La via dello Sharingan
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Giocata di Lavoro
Giocata del 11/02/2021 dalle 18:51 alle 21:31 nella chat "Luogo Sconosciuto"
[Verso biblioteca] è una semplice e normale serata per L'uchiha che per questa sera, ha deciso un po' di staccarsi dagli studi medici per potersi acculturare un po' sulla storia e sul passato di varie cose. In questo momento si incammina verso la zona della biblioteca, vestendo con semplicissimi abiti normali: una maglia a maniche lunghe bianca dal collo alto, un pantalone nero con cintura marrone e fibia color giallo oro e un paio di anfibi anch'essi neri ai piedi. I capelli tenuti corti e rasati ai lati e medio-lunghi nella linea centrale, tirati indietro così da lasciare la fronte libera. Addosso non ha alcun tipo di equipaggiamento che possa definirlo ninja, se non un semplice cellulare che si premura di mettere su silenzioso appena entrato. <Mhhh...> si guarda attorno con i suoi occhi celesti, per capire bene in che modo muoversI: di sicuro dovrà chiedere aiuto a qualcuno per le informazioni che ha bisogno di ottenere o che desidera <C'è qualcuno..?> chiede con il tono di voce basso così come il timbro, non volendo disturbare ma permanendo serio e attento a ciò che può esserci in giro. No, non tornerà subito al clan, non l'avrebbe fatto come una sorta di rispetto per il bianco che l'attende. La testa gira lievemente eppure non si pente delle proprie scelte, tutto è fatto per un motivo, e tutto la sta riportando lentamente a ciò che era un tempo - un ninja. Quella figura che pare quasi essersi dissolta nel tempo per lasciar posto a venditori, festaioli come in quelle strade che ancora s'accalcano tra loro nonostante qualsiasi tempo vi sia - pur di festeggiare la fine di un falso dio che le ha strappato via il tempo. L'unica cosa che ha veramente valore, un valore che comprende solo adesso . Si sistema i lunghi capelli come può , coperta da quell'ombrello che ancora porta seco, sebbene non sappia d'esser seguita eppure non abbassa la guardia nonostante la propria attuale debolezza , non è ancora diventata ne stolta ne stupida insomma. Eppur trascinarsi di nuovo nel passato sembra l'esatta cosa che le serve, non dover parlare per forza e muoversi nel silenzio tombale di un loco abbandonato per lo più in quei giorni di festa. Indossa ancora quella veste, il kimono rosso di ottima fattura che le cinge il corpo e le forme, proteggendola dal freddo e dal lieve vento mentre varca anche lei la soglia di quella struttura posando l'ombrello nell'apposito apparato e notando velocemente l'imponente figura dell'uomo di fronte a se < buonasera > un benvenuto non molto lieto eppure la mente è ancora altrove < scusate il ritardo, di solito non lo sono mai > un singolo dire provando a sorpassarlo semplicemente per posizionarsi poco più avanti e osservarlo negli occhi < avete bisogno di qualcosa? > ovvio che si, eppure molti fanno sa se sebbene li segua sempre come una piccola arpia, nel caso le sudice mani insozzino qualche amato libro . Attende mentre riassetta la veste come può, così come i capelli d'un rosso intenso quanto la veste che scivolano giù per il corpo, e le azzurre iridi possano scivolare intorno. Il silenzio ne fa da padrone a quella struttura. [Verso biblioteca] Attende qualche istante prima di vedere avvicinarsi una figura femminile arrivare improvvisamente, voltandosi leggermente così da guardarla analizzando bene il suo Kimono e il modo in cui è vestita con un sopracciglio inarcato di genuina sorpresa. <'Sera> saluta chiaro, semplice e diretto aggiungendo <Non si preoccupi.> Fa una breve pausa poi <Bel Kimono. Vestiti così tradizionali non li si vede spesso a giorno d'oggi.> gli ricordano quelli che vedeva anni fa prima del progresso tecnologico insomma, permanendo sempre con quella voce seria e austerà; che mantiene principalmente poichèha studiato che se in un gruppo è presente qualcuno che sembra essere sicuro ed emana sicurezza anche le persone attorno a lui si sentono più sicure e questo è ciò che vuole essere per chiunque: una persona che ispira fiducia e sicurezza. <Si a dire il vero.> altrimenti non sarebbe qui <Volevo informarmi sulla storia del Clan Uchiha.> commenta, aggiungendo <Faccio parte di quel Clan: Mio padre non ha mai voluto parlarmene, anche perchè è morto nella guerra. Volevo sapere la sua storia e le sue origini, del perchè si è arrivati al sistema di clonazione.> conclude, avendo fatto la sua richiesta. Le parole di lui risuonano più basse nelle note maschili, un vibrato che si impregna nel legno e nell'etere vuota. Ode quel complimento eppure ancora non andrà a rispondere accendendo quelle lampade a olio con calma e dimestichezza, tutte quante circondate da quel vetro per proteggere ciò che di sacro vi è dentro < le vesti di un passato che tornano sulla terra > il proprio dire fuoriesce sebbene caldo ma non dolce, solo una frase per riempire quel silenzio quasi lugubre , pur di non rivelarsi troppo a quei visi sconosciuti. Un fare che andrà avanti come se l'altro non esistesse per donar un poco di luce evitando le lampade elettriche e tremendamente fredde nel loro sguardo . Solo il suo dire, solo il suo clan andrà a far voltare di nuovo la rossa < un clan molto antico e potente > mormora a bassa voce, un clan che ha conosciuto bene, nei membri e nelle abilità. Ha perfino recuperato un occhio di uno di essi, uno degli ultimi grandi Uchiha apparsi per quelle terre < gli Uchiha che ho conosciuto un tempo vivevano a Oto, sotto la stessa terra > tante piccole formiche laborioso e incazzose a far la guerra a tutto e tutti < un tempo stavano a Konoha eppure la faida fu abbastanza presente per portarli lontano sulle terre del suono > una storia antica eppure conosciuta , di grandi nomi che chi ha orecchie ha udito < durante l'alleanza molti furono portati a Kusa dall'Hasukage stesso > la storia prosegue mentre prenderà una candela per spostarsi lei stessa verso l'oscurità, alla ricerca del giusto passaggio per giungere alle poche righe che la porteranno verso Oto. Uno sguardo, un piccolo cenno per invitarlo a seguirla nel buio illuminato da quella piccola luce < immagino sappiate cosa accadde prima della quinta guerra ninja > indaga sul suo sapere, su quello che l'altro sa già o meno, per evitar di doversi ripetere o aggiungere informazioni inutili. < di come oto si divise dall'alleanza > continua quel cammino facendo lei stessa da Virgilio in quei momenti. La conoscenza è potere dopotutto. [Verso biblioteca] Non replica ad altro sulle parole del passato, quanto più incuriosito invece dalla motivazione per il quale egli è li. Cercherebbe di seguire la ragazza mano a mano che ella avanza, cercando di seguirla e starle dietro mentre ne ascolta le sue parole. Fa un piccolo sospiro, ascoltando le parole di ella <Mio padre abitava ad Oto> fa una breve pausa, aggiungendo poi dopo <Ed è uno di coloro che era a Kusa durante il periodo di alleanza. Dove ha incontrato mia madre e poi sono nato io.> conclude infine, dando un po' di spiegazione anche al suo passato: un minimo, continuando a seguire la ragazza che ora prende la candela per incamminarsi verso le strade <L'ho studiato anni fa, prima dell'ultima guerra.> un breve sospiro <Ma> non ha finito ancora di parlare, aggiungendo <Vorrei sapere tutto. Sono qui per informarmi sul passato nella sua interezz, fin dal primo momento in cui gli Uchiha sono comparsi nella storia ad oggi.> e nonostante ciò, ancora continua a parlare <Legami, nemici, competizioni, declino, rinascita: ogni cosa se possibile.> non pretende, ma chiede gentilmente nonostante la serietà che ci mette visto che l'argomento lo riguarda parecchio. Ode il suo dire mentre passeggia lentamente in quel loco alla ricerca di qualcosa che forse potrà donargli un attimo di chiarezza < rimembro ancora il nome di un grande ninja, Madara > il cui viso s'è impresso indelebile nella propria mente , un viso da ricollegare a qualcun altro eppure identici. Akendo Seiun, un nome sconosciuto a molti, in quella terra è forse rimasta l'unica a conoscere l'identità del possessore del rinnegan? Forse, i libri non potrebbero parlare mai di chi è stato dato per morto troppi anni prima < quando fu evidente il potere dell'alleanza , Kioshi Uchiha , capo clan e futuro kage del suono > inizia li la storia, quella più recente eppure una delle più importanti, quelle che hanno modificato il concetto stesso di alleanza , quella che ha vissuto in prima persona < prese sotto di se tutti i clan di Oto. I doku, gli Yakushi ovviamente, tutti quanti combatterono per liberarla da quella che era un kage sterile e puerile > ogni passo viene mosso secondo una precisa danza, così come le parole, pensate ma soprattutto pesate, non lascerà sfuggir troppo o troppo poco < vi furono altri ad accompagnarlo in questo martirio, coloro che non fecero parte mai di Oto ma desideravano esser liberi > un sorriso caldo sfugge a quelle morbide labbra eppure non glielo andrebbe a mostrar, non sorride per lui < ho visto il suo potere nell'ultima guerra ninja, ho visto il potere di Katsumi Uchiha > i due ultimi grandi illustri di un clan tanto nobile quanto demoniaco. < il loro potere oculare si basava sui genjutsu e non solo > piccole informazioni apprese qua e la nel tempo < potrai trovar qui la storia di quel che accadde quell'ultimo giorno quando venne mossa l'ultima guerra contro l'alleanza > e li andrebbe a fermar il passo per poterlo osservar < quel che troverai nei libri sarà sterile, non so quanti uchiha si salvarono per scriver le loro gesta e quel che accadde in tempi in cui non vivevamo in questa terra > seria in quel dire, vuol fargli comprendere il peso di ciò che sta cercando < ma potrà esser un punto di inizio parlare con chi li ha conosciuti in battaglia > no, non sa molto dei cloni in effetti e non è nemmeno sicura che vi sia scritto qualcosa li, eppure potrà donargli qualcosa che vale più di un libro. A lui la scelta su come comportarsi. [Verso biblioteca] Ascolta le sue parole ma rimane in totale silenzio, interessato fino in fondo alla storia che la sconosciuta si appresta a raccontargli. Mhh...> mugguna di tanto in tanto, inumidendo le labbra con la lingua mentre continua ad incamminarsi e seguire la ragazza verso quelle stanze che lei conosce. Deglutisce alle parole di lei, commentando subito dopo una volta elaborate tutte le informazioni <Il fatto che io sia particolarmente portato per il Genjutsu allora può essere genetica. Nonostante io non abbia ancora risvegliato lo Sharingan e...> sospira <dubito riuscirò mai a risvegliarlo.> il padre non ci è riuscito, quindi già si è arreso all'eventualità che nemmeno lui riuscirà a farlo. <Mi parli di Madara Uchiha.> specifica, aggiungendo <Il suo nome è famoso e tutto ciò che a scuola insegnano in merito alla prima grande guerra è che vi è stato un forte scontro con Hashirama Senju e lui.> fa una breve pausa <I libri hanno cose sterili?> chiede ripetendo di nuovo la sua domanda <Come si può arrivare a dimenticare completamente la storia di un Clan? A ricordare solo un processo di clonazione? Che cos'erano prima di Sasuke gli Uchiha? Perchè non esistono Uchiha che non siano suoi cloni o derivati da uno di essi?> domande che vengono in totale naturalezza, volendo comprendere meglio il suo passato: ignaro della tragedia genocida avvenuta. < può darsi, ma ho conosciuto validi ninja che utilizzano le arti illusorie senza avere attivo lo Sharingan > ne rimembra uno in particolare, ma il pensiero sfugge via in favore di due occhi rossi, due simili eppure diversi, due occhi che celano segreti antichi - Kioshi , Katsumi, quale era il vostro vero essere? Anche lei ormai ferma, la candela ad illuminare i visi dal basso quasi fossero in un horror o triller che sia eppure non ne è spaventata, nemmeno dalla mole di muscoli altrui , ne ha visti altri, anche di ninja puramente fisici < non so cosa insegnino adesso nelle accademie > un sibilo quasi stizzito il proprio ma non verso l'altro direttamente, ma al pensiero di una società che è andata avanti ma chissà quanti segreti son morti col passato e con la guerra, quante informazioni che son morte insieme ai più grandi ninja < i libri non possono raccontarti tutto mio caro, ti raccontano solo quello che gli altri vogliono che tu sappia > e su questo non v'è dubbio ma è doveroso sottolinearlo, non tutto può esser imparato semplicemente leggendo < eppure le storie dei clan alle volte vengono o dimenticate, molto raramente, oppure celate ad occhi indiscreti > un consiglio il proprio? Non ancora, non si sbottona , tutti i clan hanno segreti che vogliono restar celati a molti, tutti desiderano che quei segreti rimangono nella propria cerchia ristretta di conoscenze < ogni clan nasconde le proprie arti e i propri scheletri. Son segreti che dovrai scoprir da te e dovrai farlo o con maestria > lei stessa ha dovuto farlo pur di prender di nuovo posizione nel clan < o divenire uno di essi > lo sguardo s'ammorbidisce lievemente a quell'uomo, tanto grande quanto i dubbi che sembrano abitarlo. Troppe parole son state dette, tutte quelle che avrebbero disturbato eventuali presenti, la tua fortuna piccolo Uchiha sta proprio li, nel non esser udito da altri < va a Oto, parla con il capo clan. So che essi un tempo proteggevano molto bene la propria prole e il potere insito nei vostri occhi . Se sei meritevole, lo scoprirai da te > una ricerca mio caro, hai avuto alcune informazioni, qualcosa in più eppure ciò che ti aiuterà veramente non si trova li, tra scaffali e libri di storia, si trova negli occhi di chi ha vissuto e nelle orecchie di chi ha saputo ascoltare un passato che adesso rimane celato a molti. [Verso biblioteca] <Mhh...> riflette li per li, socchiudendo gli occhi in un primo momento, quasi come se cercasse di riflettere su quanto gli viene detto. <Eppure anche le persone possono raccontarti ciò che vogliono.> fa una breve pausa, aggiungendo subito dopo verso di ella <Io potrei dirle di essere originario di Kirigakure, eppure senza prove certe ciò al quale lei può basarsi è solo la mia parola senza prove certe. L'unica scelta che ha è cercare di convincersi che la mia sia la verità oppure di non credermi> riapre dunque gli occhi <In ogni caso non ha modo di sapere quale sia realmente la realtà senza prove. Ci si aspetta che una persona debba credere a tutto ciò che le persone vogliono bollare come storia.> sospira, aggiungendo <Se è così anche in biblioteca, che senso ha avere questo posto? Se le informazioni qui contenute non sono altro che sterili e inutili?> chiede infine: facendo uno sbuffo <I libri storici dovrebbero esistere per conservare la storia, per non commettere gli stessi errori del passato. Altrimenti tra cento anni ci si dimenticherà anche del perchè è scattata questa guerra> commenta infine, lasciando contaminare la voce da quel sentimento che cerca di tenere un po' sottocontrollo, con ardore, sorpresa, stizzimento. Sospira infine <Affidarmi quindi alla parola di qualcuno è tutto ciò che può consigliarmi?> domanda infine. Ode quelle che le arrivano come lamentele e sorride, le labbra morbide che si sollevano brevemente verso l'alto < si vede che sei giovane > un singolo dire molto divertito, lo canzona lievemente in quella sua giovane età, nonostante il fisico non è un ninja da troppo tempo, se non ha nemmeno risvegliata l'innata ancor di più < i segreti non vengono lasciati liberi, hanno un peso e un potere su molte vite. Dovrai dimostrare tu stesso agli Uchiha d'esser degno di loro > lo rimbecca semplicemente con l'evidenza delle cose, sicura e abile nelle parole che pronuncia . Ognuno di loro ha dovuto dimostrar qualcosa per trovar la propria via, per ricever risposte e mai tutte arrivano come le si vorrebbe, specialmente quelle che non si vogliono udire < perchè è scattata? > solleva un sopracciglio infine, lasciando che un lieve ringhio possa sfuggir dalla gola , che quella brace torni a esser pressante e potente, che possa incendiar un animo morente < perchè ci eravamo stancati di esser burattini tra le mani di un alleanza giovane Uchiha, eravamo stremati nel non avere una casa da chiamare nostra. > si, lo confessa tranquillamente, lei era li a quei tempi, li ha vissuti e combattuti , ha partecipato a quella rivoluzione del suono per i propri scopi eppure simili a quelli del defunto Kokukage. Riavere la propria casa e la propria terra, ciò che era la propria storia. < ma cosa può capire chi non sa cosa e dove cercare dopotutto ? Chi non ha vissuto e combattuto quella guerra > stizzita? Si, il veleno che sfugge alla lingua biforcuta, d'una serpe in seno assopita ma mai morta, d'un odio antico e selvaggio che viene risvegliato < se vuoi fa pure il mio nome, un tempo eravamo alleati dopotutto > non si nasconde ancora tra le fila dei libri, lo sguardo d'azzurro che si infiamma d'una sfumatura rossastra , quello della candela che danza dalla propria mano < Byakko. Un nome che mi venne dato proprio da uno di quegli Uchiha > a rimarcar quel rapporto che la lega a quel clan, antico, segreto, eppure amico in un certo senso. Tace adesso, lo sguardo che lentamente andrà a calmarsi . Non aggiunge altro, non avrà altro da dire, troppe parole son state pronunciate dopotutto. [Verso biblioteca] Annuisce alle parole di lei <Nonostante l'età che ho, ho concentrato la maggior parte dei miei studi nell'ambito medico. Ma riuscire a trovare insegnanti di medicina nel bel mezzo della guerra non è facile.> magari non è giovane a livello di età, ma ha sempre dato altri tipi di priorità alla sua vita tra cui appunto il voler diventare un medico: cosa che gli ha portato via parecchio tempo...seppur non è solo quello. <Segreti e pesi.> sospira, come se la cosa non gli piacesse affatto. <I mondi costruiti sui segreti hanno sempre vita corta. Le bugie e le omissioni tornano sempre a galla e più erano in profondità più queste risalgono velocemente e più destabilizzano ciò che è il presente.> almeno questo èil suo punto di vista, saràun genin ma già fa racconti abbastanza filosifici: Anche i suoi maestri han sempre detto che non ha una mente da Genin, dopotutto riesce già ad impastare il chakra con solo mezzo sigillo e più velocemente degli altri. <I miei genitori sono morti nella guerra, l'ho vissuta non come gli Shinobi normali ma come aiutante per l'ordine dei medici, anche senza conoscenze o competenze per curare.> e chi aveva tempo di insegnargli quando c'erano morti dopo morti? <Tuttavia ciò che lei mi dice è verità. Verità che se non trascritta nero su bianco, tramandata, riconosciuta, ufficializzata potrebbe venire distorta o alterata a favore di altre persone.> e continua <Un giorno tra cento anni: qualche uomo potrebbe chiedere ad una bibliotecaria del perchè ci fu la guerra, perchè i villaggi distrutti, del come è venuta al mondo Kagegakure. Ma se la storia non viene tramandata, verrà solamente infangata da bugie e deviazioni> afferma facendo un piccolo sospiro, trovando a sua volta un picclo sfogo. <Byakko.> ripete il nome, facendo un piccolo sospiro infine. <La ringrazio.> Ode le sue parole, tante si, eppure le carpisce una per una, le memorizza per il futuro. La mente sempre gettata troppo avanti dimenticandosi di viver ciò che è il presente, un difetto o un callo, troppo tempo ha trascorso su quella terra tra le varie guerre per lasciarsi andare < segreti, bugie, tante le pedine alla quale fare riferimento > blatera quelle parole come non avessero peso reale, eppure ne hanno. Lascerà li, su quel tavolo vicino la lampada a olio poggiandola delicatamente sul tavolo in un legno scuro, forse di ciliegio < fate attenzione, se volete leggere rimettete al loro posto i libri e provate a non distruggerli > un ordine chiaro e semplice e li volterà le spalle all'estraneo senza remore < forse un giorno vi sarà qualcuno a donare liberamente i segreti dei clan e quel giorno sarà la morte degli shinobi > avanza per andare via come un lugubre fantasma ricacciato fuori da un passato tormentato, per intrufolarsi in altri anfratti nella notte, per discernere i segreti di un nuovo mondo a lei sconosciuto come quelle ultime tecnologie di quel che fu in quei dieci anni e in chi ha concesso sapere qualcosa di ciò che in dieci anni è stato fatto < segreti e pesi, ecco cosa fa di noi dei ninja > forse un ultimo segreto quello? Quello che molti hanno dimenticato, il significato intrinseco d'esser ninja, di poter plasmare un mondo grazie alle proprie capacità si, ma soprattutto grazie al proprio conoscere e alla propria volontà. Tutto un tempo era nelle proprie mani, l'aizzar una guerra, il riprendersi un clan e un villaggio intero, eppure adesso tutti vicini come se il passato non sia valso a nulla, ma non è così. Il passato busserà sempre alle porte di chi avrà le forze per aprirle. [end] [Verso biblioteca] Si avvicina verso al tavolo continuando a seguire la ragazza, socchiudendo per un attimo gli occhi facendo un sospiro. <Io non distruggo niente. Sono diventato medico per aggiustare e preservare.> commenta molto serio in merito a questo, qualcosa che vuole ben specificare. Fa un sospiro quindi, aggiungendo poi subito dopo <E in un mondo come questo: c'è davvero bisogno dei Clan? Di così tante tele di bugie?> chiede in maniera retorica in un primo momento, per un qualcuno al quale non piace combattere. Combattimenti significano ferite, spesso morte. Lui non vuole che le persone muoiano, dai fermi e saldi ideali seppur complessi. <E sono anche ciò che ci incatenano.> conclude. Lui rimarrà li ancora, pronto per poter prendere posto scostando la sedia e posando il filosofico didietro su di questa per poter iniziare a leggere qualche libro degli Uchiha, silenzioso, attento a non rovinare niente con il solo favore della luce della piccola candela ad olio. {End}