Verità o finzione

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23:43 Shiroyuki:
  [seconda piazza] Le nuvole coprono i tre quarti della luna che si trova in cielo, madre di una notte infausta, oppure no. Gente che cammina, gente che va, che compra, che sembra serena. Sembra. La tensione si palpa nell’aria, qualcosa non va, ma non si sa cosa. Gli occhi degli abitanti di otogakure sembrano accesi da una luce malsana, quasi di diffida verso gli altri ma sicuro verso se stessi. Il ragazzo proveniente da Ame li osserva, li scruta. Si morde il labbro inferiore cercando di trovare più particolari possibili, cercando di ricordare ogni faccia che riesce a scorgere. Fa freddo, freddissimo, ma quando mai non sente freddo il bianco? Mastica saliva mentre gli occhi azzurro cielo estivo osservano i dintorni. E’ da solo, senza nessuno accanto per ora. Su quella panchina che una volta l’ha visto quasi stritolato Quanta gente è passata da quando si trova lì? Parecchia. Le strade cominciano a svuotarsi come se ci fosse una sorta di coprifuoco, ma lui no, ancora non intende rientrare. Fa diversi respiri profondi con quella pergamena tra le mani. E’ troppo pericoloso tenerla alla magione ora, con Sango che potrebbe scovarla. Sembra aver finito di scrivere comunque. Il foglio è piegato ed è poggiato sul suo grembo mentre le mani lo tengono delicatamente, come se fosse il suo più grande tesoro. Aveva iniziato quando Motoko è arrivata a casa, iniziato, aveva appena scritto i primi kanji, niente di che insomma. Si schiarisce la gola andando a mettere quel rotolo nella manica larga di quel kimono grigio ghiaccio. Calze bianche pesanti a proteggere le gambe da quel freddo ed un paio tabi aperti. I capelli bianchi come la neve sono lasciati liberi dietro la schiena fino a toccare il sedile di quella panchina. Vicino ai suoi piedi ci sono diverse cicche schiacciate di sigarette, che siano sue, rimarrà un mistero. Tira su con il naso prima di socchiudere gli occhi seguendo quella visuale che piano piano si appanna per via delle lacrime che l’occhio crea per potersi idratare. Accanto a lui, per tenerlo al caldo, una piccola bottiglia di sakè. No, non sembra un alcolista, figuriamoci. La bottiglia è anche rifinita in modo egregio, con tinture oro e rosse che la adornano. Che sia un regalo da portare a casa? Probabile. Rimane quindi li in silenzio, perso nei suoi pensieri mentre la gente continua a rincasare, lasciando tra un poco, forse, la piazza con L’uchiha come statua, vuota e grigia, come la notte desidera, come quei tre quarti di luna nascosti dalle nuvole sogna.

23:56 Sango:
  [Seconda piazza] La rossa si muove, scivola nella sera scura dopo aver firmato quel patto, aiutare quella Senjuu e venendo a conoscenza di molte altre cose, molti nuovi poteri e come averli, come prender per se una nuova innata e poterla utilizzare. Ogni cosa ha un suo prezzo, il proprio è la sete di conoscenza, una moneta di scambio senza un valore, troppo grande da poterlo misurare. Avanza nella notte fredda e gelida, il respiro del vento che scivola sulla pelle del viso, eppure il resto del corpo rimane coperto da quella scura cappa che si trascina dietro da un tempo passato e morente. Ma li, in quella notte, una figura chiara non può che attirare il proprio sguardo, che vi scivola addosso e si ferma ad osservar lui e il circondario, soffermandosi su quelle cicche a terra ma non ha motivo di dir qualcosa, se non fuma in casa è per proprio ordine, per il resto è libero di far ciò che desidera < Shiroyuki > pronuncia quel suo nome con dolcezza, consapevole di quel che dovrà dire , quel che dovrà confessargli, e verso di lui che si porta, dolcemente, scivolando sulla terra stessa e portandosi verso di lui, verso la panchina senza ancor sedersi davvero. I capelli rossi che scivolano sulle spalle come onde di sangue, gli occhi che indugiano su quella pergamena < cos'è? > curiosa di saper cosa l'altro abbia per le mani, e nota anche il sakè. Dopotutto si sorprende di vederlo fuori dalla magione ma anche l'altro può far ciò che vuole, un pensiero duro a morire ma ci prova. < dovrei parlarti > annuncia senza continuare < posso sedermi? > quel che gli dirà sarà probabilmente brutto, forse orribile, eppure deve farlo prima che arrivi l'altra se li, e lei scompaia. Sebbene le loro menti siano connesse per via di quella moltiplicazione superiore, può toccarla perfino, ma ancora tace < so che sei diventato genin alla fine > un sorriso si palesa, ne è orgogliosa, davvero, sebbene quella notizia sia giunta per vie traverse che da lui stesso. [chakra on]

00:04 Shiroyuki:
  [seconda piazza] Rimane in silenzio, come contemplando qualcosa, come se fosse perso nei meandri di una caverna con il fuoco a fare delle ombre sui muri. Lo sguardo è fisso davanti a se ma non sta guardando realmente qualcosa. Quella voce però lo fa voltare inconsciamente, come un richiamo alla realtà, a quella realtà rossa che ormai ha capito di amare. Mostrerebbe un leggero sorriso prima di chinare la testa di lato facendo scendere quella cascata di neve < Sango.> direbbe solamente. Lei fa quella domanda sulla pergamena e lui socchiude gli occhi cercando di nasconderla meglio < niente, una cosa così> direbbe solamente per sviare la cosa. No, non doveva sapere. Si morde il labbro inferiore visibilmente imbarazzato mentre distoglie lo sguardo per un attimo dalla donna. “Dovrei parlarti.” Quelle parole entrano nella testa del giovane e sembrano non voler andarsene, radicate come una quercia che sopravvive a tanti inverni, a tanti venti e piogge. <Certo.> direbbe andando a guardare la ragazza facendole spazio su quella panchina. Prenderebbe la bottiglia di sakè andando ad aprirla. L’odore di riso aleggia da quel contenitore in ceramica. Prenderebbe il tappo, comodo bicchierino e ne versa qualche goccia < tieni, ti riscalderà.> direbbe lui alla donna con tono gentile. <Di cosa dovevi parlarmi?> dice poi tranquillamente prima di annuire alla sua osservazione < Si, volevo dirtelo ma…> si blocca facendo un respiro profondo < volevo farti una sorpresa> un cenno di diniego con la testa socchiudendo gli occhi < volevo portarti anche la mia prima missione compiuta in modo eccellente per far si che fossi fiera di me.> direbbe il ragazzo che adesso sembra davvero più puro di quello che la donna ha già visto in intimità. Si umetta le labbra prima di guardarla ora, aspettando quindi le sue parole prima di fare un respiro profondo, cercando di tenere calmo il battito e l’aria nei polmoni.

00:22 Sango:
  [Seconda piazza] Nota quel suo nascondere tutto quanto, quella pergamena e un sorriso le solleva le labbra morbide e rosse per via del freddo < non chiederò altro, finchè non vorrai dirmelo tu stesso > non l'avrebbe convinto o obbligato, sa che quando vorrà potrà dirle tutto quanto, e poi di segreti ne ha anche lei, fin troppi, e uno a uno verranno a galla al momento esatto. Siede anche lei su quella panchina, sospirando e portando lo sguardo davanti a se < non mi sedevo in un posto del genere da anni > li ad osservar la vita altrui andare avanti ed esserne solo spettatrice, senza dover per forza muoversi o avere un obiettivo preciso , solo riposarsi e fermarsi per un attimo . Lo osserva aprire quella bottiglia, l'odore lieve che impregna le narici , e attende quel bicchiere per berne un sorso . Il caldo liquido che brucia la gola e l'esofago , ma attende ancor di parlare, lascia solo l'altro pronunciarsi ancora. Sorride a quel suo dire < sono una sensei di Oto anche io, le notizie arrivano veloci alle mie orecchie > gli fa un occhiolino percependo il suo calore al proprio fianco , ma ancora non lo guarda veramente < io sono fiera di te Shiro > inizia così, portando il proprio sguardo su di lui < e tra poco partirò per accompagnare una Senju in un impresa che potrebbe togliermi la vita > ha scelto di aiutarla, a discapito di tutto e tutti, a discapito della stessa morte che potrebbe raggiungerla e stroncare la propria vita < dobbiamo recuperare un occhio Uchiha dalle mani del custode del fuiinjutsu nelle terre di konoha > una missione ardua anche per lei, ma li giunge la consapevolezza che non potrà più nascondersi < ti ricordi quando ti dissi che alcuni segreti vanno tenuti tali? > comincia in quel modo, per evitar di essere troppo violenta e molto più dolce < la..la vera me, non è qui con te > i denti che vanno a mordere il labbro inferiore < la vera me si trova da tutt'altra parte ma non posso nemmeno dirti dove.. > si, è una copia, ma non riesce a confessarlo davvero , sa che ci arriverà lui stesso e stringe quel bicchierino con forza nella mano destra. [ chakra on]

00:45 Shiroyuki:
  [seconda piazza] Fortunatamente Sango non chiede altro ed il ragazzo fa un respiro di sollievo. Sente quella sua confessione ed andrebbe a poggiare la schiena sullo schienale < Dovresti.> direbbe solamente prima di stringersi nelle spalle e guardando avanti. Si umetta le labbra prima di muovere la mano e sistemarsi una ciocca di capelli ribelli prima di fare un respiro profondo < Sai, a volte fa bene, vedere la gente> direbbe stranamente il ragazzo, corrucciando le labbra prima di mangiarle < ti fa capire che oltre il sangue, la violenza, la morte..> inizierebbe a spiegare facendo un respiro profondo < ci sia anche altro. La calma.> conclude quella sua spiegazione prima di annuire < si, avrei dovuto immaginarlo, ingenuo io allora!> e mostrerebbe un piccolo sorriso prima di sbuffare un accenno di risata. Da quando si conoscono, da quando hanno dichiarato il loro amore reciproco, il ragazzo sembra molto meno freddo e più gioviale, sebbene quella sua aura di fortezza ancora permane nella plasticità del suo essere, del suo corpo. Da bravo orgoglioso si volterebbe dall’altra parte, imbarazzato da quella sua risposta. Un sorriso che lei non vedrà in questo momento ma potrebbe percepirlo, predirlo quasi, ormai conoscendolo. Si volterebbe di scatto guardandola. La fisserebbe intensamente prima di umettarsi le labbra < No Sango. Tu tornerai, sei forte, sei la più forte.> direbbe il ragazzo certo di quelle parole, certo di quello sguardo illuminato della “Se non torni non ti perdonerò mai, ma tanto so che tornerai”. <Si, mi dicesti anche che c’è un luogo ed un tempo per ogni cosa…> concluderebbe prima di tornare ad osservare davanti a se. Un colpo, un sussulto quando sente quelle parole. All’inizio non capisce, ma dopo, piano piano, realizza, realizza eccome. La bocca si apre, ma non emette suono. Il cuore batte, ma non emette suono. Le orecchie fischiano, il calore aumenta. Si schiarisce la gola prima di abbassare il capo..< stai…scherzando vero…?> direbbe con una voce roca, rotta da qualcosa dentro di se. Deglutirebbe facendo muovere il pomo di adamo in quel frangente prima di alzare lo sguardo verso di lei. No, non sembra stia scherzando. Una copia, una di quelle superiori a questo punto. Stringerebbe la testa nelle spalle prima di chiudere un attimo gli occhi. Cerca di riflettere ma non ci riesce, no, questa no, dopo tutto quello che ha fatto per riuscire ad aprirsi, a dirgli i suoi punti deboli, raccontare cose che non avrebbe mai raccontato a nessuno. Il labbro inferiore tremola, ma anche questa volta non esce nessun rumore, nessuna parola. Se fosse stato da poco, non avrebbe detto quelle parole in quel modo. Il ragazzo cerca di non crederci, non vuole crederci. Il cuore che batte sempre più forte, quasi ad uscirgli dal petto. Continua a fissarla, dalla testa ai piedi cercando di vedere qualche discrepanza, ma lui ha conosciuto lei, lei era nelle terme, lei era alla magione, lei era sempre stata lì. Gli occhi lucidi la osservano, le labbra che increspano in una espressione tra la sorpresa e la distrutta < quindi..> direbbe solamente mentre lo sguardo viene adombrato dai capelli bianchi come la neve, neve che sta cadendo ora di nuovo sulla sua anima < a chi ho detto Ti amo?> direbbe solamente prima di respirare affannosamente < Quando pensavi di dirmelo?> direbbe poi verso di lei. Non sembra arrabbiato ma si nota che è nervoso, a disagio, come se fosse stato ferito. < Dopo avermi fatto preoccupare per questo viaggio? O Mai?> chiederebbe poi, forse giustamente il ragazzo, prima di stringere le spalle. Non ce la fa più. Cercherebbe con la mano il pacchetto di sigarette e le metterebbe una tra le labbra, accendendola. Le mani tremolano e l’accendino si era spento un paio di volte prima di riuscirci. Non parla, sbuffa solo quella nuvola di fumo verso l’alto, guardando davanti a se mentre il piede destro batte sul terreno in modo ritmico, nervoso. Non ha alzato la voce, per niente, ma è questo che dovrebbe far capire a Sango come starebbe provando adesso il ragazzo di Ame. Adesso che sa la verità e si sente tradito, sebbene un vero tradimento non è, ma per lui, per quelle parole concesse solo a lei, per quella sua purezza concessa solo a lei, beh, si sente così.

01:04 Sango:
  [Seconda piazza] Dovrebbe? Forse. Fermarsi un attimo, non faticare e non arrancare in avanti cercando la via in cui la morte è leggermente meno che la possibilità di vita < non vorrei farlo > ammette semplicemente, quella calma non le appartiene, non è sua, non è qualcosa che la rende se stessa < chi nasce dal sangue, muore nel sangue > sebbene il proprio, il loro sogno sarebbe quello di lasciarsi tutto alle spalle, eppure riuscirebbero davvero a farlo? Riuscirebbe a non essere chi è? No. Una consapevolezza che s'è fatta strada non solo in lei, in quella copia, ma anche nel vero proprio essere, lontano chissà quanto dalla realtà che lei continua a vivere, per non fermarsi, per poter apprendere di più, per esser presente anche per lui . Tornerà davvero da quella battaglia? < voglio tornare > che possa farlo rimarrà un dubbio eterno, finchè non si troverà accia a faccia col nemico stesso e poi prenderà la propria decisione. E sa adesso, pronunciando quelle parole, che il dolore che gli infliggerà sarà grande, che potrà vedere la delusione perdersi in quello sguardo azzurro e in quel viso angelico, tanto bello quanto giovane ancora. Sospira, aspetta che le proprie parole facciano breccia nel suo cuore e nella sua consapevolezza, e sa, vede quella delusione calar su di lui, quel dolore impregnare l'anima e la propria allo stesso modo e tace, senza sapere bene cosa dire, come dirglielo. Non sta scherzando, il proprio sguardo è serio, sebbene addolorato < Shiro > sussurra quel nome, ne nota la breve furia, quella sigaretta accesa con nervoso ma non lo fermerà dal farlo, non adesso quando ne ha più bisogno < io sono lei, lei è me. Siamo la stessa cosa e le nostre menti si connettono, il nostro modo di pensare è uguale.. lo è anche il nostro dolore o il nostro amore > non possono scindersi completamente, sono parti l'una dell'altra, parti dello stesso essere e come tali sono la stessa cosa < l'hai detto a me, l'hai detto a lei, lo ha sentito così come lo provo io > li, lentamente, cercherebbe di avvicinare la propria mano a lui, prova a poggiarla sulla sua gamba con dolcezza, con lo stesso sguardo che non lo lascia proprio in quel momento < non potevo dirtelo > la sincerità nello sguardo, ma sa d'averlo deluso , tradito, lo percepisce nel suo corpo rigido e nel proprio senso di colpa che si acuisce enormemente < ci sono cose che non ti posso spiegare, patti firmati col sangue che non posso scindere > prova a spiegarsi eppure non dona alcuna spiegazione valida e completa, perchè non può farlo, non può permetterselo < io volevo dirtelo , ma non volevo farti credere di star vivendo con qualche me fittizia. Sono io , anche in questo momento > stringe i denti contro il labbro inferiore, si ferisce pur di non ferire lui con la propria lingua di serpe, deve trattenersi dal pronunciar parole che possano solo farlo soffrire di più < non è via da tanto, ma non posso dirti dov'è adesso.. ha solo lasciato me qui a proteggerti > la verità che viene a galla, ma non andrà a dirgli quando davvero l'altra sia scomparsa o il dolore potrebbe acuirsi < so che non è stato giusto, ma dovevo dirtelo prima che lei torni davvero qui.. > e in quel dato momento la copia sarebbe scomparsa sotto i suoi occhi, e li avrebbe compreso nel modo peggiore. Attende adesso, silente, consapevole che le parole altrui arriveranno, con odio forse, con rabbia, e se le meriterebbe tutte quante. [chkara on]

01:20 Shiroyuki:
  [seconda piazza] Sente chiamare il suo nome ma non risponde non ora. Lei cerca di spiegarsi, cerca di addolcire con quelle parole che sanno di una medicina amara. La mano si avvicinerebbe alla gamba del ragazzo ma lui non la guarderebbe mentre muoverebbe la mano per fermarla < no…n-on toccarmi> direbbe solamente prima di alzarsi in piedi da quella panchina, prendendo quella distanza da lei. Continua a fumare mentre il nervosismo sta cercando di rodergli lo stomaco. Sente quella nausea salire verso l’esofago. Un colpo di tosse, un altro prima di provare a ricacciare tutto dentro con uno sbuffo di sigaretta. < Quante cose non mi puoi spiegare?> direbbe poi girarsi verso di lei < sono solo parole le tue? E pensi che io possa starmene tranquillo?> direbbe mordendosi il labbro inferiore, quasi a farsi male < Perché, perché non potevi dirmelo? Cosa sarebbe cambiato?> un attimo di pausa prima di fare un cenno di diniego con la testa < mi hai ingannato> quando sente quelle parole prima di allargare il braccio. Il viso fisso sulla donna < No, non sei tu. Tu…Lei…> si corregge < si trova in un posto lontano di cui non puoi parlarmene, come tante altre cose a quanto pare.> un attimo di silenzio prima di stringersi nelle spalle < io ti ho detto tutto, ti ho detto tutto di me, tu sei l’unica che mi conosce più di ognuno al mondo.> ecco perché si sente tradito. Ecco perché si sente di aver aperto le porte di un animo che ha fatto tanto per proteggersi. Tira ancora da quella sigaretta, quasi violentandola tra le labbra. Un altro cenno di diniego con la testa prima di tirare su con il naso e voltarsi, dandole le spalle < Perché? Perché quando tornerà che cosa succederà? Non ho mai toccato veramente la sua pelle, non ho mai baciato le sue labbra, tutto quello che ho vissuto…> e guarderebbe le nuvole ora a nascondere quella luna < non è stato con lei.> si morde il labbro inferiore prima di lanciare lontano quella sigaretta, bruciandosi forse il palmo della mano. <Come pensi io stia adesso?> direbbe solamente prima di girarsi < nessuno mi può dire che quando la vera Sango tornerà mi amerà come mi ha dimostrato una sua copia quella sera…> direbbe prima di stringersi nelle spalle < o che riuscirà a riconoscermi.> un cenno di diniego con la testa < ti ho fatto vedere parti di me che non ho mai mostrato ad anima viva…perché?> la nausea torna prima di cercare di fare respiri profondo. La mano che andrebbe alla propria gola mentre il labbo inferiore tremola. Si sente veramente ingannato in quella situazione che adesso fatica ad elaborare. <Come faccio a capire che sei tu Sango…dimmelo, spiegamelo ti prego…> e qui si nota come la sua anima sia stata messa completamente a nudo mentre le braccia cadono lungo i fianchi < fammi capere perché adesso, sto impazzendo..> non riesce a pensare, non riesce credere…< ti prego…> lo sguardo di sbieco verso il terreno mentre i pugni si chiudono fino a rendere bianche le nocche < Chi ho amato io…chi amo io? A chi ho fatto quella promessa importante…?> dice poi facendole capire quanto fosse importante per lei quelle frasi che si sono detti, quei discorsi che si sono fatti tra un cuscino ed un tappeto, sotto le coperte, dentro l’acqua calda. Tutto per lei.

01:39 Sango:
  [Seconda piazza] Quel suo scostarsi dal proprio tocco fa male, molto male, ma cosa può fare quando sa che l'altro ha ragione nel sentirsi tanto arrabbiato e deluso? Stringe il pugno , l'aria che viene presa mentre l'altro si solleva da quel piano lasciandola li, seduta, ad osservarlo dal basso in quel suo fare, in quel suo dire, ove rabbia e delusione sembrano impossessarsi di lui < non posso dirtelo, non potevo farlo > sussurra a mezza voce, non sa come comportarsi adesso , non sa quello da dire , consapevole che ogni sua parola possa sembrar priva di significato < Shiro > cercherebbe di fermarlo, di lasciare che quella rabbia possa affievolirsi < si tratta di un segreto che non posso donarti io > quel contratto con le tigri e un patto di sangue e chakra, il più forte e il più puro, non le avrebbe tradite in quel modo, non avrebbe pronunciato parole oltre la propria mera portata < Shiro > un altro sussurro per alzarsi anche lei da quella posizione < ciò non significa che io e lei siamo due cose diverse > pronuncia quelle parole < e io sono lei > sebbene non fatta completamente di ossa e carne dalla nascita, ma è uguale a lei, gli stessi pensieri e sentimenti pervadono il suo essere < ciò che sono io è ciò che è lei. Io sono Sango > lo è, davvero, per quanto sia difficile da comprendere in quel determinato momento e li proverebbe ad avvicinarsi a lui, di potersi portare davvero vicino, non distogliendo lo sguardo < ciò che provo è reale > geme quelle parole sebbene se le senta strappare da dentro, dalla propria bocca, dal proprio essere < posso provare a comprender quello che provi.. eppure..sono io , non potevo lasciarti andare dal primo momento che ti ho visto > non poteva lasciare andare quella creatura e li, entrambi, si renderanno conto della sua natura reale e profondo < sono egoista > lo è, davvero, e mai come adesso ne ha dato prova e dimostrazione reale, è quanto di più vicino ad un mostro < ma non mi sono mai presa gioco dei sentimenti che provi ne di quelli che provo io > come fargli comprendere la realtà dei propri sentimenti, la veridicità, tutto quello che davvero prova lei per lui < lei sa tutto > ed è così, è reale quel suo pensiero , e lei da lontano percepisce ciò che stia facendo l'altra. Una sensazione, non hanno una connessione mentale, ma è reale. < a me, l'hai promesso a me, e io l'ho fatto con te > allo stesso modo anche lei s'è messa a nudo, sebbene quel tradimento lo senta nella sua importanza < se te lo avessi detto fin da subito, cosa sarebbe cambiato? > tante cose, troppe cose a cui dare risposta ma a cui non ne trova davvero < che ti avrei perso e non volevo farlo > ha sempre e solo voluto legarlo a se, sempre, qualsiasi cosa ci sia stato, qualsiasi sia la propria forma, dando davvero dimostrazione di ciò che ha sempre detto. E' egoista. Il petto che brucia, lo sente sotto gli strati della pelle e del chakra che la abita, e li, la destra si solleverebbe verso di lui per stringergli la mano, per trascinarla via da quel collo, eppure a metà si ferma riportandola al proprio fianco. < devi credermi Shiro > deve crederle, vuole che lo faccia, che possa credere che sia davvero tutto reale, e che possa affondare decisa in quelle iridi. Ancora egoista, sempre di più, e sente la possibilità che l'altro possa scappare via e li vorrebbe solo tenerlo a se, stretto, legato. [chakra on]

02:01 Shiroyuki:
  [seconda piazza] L’animo che lentamente scende, si sotterra per raggiungere l’inferno, un inferno fatto di buio e freddo. Un cenno di diniego e lo schiocco della lingua sul palato quando lei continua a non poter dire quello che sta succedendo, andando ad alimentare ancora di più la frustrazione che sta provando il ragazzo. Lo chiama, e lui si volterebbe sentendo quella voce nel buio assoluto < segreti…segreti…> ripeterebbe come se quella parola lo stia logorando dall’interno. Lei continua a spiegargli andando a chiamarlo una seconda volta e lui questa volta cerca di guardarla, da quel suo metro ed ottanta . Un cenno di diniego con la testa ma non l’allontana stavolta, la tiene vicino a se. Lei dice che ciò che prova è reale ma lui ancora non se ne capacita, eppure sembra così reale, quel calore, quel profumo, tutto sembra così reale. Egoista? Si, adesso capisce quel termine che lei ha usato spesso e volentieri nei suoi discorsi. Un respiro profondo prima di andare a guardare la propria manica, quella pergamena che ha scritto, quelle parole che ha disegnato con quell’inchiostro nero come l’inferno nel cuore. <Presa gioco dei miei sentimenti?> direbbe lui ripetendo le parole della rossa cercando di mettersi frontale a lei < presa gioco dei miei sentimenti?> si, si sente perfettamente così. Un brivido dietro la schiena quando ascolta che la vera Sango sa tutto. Un cenno di diniego con la testa. Come potrebbe crederle ora? Cosa potrebbe fermarla dall’ingannarlo così per tenerlo vicino a lei? Questi pensieri gli balenano nella mente. La sua fede che vacilla. E vacilla ancora di più quando lei esala quelle ultime parole. Sente la sua mano sulla propria ma non le dice niente, non ora, come se fosse svuotato. <Tu sei lei…> direbbe come a volersi convincere di qualcosa. No, non ce la fa, non riesce a comprenderlo prima di umettarsi le labbra e guardarla. Proverebbe quindi a prenderla per le spalle, fermo, determinato. Gli occhi azzurri che adesso farebbero uscire le sue prima lacrime, un pianto silenzioso mentre le labbra si incresperebbero. Proverebbe quindi a baciarla, veloce, poggiando le sue labbra su quelle della rossa e strizzando gli occhi facendole scendere ancora più veloce, bagnando forse la guancia della donna prima di staccarsi lentamente da lei se gli fosse stato concesso quell’atto. Le mani che ancora stringerebbero le spalle senza farle male ovviamente guardandola. < Io..vorrei crederti, davvero…> direbbe lui con la voce roca dal pianto che sta cercando di trattenere < io voglio crederci.> direbbe verso di lei prima di abbassare il capo e lentamente scendere con le ginocchia mentre cerca di reggersi al vestito di lei, come se non volesse vederla scomparire da un momento all’altro < io…non so più cosa pensare…> direbbe solamente <…so solo che ti amo, ti amo più di me stesso, e che non smetterò di farlo…mai..> le spiega poi andando a perdersi in quel flusso di cuore < e non posso, non voglio perderti, …ma…ho paura..> direbbe poi confessando per la prima volta quel suo lato sensibile < ho paura che quando tornerà la vera Sango tutto questo sparirà, che non è veramente successo…> insomma, come una illusione < ho più paura di questo che di morire…> e rimarrebbe in ginocchio ora con le mani a stringere i vestiti della donna mentre qualche singhiozzo può essere sentito nel silenzio della notte.

02:23 Sango:
  [Seconda piazza] Lo osserva , comprende le sue parole eppure non può crollare anche lei , non può farlo, non se vuole dimostrargli qualcosa , che quella che narra sia reale e vero, sebbene anche una terribile menzogna. Si stringe le spalle, stringe il proprio corpo come per prepararsi a qualcosa di più, come nel momento di combattere eppure non sente il chakra muoversi come in quei momenti, il tutto invece si congela, rimane in sospeso in attesa di quella fine che forse merita davvero. Segreti. Quello che l'ha sempre abitata, insieme all'egoismo, una persona capace di lasciarsi andare eppure sempre con dei segreti che non avrebbe rivelato. E tanti son quelli, tutti quelli accumulati in una vita di odio e rabbia, ma anche d'amore per qualcuno che c'è stato in passato. Non si tira indietro quando s'avvicina, in quell'impeto di rabbia, e si sente piccola, davvero, nel comprendere che forse è andata troppo oltre in quella storia, mentendo e tradendolo in ciò che di più puro le ha mostrato < quello mai > non urla, non parla, sussurra quasi spaventata ma non da quella vicinanza, quanto nel comprendere come quel suo esser freddo sia potuto riaffiorare con tanta facilità e ostilità per lei. Vuole che le creda eppure lascia l'altro il suo completo spazio, tutto ciò che desidera fare, perfino allontanarsi e l'avrebbe lasciato andare, almeno per quella notte < sono egoista > sussurra con un groppo alla gola, ne è consapevole eppure fa male, un essenza dalla quale non riesce a dividersi mai davvero, e tutto riguarda sempre lei, tutto gira intorno a lei, le persone, tutto che deve esser sotto il proprio stretto controllo, e quando non lo sono.. diviene quello. La mani che scivolano sulle proprie spalle, le sente, il respiro che si stringe ma non si toglie da quel suo tocco, ne da quelle lacrime che le stringono il cuore con forza .. e nemmeno per quel bacio forzato, violento, le labbra che si scontrano come due montagne e si annullano a vicenda e vorrebbe che ci fosse dolcezza o amore, ma sente solo la disperazione altrui nei propri confronti, in quello che vorrebbe dirgli ma che non dice, e anche lei come lui si richiude in quelle mura spesse che l'hanno sempre abitata, che l'hanno sempre trascinata via da situazioni del genere, e lo lascia scivolare verso il basso, soffocando qualsiasi parola ma non il senso di colpa estremo che prova < perdonami > sussurra e le mani che scivolerebbero sulle sue spalle in basso per stringerle lievemente < non posso risponderti se hai questa paura > una paura lecita, legittima, ma alla quale non risponderà con quelle parole sebbene le provi davvero, nel profondo. Ma non è lei, è una copia, e ciò sarebbe stato ancora più ingiusto . < potrai dirle quando tornerà > e li stringe la mascella, stringe i denti, per non lasciarsi trascinare ancora nell'egoismo immane di cui è capace, e non scivolando ancora nel dolore per la perdita di qualcuno. L'ennesimo. [chakra on]

02:38 Shiroyuki:
  [seconda piazza] Ancora quella parola, ancora quella dannata parola fuoriuscire dalle labbra di lei. Il ragazzo rimane in ginocchio tenendo i vestiti di lei, trema mentre la gente si fermerebbe qualche secondo prima di lasciar stare quella scena, forse meglio. Sente le sue mani verso le spalle ed ecco che proverebbe a respirare meglio, anche se ancora con qualche difficoltà. Perdonare, quale cosa sta chiedendo Sango ora. Il fatto che lei non può rispondere è apprezzata ed odiata dal bianco. Almeno è stata sincera e dall’altra ancora si sente in quel baratro in cui si è lanciato da solo. Si morde il labbro inferiore cercando di alzarsi lentamente in piedi prima di tirare su con il naso il ragazzo ora completamente indifeso davanti a quella donna <…> un attimo di silenzio. Non parla mentre un turbinio di emozioni riempiono il corpo dell’originario di Ame. Si morde il labbro inferiore prima di deglutire sonoramente due, tre volte, come se la saliva stesse strozzando la stessa trachea dalla quale adesso non riesce ad uscire nessun suono. < …> si calmerebbe ora, almeno il respiro, dopo uno lungo, pesante, pieno di un’amarezza che è palpabile in quel frangente. < …ti perdono.> direbbe solamente il ragazzo con la voce bassa, quasi un sussurro. Si umetterebbe le labbra cercando di avvicinarsi a lei, quasi ad azzerare le distanze < non posso.> inizierebbe prima di socchiudere lo sguardo < ho un sogno da portare avanti..> come le ha insegnato lei, proprio Sango, proprio quella donna che adesso si è scoperta una copia dell’originale. < ed in questo sogno, ci sei anche tu.> direbbe mordendosi le labbra prima di guardarla < …so che potrai sentirmi e per questo che ti sto parlando così…> sta cercando di vedere la vera Sango attraverso gli occhi di quella copia, ma è anche a lei che si sta rivolgendo < ma ti ho fatto una promessa. Ed una promessa va mantenuta fino alla fine.> concluderebbe mostrando un leggero e triste sorriso. Proverebbe quindi ad avvicinarsi di nuovo, questa volta lentamente, provando a fare una cosa…< voglio che ti arrivi questo, ovunque tu sia…> e detto questo proverebbe a baciarla di nuovo, con tutto l’amore e la dolcezza che può permettersi, con tutto il suo cuore. Si staccherebbe ora tirando di nuovo su con il naso prima di guardarla < e sappi…che tu sei lei…lei è te…come amo te…amo lei…e come amo lei…amo te.> direbbe poi andando a stringersi nelle spalle < Pensando a te, in qualsiasi posto tu ti sia cacciata Sacchan…> direbbe prima di sbuffare una piccola risata…< ricorda…quando guarderai il cielo, sarà lo stesso che sto guardando io, un solo cielo…che ci unisce..> direbbe prima di darle quello spazio che merita, provando a darle le spalle per non farle vedere quell’emozioni che ora sta provando < un solo cielo..un solo destino…> direbbe prima di guardare verso l’alto, oltre quelle nuvole, oltre quella luna.

03:21 Sango:
  [Seconda piazza] Geme a vederlo così dolorante, e per colpa propria, lei che lo ha messo letteralmente in ginocchio per puro egoismo e solo per il proprio bene, sempre pensando solo a se stessa senza prender in considerazione quel suo essere, quel suo aprirsi in quel modo solo per lei . Lo osserva, indurita nell'animo e nel cuore per non sentire dolore, per cancellarlo ancora, per non sentire altro che non sia il silenzio e il nulla totale nella quale s'è gettata. Lo vede risollevarsi e si distacca, davvero adesso, da quell'essenza che la abita, da quello che è, da quello che prova per non esserne avvolta e trascinata anche lei di nuovo in quell'oscuro baratro di dolore, rimanere in quel limbo di nulla è il proprio paradiso. Non vuole star li ancora a sentire, vuole solo scappare via da li, non pensare, non provar nulla, continuare ad esser egoista al punto tale di non farsi male. Ma ancora il corpo rimane fermo, congelato nella stessa posizione, rigida in quell'amarezza che sente. La perdona, eppure non ne è davvero felice < ti ho tradito Shiro > e questo è vero , l'ha tradito eppure non sorride, non si scioglie a quel che dice, a quel che andrebbe fatto eppure anche quel bacio s'ha d'amaro, ne impregna la propria essenza in modo orribile, il senso di colpa che scivola via verso di lui, e sebbene lo ami, di distaccherebbe lievemente < non posso risponderti > inizia osservandolo quasi con paura < nemmeno a quel bacio, se non sono la vera me > egoista o no? La linea che divide le due cose che si assottiglia sempre di più e li si andrebbe a scostare, a far un passo indietro, con quel piccolo bicchiere che lascia cadere a terra < non dire queste cose a me Shiro > non vuole che continui, non vuole continuare a sentirsi in colpa < lei tornerà a breve, non ci vorrà poi molto per raggiungere l'armonia > un ultimo passo per esser un unica cosa con la natura, ma non sarebbe stata lei a rispondergli, non dopo avergli detto la verità . Cosa s'aspettava? Che l'avrebbe compresa senza dir nulla? Senza soffrirne lui e senza soffrine lei stessa? < mi dispiace > un sussurro ultimo e li, andrebbe solo ad indietreggiare, e poi correre via, scappare da li, rifugiarsi verso le foreste e star sola con quella tigre, unica che sa probabilmente tutto di lei, e unico modo di poter sfuggire via da quel dolore, non vuole affrontarlo adesso, non ci riesce, nascondendo quel dolore dentro quella maschera di vuoto e nulla. [end]

03:39 Shiroyuki:
  [seconda piazza] Ecco il momento, il momento di quelle parole. Ti ho tradito. Ti ho tradito. Sembra un eco, un eco indefinito che rimbalza all’interno della sua testa. Si scosta e lui cercherebbe di tenerla ma con una forza inesistente. La vede allontanarsi da lui, per la prima volta. Le dispiace. Sono queste le ultime parole dette dalla donna prima di andarsene? Si. Il ragazzo proverebbe a dire qualcosa, andando a muovere le mani in avanti, ma non fa in tempo. Lei è scomparsa. Dove è andata non può saperlo. Lentamente la mano scende verso il fianco, morta in quell’atto. Non parla, non ne ha bisogno, e con chi comunque? E’ rimasto solo. Vede quel bicchierino cadere a terra e lo osserva. Osserva come si sente simile a quel piccolo contenitore vuoto. Lentamente si muoverebbe verso la panchina sedendosi di nuovo. Farebbe un respiro profondo prima di socchiudere gli occhi. La mano che a testoni cercherebbe la bottiglia di sakè. Quell’odore di riso che inebria le sue narici. Andrebbe a fare un incredibile sorso di quell’alcohol prima di tossire per via del troppo calore generato…< coff coff> direbbe piegandosi e nascondendo le labbra dietro quella manica. Proprio da quella che farebbe capolino quella pergamena che aveva scritto. La osserverebbe tirandola fuori. Vorrebbe bruciarla ora, ma no, non ce la fa. Gli occhi celesti che osservano ancora il cielo grigio prima di ricacciare dentro una lacrima. Sarebbe rimasto su quella panchina a pensare, a riflettere su quello che è successo quella sera, e magari, sarebbe tornato la mattina alla magione Ishiba. <tornerà.> direbbe solamene prima di fare un respiro profondo ed osservare la bottiglia aperta < …> la poggerebbe di nuovo alla panchina prima di sistemarsi meglio con le gambe tirando fuori una sigaretta. La osserverebbe per un attimo, prima di accendersela e cercando di calmarsi. Almeno, in quel centro abitato che non è neanche il suo. [End]

Sango confessa a Shiro di essere una copia, il quale non la prende...propriamente bene...

preparate i fazzoletti, io li ho finiti! T^T