltre per una sconosciuta ?? Beh, ci sta provando . Palesemente ormai. Quindi cerca di metterla a proprio agio. Cerca di adoperare ogni sua carta ed abilità di 'rimorchio' .. < mmh ? > sgrana gli occhi poi .. all'udir quella risposta. Desiderava una risposta affermativa ma mai si sarebbe aspettato quel dire .. Sbatte gli occhi per poi aggrottare la fronte . Ha capito bene ? E' così ingenua da aver detto quella cosa riferendosi al pesce cucinato ? O è stato un doppio senso VOLUTO ? Domande che si palesano nella mente dell'Uchiha < ... > sorride, nell'ennesimo e ripetitivo modo < sarà all'altezza .. Non preoccuparti .. > le guance si gonfiano spinte esternamente da quel sorriso . Accetta la sfida . < e come avrò modo di farti sapere giorno e luogo ... > il sopracciglio s'innalza .. < e comunque io sono Ryosei .. tu invece ? > la mandritta si prolunga verso di lei, sospesa a mezz'aria pronta a ricevere una stretta di mano di ricambio . Mentre lo sguardo leggermente verso il basso, ricerca ancora il contatto visivo.

22:52 Saigo:
 Che domande si mette a fare questo ragazzo? Lo guarda decisamente perplessa e si porta la mano destra sulla fronte, cosa che provoca in lei una palese smorfia di dolore dovuta appunto a quel danno autoinflitto che ancora sente pulsante su di lei, pensare che quello è stato a tutti gli effetti un tentativo di suicidio mal riuscito. Ben le sta soffrire. Quella semplice reazione fisiologica, comunque, non le impedisce di andare a sbuffare palesemente <e chi vuoi che sembrasse, lui no?> sbotta appena seppur un lieve tremore si possa notare nelle sue mani ora che ne sta parlando, ora che ha concretizzato quella semplice idea nella sua testa <quello che ci ha reso la vita una merda!> continua con rabbia. Si sposta appena andando verso il muro che ha sulla sinistra, arrabbiata andrebbe ancora a chiudere la mano a pugno. Con lo stesso movimento di prima tirerebbe un pugno al muro, incazzata finendo comunque per farsi male da sola, non solo non è forte ma manco particolarmente resistenze, deboluccia in tutto che non è giocare con la mente. Resta ferma dopo aver tirato quel corpo e abbassa il volto, nascondendo lo sguardo terrorizzato tra i capelli, non si mostrerà ancora spaventata, non ricadrà in quella spirale di panico e terrore che ha vissuto solo ieri <dovrebbe essere morto> mormora <defunto> alza appena la voce <stecchito cazzo!> ora è facilmente udibile da chiunque passi vicino a quella via, non che l’abbia urlato ma poco ci è mancato. Si morde il labbro inferiore ancora nascosta da quei lunghi capelli biondi dai riflessi rosa, che in questo momento sotto le luci artificiali si mostrano proprio color fragola. Così facendo però la giacca le cade, essendo di fatto solo poggiata sulle sue spalle finisce per scivolare a terra, lasciandola quindi in maniche corte, non che al momento voglia preoccuparsene <scrivimi su ninjagram> replica senza ancora guardarlo, no ormai non ci pensa proprio all’appuntamento, si è persa, ormai si è allontanata da quella strada. Che diamine vuole da lei, perché tormentarla così? Soprattutto come fa a farlo se è morto? <mi trovi come Nai_Manami> il suo nickname la dice poi lunga su sé stessa. Ad analizzarlo singolarmente non solo si scopre il suo vecchio nome “manami” ovvero “bellezza affettuosa” ma anche quel “Nai” il non iniziale. Come a negare sé stessa, sottolineando che non è più qualcosa, non è più Manami <Saigo> si presenta a questo punto andando solo a ricomporsi quel tanto che le basta per osservarlo e sorreggere quello sguardo. Iridi rosse le sue che ora si schermano cercando di proteggersi e lasciando che i sentimenti vengano relegati in un piccolo angolo nella sua mente. Persino il suo nome “Ultimo”, la sua storia spiegata con una presentazione e il suo contatto ninjagram. Lei è l’ultima, lei non è più. Tutto questo a causa di quattro egoisti che si sono fatti la guerra permettendo al Dio di spadroneggiare sul mondo

21:01 Ryosei:
 Il fuoco dell’interesse aumenta il proprio ardore ad ogni scoccare della lancetta. Lo stesso fornire pochi dettagli dell’altra non fa altro che fornire altra benzina. Pone domande l’Uchiha, alcune delle quali palesemente scontate. Quasi insensate. Ciò è frutto di quella curiosità ormai instauratasi verso l’avvenimento strano di Saigo . Chiede del Dio ? E di quale aspetto abbia ? Cade nel banale, forse. Una mossa sbagliata che potrebbe costargli caro in quell’ormai inoltrato approccio di abbordaggio . Anche i più esperti sbagliano no? Nel volerla fare parlare, nel voler metterla a proprio agio commette un piccolo sbaglio che gli costa una risposta secca ed una sonora sbuffata in faccia < .. hai ragione, domanda idiota .. ma cercavo altri dettagli così da poterti aiutare . > prova a cavarsela così, mentre la mandritta si porta dietro la nuca e posandovi il palmo inizia a sfregare su di essa – con l’inevitabile contrapposizione dei capelli ovviamente . < oooh oh oh , calmati basta tirare pugni finirai farti male !! > il tono si fa più alto, mentre il piede destro vien portato poco dietro ed il busto abbassato quanto basta per avvicinare la mano – ora protratta- verso la giacca caduta a terra dell’altra. La afferra, stringendo il pugno e facendosi forza tramite la muscolatura della schiena si riporta in stazione pienamente eretta. Il tutto mentre la mano gemella si porterebbe in direzione della medesima spalla così da sorreggere il proprio grembiule poggiato su di essa. La mano destra, rimane tesa, ma in direzione della ragazza porgendole quello stesso indumento raccolto < tieni .. > le guance si gonfiano e le orbite s’assottigliano in conseguenza della tensione muscolare del viso che farebbe palesar l’ennesimo sorriso della serata. < e allora ti cercherò su Ninjagram... Non mi farò sfuggire quest’occasione .. > un breve risatina, non troppo sonora prima di stendere la mano gemella a quella finora utilizzata ed indicare la propria sinistra . < vogliamo fare due passi? O sei troppo famosa per farti vedere con un semplice cuoco in giro ? > procede in quelle piccole battutine velate a complimenti verso la giovane . La miglior tattica di abbordaggio che conosce d’altronde . Qualora l’altra accolga la richiesta non esiterebbe e le leve inferiori s’azionerebbe in una semplice camminata, alquanto lento . Il tutto ovviamente, solo a seguito di un’approvazione fisica o verbale da parte della giovane. Tralascia la curiosità sul singolare Nickname. Ne coglie un velato – neanche troppo – significato, tramite quell’ovvia negazione . Tuttavia lo lascia lì, andare via per il momento, ma fissandolo nella propria memoria come papabile argomento da trattare il giorno della cena. Non vuole rischiare di rimanere senza possibilità di intavolare discorsi nel momento di un eventuale silenzio imbarazzante. < e quindi cerchi quell’azienda sempre a causa di quell’evento eh .. ? > domanda portando lo sguardo verso il profilo altrui < spero almeno loro ti possano aiutare, perché io sono stato abbastanza inutile, non credi ? > scoppia in una risatina concludendo quel proferire con un accenno di domanda.

21:16 Saigo:
 Il pugno resta lì, teso sul muro senza aver provocato nemmeno un minimo danno, uno spostamento d’aria degno di nota, se fosse estate ci sarebbero delle zanzare pronte a prenderla in giro per la sua debolezza fisica, non c’è da aggiungere molto in merito. La giacca intanto cade rovinosamente a terra mentre l’altro ha il tempo di andare a salvare nella sua mente tutti quei dettagli svelati, quelle piccole parti di sé che le sfuggono fingendo di considerarle dettagli di secondaria importanza, seppur ora effettivamente lo siano <qualcosa mi dice che nessuno potrà aiutarmi e sarà solo l’ennesimo grattacapo della mia vita> nessuno tranne il consiglio. Così il suo de4siderio di entrare nella shinsengumi si fa maggiormente spazio nella sua testa, si fa largo tra dubbi ed insicurezza la necessità di avvicinarsi a loro, di poter scoprire cosa nascondono, la fonte del loro potere e le loro conoscenze. Deve proteggerli prima di poter sapere tutto ciò che le serve, ne è sicura ormai ed è determinata a farne parte. Sospira appena voltandosi poi a quella frase, lo sguardo agguerrito in sua direzione <io non mi faccio mica male tanto facilmente> disse colei che ancora porta il segno di una sua stessa tecnica di ninjutsu <non mi hanno ucciso le bestie figurati se potrà ferirmi un muro!> già le bestie. Solo nominarle le provoca una strana reazione, le si chiude lo stomaco e il cuore aumenta i suoi battiti, eppure rispetto solo a ventiquattro ore fa non cade più, non si paralizza e non sente l’irrefrenabile istinto di scappare il più lontano possibile, uno spasmo nei muscoli che subito dopo riescono a rilassarsi, forse la terapia d’urto funziona davvero. Non che voglia scoprirlo uscendo dalle mura tanto presto. Allunga infine la mano sinistra per recuperare la giacca che le viene restituita, l’agguanta ma non se la rimette per ora, mai ammetterebbe davanti ad uno sconosciuto il dolore che le provoca tutt’oggi muovere la spalla destra per rimettersela decentemente e mai effettuerebbe quei movimenti scomposti ed ineleganti per cercare di indossarla senza procurarsi dolore davanti ad un bel ragazzo che ci sta palesemente provando, ha una reputazione da difendere <ti conviene, ora so dove lavori e ci metterei poco a trovarti e costringerti> replica solamente arrossendo subito dopo, si atteggia tanto a donna con esperienza ma sta solo imitando quei personaggi studiati e portati ai provini o alle lezioni, non ha davvero idea di cosa significhi flirtare ed è quindi comprensibile il suo imbarazzo. Un cenno d’assenso a quella proposta e si incamminerebbe anche lei, restando appena un passo dietro di lui, come una signorina ben educata dovrebbe fare <inizio a pensare che si tratti solo di un maledetto fake> sospira delusa <non so chi potrebbe aiutarmi davvero, forse dovrei recarmi ai laboratori>. Oto ha una lunga storia di genetisti, probabilmente farebbe prima a ricorrere a loro, ma se il consiglio dovesse scoprilo e negarle delle spiegazioni? Se la escludessero dalla shinsengumi e il potere? Dubbiosa persino mentre propone quell’alternativa

21:40 Ryosei:
 Immagini poco delineate nella propria mente. Cerca, infatti, di mettere insieme le poche informazioni ricevute su quello strano avvenimento da parte di Saigo. Ma non riesce, a poter dare una forma e tratteggiare minimamente un qualcosa che possa aiutarla – in primis – e far comprendere all’Uchiha se possa esser qualcosa di reale quello che racconta. Diciamocelo chiaramente, c’è anche questa possibilità no ? La possibilità che sia tutto inventato – o perlomeno avvenuto solo nei meandri della mente di Saigo . D’altronde non la conosce, non sa nulla di lei – e dunque – ogni evenienza va presa in considerazione . Non è assolutamente il tipo che prende per vero tutto ciò che gli viene detto . < ma no dai, l’importante è non fermarsi alle prime difficoltà .. > sibila, mentre gli arti inferiori lo portano ad avanzare di pari passo all’altra. Lei poco più dietro ma non abbastanza da negargli altri contatti oculari qualora lei decida di voltarsi in sua direzione ogni tanto . Lui lo fa . La cerca, con quegli occhi marroni scrutando quei lineamenti . < le bestie ?? ma di che parli ? > domanda, che si sussegue a domande . Vuole farla parlare, portarla a scoprirsi. O meglio, a farsi scoprire . Vuole conoscerla, insomma . < ooooh, se decidi di andarei ai laboratori potrei accompagnarti sai ? E’ un posto che mi ha sempre incuriosito e poi anche questa tua storia devo dire mi sta proprio appassionando .. > flauta, mentre la mandritta si alza e si porta sulla nuca . Pochi attimi prima che la gemella faccia lo stesso. Gomiti aperti in fuori e mani sovrapposte sull’osso occipitale. Il grembiule non cadrebbe, essendo incastrato e bloccato dalla muscolatura della spalla e del braccio sul piano del trapezio . La posizione causa, inevitabilmente un’estensione della colonna, portando l’addome ad allungarsi e parallelamente la stessa camicia si solleverebbe . Una piccola porzione d’addome diverrebbe visibile. Gli spacchi tipici a ‘V’ degli addomi più allenati nella zona laterale del bacino sarebbe visibilissimo a Saigo, come l’elastico della mutanda che fuoriesce dal pantalone . Una mutanda grigia, con elastico bianco . Avanza, ancora, mantenendo la posizione appena acquisita < un fake ? Naaa, sarebbe uno scherzo di pessimo gusto in quel caso > la accompagna figurativamente ad analizzare ogni possibilità . Non s'arrende, ormai talmente incuriosito da voler scendere in ulteriori dettagli . D'altronde è un cuoco, e come tale passa la maggior parte delle ore dentro le mura di una cucina. L'udir racconti di questo tipo e l'aver incontri con ragazze di quello stampo non è poi così frequente.

21:52 Saigo:
 Continua a camminare tranquillamente, alzano a volte lo sguardo in sua direzione, certo di base di osservarlo di nascosto, senza farsi scoprire, ancora abbastanza colorita sul viso e con la mano in tasca, sul cellulare, in pieno panico per quello che Nene potrebbe aver risposto ma al contempo fremente di curiosità in merito, forse è un po’ masochista. Ovviamente mentre lei cerca di osservarlo come farebbe una bambina alle prese con la sua prima cotta lui decide di voltarsi a ricercare l’incrociarsi delle iridi. Lei viene palesemente colte in fallo, distoglie, divaga e si mette a fissare dritto davanti a sé per qualche secondo, ancora più imbarazzata. Pochi istanti prima di tornare a cercarlo anche se solo dopo essersi assicurata d’essere in incognito. Mentre quindi questa scenetta tipica di una qualsiasi pagina rosa avviene la conversazione viene portata avanti, inclina appena il capo verso il lato destro, nuovamente confusa <diamnine> esclama <dieci anni dentro alle mura e vi siete dimenticati di quello che sta fuori> borbotta come se lo stesse constatando. Il villaggio ha dimenticato, sta pian piano sottovalutando il pericolo che invece la perseguita ogni notte, gli incubi con cui convive da troppo tempo, il motivo per cui si è cambiata nome. Lei vorrebbe anche mettere il muso ed andarsene ma l’avvenenza altrui unita al fatto che si mostra interessato le impedisce di allontanarsi e dimenticarlo, non aiuta di certo lo scoprirsi di quella parte di pelle verso cui i suoi occhi cadono colpevoli, come attirati da un magnete. I pensieri che passano per la sua testa sono molteplici ed impuri, una tipologia di viaggio mentale a cui non è certo avvezza quindi oltre ad aprire appena le labbra come davanti ad un bellissimo e buonissimo piatto di udon anche la faccia da segni evidenti, andando in senso quasi letterale a fuoco. Scuote vigorosamente il capo, chiude gli occhi, non deve guardare. Li riapre e ci cade nuovamente. Maledizione. Prende un profondo respiro mentre inizia ad aver fin troppo caldo. Non riesce proprio a non osservare quella porzione di muscoli e corpo altrui come se si trattasse di un prelibato pezzo di carne. Ottimo <ehm?> non lo stava ascoltando era troppo distratta. Prova a mettere insieme quel poco che ha memorizzato <sì certo ti faccio sapere!> un po’ a caso lo dice in realtà, nella sua mente non c’è un vero significato, le sembrava solo il modo corretto di rispondere, mica sa che ora ha accettato anche di andare con lui ai laboratori <lo scoprirò> continua seppur sia impossibile per lei smettere di guardare proprio in quel punto. La mano sinistra una la giacca per svoltarsi appena davanti al volto, sbaglia o ci sono improvvisamente 50 gradi?

22:15 Ryosei:
 Gomiti alti e mani comode dietro la testa. Il tutto causa quel sollevarsi della camicia che manda in ‘tilt’ Saigo. Non se ne accorge. Non che lo abbia fatto apposta, sia chiaro. Ancora non s’avvede di come le mutande e parte dell’addome siano al di fuori e soprattutto non coglie appieno il motivo del cambiamento di colorito delle guance altrui. Se ne compiace, ovviamente, consapevole delle proprie doti. Fin troppo pieno di sé, chiaramente <eh già .. > sentenzia, subito dopo la prima affermazione altrui. Distacca la mano destra dalla posizione precedentemente acquisita andando a stendere l’arto verso l’alto. Si stiracchia, placando per un attimo la camminata e l’alternarsi delle leve inferiori < ci conto eh !! Fammi sapere > sibila < uhm ? > una piccola folata di vento sopraggiunge lasciando un flebile contatto dalla temperatura fredda sulla cute del Genin . Eccolo il segnale che gli fa capire finalmente il suo essersi ‘denudato ‘ – seppur in minima parte . Abbassa di colpo ambedue gli arti e le mani si portano lungo la porzione inferiore della camicia stirandola verso il basso. Un semplice movimento istintivo, nel tentativo di coprirsi rapidamente < ops, scusami Saigo .. Neanche me ne ero accorto .. Hahaha > se la ridacchia, mentre la mano destra si gratta il capo per un piccolo attimo. Gli occhi s’assottigliano e le labbra si schiudono nel tralasciare quella risata. Non intendeva – realmente – mostrare le proprie forme così spudoratamente . Non oggi per lo meno (?) . Si scusa, facendo trasparire dal volto un’espressione dispiaciuta e con un pizzico di disagio. Seppur notevolmente forzato soprattutto ad un’attrice ed esperta di smorfie e faces costruite .. < ma che ore sono ? > il polso viene portato davanti il viso lasciando gli occhi posarsi sull’orologio ivi posizionato. Come consuetudine < oh cavolo, è ora di cena .. dovrei essere già tornato al ristorante .. maledizione .. > lo stesso braccio si allunga posandosi pacatamente sulla spalla altrui. La destra, quella teoricamente dolorante. Il contatto dovrebbe esser leggero < Saigo, devo scappare .. scusami, ma ci rivedremo presto .. Non ti lascio mica in pace sappilo .. > gli occhi si posano su quelli altrui, ricercando la piena frontalità . La palpebra scende, in un altro occhiolino rapido e deciso, proprio a concludere le parole sibilate < ciao .. > voce calda, sussurrata quasi . Come a voler concludere quel flirting nel miglior modo possibile. Di scatto poi, farebbe perno sul piede destro e voltandosi s’appresterebbe ad intraprendere una camminata alquanto veloce e spedita proprio in direzione della loro provenienza. Proprio verso il ristorante ove dovrebbe essere già ormai da tempo. In ritardo sì, ma per una causa più che valida – non credete ? - . {End]

22:29 Saigo:
 La sua distrazione viene portata avanti senza alcun problema, che lui lo stia facendo o meno diciamo che sta facendo effetto. Non se ne sarebbe dimenticata di quell’incontro ma questo piacevole intermezzo le assicura un ricordo in futuro molto più vivido di quanto sarebbe stato altrimenti. Una folata di vento arriva però a concludere quel piccolo ed idilliaco momento imbarazzanti. Quasi con una sorta di tristezza annuisce e accetta quelle scuse. Diciamo che per quanto accaldata e paonazza fosse certo non disdegnava una simile visione, ha però la furbizia di mascherare almeno quel sentimento, una prontezza di riflessi che non ci si aspetterebbe da lei visto quanto si è mostrata come un libro aperto fin ora <oh non preoccuparti> replica lei fingendosi sicura be spavalda <nemmeno l’avevo notato> mente spudoratamente lasciando che anche sul suo volto si disegni un sorriso estremamente dolce, ha una motivazione in più al semplice sentirsi apprezzata per voler ricambiare adesso. Ma è meglio non approfondire oltre il suo pensiero. Le spiace anche vederlo poi scappar via così di fretta. Un tocco sulla sua spalla destra, un verso di sofferenza trattenuto a malapena e nemmeno il tempo di prendere il cellulare per guardare l’orario, notando finalmente la risposta di Nene, che lui si allontana correndo <scrivimi!> alza la voce quel tanto che basta per farsi udire da lui, salutandolo in quel modo prima di sbloccare il cellulare e andare a scattargli, sbuffando, una foto. Mossa visto che sta correndo ma soprattutto di spalle, la sua amica dovrà accontentarsi di questo, almeno per oggi. Non commenta nemmeno poi, la inoltra in quella chat per poi riaprire il navigatore, farà un ultimo tentativo per cercare quell’azienda e poi basta, non ha intenzione di farsi prendere in giro da qualche truffatore. Sorride, si sventola ancora la faccia e si allontana[end]

Saigo che cerca risposte ai suoi dubbi esistenziali, Ryosei bel ragazzone che ci prova.
Finisce con una promessa di appuntamento e un sacco di pensieri poco pure di Saigo.