Una carovana per Suna - Missione D
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Missione di Livello D
Giocata dal 29/01/2021 20:10 al 30/01/2021 00:47 nella chat "Mura Esterne [Konoha]"
[Mura Esterne] Nevica e fa freddo. Condizioni climatiche difficili ma questo non lo ferma, tant'è che stasera è chiamato a preparare una carovana per Suna, paese da cui proviene. < E' sempre in ritardo... > Sbuffa rumorosamente, creando una piccola nube di condensa davanti alla bocca. Parole riferite al secondo genin che dovrebbe unirsi a lui nel caricare il carretto. Il ninja in questione è Keiga, membro del clan Inuzuka del quale ha preso una sorta di cotta. Sbandata. < Mentre lei passeggia per il villaggio con quella palla di pelo... > Aka Akuma. < io sono qui a lavorare. > Nel terminare la frase, carica sulla carovana un lungo cilindro di stoffa, legato in più punti, dove all'interno sono alloggiate vettovaglie varie. Ha già controllare che all'interno di quel "pacco" non siano presenti carte bomba, trappole o qualsiasi tipo di armi. < ..... > Si libera del carico, cominciando ad indietreggiare di nuovo di alcuni metri, arrivando lì dove sono accumulate tutte le cose da portare a Suna. Lui si presenta vestito come al solito: capigliatura corvina lasciata alla mercè delle condizioni climatiche, dove alcune ciocche ricadono ai lati del volto, fino alle guance, incorniciando tra loro quei tratti somatici morbidi e candidi, in cui svetta lo sguardo color ametista. Maglia e gilet doppio petto con trama a scacchi, coperti entrambe da un kimono scuro come la pece con ricami rosso fuoco. Indumento più pesante per contrastare la temperatura rigida. Alle gambe, i pantaloni purpurei dove sono assicurati sia il portaoggetti - sporgente dal fianco destra -, sia il portakunai, legato intorno al quadricipite sinistro. Il primo racchiude in sè i più disparati oggetti: dal tonico del chakra, ai fuuda da sostituzione. Il secondo, invece, contiene i kunai e gli shuriken. Ai piedi le calzature tipiche da shinobi, alte fino alle caviglie e aperte sulle punte. Coprifronte alloggiato in vita e mani protette da dei guanti rinforzati con una placca d'acciaio nei pressi del dorso. A concludere il tutto, la reliquia più importante: la giara giallo ocra dove dorme, ancora sopita, la sabbia del paese del vento. [Chakra ON] Di certo la puntualità non è mai stata il suo forte. Ed ha anche il coraggio di prendersela con calma. Cammina lungo la via principale con le mani nelle tasche della felpona. Abbigliamento total black, come sempre. Felpa con cappuccio, pantalone e scarpe chiuse. Porta armi legato alla coscia destra e tasca porta oggetti invita, a sinistra. Akuma è più avanti, decisamente più avanti ma appena oltrepassa il portone si infila subito nella boscaglia. Lei, sempre con tutta la comodità del mondo, estrae le mani guantate dalle tasche per unirle nel sigillo della capra. Almeno arriva con il chakra già impastato. Immagina le due energie, fisica e psichica e prova a farle muovere. Un immagine che ormai dovrebbe essere più che solida quella delle energie che schizzano l'una verso l'altra per incontrarsi e cercare di fondersi all'altezza della bocca dello stomaco. Un'unione repentina che cresce finchè non raggiunge l'apice. Una forza più potente che dovrebbe espandersi per tutto il corpo. Se ci fosse riuscita, scioglierebbe il sigillo infilando di nuovo le mani nelle tasche. Indossa schinieri e vambracci a contatto con la pelle quindi invisibili agli altri <Sei già qui?> Lo prende anche in giro, impassibile in viso mentre gli occhi neri guardano Dyacon. La neve cade senza ritegno lasciando che qualche fiocco si incastri tra i capelli neri, tenuti sciolti, come piacciono a lui. Non è voluto, semplicemente non ha ancora messo il cappuccio. <Che c'è da fare..> Dice, svogliata come al solito. No, non si è neanche informata. Ha chiesto giorno e ora e basta. Quindi guarda la carovana e poi ancora Dyacon. Akuma ancora non dovrebbero vederlo, dal momento che sta spisciazzando nel bosco [Tentativo Impasto] [Mura Esterne] La neve continua a cadere candida e docile sulla sua testa, bagnando - una volta sciolta - tutto il cuoio capelluto, oltre che addensarsi tra la folta capigliatura. < Adesso passiamo alle tende... > Sussurra tra se e se, mentre i proprietari di quella carovana restano lì, immobili, ad osservare che tutto venga caricato con la massima attenzione. E' di spalle quando Keiga, alla buon'ora, si presenta sul luogo dell'appuntamento. Non la vede subito, ma riesce a sentirne la presenza appena entra nel proprio raggio d'azione. Anche l'odore, nonostante abbia un'olfatto meno sviluppato rispetto a lei, viene riconosciuto. < Già qui? > Inarca il sopracciglio destro, ruotando leggermente il busto per permettergli di porsi frontalmente rispetto alla sua nuova interlocutrice. < Dipende da che ora tu pensi che sia... > Sbatacchia un paio di volte le palpebre, squadrando quella figura total black da capo a piedi. < Sai di essere in fottuto ritardo vero? Maledetta... > La insulta così, aGGratis, rimproverandola sul fatto di averlo lasciato da solo. < Forza, datti da fare... > Gli strizza l'occhio destro in modo malizioso, prima di chinarsi di nuovo sulle gambe e afferrare dei contenitori con all'interno delle spezie. Ha adocchiato quelle e adesso è su loro che pone la sua attenzione. Per quanto riguarda le tende da campeggio, saranno caricate successivamente. < Allora? > Chiede, riportandosi in eretta postura. < E' da un pò che non ci si vede. Qualcosa da dire? > Domanda con pacatezza cercando di spronarla, anche se è sicuro che l'altra gli risponderà con dei monosillabi. Ci si giocherebbe le palle. [Chakra ON] [Mura Esterne] Guarda Dyacon di schiena e poi i tizi della carovana. Li fissa qualche istante tornando però sul genin. alza le spalle alle sue parole ma alza un sopracciglio a quell'occhiolino. E' una delle tante cose che non capisce perchè la gente lo fa. Ma sorvola, tanto non aprirebbe mai un discorso del genere, figuriamoci con lui. Sembra che le tocchi davvero muoversi, dunque. Inizia a muovere qualche passo verso una cassa. Si piega per afferrarla, riconoscendo però l'essere abbastanza pesante. Sospira e cerca di concentrare il chakra su braccia e mani. Una sorta di rinforzo, non un aumenti di potenza. Recupera la postura eretta e cammina verso la carovana. E non aveva dubbi che Dyacon partisse a parlare iniziando a fare domande. Lo guarda e cerca di superarlo, provando a mettere quella cassa piena di armi sopra il carro. <No..> Risposta che lui di certo si aspettava. Giusto? Akuma finalmente sbuca fuori dal bosco, scotolandosi dal pelo quell'acqua mista neve in eccesso. Trotterella poi verso i due, finenedo per guardarli dal basso in alto <Akuma, non battere la fiacca!> Ma senti chi parla. Il poverino tra l'altro ringhia appena a quella frase ma inizia a cercare qualcosa da poter prendere fra i dentini e portare sul carro. <Quelli chi sono?> Dice, senza abbassare il tono della voce, indicando con il capo i due tizi della carovana. E si sposta poi verso le casse. [Chakra On] [Mura Esterne] Come volevasi dimostrare. Alla sua domanda diretta, l'altra risponde in maniera monosillabica, con un secco e deciso No. E quando mai si sbottona. Si è giocato entrambe le palle e ha vinto. Adesso, oltre a riavere indietro le sue, dovrebbe riceverne un altro paio. In totale quattro(?). Fortunatamente è solo mera immaginazione. < Te ne sei stata rinchiusa nella casa dell'Hokage allora. > Fa spallucce, mentre le braccia posizionano quel contenitore di speze sul ripiano della carovana, cercando di incastrarlo perbene, così da non correre nel rischio di romperlo durante il tragitto. < Non ti sei annoiata? > Cerca un'altra via per farla parlare, speranzoso che questa sia quella buona. < Mi sembra strano che fossi sola... > Gli occhi guizzano in direzione del cucciolo di pastore italiano che arriva di gran carriera, sbucando dal bosco vicino. Abbozza un sorriso, vedendo quella palla di pelo darsi da fare più della padrona. < Chi? > Il volto vira in direzione degli individui posti a sorveglianza della carovana. < Ah, loro? Boh, ma da quello che ho capito sono quelli che hanno commissionato la missione. > Spiega con nonchalance, rimpallando - stile partita di tennis - da un viso all'altro del duo. < Vediamo se questa struttura presenta qualche sorpresa... > Ovvero delle trappole o delle carte bomba applicate sulla superficie della carovana. Si china sulle gambe, grazie alle ginocchia, abbassandosi al livello delle ruote. Nel fare ciò, la gia sfiora il terreno sottostante, quasi a toccarlo con il fondo della stessa. < ..... > Esamina che non attenzione anche i raggi, facendo passare le dita tra loro. Al tatto, non avverte niente di sospetto che possa attirare la sua attenzione. [Mura Esterne] Raggiunte le casse, ne cerca almeno una o due che non siano troppo pesanti così da metterle una sopra l'altra. Quelle di vestiti sono le migliori in questo caso. Quindi ne sovrappone due e flettendosi sulle ginocchia aggancia quella a contatto con il suolo con le mani. Il chakra continua a scorrere sugli arti superiori così da avere più stabilità. Si rialza e col malloppo si gira, tornando verso la carovana. <No, sono uscita> Risponde alla prima domanda, camminando neanche troppo velocemente <Ho incontrato una persona.> Resta sul vago dal momento che è già tanto che abbia risposto. Raggiunta la carovana, imprime più forza nelle braccia per sollevare le casse e poggiarle sopra. Una volta fatto, prenderebbe quella più in alto per appoggiarla accanto all'altra. Sospira girandosi verso il genin, accucciato a terra. <Fallo fare ad Akuma quello, aiutami con le casse.> Pare un ordine quasi. Ed il cagnolino è più che contento, tanto da sottolineare le parole della sua umana con un ringhio mentre cerca di passare accanto a Dyacon e ficcarsi sotto la carovana. Lei sposta lo sguardo verso i due, che in realtà potrebbero anche aiutare. Altro sospiro. Non ha proprio voglia. Ma torna sul genin accucciato, approfittando di quella posizione per cercare di dargli una bella palpata al sedere, forse anche spingendosi troppo "in mezzo". <Muoviti> Aggiunge poi, recuperando postura e sforzandosi di riprendere il passo verso le casse poco distanti. [Mura Esterne] Niente di niente. Gli occhi non notano nulla di anomalo, almeno per quello che possono vedere di notte. Le dita della mano destra scorrono lungo l'esterno della ruota, ma non c'è nessun'ostacolo che le fermi, se non qualche imperfezione del legno. < Per una volta devo darti ragione... > Ammette all'indirizzo di Keiga, senza però voltarsi nel guardarla in volto. Resta accucciato, mentre Akuma gli sfila accanto con tanto di ringhio sommesso. < Meglio mandare la palla di pelo sotto la carovana. Anche perchè con la giara non ci passerei... > Semplice calcolo volumetrico. Questioni di grandezza. < Ehi tu, bastardello... > Cerca di richiamare l'attenzione del cane, chiudendo le palpebre in due fessure, osservando l'animale dall'alto verso il basso. < Guarda bene, altrimenti quei dentini te li stacco. > Gli sussurra, cercando di non farsi sentire da Keiga. Roba da uomo a uomo(?). Ci tiene a questa missione, soprattutto perchè poi la stessa carovana dovrà essere scortata fino a Suna, suo paese d'origine. Vuole fare una bella figura con il Kazekage e di certo non permetterà che un ammasso di pulci si metta tra lui e la gloria(?). < Sei uscita dunque... > Riprende a parlare con Keiga, iniziando a rialzarsi. Proprio nel bel mezzo della'ascesa(?), ecco che la palpata viene sentita. Un brivido e una sensazione strana lo assale. Istinti primordiali. < Fai anche la despota... > Con quel "muoviti" perentorio lo attizza ancora di più. < Carichiamo le ultime cose e poi perlustriamo il sentiero... > Quello che dovranno imboccare nei prossimi giorni. < E chi hai incontrato? > Domanda curioso, avvicinandosi alla ragazza, passandogli accanto e fermandosi di lato a lei, raggiungendo le ultime cose da caricare sulla carovana. [Mura Esterne] Akuma di rimando chiude gli occhietti in due fessure nel guardare Dyacon. Alle sue parole alza i labbrini neri mostrando i dentini bianchi ed affilati. Ringhia pure alla volta del genin. Da uomo a uomo (?) Ma presto lo snobba, iniziando ad avvicinare il tartufo dalla parte interna della ruota appena controllata da Dyacon. Non si fida mica, lui. Ogni angolo, il tartufo cerca qualche odore mentre le orecchie restano dritte verso la ruota. Si aiuta anche sollevandosi sulle posteriori per avvicinarsi in quei posti più alti subito sopra la ruota. Lei tace, raggiungendo di nuovo le casse. A vedere quante ce ne sono ancora le viene male. <Non le puoi spostare con la sabbia?> La butta lì, magari fanno prima. Eppure si china per prendere una cassa più grande delle altre ed agganciarla da sotto. <Una persona> Ripete, mentre una venuzza ai lati della tempia inizia a gonfiarsi. Le danno sui nervi le domande. Ma poi inizia a fare la stronza, sebbene mantenga quell'apatia solita. <Un ragazzo con gli occhi che mi eccitano> Sbam. Diretta come al solito. Si prende la sua cassa e torna senza aspettarlo verso il carro. Nel tragitto, fa fare un balzo alla cassa per sistemarsela meglio in braccio e da dentro si sente probabilmente qualcosa rompersi. O forse è solo un qualcosa che si è spostato. In ogni caso, amen. Quello che non dice e che non aggiunge è che il parlarne le ha riportato alla mente quel ragazzo dagli occhi simili a perle. Ma ovviamente non lo dice. Sistema la cassa, spingendola verso l'interno della carovana ma invece di tornare verso le altre, ci sale sopra. Hai voglia a metterle tutte sopra se non si sistemano quelle che si mettono. [Mura Esterne] Lasciatosi alle spalle il povero detective Akuma, raggiunge di nuovo la ragazza nei pressi delle ultime casse da caricare sulla carovana. < Spostarle con la sabbia? > Scuote il capo, mentre le dita della mano destra si dipanano, venendo poi passate tra la folta capigliatura corvina, liberandosi di alcuni fiocchi di neve accumulatisi tra i capelli. < E io secondo te userei il mio elemento sacro per una stronzata del genere? > Non ci crede, gliel'ha chiesto sul serio. Scansafatiche e apatica come poche altre quando si tratta di lavorare. Sotto le lenzuola invece, ardente come lava. Ma questa è un'altra storia. < Muovi il culo. Mancano poche cose... > E al termine della frase, s'inginocchia di nuovo, afferrando l'ennesimo cilindro di tessuto dove sono piegati quella sorta di sacchi a pelo utili al campeggio. Si rialza, iniziando ad incamminarsi verso la carovana ed è all'incirca a metà strada che gli prende un coccolone. Quando l'Inuzuka gli spiattella senza tatto alcuno di aver conosciuto un uomo dagli occhi che la eccitano. < C-Cosa? > Non ha capito. Meglio ripetere. D'istinto digrigna i denti, preso per un attimo dal nervoso di quella confessione. < Hai fatto tardi per questo? > Domanda, cercando di non svelare troppo le sue carte. C'è rimasto male, ovvio, ma prova a non darlo a vedere. Ha una sua dignità anche lui. < E chi sarebbe quest'occhio divino? > Ironia mista a invidia in quella domanda, mentre poggia tutti i sacchi a pelo nella carovana, sbattendoli con veemenza contro la struttura lignea, pervaso da un momento di rabbia. Vorrebbe dargli una testata lì, seduta stante, spegnerla e resettarla. Si trattiene dal farlo. ma fa fatica, veramente fatica. Maledette emozioni. [Mura Esterne] Dyacon non sembra voler usare la sabbia. <Che spreco di tempo.> Brontola lei in risposta. Ci avrebbero messo un attimo. Tkz. Lei sta sopra la carovana, e sposta verso il fondo le casse già caricate, sistemandole in modo che possano starci anche le altre. Nel farlo, gli occhi neri cercando anche altro. Non sa perchè debbano esserci bombe o trappole, ma al fine del successo della missione è meglio controllare. A quella reazione dell'altro lo guarda, dall'alto in basso <Sei anche sordo, adesso?> Mica l'ha ancora capito lei che piace al genin. Alla fine è una che se vuole va un pò con chiunque e non è raro che facciano i carini solo per portarsela a letto. <No, è successo ieri> Spiega in breve, spostando e sistemando altre casse sul fondo, di modo che possano essere sistemate anche quelle tende arrotolate o qualsiasi cosa siano. Esattamente quelle che Dyacon sbatte sul carro <Che ti frega?> Classica risposta che maschera un *Non lo so e se me lo ha detto non me lo ricordo* <Domani andrò a cercarlo di nuovo> Dai, infila il dito nella piaga ancora. <Anche perchè c'è stato un bel momento e voglio arrivare al sodo> Che potrebbe voler dire qualsiasi cosa ma parlando di lei non ci sono poi troppe vie su cui basarsi. akuma, sotto alla carovana piazza il naso ovunque, controllando ed assicurandosi che almeno quella sia senza trappole o armi nascoste, bombe e simili. Per ora non pare esserci nulla, ma lui continua ad ispezionare. Cane puntiglioso. [CHAKRA ON] [Mura Esterne] Lo sguardo resta fisso sulla figura di Keiga che è salita sulla carovana così da smistare e spostare al meglio le varie casse caricate fino ad ora. Inspira ed espira, cercando di trovare un minimo di calma e, al contempo, scacciare dalla mente le immagini dell'Inuzuka e di quest'individuo dagli occhi stupendi. Lo costruisce, lo assembla lui poichè non ha la minima idea di chi si tratti non avendolo nemmeno mai visto. < ..... > Resta zitto, voltandosi e dando le spalle alla ragazza, dirigendosi di nuovo verso l'ultima cassa rimasta. "GRAB" Le mani cingono ai fianchi quella sorta di cubo, alzandolo da terra facendo leva con le gambe. Lo sistema meglio davanti al petto, facendo sussultare per avere una presa migliore. < Questa pesa... > Mugugna, ipotizzando il contenuto: armi. Ipotesi avallata anche dai rumori metallici che provengono dall'interno. Fa dietrofront, tornando verso la carovana con il chiaro intento di posare la cassa. < Che mi frega? > Sbatacchia un paio di volte le palpebre, incredulo a quella domanda. Certe volte si chiede se l'altra ci fa o ci è. < Cazzi miei del perchè te lo chiedo. Limitati a rispondere. > Si sta innervosendo. Gli argini che evitano alla rabbia di manifestarsi stanno per cedere. < Bene. Mi raccomando trovalo e arriva al sodo. Non lasciartelo scappare. > Le nocche sbiancano, pervase da un enorme quantità di nervosismo, figlia della gelosia. "SBAM!" Lascia cadere la cassa senza la minima attenzione, ma anzi, aumentando l'impatto con una leggera pressione. < Questa è l'ultima. Copriamo il carico con il telone che è rimasto e chiudiamola qui. > La missione? O la questione in generale? Scontroso, infastidito, con toni poco amichevoli gli si rivolge, donandogli ancora una volta le spalle, intenzionato a chiudere la missione nel minor tempo possibile così da togliersela da davanti. < Stupida... > O stupido lui? [Mura Esterne] Lei sta parlando normalmente, ma sente qualcosa di strano nelle parole e nelle reazioni del genin. Da sopra il carro lo guarda mentre sistema le casse. <...> Quelle risposte non le piacciono e quindi sorvola, come se non le avesse poste. <Si, l'intento è quello> Risponde, secca e diretta. Ed inclina la testa di lato, non capendo. Quando lui sbatte la cassa sulla carovana, con tutto quel nervoso, a momenti le fa infartare il cucciolo che sta ancora sotto a fare il lavoro che dovrebbero fare loro> *Wof! WOf, WOF! Grrrr!*> Poverino. Lei guarda in basso e poi guarda Dyacon <Ti ha mandato a cagare> Sarà vero? Può essere dato il tono del cane che comunqnue esce fuori non avendo trovato nulla sotto al carro <Perchè sei arrabbiato?> Chiede per poi balzare giù e prendere il telo per coprire le casse. <Sei arrabbiato?> Cambia domanda perchè magari si sbaglia. Afferra il telo con due mani e come se fa con le reti da pesca lo lancia sopra <Prendilo di là e fissalo> Ordina di nuovo. Vuole andare a casa e magari fare due chiacchiere con Furaya, se non altro. Ci spera sempre. E non sente quella *stupida* che esce dalla bocca dell'altro. Sta velocizzando tutto in modo da fare sti due passi per il sentiero e terminare. Lega quindi il telo, fissandolo al carro con una corda <Hai fatto?> Chiede, terminando l'ultimo nodo. <Akuma, andiamo> E fa per spostarsi verso il sentiero se non fosse che prima si avvicina al genin. Lo guarda per qualche istante per poi far partire la destra verso il suo petto per afferarne le vesti e tirarlo a sè. Se lui se lo lasciasse fare, anche se spera di coglierlo alla sprovvista con quel gesto, inclinerà di poco il capo per cercare di baciarlo. Sulle labbra con tanto di lingua. E se non avessero da finire la missione probabilmente finirebbe anche in bellezza. Ma il dovere chiama. E' lei che, nel caso, terminerebbe quel momento allontanandosi. Gli lascerebbe le vesti e si volterebbe per seguire il cucciolo che col muso a terra cerca qualche odore strano, terra smossa o simili. <Muoviti!> Esclama alla volta di Dyacon, incamminandosi. [CHAKRA ON] [Mura Esterne] La precedente cassa l'ha praticamente lanciata, non appoggiata sulla carovana. Tanto è il nervosismo che se ne è fregato altamente delle raccomandazioni da avere durante la fase di carico. < Scontato il fatto che volessi arrivare al sodo. Tsk! > Schiocca la lingua sul palato mentre i tratti somatici di solito morbidi e candidi, subiscono un indurimento drastico. Contrazione dovuta dalla rabbia che viene alimentata come un fuoco con la benzina. Ogni singola parola, ogni singola risposta che riceve dall'altra, non fa che avvampare il rogo dentro di sè. < ..... > Abbassa lo sguardo verso il terreno dove dovrebbe sostare il povero e piccolo Akuma in linea d'aria. Non lo vede, ma sente il suo lamento. D'altronde lo ha fatto realmente infartare(?). < Scusami Akuma. Tu non c'entri nulla. > Frase semplice e sincera. Lo sguardo poi risale sugli occhi dell'Inuzuka, carichi di odio. In quell'istante sta giocando con i suoi sentimenti e questo, non va affatto bene. < Arrabbiato? Secondo te? Tanto non capiresti. > Scuote il capo, affranto. Non ha neanche la forza di mandarla a cagare quando gli ordina di nuovo quello che deve fare. Si limita solo ad afferrare il telone, iniziando a camminare e posizionarsi nel lato opposto della carovana rispetto a dov'è Keiga. Lo lancia in aria, facendolo ricadere tipo paracadute sulle casse e gli oggetti caricati fino ad ora, coprendoli. Più tardi, fissa il tutto con una corda, stringendola a morte. Chiaro segno di frustrazione il suo. S'avvede poi dell'avvicinarsi dell'altra e, successivamente, il tentativo di prenderlo per il bavero con bacio annesso. Non glielo permette. O almeno ci prova. Ambo le mani si frapporrebbero tra la sua figura e quella della ragazza, spingendola ad arretrare, trovando come punto d'impatto entrambe le spalle. < No. > Secco il dire, piantando gli occhi color ametista in quelli scuri di lei. < Non sono solo un ammasso di carne che puoi prendere e lasciare come ti pare. Un corpo ha anche dei sentimenti. > Sentenzia con freddezza e distacco, iniziando a camminare per sfilare accanto alla Genin. < Sentimenti a cui dovresti render conto anche tu e non buttarti su ogni cosa che respira. > Gli da le spalle, sopravanzandola nella camminata. < Controlliamo il sentiero. > Così concluderanno la missione. Quella "passeggiata" si svolgerà nel silenzio assoluto, tombale, almeno da parte sua. Non ha nessuna intenzione di parlare con lei, tempestato dai pensieri e da mille domande. Sospira sommessamente, chiedendosi se si è spinto oltre e quanto sia stupido. Ragionamenti intimi, personali. [X] [Mura Esterne] Rewind. Cerca quel bacio ma lui la blocca. Resta immobile nel guardalo, ancora con la testa inclinata. Un rifiuto. Ma perchè? Non capisce. Non sa nulla di sentimenti. Fino ad ora nessuno si è lamentato. E poi se è vero quello che ha detto Furaya, che lei a Dyacon piace, allora perchè l'ha fermata?. Si tira indietro con la testa, lasciando la presa sugli indumenti dell'altro. Altro che parla incazzato come una iena. Lo sguardo ora è basso, probabilmente sta macinando il tutto, ovviamente senza riuscirci granchè. Rialza la testa, impassibile nello sguardo e forse anche più dira del normale. Un rifiuto per lei è un qualcosa di grosso, anche se probabilmente è nel torto. <...> Non risponde. Chiusa in quel suo riccio e scudo. Non stava andando male alla fine. Eppure finisce sempre così. Stringe le mani in pugno e le piazza nelle tasche della felpa. Tabula rasa. Come se non fosse successo nulla. Inespressiva, pensa solo a cercare qualcosa di sospetto ai lati del sentiero e nel mezzo. Akuma spesso si ferma per muovere le zampotte e scavare. Falsi allarmi, almeno per quel pezzo. Dove la terra sembra smossa, lei si china e controlla scavando appena con le mani. Pericoloso, forse. Di certo se non avessero parlato per tutto il tempo sarebbe stato meglio. Lei stavolta ha risposto ed ecco com'è finita. Parlare? Perchè? Meglio stare zitti. Al diavolo. Non cambierà atteggiamento, almeno per ora. Lei è anche questo. Akuma si sofferma in particolar modo ai pedi del sentiero per annusare una pista. Pista che lo porta ad un mega caccone di chissà quale animale. Ringhia e si allontana. Il percorso sembra pulito. Torneranno indietro, lui più avanti e lei più indietro, con Akuma. In silenzio. [X] [Fine Missione D]