Cosa provi per me? - Cosa devo provare?

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15:36 Keiga:
  [Aula] Alla fine ci è tornata. Da allieva non aveva mai voglia di mettere piede in accademia ma adesso, da quando ha incontrato quel ragazzo con gli occhi color perla, pare che la voglia sia arrivata. Fuori piove e quindi sta dentro l'aula che era solito riempire durante le lezioni. Lo sguardo alla finestra che da sul cortile, verso l'altalena. Magari arriva. Ha preso un pò di pioggia e nell'attesa decide di togliersi almeno la felpa, restando solo con una fascia a coprirle il seno. Fa più caldo lì dentro rispetto a fuori. I pantaloni non sono un fastidio, neri e lunghi. Scarpe chiuse ai piedi. I capelli sono leggermente umidi ma nulla di troppo preoccupante. Appoggia la felpa su un banco, bella distesa, sperando che prima di andare via sia un pò meno umida. Porta armi alla coscia destra e tasca porta oggetti legata in vita, a sinistra. Il sedere sul banco ed i piedi sulla sedia che ha davanti. Il busto è inclinato indietro, sorretto dalle braccia su cui appoggia. Ora che ha solo la fascia a coprire il busto, si può vedere quanto è magra. Nonostante il fisico ben definito con un abbozzo di addominali, per il resto, è molto magra. Quasi non si capisce da dove tira fuori tutta la forza che usa quando si incazza. Le nere sono fisse all'esterno, l'espressione è pensierosa. Verrà o no? Sospira gonfiando il petto per poi sgonfiarlo. Akuma è ovviamente con lei. Sta dormendo sotto quella sedia sulla quale lei ha appoggiato i piedi. Il silenzio che le piace, disturbato solo dal rumore assordante della pioggia che scende. Alcuni ciuffi dei capelli neri le ricadono sul viso, nascondendo solo in parte i triangolini rossi impressi sulla pelle dalla carnagione olivastra. In silenzio. Aspetta.

15:52 Dyacon:
 [Corridoio Accademia] Piove. Piove maledettamente. Da quando è arrivato a Konoha, sono stati veramente pochi i giorni in cui c'è stato il sole. Credo che si possano contare sulle dita di una mano. < Uff... > Sbuffa, ritrovandosi a camminare per i corridoi dell'accademia, lasciandosi sfilare alla propria destra le varie porte aperte delle aule che di solito accolgono al loro interno gli aspiranti ninja. Le lezioni sono terminate da un pò e lui si trova lì per trovare Touma, volenteroso di scambiare qualche chiacchiera con il genin. Non lo vede da un pò e quella sensazione legata a quell'incubo vuole sapere se è riuscito a superarla. Gli avevano detto che doveva parlare con Yuma Sensei, ma la sua ricerca ancora non ha prodotto i frutti tanto sperati. Nel camminare, costeggia anche la stanza dove risiede Keiga. Gli occhi la inquadrano di sfuggita, facendogli fermare l'avanzata di colpo. < Uhm? > Inarca il sopracciglio destro, arretrando di qualche passo. I suoi dubbi vengono subito fugati: la figura scorta corrisponde all'Inuzuka. < Tsk! > S'imbroncia e un lieve velo di tristezza va ad appannare i suoi tratti somatici, riportando alla mente l'accaduto che li ha visti protagonisti qualche sera fa nel preparare la carovana per Suna. < Mi sembra che tu abbia passato l'esame da Genin... > Alza il volume dei decibel per permettere alla voce di arrivare alle orecchie di Keiga, restandosene nei pressi della porta. Non dice altro, presentandosi così: capigliatura corvina lasciata alla mercé delle intemperie, dove alcune ciocche gli ricadono fino alle guance, incorniciando lo sguardo color ametista tra loro. Gilet a doppio petto coperto dal kimono scuro come la pece con dei ricami rossi, abbinato a dei pantaloni color porpora. Sandali da shinobi ai piedi e coprifronte ben visibile in vita. Così come il portaoggetti che sporge dal fianco dritto e il portakunai, assicurato al quadricipite sinistro. Svetta, data la sua mole, la giara color ocra legata alla schiena, la quale fa capolino in diagonale da sopra la spalla dritta.

16:02 Keiga:
  [Aula] Non cambia di una virgola la sua posizione. Come a caccia, sarebbe in grado di stare ore ad aspettare che la preda caschi nella trappola. E così anche nella vita. Akuma, restando sdraiato, muove le orecchie nere verso il corridoio e solo dopo alza il musetto per annusare l'aria. Un lieve ringhio sommesso, per avvertine l'umana dell'arrivo di qualcuno. Lei non si scompone. Le basta sapere di non essere sola in realtà, così da essere pronta ad ogni evenienza. Ma Akuma non si alza, non si scompone neanche lui nonostante quella presenza. Segno che si tratta di qualcuno che conoscono. E non passa molto che quella presenza faccia la sua comparsa per poi farsi anche sentire vocalmente. Rompe quel silenzio che si era venuto a creare tra lei e la pioggia. Lo sguardo sull'altalena. Le orecchie riconoscono la voce del genin ed è per questo che neanche si volta a guardarlo. <Che intuito..> Risponde, fredda come il ghiaccio e distaccata come pochi. La voce profonda sebbene femminile. E non si scompone nemmeno per il fatto di avere la parte superiore praticamente in bella mostra, se non fosse per quella fascia che ne nasconde i seni, stringendoli anche appena. E' più comodo senza quei cosi che molleggiano. Di certo non ha mai capito come faccia Tachiko. Non aggiunge altro verso il sabbiaro (?). Mantiene la posizione, l'espressione. Akuma guarda verso Dyacon, restando al buio sotto quella sedia. L'aula è illuminata dalla luce dell'esterno che a breve diminuirà fino a mancare completamente.

16:14 Dyacon:
 [Aula] Le braccia si uniscono davanti al petto, intersecandosi tra loro, mentre la spalla destra si sbilancia verso il medesimo lato, poggiandosi contro lo stipite della porta aperta. Lo sguardo ametista rimane sulla figura di Keiga, soffermandosi per lo più sulla zon alta dove, se non fosse per una fascia, sarebbe praticamente nuda. La cosa lo attizza e lo incendia anche un poco, ma sentendo il tono con il quale gli risponde l'Inuzuka, ogni idea ed immagine da depravato e pervertito si spegne, venendo cancellata dalla rabbia che ribolle. < Come mai sei qui? > Domanda, curioso, non vedendo la genin alzata al rango di Sensei. < Sempre se posso chiedere... > Ironizza in modo neanche troppo velato. < Visto che odi chi ti fa le domande, non voglio fomentare questo sentimento. Anche se i quesiti servono per creare le basi di una chiacchierata. > Cosa che l'altra odia con tutta se stessa, cresciuta a parlare solo con il corpo. < ..... > Nell'attendere una risposta da parte del pezzo di ghiaccio(?), l'attenzione viene spostata su quell'ombra che si scorge sotto la sedia. < Akuma... > Lo saluta, abbozzando un sorriso sincero. < Hai fame? > Chiede, lasciando scivolare la mano destra a rovistare nella rispettiva tasca dei pantaloni. < Ho della carne secca se vuoi... > E si, nonostante la rabbia e la distanza alzata nei confronti di Keiga, ha pensato intensamente ad entrambi in questi giorni. Tant'è che ha comprato degli snack per il cucciolo di pastore italiano che conosce abbastanza bene. < E' senz'osso... > Lo incita ad avvicinarsi, prendendolo per la gola. Sa benissimo i suoi gusti in materia.

16:26 Keiga:
  [Aula] E' incredibile come ogni volta che arriva Dyacon riesca a rendere tutto così rumoroso. Lo sguardo dall'altalena all'esterno si abbassa, sul tavolo di fronte. Il busto viene inclinato in avanti, con le braccia che, dall'essere tese all'indietro in supporto, vengono piegate per mettendo ai gomiti di appoggiarsi sulle cosce. Gli avambracci rivolti verso l'interno delle gambe, tenute divaricate. Non ha nulla di femminile in questo momento nei modi. Ma a molte persone piace anche per questo. I capelli ricadono maggiormente in avanti ma non fa nulla per scostarli. Deglutisce ed umetta le labbra prima di rispondere <Non mi fare le domande se poi ti devi incazzare per la risposta> Non è passato molto dopo quella sera della missione. Akuma inclina la testa di lato al fare del genin e si alza quando sente l'odore di carne. Guarda verso l'alto, come a cercare di capire lo stato d'animo della sua umana. Non sembra particolarmente incazzata o indispettita al momento. E comunque, non deve chiedere il permesso per avvicinarsi. Torna a guardare Dyacon e fa qualche passo verso di lui. Una macchietta nera in avvicinamento. E' senza osso, per stavolta ti perdona. Quindi accorcia le distanze fermandosi a circa un metro e mezzo dal genin. Lo guarda restando sulle quattro zampe davanti a lui. Gli occhi neri lo fissano in viso, immobile. Lo punta. E' un male o un bene? Lei, torna a guardare verso l'altalena. La pioggia scende ma di quel ragazzo non c'è traccia. Magari arriva più tardi? Quando lo ha visto era sera. Magari se aspetta di più, potrà rivederlo.

16:37 Dyacon:
 [Aula] Forse non si vede, ma si sente eccome l'energia negativa che emanano i due. La causa? il battibecco avuto qualche sera prima. La tensione è abbastanza palpabile, tangibile. < Forza, avvicinati. Che cos'hai paura di me? > Abbozza un sorriso amichevole in direzione di Akuma, cucciolo di pastore italiano dal crine nero, distante solo poco più di un metro. Lentamente si piega con il busto in avanti, mentre l'arto superiore destro si distende verso il canide con il palmo della mano - avente la carne secca - rivolto verso il soffitto dell'aula. Dallo stesso dovrebbe sprigionarsi un odore alquanto allettante per l'animale. Da acquolina in bocca, non c'è che dire. Ha avuto voglia di assaggiarli anche lui, ma alla fine ha desistito. Piccolo segreto personale che non vedrà mai la luce. Morirà con il Sabaku nella tomba(?). < Dai, mangia pure. > Prova a mostrare fiducia così che Akuma sia convinto nel bruciare quell'infimo divario che li divide. < Uhm? > Aggrotta la fronte sentendo la risposta datagli da Keiga. < La cosa che mi fa incazzare di te sono i tuoi comportamenti. Non le risposte. > Sentenzia senza osservarla, restando vigile sul cane. < Comunque, ormai sono curioso... > Fa spallucce, cercando anche di smorzare la tensione. < Dimmi pure cosa ci fai qui... > Si prepara al peggio. Magari quella è un'aula dove i Sensei ed i Genin fanno orge notturne a sua insaputa. Si prepara al peggio, consapevole che la risposta che riceverà, in qualsiasi caso, non gli piacerà.

16:46 Keiga:
  [Aula] Akuma lo sentiva già da prima l'odore della carne ma quando il genin apre la mano, si fa più intenso, riempiendoli il tartufo. La linguetta esce andando a leccare i baffetti. E al diavolo, carne, buona. Si avvicina sebbene prima annusi ancora quella mano, controllando che non ci siano trappole strane. e mentre cerca di prendere quel pezzetto gli occhietti si alzano sul genin. Lo tiene d'occhio, insomma. Lei, muove appena il naso, in un gesto quasi impercettibile. L'odore della carne si sta spostando per tutta l'aula. La carne secca ha un odore forte, soprattutto se si tratta di selvaggina. E lei non sa neanche quante volte ha mangiato le stesse cose di Akuma, anche dalla stessa ciotola. Stessi avanzi. Si sono rubati il cibo di bocca per gioco. Di certo non si vergognerebbe a dirlo. Per lei è un qualcosa di normalissimo. L'altro poi torna a rivolgersi a lei che nonostante tutto mantiene lo sguardo sulla panchina all'esterno. <Che novità. Fanno incazzare tutti, a quanto pare.> Risponde, ovviamente riferita al suo clan. Ma non dirà nulla a riguardo. Quando l'altro insiste allora, forse pur di farlo stare zitto, esterna il motivo della presenza nell'aula <Aspetto che arrivi..> Fa una pausa <Il ragazzo con le perle negli occhi> Svelato il mistero. Se è lì dentro è solo perchè fuori piove, ovviamente.

17:01 Dyacon:
 [Aula] Restando con il busto piegato in avanti, avverte il peso sempre più ingombrante della giara dietro di sè, al cui interno rimane invisibile e dormiente la sabbia del paese del Vento. Lo sguardo ametista, nel frattempo, non si distoglie da Akuma che, invogliato dal genin stesso, azzera le distanze con determinazione. < ..... > Non dice una parola, lasciando la mano a disposizione del pastore italiano, avvertendo chiaramente l'attimo in cui l'altro affonda lingua e tartufo nel palmo. Tartufo umidiccio e lingua rasposa, caratteristiche che di solito sansiscono una buona salute dell'animale. < Finisci tutto, miraccomando. > In poche parole lo invita a non fare complimenti, trattenendo quel sorriso bonario stampato sul volto. < Dipende dal perchè i tuoi atteggiamenti fanno incazzare... > Ammette, alzando gli occhi sulla ragazza di fronte a lui. < Non penso che l'incazzatura di altri sia mossa dalla stessa mia motivazione. > Ovvero che tiene a lei. < Almeno spero... > Se in giro per Konoha ci sono millemila spasimanti dell'Inuzuka sarebbe un problema. Decisamente un problema da risolvere in un unico modo: napalm sul villaggio. Dovrà chiedere il permesso a Furaya in caso(?). < Ehhhh.... > Sospira, sentendo il motivo della sua presenza in quell'aula. Al centro dello stomaco, più o meno, avverte in maniera impetuosa il ribollire della rabbia. Cerca di sedare tale sentimento, di spegnerlo sul nascere, anche se la mano sinistra si stringe a pugno, facendo sbiancare le nocche nel più classico gesto di stizza. < Credo che sia giunto il momento di prendere una decisione... > Si riporta in eretta postura quando si accorge che Akuma ha terminato lo spuntino. < Non posso innervosirmi per ogni minima cosa... > Tradotto: l'andare di Keiga da un fiore all'altro. < Te lo chiederò in maniera diretta, schietta. Voglio una risposta sincera. Vera. > Prende un attimo di pausa mentre gli occhi ricercano quelli neri di lei. Vuole osservarla in volto, leggergli l'anima se necessario. < Che cosa provi per me? >

17:21 Keiga:
  [Aula] Akuma afferra la carne coi dentini, masticando e neanche troppo prima di inghiottire tutto. Qualche slappata alla mano di Dyacon, non per ringraziarlo ma perchè metti che son rimati dei pezzetti? Ad ogni modo indietreggia quando finsice, continuando a leccarsi i baffi. Cosa che farà almeno per svariati buoni minuti. Lui continua a parlare. Lei non capisce quello che dice. Ovviamente non chiede. Ci sono già troppe cose che non le sono chiare e di certo non ha voglia di aggiungerne un'altra all'elenco. Al parlare di decisione, non pensa che si stia rivolgendo a lei e quindi torna fuori con lo sguardo. La destra si alza, andando a grattare il braccio sinistro poco lontano dalla spalla. Quando però Dyacon se ne esce con quella domanda, ecco che il capo si gira. Le nere sostengono quelle dell'altro. Inespressiva, apatica. Immobile. Chissà che diavolo succede nella sua testa. Di certo c'è un qualcosa tipo traffico bloccato da una mandria impazzita di velociraptor (?). Un casino insomma. Presto però la testa si abbassa, tornando a guardare verso Akuma che sta andando di nuovo verso di lei. Ancora che si lecca i baffi. <Che cosa dovrei provare?> Domanda. Forse può sembrare che lo stia prendendo ancora in giro ma lei davvero non capisce. Anche quando va con le persone, ci va perchè sta bene quando se le scopa. E' malata molto probabilmente, quasi certamente. <Tu che cosa provi?> Domanda a sua volta. Un pochino il muro si è abbassato? Forse il litigio di quella sera è servito a qualcosa?. Di certo gli porge quella domanda. Magari capisce o sicuramente no. Ma ci prova.

17:39 Dyacon:
 [Aula] La mano umida e leccata da Akuma viene ritirata e, con molta nonchalance, asciugata contro i pantaloni purpurei. E' soddisfatto che il cucciolo di pastore italiano abbia apprezzato la carne secca. Tiene il sorriso stampato sul volto ma gli occhi sono fissi in quelli scuri e neri di Keiga. < Non ribaltare la domanda Keiga. > Scuote leggermente il capo, prendendo quel rigirare la frittata come un affronto. Un non esporsi dell'Inuzuka. < Che cosa dovresti provare? > Sbatacchia appena le palpebre, incredulo nel sentire quella domanda. < Me lo devi dire tu... > La indica con un cenno del mento. < Che cosa provi quando stai con me? C'è qualcosa che la mia presenza ti smuove qui... > La mano destra si posiziona nei pressi dello stomaco, organo contenitore di tutte le emozioni. < Ti da fastidio? Ti faccio stare bene? Oppure il nulla più totale? > E' come un fiume in piena, esternando domande come se non ci fosse un domani. < Oppure riduci il tutto ad un semplice e mero atto carnale? > Scopare senza sentimento. < Io che cosa provo? Tsk! > Schiocca la lingua sul palato, allargando quel sorriso ironico e teso sul viso. < Io tengo a te Keiga. Credo che non ci siano dubbi al riguardo no? > Allarga le braccia per dare ancora più enfasi alla frase. Gesto figlio dell'imbarazzo e del nervosismo della situazione. < Però non posso stare sempre con l'ansia addosso... > Spiega, facendo morire entrambi gli arti superiori accanto ai fianchi. < Non posso star male nel sapere che tu non provi nulla per me. Che stai qui ad aspettare un altro ragazzo per scopare e basta. Quindi... > Cerca nuova aria, inspirando ed espirando. < Ti rifaccio di nuovo la domanda: che cosa provi per me? > E' difficile da spiegare l'amore, o quantomeno lo step antecedente a tale emozione. < Non voglio continuare a provare questo fastidio, questo dolore, seppure lieve. Preferisco non vederti mai più, piuttosto che saperti prima con uno e poi con un altro uomo che ti usano, passami il termine, come semplice svuota palle. > Più diretto e schietto di così si muore. La mette davanti ad un out out. Prendere o lasciare? Dilemma a cui solo l'inuzuka può dare una risposta. Definitiva.

17:56 Keiga:
  [Aula] Torna su di lui aggrottando la fronte. Si stava aprendo ma è di nuovo stata presa a male. Lo sguarda, lo ascolta. Se neanche la capisce, che diavolo dovrebbe provare? Certo è che, un pò per farlo contento risponde a quelle spiegazioni che l'altro le da. Come se stesse rispondendo ad un test. <Quando sto con te, mi fai incazzare sempre> Guarda lo stomaco, pensosa <Si, mi fai incazzare> E' purtroppo diretta, ma sincera. <Però non mi dispiace averti intorno> Lo ammette, semplicemente. <Ah, vuoi?> Riferita all'atto carnale <Non vuoi mai, adesso ti va bene?> Il bello è che parla come se ci credesse davvero. Perchè è tarda come poche. Ma quei sentimenti veri e propri, come quelli che Dyacon prova per lei, chiari, lei ancora non li sente. C'è qualcosa ma non è un qualcosa di comprensibile. E poi le piace svuotare le palle, adora farlo. <Mi..> Distoglie lo sguardo <Spiace che stai male.> Alza le spalle ed adocchia l'altalena. <Che ne sai che voglio scoparmelo?> Fa una pausa <Ah già> Annuisce <Io sono brava solo a fare quello. Vero?> Domanda, mantenendo apatia nello sguardo. <Cosa provo? Non ho una risposta. Potrei dirti che mi piaci. Ma tanto non potrei mai essere solo tua> Scende dal tavolo, finalmente è di nuovo in piedi. *Preferisco non vederti mai più* <Perfetto, annullerò la mia presenza per la missione verso Suna> Prende la felpa e fa per muoversi, sebbene ancora non la metta. <Per la cronaca, non svuoto solo le palle. Mi piace anche leccarla> Giusto per dare a Dyacon qualche altro personaggio del villaggio a cui pensare. Non solo uomini, Dyacon!

18:15 Dyacon:
 [Aula] Finalmente, dopo tanto tempo, riesce a sentir fuoriuscire dalle labbra dell'altra più di una frase di senso compiuto. Alleluja! Almeno è riuscito in questo piccolo miracolo. Soddisfazione minima, ma pur sempre una soddisfazione. < Non ti dispiace avermi intorno. Già è un passo avanti... > Allarga le braccia, stupito da quella dichiarazione. < Però hai tutto un modo tuo per dimostrarmelo. > Ovvero nella maniera non consona, che esce fuori dagli schemi. < Che ne so che vuoi scopartelo? Tsk! > Scuote leggermente il capo, sorridendo in maniera nervosa. Nevrotica. < Non prendermi per il culo Keiga. E soprattutto, non fare la vittima. > Sentenzia in modo brusco e serio. < Ci vuoi parlare? Non credo. Alla fine miri sempre e solo a quello. Non capisco il perchè? Ti fa stare bene? Allenati di più ed otterrai lo stesso effetto... > Sbotta come una pentola a pressione che rilascia tutto insieme il suo contenuto. < Ehhh... > Sospira ancora, portando la mano destra davanti al volto, sconsolato. < Forse era meglio che non ti avessi vista oggi. Penso che non è passato sufficiente tempo per parlare... > Ammissione più a se stesso che nel contenuto del discorso. < Che cosa vuol dire che non sarai mai solo mia? In questo mondo non vuoi avere una relazione? Vuoi essere sempre a caccia? > Ed a quanto pare di cacciagione ne ha abbastanza. Credeva che gli interessassero solo gli uomini, invece no, gli piace anche leccarla. Doveva immaginarselo, d'altronde l'incontro con Yang doveva essere illuminatorio. < Non lascerai quest'aula. > E lì, il braccio sinistro si distende verso lo stesso lato, afferrando lo stipite opposto della porta. Pone una sorta di barriera simbolica tra lei e l'uscita.

18:29 Keiga:
  [Aula] Lo ascolta di nuovo, restando in silenzio. Ha già parlato fin troppo e qualcosa le dice che dovrà farlo ancora per un pò. <Vittima?> alza un sopracciglio <Non faccio la vittima. E' quello che dicono tutti> Alza le spalle. <Cosa vuoi che me ne freghi?> Risponde, tastando la felpa per sentire se almeno un pò si è asciugata. <Voglio solo rivederlo> Pausa <E poi chi lo sa, magari finirò con il provarci e allora?> Corruga la fronte di più <Ma che problemi avete? Io non vi rompo il cazzo per le cose che vi piacciono!> E torna zitta. Si sta una ttimo in ritardo ed anche Akuma lo sente, iniziando a ringhiare sebbene sommessamente per ora. <Cosa vuol dire secondo te?> Cerca di farlo ragionare, secondo il proprio modo di pensare, ovviamente <Non voglio stare con una persona sola. Non ne sono in grado> Risponde. Alemno sta rivelando cose, per una volta. Alza le spalle. <E anche se fosse? Non ti eccita?> Le nere cercherebbero quelle di lui. Uno sguardo fisso, penetrante. Quando si muove lui le sbarra la strada. Lei si limita ad abbassare lo sguardo sul braccio e poi a riportarlo sul suo viso. Con la propria mano cerca di appoggiare il palmo sul braccio che fa da barriera, provando a risalire fino alla spalla. Ha già uno sguardo diverso da prima. Più malizioso, seducente. L'altra mano lancia la felpa sul tavolo vicino. Inclina poi la testa di lato. E' mezza nuda, lì davanti a lui. Senza la benchè minima vergogna. Quella forse è la vera Keiga? Di certo sembra essere una di quelle presenze che ne riempiono il corpo.

18:50 Dyacon:
 [Aula] < Sai qual'è il tuo dannato problema? > Risponde a tono in modo nervoso abbastanza evidente. < Che non sai cosa siano le emozioni... > Prende un attimo di pausa, sostenendone lo sguardo con determinazione. < Non sai amare, non sai stare insieme alle persone che dimostrano quanto tengono a te. > Scuote il capo sconsolato. < Dai importanza solo all'atto materiale, ma a livello di sentimenti, sei fottutamente acerba! > Accusa grave la sua, consapevole del fatto che molto probabilmente con quel dire, farà centro. < No, nessuno mi rompe il cazzo nel fare le cose che mi piacciono, è vero. > Annuisce con convinzione a quell'affermazione che ha del vero. < A differenza tua però io faccio le cose che mi piacciono senza coinvolgere i sentimenti delle altre persone! > Sbotta di nuovo, cercando di rendere il concetto quanto più chiaro possibile all'Inuzuka. < Non vado a letto con ogni donna che cammina nel villaggio. Oltre ad un corpo fisico... > E la mano destra si allunga in sua direzione, quando l'altra gli giunge praticamente davanti, provando a toccare la spalla nuda. < C'è anche un'anima dove risiedono tutti i sentimenti. Amare, fidarsi ed affidarsi a qualcuno è tremendamente difficile, oltre che doloroso. > Ammette, riportando alla mente i l'immagine dei genitori che hanno perso la vita per il paese del Vento. < Ma ti posso assicurare che quando lo fai, ti senti V I V O. > Scandisce l'ultima parola volutamente. < Se vuoi, puoi esserne in grado. > Secco, risponde alla sua volontà di non avere relazioni. < E no, non mi eccita sapere che sei a casa di un ubriaco, di un vecchio o di chissà quale altre uomo. > Dice uomo, ma dovrebbe comprendere anche l'altra sponda: quella delle donne. < Mi eccita di più averti solo per me. Cercare di conquistarti giorno dopo giorno e sbatterti in ogni posto, in ogni luogo di Konoha. > Smaliziato. < Ma ti voglio M I A... > Lo sguardo di lei fa breccia nel suo corpo e il fatto di essere soli, in un luogo pubblico, con la ragazza mezza nuda, lo attizza in modo esponenziale. Sente quel tocco e socchiude le palpebre. < ..... > Prova a trattenere gli istinti, ma stavolta lascia loro libero sfogo. Veloce la mano sinistra agguanterebbe l'anta della posta inserita nella parete, facendola scorrere con veemenza. In quel modo tenta di chiudere l'accesso all'aula e poi, con vigore, lasciare la giara a terra e allungare le braccia verso Keiga. Arti che l'avvolgerebbero dai fianchi e mani che scenderebbero dalla zona lombare fino ai glutei. La stringe a sè e, se l'altra vorrà, potrà avvilupparsi con le gambe intorno alla sua vita. Prova a farla indietreggiare, mentre il volto, famelico, poggerebbe le labbra prima sul suo collo, poi sulla clavicola, risalendo di nuovo verso l'orecchio. Cerca di sbatterla, letterlamente, contro la cattedra che di solito i Sensei utilizzano per fare lezione. Fanculo alle parole, è troppo eccitato. L'altra potrà assecondare quel gioco, oppure, fermarlo nel modo e nel tempo che gli pare. Adesso è solo il fuoco ardente della passione a farla da padroni. La mano sinistra, giusto per iniziare le danze, strapperebbe quelle garze, volenterosa di venire a contatto con il suo seno. E poi... e poi le mura solitarie della stanza assisterebbero ad una perfomance da applausi(?). [X]

19:16 Keiga:
  [Aula] Dyacon probabilmente colpisce nel segno ma lei non sembra dimostrare particolare reazione a riguardo. Semplicemente lo guarda, inclinando il capo di tanto in tanto per poi riportarlo dritto. <I sentimenti non sono per tutti> Risponde questo. Si è vero, lei è abbastanza materiale ma quando vuole, magari a modo suo, le cose le esprime. Probabilmente col tempo capiterà qualcosa che farà capire a Dyacon com'è fatta davvero. Quando parla di non andare a letto con tutte storce appena le labbra <Anche perchè rischi di trovare quelle terribili> Segno che ci è passata, probabilmente. <Lo so che lo è. E mi sono rotta il cazzo di soffrire> Seria nel pronunciare queste parole, senza concepire il sentirsi *vivo* successivo. Ma anche qui non chiede spiegazioni. <No ehi, le vittime si scelgono bene prima..> No che non va con i vecchi. Ma insomma. Ubriachi si, è successo. Ma erano signori ubriachi. E scuote il capo <Non puoi avermi. Non sono di nessuno> Di nuovo seria in viso. Un'espressione che cambia quando l'altro cede. Finalmente. Ce ne ha messo di tempo. Inclina la testa di lato per fargli spazio quando la bacia sul collo. Sospirando appena, di piacere. Sentire le mani di qualcuno addosso in quel modo le fanno provare sensazioni indescrivibili. Avida di quei gesti ed apprezza quando dall'altra parte prendono in mano la situazione, anche se condurre il gioco è un qualcosa che la eccita altrettanto. Gli incrocia le mani dietro il collo, balzando su di lui ed incrociando le gambe attorno al suo bacino. La parte sopra è nuda, sdraiata con la schiena su quella cattedra, come a dargli il tempo di guardarla. Si morde il labbro inferiore mentre nel farlo le labbra si allungano in un ghigno malizioso. <Ora sono tua. Goditelo finchè puoi..> Parole che si poteva forse risparmiare ma quando subentra quella parte di lei, diventa ancora più stronza di quanto non lo sia normalmente. Akuma, poverino, è di nuovo appiattito a terra, mugolando quando i due iniziano le danze. Distoglie lo sguardo, cercando di non annoiarsi troppo, visto che quell'altro li ha pure chiusi dentro, dannato. [X]

Keiga aspetta il ragazzo dagli occhi di perla in accademia, dove lo ha visto qualche sera prima. Dyacon cerca Touma e la trova in un'aula. Parte a chiederle cose, finchè non la mette alle strette dicendole di voler sapere cosa provi e che vorrebbe che fosse sua. Lei ovviamente non è di nessuno e.. finiscono per farlo di cattiveria sulla cattedra. Se vi giocare la cattedra sporca in qualche lezione ditemelo perchè voglio venire a vedere. <3