Un bacio d'affari

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17:53 Saigo:
 Deve trovare clienti qualcuno che giri uno spot pubblicitario a poco e in più deve trovare dei clienti per la sua nuova attività commerciale, facile quindi capire perché stia girando per i quartieri poveri di Kiri, chi altro sarebbe così disperato da aiutarla? Non vuole mica spendere una fortuna per un video, tanto poi ci pensa lei a renderlo stratosferico. Per sicurezza comunque ha deciso di mascherarsi almeno un po’, sfruttando i trucchi che si è fatta regalare la sera prima ha provato ad inspessire i suoi lineamenti, accentuandoli in modo da sembrare più mascolina, al punto da poter anche passare per un ragazzo. Indossa per questo un berretto in lana nera, tirato già abbastanza da coprire le sopracciglia. I capelli sono stati raccolti alla rinfusa sotto di esso e solo qualche ciuffo ripiegato spunta sulla nuca. Gli occhi rossi sono tenuti volutamente semichiusi a darsi un tono da svogliato insomma. Indossa una semplice tuta grigia, pantaloni che si stringono sulle sue caviglie e sneakers nere ai piedi, sul busto invece una felpa dello stesso colore dei pantaloni, molto larga così da nascondere le sue forme e mega tascone centrale in cui ha infilato le mani. Lasciata aperta una giacca, un semplice bomber nero, anch’esso abbastanza largo. Per potersi calare ancora di più nel personaggio cammina slanciando le gambe e tenendole appena divaricare, cercando di assumere una posa decisamente più maschile del suo solito, non si può certo dire che si sia ispirata a Fuji per la camminata, anche se probabilmente gli abiti sono suoi, piccolo pagamento per averlo riaccompagnato a casa. Cerca di guardarsi attorno facendo ben attenzione a non svelarsi, ogni tanto muove il capo in un rozzo cenno di saluto così da mischiarsi il più possibile con la folla, va bene che non bisogna avere pregiudizi ma una donna sola in un quartiere simile le sembrava la trama iniziare di un poliziesco. Il sole di certo non l’aiuta, perché per quanto si sia truccata e abbia creato un gioco di ombre sugli zigomi il sole mette in risalto il pallore della sua pelle, fin troppo efebica e di certo non un gradito regalo dei suoi geni al momento.

17:56 Daido:
  [Strada del quartiere povero] Da quando il ruolo degli Shinobi è diventato meno importante, nel mondo ninja, trovare metodi alternativi per guadagnare rientra un po' negli obiettivi di tutti. C'è anche chi, purtroppo deve ricorrere ad azioni moralmente deplorevoli per portare a casa da mangiare, come i criminali, che nel quartiere povero si potevano contare solo attraverso dei dati statistici. D'altronde la criminalità, in genere, nasce e viene accentuate dalla povertà, diventa uno strumento per ottenere ciò che altrimenti sembra troppo distante o difficili da possedere. Daido, nelle ultime settimane, sta provando a guadagnare dei soldini vendendo gli oggetti che più non usa. Non ha particolari esigenze economiche considerando che, fortunatamente, ha ancora una famiglia che lo mantiene, però proprio perché suo padre lavora così duramente anche lui, a sua volta, vuole portare una parte di quel peso sulle sue spalle. Insomma, Yo-Yo - ormai è comodo chiamarlo così - vuole dare un contributo allo stesso modo con cui lo darebbe se diventasse un Sensei, che è forse uno dei suoi principali desideri al momento. L'abbigliamento quest'oggi è leggermente diverso rispetto alla norma, indossa una canotta verde che mette in mostra le sue braccia scure così come le sue ascelle con appena un accenno di peletti, primo sintomo di una mascolinità destinata a incrementare gradualmente. I pantaloni invece sono grigi, della tuta. larghi e troppo comodi per non indossarli almeno cinque giorni su sette, mentre ai piedi porta un paio di ciabatte infradito nere. È proprio il sole a favorire tale abbigliamento, oltre a mettere in risalto e schiarire appena la sua pelle scura. Sul dito medio della mano sinistra è stato infilato lo spago uno yo-yo, che continua a maneggiare facendolo andare su e giù ininterrottamente. Non ha soldi con sé, ne oggetti di valore: sa bene che deve stare attento quando si aggira per quel quartiere. Eppure ancora non si riesce a capire perché si trovi lì, forse per giudicare e guardare dal basso verso l'alto i poveri barboni di strada? No, mai lo farebbe, lui è una persona per bene. Quello che spera di trovare, Daido, è un'opportunità, proprio così. Un'occasione unica, che sia per lavorare, o anche solo conoscere qualcuno di nuovo, quanto basta a riempire la sua giornata. Gli edifici, a mo' di baraccopoli, non avevano un'aspetto molto accogliente, anzi, si percepiva una lieve sensazione di disagio, sapendo di essere membro di una famiglia benestante in un luogo pregno persone che darebbero un rene per tutto quello che hai tu. < Buon pomeriggio! > Già, è il tipo di persone che saluta gli estranei per strada e già, è anche il tipo di persone che dice buon pomeriggio. < Tutto bene? > Nessuna risposta pervenuta dal poveretto a lato della strada, che forse aveva problemi d'udito. L'allegria e la spensieratezza di Daido echeggiano in quella strada dalle pareti scolorite e dalle porte improvvisate di legno ammuffito.

18:07 Saigo:
 Una voce risuona, una voce troppo allegra. Si volta con fare noncurante alla ricerca di chiunque possa essere così vitale, è suo preciso compito metterlo nei suoi il più possibile. Dopo aver guardato a lungo in giro riesce a trovare la figura di Daido. Lo osserva mentre rallenta il passo fino a fermarsi, continua a fissarlo per poi invertire la rotta e dirigersi verso di lui. La giravolta ha ben poco di maschile ma poco importa, non ci fa nemmeno caso. Cercherebbe dunque di camminargli incontro andando verso di lui, se fosse riuscita nel suo intento andrebbe semplicemente a togliere la mano destra dalla tasca. Un dettaglio molto importante che si rende evidente in questo momento è lo smalto nero sulle unghie, altro piccolo segnale che potrebbe tradirla. Comunque, cercherebbe di posare il palmo sul suo petto, alla base del collo per poi fare una piccola pressione, anche perché forza non ne ha nemmeno violento, per tentare di spingerlo indietro, convincerlo ad arretrare <Yo Yo-yo> cerca ovviamente di parlare con una voce più profonda della sua, cercando di renderla anche abbastanza rauca così da potersi davvero spacciare per uomo. E poi le lezioni di recitazioni sarebbero state inutili eh? <cerchi guai forse?> continuerebbe subito dopo. Approcciandosi inizialmente a lui teneva il volto basso, spinto quasi verso il suo petto così da mascherare il più possibile i suoi lineamenti ma ora che dovrebbe esserci andata così vicina alzerebbe appena il capo per cercare di farsi riconoscere, ovviamente uscendo dal personaggio che interpreta andrebbe anche a sorridere e fargli l’occhiolino <non ficcare il naso in affari che non ti riguardano> non è che si stesse propriamente annoiando ma ha sicuramente del tempo da perdere prima di lasciarlo a qualcuno che lo menerà quasi sicuramente se continua a salutare ogni derelitto umano che incontra. Se comunque fosse riuscita fino a qui si limiterebbe a lasciarlo, staccando la mano e rimettendosela all’interno della sua tasca così da nascondere nuovamente lo smalto. Un cenno grezzo del capo verso un passante ed un rauco rumore come se stesse tirando su del catarro. Insomma lei è un vero uomo.

18:27 Daido:
  [Strada del quartiere povero] Sta per finire in una piccola scenetta teatrale senza nemmeno accorgersene. Mentre continua a camminare, che con quelle infradito basterebbero delle scarpe antinfortunistiche a frantumargli le dita dei piedi, si accorge di una figura che gli sta venendo incontro. Pare un ragazzo, poco più alto di lui, con un berretto che nasconde gran parte dei capelli e un modo d'atteggiarsi fin troppo territoriale. Come appurato in altre occasioni, l'Akimichi non è tipo da reagire con violenza, forse è questa ingenuità a permettere agli altri di approfittarsi di lui. Tuttavia è robusto, per la sua età i muscoli del petto sono fin troppo sviluppati, per quanto il fabbisogno proteico giornaliero non consenta un aumento di massa, però decide di resistere solo in parte a quella spinta. Indietreggia, con il rumoroso e secco suono che solo le infradito possono produrre, domandandosi per un attimo il perché di quel gesto. Mette entrambe le mani avanti, con i palmi rivolti verso l'esterno, mostrando non-verbalmente che non ha nessuna cattiva intenzione. < Oh. Scusami, non cerco niente. > Povero Daido, se solo smettesse di scusarsi a ogni formica accidentalmente finisce sotto le sue scarpe riuscirebbe a cavarsela molto di più con le persone. Non si sofferma, per il momento, sul soprannome usato per chiamarlo, se l'avesse fatto probabilmente avrebbe capito subito di chi si trattasse. Porta per un attimo la mano destra sui dread, riposizionando la piega in avanti che è stata alterata dalla spinta. < Io non sto- > Inizia a dire, dopo aver udito l'ultimo avvertimento da quel ragazzo, riuscendo a realizzare, attraverso la forma del viso di lui, chi fosse. Però, è ingenuo fino a un certo punto, quindi sta al gioco e decide di dimostrarglielo. < Aaah! > Ora sorride. < Tu sei quella che mi ha spinto l'ultima volta, quella dei soldi! > Si riferisce palesemente a Nene, ma ancora non conosce il suo nome. Lo sta facendo apposta, di scambiarla per qualcun'altro, rispondendo al suo inganno con un altro inganno. Anche se, c'è il rischio che se la prenda, però forse il gioco vale la candela. < Che ci fai, qui? Stai cercando qualcuno da importunare? > Questa domanda, stranamente, sarebbe giusta da porre sia a Saigo che alla sua amica.

18:37 Saigo:
 Per quanto sia più che altro lui ad assecondare quel movimento almeno un po’ riesce a farlo arretrare senza svelare il divertimento che prova a quella sua prima reazione. Lo sospinge appena così che lui trascini quelle infradito e decida di optare per la via della non violenza, una cortesia che non gli sarà riservata ma procediamo con calma. Eccolo scusarsi senza ottenere una risposta da lei, non subito almeno, un vero uomo non accetta subito le scuse, le è parto di capire così, se uno vuole fare a botte le scuse finge di non sentirle ed è ecco che come una vera attrice anche lei va ad imitare questo atteggiamento. La riconosce poi, a quella prima esclamazione le è chiaro, è pronta a rivelarsi in tutta la sua maestosa mascolina se non fosse che viene confusa. Non l’ha mai dato molto a vedere ma è estremante egocentrica e non ama che qualcuno si dimentichi di lei o semplicemente la confonda con altri, il suo orgoglio si ferisce così facilmente a volte. Questo riassumendo è il motivo per cui adesso lo sguardo si fa più buio, la faccia si imbroncia palesemente e invece di continuare, come da piani, con quel gioco si arrabbia sul serio. Capendo dunque che questo ragazzo è palesemente un farfallone, che fa commento a chiunque e poi si scorda con chi ci ha provato o meno alza il suo piede destro, lo alza di poco in realtà, un pio di centimetri da terra giusto per andare a spostarlo verso di lui, il ginocchio piegato. Non sta sferrando un calcio anche se il movimento vuole essere veloce come in quel caso ma l’idea è+ di pestare con le sue scarpe quelle ditina scure che escono dalla ciabatta sinistra. Andrebbe dunque a far calare la sua incudine e non contenta amplificherebbe il movimento andando a flettere in avanti la schiena, spostando il baricentro in avanti così da aumentare il peso del corpo che dovrebbe ricadere sul piede avversario <idiota> commenta semplicemente smettendo di falsificare la sua voce. Lei si era pure fatta riconoscere apposta <spero ti sgozzino> delicata come un fiore di pesco sussurra quelle parole cercando di non rendere evidente il suo sesso femminile a chiunque si trovi a passare per quei luoghi.

18:55 Daido:
  [Strada del quartiere povero] In quel momento le dita dei piedi sono come una parte intima, se non le protegge rischia di patire un dolore allucinante. La situazione è strana, buffa agli occhi degli esterni probabilmente, poiché mentre il moro continua il gioco avviato dal finto ragazzo, quest'ultimo sembra volerlo terminare. Ed ecco che il piede di lui si fa avanti, in un moto deciso e destinato a schiacciargli il piede. Daido se ne accorge, lo vede, può fare una spaccata ed evitarlo, può indietreggiare, può saltare, spostarsi, reagire. Può fare di tutto... ma no, lui non fa niente. Forse è troppo legato alla sua morale, forse è troppo ingenuo e probabilmente ci vuole anche una buona dose di stupidità. Ma lui lascia che ciò accada, lascia che quelle scarpe si posino sulle sue povere dita dei piedi. È questione di un attimo, un flash, mentre i recettori del dolore passano da un zero percento di attività a tre milioni, direzionando in millisecondi il messaggio al cervello che indica al piede di svincolarsi da quella morsa dolorosa. La soluzione più veloce è quella di sfilare il piede dall'infradito, quest'ultima rimane leggermente compressa dall'arto di Saigo, mentre il ragazzo compie alcuni saltelli con una sola gamba, in preda al dolore. < GH- > Sembra voler contenere un urlo. Ma non può, fa troppo male, e mentre le mani fanno il possibile per massaggiare quei danneggiati strati di pelle, la bocca non riesce più a trattenere fiato. < AAAAGH! > Si siede a terra, noncurante di essere in mezzo alla strada, e inizia continua a usare le mani per prendersi cura del suo povero piedino, che ha un leggero gonfiore e rossore soprattutto sulle falangi. < Che malee... > Dice in un lamento, con una voce pastosa dovuta alla salivazione. < Avevo capito che eri tu Saigo... > Continua a parlare con la voce sofferente di chi sente di esser stato ingiustamente punito. < Stavo scherzando... > E lo scherzo gli è costato caro. Che sia il momento per imparare una lezione? Prima o poi verrà, ora è meglio assicurarsi di poter muovere il piede. Lo yo-yo nel frattempo è finito a terra, accanto alla ciabatta, quello è importante da recuperare: si tratta di un pezzo da collezione. Prima, però, prova a ruotare e spostare il piede, stando seduto. Non è successo niente di grave, sia chiaro, però fa male.

19:06 Saigo:
 La sua punizione colpisce in pieno, resta lì con il piede sulla ciabatta mentre lui se la sfila andando poi a saltellare per qualche istante. Intanto lei si limita ad incrociare le braccia intorno al suo petto e a fissarlo ancora tutta contrariata da ciò che è appena successo. Nene sarà anche una bella ragazza ma è lei che deve restare impressa. Solo ieri ha dato una lezione molto simile a Fuji per una ragione molto simile, possibile che la gente non capisca? Attende comunque le sue scuse, lo guarda anche andare a sedersi, seguendolo lentamente con gli occhi rossi senza effettuare passi o altro, nemmeno il busto viene ruotato <tzè> e con questa frase il volto si rivolge dal lato opposto rispetto a quello dove si trova lui, il mento si alza di scatto e lei resta lì ancora più innervosita di prima, truccata come se fosse un uomo e con la postura da bambina arrabbiata. Coglie un paio di sguardi perplessi a quella scena e allora, solo allora, ricorda cercando di ricomporsi <la prossima volta ti lascio ammazzare te lo giuro>. Si volta così da poterlo osservare mentre la voce torna a farsi appena più roca e baritonale, lei prova a salvare le apparenze almeno. La destra esce veloce dalla taccona solo per aiutarsi, con la gemella che la segue poco dopo, a sistemare il cappellino in lana, così che tutto il suo lavoro venga rispristinato <cosa cazzo saluti allegro la gente?> questo è palesemente un borbottio abbastanza confuso seppur comprensibile con un po’ di impegno da parte dell’altro. Sbuffa scocciata quasi, tornando a fissarlo direttamente negli occhi <che poi, che ci fai qui? domanda come in un interrogatorio, incalzandolo e prendendo risposte a cui lei non ha dato spiegazioni a sua volta. Le brucia essere stata scambiata per Nene e non crede completamente che quella possa essere stata una farsa, ormai è offesa e così dovrà sopportarla.

19:25 Daido:
  [Strada del quartiere povero] Le pulsazioni di dolore iniziano, poco a poco, a scemare, segno che il corpo si sta impegnando per riparare e rimpiazzare le cellule danneggiate. La reazione di lei lascia Daido quasi basito, gli ha appena provocato un forte dolore e nemmeno si è scusata, anzi, sembra che ora se la sia presa ancora di più. < Mi lasci ammazzare? > Domanda, ancora più perplesso, all'incomprensibile frase di lei che non riesce a capire. Avrebbe tanto gradito un fresco impacco di ghiaccio da appoggiare al piede, in quel momento, ma le circostanze non lo permettono. < E tu perché vai in giro travestita? > Risponde all'ultimo quesito di Saigo con un'altra domanda, più lecita della sua probabilmente. Non capisce perché gliel'ha chiesto, poi, per lui è normale essere gentile con le persone. Riesce a intravedere qualcosa, sotto quella maschera da bulletto di quartiere, ma non riesce a comprenderla. < Passeggio qui da una ventina di minuti > Inizia a gesticolare mentre parla. < sto cercando qualcuno che mi dia qualcosa da fare, ecco, un lavoretto. > Per lui un lavoretto poteva essere qualsiasi cosa, sarebbe potuto essere perfino servizievole per guadagnare qualcosa. < Così poi mi posso comprare il mio yo-yo. > Mamma e papà erano stati chiari a riguardo: lo mantengono, gli danno un tetto e pagano spese accademiche e via dicendo, ma tutto ciò che riguarda i suoi oggetti da collezione e i suoi giochi deve poterseli prendere risparmiando e guadagnando da solo. Facevano bene, in questo modo lo educavano. < Ti da fastidio se saluto allegramente le persone? > Glielo chiede solo adesso, con un accenno di malizia in volto, come se stesse cercando una risposta precisa. Un po' sta iniziando a intendere qual è il problema. A Saigo è dato fastidio quando lui l'ha scambiata per Nene, quindi, facendo due più due, la bionda rosata è affamata di attenzioni. Non c'è altra spiegazione, forse salutare allegramente gli altri rientra nelle attenzioni che direzione a persone altrui fuorché lei, quindi le può dar fastidio per quello. < Comunque stai bene anche così. > Commenta, infine, con un sorriso, trovandola carina anche con quel look da maschietto che, per certi versi, si avvicina anche al suo soprattutto per il vestiario.

20:11 Saigo:
 Non si scuserà nemmeno, figurarsi se le passa per l’anticamera del cervello di farlo, lei ha ragione fine. Ad ogni modo lo ascolta, leggendo su di lui dubbi e perplessità rispetto alle sue parole. Non dovrebbero avere un’età poi molto differente; eppure, c’è qualcosa che non torna, possibile che non arrivi a capire dove si trova? <te lo meriteresti> replica schietta, senza sorrisi sul volto e con il tono sempre controllato, così da andare semplicemente a continuare a perpetrare quell’’inganno, non si svelerà così facilmente. Lei almeno, dato che il ragazzo decide di dichiarare ai quattro venti la sua vera identità. Si guarda attorno, volta il capo prima a destra poi a sinistra e nuovamente, ripete il gesto almeno tre o quattro volte prima d’essere sicura che nessuno stia prestando troppa attenzione a quelle parole, prima di potersi illudere che nessuno abbia sentito. Ma per quanto in cuor suo vorrebbe crederci non è del tutto sicura ed essendo fondamentalmente terrorizzata all’idea d’essere ancora troppo debole per difendersi < ah ah ah ah!> una risata forzata, portata ancora con tono maschile ma questa volta abbastanza alta da poter essere udita <io le donne me le scopo e basta ah ah ah ah> continua con quella frase guardandosi attorno, cercando di capire se ha fregato qualcuno con quell’improvvisazione molto imbarazzante del tipico uomo alpha. Subito dopo andrebbe ad inclinare il busto verso il ragazzo, avvicinandosi al suo volto così da poter sussurrare <senti un po’ yoyo> minaccioso il tono che torna ad essere il suo naturale, più delicato e femminile di poco prima <vedi di non farmi saltare la copertura> si spiega velocemente prima di raddrizzare la schiena e tornare a guardarsi intorno. Non si sa mai, non vuole brutte sorprese ha ancora una ricerca da fare, o forse no? Le sue orecchie quasi si tendono al discorso successivo, un lavoretto eh, qualcosa da fare <ho ciò che fa per te!> dichiara a questo punto <sai usare strumenti per montaggio video o qualcosa per registrarli?> domanda velocemente, tornando a parlare come il più classico dei ragazzi, un tono di voce normale mentre gli occhi non smettono di sondare il territorio intorno a loro, molto guardinga, quasi paranoica <per me puoi fare il cazzo che vuoi ma alla gente potrebbe non piacere, non lamentarti se ti ritrovi un kunai nel cervello poi> scuote le spalle. Non importa quanto quel mondo possa sembrare buono, equo e legale. Non è sicuro, non si è mai al sicuro, per quanto qui si senta più tranquilla che fuori ha ormai imparato a vedere sempre l’aspetto peggiore delle cose e l’aspetto peggiore di oggi prevede lei in qualche angolo picchiata e uccisa, se non peggio.

20:45 Daido:
  [Strada del quartiere povero] No, ancora non ci è arrivato a capire che lei non ha intenzione di abbandonare quel gioco, quella scena. Ci rimane un po' male mentre prende coscienza del fatto che ancora non si è presentata un'occasione per parlare e interagire con Saigo normalmente, senza travestimenti o sostanze di mezzo. Molto presto viene ammonito proprio da quest'ultima, che lo rimprovera per aver rischiato di farle saltare la copertura. Copertura da cosa? Si domanda lui, pensando per un momento che lei possa essere un agente segreto o magari un inviato della shinsengumi per spiarlo. Ma non avrebbe senso, lui non ha fatto niente di strano per giustificare un pedinamento. < Okay, okay! > Con voce bassa replica all'avvertimento, decidendo di seguire le regole di quell'indecifrabile messinscena. Poi però, dopo averlo ammonito, sembra lei essere la prima a voler lasciare la parte. Daido non riesce ad accorgersi del suo continuo e ripetuto via vai tra il personaggio e la persona, trovando questo scambio molto confuso. Però, basandosi solamente sulle parole di lei, perché se proverebbe a interpretare i suoi sguardi piuttosto che i suoi movimenti finirebbe per impazzire, continua a rispondere e a parlare. < Mi stai chiedendo se so usare una videocamera? > Risponde con questa domanda, inarcando un sopracciglio. Tutti quegli arzigogoli per una richiesta così semplice. < Certo! È facile... > Aggiunge, con tanto di sorriso allegro tipicamente visto nei volti degli impasticcati. In realtà non è così sicuro, ma che sarà mai registrare un filmato e fare un po' di editing, male che vada può informarsi in rete. < Cerchi qualcuno? > Pone il quesito in funzione del suo atteggiamento guardingo e circospetto. Poi però ode una frase che ha già sentito dire almeno una volta, quel concetto che tutti prima o poi esprimono nella vita. Lui però, almeno su questo, è un po' avanti, papà ci aveva già pensato a spiegargli il giusto approccio. < Però io sono così, alla gente può piacere o non piacere, ma questo sono io! > In sintesi: sii tè stesso e non cambiare per nessuno, è quasi strano sentirlo dire da un ragazzino di quindici anni, ma forse ogni cent'anni nasce qualcuno in grado di fare il genitore. Si rialza in piedi e prova a rimettere la ciabatta solo se la scarpa di lei non la sta ancora schiacciando, altrimenti recupererebbe solo il suo yo-yo e tornerebbe a maneggiarlo come se nulla fosse. < Ti serve un cameraman? > Dice, solo ora, recuperando il discorso avviato poc'anzi e interrotto dalla breve ma giusta morale. Sotto sotto, sta già pensando a quanto lui possa essere adatto per quell'incarico, con le sue braccia espanse in grado di garantire una maggior superficie per l'equipaggiamento di ripresa, oltre che una maggior stabilità. Già, perché di questi tempi risulta più facile pensare ai propri jutsu impiegati quotidianamente, per dei lavori, magari senza farsi troppo notare, piuttosto che in una missione. < Maaa... > Estende quella lettera come se avesse parlato prima di pensare. < Tu oltre a scopare le donne che fai? > Per carità, un passatempo di tutto rispetto. Lei, di lui, poteva aver intuito la passione per gli yo-yo, ma tale intuizione non è reciproca. Ancora non ha ben capito di cosa si occupa Saigo, pur avendo il suo mestiere davanti agli occhi.

21:04 Saigo:
 Quel discorso ormai non ha più senso, o almeno ne avrebbe se solo quei due riuscissero a concentrarsi e seguire una sola via. Inizia a farsi più buio comunque, il tempo sta passando velocemente e non è una buona idea restare a lungo lì, soprattutto quando il sole svanirà. Avrebbe corso il rischio per un cameramen a basso costo eh, lo avrebbe fatto, ma considerando che ritiene di averlo già trovato è inutile stare lì. Lascia quindi che Daido recuperi le sue cose mentre lo ascolta annuendo di tanto intanto. Ignora allegramente quell’insinuazione sulla sua vita privata, presa ora in altri pensieri come quello di non venir derubata dei suoi pochi averi o finire molto peggio. Alza il capo alla ricerca di ombre che possano darle sicurezza, anche ammesso che gli anbu si facessero vedere è chiaro che qui nemmeno loto bazzichino senza ragione, non ci si può affidare proprio più a nessuno. Il piede destro sospinge la ciabatta verso il Kiriano <sì che mi serve> replica solo a questo punto, fingendosi sempre un uomo e facendo ben attenzione a chi sta intorno a quel duo, che nessuno si avvicini in maniera sospetta. Se fosse riuscita quindi andrebbe a fargli un breve cenno del capo, indicando la direzione da prendere <io e un mio amico stiamo mettendo su un e-commerce> spiega velocemente <ci serve aiuto con le riprese, le foto e il sito> anche perché le loro abilità in merito potrebbero non essere abbastanza. Insomma non fraintendiamo lei sa recitare benissimo, anche se ora forse non sta dando il suo meglio, così come Fuji crea ottime armi ma non è proprio il caso che si mettano ad occuparsi anche degli altri dettagli <io prenderò il 10% ad ogni vendita> mente, lo fa spudoratamente e con nonchalance sfruttando proprio la scarsa conoscenza che hanno l’uno dell’altro ed utilizzando le sue fantastiche doti da attrici <a te posso il 5%, ci smezziamo le vendite insomma> sorride appena e poi inizia ad incamminarsi verso l’uscita di quel quartiere, meglio parlarne altrove di affari

21:22 Daido:
  [Uscito dal quartiere povero] Viene fatta un po' di chiarezza e Daido si sente già meno confuso, anche se l'avanzare del tempo mette un po' di fretta al suo interlocutore. Menzionata la parole e-commerce, inizialmente, quasi si pente di essersi messo a disposizione, non sa fino a quanto può arrivare semplicemente seguendo dei tutorial, però può essere una buona occasione. I siti in rete, d'altronde, non guadagnano solo con la vendita dei prodotti, ma possono implementare sistemi di advertising e indicizzazione, che in genere vengono usati per pagare i costi del dominio. < Ci posso provare! > Prima parlava di facilità, ora parla di un tentativo, se da una parte crede di poter tenere in mano una cinepresa, dall'altra sa bene di non conoscere nulla di scripting e programmazione di siti web. < Posso sapere chi è il tuo amico? > Lo chiede non tanto perché ci siano dei problemi con una collaborazione a tre, piuttosto per avere idea di chi sia, magari lo conosce già. Mentre la segue, per abbandonare il quartiere, continua a informarsi, se deve fare quel lavoro è giusto che si a conoscenza perlomeno dei dettagli. Anche perché se si fosse trattato di illegalità avrebbe già fatto dietrofront. < Ci sta. > Commenta sul prezzo, per comprare gli yo-yo non servono chissà quanti soldi, tranne per le edizioni limitate, quelle arrivano anche a duecento ryo. < Cosa venderemo sul sito? > Ma, a proposito di vendita e di scambi, si accorge di una cosa che gli è dovuta. Tralasciando il fatto che, in realtà, l'ultima volta è stato lui a ignorare la situazione per via della fame incontrollata. Un bacio, minuscolo, per quello che è, gli è dovuto. La cosa buffa, a dire il vero, è che può avere senso a prescindere dal travestimento. Possono esistere i bulletti di quartieri omosessuali, crede lui. < Ehm... > In evidente imbarazzo, sa cosa dire ma non come dirlo, ciò che teme è la reazione di lei, ha già ricevuto un calcio nei piedi, salendo un po' in su i possibili bersagli rimanenti non sono molti. < Me lo dai ora il bacetto? > Domanda che normalmente viene posta dai dodicenni, alle loro crush, non sapendo nulla di come funzionano i rapporti amorosi. Forse si lascerà abbindolare di nuovo, come successo con le percentuali, d'altronde basta poco a entrare nella friendzone.

21:32 Saigo:
 Si incamminano dunque per uscire da quel mondo parallelo che di fatto è il quartiere povero, se solo fosse una persona meno egoista potrebbe perdersi in ragionamenti sulla giustizia della loro situazione, su quanto possa o meno essere corretto che parte della società sopravviva in quelle condizioni, domandarsi come sia possibile sopravvivere, come si riesca a tirare avanti e perché si siano ridotti così, tutto questo solo se fosse una persona altruista ma dato che è tutto fuorché interessata alla situazione degli altri a lei preme solo togliersi velocemente per evitare di sperimentare sulla sua pelle le dicerie che vengono date per realtà assodate. Mica le interessa scoprire la verità. Dalla tascona estrae con la mano destra il cellulare, sullo schermo c’è segnato il suo numero, lo allunga indietro, verso Daido che ha iniziato a seguirla per allontanarsi con lei <inizia a prendere il mio numero allora> povero ingenuo ragazzo, non ha idea di cosa abbia taciuto lei. Come c’era da aspettarselo lui comunque non accetta un lavoro a scatola chiusa, senza nemmeno sapere cosa venderanno <il mio amico produce armi e noi le vendiamo> ammette candidamente, anche bellissime armi crede ma non è che possa saperlo, la sua abilità con le lame corrisponde a tagliarsi con la carta ogni volta che prende in mano di fretta un copione, quindi non è tanta. Ad ogni modo eccola voltarsi, osservarlo perplessa a quella domanda e inclinare appena il capo verso destra. Una risposta difficile, le serve qualcuno che si occupi di tutto e alla fine cosa potrebbe mai essere un bacio a stampo? Per questo motivo semplicemente si allunga verso di lui, veloce in modo da permettere alle loro labbra di incontrarsi, si poggerebbe su di lui giusto un secondo prima di tornare ad allontanarsi <da adesso siamo in affari> replica a questo punto prima di voltarsi e riprendere a camminare, decisamente più velocemente di prima. Che schifo dare dei baci comunque, non capisce mica perché la gente lo faccia <ahn il mio amico si chiama Fuji è bravo> ed in sedia a rotelle, ma non è un dettaglio di cui pensa di doverlo informare

22:27 Daido:
  [Uscito dal quartiere povero] Quindi, ricapitolando, Daido dovrebbe occuparsi di progettare un sito per la vendita di armi costruite da un certo Fuji. Ecco che si materializza, in testa sua, un obbiettivo, deve imparare qualcosa e non sa quanto tempo ha. Deve imparare a progettare un sito web e trovare qualcosa con cui registrare e scattare foto, anche se pensa sia sufficiente un cellulare e non una cinepresa da migliaia di ryo. Quando lei estrae il telefono per mostrare il suo numero, lui quasi si deve trattenere dai salti di gioia. Ha ottenuto il numero di una ragazza per la prima volta. A sua volta, tira fuori lo smartphone e in poco tempo registra quel contatto, salvando con il nome di Saigo, più l'emoji di un dattero, il ricordo più cario che ha di lei. < Salvata. > Dice lui, tutto contento, non accorgendosi probabilmente che lei è solo interessata all'attività online da lanciare. Non è uno scambio di numeri alla chiamami per uscire a cena, è uno scambio di numeri per lavoro. Daido è così ingenuo e intontito, probabilmente per via dell'attrazione, da non accorgersene. < Armi? Figo! > Commenta poi, non sbilanciandosi con domande più specifiche. Viene colto alla sprovvista, poi, nell'istante in cui ella si volta. Non si aspettava quel bacio, pur avendolo chiesto, in realtà pensava a una reazione simile a quella di prima. Violenta, improvvisa. Eppure, il bacetto sarebbe stato sfuggente. Lui, chiude gli occhi, probabilmente aspettandosi un bacio a stampo di lunga durata, mentre lei non manca della stessa fretta adottata in precedenza. Le sue labbra, di un pigmento più chiaro rispetto al resto del corpo, vengono appena inumidite, l'attimo dopo lei si è già staccata ed è tornata al suo celere spostamento. Per lui quello è già tanto, insomma, ha baciato una ragazza, è contentissimo. Ma in realtà, forse, c'è della banalità in quel bacio, forse non è altro che un modo per siglare un accordo. D'altronde le sue parole la tradiscono, dopo quel bacio sono in affari. Ma Daido non riesce ad arrivare fino a tanto, lui è felice ed entusiasta di aver baciato quella ragazza carina, ciò gli basta. < Fuji? Me lo dovrai far conoscere allora! > Ottimo, pensa lui, fare nuove conoscenze è sempre bello. Certo, spererebbe in qualcuno di simpatico e affabile. < Ti mando un messaggio di prova, per caso hai anche ninjagram? > Anzitutto, fa la classica procedura da adottare quando qualcuno ti da il suo numero, in modo che lei possa registrarlo a sua volta, poi le domanda del social non tanto perché lui ne faccia chissà quale utilizzo, piuttosto per avere un modo per seguirla. Con ninjagram potrebbe vedere quella ragazza carina senza maschere o travestimenti.

22:46 Saigo:
 Quel bacio a dirla tutta è anche il suo primo vero bacio, nel senso che sul set ne ha sicuramente dati altri ma si trattava di recitazione, di provini di lavoro e non era una cosa così strana. Non le piace comunque, quel contatto non le comunica nulla e ben presto se ne fa una ragione, continua a non comprendere perché le persone lo facciano, incapace di collegare i sentimenti al gesto, ormai è così raro che ne provi di reali. Si tratta sempre di lievi simpatie, amicizie come con Nene, trova qualcuno simpatico e lo segue ma non sa se sarebbe mai pronta a sacrificarsi davvero per loro, a fare un passo che le costi qualcosa. Superficiale forse nei suoi rapporti sociali ma ha perso così tanto e così da piccola che non è semplicemente più stata abbastanza forte per ricominciare, le rimane solamente lui e persino nei suoi confronti ha smesso di provare qualcosa oltre alla semplice amicizia. Appena le arriva il messaggio altrui si limita a salvare il nome “Yo-yo” ovviamente, anche perché in questo esatto momento non saprebbe nemmeno dire se si sia presentato. Annuisce poi a quella richiesta <ti porterò da lui così vedrai anche le armi> ammette semplicemente continuando a passeggiare, velocemente, per uscire da quel posto, non dando ulteriore valore ai suoi gesti o a quello scambio di numeri, si tratta di lavoro. Rallenta appena la sua camminata a quell’ultima domanda mentre, ormai giunti al confine di quel quartiere, la destra si alza così da andare a rimuovere il cappelli e lasciare che i suoi capelli tornino a mostrarsi nella loro splendida biondezza, perché con quell’assenza di luci i riflessi rosa sono praticamente inesistenti <mi chiamo Nai Manami> un significato molto profondo dietro a quel nickname, dietro a quell’identità digitale, qualcosa che non svelerà mai ne spiegherà, non per riservatezza vera e propria ma per timore, paura di non essere in grado di sopportare il ricordo o il racconto <seguimi!> lo incita poi, consapevole di quanto il suo lavoro passi anche attraverso ai social, le sono state rubate fin troppe parti da maledetti influencer senza talento alcuno per la recitazione. Lo saluta infine, alzano la sua mano destra prima di mettersi a correre, deve dare la notizia a Fuji, deve avvisarlo che il loro progetto sta per compiersi e con questo si allontana, lasciando Daido da solo dopo averlo salvato da una bella rissa che avrebbe, secondo il suo pensiero, perso malamente[end]

Saigo coinvolge ufficialmente Daido per il sito di e-commerce suo e di Fuji.
Daido viene truffato ma si becca un bacio a stampo