Due ninja, un Nindo

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Giocata di Clan

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con Fuji, Saigo

19:45 Fuji:
 Già a diversi metri dalla porta che permette d'accedere al più che modesto appartamento del ragazzo può esser sentita una canzone riprodotta ad alto volume dall'interno della residenza di Fuji. Non è niente di nuovo, è solito tenere il volume alto per rimanere quanto più assorto nel proprio infinito lavoro da marionettista. Ed almeno per ora le porte che conducono agli altri appartamenti son ancora prive di qualsiasi cittadino o shinobi, rendendo il piano da lui abitato quasi vuoto e permettendogli di far quanto rumore vuole. L'unica cosa a cui ci si deve abituare potrebbe esser potenzialmente il tempo necessario ad utilizzare l'ascensore, trovandosi l'abitazione parecchio in alto presso uno dei palazzoni presenti attorno all'oasi del settore di Sunagakure. Per chiunque si ritrovi ad uscire dall'ascensore non dovrà impegnarsi particolarmente per trovarlo, potendo vedere una delle porte più infondo al piano spalancata e con una miriade di polveri di legno accumulate quasi come delle dune lì di fronte. Di tanto in tanto il suono di una sega circolare fa da padrone, accompagnata da una miriade di scintille che fuoriescono abbondantemente dall'entrata. Caotico. Probabilmente se fosse stato un ambiente industriale e avvenisse qualsiasi tipo di controllo rispetto alla qualità di vita, il suo appartamento sarebbe stato chiuso seduta stante. Affacciandosi oltre quella porta spalancata l'ambiente passerà da un ordinato corridoio illuminato da ampie vetrate e luci colorate ad un grande sgabuzzino pieno di fili di nylon sospesi a pochi centimetri dal soffitto, utilizzati per appendere una miriade di pezzi di marionetta, che spaziano dall'essere lavorate in metallo all'esser legnose. La sua caratteristica sedia a rotelle può esser trovata capovolta, ad occupare praticamente metà di quello che dovrebbe essere un letto. E' un vero e proprio disastro, cosa che rappresenta accuratamente l'intraprendente chunin seduto ora su uno sgabello, con indosso una canottiera (un tempo bianca) che lascia ben esposte alcune sue caratteristiche. I capelli neri son lasciati cadere senza controllo sul viso, coprendo le pupille nere e quasi vacue. La mano destra tiene un grande pezzo di metallo appena diviso tramite una sega circolare, lasciato poi a poggiare sul tavolo da lavoro. Il braccio sinistro, trovandosi a casa, è privo di indumenti che ne nascondano la natura meccanica: chiunque fissandolo per poco più di qualche secondo si potrebbe rendere conto di come l'arto presenti diverse linee di lavoro ed anche il vago scintillio di qualcosa incastrato all'interno. Un arto meccanico recentemente prodotto, il risultato dei suoi studi intensivi. Poggiato dietro la sedia, infine, un bastone in legno, utile per muoversi con un po' di agio senza doversi rifare soltanto alla sedia a rotelle. Nonostante tutto, ha in realtà fatto ordine - non che si noti - in attesa di ricevere notizie da una figura del passato. Qualcuno che forse un tempo si limitava a sopportare, ma che gli permise di sopravvivere al leggendario attacco che l'ha reso ciò che è oggi. Il display del telefono, lasciato su una mensola, mostra ancora il messaggio ricevuto e quello inviato, nel quale chiede espressamente a Saigo di non infilarsi nei guai con qualsiasi mafia e raggiungerlo al solito luogo. Socchiuso, in un angolo della stanza, un mini frigo, contenente un po' qualsiasi cosa.

19:55 Saigo:
  [Appartamento Fuiji] Deve riferire. Deve raccontare tutto quello che le è accaduto ma soprattutto deve controllare che lui sia ancora vivo. Ogni volta che per qualche assurdo motivo le tornano in mente gli eventi di dieci anni fa sente la necessità di controllarlo, per quanto il rapporto tra loro sia cambiato e lei non sia più la bambina con una cotta assurda nei suoi confronti quando si ritrova a contatto con l’esterno, con il pericolo, dentro una vocina le sussurra che lui è morto. Prima di andare a trovarlo comunque è passata da casa così da cambiarsi e prepararsi meglio per andare a fare quel veloce casting, che non è andato brillantemente. Per questo ora mentre cammina infossa un paio di pantaloni a vita alza a zampa, jeans di colore abbastanza chiari, larghi così che le sue forme vengano completamente nascoste, una magliettina bianca a maniche corte sul petto sormontata da un corsetto nero che non solo va ad evidenziarle il punto vita ma che, soprattutto, crea l’illusione che le sue forme siano più accentuate della realtà. Un bomber nero, infine, a tenerla al caldo, anch’esso abbastanza largo, un gioco di stili e tessuti costruito ad arte per la parte per cui si era presentata. Un velo di trucco sul volto con una riga di eyeliner sulle palpebre a formare il famoso “cat-eye”, i capelli invece sono stata raccolti in una coda alta chiusa da un fiocco dello stesso colore della giacca. Ai piedi un paio di stivaletti con il tacco per slanciarla e null’altro. Mastica una gomma poco finemente mentre citofona a casa di Fuji per poi spingere e trovare il portone d’ingresso già aperto <e figurarsi> commenta mentre nella sua mente immagini di efferati omicidi sicuramente già compiuti e che la porteranno a sviluppare un altro trauma a vita. Non che la questione le metta fretta, se doveva crepare ormai è sicuramente tardi quindi meglio prendere l’ascensore. Si infila poi le mani nel bomber dopo essere salita e aver atteso che le porte si chiudessero davanti ai suoi occhi così da venir poi messo in moto semplicemente digitando il piano. Sospira durante quell’infinita attesa, il piede destro si muove ritmico e picchia sul pavimento, su quel soffice tappeto che ne attutisce il rumore ma di certo non il nervosismo che palesemente traspare. Ancora non ha capito perché lui creda che sia finita nei guai, proprio non lo intuisce. Un semplice *dlin* accompagna l’apertura delle porte. Era anche ora. Non è mai stata una tipa paziente. Si muove veloce verso la porta che è spalancata, SPALANCATA. Ormai è sicura di ritrovarlo riverso a terra, morto. Estrae il cellulare pronta a fotografare la scena del crimine, magari un giorno interpreterà un ruolo simile <ma vedi che sei cretino> se ne esce con estrema grazie dopo essere entrata in quella casa e averlo trovato a lavoro <c’erano tutti i segnali di un’effrazione con scasso finita male! Pensavo fossi morto!> melodrammatica anche ora. Ma insomma capitela nella sua testa c’è solo l’immagine di lui riverso contro il muro ora. Lo osserva con attenzione, come per volersi assicurare che non ci siano nuove ferite

20:19 Fuji:
 Ignora qualsiasi suono, tanto è assorto nel suo lavoro e nella sua musica. Di tanto in tanto le dita meccaniche della mancina battono sul legno, seguendo il ritmo rilassato e simil-jazz di quanto sta venendo ascoltato. Di tanto in tanto gli occhi scivolano lungo l'arto modificato, testandone ancora le funzioni più semplici ed ovvie e rimanendo un poco sorpreso quando nessun problema tecnico si presenta. Il primo passo è stato rendere una parte di sè meccanica, un primo piccolo passo che un giorno potrebbe concedergli di sostituire completamente la parte del corpo che gli impedisce di essere efficacemente coordinato con i movimenti delle gambe. Tante di queste debolezze son state sopperite, ma il prezzo da pagare è stato alte quantità di tempo e fatica. Poche cose del passato son rimaste uguali, pochi contatti dalla sua rubrica sono rimasti fissi. Uno di quelli è Saigo. Gli occhi permangono immobili quando un'ombra si proietta verso di lui, portandolo al solo muoversi della testa. Le sopracciglia s'alzano entrambe mentre la mano destra viene allungata sul vicino dispositivo utile a riprodurre la musica, abbassandolo notevolmente per ritrovarsi semplicemente a ricevere un grazioso insulto. Rimane in silenzio in un primo momento, per poi afferrare il bastone alle sue spalle ed utilizzarlo per far, con estrema lentezza, la leva necessaria a mettere rigido ed in in piedi il proprio intero corpo. Muove un minuscolo passetto avanti, quasi impercettibile quel movimento ed anche un po' buffo. "Si, anche io sono felice di vederti. " Con quella sua ironia smorta non si capisce se tenti di intrattenere sè stesso o l'altra. E' tuttavia fattuale il sottile allungarsi delle labbra, che rivela qualcosa in più. Lei parla poi di un'effrazione con scasso e la reazione che segue immediatamente è un ridere appena strozzato. "ahah no dai..cosa rubano poi? " Forse il contenuto del suo frigo, quello sarebbe la tragedia più grande se consideriamo il suo esser quasi totalmente privo di ryo. L'appartamento è stato probabilmente la più grande fortuna nella sfortuna, acquistato immediatamente a seguito dell'edificazione della struttura con i fondi ricevuti per il suo servizio e per il problema che ancora l'accompagna. Il capo viene scosso appena, ruotando poi il busto verso il frigo stesso ed allungando la mano sinistra in sua direzione. Ci passa quasi una decina di metri, ed infatti per riuscire nel suo scopo ciò che fa è concentrare il proprio chakra lungo il sistema circolatorio ricostruito del braccio meccanizzato, facendolo fuoriuscire dalle punta delle dita sotto forma di fili di chakra invisibili che utilizzerà rispettivamente per aprire il frigo e afferrare una lattina di soda ed una di birra. Una volta giunte entrambe alle proprie mani, offrirebbe all'altra la soda. Forse per irritarla un po', forse per abitudine... In ogni caso torna a sedersi su quello sgabello, invitandola con un cenno del mento a sistemarsi letteralmente dove vuole. Può usare il divanetto occupato per metà dalla sedia a rotelle, o se preferisce la pila di arti inutilizzati per marionette in un angolo della stanza. "Devi imparare a rilassarti, come me." La lattina verrebbe aperta in concomitanza a queste parole. "Non dirmi che hai attaccato chi non dovevi?" non sarebbe la prima volta. Si prende poi del tempo per sorseggiare ciò che possiede, utilizzando il braccio meccanico per reggere la lattina, quasi come volesse mostrarne la funzionalità quasi totale all'altra. {fili di chakra II}

20:32 Saigo:
  [Appartamento Fuiji] Lo osserva stizzita reagire alla sua entrata in scena, vorrebbe davvero tanto tenere il muso e fare l’offesa ma il ricordo di lui steso a terra la tormenta ancora, non l’abbandona mai ed è forse questo il principale motivo per cui continua a gravitargli intorno, unico punto fisso sin da quel giorno. Nel tempo è riuscita a capire come si sono salvati, come lei stessa ha salvato al vita di entrambi ma per ora ancora non gliel’ha rivelato e anche questo grava sulla sua mente motivo per cui sbuffa bonariamente prima di sorridere e mostrare i denti bianchissimi grazie a quell’intervento odontoiatrico subito solo per una pubblicità. I canini più allungati del comune sono da sempre un suo tratto distintivo e nemmeno si rende conto di mostrarli mentre quell’espressione le spunta sul viso <sì ridi ridi> replica lei <ma non farò mai tutte quelle scale solo per correre da te> continua ancora andando ad allungare la mano e avvicinandosi così da poter prendere quella soda. Per qualche istante resta silente, lo sguardo perplesso si alterna tra la soda, il ragazzo e la birra. Si posa prima sulla lattina, poi sulla faccia di lui, sulla sua bevanda e infine ricomincia quel giro, effettua questo movimento oculare almeno per tre volte di fila prima di sospirare e scuotere appena la testa <lo sai che non sono più una bambina, vero?> domanda prima di lasciar ufficialmente perdere la questione e dirigersi verso la pila di arti scartati per poggiarci sopra le sue regali natiche finendo per far franare a terra qualcosa <a proposito di scale, mi spieghi perché? Manco riesci a camminare, non era più furbo il piano terra?> sì permette di parlarne così senza peli sulla lingua, si permette persino di criticarlo viste quelle condizioni, lo ha sempre fatto e lo fa per il semplice motivo che lei sa perfettamente cos’è successo, quel momento è scolpito indelebilmente nella sua testa e non se ne andrà mai, le notti spesso si fa avanti per tormentarla, i sensi di colpa per non essere stata abbastanza forte che si trasformano in odio verso coloro che sono morti ai monti ardenti, verso il dio e chiunque non sia stato in grado di difenderli. Si morde appena il labbro destro mentre le unghie colorate di rosso della mano destra si muovono verso la linguetta così da aprire la bevanda. Lo sguardo si sposta, si abbassa dunque impegnata in quell’azione semplice, per il momento le palpebre coprono appena le sue iridi rosse, in qualche modo ha perso la capacità di parlare, è stata una giornata pesante e i suoi demoni la stanno tormentando. Le parole di lui però la riscuotono e così insieme al tipo sfrigolare della bevanda gassata appena aperta lei torna a fissarlo <eh?> domanda confusa. Non ha fatto niente del genere oggi e poi lui come farebbe a saperlo? Secondi in cui i suoi neuroni si mettono in moto così da ricollegare gli avvenimenti e le sue parole <ahn il messaggio> ora ricorda <no è che sono uscita> si rabbuia mentre ne parla, è evidente che non ha superato la sua paura dell’esterno, non ancora almeno. Altrettanto evidente è che non è interessata a risolvere il problema nel breve periodo <e ho beccato un pazzo convinto di essere un sopravvissuto alla battaglia o forse era un fantasma, è uscito da sottoterra effettivamente> si perde nel suo discorso, riflettendo ad alta voce come un vero e proprio flusso di coscienza. Quanto è liberatorio dire quello che pensa e nel momento stesso in cui pensa, senza doversi comportare come la perfetta macchina del consiglio solo perché si vuole entrare nelle sue grazie

21:07 Fuji:
 Gli occhi s'alzano verso il soffitto sentendo il primo intervento altrui. Un tira e molla che alleggerisce un'atmosfera altrimenti naturalmente densa di una certa tensione, data dalla circostanza che in fin dei conti li ha portati a condividere la conoscenza reciproca. Si ferma poi di scatto, puntando gli occhi precisamente sui canini altrui e rimanendone per un momento confuso. Sono sempre stati li presenti? Aveva sentito parlare di un qualche tipo di progetto a cui lei avrebbe preso parte per il suo lavoro, che sia..? "E' reciproco." A conti fatti neanche lui si farebbe tutte quelle scale, anche se i motivi dietro i loro ragionamenti sono di natura fondamentalmente differente. I fili di chakra vengono utilizzati con successo per richiamare a sè gli oggetti necessari, adesso non rimane che chiudere il frigo. Per farlo, alza appena il dito medio, lasciando che dalla sua punta si espanda il chakra per andare a spingere appena lo sportello di quest'ultimo. Nel processo potrebbe quasi apparire come un dito medio, considerando l'essere normalmente invisibili dei fili. Ma non importa. Finalmente si lascia andare ad un sorso di quella piacevole bevanda che ha accompagnato i suoi migliori lavori d'ingegneria meccano-magica. "Si che l oso. Adesso sei un pipistrello o qualcosa del genere" pronuncia queste parole mostrando intanto i propri denti, dando un chiaro cenno che permetta di comprendere a cosa si stia riferendo. Annuisce un paio di volte quando si parla dell'appartamento. Gli occhi si puntano per un momento sulla pila di arti inutilizzati smossa da Saigo, per poi tornare a sollevarsi, non sulla ragazza ma verso una delle pareti del luogo. Si risolleva, lentamente, utilizzando il bastone assieme al braccio meccanico come principale leva di movimento. La forza di quell'arto è tanta che potrebbe probabilmente sollevare l'intero peso del proprio corpo utilizzandolo. In parte è un miracolo, in parte è l'evidenziatore che marchia e delinea i suoi altri limiti fisici. Si avvicina nei secondi a seguire alla grande serranda presente, premendo un pulsante perché questa inizi ad alzarsi per mostrare il mondo, affacciandosi dunque sull'oasi sottostante e sul distante distretto del villaggio della Sabbia. Con un po' di impegno potrebbero anche essere intravisti alcuni dei ciliegi del villaggio dell'Erba. Ma non è questo il punto. Le luci si fanno meno intense, dando spazio all'illuminazione di stelle e luna. Rimane diversi secondi a contemplare silenziosamente lo scenario; poi, voltando solo il capo, cerca Saigo. "Ecco perché questo posto." Non serve spiegare niente di più. Entrambi hanno ricevuto il dono della comprensione totale delle situazioni reciproche. Cosa sogna Fuji, di preciso? Forse la libertà, un paio di ali, forse si accontenterebbe di meno. Qualsiasi sia la risposta è altamente probabile che entrambi la conoscano. "Si...so che l'idea non ti piacerà ma visito ancora i monti ardenti." Esordisce così, rimembrando il luogo dove tutte le loro sfortune hanno avuto inizio. " Una donna di nome Sango è emersa dal terreno, si è comportata come dici te. " in circostanze che non riuscirebbe neanche a descrivere. "Non so cosa stia succedendo...In ogni caso, più importante, i tuoi pantaloni. " si connette con grave serietà all'argomento, fissando il punto a zampa di questi ultimi. "...sono terribili...ti pagano per usarli?"

21:22 Saigo:
  [Appartamento Fuiji] Si porta alle labbra la lattina con la mano destra, stringendola con delicatezza. Le labbra si socchiudono appena così da permettere al liquido di avere accesso libero verso la sua lingua, lenta inclinerebbe la soda così che il contenuto si riversi gentilmente nella sua bocca, nonostante quella mezza protesta apprezza il sapore della bevanda, quell’aspro misto al dolce che solletica le sue papille gustative insieme alle bollicine di anidride carbonica che contiene. Un piccolo sorso mentre le palpebre vanno semplicemente ad abbassarsi godendosi quel momento, se lo prende tutto per sé stessa, è assetata dopo aver parlato a lungo durante quel casting, sforzo compiuto più che nella recitazione più che altro per cercare di spaventare i concorrenti <grazie al cavolo> replica mentre stacca la lattina dopo aver deglutito e torna ad abbassare il meno, nelle sue mani ancora il contenitore semi pieno, portato ora all’altezza del grembo. Si ferma poi ad osservarlo, il dito medio e il conseguente rumore del frigorifero, dettaglio a cui non fa più caso ormai. Ascolta le sue parole, quella sofferenza che trapela in una singola frase, il significato denso e pieno di quelle parole pronunciate mentre si gode la vista e quindi lei semplicemente andrebbe a lasciare la soda poggiata tra le sue gambe per poi andare a comporre il sigillo del chakra, silente proverebbe a racchiudere le sue energie spirituali in una sfera all’altezza della sua fronte mentre nel basso ventre vorrebbe radunare le forze fisiche. Se fosse riuscita dunque andrebbe semplicemente a farle convergere verso la bocca dello stomaco dove, controllandone la velocità di rotazione, le farebbe convergere così da farle unire e attivare dunque il chakra. Scioglie dunque il sigillo <ci sto provando> replica solamente, sa di star migliorando piano, di crescere lentamente nelle arti ma troverà un modo per ridargli quello che vuole, non tanto con medicina o tecnologia ma solamente con la sua forza e le sue abilità <ma se me lo permetti qualcosa posso già fare> una richiesta silente la sua e null’altro, il chakra che per ora vortica nel suo corpo. Attenderà una risposta prima di andare oltre, non abuserebbe della sua mente, non ora almeno. Magari a volte lo ha fatto e sicuramente lo farà ma adesso non è interessata a quel metodo. Scuote le spalle andando a fare un nuovo sorso di soda <no non mi piace> puntualizza poco prima di far poggiare alle sue labbra il metallo e bere davvero. Non le piace per niente <ma cosa posso farci se a te della tua vita non frega più niente e la metti a rischio così> scuote ancora le spalle tornando a fissarlo. La notizia successiva la scuote profondamente, furente si alza di scatto <allora può essere vero?!> non urla anzi sembra che la voce faccia estremamente fatica ad uscire dalla sua bocca, come se le corde vocali si fossero fermate <alcuni di quegli stronzi sono vivi? Ma come osano!> sconvolta. Oggi l’aveva preso come un fantasma e razionalizzando il delirio di un pazzo, ma che possibilità avevano, se si trattasse solo di deliri, di vivere la stessa esperienza? Non riesce a concepirlo, sul viso si disegna un’espressione disgustata, piena di rancore. Ora potrebbe davvero abusare della sua mente [chk on]

21:56 Fuji:
 Segue per un momento soltanto il movimento della mano altrui, il portare la lattina alle labbra per godere di qualche primo sorso. In fin dei conti sembra esser stata un'idea più saggia della birra. Si sposta poi verso il limitare di quella struttura, quasi attaccato al vetro rivelato, annuendo col viso e rivelando soltanto attraverso il proprio riflesso un sorriso doloroso, insofferente. Guardare quell'immenso scenario lo porta d'istinto ad abbassare poi gli occhi sul proprio corpo, lasciandosi andare ad un piccolo sospiro scoraggiato prima d'osservare un'ultima volta il braccio meccanico, visto come fonte di speranza. Le funzioni di chakra sono perfettamente riprodotte, così come lo sono le capacità motorie, ma dopo aver studiato per giorni e giorni la sua cartella clinica s'è ritrovato senza la minima idea su come sostituire il punto in cui la spina è lesionata. Si ritrova soltanto adesso all'inizio di una lunga ricerca, cui fine per altro non è semplicemente esser autonomo, ma anche essere colui che un tempo ha dato ogni cosa per diventare. Rubare il suo futuro dalle mani degli dei, eccolo il suo ruolo. Ed in questa stanza non è il solo a voler reclamare qualcosa d'assurdo. "Puoi?" Domanda, con un tono che per un momento si fa sommesso e combattuto, come se intrinsecamente rifiutasse l'aiuto offerto. Fare affidamento a chiunque, anche per qualcosa di inconcreto come le emozioni, è per lui diventato difficile. Solleva le spalle quando viene fondamentalmente messo nella situazione di realizzare la pericolosità dei suoi errori. "Mi importa della mia vita. Sto facendo molti progressi nell'ultimo periodo. Se troviamo una missione adatta, te li mostrerò sul campo. " Pronuncia quelle parole con rinnovata fiducia, convinto che, se anche per pochi minuti, è in grado di prender parte ad operazioni di normale complessità nel mondo degli shinobi. La situazione s'evolve ancora quando s'arriva a parlare di coloro che sembrano esser sopravvissuti alla Quinta Guerra Ninja, per altro in uno stadio di vita identico a quello che avrebbero dovuto possedere dieci anni fa. Anche Fuji ha percepito quel rancore a modo suo, ma son sentimenti che vive con una transitorietà maggiore di quanto sa che è per Saigo. "Non so. Ma se è successo ad entrambi.. Forse dovresti prepararti all'eventualità che stiano riapparendo. " Sorseggia rapidamente quanto rimane dalla sua latina, per poi stringerla e ridurla ad una frazione delle sue dimensioni originali. "Perché non ti rechi al Palazzo Centrale per dare la notizia? Potrebbe valere qualcosa, a livello di prestigio." Magari l'idea gli risparmierà frustrazione emessa sotto forma di genjutsu, non sarebbe male..

22:11 Saigo:
  [Appartamento Fuiji] Lo segue con lo sguardo ancora una volta, osservando il peso che porta sulle spalle come se fosse lì, reale e davanti a loro. Non fiata e attende solamente una sua risposta limitandosi semplicemente a lasciare che sia il silenzio a riempire gli spazi, a comunicare al posto suo. Attende che le si rivolga, paziente come non è mai stata e come non è con nessun altro, il peso della conoscenza la porta a tanto ma più che altro il peso di quello che sta scoprendo, ciò che ha fatto inconsciamente sa che li ha salvati ma se avesse avuto il controllo? Sono domande che non può far a meno di porsi quando osserva la sofferenza altrui, ma rieccoci al punto, tutti questi dubbi si tramutano solo in odio verso i partecipanti della quarta guerra ninja <posso dartene l’illusione> una piccola pausa <per ora> già perché che lui voglia il suo aiuto o meno un giorno avrà abbastanza potere per recuperare quella ferita, per quello che vede anche come un debito di vita. Lui era lì per difendere la sua classe, se non fosse stato per quel dettaglio ora forse starebbe ancora camminando sulle sue gambe, insomma non riesce proprio a vederla in maniera diversa. Un debito nei suoi confronti condito da un affetto che nel tempo si è tramutato in profonda stima e amicizia ma che è rimasto in lei, per quanto si diverta sin troppo spesso apprenderlo in giro e bullizzarlo la verità è che a quel ragazzo ci tiene, è suo amico ed è l’unico che le è rimasto da quel giorno. Solo loro due si sono salvati, gli unici superstiti di uno sterminio, gli ultimi due ninja dell’accademia di quell’anno. <Sarò al tuo fianco e vedrai che non ho più bisogno di protezione> anche se ha una paura terribile dell’esterno, anche se potrebbe avere un attacco di panico per qualsiasi contrattempo, dimostrerà di saper combattere, d’essere migliorata quel tanto che basta per non essergli di peso e non dover più venire difesa. Per il resto per quanto menomato lui ai suoi occhi rimane un ninja eccellente, sa il futuro che si prospettava davanti a lui e sa di cosa è capace quando decide di ottenere ciò che vuole. Il discorso comunque procede lasciando che la frustrazione in lei aumenti, il corpo si irrigidisce, i muscoli sembrano perdere la loro normale capacità di movimento, non più fluida. La destra sulla lattina si stringe abbastanza da piegare il materiale metallico sottile di cui è fatta. Non parla però e serra la mascella, basta guardarla per studiare l’anatomia umana, ogni singolo muscolo del suo corpo è ora teso, gonfio e iniettato di quell’adrenalina data dalla rabbia e appare sulla pelle, si delinea perfettamente su di lei, il volto un fascio muscolare, della mano si scorgono i vasi sanguigni e i nervi tesi. Le unghie premono sul metallo <quei> mormora <figli> lentamente <di> scandendo <puttana> una parola alla volta. Non ha molto altro da aggiungere in merito alla questione <spero vengano tutti giustiziati> non sa nemmeno quanto sarebbe socialmente accettabile un simile comportamento ma non le interessa, li vuole solo vedere morti, nel posto dove meritano di stare <sì potrei> buona la proposta di lui che riesce a distrarla quel tanto che basta per mutare il tono da odio puro a rabbia infiammante <magari è la volta buona che quegli stronzi mi prendono in considerazione e allenano> perché è solo questo che vuole. Kagegakure rappresenta la sicurezza ma non è suo interesse difenderla, non lotterà mai per il consiglio, non senza la promessa di poter raggiungere un potere tale per non dover mai più rivivere quello che è accaduto loro[chk on]

22:58 Fuji:
 La mano sinistra viene allungata appena verso il bottone precedentemente premuto, sfiorandolo e facendo in modo tale che le serrande interne tornino lentamente a calare per riportare le luci al loro stato precedente. Gli piace sognare ma ha imparato quanto può essere amara la realtà se ci si lascia troppo prendere da questi. Reagisce rapidamente alle emozioni che vanno crescendo assicurandosi d'arrestare il fenomeno che le causa. In questo caso era la vista esterna a stimolare troppo il pensiero irrazionale. E' una cosa di cui è stato messo in guardia, quella dell'arte del marionettismo. Come questa abbia in passato consumato i sentimenti di chi è diventato ebbro delle proprie stesse ambizioni. Guardando negli occhi Saigo, gli sorge spontaneo chiedersi se è un sacrificio che vale la pena fare, per poter essere libero. E' un'esitazione che adesso non fa che diluirsi in uno sguardo più preoccupato del normale, ma che un giorno potrebbe diventare il più importante punto di svolta della propria vita. Ammesso che ci arrivi intero. Prosegue tornando lentamente al proprio sgabello, annuendo alle parole che gli vengono pronunciate circa l'illusione sorridendo appena a lei. "Vuoi vedermi piangere eh?" Con un goccio d'ironia va, da seduto, va a poggiare il braccio sinistro lungo il tavolo da lavoro presente al centro dell'appartamento. Il palmo viene sollevato verso l'alto ed intanto mostra all'alta le linee di passaggio che gli han permesso di nascondere meccanismi in quel braccio di marionetta. "Sto accumulando soldi. Voglio provare ad inserire un arco di chakra estraibile qui. " con la mano destra va ad indicare il radio, poi va a salire, verso le dita meccaniche. "Se funziona utilizzerò la forza del braccio meccanico per sparare proiettili. A quel punto io e te potremmo anche completare un'assegnazione di grado A. " ridacchia appena riflettendo su questa eventualità, mostrando un po' di entusiasmo in più nel flexare i suoi piani futuri a qualcuno che lo conosce. In fin dei conti, più riesce a meccanizzare con successo, più riuscirà ad essere utile sul campo di battaglia. Perché non si ripeta mai quanto accadde nel passato. "Se davvero sono loro potrebbero addirittura provare a reinserirli in società per controllarli. Ma se ti aiuterà a farti notare è una vittoria in ogni caso. " Annuisce quasi come avesse preso l'entusiasmo che l'altra non manifesta eccessivamente. E' questione di un attimo perché tiri fuori da un cassetto una pila di fogli bianchi con tanti di pennelli ed inchiostro, probabilmente utili normalmente a creare fuuda. "Pensavo tra l'altro di iniziare a fabbricare armi, aprire un negozio online o qualcosa del genere. " E' sempre a corto di denaro..

23:16 Saigo:
 Come quando la mattina ci si sveglia con un sogno ancora in mente allo stesso modo lui chiude le serrande andando a farlo svanire come è normale che accada nel corso della giornata. Lento così come era nato ora svanisce, pian piano, lasciando solo un flebile ricordo alle sue spalle. Prende un respiro profondo e si porta la soda sulle labbra mentre lui parla, cerca di controllare la sua stessa rabbia, sa che non deve manifestarla così, sa di dover migliorare nelle sue doti recitative, deve nascondere meglio i sentimenti, non potrà mai diventare un membro della squadra speciale se si mette a spaccare cose irrazionalmente, le serve il potere più di quanto le serva sfogarsi, questa è la realtà <tu vedi sempre me piangere> replica sorridendo per tutta risposta. L’ha vista piangere quel giorno e ha visto la frustrazione sul suo volto chissà quante altre volte, le offese, ogni minimo smacco a quel suo orgoglio che la porta a bruciare ogni volta che fallisce o non riesce, esattamente come non è riuscita oggi a restare fuori a lungo. Odia ammettere di avere paura, d’essere terrorizzata e anche per questo l’avrà vista piangere, a conti fatti lei è ancora impotente davanti a quel mondo e ha bisogno di diventare più forte per eliminare quella frustrazione <non è ciò che meriterebbero però> puntualizza, riconosce la verità nelle sue parole e per questo accetta, tornando a buttarsi giù un altro sorso. Lascia passare del tempo mentre bene, chiude gli occhi e riflette, muove lentamente la gola per andare a far passare il liquido e dissetarsi davvero, una bevanda che ormai ha quasi finito. Riabbassa il capo lasciando quindi che la latta si poggia alle sue gambe, arti che adesso va semplicemente ad accavallare, elegantemente, ricordandosi solo adesso della battuta sui pantaloni, lo fissa infastidita ed offesa senza dare altre spiegazioni, si imbroncia appena. Come ha osato! Lei è all’ultima moda, circa. Ma ecco che nuovamente cambiano argomento e come sempre lei si adatta, è giusto il momento di alleggerire quell’aria e quella tensione, non ha senso rimuginare oltre <Forse dovrei farti vedere cosa so fare, sai per evitare che ti ritrovi anche tu su un campo di battaglia sconosciuto> ammette secca, senza andare a spiegarsi troppo bene. Non sa precisamente quando lui è svenuto, non ha idea di quanto sia stato cosciente quel giorno, quindi, non sa nemmeno se capirà di cosa sta parlando, ma dato che progettano di uscire da quelle mura per combattere insieme è anche giusto prepararlo <non dare di matto> puntualizza mentre andrebbe a chiudere gli occhi lasciando che il chakra vada ad espandersi tutt’intorno a lei, abbastanza da arrivare a comprendere anche il ragazzo. Questo dovrebbe portarla ad aprire e spostare entrambi in una nuova dimensione. Ciò che ora il ragazzo vedrebbe non è altro che uno spiazzo roccioso su quella che è la cima di una montagna, grosse nubi si muovono vicini a loro, non sono più in città ed è chiaro che anche la latitudine sia aumentata. Andrebbe semplicemente a riaprire gli occhi, così da controllare se ci fosse riuscita. Lei si troverebbe adesso seduta ancora su tutti quegli arti scartati, la lattina ancora in mano, nella stessa identica posizione di prima, persino gli oggetti che lui sta toccando verrebbero semplicemente spostati. Riaprendo gli occhi l’altro potrà notare come le sue iridi e le sue pupille si siano fatte completamente bianche, un tutt’uno con la sclera, non che sia cieca davvero, in qualche modo gli occhi potrebbero ricordare gli Hyuga <bentornato> mormora appena sorridendo. Un benvenuto particolare con cui gli svela anche quel piccolo segreto che da un po’ la tormenta: ecco come si sono salvati, non lo sapeva nemmeno ma eccoci qui, all’interno della prima dimensione[chk on][Kinshiki 1]

23:43 Fuji:
 Ride appena nel notare fino a qual punto quello scambio di battute tratti il grande dramma della loro vita con una piacevole leggerezza. E' come sentirsi normale, per qualche momento. L'immagine del campo di battaglia balena di fronte ai propri occhi, questa volta vedendo però vittoriosi loro due. Lo spirito diventa arido ogni volta che la mente immagina, rendendolo desideroso d'avere di più, di spingere un passo avanti per trovare qualcosa di cui è ora sicuro non potersi pentire. Gli occhi rimangono ingannevoli, con i vestigi di cento maschere sul viso che simulano quella larga tranquillità apparente. Così egli si lascia trascinare dall'umorismo creato, anelando all'azione. "Forse è vero. Ma preferirei non avvenisse più. So che vale anche per te. " Quando ripensa al passato non può che sentirsi una minuscola macchia in mezzo al vuoto più totale. Percepisce lontane ma reali la frustrazione e l'impotenza sentita quando quel giorno si risvegliò su un lettino d'ospedale privato del simbolo del proprio nindo: il coprifronte della Sabbia. Non gli è ancora comprensibile come qualcuno possa non dar peso al coprifronte. Forse i tempi sono cambiati, ma ricorda bene il giorno della graduazione all'accademia, così come ben sa quali valori aveva utilizzato e infuso in quella placca di metallo. Tutto è ormai sfumato in un solo sentimento: rivalsa. Sollevarsi dal fango ed ambire al più alto punto in cielo. Ma prima..la realtà. "Avrai certamente modo di incontrarli..." figure del genere son destinate a riemergere, se non vengono uccise. E' la legge della storia del mondo ninja. Si lascia dunque andare ad un sospiro, sollevando il mento fino a puntare gli occhi sul soffitto. Sbadiglia rumorosamente, sgranchendosi per abitudine entrambe le braccia - nonostante una di loro non ne abbia davvero necessità. La lattina di birra, ormai schiacciata, viene lanciata con un agile movimento alla sommità del cumulo di arti di marionetta inutilizzati, contribuendo ad un disordine che ormai non tenta di controllare particolarmente. In quel suo attimo di relax, la transizione avviene. E' sempre sullo sgabello, ma al termine dello sbadiglio il mondo è completamente mutato, portandoli sulla cima di un'immensa montagna. Le pupille si dilatano e per istinto fa immediatamente per sollevarsi, preso dalla sorpresa e abitudine, ma trovandosi semplicemente a perdere l'equilibrio in avanti e cadere, riuscendo a salvare il viso mettendo di fronte la mano meccanica. La pietra viene graffiata con quella mano, tastando quando effettivamente sia reale. Le polveri vengono gettate per aria e solo allora andrebbe a risistemarsi sullo sgabello. Non gli è chiaro se sia un luogo reale o no..ma capisce immediatamente a cosa si ricolleghi. "è incredibile, Saigo.." sposta il proprio sguardo sul suo, fissandone gli occhi dal colore differente. "Puoi controllare tutto questo?" Beh..il marionettismo è figo. Ma ha forse letteralmente creato materia e spazio dal nulla?!

00:02 Saigo:
 Il mondo è stato plasmato, si perde ad osservarlo per qualche attimo, infondo è proprio questo che è in grado di fare la sua innata, la stessa che senza saperlo ha attivato quel giorno, non lo teme però questo mondo, per quanto ci sia rimasta incastrata fino a svenire, per quanto quel giorno abbia urlato con tutta la voce che aveva fino a farsi venire mal di gola, per quante lacrime abbia versato non era riuscita a tornare indietro ma ora ne ha il controllo totale, questo è il suo posto sicuro, questo è il luogo che l’ha protetta e che la vedrà vincitrice. Sorride soddisfatta osservando la reazione dell’altro, scoppia anche a ridere quando lo vede cadere <io ti avevo avvisato> replica <su in piedi ragazzo!> lo riprende andando ad alzarsi. Una battuta infelice o solamente una battuta tra loro? Lei non ha l’espressione di chi pensa di aver fatto una gaffe, anzi se la ride e apre le braccia, come a volerlo mostrare <annuisce sì, in parte per ora> e per dare dimostrazione della questione eccola tornare a concentrarsi sul proprio chakra mentre la mano sinistra andrebbe a piegarsi così da comporre il mezzo sigillo della capra. Nello stesso momento andrebbe ad accovacciarsi così che la sinistra tocchi la roccia di quella dimensione, questo dovrebbe permetterle di andare a mostrare poi al ragazzo l’incisione che ha ora sul palmo di quella mano, il kanji di “roccia” appare sulla sua destra. Sorride, glielo mostra orgogliosa prima di andare nuovamente a chinarsi e poggiare la mano destra al terreno in modo da lasciare che il Kanji faccia il suo compito. Senza dire altro si allontanerebbe verso destra di qualche metro così da non venir coinvolta e poco dopo dovrebbe apparire una forma cilindrica che sale verso l’alto, in questo caso. Sul suo palmo ancora quell’incisione <se vuoi volare posso letteralmente catapultarti> ridacchia semplicemente osservandolo <ma sono sicura che qui nessuno potrà batterci> ammette ottimista anche lei, orgogliosa di quello che è in grado di fare, dei tanti passi in avanti fatti in questi anni. Forse sì è ancora debole, ha ancora tanta strada da fare ma come inizio non è male<avrai anche perso le gambe ma di certo non la mente tattica> spiega brevemente quello che è da tempo il suo piano per combattere accanto a Fuji, ha solo aspettato che fosse lui a tirare fuori l’argomento <e se uniamo le tue abilità, questo mondo e la mia capacità illusoria possiamo creare la prigione perfetta contro chiunque> non ha mai smesso di credere nelle sue capacità, non ha mai smesso di credere in lui. A prescindere da qualsiasi cosa sia successo quello è pur sempre il ninja che tanto stimava e che stima ancora, il semplice fatto che sia stato in grado di riprendersi, seppur in parte, ciò che ha perso dimostra quanto bene faccia ad affidarsi a lui. [Kinshiki 1][manipolazione dimensionale della roccia]

Saigo e Fuji si incontrano all'appartamento di lui, per discutere degli eventi recenti e valutare le prossime mosse. Saigo sta per finire nei guai