Extemp- La lotta per il comando

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ESTEMPORANEA - PRE RESET.

17:12 Furaya:
 Ospedale. Giustamente, ci fosse una volta che quel terrorista bastardo non ci finisce. Inizia a diventare snervante star dietro a quel dannato Senjuu. <...> Vorrebbe dirgli tante cose. Vorrebbe anche tirargli dietro qualunque oggetto possa trovare sulla sua strada e nel tragitto verso di lui. Tipo Babbo Natale che gira con un sacco contenente regali per ogni bambino buono. In questo caso, è solo per quelli cattivi. Vestita con un paio di pantaloni neri ben aderenti al corpo della donna, un paio di sandali Ninja rinforzati metallicamente ed un maglioncino arancione con una camicia bianca sottostante, pare avviarsi di gran carriera verso la stanza del bianco. A conclusione del suo vestiario, vi sono dei vambracci metallici posti sotto le maniche del maglione, privatasi ovviamente di tutte le armi come i comuni mortali che entrano nella struttura ospedaliera. Priva dell'haori da Hokage, con solo il coprifronte tra i rosei ciuffi ed il ciondolo con il ventaglio Uchiha, arriva dinanzi alla porta della stanza della camera altrui. Quivi, vi ha disposto una coppia di guardie onde evitare che scappasse dalla stanza in piena notte o, comunque, che provasse anche soltanto a farlo. Non bussa, non le interessa che sia nudo o che stia facendo la pipì. Non le frega che gli stiano cambiando le bende o stia riposando. Lancerebbe un'occhiata alle guardie all'ingresso con un sorrisetto affatto rassicurante. <Se lo sentite urlare, non allarmatevi.> La qual cosa fa irrigidire di botto le guardie stesse, le quali si limitano ovviamente soltanto ad annuire. In fondo, non possono dir nulla nei confronti dell'Hokage. Questa entrerebbe, dunque, nella stanza chiudendosi la porta dietro le spalle. <MATTYSE KANISHIRO SENJUU, DANNATO ED INFANT---> Sgrana gli occhi, le condizioni in cui versa non sono certo delle migliori. <'fanculo.> Abbassa lo sguardo per un attimo, tentenna prima di avvicinarsi al bordo del suo letto. Ma chi vuoi prendere in giro? [ Chakra ON | Copia - EXTEMP ]

17:15 Mattyse:
 Non saranno due giornate proprio belle per il nostro bianco, che una sera deve tenere testa a Mekura e la sera dopo deve sopravvivere a Furaya. I passi della rosata sono incalzanti mentre il bianco, di fatti, è in quello che sarebbe il bagno. Ha rifiutato ancora le cure, si è fatto a malapena guardare per essere sicuro che la sua autodiagnosi fosse corretta. Indovinate? Ha preso così tanti danni nella sua vita che ancora due giri in ospedale e avrà le conoscenze per medicarsi da solo, ancora cinque e potrà curarsi con l'erba del giardino! Bhe, Furaya apre la porta o becca nel momento peggiore/migliore. Uscito dal bagno a piedi scalzi, si sta tirando su i pantaloni. La Nara avrà visione del Senjuu proprio nel momento in cui i pantaloni sono ad altezza quadricipite, andando poi a sollevare parti poco consone alla comune visione come farebbe una brasiliana culona con i jeans. Avete presente l'effetto no? Tutto che balla ed è messo in risalto... ecco. L'occhio sinistro è chiuso mentre termina di tirarsi su i pantaloni, voltando lo sguardo verso la propria 'amica'. "Cosa?" Chiederebbe sollevando entrambe le sopracciglia. Le occhiaie sono ben marcate. "Ah già, le miniere. Erano contrabbandieri e siamo stati aggrediti. Se becchi in casa tua un ladro e gli dai uno schiaffo questo non diventa magicamente un santo. Se proprio vuoi farli felici puoi anche fare che la loro punizione è stata quella palla di fuoco. Altro da ridire?" Come se non fosse ferito, no? Come se non fosse ridotto uno schifo. "No perché trattare anche i criminali colti sul fatto come comunissimi cittadini non ti renderà la loro eroina, ti crederanno solo una stupida. Stavano rubando, a te, a Konoha, al fuoco e a tutti i cittadini che hanno protestato fino un mese fa e che si stanno spaccando il culo anche ora per guadagnare i soldi in maniera onestà." È il suo pensiero, la sua visione su quei contrabbandieri capricciosi. "Detto questo, fai quello che vuoi. L'unico stronzo che può darti della stupida sono io, quindi sappi che nel peggiore dei casi farò loro visita. Di nuovo." No Mat, spetta n'attimo. L'occhio ambrato del bianco verrebbe spostato rapidamente in direzione della finestra per qualche secondo. Sul letto è presente un piatto di minestra fumante, ancora pieno. Si, non sta mangiando molto e le costole che stanno divenendo lentamente visibili ne sono la prova... ma hey, sono messi in risalto anche i diversi muscoli così!

17:16 Mattyse:
 Edit [Chakra on | EXTEMP]

17:23 Furaya:
 Piega un sopracciglio. La visione che ha davanti agli occhi è esattamente quella che si aspettava di non avere. Arrossendo sulle guance, gira rapidamente la testa dall'altro lato dandogli le spalle. Schiocca la lingua contro il palato, come se avesse appena dovuto soprassedere all'affronto subito. <Tch.> Piega le braccia sotto al petto in attesa che possa uscire dal bagno e tornare a guardarlo direttamente in viso. Nota le varie ferite che ha riportato, sarebbe impensabile non notarle data la loro estensione. <Non me ne frega un cazzo della miniera.> Con lui può permettersi di parlare così, di essere un po' più se stessa, meno gentile del solito poiché ha bisogno di qualcuno che lo instradi in qualche maniera. <Non è il momento per parlarne.> Sentenzia alla di lui volta, mentre nota ciò che non ha affatto mangiato, il semplice fatto che le ferite non siano medicate e il pallino dell'ansia che inizia a crescere. <Quel tizio che abbiamo incontrato vorrebbe vedermi, in realtà. Ma non credo sia il momento adatto per farlo. Rimanderò, per ora. Pensavo di portarti con me, ma non sei nelle condizioni di poterlo fare.> Annuncia alla di lui volta, forse un po' presuntuosa in merito al sapere o meno come stia l'altro, ma ovviamente sincera e preoccupata per le sue condizioni. <Mettiti a letto> Lo invita dolcemente, indicandoglielo con un cenno della dritta. <e raccontami cos'è successo. Non passa neanche un po' di tempo senza sigillo empatico e già torni a fare quello che preferisci.> E lei perde man mano il controllo su di lui, quel dannato controllo che le fa credere che tutto sia sotto controllo, che soltanto nelle sue mani sia perfetto, che nessun altro sia in grado di controllare. <Temo che neanche tu possa darmi della stupida. Anzi, al massimo son io che posso dartene.> Gli si avvicina, tendendogli un braccio od una mano qualora abbia bisogno di essere condotto fin al letto o addirittura imboccato. Altrimenti, sceglierà la seconda via, quella meno cordiale e meno simpatica di tutte. [ Chakra ON | Copia ]

17:26 Mattyse:
 Si zittisce di colpo sentendo quella risposta, da lei tutto si aspettava ma non che facesse cadere in secondo piano la miniera. "Ah...ok?" Chiede senza essere effettivamente sicuro dell'accaduto. Solo dopo si ricorderà delle diverse ferite che ha riportato e che, con tutta probabilità, hanno attirato l'attenzione della rosata. Questa parla subito dello shinobi incontrato alla miniera. "Si è fatto vivo? Guadagna tempo. Una settimana circa e sarò con te." Si, perché lui è più che sicuro di risolvere tutti i suoi problemi nell'arco di sette giorni. La donna lo osserva e lui, con un occhio, ricambia ogni occhiata. "Perché devo stare a letto? Non ce la faccio. L'ultima volta che ho dormito ero vittima degli incubi ed in fine è esplosa la mia camera da letto" ma che bravo che ti apri con la tua amichetta! Mat sbufferebbe, voltando lo sguardo mentre la donna si avvicina per offrirgli una mano, un aiuto per avvicinarsi al letto. Non l'hai mai vista così servile nei suoi confronti... lei porge un arto e lui allunga il proprio mancino, intento ad afferrarle il polso e tirare le sue dita sulla cicatrice, e tatuaggio, del sigillo che lei stessa ha disegnato sul suo corpo. "Ho sempre fatto quello che volevo io, accettandone le conseguenze. Non è la tua partenza ad avermi dato più libertà, è la stanchezza e la consapevolezza che preferisco morire che vivere senza mia figlia, Furaya." SE la mano di lei fosse stata condotta sul pettorale, la sua scivolerebbe dal polso al dorso di questa. "È questo che è successo. Un regolamento di conti della Yakuza al Tanzaku, un locale è stato raso al suolo e Mekura Hyuga è diventata vedova." Con quale tranquillità nomina la donna in maniera così formale, anche influenzato da quello che è accaduto la sera prima con lei, non più sicuro di voler percorrere quella strada. "E si, posso darti della stupida, con la differenza che se lo fai tu dici qualcosa di ovvio. Se lo dico io è perché ti voglio bene." Mat, tutto sommato sei di buon umore eh?

17:34 Furaya:
 Lui risulta essere - giustamente - sorpreso dalla reazione di Furaya, la quale è nota per il suo temperamento peperino specialmente quando qualcosa non va come vuole lei. Un esempio lampante è proprio quello della miniera, laddove Mattyse s'è comportato in maniera sgarbata, venendo meno a qualunque buonsenso od ordine della Nara che, come volevasi dimostrare, ne ha dovuto pagare le conseguenze pagando le cure a tutti i poveri minatori, oltre a dovergli trovare un nuovo lavoro onde evitare che possano lamentarsene ancora. <Una settimana circa e potrebbe tornare anche la me originale.> Sentenzia in sua direzione, stringendosi nelle spalle. <Quindi, dovrai spiegare tutto quello che hai combinato alla diretta interessata e temo lei sia meno clemente della sottoscritta a giudicare da quello che ti ha fatto.> Riferendosi proprio al marchio che ha sulla pelle dove le attira la mano. Una mano che non resta ferma, ma che passeggia in maniera delicata sul di lui pettorale. I polpastrelli di indice e medio si spostano leggiadri lungo i contorni della cicatrice tatuata, come se fosse la prima volta che la vende e voglia imprimersela nella mente, come ricordo di quanto possa essere crudele lo Yoton e l'animo d'una persona spezzato dagli eventi funesti del passato. Non discosta la mano, lascia che resti lì anzi, finché lo vorrà lui. <Questo mi ricorda quando, anni fa, distrussi il letto della mia vecchia casa.> Quando tuo fratello era ancora vivo, pensa un po'. Quanto tempo è passato? <Ho fatto un incubo, ero andata a dormire con il chakra impastato. Da quel giorno, mi premuro sempre che non sia attivo quando mi infilo sotto le coperte.> Anche perché, negli anni successivi, è stata vittima di incubi ogni giorno della sua triste vita. Dopo tutto quello che ha dovuto passare, non sono neanche così fuori luogo, specialmente se ha cercato di affidarsi a se stessa e alle sue sole forze, quando il manicomio o qualche medico competente sarebbero stati sicuramente degli aiuti migliori della sua psiche già danneggiata. <Sì, sicuramente non il miglior aneddoto da ricordare. Ma se restassi qui con te riusciresti a metterti a letto e riposare?> Che cazzo stai dicendo? Lo sai che non puoi, lo sai benissimo che non è giusto per di più. Saisashi ti mangerà viva per quant'è geloso, ma tanto non è tradimento e tu sei una copia. Vero? Vero. Giusto, giustissimo, cosa vuoi che cambi del resto. <Sì, certo, ma aspettare l'originale non sarebbe stata una mossa più furba? Avrebbe saputo dirti come comportarti piuttosto che agire in maniera sconsiderata e tornare con simili ferite.> Indicando proprio le bruciature, non quelle regalategli dalla Decima, ma dalle palle di fuoco che si è beccato in pieno. <Te la vedrai direttamente con lei.> Si stringe nelle spalle, in fondo è consapevole dei comandi che deve eseguire e delle scelte che deve prendere dal momento che è stata creata con degli obiettivi e degli scopi. <...Orochi Hyuuga è morto?> Una domanda che ovviamente non necessita di risposte poiché gliene ha già date, ma è sicuramente molto sorpresa a riguardo, non credendo possibile che ci sarebbe riuscito in così breve tempo e per di più da solo. <Ti sei portato dietro la task force?> Questo, invece, è un quesito interessante ma che viene posto con voce più bassa, sollevando appena il capo per raggiungere il suo orecchio e ponendogli in tal modo il suddetto. Si discosta dopo poco con un sorrisetto divertito, ma non per questo convinta delle parole altrui. <Potrei dissentire.> Appunto. [ Chakra ON | Copia ]

17:37 Mattyse:
 Annuisce appena a quel dire, sette giorni e Furaya, la vera Furaya, tornerà a Konoha? Finalmente. Si, avendo sempre la copia a portata la sua mancanza è stata relativa ma... una copia non sarà mai l'originale. La copia non può nemmeno immaginare quello che lui ha sentito. "Le ripeterò le stesse identiche cose. I criminali non hanno diritto di lamentarsi delle conseguenze dei loro crimini. Anzi, sono stati colti in flagrante e ne sono usciti con solo qualche bruciatura, direi che dovrebbero essere entusiasti." Si ma meglio abbandonare il discorso, no? Ti ha già detto che non è intenzionata a riprendere questi argomenti, non lei. Le dita di lei accarezzano il suo pettorale marchiato, con la cicatrice a formare quel Kanji. "A quanto pare impastare il chakra mentre dormo non è un grosso problema" ecco una lieve differenza dalla storia narratagli dalla copia. "Per ora ho trovato soluzione solo nel rimanere sveglio, ma anche questa ha i suoi lati negativi." Ammetterebbe prima di annuire appena con il capo, non si aspettava nemmeno che si proponesse di aiutarlo a riposare in quel modo, ma non può rifiutare, ancora qualche giorno e il corpo cadrà in uno stato di coma a causa dello scarso riposo. "Non lo so, ma se attivo una carta bomba o compongo qualche sigillo, ho la certezza che saprai romperti un arto prima" dai, è una copia, ma sempre di Furaya Nara! "Proviamo..." risponderebbe quindi a bassa voce, in maniera affermativa, allentando la presa sul di lei polso. E riguardo l'attesa dell'originale? "Sono mesi che Kimi è nata e l'ho vista solo una volta di sfuggita. La situazione è divenuta insostenibile, la carenza di sonno ha peggiorato il tutto. Non volevo scoppiare dentro Konoha e dare problemi inutili a te che non ne hai colpe." Perché se avesse fatto danni dentro la foglia lei avrebbe dovuto inventarsi qualcosa per sistemare, salvarlo e, soprattutto, salvarsi. Nel mentre il bianco prenderebbe a camminare in direzione del letto, distanziandosi prima dalla rosata, permettendo al braccio di stendersi completamente, per poi tirarla delicatamente verso di sé. "Orochu Hyuga è morto. Avevo chiesto una mano a Tachiko, ma alla fine sono andato da solo. È intervenuto Sakir Inuzuka e lo ha fatto al momento giusto..." l'occhio sinistro ora verrebbe aperto appena, proiettando nella mente le ultime immagini che ha recepito. Quel rosso che appare come un supereroe, attaccando Orochi e salvandolo dai due scagnozzi. "Se non fosse arrivato probabilmente non sarei qui. Ma se non fossero arrivati i tirapiedi di quel piccione non avrei rischiato nemmeno meta delle ferite che ho ora." Bhe in fondo i danni grossi te li hanno fatti loro due... lo sguardo, con entrambi gli occhi, sarebbero rivolti verso il letto mentre vi si avvicina, andando a sedercisi sopra "potresti, come potreste accettare il fatto che l'unico controllo che avete su di me è il nostro rapporto di... amicizia?" Parla di loro riferendosi a lei Furaya, sia come copia che originale, e un po' incerto sul termine, vivendo lui quel legame come lo viveva con Tenshi. Si, il flirt e il tentato incesto da ubriaco (forse) sono compresi nel pacchetto![Chakra On]

17:45 Furaya:
 Come potrebbe una copia con un quarto del chakra dell'originale sostituire quella vera, del resto? Non c'è nessun paragone che possa reggere, nonostante siano praticamente identiche (data comunque la sua ottima capacità nelle arti magiche) e possano utilizzare le stesse tecniche, oltre a condividere la medesima forza che sia essa fisica e mentale. <In verità, mi preoccupavo più di cosa tu possa dirle in merito alle ferite che hai sul volto e sul corpo, oltre a quelle dell'animo. Seppur per queste ultime le basterà utilizzare il sigillo empatico che condividete.> D'altronde, come ha specificato dall'inizio, non ha nessun motivo di mettersi a discutere a proposito della miniera che Mattyse ha bruciato, rischiando di ferire mortalmente le persone al loro interno. Reputa che ci sia un tempo e un luogo per ogni cosa: adesso e nell'ospedale non sono quelli appropriati. <Posso prestarti delle manette antichakra con le quali dormire.> Ha già trovato la soluzione migliore, la quale appare forse un pochetto sadomaso, ma potrebbe comunque funzionare alla perfezione. Come lui stesso conosce, gli Anbu sono muniti di molteplici congegni che permettono di disattivare il Chakra o di non permettere il suo richiamo. <Bastava chiedere.> Si stringe nelle spalle perché reputa che fosse abbastanza semplice e che non comprende perché lui non ci sia arrivato da solo. Piega un sopracciglio verso l'alto, senza perdersi neanche una parola di quello che lui dice. Non pende assolutamente dalle sue labbra, tuttavia deve tenerlo sotto controllo esattamente come l'originale le ha detto di fare. Non che sia l'unica a doverlo fare, eh... Ma questo è un altro discorso. <Altrimenti, un'altra valida alternativa è che io resti qui per la notte. Ho il sonno molto leggero. Non appena mi renderò conto che stai facendo qualcosa di sbagliato, ti fermerò. Oppure lego la tua ombra alla mia, a te la scelta.> Questo giusto per sembrare meno sadica, vero? No, perché detto in questo modo lo sembri terribilmente. Ma sorvoliamo! Anche lo sguardo non lascia presagire niente di buono, in special modo se gli sorridi in modo così affabile e controverso. <Non dormire con le armi addosso, no? Sei tu stesso un'arma. Questo vuol dire che non hai bisogno di carte bomba o kunai nelle vicinanze. Cos'è, hai paura che l'uomo nero venga a prenderti?> Non dirlo così forte, anche perché qualcuno che si fa chiamare in questo modo esiste veramente. Or lo sta sbeffeggiando, sorpresa però della sua accondiscendenza. Non lo credeva possibile. Lo segue, comunque sia, sino al lettino, replicando ulteriormente alle sue parole. <E giustamente hai ben pensato di far scoppiare qualcuno al Tanzaku. Sei fortunato che nessuno possa prendere provvedimenti in quanto zona franca, ma chi ci vive e collabora con chi hai ucciso> Senza sapere che non sia stato direttamente lui. <potrebbe non pensarla allo stesso modo.> Occorre che gli spieghi questi particolari? Davvero? Forse no, ma a volte hai bisogno di qualcuno che ti faccia aprire gli occhi, Mattyse. Un po' come Furaya, tutto sommato. <Ecco, per Sakir il discorso è già diverso. Per quale assurdo motivo si trovava al Tanzaku? Mekura vi farà secchi.> Mimando, tramite il pollice, qualcuno che sgozza la gola ad una vittima. Non vuole neanche pensare a cosa possa dire o fare proprio la Hyuuga in questione. Davvero. No. Non vogliamo saperlo. <Presumo tu le abbia parlato.> In realtà, lo spera perché non vuole essere lei quella che le dà le belle notizie. L'ultima volta, per quanto abbiano chiarito, non si sono certo lasciate in ottimi rapporti. C'è ancora della tensione. <Sai, c'è una cosa nel combattimento> Sedendosi sul bordo opposto del letto. <che si chiama difesa o schivata. Ora, non so quanto tu sia avvezzo a farlo considerando che pare il dolore ti piaccia> Rammenta l'originale che gli tirava i capelli nell'ospedale di Kusa, tanto per cambiare location. <ma queste ferite sono gravi. L'occhio come sta?> Si tratta di una zona delicata che lei tende di non sfiorare, scostando soltanto la ciocca bianca di capelli dalla fronte altrui. Distanza effimera considerando che si trovano sullo stesso letto, l'uno al lato dell'altra. Non si stende ancora, aspetta lo faccia lui per primo. Sta di fatto che si lascerebbe comunque avvicinare e tirare a sé, strano ma vero senza opporsi. <Non sta a me deciderlo. Io eseguo solo gli ordini della vera me.> Amicizia o meno, non serve parlarne con lei. [ Chakra ON ]

17:49 Mattyse:
 La testa è particolarmente spenta, Mat sta trovando difficoltà nel mantenere la sua solita ironia che spesso lo rende addirittura odioso... in questa occasione potrebbe anche sembrare una persona seria. "Come funziona la moltiplicazione superiore? Quando scomparirai l'originale non saprà nulla di quello che ti è accaduto?" Chiede effettivamente per ignoranza, non sa se le memorie della copia andranno a cadere nella testa dell'originale o se verranno smarrite per sempre... potrebbe essere anche un dettaglio importante. Poi il discorso continua, decisioni semplici o meno per evitare di farsi male durante il sonno. "Sinceramente? Non volevo rischiare di svegliarmi con i pollici spezzati e i polsi liberi." E ora entrambi gli occhi andrebbero sul volto di lei "resta qui... perfavore... e valuta te se sia meglio prendermi a testate o legarmi alla tua ombra... anzi, legami alla tua ombra, mi piace l'idea sai?" Lei appare un pelino sadica, ma a Mat poteva dispiacere? Certo che no! Ora, finalmente, apparirebbe sul suo volto un piccolo sorrisino innocuo. "Ho colpito al tanzaku proprio perché nessuno può prendere provvedimenti. E riguardo ai suoi collaboratori... bhe, se fossero tanto stupidi da vendicarsi all'interno di Konoha io non sarei la loro unica minaccia..." risponderebbe basandosi sulle regole che differenziano la foglia dal Tanzaku "E non ho idea del perché Sakir fosse al Tanzaku o del perché abbia aggredito Orochi senza scrupolo. Molti del nostro villaggio hanno a che fare con la Yakuza eh?" Chiede per un amico, ovviamente! Il bianco, prenderebbe ora a stendersi lentamente sul letto, intenzionato a rimanere sulla schiena per ora. "Con Mekura ho già parlato. Ritiene che io sia stato solo fortunato perché è impossibile che un Jonin come Orochi Hyuga si faccia ammazzare da un genin come Mattyse Kanishjro." Perché si, nessuno gli ha detto di essere un chunin ancora. La mano sinistra verrebbe portata sul punto ferito del costato, ove le costole erano state incrinate. "Se la deve far passare, perché a differenza sua io non ho tenuto in braccio nostra figlia." E questa è un affermazione particolarmente secca, priva di sentimenti, palesando un certo fastidio che risale al pensiero di come la Hyuga si sia 'goduta la sua famiglia' mentre Mat si sentiva abbandonato oltre che solo, mentre lui aveva a che fare con solitudine, depressione e problemi correlati. Bella poi la battuta della copia che strappa al bianco una risata. "Non si può sempre schivare e, se per uccidere il bersaglio, mi basta farmi colpire un paio di volte... ben venga." Si, ma te hai un pelino esagerato Mat. Cioè, ti sei visto. E alla domanda riguardante l'occhio? Non risponderebbe, mentre la mano che prima teneva il polso di lei ora la tirerebbe appena nella sua direzione. "Vieni qui..." [Chakra On]

17:56 Furaya:
 L'atteggiamento di Mattyse è drasticamente diverso dal solito, ma le motivazioni potrebbero essere dalle più disparate, a partire dalla mancanza di sonno. Per quanto riguarda quest'ultima, sta cercando proprio di aiutarlo per permettergli di riposare almeno un paio d'ore. Magari non otto o dieci, ma forse i tranquillanti dovrebbero fare il loro effetto. Proporrà ai medici anche dei sonniferi, volendo, cosicché possano poi curarlo come si deve anziché continuare a negarsi le cure delle quali ha bisogno. <Tutto ciò che ho vissuto in questo tempo in cui sono stata creata, alla mia sparizione, verranno assorbite dall'originale.> Niente di più e niente di meno. <Anche se non sono molto certa che io potessi dirtelo.> Soprattutto, visto e considerato con chi abbiamo a che fare e che potrebbe usare questa conversazione a suo vantaggio. Ma sorvoliamo! Magari, è un dettaglio che dimenticherà. Chi, lui? Siamo fottuti. <O le manette anti-chakra o il sonnifero. Il secondo potrebbe essere una valida alternativa, dormiresti come un angioletto.> Anche senza qualcuno che debba essere costrettoa fargli da guardia per ovvi motivi. Sospira, tenendosi in sua prossimità, notandone il modo di fare che pare tanto quello d'un bambino che chiede a sua madre di non lasciarlo, di poter dormire nel lettone con lei perché ha paura del buio o del mostro sotto il letto. <Legandoti alla mia ombra, faresti tutto quello che faccio io.> Si stringe nelle spalle, poiché potrebbe anche farlo ma se è collaborativo non ne trova il bisogno. <Tranne dormire, in questo caso. Non proveresti dolore né nulla, ma saresti soltanto bloccato nei movimenti.> In fondo, è un meccanismo dei Nara che è ben conosciuto. Non a caso, si tratta di un'innata utilizzata maggiormente come supporto per via del fatto che il Nara in questione debba restare immobile durante l'utilizzo dell'ombra, potendosi muovere soltanto in un secondo contesto. Per non parlare dell'impossibilità d'uso d'altre tecniche che siano al di fuori dell'innata, costretti perlopiù a mantenere il sigillo del ratto. <All'interno di Konoha, ce ne accorgeremmo tutti e siamo abbastanza protetti da non dover per forza aver timore di ciò. Tuttavia, sapere che all'interno del villaggio c'è qualcuno legato alla Yakuza, non mi lascia molto tranquilla.> Assolutamente perché sta a significare che non hai controllo su /tutto/ come vorresti, ma soltanto su una piccola parte perché nessuno viene a cantartela. In fondo, si farebbe di tutto per nascondere al proprio capo un'appartenenza del genere, no? E' assolutamente normale. Il semplice fatto che tu non lo sia venuto a sapere è perché Sakir, Orochi o chi altro è stato abbastanza bravo da nasconderlo. <Non lo so. Onestamente, vorrei anche non saperlo, ma temo che sia fuori dalle mie possibilità.> O forse no. Questo lo vedremo nelle puntate a venire, per il momento concentriamoci su quello che sta succedendo in questa stanza d'ospedale dove, ammesso dovesse arrivare Saisashi o spiare dalla finestra come potrebbe anche fare, rischieresti di mandare a monte un matrimonio felice. <Chunin.> Lo corregge, alzando l'indice della dritta mentre lascia che anche la sua schiena vada ad accomodarsi sul materasso, non prima d'aver fatto scivolare dabbasso i sandali che porta ai piedi, evitando così di sporcare le lenzuola o la coperta. <In ogni caso, a volte non basta la forza fisica per abbattere qualcuno. Te lo insegnano proprio i Nara.> Giusto per fare un esempio, eh, non perché stia parlando di se stessa. Non è assolutamente così egocentrica. <La nostra innata non è potente. Non rischia di uccidere, se non in casi particolari ed estremi. Siamo da supporto. Tuttavia, una volta che il nemico viene bloccato, tenendo conto che in una missione si va minimo in due, il nemico è eliminato. Ha perso.> Fa spallucce di nuovo. <Questo per farti capire che talvolta può bastare l'intelletto per battere qualcuno.> Come nel caso di Mattyse che, in ogni caso, s'è sempre dimostrato molto professionale da questo punto di vista, adoperando le sue riserve intellettuali, seppur qualche volta appaia più come un terrorista anche in questi ambiti come dimostrano le ferite che ha riportato dopo questa battaglia. <Mi chiedo perché continui a difendere Orochi, anziché te. Insomma, dato il vostro legame...> Hanno avuto una figlia insieme, insomma, parliamone. C'è un legame tra i due che sembra però andare in due direzioni separate se consideriamo che la capo clan pare difendere costantemente suo marito. Ormai ex. <Vorrei prenderti a schiaffi> Riferendosi al commento che fa subito dopo circa il volersi prendere addosso determinati colpi. <ma rischio di finirti se ti colpisco.> Sarebbe una battuta, ma al tempo stesso cela un fondo di verità. <Quindi, fammi il piacere di avere più cura per te stesso d'ora in avanti. Altrimenti, ben presto, dovrò venirti a trovare alla Prateria della Memoria e né io né l'originale siamo probabilmente pronte a farlo.> Si fa poco più seria, sistemando meglio la schiena contro quella porzione di cuscino e materasso che le viene donata, sentendosi poi tirare in sua direzione, opponendo un minimo di resistenza. <No> Sancisce, ma non si tratta d'un vero e proprio rifiuto. <sei tu che devi poggiarti su di me.> E quindi, lo invita di rimando a farlo, indicando la spalla libera. E' ferito, no? Lei non intende in nessun modo aggravare la condizione. Al massimo, stende un braccio, facendoglielo passare oltre il collo e intrufolando, strano ma vero, troppo affetto per una persona statica e austera come Furaya, alcune dita tra i capelli. Carezze, grattini. Coccole, no? Poiché quando sei ferito nell'animo e sei così tanto giovane, talvolta non ti serve altro. [ Chakra ON | Copia ]

18:02 Mattyse:
 Il bianco ascolta particolarmente interessato a quel dire, la copia svanirà e tutto finirà nei ricordi dell'originale... la copia accenna ad un dubbio, come se l'informazione potesse essere pericolosa, ma Mat invece non vede nulla di negativo, anzi... "vuol dire che non dovrò ripetere le cose" la vede in maniera particolarmente ottimistica. Poi apre bene gli occhi sentendo la parola 'sonnifero'... non ha torto, potrebbe essere una valida soluzione. "Preferirei riprendere a dormire per la risoluzione dei miei problemi, ma nell'attesa potrebbero anche aiutare... ma ti avviso, solo perché non posso chiederti di dormire con me tutte le sere. Hai anche tua figlia a cui pensare." Hey hey hey, che vuol dire? Cioè non glie lo chiedi solo per la bambina? MAT?! La decima prende a parlare della sua innata, di come andrebbe a svilupparsi e che limiti imporrebbe al corpo del bianco. Un innata particolare, a dir poco stupenda, che nelle mani di uno stolto risulterebbe inutile, ma se l'utilizzatore fosse un figlio di meretrice come lo è lui... "Nara, la manipolazione dell'ombra. È una tecnica che concede un grande vantaggio tattico sul campo... bhe, se ti dessi fastidio potresti usarla senza problemi no?" Mat, sicuramente le darai fastidio non appena ti sentirai un po' meglio, non darle idee. "Per Sakir, vedrò di investigare. Magari doveva solo regolare qualche conto come dovevo fare io, è inutile che sia tu ad allarmarti per una probabile sciocchezza." Forse è meglio tenerla fuori, per diversi motivi. Poi, Orochi Hyuga era ai vertici del suo clan e sparisce magicamente, pochi giorni dopo la decima inizia una caccia ai mafiosi? Potrebbero prenderla di mira e rendere le cose difficili, meglio evitare. La rosata si sdraia accanto a lui per poi correggerlo sul grado, chunin? "Ah... non ricordavo di aver fatto un esame..." sollevando entrambe le sopracciglia con aria stupita, porgendole poi un sorrisetto gentile e particolarmente educato, cosa non da Mat. "Penso di doverti ringraziare all'ora..." continuerebbe con una tonalità di voce un poco più bassa. Ed ecco che arriva la spiegazione per la quale la forza fisica non sia necessaria a vincere gli scontri quando si fa dell'intelletto la propria arma e bla, bla, bla... ma davvero sta spiegando questa cosa a lui? Cioè sta spiegando ad un toro come essere cornuto! No questa suona male... e con l'argomento Mekura? "Non lo so e ogni giorno che passa mi interessa sempre di meno. È morto, devo trovare nostra figlia, se collaborerà bene, se starà per conto suo la troverò da solo, se manderà qualcuno ad uccidermi... bhe, ci penserò" è la pura verità. Ha promesso di non lasciarla sola ma è stato lui a rimanere abbandonato, vittima di quel tornado di odio che lo ha travolto con una cattiveria devastante. Cosa sta dicendo la donna? Che deve prendersi cura di sé? No spetta, il bianco non ha capito bene! Difatti, annuirebbe appena, avvicinandosi poi lui per posare la guancia contro la sua spalla, prestando attenzione al proprio costato, mentre gli occhi andrebbero lentamente a socchiudersi. "Quindi non sei pronta per il funerale del tuo terrorista preferito eh?" Ecco, finalmente, quella lieve nota di ironia e stronzaggine che lo caratterizzano, mentre il sorriso si amplia sentendo quelle carezze tra i propri capelli... una sensazione particolare, che si mischia al relax per quelle attenzioni, ed una lieve nota di piccante, visto nell'ospedale visitato a Kusa, quando la nostra decima si è dislocata da lui per placcarlo prima che potesse fare danni. Non li sta tirando con forza, non sta tirando e basta, motivo per cui quella sensazione è nettamente minore. Quelle sono attenzioni, carezze, coccole che lo rilassano e lo fanno sentire a suo agio tra le braccia di una persona a lui cara... va bhe, poi sono i capelli di Mat, non bisogna dire altro. "Ma una copia può allattare come l'originale?" Come diamine ti è venuta in mente questa domanda? "O stai usando il latte in polvere?" E nonostante gli occhi siano chiusi e la domanda stupida, contiene un pizzico di serietà, anche se minima... cioè, sta allattando, in pratica Mat si trova davanti due bombe atomiche![Chakra On]

18:07 Furaya:
 Piega un sopracciglio verso l'alto, sorpresa dalle parole altrui ma al tempo stesso perplessa per via di queste ultime. Non ha tutti i torti nel dire che, quanto meno, non dovrà ripetere le cose due volte, ma non reputa che sia questo il succo del discorso. Sospira, scuotendo poi mestamente il capo pur di non rispondere ad un'affermazione del genere, facendola passare in secondo piano. <E' un circolo vizioso: non puoi risolvere i tuoi problemi se non dormi.> Giusto per sottolineare quanto importante possa essere proprio il riposo. Lei, tuttavia, trattandosi d'una copia non ha bisogno né di dormire né di mangiare, ma questo è un discorso che, nel caso di Mattyse, non regge affatto. <Uh?> E' la serata delle rivelazioni importanti, forse soltanto perché non è l'originale? Non lo sa, forse sarebbe anche meglio non saperlo affatto e non si pone molte altre domande in merito. <In realtà, oltre alla bambina, avrei anche un promesso sposo a cui badare.> Se non vado errata, il ragazzo non è ancora stato informato circa il matrimonio, ma potrei tranquillamente sbagliarmi. Per il resto, lascia le conclusioni e le risposte al diretto interessato. <E poi> Giusto per smorzare un po' la tensione. <durante la notte scalcio. Non sono una buona compagna da letto.> Aspetta, in che senso? Perché è piuttosto fraintendibile detta in questa maniera. Ti prego, correggiti. Fallo in nome tuo e in chi andrà a leggere questa frase. Ah no? Va bene, me ne ricorderò in futuro. <Sì, è tenuta in considerazione come tecnica. Sai, ho preferito prima marchiarti a fuoco per farti capire chi comanda.> Mostra un ghigno sul pallido ovale, consapevole che ad ogni azione ne corrisponde una uguale o contraria. Quindi, quasi s'aspetta una degna reazione da parte del Senjuu, dandogli ovviamente il tempo del quale necessita e senza forzare le cose. L'idea altrui nei riguardi di Sakir non è malvagia. Anzi, le permetterebbe d'avere del tempo libero che anche in questo momento non ha, stando in una stanza d'ospedale con un terrorista coi fiocchi. E senza un occhio. Tuttavia, non si sente sicura al cento percento nel lasciare tutto nelle sue mani. <L'ultima volta che ti ho lasciato fare qualcosa senza essere controllato hai incendiato una miniera e ti sei fatto ferire gravemente.> Storce le labbra con evidente disappunto, addolcendo stranamente il tono come se si stesse comportando da brava mammina, provando a sgridare il figlioletto discolo ma non riuscendovi appieno. Ci deve pensare su. Pur trattandosi d'una copia, ha lo stesso temperamento ed atteggiamento della Nara, sia chiaro. Non differisce assolutamente. <Potrebbe anche non essere una sciocchezza, per questo voglio essere sicura che sia tutto sotto controllo.> Socchiude per un attimo gli occhi e si lascia andare ad un ennesimo sospiro per via della situazione incresciosa che, volente o nolente, è venutasi a creare. Diciamo che non è neanche il momento adatto per parlarne. In fondo, lui deve soltanto dormire. <Non è scritto da nessuna parte che per passare di grado ci sia bisogno di un esame. Talvolta bastano le imprese personali o i meriti di guerra, di missione.> Le sembra tutto abbastanza coerente e semplice, tanto da non dover commentare oltre a tal proposito. Non troverebbe altro da aggiungere, in effetti. Per quanto riguarda l'argomento di Mekura, rivelatosi comunque piuttosto delicato, la donna sposta lo sguardo verso la porta d'ingresso della stanza, preoccupandosi più che altro che entri qualcuno seppur, dato l'orario, ciò non dovrebbe affatto accadere. Inoltre, ha specificato alle guardie che è tutto sotto controllo poiché all'interno c'è lei. <Non so come inquadrarla, onestamente. Non so bene cosa le circoli in testa. Ho già il mio bel da fare e preferisco non mettermi in mezzo tra moglie e marito.> Mette le mani avanti. Non ha timore né paura, questo lo sappiamo bene, così come siamo a conoscenza del fatto che la situazione è rischiosa comunque e lei ha molto altro di cui doversi occupare. Per esempio, prendersi cura del terrorista che le si sta poggiando sulla spalla. Non gli tira i capelli, non ancora. Piuttosto ci passa i polpastrelli, piano, alla base, risalendo man mano lungo la nuca. <L'occhio come sta? Ti hanno detto qualcosa?> Si tratta comunque d'una zona particolare del corpo, per di più anche piuttosto importante, quindi vuol comprendere come stia a tale livello, se abbia perso completamente la vista oppure no. Gira il capo in sua direzione, poggiando il mento sulla sommità del suo capo mentre sul retro la mano lo spinge un pochetto di più contro l'incavo del collo. <"preferito" è un parolone. Ho un altro paio di terroristi nella storia che ancora devi battere per primeggiare.> Gli risponde con la medesima ironia usata da Mattyse poc'anzi, sogghignante, ma persistente nella posizione precedentemente enunciata. Sarebbe tutto così magico, dolce, addirittura carino! Lei che forse per la prima volta l'abbraccia come si deve, che gli dona persino delle coccole e lui... lui che le chiede se sta allattando e se la copia n'è capace. <...> Sono altresì molteplici le risposte che potrebbe dargli ma che, per ovvi motivi, il politicamente corretto della nostra fanciulla non può dare! Si sta giocando il matrimonio. Ancora una volta. <C-Che razza di domande fai?> Borbotta con un lieve tic all'occhio che la costringe -ahinoi- a tirare un pochino i capelli altrui, non cercando di fargli male, ma facendoglielo comprendere. <Ecomunquelatteinpolvere.> Pronunciato tutto veloce, proprio così attaccato e con un velo di rossore sulle guance. ANDIAMO, NON GLIELO HA CHIESTO MANCO LA SCIMMIA BATTIPIATTI! [ Chakra ON ]

18:12 Mattyse:
 Il bianco approfitterebbe della posizione comoda per rilassarsi, chiudendo entrambi gli occhi mentre il braccio destro si allungherebbe per dividere il Busto, come ad avvolgerle la vita in un abbraccio. "Punti di vista... uno l'ho risolto" in effetti Orochi è morto, no? Hey hey hey, Furaya non dare queste rivelazioni così! Il bianco solleverebbe lo sguardo riaprendo per qualche istante l'occhio destro. "E me lo dici così? Dovremmo festeggiare, bere, dovrei portarti in mezzo a dei ragazzi nudi... magari al Tanzaku troviamo un posto simile!" Eccolo lì, subito a proporre un festino per festeggiare il futuro matrimonio della rosata, matrimonio che, in caso di apparizione casuale si Saisashi, sarebbe già finito. "Se scalci non ti preoccupare, io tendo ad abbracciare. Se non hai spazio per caricare il muscolo difficilmente potresti farmi male" giusto per toccare un altro punto, affondando una ad una le argomentazioni di Furaya per la quale non sarebbe una buona compagna di letto. Si, suona male, lo so ed è quello che voglio. Il bianco tornerebbe ad abbassare lo sguardo, nascondendo ancora la pupilla sotto alla palpebra. La voce della rosata, nonostante tutto, lo culla, anche in quella sua risposta mirata a punzecchiarlo. "Non mi sembravi comandare nei giorni dopo, quando cercavo di dialogare. Anzi, mi sembravi di più un consiglio caduto in una trappola." Ma che allegoria precisa! FRU È CADUTA NELLA TRAPPOLA DI MAT CON QUEL SIGILLO! Il silenzio, viene lasciato alla decima il tempo di metabolizzare che anche quel sigillo sia stato desiderato, come tenuto in conto e apprezzato... un amicizia programmata e ricercata? Mat voleva così tanto essere amico di Fru arrivare a farsi marchiare a fuoco? No, vi erano teatrini sotto che noi tutti conosciamo. "L'ultima volta che mi hai controllato mentre facevo qualcosa ho lanciato una palla di fuoco dentro alla miniera ferendo dei contrabbandieri" in effetti è lo stesso episodio, perché la donna aveva controllo, era li, poteva fermarlo fisicamente, poteva impedirgli di fare danni... ma sapeva che Mat sarebbe andato avanti comunque. "Te l'ho detto piccolo fiore di ciliegio, l'unico controllo che hai su di me, è la nostra amicizia" pat pat Fru, Mat è uno spirito libero, e sai cos'altro te lo dimostrerà? Uno degli argomenti successivi! I polmoni si riempiono d'aria, Furaya spiega che è stato promosso per meriti, probabilmente per meriti tattici-organizzativi. Se Jushan non fosse a capo della difesa, chiederebbe un ruolo come stratega. "Tra moglie e marito non mettere la reincarnazione di Tobirama Senjuu." In effetti... il bianco così accennerebbe ad una piccola risata che terminerebbe con una fitta al costato e un paio di colpi di tosse, questi verrebbero coperti dal palmo della mancina. Educazione prima di tutto. "L'occhio non vedrà giorni migliori." Rapido, ironico come sempre ma più rapido. E Fru? Che sta dicendo? Mattyse mugola infastidito sentendo quella frase, quella frase di sfida. "E chi sarebbero questi? Sentiamo, con quali imprese dovrò confrontarmi per essere l'unico e inimitabile?" È serio, vuole sapere cosa deve fare per passare alla storia, per diventare il terrorista migliore, quello che Furaya e l'intero mondo ninja non dimenticheranno mai... e poi, la donna gli tira i capelli, lievemente per l'amore del cielo... e come reagisce lui? Il capo seguirebbe la mano, sollevando lo sguardo, mentre entrambi gli occhi verrebbero aperti lievemente, mostrando da una lieve fessura il colore ambrato del destro e l'opaco del sinistro. Le sue labbra verrebbero appena schiuse mentre da queste uscirebbe un sottilissimo... gemito. "Ahh... devo prenderlo come un 'non lo so'?" Chiederebbe nonostante la ragazza si sia dimostrata pronta a tirargli i capelli, ma questo potrebbe non essere un bene per lei, ma con Mar cosa può essere un bene?[Chakra On]

18:20 Furaya:
 Continuo ancora a pensare che abbiano una fortuna sfacciata. D'altro canto, però, non stanno ancora facendo niente di male. Certo, sarebbe alquanto strano se qualcuno entrasse nella stanza e li trovasse così, ma ehi, abbiamo appena detto che la dea bendata sembra essere dalla loro parte. <Lo hai risolto, ma a quale prezzo? Hai preso la bambina?> No, non sta girando il coltello nella piaga. Non sta facendo niente di male. Il suo obiettivo è quello di fargli capire che, forse, avrebbe dovuto prestare più attenzione ai dettagli e al piano che ha condotto. Perché se per uccidere Orochi ha perso un occhio ed ha il corpo pieno di bruciature, ma non ha avuto sua figlia, tutto questo perde un po' di significato. Assesta meglio il mento sulla sua testa, chiudendo a sua volta gli occhi per cercare di rilassarsi. Non che abbia davvero bisogno di dormire in quanto copia formata da chakra, tuttavia non potrebbe scivolare via dal letto neanche se volesse dovendo tenere il peso altrui addosso. <Se rifiuti un'altra volta le cure, ti disintegro.> Sussurrato, così, di getto, nel completo silenzio instauratosi per qualche secondo appena. Sorride addirittura, per quanto non sia granché visibile data la posizione in cui si trovano. <Al Tanzaku, forse evitiamo di metterci piede per un po', eh?> Considerando ciò che ha combinato di recente, forse è meglio che ciò non avvenga. L'importante è preoccuparsene in seguito. <Inoltre, finché non torna l'originale è fuori questione.> Fa spallucce, convinta del proprio dire in quanto semplice copia. Non può prendersi una festicciola quando non la riguarda direttamente. Il solito atteggiamento modesto e schivo della donna. <Mi farai da testimone? Anche se temo che Saisashi ti spezzi le gambe piuttosto che vederti al mio fianco.> Anche se si tratta di fare soltanto da testimone. Sì, molto probabile. Assai probabile. Un brivido quasi le percorre la schiena al sol pensiero di quel che potrebbe fare l'altro. <Lo sto notando.> Che è incline ad abbracciare, facendogli notare il braccio che le circonda il busto con un mezzo sorrisetto. <Oh beh, nel dubbio sei avvisato.> E come si dice? Uomo avvisato mezzo salvato. Per il resto, saranno soltanto affari suoi. Lei se ne lava le mani. Schiocca la lingua contro il palato quando il ragazzo si mostra troppo sicuro di sé in quelle risposte, come se la donna fosse caduta in una trappola tessuta perfettamente per lei. E sa che non deve farlo. Sa che è sbagliato. La dritta, quella che s'era impigliata tra i capelli altrui a fargli quei delicati grattini, or apporrebbe una forza maggiore. Non tanto per tirarglieli, ma abbastanza per spingergli la testa indietro. Avvilupperebbe la coda che è lui solito farsi, tirandola appena, abbastanza da fargli sentire che lo sta facendo ed anche consapevole dell'immediata reazione. Vorrebbe spostargli dunque il capo all'indietro cosicché lei poi abbassi il proprio di volto, poggiato in precedenza sulla testolina bianca di lui. Quanta distanza tra i due nasi? Effimera. Se entrasse ora Saisashi, non passerebbe dalla porta. Ma non è niente di sconcio. Gli parlerebbe soltanto a due centimetri dalla faccia, zero vergogna, con lo sguardo che si fa serio, palpebre assottigliate e respiro rovente. <Comando io> L'attitudine al comando tramandata da Ryota, l'esperienza in guerra, quella stessa capacità che si apprende e ci si aggiudica da Chunin. <e sono un lupo.> Legata indissolubilmente per tutta la vita a Fenrir. <Mangio i conigli, dunque non lo sono.> A meno che non debbano etichettarla come cannibale. Ma ehi, ha appena detto di essere un lupo e, nel frattempo, l'originale lo sta probabilmente diventando. Lo lascerebbe andare subito dopo, abbandonando anche la presa sui capelli che non avranno altre carezze finché Mattyse si prodiga ad essere lo stronzo di turno. <Mi hai anche presa, se è per questo.> Con la palla di fuoco, intende, proprio per fargli capire l'entità delle sue azioni. Fa di nuovo schioccare la lingua contro il palato, per niente convinta delle parole che lui pronuncia e scegliendo, questa volta, di tacere. Anche perché sarebbe costretta a fare il remake di poco fa e perderebbe di significato e di importanza quell'atto precedente. Inutile rivangare. L'importante è che lei sappia la verità, che lui creda ciò che vuole. <Bravo, mi raccomando, sforzati. Sei solo ferito gravemente, ma del resto cosa ce ne importa del nostro corpo, mh?> Fa ruotare gli occhi verso l'alto, infastidita dal modo di fare altrui, ma nascondendo ovviamente un accenno di preoccupazione nei di lui confronti. <Ottimo. Sei felice di esserti ridotto così male per la tua impulsività?> Gli domanda con il desiderio inconscio di fargli altro male se non fosse che ne godrebbe. E quindi non aggiunge altro. Al suo quesito successivo, mostra un piccolo sorrisetto di sfida. Chi sono gli altri che deve battere? <L'Ottavo Hokage Kuugo Gaito, per quanto riguarda la pianificazione di un piano che portasse due villaggi ad ammazzarsi tra loro> Suna e Konoha, quindi lo stesso villaggio che per giurisdizione aveva promesso di proteggere con il suo ruolo. <e Ryota Nara, per pianificazione, intelligenza superiore alla norma e potenza dimostrata nell'attuare terrorismo all'intera Alleanza.> Fa spallucce, del resto conosce benissimo ambedue gli elementi appena citati. <Potrei tornare ancora più indietro nel tempo, volendo.> Ce ne sono stati molteplici, ma per ora preferisce soffermarsi su questi due. Ha detto anche troppo. <...> Sente quel gemito contro il collo, la qual cosa potrebbe rendere quella stanza non un luogo adeguato. Forse un po' bollente e non per lo Yoton, mannaggia ai kami. Deglutisce, si sforza di ignorare. Ma come, un attimo prima gli dici che comandi tu guardandolo negli occhi a due centimetri dal naso ed ora fai finta di niente? <Prendilo come ti pare.> Non è una delle risposte migliori che avresti potuto dargli, ma d'altro canto... Amen. [ Chakra ON ]

18:25 Mattyse:
 Il bianco stringe appena la presa attorno al Busto della donna, ascoltando la sua voce mentre la sua mente torna a pensare, vedendo le stesse immagini che i suoi occhi hanno catturato verrebbero proiettate all'interno delle palpebre, rivivendo quasi quei avvenimenti. "Ho abbattuto il muro che mi impediva di andare avanti. Ora devo solo braccare i suoi tirapiedi e farmi dire i suoi soliti movimenti." Salterà fuori, scoprirà dove Orochi teneva sua figlia. "Molti problemi si risolvono a piccoli passi. Ho compiuto il primo." La voce è priva di ironia, pacata, ma lascia trapelare quel malessere. Sa bene che non era sua intenzione ferirlo ed è questo l'unico motivo per cui riesce a rimanere calmo. Un lieve sorriso apparirebbe ora, tornando ad adornare il suo volto. "Accetterò le cure, ma dovrò tornare al Tanzaku il prima possibile." Puntualizza, non può perdere tempo inutile. "Saranno pochi gli uomini che avranno il coraggio di affrontarmi dopo Orochi e quelli che lo faranno saranno proprio quelli che hanno le informazioni che mi interessano." Bella la psicologia, affrontare il boss della Yakuza e vincere, perché se non fossero intervenuti i suoi uomini avrebbe vinto senza problemi, disegna un bel ritratto nella mente dei neo assunti. Anche le teste calde avranno qualche problema ad avvicinarsi. "Nel mentre troverò un qualche locale in cui portarti non appena tornerai." E nulla, farà la festa a Furaya, oramai è sicuro. È la domanda successiva che lo lascia spiazzato, non se lo sarebbe mai aspettato, come un fulmine a ciel sereno. "Se mi spezzerà le gambe, camminerò con le braccia." È un si? Davvero? "Ne sarei felice" si che visto come sta andando questa serata sorgono alcuni dubbi che il matrimonio si farà eh. La donna lo ha avvisato, del suo futuro marito come del suo temperamento durante la notte, ma è qualcos'altro che attira la nostra attenzione. Le dita della Nara afferrano ancora i capelli bianchi del Senjuu per tirarli, intenta a far sollevare il di lui viso, così che si possa avvicinare per guardarlo negli occhi. Un altro gemito, più lento e intenso del primo, che inizierebbe dal momento che lei ha preso a tirar quei capelli per poi terminare vicino alle sue labbra, su cui gemerebbe ancora lievemente facendovi arrivare aria calda. "Ahhhh... mh, Furaya..." sussurrato il suo nome, con una tonalità di chi sta immaginando cose poco adatte. Lei pretende di comandare, si vede come un lupo... ma esistono trappole anche per lupi. E lì, a pochi centimetri dal viso di lei, gli occhi si riaprirebbero, mostrandosi ancora una a volta a quelli azzurri della signorina che sta fronteggiando. Uno ambrato e uno opaco, quasi bianco, con giusto una lieve sfumatura di quel colore che prima lo caratterizzava. "Dimmi lupo... io cosa sono?" Lascerebbe quindi cadere quella sua arroganza, come la sua volontà di comandare per forza su di lui. La tonalità della voce è la stessa precedente, con qualche ansimo a causa della sua presa. Non devo dire che ansima poco distante dalle labbra di lei, vero? Come finirà questa cosa? E chi lo sa, lo vedremo presto, ma facciamo un salto in avanti, no? Ne è valsa la pena? Hai perso un occhio per? "Si." Risponde secco, ora un po' infastidito da quel suo continuo puntare alle sue ferite. Ne è valsa la pena? Si. "E se dovessi tornare indietro lo rifarei." Sicuro della cosa. In fondo fortunato o meno, ci è riuscito. Dopo questa, parlare dei precedenti terroristi non ha più molta importanza per lui. Mat sospirerebbe con forza prima di scuotere appena il capo. "Traguardi grandi per uomini grandi. Datemi tempo." Ora usa pure il lei? Deve proprio essere stufo di quel continuo ricordargli di come è conciato. "Furaya, tu come avresti reagito? Una donna che sembra più forte di te tiene tua figlia e il padre sembra fregarsene. Che avresti fatto?" Ed eccolo il tranello, obbligare la decima a mettersi nei suoi panni. "Non avresti rischiato di morire per riaverla?" Chiederebbe stringendo appena gli occhi... ci siamo dimenticati però di una cosa che solo ora il bianco andrebbe a... pensare. "Scusa... non pensavo di averti colpito alle miniere. Se ti avessi vista prima, non lo avrei mai fatto." Tenerello lui che non avrebbe mai ferito la sua amichetta! E torniamo la, ove la donna lo ha istigato e lui ha lanciato un gemito sul suo collo, con quella provocazione riguardante alla possibilità, o meno, di allattare. "Certo che se la decima Hokage non sa una cosa così, sulla sua copia poi..." e la stuzzicherebbe ora lui, chiudendo nuovamente gli occhi. "Pensavo che su queste cose la grande Hokage sapesse tutto, in fondo non dovresti essere un genio del ninjutsu?"[Chakra On]

18:31 Furaya:
 La mano libera vien posata sul braccio che lui utilizza per circondarle il busto, stanziando docile e mantenendo un respiro costante. <Se non ti fai curare> Sottolinea ancora una volta. <non vai proprio da nessuna parte.> Gli basta uno schiaffo ben assestato per rimanerci secco, dunque è meglio che riposi e che faccia ben poco il gradasso. <Tra l'altro> Intrufola la mano libera, quella che poc'anzi s'era poggiata sul braccio altrui, nella tasca del pantalone così da tirare fuori uno dei tonici che si porta comunque dietro. Possono sempre servire, specialmente se sei una copia e hai bisogno di Chakra aggiuntivo. Porge quello coagulante a Mattyse. <prendi questo. Non costringermi a fartelo assumere. Fa il bravo bambino.> Fru, certe volte mi stupisci. Sai benissimo che se lo minacci, farà qualcosa per costringerti a costringerlo a sua volta. Dai, lo conosci abbastanza da sapere che questa volta te la stai cercando volutamente presa da chissà quale verve. <Al prossimo piccolo passo dei tuoi, molto probabilmente, perderai anche un arto e non soltanto un occhio.> Lo rimprovera com'è uso e abitudine, consapevole del fatto che da questo punto di vista lei reputa d'avere ragione, ovviamente. Ha esagerato ed è andato contro un nemico troppo forte, un nemico che gli ha ovviamente dato del filo da torcere. I suoi tirapiedi saranno sicuramente più forti dei due che erano saliti sul tetto per vedere cosa fosse successo. Inoltre, deve anche tenere a mente il fatto che è sicuramente ricercato assieme a Sakir, la qual cosa potrebbe essere un problema non indifferente. <D'accordo, tornerai al Tanzaku.> Un posto in cui lei non ha mai messo piede. Un po' perché non le interessa, un po' perché c'è andata soltanto per quella stramba riunione a cinque ed un po' perché il suo volto è abbastanza conosciuto da creare scalpore, scompiglio e sicuramente delle dicerie che potrebbero minacciare il suo ruolo ed il suo quieto vivere. <Ti sbagli. E' un'organizzazione criminale, lo sai bene. Tu hai ucciso il loro capo, dunque proveranno a vendicarsi su di te. Sbagli nell'affermare che non ti prenderanno di mira perché tu, come Sakir, adesso siete i maggiori indiziati.> Partiamo da questo presupposto, esatto, facendo la saputella di turno che è ovviamente bravissima a fare, sia mai che non ci riesca anche con Mattyse, il quale però le risponde più male del previsto in situazioni analoghe. <Guarda, credo non ci sia bisogno. Anche perché non è il primo matrimonio e non vorrei che anche il secondo andasse a puttane.> Che ironia! CHE BELLISSIMA IRONIA! Lo stai facendo andare tu a donnine allegre se continui in questa maniera, già soltanto considerando che siete nello stesso letto, abbracciato, a farvi i grattini o a stuzzicarlo tirandogli i capelli, CONSAPEVOLE fin troppo della reazione che ciò causa nel corpo del terrorista. Sei conscia di tutto quello che stai facendo, ma per fortuna non sei l'originale, giusto? <Magari, possiamo evitare che ti spezzi le gambe anziché trovare metodi alternativi.> Giusto per dire, eh. Il terrorista ci serve ancora vivo. Per un altro po' ancora, ma ci serve vivo. E poi la situazione degenera un po'... troppo. Diciamo che la vicinanza tra i due fa male sia all'uno (che comunque pare essere compiacente) e sia all'altra (che non dovrebbe affatto pensare a niente del genere). Torniamo però al controllo, quella ripercussione che si genera anche in situazioni analoghe. Con Saisashi, forse, è un pelino diverso. In fondo, puoi opporti poco alle Porte del Chakra aperte completamente mentre ti prende sul letto di casa vostra. Invece, in un momento del genere, hai davanti l'illegalità, l'impossibilità di fare ciò che pensi, ma al tempo stesso il controllo che hai sull'altro – o che pensi di avere – per via della conoscenza del suo punto debole. E tiri. Infila le dita tra i capelli altrui e tira. Si ritrovano ancora ad una distanza piuttosto effimera, laddove lui non si perde certo il momento propizio per gettarle l'alito rovente sulle labbra. Fate entrare Saisashi, vi prego, prima che non possa superare le porte. Avverte il suo nome venire sussurrato in maniera poco propizia, poco consona a quello che è il loro legame, un legame che l'ha sempre vista piuttosto bloccata nei di lui confronti, come se avesse messo dei paletti tra loro due. Dapprima intravisto soltanto come un terrorista, un mukenin che ha rischiato inutilmente d'essere bruciato vivo per ringraziare la Decima di ciò che aveva fatto per lui, dopodiché divenuto un vero e proprio amico, un alleato, una spalla su cui reggersi e dove sfogarsi. E adesso, questo. E' un pensiero piuttosto passeggero quello che, per un istante, le affolla la mente sparendo, appunto, immantinente. Se non ci fosse Saisashi. Ma il rispetto che provi per lui è palese, lo stesso che provi nei confronti di Mattyse, ma che non hai mai dimostrato perché tra voi c'è una lotta continua per la supremazia. Tu non comandi su di lui, pur volendolo, e lui non comanda su di te. Reciproci accordi per reciproci interessi ed è sempre stato così. <Matt...> Pronuncia a sua volta, avvicinando la mano libera, quella che non è stata rubata dai capelli del Senjuu e che ancor tutt'ora tira all'indietro, stringendo più saldamente la presa per ovvi motivi. E' un'eccitazione pressante quella nell'aria, il comando che la pervade, la possibilità di poter far qualcosa che non sarebbe corretta. Lei che è sempre stata ligia al dovere, alle regole imposte dal villaggio, lei che non ha mai disobbedito se non a suo padre quando ha poi scoperto chi fosse. Sono molteplici le motivazioni che potrei tirare in ballo affinché faccia quel che sta per fare. E potrei averne pronunciate già abbastanza. Quella mano libera, frattanto, risale e s'avviluppa attorno alla sua gola. Gli occhi glaciali della fanciulla s'assottigliano e restano focalizzati in quelli ambrati altrui. Se è una sfida di sguardi che vuole, lei non ci perde niente a dargliela e a vincerla anche. Anche quella mano stringe. Non troppo, non eccessivamente. Vorrebbe darle fuoco, vorrebbe incendiare ulteriormente quella candida pelle già travolta dalle fiamme delle palle di fuoco che s'è preso in pieno, ma rischierebbe di farlo fuori. <Sei un cinghiale.> Ruota appena il busto, cosicché possano trovarsi l'uno di fronte all'altro. La testa di lui appena reclinata dalla mano nei capelli, ovviamente, l'altra che lo tiene dalla gola. E le punte dei nasi irrimediabilmente troppo vicini. <Sei resistente e attacchi alla prima opportunità, ma un lupo potrebbe sbranarti. Non per questo ne hai timore.> E' un lato che, temo, nessuno aveva mai fatto uscire fuori. Ma rammenta, bambina, perdere il possesso del “controllo” non ti piacerà minimamente e ci stai andando così vicino che neanche immagini, come Icaro contro il Sole, bruciandoti con le tue stesse mani e non per questo fermandoti prima che sia troppo tardi. Nel frattempo, risponderebbe anche alle domande che le vengono rivolte, cercando di darci il giusto peso. <Inutile tornare a discutere del fatto che tu abbia perso un occhio. Sei testardo.> Sbuffa, infatti, incapace di voler continuare più per mancanza di voglia che di reale interesse, poiché quest'ultimo ci sarebbe senza dubbio. Gli argomenti susseguenti, poi, hanno bisogno di un'attenzione particolare. <Avrei probabilmente preso il padre dai capelli e l'avrei condotto a prendersi sua figlia assieme alla sottoscritta. Oppure, qualora lui non fosse interessato, sarei andata da sola. Al massimo, a differenza tua, più per esperienza sul campo di battaglia che altro, avrei almeno stilato un piano d'attacco con il quale garantirmi una sopravvivenza.> Chiosa alla di lui volta, sollevando per un attimo gli occhi verso l'alto, cercando di ragionare bene alla risposta che gli possa dare poiché si rivela essere comunque piuttosto importante. <Non posso esimermi dal dirti che avrei agito come hai fatto tu, sincera, tuttavia non sarei andata da sola. Se il padre non vuole, io ho altri alleati da poter interpellare.> Tornando a guardarlo negli occhi per via della sua incapacità di tenerla in considerazione. Invero, lei stessa aveva chiesto che non fosse interpellata, tuttavia la situazione ha subito un'impennata pazzesca per la quale sarebbe stato meglio, invece. <Cos'è, ora ti spiace se mi colpisci?> La battuta sarebbe potuta essere differente, ma non siamo ancora arrivati a quel punto, vero Fru? Un punto dove non dovresti affatto arrivare, ma sorvoliamo, giusto? Meglio non parlarne ancora. <Ti ho risposto. Sto usando il latte in polvere. Non posso darle da mangiare del Chakra. E' chiaro che in determinati contesti, il mio corpo non è dissimile dall'originale, ma è fatto esclusivamente di Chakra come in Accademia dovresti aver imparato. Soddisfatto?> Voleva la professorina... [ Chakra ON ]

18:39 Mattyse:
 La donna si impunta ora sul far si che lui parta in condizioni adeguate, vuole che si faccia vedere e curare... bhe Mat, ha ragione, non puoi certamente partire in quelle condizioni. Inizialmente avrebbe accettato, senza alcun problema, facendosi imboccare probabilmente ma non per forza... ma Furaya non lo ha capito, se lo sfida lui la accontenterà sempre! "Come no? Eppure mi piace tanto quando fai la voce grossa." Farebbe da testimone all'Ironia e a quell'aria di sfida la curva del sorriso che prende, parola dopo parola, una nota sempre più maliziosa. "E se non volessi/mami/?" Sottolineando quell'ultima parola. Fai il bravo bimbo? Oh piccola Furaya, si vede che ti stai rifiutando di capire Mat... o magari c'è qualcosa che ci nascondi? Segue l'ennesima ramanzina, il suo avvertirlo che la prossima volta potrebbe non perdere solo un occhio, potrebbe perdere molto di più. Ed è vero, la Yakuza è un organizzazione, lo cercheranno per vendicare il boss che lui gli ha strappato... "ma non potranno farlo tutti. È come se uno shinobi entrasse a Konoha e uccidesse l'hokage. I genin e i chunin non alzerebbero un dito contro questo nemmeno la settimana successiva. Qualche jonin magari, ignari di essere proprio loro i prossimi bersagli." Quindi, tutto sommato, ha una sua certezza. Non lo attaccheranno a vista, dovranno avere qualcosa di più organizzato, di più adeguato e preciso. Non lo attaccheranno alla cieca, con la paura di fallire. Perché però lei, che è stata la prima a tirarsene fuori, si sta preoccupando tanto per lui? "Non era una domanda stellina, avrai quella festa. Tanto le regole sono sempre guardare ma non toccare, così tutti torneremo a casa sulle nostre gambe. O almeno, tutti meno che io." Che rischi la vita più o meno ogni volta che ti alzi dal letto. La donna quindi non vuole mandare a monte il suo secondo matrimonio, ma la cosa va molto in contrasto con quello che sta accadendo. È in una stanza, sdraiata sul letto, con un terrorista che teoricamente dovrebbe essere suo nemico, che tra l'altro è mezzo nudo... e si stanno istigando a vicenda. I loro visi sono particolarmente vicini, la donna si gira sul letto, portando la mano libera ad afferrare il suo collo, come a sottolineare il suo comando. Mat non opperrebbe resistenza per quella presa, anzi, le Lascerebbe lo spazio necessario, sollevando il mento mentre le labbra si schiuderebbero, mostrando senza alcun problema il respiro che si è fatto pesante a causa dell'eccitazione. Il bene e il male, la volontà di Furaya di seguire la legge, rispettare tutto e tutti per un mondo migliore... e l'errore, l'infrangere le regole per costruire un mondo migliore sulle spalle di chi, oggi, lo rende così marcio. Che sia proprio la figura di Mat, del ragazzo che infrange le regole e fa come gli pare, ad attirare Furaya, sempre onesta con il suo ruolo? Anche lei sente la necessità di essere... libera? Ancora un ansimo, che andrebbe come i precedenti a mirare alle labbra di lei, mentre la mano destra del bianco andrebbe a posarsi dietro la di lei schiena, aprendosi bene per posare il palmo e tirarla lievemente verso di sé, qui la mano mancina andrebbe a mostrarsi, posando inizialmente il palmo sulla pancia di lei, per poi ruotare e mettersi su un fianco: successivamente la mano andrebbe a salire, in maniera rapida, intenta a portare l'avambraccio a separare i seni della rosata e cercherebbe di afferrarle il collo con la propria, come lei sta facendo a lui. Mat quindi cercherebbe un pareggio su quel dominio. Il lupo che tiene per la gola il cinghiale, avente però le sue zanne contro la propria. Il bianco ora tenterebbe di andare in contro, fronteggiarla, intenzionato a far sfiorare le punte dei loro nasi. "Se il cinghiale si distrae, il lupo se lo mangia... ma se il lupo sottovalutasse la sua cena..." finirebbe per pentirsene. L'uso della parola cena non è a caso, come la tonalità mantenuta bassa, anche perché vista la distanza ravvicinata dei due non serve sicuramente parlare ad alta voce. La gara di sguardi è iniziata, ove il freddo ghiaccio di lei si incrocia con la luce ambrata che si riflette negli occhi del Senjuu. Inizia a fare caldo, anche per lui che in questo momento è privo di maglia, mostrando le ferite come i sigilli impostigli dalla stessa Nara che ora gli rende impossibile respirare se non in maniera affannata. Andiamo avanti, su discorsi che presto verranno messi in pausa per qualcosa di più importante. Ancora, una dannatissima volta, lei deve sottolineare che ha perso un occhio, ma per lo meno dopo da la risposta che lui per primo voleva: avrebbe ammazzato chiunque si sarebbe messo in mezzo, con l'aiuto adeguato, a differenza sua. Se fosse partito con Tachiko avrebbe avuto la vittoria in pugno, senza tutte quelle ferite... ma hey, i momenti di ira li abbiamo tutti, no? Ringraziamo che Mat abbia trovato un piano più che adeguato per tutto! "Ho unito l'intelletto all'impulsività. Questo è vero..." e, finalmente, la prende come una lezione. Una fottuta lezione. Quindi Mat sa ammettere i propri errori ogni tanto eh? O accettare le critiche... se solo avesse potuto contare sulla sua amica, probabilmente ora avrebbe sua figlia in braccio e non starebbe giocando a chi dura di più prima di perdere la testa con la decima. "Dipende" va bhe Fru, a sto punto limonalo, perché glie le stai tirando proprio fuori. "Con una palla di fuoco si. Preferirei usare qualcosa di più fisico. Deve essere bello lasciare segni sul corpo allenato della decima hokage." Segni come le cinque dita sul culo? COFF COFF. E la risposta da professorina è alquanto interessante. "All'accademia non ci insegnano cose particolari come la copia di una donna in allattamento. In fondo, sei sicura che sia chakra? Sei sicura, di quello che puoi fare?" E ora tenterebbe di stuzzicarla, incuriosirla... cazzo non te può dire in faccia che vorrebbe prova lui dai![Chakra On]

19:23 Furaya:
 Non è solo il gusto del proibito, vero? Si tratta della tua morale. La gente vuole vederti per quella retta e corretta, il legale buono che tutti vorrebbero che tu fossi perché un Hokage non può essere diversamente. Adempiere ad ogni regola tramandata di generazione in generazione e non potertene sottrarre. Hai infranto queste ultime quando hai permesso ad un terrorista di convincerti che le sue idee fossero giuste. Hai iniziato a cadere quando lo hai marchiato a fuoco anziché dichiararlo un mukenin e quando hai stabilito che fare terrorismo per ottenere la pace fosse l'unico modo che tu avessi per permetterti una vittoria. Non è sbagliato far prevalere la tua morale, Fru. E' un atteggiamento di rivalsa che l'originale non avrebbe mai mostrato, ma che in quanto copia, tu adesso, te ne prendi le libertà. Al tempo stesso, sei l'inizio d'un lungo e tortuoso viaggio verso ciò ch'è giusto e quel ch'è sbagliato. Perché pur trattandosi del tuo distacco dal legale che sei sempre stata, non può essere facile come bere un bicchier d'acqua. Qualcuno ti dirà che stai sbagliando, inizieranno a guardarti con occhi diversi rispetto a quelli a cui sei abituata, oltre a mettere in discussione te stessa con le tue sole mani. Se sei pronta a far tutto ciò, salta. Ma rammenta che non si torna indietro. Ecco, ora ad esempio, ricordi quando ti ho detto che minacciare Mattyse non è ciò che più di giusto si possa fare? Avrà sempre una risposta pronta a tutto ed eccotela servita su un piatto d'argento. <Ti piacerà di più quando sarai abbastanza intero per tenermi testa e non perdere fiato.> La voce grossa, quella che sta cercando di fare anche adesso che la sua mano gli circonda ancora la gola. Perché le posizioni non sono certo cambiate. L'uno di fronte all'altra, la mano di lui attorno alla gola di lei e viceversa. Non lo hanno mai fatto con te, vero, Fru? L'ultima volta che qualcuno ti ha messo la mano attorno alla gola è stato tuo padre, ma ricordiamo benissimo che non ti è piaciuto per niente. Ora, però, è differente. Ti addentri in un mondo che non ti ha mai visto partecipe. Ti stuzzica l'idea del dolore. <Se non volessi, ci sono sempre metodi alternativi per fartelo ingoiare.> Abbassa il timbro vocale, il ghigno che si fa più malizioso, l'espressione che appare quasi assecondare il suo fare priva di tentennamento alcuno. Soffia fuori dalle labbra altrettanto caldo fiato che si riversa su quelle altrui. Un dannato gioco di sguardi che prosegue senza esclusione di colpi, senza mai abbassarsi. <Dipende dal patriottismo, non puoi fare il paragone tra Yakuza e Konoha. I Ninja di Konoha cercherebbero immediatamente il colpevole perché non hanno bisogno di un capo. Sono già organizzati in caso di sua assenza.> Prosegue nel suo modo di fare da maestrina, quello che a lui abbiamo scoperto piaccia tanto, nevvero? <Gli Yakuza, invece, hanno un capo e senza di esso devono riorganizzarsi.> Si tratta, come sempre, della /sua/ visione delle cose, non per questo debba essere corretta al cento percento. Potrebbe anche sbagliarsi, seppur ciò minaccerebbe il suo orgoglio. Fa roteare gli occhi verso l'alto quando Mattyse continua a parlare di quella festa, un matrimonio che volente o nolente potrebbe giungere a non farsi neppure. <Fai come vuoi.> Sceglie di cedere, inutile continuare a rifiutarsi se l'altro è tanto ostinato da volerlo organizzare. Anche perché non sarebbe certo un male se finalmente uscissi dalle quattro mura che compongono la tua magione o l'ufficio, no? Non si tratta, comunque, soltanto di bene o male. Mattyse funge un ruolo importante nella vita di Furaya, tanto quanto Saisashi. Ma se quest'ultimo la tiene sulla retta via cosicché svolga le sue mansioni perché è ciò che si aspetterebbe da lei, dall'altro lato abbiamo un Terrorista che ha messo in discussione PIÙ VOLTE l'operato della Nara, tanto da costringerla a cambiare linea di pensiero. Non sarebbe mai nata la Task force ed è stato il primo salto nel vuoto, quel cambiamento che persino Saisashi ha notato non essere incline a ciò che Furaya /è/. Il mero fatto che si lasci andare con Mattyse è perché lui non pretende che lei si comporti in un determinato modo solo perché /Hokage/. Ed uscire dagli schemi, mutare la sua perfettissima morale e macchiarla... È questo ciò che la attizza più d'ogni altra cosa. Un dettaglio al quale l'originale non è ancora giunta. Sarà una sorpresa. Magari è sempre stato sopito, senza accorgersene prima d'ora. Avverte il di lui tocco sul ventre, sulla schiena, sul fianco che risale e si fa spazio sul petto. Sono entrambi alla mercé dell'altro. Entrambi vogliono sovvertire il comando altrui, disintegrandolo. <È per questo che il lupo gira sempre in branco. Se uno di loro sottovaluta la preda, i suoi fratelli giungeranno in soccorso.> Lascia che le punte dei loro nasi si sfiorino. <Ma ricorda anche> Rende le distanze sempre più effimere, superando le punte dei nasi. Le labbra si sfiorano, ma non è lì che lei osa soffermarsi perché scivola di lato. Non allenta la presa della mano, ma trova una porzione di pelle del collo di Mattyse che possa venir saggiata a dovere. <che il morso del lupo è letale.> Accompagnando la frase con un morso, dato coi canini e gli incisivi, sul collo del ragazzo. Tira un poco la pelle indietro assieme al movimento del capo che vorrebbe condurre or di nuovo frontale a lui, ammesso non avvenga altro che debba in qualche modo frenare ciò. La punta della lingua vien fuori, espressione lasciva che le si disegna in viso. Saetta da un angolo all'altro delle labbra, riportando altresì lo sguardo a sorreggere quello di Mattyse. Non si tratta di nessun sentimento particolare, se non quello di dominio. Come i lupi. <Inutile starti a dire che sei troppo impulsivo, anche qui temo che le tue gesta parlino per te.> Facendo spallucce. C'è anche da ricordare che lei sta ancora tirando leggermente i capelli di lui all'indietro. Ci tengo a ricordarlo perché le parole, tutte le parole del mondo, hanno un peso non indifferente alla persona a cui le dici. E quando lui osa aggiungere che qualche segno fisico vorrebbe lasciarglielo, sai è la Decima, perché no, lei lo strattona di più. <Dimostramelo anziché parlare> Gli sussurra di nuovo, divertita dal fatto che lui sia tanto sicuro di poter dir qualcosa del genere senza subirne delle conseguenze di un certo spessore. <o sei troppo debole per via della tua impulsività?> Furaya, ti stai addentrando in luoghi poco consoni, poco corretti, lo sai. Non è giusto. Ma quanto cazzo ti piace? Il comando, il controllo, il vantaggio. Essere lupo e non più l'agnello che nessuno teme. <Ricorda che io non sono Keiga.> C'è un motivo se ha scelto proprio quel nome per rompergli le uova nel paniere, per continuare a provocarlo. Rammenta, caro giovane uomo, che Furaya non mira a sminuire Keiga. Ma se vuoi lasciarle segni sul corpo, beh, non è così facile e non è così fragile. <No, non ti chiederò se vuoi provarlo, Matt.> Palese ormai dove voglia andare a parare o almeno questo il parere della Decima, sia chiaro. <Non prendi iniziative.> Come se fosse un peccato, come se ti dispiacesse. E saldi la presa anche della mano attorno al collo. Immaginate soltanto se, in questo momento, passasse una Tachiko selvatica con le braccia piegate dietro la schiena ad urlare "Tutturu" fuori dalla finestra. Davvero. Per smorzare la tensione adrenalinica e sessuale che ormai pervade la stanza. [ Chakra ON ]

19:29 Mattyse:
 Abbiamo iniziato un gioco pericoloso che adesso va giocato. In fondo Mat non è certo il tipo che si tira indietro, rimangia le proprie parole o che chiede scusa tanto facilmente. Come la Nara vuole avere sempre ragione, anche lui vuole la sua fetta di torta, ma qua la torta è ben diversa dal solito, qua non si tratta di orgoglio ma di un 'dolce' che molti vorrebbero. Vero Furaya? In quanti venderebbero la loro madre per essere nei panni di Saisashi o di Mat in questo momento?. La situazione sembrerebbe essere una sorta di stallo, quella gara di sguardi tra lupo e cinghiale, il primo che sbaglia perde ma nessuno ha detto quale sarebbe stata la perdita... un cinghiale perde la vita contro un lupo, probabilmente loro si stanno giocando la supremazia sull'altro. "Ti conviene usarne qualcuno allora." Oramai si sono stuzzicati, gli ormoni sono partiti e la miccia è stata accesa, tanto vale portare tutto fino alla fine. Davvero ora bisogna continuare quelle conversazioni? Yakuza, konoha e il festino? No perché Mat le ignorerebbe, sono discorsi che vorrebbe si fare ma in altri contesti, più sobri e meno accaldati. Ancora i loro sguardo, quasi in grado di accendere in un fuoco quella poca aria che divide i loro volti. Lei osa, una battuta interessante, parla di un lupo in un branco, mentre si avvicina, sfiorando le labbra del bianco per poi cambiare il suo bersaglio in qualcosa di più apprezzabile, come il collo... "ma tu non sei in branco piccolo Lupo" si, lupo con la L maiuscola perché Furaya sarebbe la capobranco, sicuramente, ma ora si trova da sola e sta sottovalutando il cinghiale. Difatti, mentre lei addenterà il collo di Mat, la mano mancina lascerebbe la presa sul suo collo per scivolare rapidamente dietro la sua nuca, intento a stringerla e tenerla contro la propria pelle. Nel mentre il Busto ruoterebbe appena come se volesse ricadere sulla propria schiena, piegando la gamba destra per portare la pianta del piede contro il materasso, dietro di sé, caricando il quadricipite che poi verrebbe sforzato: il bianco tenterebbe di utilizzare il dondolo generato tirandosi in dietro per poi spingersi in avanti con forza, intento a ruotare con la rosata, utilizzando il fianco di lei come perno. Quello a cui punta? Tenerla con i denti sul proprio collo mentre la scavalca, cercando di mettersi sopra di lei. Se vi fosse riuscito, la manca salirebbe repentina, andando ad immergersi nei capelli di lei, che stringerebbe tra le dita per poi tirarli come lei fa con quelli bianchi. Se si fosse staccata, si fionderebbe sul suo volto, fermandosi però a distanza di un dito dalle sue labbra. "Il Lupo ha morso la preda sbagliata..." sussurrerebbe contro le sue labbra, mentre la mano destra, obbligata a spostarsi dalla schiena di lei, si poserebbe contro il suo costato, con il pollice che punta verso il centro del suo Busto e le restanti dita che seguono le sue costole, non mirante ancora al suo seno, ma nemmeno così distante da esso. Questo è un dettaglio ora poco utile, perché dopo quel suo dire, si macchierebbe della stessa impulsività di cui parlavano, interrompendo una sua ipotetica risposta nel casa, tentando di far unire le loro labbra in quello che è un bacio non poi così puro, carico di malizia, desiderio e passione... se il piano del bianco fosse andato a buon fine, cosa che raramente accade, le labbra verrebbero schiuse per andare a sfiorare quelle di lei con la punta della lingua, chiedendo, stranamente, una sorta di permesso, per un qualcosa che poi non verrebbe fatto. Il bianco infatti, dopo il passaggio del muscolo umido contro le sue labbra, si staccherebbe, rimanendo sempre a uno o due centimetri di distanza da quelle labbra. Continuiamo? La battuta su Keiga sarebbe stata divertente, peccato che lui non ne abbia memoria, ma questo non lo demotiva o ferma, affatto. "Questo vuol dire che sarà più divertente..." sussurrerebbe ancora una volta, gettando aria sulle di lei labbra mentre quel gioco di sguardi, da parte sua, riprenderebbe. Il sopracciglio sinistro poi verrebbe sollevato alla cattiva notizia. Lei non chiederà a lui di provare, di vedere cosa possa uscire dal seno di una copia... "oh ma non me lo devi certamente chiedere." Puntualizza, ora farebbe salire la mano destra verso il suo seno sinistro, puntando alla posizione migliore per poi avvicinare il pollice all'indice, premendo il dito contro il suo corpo, andando alla ricerca di quel bottoncino a cui sarebbe la figlia a doversi attaccare. "Solitamente, sono io a rispondere alle tue domande." Eh bhe, in effetti di solito è lui quello con la visione strana, che da le risposte scomode, no? Quindi non deve essere lei a chiedere, ma lui a scoprirlo. Volevi l'iniziativa Fru? Ti piace questa? E sappiate, un 'tutturu' adesso significherebbe una palla di fuoco di Tachiko. O un invito ad unirsi.[Chakra On]

19:34 Furaya:
 Non si può più tornare indietro. Lei non intende cedere per prima perché sa che una parte di sé reputa sbagliato tutto quello che sta accadendo. Una parte di sé che viene accantonata in un angolo recondito della mente, poiché la sua attenzione è totalmente votata al Senjuu. La gara di sguardi non cessa, anzi decade soltanto quando lei porta la bocca contro il suo collo e morde con forza. Un lupo che sbrana il cinghiale, ma il cinghiale stesso non vuole demordere. <Oh, non temere.> Gli sussurra ancora, lasciando contro il collo il suo fiato rovente. Da qui è facile comprendere come Mattyse abbia un certo ascendente su di lei, un ascendente tale da renderla diversa, migliorata, fuori dai suoi soliti fottuti schemi. Un argomento già trattato che sarebbe oltremodo superfluo descrivere. Gli argomenti dei quali stavano trattando finiscono magicamente in secondo piano, poiché la stanza dell'ospedale è teatro di una escalation di ormoni e d'una situazione che rischia soltanto di degenerare oltre. Non si può tornare indietro, su questo ci troviamo fin troppo d'accordo. Sarebbe inutile, sarebbe sterile. Siamo in ballo, dunque balliamo. <Ma sono il capobranco.> Gli sussurra ancora, mentre lo vede dapprima staccarsi, come se si stesse allontanando dopodiché tornando alla carica, spingendola di nuovo dabbasso con la schiena e sovrastandola. Sbatte un paio di volte le palpebre, lasciandolo però fare, mentre la sua lingua saetta cheta contro il collo altrui, spostando appena le fauci per tornare a mordere. Avverte al contempo la mano che risale tra i suoi capelli rosei, costringendola a restare contro il suo collo. Non che abbia bisogno di un vero e proprio obbligo per farlo. Ci sta prendendo gusto. Tramite i morsi sfoga la sua frustrazione, ma gli fa comprendere che sta ancora comandando lei. Ed è dopo il problema. Un grossissimo problema. C'è quella frenesia del momento che porterebbe il suo corpo a spingersi per cercare un contatto con quello di Mattyse. Reclina il capo quando sente tirare i suoi capelli, lasciandosi scappare un piccolo gemito il quale è un misto tra dolore e piacere. Il mondo sta andando a scatafascio, la mente è ormai annebbiata dalle emozioni che sente. L'ardente desiderio, il proibito, l'impurità del gesto. C'è ancora una mano ancorata al suo collo che non cessa di stringere, pur mantenendo ovviamente un contatto che non lo asfissi né gli faccia davvero alcun male. Quella che si trovava tra i capelli, invece, scende sulla spalla corrispondente per qualcosa che avverrà di lì a poco. Gli occhi glaciali della fanciulla non perderebbero di vista quelli ambrati del Senjuu neanche quando si fa dannatamente vicino, come se la vicinanza di prima non fosse stata abbastanza per risvegliarle qualcosa di insensato. Non lo blocca. Perché dovrebbe? E' una battaglia che va condotta avanti e che va terminata con la vittoria di uno e la sconfitta dell'altro, non può esserci parità alcuna. La Decima ha appena raggiunto il punto di non ritorno nell'istante in cui a quel bacio collabora di sua sponte. Porta il viso a congiungersi con quello del diciottenne (porca troia, ma di che stiamo a parlare), lasciandosi scappare piccoli ansimi accelerati. Un'inspirazione profonda anticipa poi la spinta che vorrebbe dare al di lui corpo. La mano sul fianco non le preme, ma quando inizia a salire comprende che bisogna ribaltare la sorte d'entrambi. <Ricorda> Gli sussurra scivolando verso l'orecchio e adoperando la mano sulla spalla per dargli la prima spinta laterale, così da portarlo di nuovo a poggiare la schiena sul petto. <che comando io> La guerra che stanno affrontando è esattamente questa. Un ghignetto prende forma sul viso pallido della giovane, la quale sfrutterebbe anche la presa sul collo per avvantaggiarsi in questa mossa, oltre alle gambe che si stringerebbero attorno al suo bacino per ovvie motivazioni. Sfrutterebbe una salda presa con l'intero corpo per portarlo a fare il bravo bambino. <e che sei stato il primo a cedere.> Reputando d'avere la vittoria in pugno. Come quella volta nell'ufficio dell'Hokage, Matt, te lo ricordi? Lei che scavalca di prepotenza la scrivania, una velocità a te invisibile, che ti prende dalla gola e ti sbatte sul pavimento, marchiandoti infine a fuoco. Non vuole permettergli che sia lui a toccarla, non vuole che osi troppo senza il suo diretto consenso, mostrandogli come sia lei a tenere ancora tutto sotto controllo perché Mattyse non l'ha ancora distratta del tutto. Si assesta sul suo bacino, volendolo tenere ancorato al lettino. <Sei ferito> Glielo ha già detto molte volte, ma sa che è qualcosa che gli reca molto fastidio e glielo sottolinea ancora. <lascia che mi prenda cura di te.> Abbiam detto che il tonico coagulante non l'avrebbe ingerito con le buone. Per questo, la mano attorno alla gola permane ivi ferma ed immobile, mentre l'altra avvicina il tonico alle labbra, avviluppandolo con la lingua. Sì, raga, lo so. E' eticamente sbagliato. E' sbagliato e basta se vogliamo dire le cose come stanno, okay? Si sfila di dosso il maglione che porta a coprirle il busto, sotto al quale v'è una camicia bianca ben abbottonata ma che fa meglio risaltare le forme altrimenti nascoste, in buona parte, proprio dall'ampiezza del maglione. Si china su di lui, le punte dei rispettivi nasi a sfiorarsi prima che possano entrare anche soltanto in contatto le loro labbra. A differenza altrui, non chiede il permesso. Un capo non lo fa. Un suddito sì. E' questa la differenza tra Mattyse e Furaya, lei comanda e lui obbedisce, anche se vuol dimostrarsi al di sopra di lei. Non glielo vuole permettere. Farebbe dunque avvicinare la bocca a quella altrui, infilando volutamente la lingua attraverso di esse per farla incrociare con quella del ragazzo e rilasciare il piccolo tonico che gli serve per riprendere le forze. Non chiude gli occhi, anzi. Resta fisso a guardarlo. Non si perde neanche una possibile reazione, un guizzo nello sguardo, niente di niente. Ne mantiene lo sguardo consapevole d'essere forte. Inarca la schiena, porta i due bacini a collidere, il seno a poggiarsi con far delicato contro il di lui petto nudo. Manco ve lo chiedo più di far apparire Tachiko o Saisashi, sarebbero secondari e totalmente ignorati. [ Chakra ON | Fangirling time ] [ >>> PVT - ops. ]

AAA GIOCATA EXTEMP PRECEDENTE A RESET (Postata solo ora causa problemi di connessione ancora presenti)

Furaya raggiunge Mattyse in ospedale con tutta l'intenzione di fargli una ramanzina per ciò che è accaduto alle miniere di rame. Le ferite che adornano il corpo del Senjuu però la fanno ricredere. Meglio passare una serata più tranquilla... forse?