- Red Raindrops -
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Giocata dal 12/01/2021 19:02 al 13/01/2021 01:32 nella chat "Lago Nero"
Viso candido rivolto verso l'alto, in direzione di quelle nuvole scure che coprono il cielo serale. Occhi chiusi che nascondono il colore delle sue iridi. Gote rosee, che vengono bagnate dalla pioggia. Labbra che si schiudono appena in alcuni respiri. Si trova di nuovo lì. A pochi centimetri dalla riva del Lago Nero, oggi quasi desolato per via del tempo. Eppure lei è ancora lì. E resta inerme, mentre la pioggia le sfiora il viso. Mentre la pioggia le bagna i lunghi capelli rosa e la veste bianca del Crepuscolo. Al di sotto di essa, ha una felpa corta che le arriva proprio sopra quella vita stretta. La felpa è nera, in netto contrasto con quella veste bianca. Una gonna a ruota nera le copre il ventre, ma lascia quasi completamente scoperte quelle gambe nivee, protette semplicemente da calze a rete, anch'esse nere. Ai piedi porta degli anfibi neri, che si allacciano proprio sopra le caviglie. Le orecchie sono tese ad ogni minimo suono. Eppure, i suoi pensieri sono altrove. In un mondo che ormai sembra quasi lontano. In un mondo che quasi non ricorda più. Onosuke Aburame. Ha lasciato che venisse ucciso dal suo alter ego. E proprio per questo, proprio perché la colpa è stata della rosata, si è fatta una promessa: riportarlo indietro. Un sentimento, ormai flebile, la lega ancora a lui. Ma non è per quel sentimento che lei combatterà. Combatterà per se stessa. Per poter dimostrare di essere abbastanza forte. Per poter dire a se stessa 'Ce l'ho fatta'. E per farlo, ha bisogno di qualcosa. Qualcosa che non sa dove trovare. Qualcosa che per il momento le sembra impalpabile. Qualcosa che non sa neanche cosa sia. Lo Sharingan. Sa relativamente poco su quella arte oculare ed ha bisogno di apprendere quanto più possibile su di essa. Ha bisogno di capire se davvero la chiave di tutto sia proprio quell'occhio rosso sangue. E resta ancora lì, immobile, mentre la pioggia continua a bagnarla. Mentre il freddo invernale divora le sue ossa. Ma non si muove. Ed ascolta. Il ticchettio della pioggia sul terreno. Il rumore dell'acqua del lago, che viene mossa da un leggero vento. Il rumore della sera. Il rumore dell'oscurità del proprio cuore. [Chakra on] I lavori sotterranei al Villaggio sono stati quasi completati ormai. La rete creata porterà benefici al Suono in tutti i campi, dal profilo economico a quello militare. Sono passati mesi ormai dalla presa del Villaggio dal potere di Kunimitsu. Kioshi ha riportato la gente del Suono all'interno della propria casa. Il popolo è felice di essere ritornato a vivere tra le mura del proprio Villaggio. Sembra però che questo aspetto sia visto male da altri Paesi che vedono nelle azioni di Kioshi soltanto un egoistico atto per acquisire il potere di Otogakure. Queste persone dovrebbero essere private della propria casa per anni ed essere inglombate in un progetto fino a diventare trasparenti, inutili come il loro pensiero in qualsiasi scelta da fare. E in quel momento, cosa farebbero? Lascerebbero le cose come stanno? Kioshi decise che tutto questo sarebbe dovuto finire e così si mise al lavoro per giungere fino ad oggi. La pioggia bagna il suo viso, così come ogni abito indossato. I fulmini squarciano il cielo e donano la luce necessaria per illuminare il riflesso dell'Uchiha sul velo d'acqua del lago davanti a lui. Il flash delinea i capelli lunghi di color nero che cadono davanti la fronte del ragazzo. Le iridi scure fissano i loro gemelli specchiati nell'acqua. Un mantello nero copre il vestiario dell'Uchiha lasciando intravedere nella parte inferiore un pantalone elastico dello stesso colore e uno stivale da ninja del medesimo colore precedente. Le palpebre si chiudono per un secondo e in quel frangente il chakra scorre nei canali oculari del Kokukage. Un reazione innata da vita allo Sharingan e un bagliore rosso illumina quel posto così privo di luce, dato il cielo coperte di nuvole scure. E quell'occhio dona all'Uchiha la possibilità di scoprire che in questo momento non è solo in quel luogo. Si guarda ancora nel suo riflesso però. Qui è dove ha scoperto quale strada prendere, prima che Katsumi lasciasse questo mondo nel suo corpo. Qui è dove forse può vedere di quale futuro necessita il Suono. [chk on][sharingan a tre tomoe] Vede il buio. Il buio della sera, che si riflette nella propria mente. Il buio del proprio essere, che sembra riflettersi su quel lago dalle tonalità scure, quella sera, in cui nulla sembrerebbe distinguersi. Si perde nell'oscurità, tenendo ancora quegli occhi chiusi. Assapora quel potere che scorre tra le proprie cellule. Per un attimo, ciò la porta a leccarsi le labbra, quasi d'istinto. Forse, non si abituerà mai a sentire quella potenza dentro di sé. Quel chakra che scorre violento e si amplifica, giorno dopo giorno, missione dopo missione, allenamento dopo allenamento. E poi, una luce intensa, che sembra illuminare anche i suoi pensieri. Le palpebre coprono ancora gli occhi, eppure capisce che un lampo ha appena squarciato il cielo, seguito subito dal rumore di un tuono. E la pioggia continua a cadere. Ancora e ancora. Quel tuono la porta involontariamente ad aprire gli occhi. Ed ad osservare quanto sia bella e quasi surreale quell'atmosfera cupa. E guardando quel lago, quella distesa d'acqua scura, si accorge di non essere sola. Un riflesso su quell'acqua fa compagnia al proprio, a qualche metro da lì. Due rubini sembrano accendersi proprio all'altezza degli occhi di quel riflesso. E solo in quel momento, gli occhi blu notte della rosata si sollevano. Si sollevano a guardare quella figura. Si sollevano a guardare quegli occhi color sangue. E poi quei capelli neri. E quel mantello. < Kioshi Uchiha > un sussurro, in effetti, è ciò che vien fuori dalle labbra della Senjuu. Un sussurro che però potrebbe essere udito dall'altro, non troppo lontano da lei. Proprio quando era alla ricerca di risposte, ecco che lui è lì. Quell'uomo che aveva conosciuto ai piedi del faro di Kiri, mentre le proprie paure la divoravano. Quell'uomo che le aveva mostrato un nuovo mondo. Quello stesso uomo che aveva incontrato all'interno della Yugure e che con gli altri, lei compresa, aveva progettato la fine del mondo ninja. Adesso si trova lì. E la rosata non può che osservarlo, quasi intensamente, mentre aspetta delle parole da parte dell'altro. Mentre aspetta, ancora una volta, che l'altro le mostri la via da percorrere. [Chakra on] Le gocce battono su di lui, senza lasciargli scampo nemmeno per un secondo. La pioggia scivola sulla sua pelle per poi cadere precipitando al suolo in un moto ancor più veloce. Kioshi si guarda e cerca di capire cosa vorrebbe vedere. Tregua o guerra? Di cosa ha bisogno ora il Villaggio del Suono? Kioshi riflette, pur sapendo che l'orgoglio otiano è davvero troppo grande per fare marcia indietro. Un leader deve avere una visione più ampia della situazione però altrimenti i regimi durerebbero davvero il tempo di un tramonto. Quella sua totale concentrazione diretta all'argomento del Suono viene interrotto dalla voce della donna che sussurra il suo nome, poco in lontananza. Lo sguardo si innalza e lo Sharingan cade nell'osservare l'altra figura. Lei, Tenshi. Quella ragazza che aveva incontrato a Kirigakure a cui aveva donato una nuova vita risvegliando in lei il suo carattere sopito. <Sei così diversa dall'ultima volta, ragazza..> e non intende all'esterno, ovviamente. Tenshi è cambiata totalmente. Solo sapere che ha lasciato il Villaggio della Foglia e si è unita al Suono, dovrebbe far capire che la ragazza impacciata non esiste più. Sapere che anche lei si è unita alla Yugure, dovrebbe portare chiunque a riflettere sulle potenzialità di quella ragazza senza un obiettivo che ormai non c'è più. Kioshi ricorda bene quell'incontro. Lui, in realtà, non ha fatto niente di più che mostrare la vera personalità alla donna in una pure illusione. Lei stessa ha capito che questa era la vera versione di se stessa. <In effetti, tutto è diverso da quella volta> un tono profondo ma leggero, alla ricerca di risposte. Oto non è più come prima, l'Alleanza non è più la stessa. Il mondo è cambiato da quel giorno. Il cielo intanto viene illuminato da saette e in lontananza, il rombo dei tuoni arriva fino al loro udito. Kioshi fissa quella ragazza aspettando che lei rivolga a lui ancora qualche parola. Lui la ascolterà. Se il destino ha voluto che si incontrassero, l'Uchiha non ha il diritto di evitare il fato. Che i discorsi abbiano inizio, allora. [chk on][sharingan a tre tomoe] Ed adesso quegli occhi blu notte si perdono nei rubini altrui. Quegli stessi rubini che le avevano mostrato il mondo. Che le avevano mostrato se stessa. Quella sé che per fin troppo tempo era rimasta nascosta, incatenata da inutili regole che il mondo le imponeva. Ma quella sera, al faro, la rosata ha spiegato le proprie ali. Ali nere, come la pece, simili a quelle di un corvo. E' così, lei è diversa. Non è più quella ragazzina che si nasconde in cerca di protezione. Non è più quella bambina che piange per qualsiasi cosa. Ha fatto suo il dolore. Lo ha modellato. E lo ha reso il motivo per cui combattere. Ha fatto sua l'oscurità. Rendendola la materia che plasma i propri pensieri. E tutto questo, grazie a quegli occhi color sangue. Quegli occhi che sarebbero in grado di accendere una guerra. Ma che in lei hanno acceso l'immensità. Andrebbe semplicemente ad annuire alle prime parole altrui, lasciando che l'altro continui il discorso. Il volto niveo, bagnato dalla pioggia, non viene attraversato da nessuna emozione, in quel momento. Impassibile, come la pioggia che cade. Come l'inverno che avanza. Come quel lago nero. Eppure, qualcosa dentro di lei si muove. E' proprio quell'oscurità che la plasma. Quell'oscurità che sembra gridare da dentro, davanti a quell'uomo che un tempo ha definito il proprio demone. Ricorda di quella discussione con Sango, di quale fosse il demone della loro vita, quella persona che aveva cambiato tutto, portando distruzione, ma allo stesso tempo rinascita. Il suo demone è proprio Kioshi Uchiha. < I tuoi occhi > inizierebbe così a parlare, a motivare il perché del suo cambiamento < mi hanno mostrato ciò che avevo sempre nascosto > una breve pausa, mentre ripensa a quei momenti, mentre ripensa al momento in cui la propria mano ha toccato quella altrui < e ciò che ero sempre stata >. Non abbasserebbe lo sguardo, la rosata, non più. Un tempo lo avrebbe fatto. Ma non adesso. Colui che ha davanti è il Kokukage. Ma non ha timore di guardarlo dritto nelle iridi vermiglie. Sono entrambi figli dell'oscurità. < Quegli occhi > un'altra pausa, mentre ancora si perde in quello sguardo tetro < mi incuriosiscono >. Lancerebbe semplicemente la palla al balzo, approfittando di quell'occasione, capitata per caso. E se invece, come quella notte al faro, fosse stato proprio il destino a condurli lì? [Chakra on] Lo Sharingan illumina quel luogo donando al riflesso dell'acqua un colore rosso acceso. Quella sera sta per diventare il luogo di un incontro non voluto ma che qualcuno ha voluto far avvenire. Tenshi parla degli occhi dell'Uchiha. Come possono non incuriosire quegli occhi, quel potere? Chiunque è ammaliato dallo Sharingan. Chiunque vorrebbe possederne le abilità che dispone. Gli occhi del Kokukage osservano il viso della ragazza, senza muovere altro muscolo del suo corpo. Kioshi rimane incuriosito comunque da quelle parole verso lo Sharingan e vuole capirne di più. Cosa trova di curioso lei in quegli occhi? Le labbra di Kioshi si schiudono e la sua voce esce verso la ragazza. <E ora sei davvero te stessa?> domanda alla donna cercando di capire se lei sia effettivamente arrivata alla versione definitiva di se stessa. <Sei sicura?> ripete per avvertire lei dell'importanza della sua domanda. Il Kokukage rimane lì sotto la pioggia. Il rumore delle gocce che battono sulla superficie dell'acqua accompagnano l'atmosfera intorno a loro. Il capo si smuove leggermente per spostare i capelli bagnati aderenti al viso donando a loro un taglio più disordinato. <La curiosità a volte può essere pericolosa, sai?> dice l'Uchiha cambiando leggermente il suo tono di voce negando ad essa quella leggerezza che poteva riscontrare in precedenza. Non aggiunge più niente per ora. Osserva soltanto la figura di lei. Così cambiata e così oscura adesso. Così vicina a lui nella sua essenza, totalmente al contrario del loro primo incontro in cui erano luce e buio a contrasto. Cosa vuole lei dallo Sharingan? Questo è la vera domanda adesso. [chk on][sharingan a tre tomoe] Da quella notte al faro, è cambiato tutto. La rosata ha iniziato un percorso interiore che l'ha portata a riscoprire il mondo. A riscoprire se stessa. E' stato certamente difficile rapportarsi con quei nuovi impulsi, con quelle nuove sensazioni, ombrose e cupe. Perché accanto all'oscurità ci sono sempre stati i suoi sentimenti. E lei non può farne a meno. Perché sono proprio i sentimenti a rendere umani. Che essi siano rabbia o amore, non importa. Ciò che è importante è provare qualcosa. Altrimenti si è già morti dentro. E lei non vuole morire. Questo è tutto ciò che sa. Perché il suo obiettivo è diventare sempre più forte. Per combattere. Per salvarsi. Per vivere. E per assaporare ancora e ancora il dolce sapore dell'oscurità. < Dopo il nostro incontro > comincerebbe, così, il discorso su ciò che è stato il proprio percorso da allora < avevo bisogno di conoscere me stessa >. Solo in quel momento si muoverebbe. I passi avanzerebbero, lenti ed inesorabili, verso il proprio interlocutore, riducendo la distanza che li divide. < Ho vissuto nel bosco di Shukosato per poco più di un mese, per comprendere realmente chi fossi >. I passi si fermerebbero a circa un metro da Kioshi. Adesso che lo ha nuovamente accanto, i pensieri volano verso quelle scene lontane ai piedi del faro. Sembra quasi una scena surreale, che forse non è mai accaduta. Eppure, entrambi hanno ancora il ricordo vivido di quell'incontro. < Ma è stato solo quando sono arrivata qui, ad Oto, che ho capito davvero chi io fossi >. Un lungo respiro, mentre pensa a quei mesi lì ad Otogakure. A quei mesi in cui ha riscoperto se stessa. In cui ha riscoperto la bellezza del mondo. In cui ha riscoperto la bellezza di essere circondata da persone simili. < Sono Yami, ma sono anche Tenshi. Sono Han'nya > il fatto qui non è che la rosata abbia tre personalità diverse. Ma a lei piace definirsi in quei tre modi diversi, così particolari. Ancora i passi avanzerebbero, felpati, verso l'altro. Se le fosse concesso, le dita della mano destra sfiorerebbero il petto dell'Uchiha, per poi muoversi verso su, alla base del collo altrui. < Sono Oscurità > comincerebbe a dire < Sono un Angelo della morte > le dita si fermerebbero dunque sulla pelle dell'altro, senza fare nessun altro movimento < Sono un Demone >. Per qualche istante gli occhi della Senjuu brillerebbero nell'oscurità, rispecchiando quel suo lato sadico, appena venuto fuori. Le piante dei piedi si distenderebbero, mentre cerca di allungarsi verso il volto altrui. < Io non ho paura del pericolo > sussurrerebbe, a qualche centimetro dal volto dell'altro, se le fosse stato concesso di avvicinarsi così tanto < Non ci si può rifiutare di mangiare solo perché c’è il rischio di restare soffocato > sussurrerebbe ancora. Lo sguardo, adesso, sarebbe fisso verso quello altrui. Le piante dei piedi ancora tese a sorreggere il suo esile corpo. [Chakra on] La ragazza inizia a spiegare ciò che è avvenuto dopo il loro incontro, tutto ciò che l'ha portato ad arrivare qui al Villaggio del Suono. La determinazione per trovare se stessa e la forza con cui l'ha fatto. Yami, Tenshi, Han'nya. Questa è dunque la risposta della donna alle domande di lui. Una triplice personalità delineata all'interno di quel corpo minuto ma affascinante. E quella figura si avvicina all'Uchiha. Ne riduce la distanza e le dita altrui toccano il petto del ragazzo. Si allungano fino al collo e Kioshi rimane immobile osservando gli occhi di lei permettendole di far tutto ciò che vuole. Lei dice di essere Oscurità, un Angelo della morte, un Demone. E quel viso si avvicina a lui. Lo Sharingan si rispecchia adesso nelle iridi di lei. Quanto sarebbe facile manipolare la mente di lei da quella distanza. Non ne trova gusto, al momento, però. L'espressione seria di Kioshi non si discosta di un centimetro. Rimane impassibile, attratto sicuramente dai lineamenti eleganti di lei ma talmente fermo da sembrare una statua. Il riflesso sull'acqua dell'Uchiha scompare ora, coperto in parte dall'immagine della donna in punta di piedi. Lo sguardo di Kioshi si sposta ora verso l'alto abbandonando gli occhi blu di lei. <Sai, ti darei il mio Sharingan per osservare nel dettaglio quelle due gocce di pioggia lì in alto> le segue dall'alto, contraddistinguendole da tutte le altre. <Potremmo essere io e te quelle due gocce che siamo oscurità, siamo portatori di morte. Demoni, come dici tu> ne segue il tragitto perpendicolare fino a che entrambe finiscono immerse nel lago, disperdendosi per sempre e impossibili da distinguere da tutte le altre. <E ti darei i miei occhi per osservare come finiscono il loro viaggio in questo lago che è tutta l'oscurità esistita, esistente e che esisterà nel corso della vita. Ti farei vedere come giunti alla fine siamo tutti la stessa cosa> lo Sharingan si abbassa tornando a penetrare costantemente negli occhi della ragazza. <Ma c'è un momento in questo viaggio in cui siamo unici, persone diverse da tutte le altre. E non è la luce o l'oscurità a fare la differenza> si prende un attimo di pausa avvicinando ancor di più il suo viso a quello di lei. <Ciò per cui viviamo, ciò per cui rischiamo la vita. Quel qualcosa.. Quella persona.. Questo dice veramente chi siamo> non è l'oscurità a definire chi lei è ma quello che lei vuole compiere, ciò per cui ogni giorno si sveglia. Quel desiderio che potrebbe essere il sogno realizzato di Kioshi nel rivedere il suo Clan e il suo Villaggio a casa. Tenshi dice di non aver paura e Kioshi non può negarle di continuare ad interessarsi al suo potere <Mangia allora e attenta a non soffocare> provoca il Kokukage aspettando una reazione da parte di lei. Cosa vuole davvero sapere? [chk on][sharingan a tre tomoe] Le parole di lui smuovono ancora quell'oscurità dentro di lei. E' proprio questo ciò che vuole essere lei: unica. Non una persona qualunque. Non uguale ad uno più che ad un altro. Vuole essere se stessa. Vuole essere una stella che brilla in cielo. La più luminosa, quella che salta subito all'occhio. Vuole il potere. Vuole combattere. Vuole avere la capacità di compiere il proprio obiettivo. Perché è proprio quell'obiettivo, ciò per cui lei rischia la vita, anche in quell'esatto momento davanti a Kioshi, a renderla chi è. La mano s'adagerebbe adesso al collo altrui. La pioggia scivola ancora lungo i corpi degli shinobi, delineandone le forme, creando una danza attorno a loro, che fa da cornice alle loro parole. Non avrebbe mai pensato, prima del loro incontro al faro, di atteggiarsi in quel modo con qualcuno, soprattutto se si tratta proprio del Kokukage. Ma se non si rischia, in questa vita, allora si vive invano. < Non ho mai voluto essere uguale agli altri > torna a guardare, adesso, i rubini altrui, che si soffermano nuovamente sugli zaffiri della Senjuu. Ancora l'altro avvicina il viso e lei non si tira indietro. C'è qualcosa di teatrale in quell'atmosfera, in quella pioggia, nei loro corpi che si sfiorano. E lei percepisce quella strana tensione, quella strana rigidità del corpo dell'altro che ancora non vuole lasciarsi andare. E a lei, si sa, piace giocare. Ancora le punte dei suoi piedi la sorreggerebbero, mentre spingerebbe ancora il suo viso contro quello dell'altro. Ancora e ancora, centimetro dopo centimetro. < Voglio essere unica > parole sussurrate. Parole colme di significato. Parole che poi, in un attimo, vengono smorzate. Perché le labbra della rosata vorrebbero poggiarsi su quelle altrui, se le fosse permesso. Ma non si schiuderebbero, ancora. Perché dopo quel breve assaggio, dopo quel breve gioco, sussurrerebbe, labbra contro labbra < Mostrami ancora una volta il tuo potere e saprai ciò che voglio >. Un semplice gioco. Non ha paura del rischio. Non ha paura di soffocare. Ha solo voglia di mostrare al mondo chi lei sia. Di mostrare a Kioshi quanto lei sia cambiata dal loro incontro al faro. Le dita fanno appena pressione sul collo altrui. Gli occhi sono ancora fissi su quelli dell'altro, in attesa. In attesa di salire nuovamente su quella giostra mortale. [Chakra on] Essere unici in una vita che porta tutti verso la stessa fine. Questo è il più difficile degli obiettivi ma realizzarlo significa aver vissuto a pieno la propria vita. Lei dice di voler essere unica. Le parole non bastano sempre. A volte, bisogna dimostrare ciò che si vuole davvero. E le dimostrazioni avvengono attraverso prove di forza, di coraggio, di qualsiasi aspetto insomma. Le dita della donna si stringono attorno al collo di Kioshi. La rigidità del corpo dell'Uchiha non è data dalla volontà di lui di non lasciarsi andare ma semplicemente Kioshi è a conoscenza che lei non può essere pericolosa in questo contesto. Vuole sapere sullo Sharingan qualcosa e Kioshi è il più facile dei metodi per poterlo ottenere. Lui si muove soltanto quando lo ritiene necessario. I loro occhi si incrociano ancora una volta e le labbra di lui si muovono riprendendo il suo dire <E allora non lasciare che sia una parola a definire chi sei. Non confonderti con l'intero lago. Sii quella goccia, diversa e unica da tutte le altre. Così saprai chi sei davvero e così gli altri riusciranno a distinguerti da tutto e tutti> conferma con semplicità il suo pensiero osservando la donna che poggia le labbra contro le sue. Un dolce tocco sospinto soltanto da quell'ultime parole riversate da Tenshi verso l'Uchiha. Non si muove di un millimetro l'Uchiha. Lo sharingan rimane fermo ad osservare gli occhi di lei, ormai senza centimetri di distanza. <Sii unica, allora. Questo è ciò che io posso fare e quello che puoi far tu è trovare il più in fretta possibile quella goccia diversa da tutte le altre> sussurra il ragazzo lasciando ancora quelle labbra attaccate tra loro. E, in un istante, gli occhi si socchiudono e Kioshi afferra il labbro inferiore della donna tra i suoi donandole un bacio lungo e lento. E in quei secondi, le braccia di Kioshi avvolgono la schiena della donna stringendo il corpo altrui contro il suo. In quell'istante, lo Sharingan ritorna a risplendere sul viso della Senjuu. Il chakra dell'Uchiha, veicolato attraverso le tre tomoe, si insinua pericolosamente nel corpo di lei invadendo l'intero sistema di tsubo. A Tenshi sembrerà mancare l'appoggio dei piedi al suolo e finire in un istante immersa nel lago sprofondando sempre di più. Durante la discesa verso l'abisso, quando l'ossigeno inizia a mancare, la Senjuu inizierà a vedere le immagini del suo passato. Dalle sue ultime avventure che più hanno smosso l'animo della ragazza, dai suoi fallimenti in una missione fondamentale per la salvezza dell'umanità fino a giungere al suo ex fidanzato, Onosuke. Ogni evento importante che ha portato la donna in questo preciso posto in questa precisa sera viene mostrato in quei secondi interminabili che portano lei ad annegare sempre di più. <Trova quella goccia> una voce sussurra nella testa di lei. E se Tenshi aprisse gli occhi, potrebbe osservare una luce di forma sferica distante da lei qualche metro. Ascolta quelle parole o continua a sprofondare verso il basso. Un semplice gioco, in fondo. [illusione dei cinque sensi][illusione mnemonica][chk on][sharingan a tre tomoe] Ogni singolo rischio è un passo in avanti. Non si può rimanere fermi in eterno. Non ci si può cristallizzare, aspettando che accada qualcosa che cambi la propria vita. Si deve essere, invece, fautori di quel cambiamento. Si deve prendere in mano la propria vita e rischiare. Rischiare tutto, pur di arrivare ai propri obiettivi. E questo è ciò che lei sta facendo in quell'esatto momento. Sta rischiando tutto, pur di avere ciò che vuole. Sta mostrando che lei non è una goccia qualunque, ma che lei è proprio quella goccia, unica e diversa dalle altre. Le parole di Kioshi fanno da eco ai propri pensieri, come se fosse lei stessa a pronunciarle. Come se il kage non fosse nient'altro che una parte di sé, in quel momento, che la spinge ad andare sempre più avanti, sempre più in giù. Fino a sprofondare. E le labbra si schiudono, accompagnando i movimenti altrui. Lascia che quelle braccia la circondino, mentre la presa sul collo altrui si fa sempre più pressante. Ancora in attesa, guarda quegli occhi color sangue, mentre quel bacio sembra lentamente portarla in un'altra dimensione. Non sente più il suolo sotto i propri piedi. Ed attorno a sé è tutto buio. Il proprio corpo non è più contro quello dell'Uchiha, la propria mano non sente più la pelle altrui. Si sente fluttuare. E sprofondare. Sempre più giù. Qualcosa le bagna la pelle. E non è la pioggia. Le manca l'aria. Cerca di fare un respiro, ma è solo acqua quella che si insinua tra le sue labbra. E sprofonda ancora, all'interno di quel lago così buio. Tutta la sua vita pare passarle proprio davanti agli occhi. La sua infanzia non proprio perfetta. Il suo diploma, il suo coprifronte. Onosuke. Il loro primo bacio. Chumoku. La loro prima casa. Kiri. Il loro addio. La missione fallita. Il loro risveglio, viso contro viso. L'accorgersi che Onosuke ormai non c'è più. Ed il suo viaggio verso Oto. Le mani si stringono attorno alla propria testa, decisa ormai a sprofondare in quel mare di ricordi, in quel mare di rimorsi. Ma qualcosa pare richiamarla. Una voce, lontana, sommessa. Trova quella goccia. Aprendo gli occhi ed annaspando, è una luce ciò che attira l'attenzione della rosata. La sua forma è sferica, perfetta in ogni sua angolazione. Trova quella goccia. Annaspa ancora. Si muove. Nuota. Nuota verso quella luce. Nuota verso Onosuke. Ha fatto una promessa a se stessa: riportarlo indietro. Ed in quei mesi ha capito che l'unico modo per trovare il chunin degli insetti è scavare proprio all'interno della sua testa. Dei suoi ricordi. Di se stesso. E per farlo, ha bisogno di quell'arte oculare. Ha bisogno di quel potere. Questo è ciò per cui vive: riuscire a salvarlo. E tenderebbe la mano verso quella luce, ormai priva di forze. Una cosa è certamente sicura: non vuole arrendersi. [Chakra on] In quei momenti, si può soltanto lasciare correre gli eventi e vedere dove possono portare. Non c'è cosa migliore per capire chi realmente si è che toccare il fondo per risalire. Kioshi riflette in quei secondi in cui la donna è intrappolata nella sua illusione. Osserva il suo corpo immobile, proprio davanti a lui. Kioshi non si muove. Il Suono ha ricevuto l'aiuto da persone come lei, estranee al Villaggio ma che hanno ritrovato una casa in cui stare e sentirsi se stessi. Davvero è così sbagliato tutto quello che Kioshi ha fatto fino ad ora? Davvero c'è chi crede che il suo sia stato soltanto un atto terroristico verso Kunimitsu e l'Alleanza? Non riesce a darsi pace, in realtà. E c'è un senso di rabbia che pervade la sua anima. Kioshi è deluso dal resto del mondo. Forse si sente estraneo in questo momento non riuscendo a capire ogni persona che ci abita. Il Kokukage non può far altro che continuare a vivere per il Suono, finchè non arriverà qualcuno che porterà via la sua vita dal suo corpo credendo di compiere un'azione più giusta della sua e finalmente in quell'istante l'Uchiha troverà la pace che cerca. Nel mentre, Tenshi sa cosa vuole e sa come vuole ottenerlo. Ora deve soltanto dimostrare di essere davvero unica. L'acqua invade i suoi polmoni, gli arti si muovono in uno stato involontario, gli occhi osservano quella luce. E lei più si avvicina, più riesce a distinguere cos'è. Semplicemente lei, una goccia che risplende diversamente da tutte le altre. Quella luce la avvolge quando la sua mano prova ad allungarsi per prenderla. Ed è in quel momento che quella luce chiara diventa un bagliore rosso ancora una volta. Le labbra assaporano nuovamente quelle di lei, come a volerla risvegliare. <Hai trovato ciò che cercavi, dunque?> la voce viene sospinta in modo lieve dalla bocca dell'Uchiha. Lo Sharingan osserva i lineamenti di lei così vicini. Kioshi ritorna in silenzio ora lasciando spazio alle spiegazioni della Senjuu. [chk on][sharingan a tre tomoe] Goccia dopo goccia, atomo dopo atomo, raggiunge quella luce. Raggiunge ciò che più desidera realizzare. Raggiunge ciò per cui sta lottando. Ed in quel momento, proprio quando la sua mano si tende verso di essa, capisce che quella luce non è altro che il riflesso di se stessa. Questo è ciò che lei è. Una goccia diversa dalle altre. Una goccia unica. Una goccia che splende, come se avesse luce propria. Una goccia più grande delle altre, più particolare. Una goccia con delle sfumature innaturali, che la rendono la sola al mondo ad essere così, in quel modo così strano, ma così unico. Ognuno scrive la storia della propria vita. Kioshi ha raggiunto il proprio sogno e gente come la rosata ha deciso di seguirlo in quel suo obiettivo. La Senjuu, adesso, deve raggiungere il proprio. Ad ogni costo. Per mostrare al mondo intero chi lei sia. Per dimostrare che non importa la provenienza di una persona. Importa solo quanto sia forte. Importa solo fino a che punto sia disposta a combattere per raggiungere i propri obiettivi. E lei è pronta a rischiare ancora. La propria mano, dunque, tocca quella luce. Ed essa la avvolge, cambiando colore. Accendendosi di rosso. Rosso sangue. E quelle labbra, le sente nuovamente premere contro le proprie. E' di nuovo lì, tra le braccia di Kioshi. Ha mangiato e non si è soffocata. Adesso le dita scivolano verso la nuca altrui, come a cercare un appiglio, dopo la mareggiata. < Sì, l'ho trovato >. Sapeva già cosa fare, eppure, adesso, quell'obiettivo sembra ancor più preponderante. Ancor più importante di prima. E' come se attorno ad esso si racchiudesse la sua intera vita. E le iridi blu notte osservano ancora quegli occhi altrui, come a fargli capire chiaramente ciò che vuole. Un sorriso sadico, prima che le proprie labbra si poggino nuovamente su quelle dell'Uchiha. Si approprierebbe delle labbra altrui per qualche secondo, per poi sussurrare. < Devo salvare una persona > gli occhi ancora fissi sui due rubini a pochi centimetri da sé < e per farlo, ho bisogno dello sharingan >. Adesso, che nuovamente ne ha fatto esperienza sulla propria pelle, ha capito. E' proprio di quell'arte oculare che ha bisogno per riportare indietro Onosuke. E non importa quale sarà la reazione dell'Aburame. Spetterà solo a lui capire se stare al fianco di lei o rinnegare ciò che la rosata è diventata. Ma di una cosa è sicura: non sarà lei a seguirlo. Perché la Senjuu non si piegherà più davanti a nulla e a nessuno. [Chakra on]
Giocata dal 13/01/2021 22:41 al 14/01/2021 01:27 nella chat "Lago Nero"
La pioggia non ha ancora smesso di scendere su quelle due persone. L’atmosfera è rimasta sempre la stessa dall’inizio di quel casuale incontro e il buio di quel luogo è stato illuminato solo dal bagliore dei lampi. I capelli lunghi dell’Uchiha vengono afferrati sulla nuca dalle dita della ragazza. I loro occhi non perdono il contatto e quella tensione rimane sempre ben alta. L’illusione è terminata e la Senjuu è uscita da quella dimensione creata dal potere dello Sharingan. Lui le ha mostrato cosa i suoi occhi possono fare. E lei, come promesso, spiega al Kokukage cosa vuole dal suo Clan. Lei ha bisogno dello Sharingan. Una richiesta che non può essere esaudita direttamente dall’Uchiha. La natura è l’unico fato che può donare quel potere e Kioshi non vede altro modo per ricevere quegli occhi. Una persona estranea al Clan non può possedere lo Sharingan. Questo è certo. A meno che non dimostri qualcosa. Kioshi vuole capire di più però. <In che modo hai bisogno dello Sharingan? Spiegati meglio> ha bisogno che qualcuno lo utilizzi per lei? Perché in quel caso, non ci sarebbero problemi. <Lo vuoi utilizzare o lo vuoi possedere?> Kioshi non usa mezzi termini chiedendo direttamente quel che vuole sapere. La risposta sarà importante perché cambierà la dinamica. Il Kokukage può però utilizzare un suo obiettivo in questa causa. L’Uchiha ascolterà interessato. Le labbra si separano. Entrambi i visi rimangono a pochi millimetri di distanza. Le mani di Kioshi restano ancorate alla spina dorsale della ragazza. La tiene lì perché è in quella posizione che vuole capire i suoi piani. [chk on][sharingan a tre tomoe] Quel buio che li circonda, quella pioggia che continua a picchiettare sulle loro vesti, sulla loro pelle, annullano tutto ciò che li circonda. E pare che l'attenzione si focalizzi solo su quelle due figure che si stringono e sfidano allo stesso tempo. Qualunque osservatore potrebbe pensare che i due siano amanti. Ma la verità è che sono duellanti. Ed invece di colpirsi con il corpo, si colpiscono con le parole. Una giostra infernale e psicologica, da cui la rosata potrebbe non venirne fuori come vincitrice. Ma per lei, ancora una volta, il rischio vale la candela. Esprimendo il proprio volere, esprimendo il bisogno assoluto dello Sharingan, potrebbe aver scatenato qualcosa all'interno dell'altro. D'altronde stiamo parlando proprio del capoclan degli Uchiha, proprio quel clan a cui lei vorrebbe sottrarre quella arte, facendola propria. Adesso le dita si stringono proprio su quella nuca, facendo ancora pressione, ma non causando dolore. Anche la mancina, cautamente, si poggia sul petto altrui, per poi risalire lentamente, in un tocco sensuale, verso la gemella, posizionandosi anch'essa dietro la nuca dell'Uchiha. Gli zaffiri blu notte sono ancora fissi sui rubini altrui, quasi desiderosa di far propri quegli occhi in cui la propria figura si riflette. Si lecca le labbra per un momento, divertita, e per niente spaventata, da quella situazione. Quelle domande arrivano forti e chiare alle orecchie della Senjuu, già pronta a rispondere. Il contatto visivo viene solo adesso interrotto, perché il viso della chunin viene spostato verso sinistra, in direzione dell'orecchio destro altrui. Le labbra, sfiorando quell'orecchio, si schiuderebbero e sussurrerebbero, in modo chiaro ed a tratti suadente < Voglio quel potere tutto per me >. Una semplice frase che già basterebbe come risposta, eppure non si accontenta, la rosata, aggiungendo < Voglio che il mio sguardo si colori di rosso sangue >. Quasi una poesia, quasi un canto di una sirena che attrae verso di sé tutte le attenzioni. Non vuole semplicemente salvare Onosuke. Vuole anche diventare più forte. Ancor di più di adesso. E per farlo, è disposta a tutto. Ancora una volta, non ha paura di soffocare. [Chakra on] Sembra accendersi proprio in questo momento il fulcro principale dei loro discorsi. Il fuoco inizia ad ardere e nessuno dei due sembra aver paura di bruciarsi. Entrambi spingono i loro limiti oltre il massimo. C'è chi lo conosce la propria linea di confine e chi ancora deve scoprirla. Tenshi sa di rischiare tanto esponendo la sua volontà di possedere lo Sharingan direttamente al CapoClan degli Uchiha. Non è più un gioco. Qui iniziano a mettersi in gioco le regole della vita. L'orgoglio di un Uchiha. La voce sussurrata di Tenshi all'orecchio del ragazzo viene ascoltata attentamente. Il metodo provocatorio usato dalla Senjuu inizia ad urtare la pazienza dell'Uchiha. In realtà, ne ha avuta già abbastanza. Non ha mai permesso a nessuno di avvicinarsi in quel modo a lui e di posare le mani dovunque l'altro voglia. La reazione a quelle parole è più interna che visibile al resto del mondo. L'unico movimento che compie il viso di Kioshi è quello di spostarsi leggermente all'indietro cercando nuovamente il contatto visivo con lei. Un piccolo ghigno si forma sul volto. Le labbra si disegnano allungate, come divertite da quel suono creato dalla voce della Senjuu. <Lo vorresti, eh?> le tre tomoe iniziano a roteare rapidamente davanti al viso della donna. Una disegno a spirali si forma all'interno dell'iride rossa del Kokukage. Il Mangekyou Sharingan si attiva donando una nuova forma all'occhio di lui. <Ma saresti in grado di reggere questo potere?> la mano destra si alza posando l'indice sul viso della ragazza, esattamente sul mento di lei. Una piccola scia di fumo inizia ad uscire da quel polpastrello e una piccola fiamma nera nasce. Il dito percorre i lineamenti del viso altrui, dal mento fino allo zigomo salendo fino alla tempia e scendendo nuovamente verso il collo. Non la brucia ma lei può sentire quanto arde quella fiamma, diversa da qualsiasi altra esistente sulla terra. Una lacrima di sangue cade dall'occhio di Kioshi scivolando lungo il suo viso e tracciando il suo percorso <Questo potere consuma l'anima> il viso di Kioshi si avvicina a lei portando il suo Mangekyou a riflettersi completamente nelle iridi di Tenshi. La mano si ferma alla base della gola e le dita si stringono forte in quella presa provocando calore tramite il contatto tra la pelle. <Io non ti darò mai il permesso di prendere lo Sharingan da un membro del mio Clan> categorico, chiude il suo pensiero. Non lo può permettere. <Ma..> perchè, in fondo, c'è sempre un ma <L'ultima generazione di Uchiha deve dimostrarmi qualcosa, anzi tutto in realtà. Devono dimostrare anche di essere degni di possedere quegli occhi e quel potere> si ferma, lascia che lei inizi a percepire il succo del suo discorso. <Se tu smentissi la loro determinazione e dimostrassi di essere davvero in grado di reggere quel potere, io non potrei dire niente. Anzi, daresti valore alle mie teorie> conclude, dunque. La mano si apre lasciando la presa su quella gola. Il viso non si muove invece. La pioggia bagna ancora quei capelli scompigliati e l'Uchiha osserva la reazione di lei in silenzio. [chk on][mangekyou sharingan][amaterasu] Ed ecco che quelle nuove parole generano una nuova reazione nella mente altrui. Forse è appena stato ferito nell'orgoglio, poiché qualcuno sta cercando di ledere il proprio clan. Eppure, l'obiettivo della rosata non è quello di uccidere un Uchiha. Lei vuole solo quegli occhi. Ed ancora una volta, il rischio vale la candela. E' disposta a combattere per ottenere quel potere. Non importano le conseguenze. Perché ogni azione ha una sua conseguenza, ma lei non ha paura. Quel sentimento è svanito quella notte al faro. E non ha più modo di ritornare. Adesso l'altro si allontana dalle labbra di lei persuasive, per tornare ad un contatto visivo con la Senjuu. Quest'ultima osserva le tre tomoe degli occhi altrui roteare, in una danza infernale. Un nuovo disegno si forma in quei due rubini. Il Mangekyo Sharingan è proprio davanti agli occhi blu notte della Senjuu. L'indice altrui si poggia sul proprio mento. Nota quella scia di fumo e subito dopo una fiamma nera. Lo sguardo di lei si sgranerebbe appena, più per la sorpresa che per la paura. Ma ha deciso di andare fino in fondo. E, dunque, rimane immobile. Ma quella fiamma non la brucia. Non brucia il suo viso niveo, la sua pelle candida. E' solo un avvertimento. Quasi una minaccia. Perché probabilmente ha invaso gli spazi dell'Uchiha. E non solo quelli fisici. Ma anche quelli mentali, parlando proprio del suo caro clan. Lascia che quel dito sfiori ancora il proprio volto, pronta a bruciare da un momento all'altro. Eppure, ciò non avviene. Del sangue scivola dallo sguardo di Kioshi, dipingendo la sua guancia di un rosso scarlatto. Un rosso che sa di guerra. Di distruzione. Ed anche di dolore. < La mia anima è già consumata > esordirebbe, a quel punto, la rosata. Perché di dolore, in quella breve vita, ne ha provato molto. E quel potere velocizzerebbe solamente il processo di decadimento verso cui si è già spinta l'anima della Senjuu. Ma questo continua a non farle paura. Adesso il tocco della mano altrui viene meno, mentre quelle dita si allontanano dal viso della rosata. La destrorsa di quest'ultima, però, si muoverebbe. Veloce, in uno scatto, vorrebbe afferrare la mano altrui, quella che poco prima avrebbe voluto bruciarle il viso. E, se le fosse permesso, avvicinerebbe nuovamente quelle dita altrui al proprio volto. Vorrebbe poggiarle proprio sull'occhio sinistro blu notte. < Brucialo > intimerebbe l'altro. Nient'altro che una proposta. Una proposta macabra e folle. < E ti dimostrerò di essere in grado di reggere quel potere > esclamerebbe infine. Il tono di voce è calmo, preciso, sicuro. Niente sembrerebbe smuoverla da quella decisione. [Chakra on] A volte, gli eventi scorrono come devono. Lineari, semplici, senza scossoni. Altre volte, invece, prendono degli imprevisti e si trasformano in qualcosa che nessuno avrebbe mai lontanamente nemmeno immaginato. Azione, reazione, conseguenza. Tutto è semplicemente rinchiuso in queste tre semplici parole. Tutto non va sempre come si vuole. Ma, a volte, come vanno a finire sono forse meglio di come si erano immaginate. Azione. Nel momento in cui la mano di Kioshi si allontana dalla gola, la Senjuu la afferra trattenendola. Reazione. Quelle dita vengono portate all'occhio sinistro della ragazza chiedendo che sia bruciato. Conseguenza. Kioshi osserva quella richiesta restando in silenzio. La fiamma non proviene da quelle dita, d'altronde. La fiamma nera nasce dal chakra direzionato dall'occhio dell'Uchiha. Dunque, non sarà quel dito a dare fuoco caso mai Kioshi lo decidesse. Quella richiesta viene tenuta in considerazione però. La Senjuu ha messo sul piatto una parte importante del suo corpo, pur di essere messa alla prova. Le labbra di Kioshi non pronunciano mezza parole. Al momento, lui è rimasto colpito da quella proposta. Sia in negativo che in positivo. Lei dimostra di essere coraggiosa ma mette in evidenzia la sua leggerezza pur di ottenere qualcosa. Lottare contro chiunque con un solo occhio non è una buona mossa, in fondo. Kioshi osserva ancora quegli occhi blu, scuri come la notte. Il viso è serio mentre pensa alle parole di lei. E poi, d'un tratto, un ghigno. <E così sia> sussurra quelle parole socchiudendo gli occhi per un attimo. Se ne riapre soltanto uno, il destro. Il chakra esce veicolato in direzione dell'occhio indicato dalla donna. E proprio quel bulbo inizierà a prendere fuoco, avvolto dalle fiamme nere che brucierà ogni suo particolare e soltanto appartenente a lui. E quelle fiamme non si spegneranno finchè quell'iride non sarà completamente bruciata, divenuta polvere. La richiesta è stata esaudita. Il dolore sofferto dalla donna le causerà qualche problema al momento. Kioshi estrae un tonico dalla sua tasca e lo infila tra le labbra della donna, prima di andare via. <Ora è tutto nelle tue mani, Yami, Tenshi o qualunque altro nome tu abbia> la guarda mollando la presa da dietro la sua schiena. <Ricorda. Vita o morte. Nessun'altra strada possibile. Io non te ne concederò un'altra possibile. Non lo scordare> e sarà utile alla ragazza ricordare perfettamente queste parole e riflettere su di esse. E così Kioshi scompare da quel luogo lasciando la ragazza nelle condizioni in cui sarà dopo aver perso l'occhio. L'oscurità cala su tutti loro, anche su questa giocata. [end] Non si tratta di semplice leggerezza. Non si tratta di semplice coraggio. Si tratta di fermezza. Perché quel potere vuole ottenerlo ad ogni costo. E quella decisione, quella sfida lanciata all'altro, non è altro che un atto di fede. Un atto di fede nelle proprie capacità. Perché quell'occhio riuscirà a riottenerlo. Ed il suo colore sarà rosso sangue. La rosata, dunque, tende la mano dell'altro verso il proprio occhio sinistro. Non sa, in effetti, come funzioni l'amaterasu. Ma spera di scoprirlo, un giorno, con le proprie forze. Con le proprie abilità. Quelle abilità che sicuramente riuscirà ad ottenere. Poi, ascolta quelle parole. E quel ghigno beffardo, macabro e senza ritegno, seguito da quell'occhio destro altrui che si apre, sarà l'ultima cosa che il suo occhio sinistro blu notte vedrà, prima di spegnersi. Perché l'altro ascolta le parole della Senjuu. Ed anche stavolta, la accontenta, le concede quel rischio. Fiamme nere abbracciano quello zaffiro. La pupilla, poi l'iride e poi il resto vengono circondate da piccole fiamme. Un grido acuto, involontario, si libera dalle proprie corde vocali. L'occhio destro piange, vorrebbe bruciare insieme al gemello, ormai ridotto in cenere. La mano sinistra, istintivamente, si sposterebbe davanti alla parte sinistra del volto, mentre la mano destra lascerebbe la presa su quella altrui, slacciandosi, finalmente, da quel contatto. La richiesta è stata esaudita. E quel dolore corrode ancor di più la propria anima. Adesso sta a lei. Sta a lei compiere il passo successivo. Il passo verso quell'occhio rosso sangue. Il passo verso il potere. Il passo verso Onosuke. Vita o morte. Nessun'altra strada possibile. E lei, ad ogni costo, sceglierà la vita. Non vuole morire proprio adesso. Non deve morire ora. Ha ancora troppo da fare. Ha ancora troppi obiettivi da raggiungere. < Non lo dimenticherò > sussurrerebbe, in preda a quel dolore acuto. In preda a quella confusione che le fa girare la testa, portandola a cadere al suolo. Dovrà abituarsi a quella nuova visione del mondo. Dovrà abituarsi a guardare il mondo da un'altra prospettiva. Dovrà abituarsi ad osservare le cose con il solo occhio destro. [END]