『Apricus』

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Giocata di Corporazione

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22:48 Tenshi:
 Com'è vedere il mondo da un'altra prospettiva? Vedere il mondo da quella prospettiva che sembra a metà? Sicuramente, è più difficile del previsto. Ma è stata lei a scegliere quell'opzione. E' stata lei a scegliere il proprio futuro. Sta pagando un prezzo alto, per puntare ad un potere ancora più grande. E sa che sarà ricompensata. Perché crede in se stessa. Crede nelle proprie capacità. E quell'atto, essersi fatta bruciare l'occhio sinistro da Kiosi, non è stato altro che un atto di fede. Completa fede in se stessa. E' fiduciosa nel proprio futuro. E' fiduciosa nella propria grandezza e potenza, destinata a crescere ogni giorno di più. Non punta ad essere una persona qualunque. Punta ad essere quella persona che in futuro verrà ricordata. Vuole essere sulla bocca di tutti. Vuole essere quell'unica goccia di pioggia che si distingue dalle altre. Ma per ottenere il potere, c'è sempre un prezzo da pagare. E quel prezzo è stato la perdita di quell'occhio. Ed adesso si appresta a raggiungere quel nuovo potere, quell'arte oculare rosso sangue. Lo Sharingan. Crede di avere a disposizione due modi per ottenerlo. Per questo ha un piano A ed un piano B. Se il primo dovesse fallire, allora si affiderà al secondo. Non ha pensato ad un piano C. Perché è convinta che riuscirà ad ottenere ciò che vuole. O a parole. O con la forza. Ed oggi, si appresta ad attuare il piano A. In cosa consiste? Semplice, in parole. Il giorno del proprio battesimo all'interno della Yugure, Nemurimasen le aveva detto che se avesse avuto bisogno di aiuto, poteva chiedere a lui. Ed è questo ciò che la rosata vuole fare oggi. Chiedere aiuto a Gashadokuro. Proprio per questo motivo, si trova davanti a quel vagone. Quel vagone che è diventato quasi un luogo sacro, per lei. Un luogo dove si trova la vera natura del mondo. Una garza bianca percorre circa metà del suo viso niveo e parte del suo capo. Copre la parte superiore della guancia sinistra, l'intero occhio sinistro e, diagonalmente, la fronte sulla destra, per poi girare attorno al capo e passare da sotto l'orecchio sinistro. I lunghi capelli rosa, percorsi, dunque, diagonalmente da quella fascia bianca, sono lasciati ricadere liberamente sulle spalle. Come sempre, indossa quella veste candida con il simbolo della Yugure sulla schiena. Al di sotto di essa, si intravede un abito lungo ed attillato in cotone nero, con scollo a V, che le arriva fino alle caviglie. Due spacchi laterali lo attraversano, lasciando quasi scoperte le gambe fin sopra metà coscia. Ai piedi porta degli anfibi neri, che si allacciano fin sopra le caviglie. Il Chakra scorre già con violenza all'interno del suo corpo. I passi si muoverebbero verso quel vagone. La destrorsa, chiusa in un pugno, si alzerebbe verso la porta che conduce all'interno. E, semplicemente, busserebbe. Spera di trovare Nemurimasen proprio lì, in quel luogo sacro dove avevano avuto il loro ultimo incontro. [Chakra on]

23:01 Hanae:
  [Vagone] In questo tardo pomeriggio le terre del Suono s'indorano come rive d'alabastro. I riflessi del sole giocano con i metalli delle strutture allineate in superficie, tremolando per ogni struttura e animando le antiche e fredde pietre consunte. Pochi luoghi al mondo appaiono più tristi e più dolci, a chi è in grado di apprezzare non solo la vita, ma anche la morte e la brutalità che la realtà ha da offrire. Un volo di colombi trasversa nel cielo, ma la telecamera scende...scende e raggiunge le radici del Vero Suono, facendo sfumare nella distanza il verso dei volatili e lasciando che l'aria vada empiendosi di un rombo meccanico. La fonte è quel treno, unico nelle forme e costantemente in movimento per il Paese, che si ferma ad ogni punto di stallo per poco più di un minuto per poi riprendere il suo viaggio, ad ora, ininterrotto. Diversamente dalla superficie le luci son poche: basse e soffuse. Dall'interno della modesta carrozza la luce è più ampia, tanto da inquinare l'oscurità circostante alla fermata della stazione. D'un tratto, la costanza dei suoni viene interrotta dal bussare al metallo della sola porta d'entrata presente. Dall'interno, potrebbe essere udibile ai sensi potenziati della Kunoichi una bassissima melodia strumentale, riprodotta da un grammofono. L'insonne posa su uno dei sedili in pelle presente, ed in lui si sovrappongono alle ingannevoli forme estetiche, quelle reali, provenienti da istinto e pensiero. Quella figura fanciullesca che s'è disillusa per scelta di fronte agli altri portatori della veste bianca. Lì, i suoi occhi permangono in un primo momento immobili sul lucido tavolo presente di fronte. Il viso, immerso nel pensiero, ed il corpo, immobile e posato come fosse una scultura. Parrebbe per un momento in quello sguardo uno stato di angoscia e stanchezza febbrile. V'è in lui l'aspirazione naturale a riempire il cavo di un'impronta, ed è grazie a ciò che sfugge all'allucinazione della propria coscienza per dedicarsi all'impronta poc'anzi citata: Yami, Han'nya del Crepuscolo. Il corpo non si muove, statuario, solo gli occhi scivolano verso la porta d'accesso aperta pochi secondi dopo il bussare da Hanako: così simile e contemporaneamente così diverso da colui che ora possiede Hanae. La destra dell'Insonne, col gomito poggiato sul legno del tavolo, regge con la stessa delicatezza con cui si tiene un pennello il Kiseru appartenuto alla defunta Kurona Kokketsu. Un filo sottilissimo di fumo bianco fuoriesce da quella speciale pipa, utile non solo in funzione decorativa ma anche per utilizzare le temibili tecniche a lui insegnate dal Sei Code. Le labbra si comprimono una contro l'altra, lentamente, ed uno sbuffo di bianco fumo sale verso il basso soffitto. E' Hanako, il primo a reagire, con un inchino formale. I capelli del giovane spirito cadono sulla fronte più del solito, nascondendogli le iridi in maniera un po' buffa. In un momento solo, rifacendosi all'agilità del corpo, l'Insonne s'alza in piedi e copre i pochi metri che lo separano dall'entrata del treno. La destra viene sollevata e con indice e medio sposta al lato del viso i ciuffi di capelli di Hanako, che si lascia andare ad una bassissima risatina. Lo sguardo, però, è concentrato su Tenshi. Ne fissa la garza bianca ed in viso si forma un accenno minimo al sorriso. "Fa ancora male?" Sembrerebbe riferirsi all'occhio...ma chissà, che com'è sua abitudine, non cerchi di scavare un po' più a fondo.

23:23 Tenshi:
 Una melodia, lieve e cadenzata, giunge alle proprie orecchie. L'occhio destro si chiuderebbe per qualche istante, mentre il proprio udito si concentrerebbe su di essa, lasciandosi trasportare da quelle note musicali che sembrerebbero portarla lontano da quel luogo. Il pensiero tornerebbe su Eryk. Eryk in quella vasca da bagno, mentre le dona se stesso. Eryk spaventato, tremante, quella sera, dopo averle dato le giuste cure, per non lasciare che ella abbandonasse questo mondo. Eryk che ormai è diventato la sua famiglia. Eryk al quale lei si è lasciata totalmente andare. Al quale la rosata è riuscita, finalmente, a donare i propri sentimenti. Perché, in fondo, proprio questo era ciò che Nemurimasen le aveva detto, su quei monti: i sentimenti sono ciò che rendono umani. Quell'occhio, dunque, verrebbe riaperto solo quando sente la porta aprirsi. Ed i pensieri verrebbero riportati alla realtà. A ciò che sta per compiere. A ciò che sta per chiedere. Adesso lo sguardo blu-notte verrebbe portato su Hanako, il quale la invita ad entrare con un inchino. E, nuovamente dopo mesi, l'aria del Crepuscolo la invade. Quel vagone adorno, ricolmo di bellezza d'ogni genere. Quei modi di fare di Hanako e di Nemurimasen, mai visti nei comuni ninja. D'altronde, tutti loro, tutti i componenti della Yugure, sono speciali. Ognuno di loro è una goccia di pioggia che si distingue dalle altre. Ognuno di loro è destinato a splendere. Un sorriso sorgerebbe spontaneo sul viso della Senjuu, mentre lo sguardo è ancora rivolto verso Hanako. Quel vagone così particolare è come se fosse la sua seconda casa. Come se fosse una Chiesa, nella quale recarsi periodicamente. Un'ancora di salvezza, in un mondo che non riesce più a notare la bellezza delle cose. Ed ecco che adesso, lo sguardo si alzerebbe verso l'Insonne, che intanto si è avvicinato anch'egli ai due, tra le labbra un pennello. Una domanda viene posta alla rosata, come se l'altro già sapesse cosa sia accaduto. Eppure, sembrerebbe nascondere qualcosa di più profondo e non semplicemente riferirsi a quella ferita fisica. Ma a quella ferita del cuore che la rosata si portava dentro. Quel binomio inscindibile tra psiche e sentimenti che a tutti i costi la kunoichi avrebbe voluto dividere. < Ho ricevuto le giuste cure > verrebbe rivolto un sorriso all'altro, dopo che quelle parole verrebbero pronunciate. Parole che potrebbero riferirsi sia a quella ferita fisica sul proprio viso, sia a quella che si porta dentro. Ed entrambe quelle ferite sono state curate dalla stessa persona. Il chunin del veleno. [Chakra on]

23:55 Hanae:
  [Vagone] Le ruote ormai corrono, nella strada oscuna, lungo gli argini dell'Aria. I suoni del grammofono diventano un dettaglio raro, cogliibile soltanto dai sensi sviluppati di uno shinobi. Ed in quel luogo dove piccoli piaceri si raccolgono , egli rimane immobile ad attendere risposta. La vita traspare in lui dalle pallide vene che paiono contrarsi appena quando il Kiseru viene stretto. Il movimento del treno muta le loro ombre, allungandole un po' di forma quando la porta viene chiusa da Hanako. E ancora, lo sguardo dell'Insonne scruta la garza bianca. La cassa toracica si gonfia appena, empiendo il corpo non solo d'aria ma anche di quel suo caratteristico senso tragico delle cose; lo spirito si fa un po' più lucido e inquieto. Poche parole, adesso, ma l'incrociarsi con la sola pupilla di leie sposta versa un'onda confusa che in lui si traduce come orrore e amore traboccante. E' un sentimento esclusivo, che riconosce in tutte le cose della Natura ma che esprime solo a pochi prescelti. Giunge risposta e le palpebre calano, portando in lui estesa oscurità ed un senso di pace che traspare nelle linee del viso per nulla contratte. Prima di aprire gli occhi, schiude le labbra. "Menomale." Sorride appena, prima di ruotare il busto ed indicare lascivamente uno dei sedili presenti vicino ad una sottile finestra. Di per se non c'è alcun panorama da scrutare, trovandoci in un tunnel, ma il rapido alternarsi di grande oscurità e minima luce artificiale son capaci di provare uno stato meditativo in lui; chissà che non sia il solo ad apprezzarlo. Se lei si muovesse dove indicato, solo allora la seguirebbe standole un passo indietro, aspettando che si sieda per posizionarsi, in piedi, vicino a lei. "posso?" La voce è più bassa di quanto non fosse prima, mentre il Kiseru viene poggiato sul tavolino vicino e attenderebbe un segnale per avvicinare le mani su quella garza bianca, che, se ricevesse consenso ad andare avanti, tenterebbe di rimuovere strato dopo strato, lento e delicato. Vorrebbe riuscire a vedere l'occhio cavo altrui. Anche Hanako si avvicinerebbe se ciò avvenisse, chinandosi un po' col busto ma rimanendo più indietro dell'Insonne, un po' impressionato ma forse anch'egli preoccupato. "Hanako, porteresti del caffè? Se riesci, prova a fare come faceva all'Asakusa. " Lascia un soggetto avvolto nel mistero, citando contemporaneamente quel caffè mediamente famoso del villaggio dell'Erba, che ancora ad oggi dovrebbe ospitare i sopravvissuti membri del clan Goryo. Lo spirito annuisce, solo allora distanziandosi e lasciando i due soli. L'insonne andrebbe dunque a piegare quanto basta il busto in avanti dal poter esaminare più da vicino quella ferita. Un sorriso mesto si fa spazio in lui e, pochi secondi a seguire, andrebbe a distaccarsi. "Raccontami; cosa stai pensando?" Rimane lì vicino, ed al posto di sistemarsi in un posto dall'altra parte del tavolo andrebbe a poggiare il palmo della mano libera sul tavolo, utilizzandola come leva per effettuare un piccolo balzo e sedercisi al di sopra. {chakra on} {hanako etc}

00:22 Tenshi:
 Ciò che la rosata ha fatto per dimostrare agli altri ed a se stessa di potercela fare, nonostante tutto, potrebbe non essere colto in modo positivo da tutti. Già aveva notato l'iniziale reazione del Doku, quando le aveva detto che non c'era bisogno di farsi bruciare un occhio, soprattutto non avendone un altro a disposizione. Ma lui è pur sempre Eryk e, anche se può preoccuparsi per lei, non la giudicherà mai per le sue scelte. E nello sguardo di Nemurimasen, la rosata vede la stessa cosa: una persona, un essere umano, che non la giudicherà mai per le scelte compiute. Ed in fondo, lei non ha bisogno di sentirsi giudicata. Perché tutto ciò che vuole è poter decidere da sola. Poter agire liberamente, come sente di fare in quell'esatto momento. Non ha bisogno, dunque, di giudizi. E non ha bisogno neanche di compassione. Ha semplicemente bisogno di non sentirsi più legata. Legata da catene, spesse e robuste. Le catene del passato. Le catene delle convezioni sociali. Le catene di ciò che è considerato giusto e ciò che, invece, è considerato sbagliato. Non vuole più sentirsi in quel modo. Perché, pian piano, sta cercando di liberarsi da quelle catene, con tutte le forze che ha in corpo. Osserva come l'altro, con un cenno del capo, la inviti a sedersi su uno di quei sedili accanto ad una finestra. Quella stessa finestra che dona sfumature sempre nuove a quel vagone, grazie all'alternarsi di luce e buio. Un po' come lo Yin e lo Yang. Un po' come il cuore di lei. Umano e ricolmo d'amore, ma allo stesso tempo demoniaco e pieno di sete di potere. I passi, dunque, la porterebbero verso il primo sedile più vicino. Si siederebbe, osservando ancora l'Insonne. Con un cenno del capo, darebbe all'altro il consenso per toglierle quelle bende dal viso. L'occhio destro, di rimando, si chiuderebbe, mentre quella garza bianca verrebbe sfilata, centimetro dopo centimetro. E si riaprirebbe solo nel momento in cui l'altro abbia finito. Mentre l'altro occhio, il sinistro, rimarrebbe chiuso. Già si nota come al di sotto di quella palpebra non vi sia nulla. Come quella cavità, in cui prima vi era uno zaffiro, adesso sia vuota. Ascolta le parole rivolte ad Hanako, per osservare lo spirito per qualche secondo. Solo l'occhio destro, dunque, si muoverebbe, mentre la palpebra sinistra rimarrebbe ferma, inerme, quasi morta. Le bruciature sono state del tutto guarite, anche se Eryk continua ogni giorno ad osservare quel vuoto, per evitare che si infetti. Adesso lo sguardo si sposterebbe nuovamente su Nemurimasen, attratta dalla sua domanda. A volte è difficile cogliere ciò che l'altro voglia sentirsi dire. Ma lei, semplicemente, mostra se stessa, ad ogni parola aggiunta. < Il prezzo per il potere > farebbe una pausa breve, per permetterle di focalizzare l'attenzione dell'altro su ciò che esclama dopo < è alto >. Ma d'altronde, questo, lo sanno già entrambi. Ma allora a cosa sta pensando la rosata? Perché, in quel momento, si trova lì? < Ma io voglio comunque ottenerlo > esclamerebbe infine. Lei vuole il potere. [Chakra on]

01:03 Hanae:
  [Vagone] Fissa quel vuoto e ne rimane ipnotizzato. La propria coscienza s'immerge in quella oscura cavità e la rende casa dei propri ricordi. Nonostante non ci sia alcun riflesso cogliibile, gli parrebbe proprio di avere di fronte a sè uno specchio capace di riflettere un passato perduto. Vede in pochi secondi la fine, gli ultimi anni della sua vita, dopo tanta passione e immense lotte. E' una poesia insolita, perché non sa ben dire se stia vedendo il proprio futuro o la fine del passato di Katsumi. E lei, in questo momento, gli rappresenta quella figura violenta e tenace, ha di fronte a sè il re debole e credulo, in perpetua ricerca di equilibrio tra sorte e volontà. Immaginate la lunga sosta in quel momento, in quel luogo. Passati completamente differenti, ma accomunati dall'aver tutto spezzato ed abbattuto, dai valori pensati propri alla propria dimora genetica. Solleva un lembo della garza bianca, lasciandola cadere rovinosamente sulle proprie gambe, su quel tavolino. Poi, la stessa mano s'allunga e tenta di scivolare attorno a quella pupilla vacante, privata della sua gemma. Il pollice preme appena i contorni, prima di offrire un'ultima carezza al lato del viso altrui. "Ah." Reagisce con quel verso, quasi un sussulto, a ciò che viene pronunciato dalla Senjuu. Le mani cadono lungo i fianchi e subitamente raccolgono nei palmi la garza, tastandola. E così tace per un esteso periodo, eppure intento, perché in quello spirito stanno generandosi adesso immagini elevate dalla dolce musica impetuosa che lo prendono per mano e conducono ad immaginare le sfaccettature di quanto ha appena udito. Hanako, contemporaneamente, ritorna con un vassoio d'argento sul quale son posizionate tazze riempite di caffè. "{Hanako} Non dovresti sederti sul tavolo.." Si lamenta appena, come se non fosse la prima volta, raggiungendoli. L'Insonne annuisce e poi, quasi d'istinto, si lascia sfuggire una risata. "ahah.." Una mano si porta davanti alle labbra, come a nascondere quell'espressione. Non ride di Hanako, anzi. Gioisce sotto il flutto inaspettato dei pensieri, come se soltanto adesso fosse riuscito ad assimilarli completamente. Poi, un piccolo balzo e salta giù dal tavolo. Lo spirito sfrutta l'occasione per sistemare il vassoio dove prima era seduto il Jinchuuriki, prendendo intanto una delle tre tazze per sorseggiare il prodotto del suo lavoro. Qualche passo viene mosso dal Gashadokuro per la carrozza; senza alcuna meta in particolare. I movimenti son quasi musicali, ispirati dal ritmo dei suoni dettati dal grammofono. Ad un certo punto, con un ultimo passo, si riporta di fronte a lei. Il tono perde quella sua inclinazione giocosa. "Suppongo che sia tuo desiderio colmare quel vuoto." Lo scruta una volta ancora, per poi spostare i soli occhi verso la finestra dalla quale traspaiono sfumature buie e lucenti. Una mano s'infila nell'haori bianco, cercando qualcosa per qualche istante prima di tirar fuori una di quelle monete che ha distribuito alla passata riunione della Yugure. Ne fissa entrambe le facce, sollevando poi gli occhi su Tenshi. Poi, scuote appena il capo. "Normalmente sì, il prezzo è alto. La strada per raggiungerlo è una torre fatta di cadaveri a noi cari, che sta a noi scalare mettendo a nudo l'anima." Torre di amati corpi. Solo chiudendo gli occhi, riesce a vedere la propria. Gashadokuro, del resto, è una creatura nata dall'unione di centinaia di migliaia di persone morte senza ricevere una degna sepoltura in battaglia. Il prezzo del potere lo pagano anche le persone vicine, tutto ciò che deve fare il potente è scalare la torre. "Io, posso offrirti ciò che dieci anni fa mi ha reso il più potente Uchiha presente su queste terre. Posso farlo subito, e far si che tu non debba più scalare la torre. Fine della ricerca." pronuncia quelle parole e contemporaneamente il proprio chakra inizia a straripare, una piccola quantità d'energia cremisi che lo avvolge e crea il tiepido manto demoniaco, tale dal fargli acquisire il suo vero aspetti. Eccolo, l'Insonne, l'Immortale, il Jinchuuriki. Forse il più caotico degli shinobi, ma anche il più innocente. Come può essere peccato seguire la propria natura? "Oppure, se lo desideri, ti aiuterò a scalare la torre. E' un processo che può annichilire lo spirito, doloroso e nel quale sarò spietato. Potrebbe renderti non solo potere, ma coscienza rinnovata. " Gli occhi vengono chiusi ed assapora in un momento quanto coscienziosamente ha pensato per questa seconda proposta. Gli occhi si riaprono, affilati. "A te la scelta, saggia creatura. Non c'è una scelta sbagliata." Han'nya. {chakra on} {manto del demone}

01:39 Tenshi:
 L'occhio destro nuovamente si muoverebbe, mentre le dita altrui carezzano ed analizzano quella cavità vacante. Quel vuoto che quello zaffiro ha lasciato. Quel vuoto che è la dimostrazione di quanto la rosata sia cambiata, maturata. Quello stesso vuoto che, però, la tiene ancora legata al proprio passato. Respiri cadenzati accompagnano quel tocco, mentre la mente scivola nell'abisso dei ricordi. A quella volta in cui lei ed Onosuke si sono detti addio. Quell'addio che per lei, in fondo, non è mai stato reale. Perché continuava a pensarci, graffiandosi l'anima. Continuava a pensarci, incolpando se stessa. Per questo motivo, ha fatto quella promessa, non a qualcuno in particolare, ma proprio a se stessa: salvare Onosuke dall'oblio. Ed adesso che tutto nella vita di lei è cambiato, quella promessa si fa sempre più pressante. Perché adesso è davvero giunto il momento di tagliare quel legame tossico. Per spiegare le ali ad un nuovo mondo. Per rinascere definitivamente, lasciando indietro la sua vecchia pelle. Quella pelle che ormai s'è raggrinzita sotto l'influsso del tempo. Perché si sta rivestendo d'una nuova pelle. Fatta dal potere. Fatta dal futuro. E fatta da quei sentimenti genuini che prova per il Doku. I suoi occhi erano chiusi. E, paradossalmente, perdendone uno, il suo sguardo si è aperto al mondo, guardando quello stesso mondo da una diversa prospettiva. E difatti, i pensieri si susseguono ancora, lasciando una delicata scia di cambiamento nella propria mente. Ritornano a quella sera di qualche settimana prima. Quella sera in cui la rosata ed il chunin del veleno hanno smesso di ripetersi quella dannata bugia che li aveva tenuti incatenati per tutto quel tempo. E solo adesso l'occhio destro si riaprirebbe, mentre il tocco cadenzato della mano dell'Insonne cessa. Sembrerebbe attraversato da una luce nuova, quell'unico occhio rimasto, una luce viva, infiammata da quei ricordi. E' proprio per se stessa che deve portare a termine ciò che si è promessa. Solo in quel modo riuscirà ad essere completamente libera. Dove poco prima era seduto Nemurimasen, adesso viene poggiato un vassoio d'argento, con sopra delle tazze di caffè. < Grazie > sussurrerebbe la rosata in semplice segno di rispetto, per poi allungare il proprio busto per prenderne una. E quello sguardo a metà si sposterebbe nuovamente verso l'Insonne, mentre la tazza verrebbe portata alle labbra. Un sorso caldo verrebbe buttato giù, lungo la gola. Poi la tazza verrebbe nuovamente allontanata. < E' così. Credo che tutti sentiamo il bisogno di colmare i nostri vuoti > ed anche qui, le parole della Senjuu potrebbero sembrare una metafora. Perché lei ha bisogno di colmare quel vuoto, di ottenere quel potere, per qualcosa di più grande: rinascere. Ed ascolterebbe ancora le parole altrui, senza interromperlo oltre. Nota come l'altro prenda una di quelle monete che conducono i pensieri della rosata a quella notte su quello stesso vagone, a quella riunione che pare tanto lontana. Ricorda ancora il suo numero. Il sette. Un numero che per alcuni è quasi provvidenziale. E, forse, lo è anche per lei. Osserva, dunque, come l'altro la rigiri tra le mani. Ogni moneta ha due facce. E sta a noi scegliere quale delle due preferire. E, difatti, la rosata viene posta davanti ad un bivio. L'occhio destro si sgranerebbe appena, ascoltando la poca storia dell'altro e le due alternative. Uchiha. Quel nome le risuona nella testa. Perché, incredibilmente, l'altro sa già ciò che lei vuole. Ed incredibilmente, le sta proponendo una via facile ed una via difficile per ottenere quel potere. < Voglio rinascere a vita nuova > esclamerebbe, dopo che l'altro abbia concluso il proprio discorso. < La via più semplice potrebbe sembrare la più allettante. Ma mi porterebbe effettivamente alla rinascita? > una piccola pausa, mentre quella tazza viene avvicinata nuovamente alle labbra ed un altro sorso mandato giù. < Credo di aver bisogno di un lungo percorso interiore per ottenere quel potere > adesso, lo sguardo si soffermerebbe su quel caffè, scuro ed amaro, un po' come la sua vita. Ma tutto questo va affrontato. < Ho bisogno di scalare quella torre, altrimenti rischierei di essere uccisa dal mio stesso potere >. Ha bisogno di capire a cosa esso porti. Ha bisogno di capire cosa e quanto debba sacrificare. Ha bisogno di scalare quella torre. E' questo ciò che oggi la rosata ha deciso di fare. [Chakra on]

02:21 Hanae:
 O antico prurito dimenticato. Libero dai vincoli di qualsiasi favola, gli occhi si sono aperti sulla realtà: rimanendo delusi. Il fuoco della vita s'è spento lasciando trionfante e solitaria la morte. Un essere umano che si è collocato per necessità nel centro della vita universa ed ha sviluppato il male di vivere. Il suo nome era Katsumi. Quella persona che ha tirato così tanto la corda della realtà da poterla usare per impiccare sè stesso ed ambire alla fine. Se quello spirito, senza coscienza, vive ancora, è soltanto perché l'Insonne ha abbandonato i vincoli di carne da quell'antico corpo. Non esiste la continuità di una favola ben composta in questa storia, ma solo la continuità di un'esistenza che può manifestarsi per un limitatissimo periodo di tempo prima di dover evolvere -o meglio, soccombere. Udite quelle parole, il mento viene reclinato verso il basso, gettando una penombra indecifrabile su quelle iridi scure. Cammina verso un sedile, e siede. Nel piegarsi, l'Insonne sembra possedere un'aria di vaga stanchezza, quasi abbattimento. Il treno raggiunge la sua fermata successiva, fermandosi e dando l'illusione che tutto il mondo stia aspettando l'esito di questo evento. Il silenzio rioccupa per la prima volta i dintorni, empiendo gli spazi dove il grammofono non è ora udibile. In alto, lontano da loro, le nuvole si radunano quasi in pianto, battendo sul terreno. Forse, quel suono potrebbe essere vagamente percepibile concentrando immensamente l'udito. Lascia che lei parli, che esprima la vera necessità del proprio spirito. Se avesse semplicemente ambito al potere, lo avrebbe ricevuto senza vivere difficoltà alcuna. Ce l'avrebbe fatta. Ma la scelta mirava a svelare se la vera necessità non fosse quella di diventare qualcosa di più, che potente. Ritrovare qualcosa di perso o mai avuto: la propria vera coscienza. Tutti preferirebbero vedere un fiore bocciare che sfiorire, in condizioni normali. Ma i fiori che rimangono per sempre immobili nella loro bellezza sono fatti di plastica. Solo sfiorendo, la vera bellezza può esser manifestata. "E' così, dunque.. " Le sue parole hanno perduto ogni punta o flessione particolare. In viso, quasi come fosse una contrazione involontaria dei muscoli, s'allunga un sorriso da cui non traspare il solito calore dell'insonne. Qualche passo viene mosso per portarsi di fronte alla finestra ed intanto dall'Haori prende un fuuda, instillandovi una punta di chakra ed estraendo un paio di occhiali da vista. La montatura è fine, le lenti hanno forma rotonda e sulla sinistra si può vedere ai bordi qualche antico graffio. Con indice e pollice nascosti sotto il tessuto dell'Haori li pulisce appena, indossandoli poco dopo. Indice e medio della mano sinistra spingono la montatura verso l'alto, sistemandola e producendo un riflesso caratteristico. Le mani scivolano lungo i fianchi e poi dietro la schiena, tenendosi l'una all'altra. Il mento è tenuto alto, e quel sorriso indefinito sembra permanere sul viso. Questo..se qualcuno lo vedesse, richiamerebbe la 'gioventù' dell'Insonne. Quando era vincolato a poter esistere nella realtà solo all'attivazione dell'innata del clan Goryo. Una persona che trovava bellezza soltanto nelle cose rotte, diversamente dal presente in cui tutti viene apprezzato ugualmente. "Rinascerai. Vivrai parte di un'altra vita. Quanto riuscirai ad assorbire senza raggiungere un punto di rottura determinerà la potenza che sarai capace di controllare di quell'occhio. Vivrai vera tortura e abuso." Sembra un avvertenza. Ma non si aspetta in cuor proprio che Han'nya torni indietro. Le mani, come se non potesse contenere un'ampia ebrezza, si sciolgono dalla presa dietro la schiena. La mancina scivola sul dorso della gemella, da prima carezzandola e poi, quasi, stringendola. Poi, un sussulto. Il capo viene scosso appena e lo sguardo si sposta dalla finestra alla Senjuu. "..ma un passo alla volta. Prima di questo, cerca almeno un alleato di cui puoi fidarti e preparati. Vi dislocherò dal custode di uno dei due occhi. Il primo passo per la tua rinascita sarà eliminare gli ostacoli sul tuo cammino. Combatterete la battaglia più pericolosa che hai potuto vivere finora." pronuncia queste parole riportando la propria mente alla persona a cui ha offerto il proprio occhio. Dopotutto, non si tratta di uno shinobi qualsiasi... "..Spero ti piaccia, il caffè nero. Era il preferito dell'Uchiha." Il caffè nero preparato all'Asakusa. Una fragranza unica. Eppure, l'Insonne non tocca la sua tazza. {manto del demone} { chakra on }

03:04 Tenshi:
 Sarebbe stato semplice, prendere la prima via. Ottenere quel potere, senza nemmeno combattere. E poi? Cosa sarebbe successo? Cosa sarebbe accaduto quando non avrebbe saputo reggere quel potere ottenuto senza aver prima rinforzato il proprio spirito? Cosa sarebbe accaduto quando quel potere l'avrebbe divorata? Kioshi l'aveva avvisata, quella sera al Lago Nero: quel potere distrugge l'anima. Ed è per questo motivo che la propria anima sarà già distrutta quando riuscirà ad ottenerlo. Perché sarà proprio la fine di quel cammino, sarà proprio l'ottenimento di quel potere, che ne ricomporrà i pezzi, uno dopo l'altro. Riportando quell'anima a vita nuova. Riportando quell'anima a vita vera. Concedendo a quelle Ali, finalmente, di spiegarsi e sorvolare sopra quel mondo. Concedendo a quello sguardo di guardare ad una nuova sé. Una sé che ha lottato per raggiungere i propri obiettivi. Una sé che, pur avendo mostrato segni di debolezza, proprio di quella debolezza ha fatto la propria potenza. Una sé che avrà varcato le porte dell'Inferno. E ne sarà uscita vincitrice. Ha sempre pensato che bisogna lottare, in questa vita, per ottenere ciò che si vuole. Ed ogni cosa ha un prezzo. Non si ottiene nulla gratuitamente. Magari a lei sarebbe potuto bastare solo aver bruciato quell'occhio sinistro. Magari quello sarebbe potuto essere un buon prezzo da pagare. Eppure, ha deciso di andare oltre. Di andare oltre la semplicità. Di andare oltre la superficialità. Per scavare a fondo. Per scavarsi a fondo. Questo è ciò che vuole per la propria vita. C'è qualcuno che può biasimarla per quella scelta? C'è qualcuno che può biasimarla per aver deciso di lottare piuttosto che vincere facile? Ed anche se quel qualcuno ci fosse, cosa le importerebbe? Nulla. Perché sarebbe capace di guardare avanti. E passare oltre. Non sa quanto dura sarà la strada che ha scelto di percorrere, ma una cosa è certa: ne verrà fuori rinata. E se non dovesse venirne fuori, allora sarà stata solo una debole. Ed allora significherà che quel potere non era mai stato destinato a lei. Vita o morte. Non ci sono altre possibilità, in questo mondo. E la vita è tutto ciò a cui la rosata vuole aggrapparsi. Un nuovo atto di fede in se stessa. Un nuovo atto di fede nelle proprie capacità. Per arrivare più lontano. Per spingersi oltre. E spiegare, finalmente, quelle ali nere della libertà. Nota come l'altro cambi espressione, come se sul suo volto ci fosse il vuoto. Come se non sentisse nessuna emozione. Né apprezzamento, né disgusto per le parole della Senjuu. E, forse, è proprio di questo che lei ha bisogno: qualcuno che non la spinga a fare una scelta piuttosto che un'altra. Qualcuno che sappia rispondere con estrema neutralità alle parole di lei. Per guidarla, in questo modo, verso ciò che lei vuole veramente. Verso ciò che lei più desidera. Ed in questo caso ciò che più di tutto vuole è prendere coscienza di sé. Prendere coscienza del mondo. E diventare un tutt'uno con esso, accedendo ad un potere talmente grande da non poter essere sopportato dalla Tenshi attuale. Osserverebbe ancora come l'altro vada a tirar fuori da quel fuda quegli occhiali, indossandoli. Le mani altrui vanno a congiungersi dietro la schiena. Ed alla Senjuu par di avere davanti un'altra persona. Di certo, non capisce ancora cosa c'è dietro Hanae. Non capisce ancora chi sia Nemurimasen. Ma forse, prima o poi, avrà il piacere di capirlo. E tutto le sembrerà più chiaro. Ed in quel momento non si aspetta parole dolci. Non si aspetta parole di conforto. Si aspetta che l'altro le dica come stiano veramente le cose. E, effettivamente, l'altro la precede. Questo è ciò che vivrà. Vera tortura e abuso. Questo è ciò che lei ha scelto. Questo è il grande prezzo da pagare per ottenere un potere che dipenderà tutto da quanto lei stessa riuscirà ad assorbire. Una grande sfida, per un grande potere. Ed anche se sembrerà egoistico da parte sua, crede di avere già un alleato. Un alleato che non la giudicherà per le scelte fatte. Un alleato su cui scaricherà il grandissimo peso di accompagnarla in quell'assurda impresa. Ed un alleato di cui lei si fida, ciecamente. E' pronta a prendersi le sue urla ed i suoi insulti. Ma sa che quella persona verso cui adesso si congiungono i pensieri non la abbandonerà. Mai. < Ho solo un alleato di cui mi fido ciecamente. E credo che sia l'unico disposto ad accompagnarmi in questo viaggio > le parole sono ferme, sicure, è convinta di ciò che sta dicendo. Perché, d'altronde, Eryk è sempre stato trascinato dall'impeto impulsivo della rosata. Ed anche stavolta verrà travolto da quell'impeto egoistico. < Credi che ne sarò all'altezza? > all'altro verrebbe quindi posta la stessa domanda. Quella stessa domanda che la rosata gli pose sulle montagne delle serpi, che, come in un deja-vu, si ripete adesso. Un altro sorso a quel caffè, per poi esclamare < Ha un sapore molto particolare >. [Chakra on]

03:36 Hanae:
 Non è forse questa, una cosa paragonabile alla Volontà del Fuoco? Un mito degli abitanti della foglia che ha sempre affascinato l'Insonne. La fiamma inestinguibile che anima gli spiriti dei giovani shinobi del villaggio, pronti a dare tutto di sè stessi per la difesa del paese. O dei suoi abitanti, dipendentemente da quanto sia distorto l'individuo. Non è tanto dissimile la fiamma che arde in Tenshi. Mai, lui dimenticherà il passo che la vita mosse verso Uchiha Katsumi, il modo in cui ella, come onda di mare, gli si rovesciò sul petto, avviluppandolo e dandogli per lunghissimo tempo la paura e la gioia di patire una violenza divina. Il defunto è morto dissolvendosi in una calda umidità letale, obliando il mondo e la gloria. E' dal profondo di questi sentimenti che emerse l'Insonne. Da una profondità tenebrosa e sacra che si fece in lui come in un tempio. Lo spirito ad oggi è diventato più opaco, immobile; ma tutti i suoi sensi aspirano a trascendere il limite umano, a gioire ogni oltre impedimento: lui, che s'è spogliato di ogni virtù per penetrare i misteri più remoti. Brama che in tanti possano vedere la bellezza che ha visto lui; è forse per questo che ha sempre sorriso, da Goryo. Il proprio chakra preso dalle arti dominanti nella mente s'espande verso l'esterno in un moto completamente spontaneo; chakra rosso che circonda tutte le persone vicini e le trasporta in un reame esistente a partire dai suoi pensieri. Aprendo gli occhi, anche Tenshi vedrà i cieli lontanissimi aprirsi. Gli alberi, torri distanti e monti sui cui s'inclina la faccia del crepuscolo: una versione febbrile dei monti ardenti. Tutto, è perfetto: odori, sapori, tatto. Ogni percezione rende reale quel momento. In lontananza, è udibile il suono caratteristico della ghiaia smossa dall'acqua corrente di un qualche fiume. L'insonne si volta per un momento verso Han'nya, per poi iniziare a muoversi in quel percorso che muta ad ogni loro passo. I vulcani distanti dei monti ardenti sbruffano scuro sangue, ed intanto, nella distanza, alla fine di quel percorso può essere individuata la sagoma di una vecchia casa. Il percorso è costellato di gigli, pochi dei quali sono sbocciati. Se vorrà essere cauta, Tenshi potrebbe anche evitare di schiacciarli sotto i suoi piedi. Il vento soffia, spostando i capelli di entrambi al lato sinistro del viso. "Porta quell'alleato, dunque. Il custode del tuo occhio fu svariati anni fa lo shinobi a capo dell'organizzazione più nota di utilizzatori del fuuinjutsu. Vive isolato e nascosto tra i monti. Persino Hanako, dovrebbe stare attento. " Il piccolo spirito che a tutti gli effetti è un membro della Yugure. Il nemico viene dunque delineato per le sue principali caratteristiche. "E' uno scontro che puoi vincere, ma al patto che tu sia pronta ad ogni evenienza. Hai come vantaggio la sorpresa, sicuramente." Prima di prevedere attivamente le mosse nemiche con lo sharingan, bisogna essere capaci di saperle prevedere anche con il solo occhio della mente. Finalmente, rivolge l'intero corpo a Yami. La mano destra s'allunga tentando di raggiungerne il viso, una flebile carezza resa calda dal manto di chakra demoniaco. "Io credo in te--" Prima di poter proseguire, da un punto indefinito del genjutsu, una voce si fa largo un po' dappertutto. "{Hanako} cosa state facendo immobil-- " La reazione dell'Insonne è lo scuotersi della testa in quello spazio illusorio, quasi disappunto. Ed un istante dopo tutto quel panorama andrebbe a sciogliersi, riportandoli alla realtà. "..." Il Jinchuuriki rimane fermo nel disappunto. Hanako si avvicina poi ad Han'nya "{Hanako} ??? che ha.. " Sembra che non capisca cos'ha interrotto. { chakra on } { demone etc etc} { genjutsu per tenshi e nemo etc etc }

23:24 Tenshi:
 Cos'è la rinascita, se non la morte stessa? Bisogna morire, per rinascere a vita nuova. E lei sarà davvero capace di farlo? Sarà davvero capace di affrontare quel viaggio, dettato solo dal proprio egoismo? Un egoismo senza pietà, che non lascia via d'uscita neanche ad Eryk. Ed adesso ci pensa. Pensa al fatto che non avrebbe dovuto legarsi a lui in quel modo. Per non trascinarlo all'interno del proprio ego. All'interno di una psiche instabile, che preferisce morire e rinascere, scalare quella torre, piuttosto che accettare umilmente la strada più semplice. Ma in quel caso, dove sarebbe stato il rischio? Dove sarebbe stata quell'ambizione che adesso la rosata prova dentro di sé? Quell'ambizione che cresce ad ogni parola in più pronunciata dall'Insonne? Lei non si accontenta di poco. Lei vuole il meglio. Il meglio dal potere. Il meglio dalla vita. Perché quella vita, senza rischio, senza lotta, non è altro che una timida boccia di vetro, dalla quale non si può venir fuori. Non sa se quella sia la Volontà del Fuoco. D'altronde, se ne è sempre parlato come il benevolo voler salvare il villaggio, i cittadini, gli amici. Eppure lei, quella Volontà che lei brucia dentro vuole riservarla solo a se stessa. Non farà quel viaggio per un bene supremo, perché del resto per lei bene e male non possono essere scissi. Non c'è una netta distinzione tra quei due concetti, così opposti, ma così simili. Farà quel viaggio esclusivamente per se stessa. Per dimostrare, ancora una volta, che può farcela. Per dimostrare che quel potere lei lo avrà guadagnato con le proprie forze, non perché le è arrivato semplicemente tra le mani. E per dimostrare, infine, che lei è in grado di reggere il peso che quello stesso potere avrà sulla propria anima. E d'un tratto tutto si colorerebbe di rosso. Il proprio corpo verrebbe travolto da quel chakra rosso altrui. Ed in men che non si dica, si ritroverebbe in un altro luogo. Un luogo lontano, idillico. Sulla propria pelle, un vento leggero. Alle orecchie arriva il rumore dello scorrere di un ruscello. E lo sguardo osserva quei monti. Quei monti che ha già visto in precedenza. Quei monti dove ha fallito per la prima volta una missione. E le sembra un'ironica coincidenza, quella. Perché, se dapprima quel luogo rappresentava il proprio fallimento, adesso potrebbe simboleggiare la propria rinascita. Dei gigli rossi si estendono fino ad una vecchia casa, lontana. E lei resterebbe lì, immobile, inerme, davanti a quel paesaggio, ascoltando le parole di Nemurimasen. Quella stessa casa che vede in lontananza, sarà il luogo in cui tutto verrà compiuto. Un lungo respiro, i pugni che si stringono appena. Ed adesso, un leggero senso di paura e smarrimento la invade. Quella paura che ormai sembrava essersi sopita, torna dentro di lei. Eppure, è proprio quella paura che la spinge a voler andare avanti. A voler affrontare i suoi stessi limiti, per qualcosa di più grande. L'occhio destro verrebbe chiuso, mentre quella carezza calda raggiunge il proprio viso. Si abbandona a quella sensazione di tepore, che la consola. E quelle parole, mozzate, ma che le danno la spinta necessaria a credere ancora in se stessa. Di più. E di più ancora. Ed è lì che la voce di Hanako li interrompe. Lo sguardo della rosata s'abbasserebbe sulle proprie mani. Mani tremanti. Perché quell'avversario è temibile. E perché, se riuscisse a sconfiggerlo, allora sarebbe riuscita a dimostrare a se stessa quanto vale. Sarebbe riuscita a dimostrare al mondo che anche un semplice nessuno, può diventare qualcuno. Adesso lo spirito si avvicina a lei porgendole una domanda. Il viso della rosata si alzerebbe, per incontrare lo sguardo di Hanako. Un sorriso gli verrebbe rivolto, e poi delle parole < Hai interrotto un sogno > è tutto ciò che direbbe. [Chakra on]

00:11 Hanae:
 Un ultimo profondo respiro viene preso dall'Insonne in quel mondo sospeso tra la realtà dei sensi e l'illusione. Del resto, i genjutsu possono davvero essere ridotti ad illusioni una volta capaci d'inglobare ognuno dei sensi? Sono falsi quei gigli ch'egli s'è curato di non calpestare? Da qualche parte, tra il ricordo e il pensiero, esisteranno. E da oggi in poi non solo nella mente del Senza sonno, ma anche in quella del demone geloso. Pura condivisione ed empatia. Il disfarsi di quel mondo par quasi come le forze cieche della vita che all'unisono turbinano su di loro, sul loro calore, poiché sbigottite ed incapaci di rimanere in silenzio. E così il silenzio ritmico da loro due trascinato si disperde nella mite aria di quel treno. Quel luogo cui intima essenza può essere discoperta e messa in comunione senza temere l'avvento di alcuna dissonanza: una casa. Un dono raro che il Jinchuuriki ha dato a tutti i possessori delle bianche vesti, compreso se stesso. Osservando la calda espressione della ragazza, egli, da prima immobile, s'accende e vibra nello spirito, sentendosi rapire a un tratto la compostezza dalle sue espressioni e caricandogli in viso quello stesso tiepido sguardo che ebbe quando la vestì del Crepuscolo in cima alle Montagne delle Serpi. Si bea del sentimento, diventando attore del proprio dramma. Tanto è spinto dall'istinto che il suo accento e i suoi gesti si fanno trascendenti ai propri modi particolarmente formali e distaccati, oltrepassa il potere della parola pronunciata e percepisce un sottile tremolio alle mani anch'egli in risposta a quello altrui. "Va bene così; ho sognato abbastanza." Fissando quella scena, fissando lei, la vede circondata di cadaveri vestiti e coronati d'oro: eccola, la torre di amati corpi. Puoi vederla anche tu? Le pupille si dilatano appena percettibilmente, con il cuore soffocato dall'ansia di rendere palpabile tutto quell'oro; l'ansia di mutare in realtà percepibile la sua visione allucinante. Pochi istanti a seguire, come un vapore che s'esala, una schiuma che si strugge o una polvere che si disperde, il chakra cremisi si dilegua nel suo silenzio, riportando l'Insonne alla sua forma più minuta, vestendo l'haori sulle spalle. La mancina scivola sul petto e s'infila nell'apertura della veste, afferrando un fuuda tra indice e medio e porgendolo alla Senjuu. In quell'atto, una minima infusione di chakra fa sì' che appaia sul suo palmo una divisa della Yugure piegata. "Se lo reputi giusto per il Crepuscolo, puoi offrirle a chiunque tu desideri." Non è una novità, se si interpretano le parole da lui pronunciate alla riunione del gruppo. Ma come Kimi scelse il suo allievo, ed il suo allievo scelse Tenshi, anch'ella viene spronata con questo gesto a valutare una scelta nuova. Forse un suggerimento, forse no. "Per il momento è tutto. Quando sarai pronta, sarò qua ad aspettarti per portare te ed il tuo alleato dal guardiano. " Hanako, in tutto questo, è riuscito a cogliere cosa sia accaduto ed è diventato visibilmente rosso in viso, resosi conto di aver rovinato uno degli infiniti momenti drammatici della quotidianità dell'Insonne. "Detto ciò.." gli occhi s'alzano su una parete, dove è presente un orologio. "Al teatro oggi interpreteranno la storia di Kiyohime. Vuoi venire con noi?" Pronunciate queste parole, l'Insonne andrà a rimuovere delicatamente il proprio haori, piegandolo e poggiandolo sul tavolo. Poi, procederà a tirar fuori da qualche fuuda delle vesti più comuni per prepararsi al suo -quasi- quotidiano appuntamento con una delle tante attività capace di accenderne l'animo. Se Yami vorrà andare con lui, in un quasi totale anonimato, si godranno assieme lo spettacolo. E lei potrà vedere di lui quanto quest'attività lo faccia immergere e coinvolgere nel racconto, al punto che potrebbe passare parecchio tempo a seguito dello spettacolo ad analizzare ogni minima cosa non necessaria sia stata fatta... {exit?}

00:42 Tenshi:
 Dove il sogno finisce, è lì che comincia la realtà. E' lì, in quel vagone che inizia quella realtà. Quella scalata. Quel raggiungimento della vetta ambita. Una vetta che appare quasi chiara, definita. E lei vuol essere lì, sulla cima di quella torre, a dichiarare al mondo che anche lei ce l'ha fatta. Che anche lei ha sconfitto se stessa, i propri limiti, rinascendo. Vorrebbe quella corona d'oro sulla propria testa. Eppure, il prezzo da pagare sarà alto. Forse fin troppo. Ma vuole quella corona, vuole quel potere, per poter finalmente dimostrare a se stessa, dimostrare al mondo, di essere quella goccia di pioggia che si distingue dalle altre. Han'nya. E' da lì che comincia il proprio cammino. Un lungo cammino che la porterà verso mete ancora ignote. E per il suo egoismo, per la sua gelosia, trascinerà con sé la persona a cui tiene di più. E' davvero giusto un atto così egoistico? E' davvero giusto portare verso la morte la persona che ama? Eppure, cos'è la giustizia? In quel mondo di luce e buio, può davvero essere distinto ciò che è giusto da ciò che è sbagliato? Lei stessa potrebbe dire che quella è la giusta strada per sé. Che quella è la giusta strada da percorrere. Eppure, altri potrebbero non pensarla allo stesso modo. Perché vede già la scia di cadaveri che si lascerà dietro. E tutto questo, solo per il proprio egoismo. Solo per la propria gelosia. La gelosia per le cose belle. Per quelle cose che muoiono, ma poi rinascono. E' questo ciò che vuole essere lei: una fenice che rinasce dalle proprie ceneri. Quel viaggio che per molti potrebbe sembrare fisico, sarà in realtà un viaggio interiore. Un viaggio che mai potrà dimenticare. Un viaggio che resterà impresso nella sua memoria. Se solo la rosata riuscisse a sopravvivere. Se solo riuscisse a sopravvivere alle porte dell'Inferno. Ma in fondo, forse è proprio quello il luogo che le si addice. Il luogo del fuoco eterno. Un luogo demoniaco. Proprio come lei. Il demone geloso. Ed adesso quello sguardo spezzato seguirebbe i movimenti altrui. Noterebbe come quel chakra demoniaco venga meno e così anche i lineamenti altrui, riportandolo a quella figura minuta e quasi innocua. Segue ancora quei suoi movimenti, quel fuuda che le viene allungato e l'apparire di quella veste bianca. Sente come se un'ondata di responsabilità l'avesse appena investita. Lo sguardo si alzerebbe appena, alla ricerca di quello altrui, come a voler chiedere conferma. Ma quella conferma l'ha già ottenuta per due volte. 'Credi che ne sia all'altezza?'. La risposta è sì. Lei ne sarà all'altezza. Ed a quell'haori s'affianca già la figura di qualcuno, in cuor suo. Quello stesso qualcuno che l'avrebbe seguita dovunque. Ma in quel caso, lei non sarà egoista. In quel caso lascerà che sia proprio lui, proprio Eryk, a decidere se voler indossare quella veste candida oppure no. Perché sa che per lui gli occhi della Yugure sono chiusi. La destrorsa, dunque, si allungherebbe, seguita dalla mancina, per afferrare quell'haori e prenderlo con sé. E nuovamente porterebbe lo sguardo sull'Insonne. Uno sguardo quasi amorevole, che ricorda quello di una figlia verso il padre. Un nuovo sorriso gli verrebbe rivolto, un sorriso spontaneo, ritrovandosi a pensare che lei si fida ciecamente anche di qualcun altro: proprio di Nemurimasen. < Aspetta il mio ritorno > annuncerebbe, dunque. Non si tirerà indietro. Non vuole tirarsi indietro. Perché quell'atto di fede in se stessa deve essere portato a termine. < Mi farebbe molto piacere > e con un cenno del capo esprimerebbe la propria felicità nel seguire l'Insonne ed Hanako a teatro. Perché tra non molto sarà proprio lei a mettere su una tragedia greca. [END]

Proseguimento della trama personale di Tenshi.