I nuovi volti della foglia
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Giocata del 12/02/2021 dalle 15:08 alle 19:35 nella chat "Nuovo Monte dei Volti di Pietra"
E' incredibile ciò che riescono a fare i ninja pur di non slegarsi dal proprio passato, una riproduzione perfetta in scala d'innanzi la magione dell'hakage, la stessa che potrà vedere da molto, molto lontano consapevole che non vi sarà più quella donna dai capelli rosa a sporgervisi fuori. Sosta anche lei su quell'altura , memore di tempi trascorsi più leggeri e felici ove anche la rossa ha avuto modo di vivere la pace e l'antichità della foglia, ove ha apprezzato tradizioni diverse e anche la stessa popolazione, molto meno guerrafondaia del paese del cielo. Tutto è diverso adesso, il mondo è andato avanti e alcuni son rimasti indietro , pochi a dire il vero, quelli che ancora tendono i propri pensieri a ciò che fu e non a ciò che è. Vi sono quelle delicate panchine in legno chiaro sparse al di sopra, piccoli alberi sottili a creare un poco di bellezza naturale e donano loro ombra da quel sole cocente e creando una piccola oasi in quella scura montagna creata dal doton stesso. Indossa ancora le vesti della notte prima, il kimono rosso con quei disegni floreali non troppo lungo, la fascia stringe il busto legando le estremità sebbene le clavicole restano esposte al fresco del lieve vento che soffia. Un dono bellissimo, una veste che le ha donato il Seiun, eppure è da lui adesso che rifugge quando sa cosa dovrà fare , quando sa come andrà a finire e non vi sarà modo di sentirsi in quel modo, rilassata per una volta. Solo un giorno in più in quella vacua normalità che non le appartiene, a udir il canto di uccelli in festa tra alberi molto spogli e tra la gente che continua a festeggiare anche lassù. Una sottile fila di piccole botteghe si apre alla vista sul lato sinistro, venditori di oggetti comuni che richiamo però il villaggio della foglia insieme alla sua storia. Piccoli portachiavi con i visi dei vecchi kage, statuette e cose più tecnologiche di cui non ha capito la vera funzione ancora. Non avanza da nessuna parte quest'oggi, siede da sola su quella panchina che le ha donato riparo alla notte, li sotto quei due alberi che allungano dolci le loro braccia sul viso stanco e le iridi socchiuse . I lunghi capelli scivolano lungo la panca sotto il sedere anche non provocando alcun fastidio, è nella pace dei sensi, ma ancora per poco. Le iridi stanche e azzurre scivolano su visi sconosciuti, senza interessarsi davvero di alcuno ancora, in attesa che qualcosa accada. [Volti di Pietra] Stranamente c'è un sole in grado di spaccare anche le rocce. Evento atmosferico raro, quasi inusuale. Anche in questo è cambiata Konoha: da pomeriggi di pioggia e serate innevate, a giornate calde. Luminose. < Alla fine è stato rifatto... > Sussurra, terminando di salire i gradini, restando con il naso all'insù, contemplando i volti dei vari Hokage che si sono succeduti negli anni. Lo sguardo color ametista indugia, si sofferma più del dovuto su quello di Furaya. Sospira rumorosamente, abbassando il volto nel divenire torvo. < ..... > Da quell'evento catastrofico, non ha avuto più notizie della donna, così come di Keiga. Ormai le ha dichiarate morte. Non sopravvissute all'attacco. < Uh? > Inarca il sopracciglio destro mentre avanza in quella sorta di spiazzo, inquadrando nel proprio raggio visivo la figura di Sango. < La bibliotecaria sta facendo una pausa? > Chiede verso la rossa, indirizzando il passo proprio verso di lei. Abbozza un sorriso, rapido e fugace, continuando a fissarla con l'unico occhio visibile: il sinistro. L'altro, è coperto dalla capigliatura corvina che gli ricade sui tratti somatici. Si presenta vestito come al solito: calzature da Shinobi aperte sulle punte, abbinate a dei pantaloni scuri come la pece con dei ghirigori dorati. Il petto, invece, è coperto da una maglia nera e una felpa con zip verticale bianca. Quest'ultima ha la manica sinistra lunga fino al polso, coprendo tutto l'arto, mentre sulla destra è mozzata. Infatti il braccio dritto è adocchiabile facilmente, mettendo in mostra una muscolatura non esagerata, ma definita. Dietro di sé, assicurata tramite un fazzoletto di seta e posizionata diagonalmente, la giara giallo ocra in cui è contenuta la sabbia sacra del paese del Vento. Sospira, mentre odori di qualsiasi genere si espondono nei polmoni provocando imbarazzanti rumori allo stomaco, non ancora, cerca di resistervi quanto può e un tempo sarebbe stato molto più facile, adesso continuerebbe a mangiare all'infinito senza ritegno. Ma una voce la ode, più la parola sarà quella a farla voltare. la memoria che va a ripescar quel suono, quel timbro per poi ricollegarlo allo stesso viso del bel giovane che la saluta < potresti usare il mio nome > lo rimbecca si, ma la voce rimane dolce , miele al sole al momento mentre se lo gode come farebbe un gatto, o una tigre. Ama la pioggia, ma l'eterna acqua può divenire quasi fastidiosa perfino alle proprie orecchie, poter sentir davvero quella natura che si risveglia nelle giornate di primavera è più elettrizzante < Sabaku se non sbaglio > anche lei lo affibbia con il suo clan, la sua giara è già un razzo segnalatore a chi riconosce quel clan in effetti. Non si scompone ma rimette la schiena dritta sul legno, le gambe perfettamente unite per ridestar la veste < si, oggi si > sospira portando di nuovo le iridi d'innanzi a se < mi sembra di star per rivivere la pace prima della tempesta > sempre lugubre a suo modo, incapace davvero di potersi rilassare e lasciar alle spalle tutte le cose che devono esser lasciate indietro. Ma almeno adesso ha tutte le motivazioni d'esser nervosa < senti Dyacon > rimembra chiaramente quel nome, e li andrebbe ad osservarlo di nuovo, gli azzurri occhi alla ricerca del suo unico visibile < tu sei un ragazzo > ovvietà a parte , è chiaro che lo sia < vorrei chiederti qualcosa se hai qualche minuto da dedicarmi > un chiaro invito ad unirsi a lei, eppure starà a lui decider ovviamente cosa fare, non lo avrebbe costretto a udir il proprio ciarlare ne le confusioni che può passare una donna nei confronti di un uomo, si beh, ci siamo capiti, no? Attende quella decisione, facendo spazio e scivolando di lato sulla panca dritta per permettergli nel caso di sedersi lui stesso. [Volti di pietra] Le distanze vengono prima dimezzate e poi, successivamente, azzerate. Si pone lì, accanto alla panchina dove siede la rossa, restandosene in eretta postura e con le braccia conserte al petto. L’osserva dall’alto verso il basso, ponendosi in ascolto delle parole che l’altra esterna. Ciò che avverte di diverso e che gli balza subito all’orecchio, rispetto al loro primo incontro, è il tono della voce: stranamente mieloso. Troppo dolce. < Hai ragione Sango. > Annuisce un paio di volte con dei rapidi cenni del capo. < La prossima volta ti chiamerò subito per nome. > Così da sigillare finalmente la loro amicizia(?). < Quiete prima della tempesta? > Ripete le sue stesse parole. < Magari fosse… > E una leggera brezza s’insinua tra la folta capigliatura, alzando e muovendo qualche ciocca ribelle. < Mi sono stancato di stare fermo ed essere rinchiuso qui dentro… > Il suo animo guerrafondaio è stato ingabbiato a lungo, troppo tempo. Ha bisogno d’avventura, di azione, così da togliersi di dosso quella ruggine accumulata negli anni. Si è allenato, per carità, ma l’adrenalina di una missione non è la stessa identica cosa. < Uh? > Aggrotta la fronte sentendo il preambolo che la sua interlocutrice fa. < Beh, a quanto pare si… > Allarga le braccia, lievemente ironico il dire, rispondendo a quella che, di fatto, è un affermazione: è un ragazzo. < Cosa c’è Sango. Devo preoccuparmi? Richiamare il Chakra? > Scherza ovviamente, ma non troppo(?). < Ah, forse ho capito… > Lampo di genio. < Vuoi testare la mia mascolinità facendo sesso qui, alla luce del sole, e sotto gli sguardi degli Hokage. > Situazione che lo eccita, e non poco, qualora si avverasse. Il ghigno stampato in viso non accenna a sparire, ma anzi, al termine della frase si amplia ancora di più. Si è fatto più schietto, tagliente, in questi 10 anni. Nonostante lo sdrammatizzare, non perde quell’alone di sicurezza e mistero che lo caratterizzano. < davvero? > un sussurro che si sporca di malinconia, uno sguardo che si posa lontano su quelle stesse genti < ho passato tanti anni a far la guerra all'alleanza, agli altri villaggi > un sussurro basso , solo per lui, intimo per non lasciar ad orecchie indiscrete il lusso di poterla udire < eppure se mi chiedessi adesso di uccidere queste persone, riuscirei a farlo? > una domanda che la tormenta ancora e alla quale cerca ancora risposta < non sarebbe poi così male vivere così, in questa pace forzata. Poter crescere, far ciò che si desidera.. respirare > i semplici atti della vita, quelli sempre dimenticati e resi banali ai loro occhi, eppure la loro linfa vitale < sono rimasta sotto terra per dieci anni, comprendo ciò che vuoi dire > si, sebbene sia stata nel mezzo di un limbo mentale fatto di immagini e sogni bizzarri e senza significato alcuno. Missioni, muoversi, un obiettivo, non ha ancora nulla sebbene una strada sia stata tracciata, troppo lieve per essere ancora realmente importante, ma vi è . E' un ragazzo , si lo è < fisicamente rispecchi tutti i caratteri dei ragazzi > sebbene sia più maturo, simile ad un uomo < ah ah > beh, potrebbe aver bisogno di aiuto nel richiamare il chakra ma non oserà mai dirlo, non si porrà in un livello inferiore o il passato l'avrebbe punita a dovere . Lo ascolta e quel rossore la invade, il viso che si imbarazza per quella schiettezza trovandosi a sospirare < non sto parlando di quello, torna alla realtà piccola lepre > dove corri piccolo Dyacon? Che poi la rossa ti butta giù, ma ciò non lo diremo, perchè non s'avvererà ancora, dannato te < ho fatto una cosa che probabilmente porrà il mio uomo nella condizione di mollarmi > una frase semplice, diretta, quasi asettica, come se non ne provasse dolore < sono andata a letto col mio capo clan, sempre di..sesso si parla, e non d'amore, eppure l'ho fatto > si volta anche lei, sempre diretta a suo modo nel chieder le cose, ma mai nello rispondere < se fossi tu il mio ragazzo, come la prenderesti? > bene non sembra possibile, eppure potrà illuminarla su qualcosa che ancora non sa e mal comprende, i rapporti duraturi nel tempo. [Volti di pietra] Prende posto accanto a Sango su quella panchina in legno, venendo illuminato e accarezzato dagli ultimi raggi solari emanati dall’astro diurno, pronto ad abdicare in favore della sorella Luna, regina incontrastata delle Tenebre. Poggia le terga sulle assi, speranzoso che la seduta sia abbastanza profondo per accoglierlo. Non scordiamoci che dietro di lui, assicurata alla schiena, svetta la giara color ocra simbolo d’appartenenza al clan Sabaku. Piega il busto in avanti così da non aver nessun eventuale intralcio. Capo ruotato in sua direzione e orecchie ben dritte nell’ ascoltare quella confidenza. < Perché mai dovresti uccidere tutta questa gente, Sango? Cos’hanno fatto di male? Sono uno a cui la guerra piace, un’attaccabrighe, ma per togliere la vita a qualcuno devo avere un valido motivo. Non lo faccio per diletto o per placare la mia sete di sangue. > Fortunatamente non è né uno psicopatico, né un serial killer. Ogni azione la pondera. < Rispecchio i canoni dei ragazzi. Lo prendo come un complimento. Tsk! > Schiocca la lingua sul palato, allargando gli angoli della labbra verso l’esterno, disegnando l’ennesimo sorriso della giornata. < ….. > Non dice nulla, limitandosi solo ad aggrottare la fronte quando l’altra prende in mano il discorso. Quella situazione per certi versi gli riporta in mente ciò che provava per Keiga. Amore no, ma un sentimento che cercava di spiegare all’Inuzuka ogni qualvolta si incontravano. < Come la prenderei? > Le palpebre si socchiudono, facendo diventare le pupille due fessure. Volto inespressivo. Puro ghiaccio. < Avrei ucciso te ed il tuo capoclan. > Sentenzia senza mezze misure, schietto e diretto come sempre. < E non si tratta della strozzata dell’onore e roba del genere… > Cerca di essere il più chiaro possibile, snocciolando il suo punto di vista. < Entrano in gioco troppi sentimenti. Fiducia, rispetto, amore e via decidendo… > Scrocchia i muscoli del collo, ruotandolo a destra e manca. < Le ferite del corpo si rimarginano, quelle dell’anima sono indelebili. > Massima sentita a Suna molto tempo fa, quando era piccolo. < Se non vuoi più stare con una persona basta dirglielo. Io starei male, però poi me ne farei una ragione. Ma venire a sapere che la persona che mi è accanto ha mandato a farsi fottere il nostro rapporto, senza affrontare il discorso e per di più andando a letto con altre persone, non è degna del mio perdono. > Tutto d’un fiato. < Vi sotterrerei sotto ad un’onda di sabbia. > E ci è andato leggero(?). < Perché diamine lo hai fatto, Sango? > Ode la sabbia leggera, quel tintinnio della giara contro il legno stesso, chiedendosi perchè non se ne liberi momentaneamente poggiandola semplicemente a terra, ma non è proprio dovere chiedere, ne così interessata dall'esserne incuriosita abbastanza da sollevar il discorso. Solo le sue parole son importanti adesso, lasciando l'altro tutto il tempo per pronunciarsi, per lasciar che il proprio essere possa scivolar via e mostrarsi con chiarezza ai propri occhi. Lascia che scorra il tempo, la mente che si allenta con le ultime luci di un sole che sta per salutarli, donando però un tramonto di quelle che la fanno sorridere < Yugure > un sussurro breve e basso, nessuno di loro s'è salvato alla fine < per vendetta .. desiderio, rivalsa > tanti sono i motivi per cui l'ha fatto < per vedere nei volti degli altri la stessa disperazione che ho provato io, per ammettere la mia forza e ciò che posso fare > troppi motivi che possono portarla a quello, eppure il corpo rimane rilassato con le mani in grembo, dita che giocherellano tra loro rincorrendosi e formando disegni astratti < beh non sei una donna senza dubbio, sebbene come ragazzo ti manca un pò d'eleganza , sei un pò rozzo > dritta ad affondar un coltello invisibile in lui e nella sua "arroganza". Eppure è li per chieder qualcos'altro, per chiedere in fondo cosa farebbe lui al posto di qualcun altro, come la prenderebbe di fronte una verità simile e ode quelle parole di guerra e fuoco, uccidere pur di soffocar il dolore? < capisco > il sussurro esce fioco dalle morbide gemelle rosate mentre riporta lo sguardo d'innanzi a se, donandogli il proprio profilo < non desidero lasciarlo, lo amo e su questo non v'è dubbio alcuno > no non è quel genere di situazione dopo tutto, il sentimento vi è ancora, puro si eppure sporco di bugie e segreti < sarò io stessa a dirglielo, non sono cresciuta tanto per nascondermi dietro un segreto simile > e li l'orgoglio che svetta, così come quell'occhiata di puro fuoco che donerà l'altro, vicino < l'ho fatto per evitare una guerra, l'ennesima > quella che avrebbe riportato di nuovo sangue e dolore in quella nuova Ame < lui desiderava il mio corpo, io desideravo poter prendere il posto all'interno del clan senza doverlo dividere e spezzare per una seconda volta > seria in quel che dice, sebbene soffochi una punta di dolore nelle proprie parole, stoica come sempre, quel pezzo di fuoco adesso gelatosi completamente, pur di risollevar quelle mura intorno a se e annegarvici dentro < mi è sembrata la cosa giusta da fare. Un corpo non è altro che un mero corpo > la lingua che esce ad umettar le morbide labbra < sebbene sappia d'esser egoista al punto dal pensare più ad un clan che alla felicità stessa > combattete e guerriera anche lei fino al midollo, quello che è non può esser cambiato dall'oggi al domani, e quei dieci anni son trascorsi come un battito di ciglia. Inutili. [Volti di Pietra] L'occhio color ametista rimane fisso sul volto della ragazza dai capelli rossi, attendendo con impazienza la risposta alla sua ultima domanda. Non si capacita di come una donna, o un uomo, è lo stesso, giungano a tanto. Basta parlare, essere sinceri con chi si è costruito qualcosa. La verità fa male, ma con il tempo viene apprezzata rispetto ad una menzogna. < E tu che ne sai della vita degli innocenti che andresti a spezzare? Cosa sai di quanta sofferenza e disperazione hanno già patito. > Quella frase fuoriesce dalle labbra con un tono di voce pacato e caldo allo stesso tempo. < Se vuoi ammettere la tua forza, renderla pubblica, sfidati e reprimi chi veramente ti ha lasciato delle cicatrici profonde, non eliminabili con una semplice passata d'acqua. > Discorso che per lui fila liscio come l'olio. Forse non per l'ishiba, ma il mondo è bello perché è vario. < Rozzo? Tsk! > Questa non se l'aspettava. < Posso essere rozzo ed elegante. Non mi focalizzo mai su un'unica cosa. Ma imparerai a conoscere tutte le mie sfaccettature in caso... > Gli strizza l'occhio sinistro, unico visibile allo sguardo altrui. < Sei sicura di amarlo? Se sei andata a letto con un altro uomo è perché il tuo non ti soddisfa sotto determinati aspetti. > Spiattella di nuovo la verità, incurante di essere poco delicato e risultare una persona con poco tatto. < Il dolore sentimentale fa male Sango. Tremendamente male... > Malinconia in quest'ultima frase, figlia del ricordo dei propri genitori scomparsi molto tempo fa ormai. < Cosa stai cercando di dirmi? Che questo è il prezzo che hai dovuto pagare per salvare una nuova, ennesima guerra? > A quanto pare, sì. < Le guerre fanno parte della nostra era. Se non sarà questa a scoppiare, sicuramente ce ne sarà un'altra. > Bella prospettiva del futuro. < Hai anteposto il tuo ego. Hai raggiunto il tuo obiettivo, però non ti sei calata nei panni dell'altro. > Scuote leggermente il capo, in disaccordo con lei. < Con il tuo corpo sei libera di fare ciò che vuoi. Ma sappi che ogni tua azione comporta una reazione e molte persone non riescono a passare sopra al motivo del tuo gesto. Io in primis. > Il rispetto e la fiducia, sia in amore che in amicizia, prima di tutto. < Se fossi stata la mia donna, il solo pensiero che qualcun altro ti abbia sfiorata, toccata, baciata, mi manderebbe letteralmente al manicomio. > Istinto che, molto tempo fa, reprimeva con Keiga. Ma era giovane, adesso, con dieci anni in più sulle spalle, capisce una vasta cerchia di situazioni che prima gli erano occultate. Sorride, un sorriso che s'ha d'amaro e d'un vecchio odio le cui sole briciole vagabondano nell'animo senza alcun frutto alla quale appigliarsi e poi far marcire < ero anche io innocente un tempo > troppo tempo prima anche lei era come loro, come quei abitanti, senza alcuna sofferenza, senza dolore, felice della vita stessa < mi avete portato via tutto > e li il viso andrà lento ad osservar l'altro, senza alcun sorriso, solo con un rammarico mai finito e mai sepolto davvero < l'alleanza mi ha portato via tutto, dunque perchè non dovrei farlo anche io? Distrugger le vostre vite misere e deboli per il mio diletto > il fuoco che s'accende, d'una tigre che si risveglia nel suo incendio personale, che torni infine a ruggire seppur senza alcuna forza reale. Solo quella dell'animo , che quel Sabaku riesce a riaccender in pochi attimi, un vero talento insomma. Scuote il capo ritornando al proprio posto per non saltargli addosso, letteralmente, e stringer le braccia in quell'incrocio sotto i seni < dovrei sciacquarti la bocca con l'acido se fossi sotto le mie direttive > qualcosa che ha già fatto, tra acido veleno o sapone che sia pur di insegnar l'educazione a quei ragazzini . Eppure la stretta delle braccia lentamente s'allenta, e li andrà a sollevarsi davanti a lui, udendo tutto mentre il vento soffia la brezza della sera ormai in arrivo. Un tramonto ormai giunto al suo pieno culmine mentre il sole si tuffa definitivamente oltre l'orizzonte e lo sguardo segue quella fine che porterà al buio < è il prezzo che ho voluto pagare. Per non uccidere il mio stesso sangue, per non dividere quella che è l'unica famiglia di cui mi sia sempre importato qualcosa > un prezzo per nulla alto, non per lei almeno < uccidere te non mi causerebbe alcun dolore ad esempio, uccidere qualcuno di Ame, si > unico suo mondo da proteggere, unica sua ancora rispetto a tutto il resto, e tutto quello potrebbe prender fuoco e venir distrutto sotto i propri occhi senza che nulla si smuova nel proprio petto, incapace di provare compassione o amore nei confronti del prossimo, incapace anche di controllarsi quando quei sentimenti la legano a qualcuno. Accade, raramente, ma accade per propria sfortuna < sono un essere egoista, ho colto l'opportunità di non versare sangue > una d'oro al proprio pensiero eppure i denti andranno a mordere il labbro inferiore con forza < so che mi odierà adesso > lo sa, come quel dolore sordo che divampa nel petto, lo rende pesante e non ha nemmeno il diritto di versar alcuna lacrima. Stoica nella propria posizione, retta senza piegarsi, senza crollare d'innanzi ad alcuno. < la vera forza viene dalla solitudine Dyacon, se ti innamori, se ti affezioni, divieni debole, incapace di prender le giuste decisioni per colpa di qualcun altro > un occhiata dall'alto al basso, una freccia che vuole scoccare dritta a lui, al suo petto, solo per potersi sfogare su qualcuno. [Volti di Pietra] Busto piegato in avanti e e gomiti delle braccia che si poggiano sopra i quadricipiti, dando modo agli avambracci d'issarsi verso l'alto, verticalmente. Le mani si aprirebbero, accogliendo tra loro il mento del Sabaku. Sguardo che si perde nei volti scolpiti in roccia divenuti scuri con il calar del sole, almeno fin quando la prima frase di Sango non gli arriva diretta alle orecchie, smuovendo in lui un sentimento di disprezzo. < Proprio perché eri un innocente dovresti capirlo più di tutti. Perché devi far passare le tue stesse sofferenze ad altri bambini o persone che non c'entrano nulla con il tuo dolore? > Domanda, immergendo lo sguardo color ametista in quello di lei. < Andiamo Sango... > Scuote il capo. < Ti reputo una persona intelligente. E da una persona così mi aspetto equilibrio. Logica. L'alleanza ti ha portato via tutto? Prenditela con gli Shinobi che ti hanno ferito, non con la popolazione che non SA NULLA delle manovre politiche. Non vorrai dirmi che un bambino di due anni, o una vecchietta che a stento si regge in piedi sono gli artefici della tua pena... > Sospira, cercando di portare dalla sua parte la rossa, imponendogli il ragionamento. < Sii seria... > Sbuffa, osservandola alzarsi e lasciare la posizione seduta accanto a lui. < Sciacquarmi la bocca con l'acido? Tsk! > Schiocca la lingua sul palato, sorridendo divertito a quell'immagine. < Se invece TU fossi stata sotto di me.... > Cerca di trovare na parola giusta per proseguire la frase. < ...beh, ti lascio immaginare. > Gli strizza l'occhio sinistro, mentre le dita della mano destra si dipanano e poi, vengono fatte passare tra la folta capigliatura corvina. < Sei stata messa di fronte ad una scelta. Classico bivio stradale: destra o sinistra? > Soprassiede alla minaccia neanche troppo velata dell'Ishiba, andando oltre. < Dov'è scritto che dovevi per forza scegliere quelle due opzioni? Perché non ne hai creata una tua: prenderti Ame e allo stesso non scendere a patti con un individuo del genere? > Molti credono che ogni essere vivente abbia già il destino segnato. Lui è di un altro parere: se lo crea! < Oddio, ancora questa frase... > Il capo si reclina verso il basso, mentre la mano destra - tramite il palmo - nasconde i tratti somatici. < L'ho già sentita tempo fa da una persona a cui tenevo... > Keiga. La stessa Inuzuka che crede morta. < Da una parte posso darti ragione Sango, ma dall'altra non hai la minima idea di quello che ti stai perdendo... > La posizione austera e l'espressione seria di certo non lo fermano o lo intimoriscono. La testa verrebbe spinta in avanti, portata ad avvicinarsi verso di lei. Prima dritto per dritto, dando l'impressione di volerla baciare per poi, quasi all'ultimo, deviare con le labbra nei pressi del suo orecchio sinistro. < La V I T A! > Sussurra nei pressi del lobo. Ne assapora l'odore. S'inebria del suo profumo. < Con le emozioni si vive. Senza si è solo di passaggio... > Resta in quella posizione, accanto a lei, sempre se l'altra gliel'avrebbe permesso. Seria? Si che lo è, sebbene l'ira illumina quegli occhi mentre le luci della città s'accendono. Uno dopo l'altra, per illuminar quel panorama di qualcosa mai visto. Migliaia di anime, luci , la continua festa di risate che non le appartengono e che non fanno per lei. < cosa sai di me piccolo Sabaku > lo sguardo linciatore, dall'alto della sua posizione assunta adesso con quel corpo che si volta verso lui, che possa chinarsi verso lui, provando a porre il proprio viso li vicino al suo, tanto vicino da sfiorar le sue stesse labbra, con le mani a sollevarlo dolcemente verso il proprio. Se vi fosse riuscita continuerebbe quei sussurra a quella distanza indecente e quasi inesistente < mi prendo ciò che desidero, ho ucciso, ho messo in piedi una guerra > si, non da sola, ma anche per lei quell'ultima guerra è avvenuta distruggendo poi quel mondo come lo conoscevano < una vecchia madre di un ninja, un futuro ninja, non vedo altro > quegli occhi che desiderano penetrare il suo stesso animo, un sibilo roco basso, perfino cattivo <secondo te cosa potrebbe valere più della mia stessa vita? > una domanda retorica, eppure la risposta non verrà donata, non a lui, non adesso. In quel momento lo lascerebbe andare per risollevarsi al proprio posto < si, acido, veleno, puoi sceglier > lo adocchia seppur divertita dal suo trovare in ogni proprio dire < tu desideri la carne? Puoi trovarne quanta ne vuoi nei vicoli di quei villaggi lontani > che vada a trovarsi una compagna per la notte a questo punto, no? Perchè non ne ha creata un'altra? Perchè non s'è fatta forza con quel che aveva? Ma cosa le rimane se non il nulla e l'incapacità perfino di impastare il proprio chakra? Debolezza, null'altro < ho fatto ormai la mia scelta, non si torna indietro > non si torna mai indietro da nessuna scelta, ne quelle di una guerra ne quelle d'amore, tutte vanno seguite a testa alta finchè si può < oh > ode quella frase, lei non sa cosa si sta perdendo? Gli occhi lievemente umidi si posano di nuovo su quel bel viso, d'un arroganza alle volte da prender a schiaffi eppure sincero a suo modo < lo so bene > ma lo ha deciso, è questo che pone la differenza < e sono debole > un sibilo basso mentre l'altro potrà avvicinarsi a lei, dritto al punto seppur devi verso il lobo, causandole una piacevole scarica lungo il corpo . Il profumo di alberi, di natura selvatica che sfugge alle proprie membra per odorar anche le sue con dolcezza < e si muore > un ultimo sussurro al suo di lobo, un soffio delicato e caldo con le labbra che andranno a sfiorar di proposito la sua pelle e da li prenderà a camminare, verso Ame probabilmente , senza aggiunger altro, lasciando che la notte metta fine a quell'incontro ambiguo. [end] [Volti di Pietra] < Cosa so di te? > Sostiene lo sguardo di lei, quasi a volerla sfidare, ad alimentare ancora di più quel fuoco che si tiene dentro. Benzina pura su una fiamma appena rinata. < Negli anni ho imparato che quando a qualcuno viene mostrata la verità, si è soliti rifugiarsi nelle proprie convinzioni. Nascondendosi dietro ad altre domande che, del discorso originale, non c'entrano nulla. > Piccola parentesi del suo passato. < E tu stai facendo esattamente questo adesso, Sango. > Le dita della mano destra massaggiano il mento glabro, mentre il sorriso irriverente non accenna minimamente a scomparire. < Sai, le donne che sanno quello che vogliono mi hanno sempre attratto. > La sta praticamente inserendo in quel gruppo, affascinato dalla sua determinazione. Psicopatica, ma con degli attributi. < Quando non vedi altro, basta cambiare punto di vista... > Resta di fronte a lei e, se visti di profilo, si può notare la lieve differenza d'altezza che intercorre tra i due, con il Sabaku di poco più alto. < Su un punto finalmente siamo d'accordo... > Dopo tre ore di chiacchierata, qualcosa in comune ce l'hanno. < Non si può tornare indietro... > E fosse per lui s'immergerebbe nelle stringhe del tempo per provare a riportare in vita i suoi genitori. Affetto materno e paterno strappatogli troppo precocemente. < ..... > Sente il tocco delle sue labbra sulla propria pelle, avvertendo ogni singola emozione che ne scaturisce. Si morde il labbro inferiore e, al contempo, reclina di poco il capo all'indietro, come a volergli lasciare più spazio. Campo libero. Come se non bastasse, un brivido gli risale lungo la schiena. Sospira rumorosamente, immaginando già le cose più zozze. Ma non è questo il giorno(?). < A presto piccola Ishiba... > I bollori vengono placati, smorzati, limitandosi unicamente ad osservarla lasciare il luogo. Segue la sua dipartita fin quando l'occhio glielo permette, dopodiché anche lui prende la strada di casa, scendendo la moltitudine di scalini che in precedenza lo hanno portato fin lì. [X]