Riprendiamo da qui. Com'è che eravamo rimasti? Sakir e Aisu dovevano passare la notte all'interno della caverna buia, privati della vista e del Chakra per riuscire ad affrontare un passo decisivo come questo con le proprie sole forze: quelle vere. L'intelletto umano si può sempre dimostrare al di sopra di qualunque altra cosa, ma bisogna vedere se il diretto interessato è capace d'usarlo. Non tutti, purtroppo, lo sono. L'Inuzuka sarà all'altezza del Re? Lo scopriremo presto. Continuando ad avanzare, sbatte contro qualcosa di duro e peloso al tempo stesso. Un occhio nero pece s'apre nel buio della caverna. Giunge soltanto una piccola luce da un foro alla sua sinistra, proveniente probabilmente dall'esterno ma che non tange minimamente la figura dell'enorme pipistrello. Perché sì, è piuttosto palese che si tratti d'un altro animale del genere. In quella caverna, non potrebbe trovare nient'altro. In base a quel sottile filo di luce ch'entra potrebbe intuire che sia ancora notte fonda. La luna brilla nel cielo all'esterno, un cielo che i due potrebbero non rivedere tanto presto. Davanti ai loro occhi, qualora li aprano e si adeguino a quella semioscurità, si palesa un pipistrello rosso come il sangue con un occhio nero aperto che li fissa. Li ha visti. In fondo, gli sono sbattuti contro. E' a testa in giù, con le ali chiuse e gli artigli incrociati al petto. Si tratta di sei metri di pipistrello. Sì, esatto. Sei. E' talmente grosso da occupare buona parte di quella caverna che in altezza raggiunge al massimo i sette. Proprio per questo, Sakir c'è sbattuto contro senza poterlo schivare. Sembra essere il suo antro, poiché la caverna qui pare terminare se non fosse per quello spiraglio grande giusto una decina di centimetri che permette alla luce lunare di filtrare. E' come se l'animale volesse un lumino da notte per dormire meglio o che abbia paura del buio, non pare anche a voi? <Chi osa turbare il mio sopore?> Il tuo cosa? <Mai destare il pipistrello che qui giace.> Che si tratti d'una minaccia? D'un avviso? <Cosa ci fa un umano nel mio antro?> Non si muove ancora dalla sua posizione, l'occhio aperto che glissa sulla bestiola che si porta dietro il ragazzo. <Vettovaglie per me?> Vetto-che? [ Evocazione - Sakir | CHIUSA ]
Non vedete né percepite nulla di diverso da quello che già sapete. Il fiuto del cane capta quello della bestia gigante verso cui rivolge un roco rantolio, il quale precede l'abbaiare che avviene subito dopo. Reputa sia una minaccia per entrambi. Al padrone il compito di disciplinarlo. <Il tuo appellativo.> Sancisce, non è una domanda, è un imperativo che pretende risposta. L'altro occhio non viene ancora aperto, mentre fauci e naso restano coperti dalle ali da pipistrello che, come una coperta, lo stringono e lo circondano. <Tipico certame di Ousborn> Commenta, facendo roteare la pupilla verso il basso, trovandosi a testa in giù, rivolgendola poi di nuovo a ridosso del ragazzo con il suo cane. <posso dedurre tu non sia conscio di ch'io sia. Diverrai approvvigionamento? Yuk yuk.> Si lascia scappare una piccola risata trattenuta dall'ala manca che lo copre maggiormente in volto, portandolo a strizzare gli occhi già di per sé semichiusi. Ama dormire, tesoro caro. <Suvvia, narrami le tue gesta umano errante. Com'è mutato il mondo là fuori?> Probabilmente non esce da tanto. L'abbiamo già detto che ama dormire? Assottiglia lo sguardo, poi. Fissa l'interlocutore con strana luce negli occhi, aspettando forse qualcosa che possa lasciargli intuire la motivazione che lo spinge sin lì, seppur sia quasi naturale che ne sia a conoscenza ben prima del suo arrivo. Le zampe inferiori restano ancorate al soffitto con innata forza, permettendogli di permanere a testa all'ingiù. Le iridi scure si spostano di nuovo sul cane. <Sicuro che non sia vettovaglia per il sottoscritto?> ANCORA? E' piuttosto pacato da quel che Sakir può riuscire ad intuire dall'essere in questione, ma forse non è tutto oro quel che luccica. Ci hai mai pensato? Forse non è lui la prova da superare. Non è lui che devi incontrare. [ Evocazione - Sakir | CHIUSA ]
Ancor a testa in giù, come se ciò potesse costituire una minaccia e non il quieto vivere dell'essere a cui cospetto v'è Sakir, Hellder prosegue nella sua analisi ed osservazione con un unico occhio aperto e rivolto al ragazzo. Il cucciolo smette d'abbaiare ripreso dal proprio padrone, sedendosi al suolo, ma continuando a tenere gli occhi puntati sul pipistrello, sporgendo appena il naso per annusarlo ancora, come se non avesse ben capito il suo odore o non l'avesse memorizzato abbastanza. Al contrario, Aisu potrà sentire un odore nuovo, diverso da quello del pipistrello qua davanti, ma è ancor presto per annunciare di chi sia. Andiamo per ordine! <Per qual verso replichi alla mia domanda con asserzioni prive del mio interesse?> Che abbia avuto a che fare con una serpe e che gli piaccia il suo stesso sangue non è una domanda che il Re ha chiesto. Così come quando Sakir comincia a narrare la storia della sua vita, aggiungendoci qualche aneddoto del mondo esterno, Hellder spalanca entrambi gli occhi e li assottiglia. Circondati dalla peluria rossiccia, brillano scuri come la pece nonostante vi sia poca luce nella caverna. <Il mio appellativo è Hellder> Asserisce in sua direzione, il tono che diviene appena più baritono, ma senz'alzare troppo la voce che altrimenti rimbomberebbe all'interno della cavità di terra nella quale si trovano i tre. <e ricopro il ruolo di Sovrano dei Pipistrelli. Ousborn non ti ha parlato di me?> Potrebbe sembrare quasi ferito, portando un'ala ad aprirsi leggermente di lato per poggiar gli artigli ad altezza di quello che dovrebbe essere il petto e dunque il cuore. Nel frattempo, l'Inuzuka racconta quello che gli è successo di recente, iniziando da Kiri e dalle avventure che ha vissuto proprio in quelle terre. <Perché mai dovrei affiorare all'esterno quando qui il mio essere trova refrigerio?> Ammetti che sei soltanto un pigrone e che ami dormire. Ammettilo! Perché è esattamente quello che fa tutto il giorno. Spalanca le fauci dopodiché, mostrando lunghe zanne acuminate, specialmente i canini, sbadigliando poco rumorosamente. <Giovane, ti ho interpellato circa quanto accaduto fuori dal mondo, ma non ciò che è capitato a te.> Lo sottolinea, facendo roteare di nuovo gli occhi verso il basso, iniziando ad assopirsi ancora una volta. <E' mio intendimento discoprire nuove leggende, nuovi orizzonti! Ci sono state battaglie degne di tal nomea?> A parte quella citata dal qui presente, ovviamente. Cerca di capire se sia il caso di dargli ancora retta oppure no. Ma dovrà sbrigarsi... [ Evocazione - Sakir | CHIUSA ]
Sakir è privo di peli sulla lingua. Sarà per la sua giovinezza, per l'aver affrontato qualsivoglia tipo di situazione, dalla più bizzarra alla più drammatica. Nel dubbio, risponde alle domande e alle perplessità di Hellder senza batter ciglio, facendogli soltanto notare che avrebbe dovuto essere più specifico. <Posso sempre omettere la mia curiosità e divorarti. Troverò qualcheduno disposto a narrarmi quel che avviene là fuori.> Fa spallucce, richiudendo le ali attorno al proprio essere, pronto a tornarsene tra le braccia di Morfeo, desideroso soltanto di poltrire come suo solito. In una caverna tutto il giorno, del resto, cosa puoi fare? Oltre a mangiare, dico. <Proprio certame di Ousborn.> Ripete ancora, lasciandosi scappare un'altra piccola risata in merito. <Vuol dire che ha visto qualcosa in te.> La tenacia d'affrontare anche i pipistrelli soltanto per avere Aisu indietro? O la caparbietà di dimostrare a Ousborn di potercela fare anche senza la vista, privandosene di sua sponte per proseguire nelle sue scelte? Chissà. Le domande sono tante e le risposte tutt'ora poche. Con un occhio aperto e l'altro chiuso, continua ad ascoltare tutto ciò che l'Inuzuka adesso gli narra a proposito delle battaglie esterne. <Sono stato diligente nella mia richiesta. Tu, al contrario, non hai compreso.> E fa di nuovo spallucce, mantenendosi pacato al tempo stesso e senza esagerare nel modo di fare, come se volesse preservare le proprie energie in virtù... del sonno, ovvio! Di che altro sennò? <Demone Rosso, appellativo interessante.> Memorizza quel che il giovane gli ha raccontato, ascoltandolo con attenzione. <Sei un microbo e hai anche il coraggio di replicare in siffatta maniera al mio cospetto? Mi sono presentato poc'anzi: sono il Sovrano dei Pipistrelli. Non dovresti portare maggior rispetto innanzi al sottoscritto?> Gli lascia anche la possibilità di rispondere, se non fosse che, di botto, si irrigidisce come un tronco. <Shhht, zitto, non disquisire oltre. Io non esisto.> Uno smuoversi d'aria alle spalle di Sakir, il quale si ritroverà la strada completamente sbarrata da una figura tanto grossa da occupare, un po' come Hellder stesso, gran parte della caverna, rendendo difficili i movimenti. Otto sono i metri che la portano ad essere anche più grande del Re, dall'intero corpo dorato come se stesse brillando di luce propria. Occhi scuri anche i suoi, un'apertura alare da far invidia, ma che attualmente son tenute chiuse proprio per evitare che vada ad intralciarsi il passo. Arresta il suo incedere a qualche metro di distanza da Hellder, non potendo superare oltre quella soglia per via della propria grandezza. La grossa coda ondeggia dietro la sua schiena, con tanto d'artigli, ma al momento non sarà possibile per lui riuscire a vedere granché. Si troverà davanti soltanto quest'enorme pipistrello dorato che lo fissa con alterigia. <HELLDER!> Sbraita di colpo, gli occhi che non si smuovono dalla figura del Chunin. Ma il Sovrano dei Pipistrelli pare essere tornato a dormire, seppur stia sentendo tutto. <LO SO CHE SEI SVEGLIO> Continua ad alzare la voce, facendo tremare la caverna e rimbombare la sua eco anche nella testolina di Sakir. <CHI E' QUESTO MOSCERINO CHE OSA METTER PIEDE NELLA *MIA* CAVERNA?> La sua. Ma chi è questa nuova figura? A te l'arduo compito di scoprirlo. [ Evocazione | Sakir - CHIUSA ]
Hellder finge di dormire e, così facendo, sceglie arbitrariamente di non rispondere affatto alle affermazioni di Sakir. Qualunque parola da lui pronunciata resta praticamente sospesa nel vuoto tra loro due. Non gli giungerà più la voce baritona e austera del Re dei Pipistrelli, dovendosi adesso preoccupare d'una entità superiore e che potrebbe risultar esser per lui un problema non da poco. Non appena s'accorge della sua presenza, poiché non ha necessità alcuna di vederlo ma solo di percepirlo, muoverebbe la coda dietro la propria schiena, facendola sbucare dal fianco mancino in direzione del fianco destrorso del ragazzo, trovandosi egli di fronte alla regina. Perché sì, chi ha davanti è esattamente la Regina dei Pipistrelli, Tiamath. Ben più grande di Hellder, quest'ultimo pare veramente temerla ed è per questo che sta fingendo di dormire come se niente fosse, anche quando la femmina gli urla contro, conscia che in realtà sia sveglio. <Ousborn è un mio sottoposto.> Bercia fuori dalle labbra schiuse, reggendosi in piedi sulle poderose zampe posteriori. <Non m'interessa qual è il tuo nome. Voglio sapere cosa ci fai qui dentro, ma dipende da quanto sarai abile a non farti uccidere.> Letteralmente, sta cercando di farlo fuori, ma al tempo stesso gli pone domande consapevole che potrebbe restarci secco. Burbera come poche, soprattutto più di Hellder, non ha molta remora per chi si trova nella sua tana senza il suo diretto permesso. Aisu viene lasciato stare, per il momento, ma solo perché è Sakir colei che ha osato rispondere in sua direzione con simili toni e parole. [ Evocazione - Sakir | CHIUSA ]
[ EDIT: Difesa 2/4 ]
I metri che Sakir percorre non sono sufficienti affinché possa evitare del tutto la lunga coda della femmina. Alta otto metri, la coda rappresenta un'appendice non soltanto fin troppo lunga, ma anche fastidiosa per via degli artigli alle sue estremità. Spostandosi con un movimento comunque piuttosto lento rispetto a quelli che potrebbe compiere con il Chakra attivo, subisce una ferita piuttosto profonda al fianco destro. Una lacerazione dei tessuti che fa grondare sangue dalla ferita appena portata, mista ad un danno da botta non indifferente che gli incrina una coppia di costole [ -50PV ]. Si ritrova riverso a terra, davanti alle zampe anteriori di Thiamat, la quale abbassa il muso in sua direzione, annusando l'odore ferroso del sangue che esce dalla ferita dell'Inuzuka. <Umano> Sancisce, allungando la lingua verso il fianco del ragazzo, il quale sentirà ovviamente bruciare oltre al dolore, rubandogli qualche stilla di sangue che viene ingurgitata dalle fauci dell'essere. <Chi ti ha fatto credere che noi, invece, vogliamo partecipare a questa guerra? E cosa, in aggiunta, ti fa pensare che io voglia essere tua alleata?> Allarga appena le ali lateralmente, aprendole soltanto di tre metri l'una, coprendo dunque sei metri, e oscurando ancor di più gran parte della grotta, persino quel filino di luce che giungeva dall'alto, da un buco nel soffitto fatto di roccia. <HELLDER!> Tuona ancora, agitando la coda proprio in direzione di questi, il quale apre di scatto un occhio soltanto color pece che inquadra perfettamente la donna. <Raggio di luna dei miei occhi logorati> Un sorrisetto che farebbe invidia al peggior leccaculo che la storia Ninja abbia mai avuto prima d'adesso. <sei di ritorno? Com'è andata la caccia?> Che figlio della merda. Si para il culo in qualche modo. <Stavo riposando le mie stanche membra in attesa del tuo arrivo, tesoro.> Se le lecchi anche altro così come le lecchi il culo, capisco perfettamente il motivo per il quale non ti abbia già lasciato per un altro pipistrello, magari più forte e meno dormiente. <Raggio di luna delle mie palle, Hellder. Hai fatto entrare un umano nella nostra caverna e per cosa?! Vuole firmare il contratto, sembra palese, non sono d'accordo.> Parlano come se, in tutto questo, Sakir non esistesse. Poverello(?). Cornuto e mazziato-- ah no. Solo mazziato. [ Evocazione - Sakir | CHIUSA ]
Sei un medico, Sakir. Ragiona. Anche privo del Chakra e delle mani terapeutiche, un medico sa operare anche senza di quelle per cercare di arrestare almeno l'emorragia. Detto questo, Tiamath continua ad attaccare verbalmente Hellder davanti al ragazzo dai capelli rossi. Ha smesso di sventolare le ali o la coda, avendo appunto ottenuto quello che desiderava senza dover per forza ricorrere alle maniere troppo forti. <Non sapevo volesse apporre il suo nominativo all'interno dell'antica pergamena.> Fa spallucce, ancora a testa in giù, lo ricordiamo per chi se lo fosse perso. D'altronde, non stava facendo altro che dormire quando Sakir lo ha raggiunto nella caverna. Inoltre, assonnato com'è la stragrande maggioranza del tempo, non gli ha dato neanche tutta la considerazione che merita. Quindi, cornuto e mazziato ora suona veramente molto bene, se non fosse che il cornuto in questo caso è Hellder per averlo ignorato. <Ousborn ed Hellder dipendono da me. Se io decido che non entriamo in guerra, non entriamo.> Austera nella posa, l'espressione dura di chi non ammette repliche. Subito dopo, è proprio l'esemplare maschio a prendere parola, confermando quelle di Tiamath poc'anzi. <Confermo, confermo.> Non c'è necessità che sbuchi anche Ousborn, giusto? Non farebbe altro che inchinarsi alla Regina e confermare le stesse ed identiche cose. <Siamo i torturatori del Naraka, non abbiamo bisogno di nessun corpo, ma solo di anime da condurre nella dannazione eterna.> Spiega alla volta del giovane, forse la prima ed unica volta che la sentirà essere così pacata mentre parla di loro stessi. <Umano, non succederà mai che io ti lasci firmare il nostro contratto, ma in tal caso la tua anima apparterrà a noi dopo la morte del corpo.> E' in questo esatto modo che funziona il loro legame con gli esseri umani che s'avvalgono del richiamo dei pipistrelli del Naraka. <Portami le anime di due giovani esseri umani e prenderò in considerazione la tua offerta.> E' l'unica cosa che Tiamath si sente in dovere di fare nei suoi confronti. Non ha bisogno di parole, ha bisogno di fatti. Necessita anche di capire con chi ha a che fare, dovendolo valutare attentamente secondo determinati principi personali. <Ora va.> Si sposta, infilandosi probabilmente in qualche altro anfratto che Sakir, al buio e privo della vista, non ha potuto vedere prima. Lo lascerà passare ed uscire dalla caverna. Ousborn, che l'attendeva sull'uscio, lo guarda compiaciuto. <Sei sopravvissuto. Un'ultima prova, allora, t'attende.> Per l'obiettivo finale. [ END ]
Aggiunta: Una volta fuori, tolte le bende... ad Est, il primo raggio di sole illumina il nuovo giorno.