Primo passo - Apertura totale dei cancelli della mente

Free

0
0
con Sango

22:48 Sango:
 Eccola infine, sola, nuda perfino di quella veste nera e rossa che l'hanno sempre protetta, un'unica corazza che s'è sempre portata addosso per proteggere quel cuore tanto freddo quanto fragile. Li in quella vallata di puro calore, bruciando perfino le narici stesse del proprio corpo, gli odori che passano filtrati da un latente tanfo di vera morte . Il caldo stesso che si abbatte sulla pelle candida e pallida cuocendola quasi, un calore quasi insopportabile. Li la donna si trova ancora in piedi, le gambe che lente portano il corpo verso il basso incrociandosi e le mani stesse che si dilungano invece sulla stessa terra a sentire la consistenza dura e secca, priva di acqua. Sa che potrebbe morirvi li, dimenticata da tutti, sa cosa può accadere, eppure ha accettato lei stessa di mettersi in quella situazione per tanti, troppi motivi. Non pensa ad altro che alle tigri, a Ren, al sogno stesso, e un briciolo di speranza divampa al centro del petto, caldo come quella stessa terra. Sospira lentamente mentre le iridi azzurre si placano, si chiudono al mondo stesso e il petto che lento verrebbe controllato per assumere un lento e sostanzioso riposo. La mente che proverebbe a liberarsi di tutto, di pensieri, di attimi, di vita vissuta e di quel che verrà sebbene ad un primo momento ne resti ancora incatenata, avvinghiata, come a non volersi spogliare dell'unica cosa alla quale crede, a tutto quel proprio mondo costruito su quegli stessi pilastri. No, basta, non deve pensarvi, deve concentrarsi su altro, deve poter lasciare che il corpo stesso si rilassi, che possa compiere quel che ha già provato in passato, di quella natura che ha sentito sua in infime occasioni ma che adesso deve prima comprendere e poi comandare. Ma la natura si comanda? No. Come le tigri, in quel loro essere tanto ostinate, belle ed orgogliose. Un sospiro quasi afflitto sfugge alle proprie morbide labbra, eppure un sol viso viene in suo aiuto, un viso conosciuto, un viso che non vi è più se non nell'imitazione di un kami orribile e amorevole, Ren. No, ancora non ci siamo.[chakra on]

22:54 Sango:
 Una mente la propria ottenebrata da troppo, dimenticandosi come la propria vita alla fine non sia che un granello di pioggia in un mare enorme. Un mare che l'ha trascinata sempre oltre le proprie possibilità per farla evolvere in qualcosa di più grande e terribile allo stesso tempo. Sospira di nuovo, i muscoli che uno alla volta verrebbero lasciati andare, i fasci dei piedi semi nudi che lenti si aprono, le caviglie più molli, le stesse gambe, la schiena che si curva lievemente in avanti e le dita stesse che non stringono più quella terra, ma vi si poggiano le dita come soffici piume di angelo. Lenta la mente dimentica, vuol cancellare tutto, trovar quel paradiso perduto di una vita mai vissuta. Una pace che può raggiungere, che vuole raggiungere, che desidera fare propria per la prima volta in quella miserabile esistenza. Non vi è sangue, odio, guerre, villaggi, ninja , non vi è nulla adesso se non un senso di calore che si sprigiona dallo stesso centro del corpo, un calore simile ad un incendio ma che piace e che lascia scivolare dentro di se. Deve prima raggiungere una pace assoluta, e il modo migliore è quello stesso pensiero, sogno, che la vede lontano da tutto, lontano, li in quella terra conosciuta da pochi, abitata solo da esseri superiori, e un calore che la lambisce come fruste e il sudore che lento cade sulla propria pelle . E' viva. Ecco il pensiero unico alla quale s'aggrappa. Benchè il calore, il freddo, il nulla, è viva. Sopra ogni previsione, tutto di lei batte, il cuore, la mente, l'anima stessa. Può ancora vivere, può ancora sognare, muoversi in quel mondo e farlo proprio. Un lieve sorriso solo li andrebbe a porsi lento sulle labbra mentre prova a prender prima piena coscienza di se, di quel che è veramente. Solo una donna dai lunghi capelli rossi, e nelle piccole cose che ha trovato la vera felicità. [chakra on]

23:10 Sango:
 Un sorriso appare di fronte a se, accecante come quella stessa luce pulita e candida, un solo sorriso che smania di rivedere un giorno al cospetto della stessa morte. Ren. La sua morte, adesso la rivive, non percependo quasi il calore che brucia la pelle in memoria di una fredda e fitta pioggia che la bagna. Osserva un cadavere ma che adesso non vi è più, solo un fantasma tanto chiaro e opaco quanto presente. Sorride, davvero, un sorriso dell'animo e una lacrima che sfocia per lambirne la pelle calda e sudata. Rimembra quelle parole, quel sorriso gentile, e quell'abbraccio mancato come fosse aria estratta a forza dai polmoni. E' viva per entrambi. E' viva per lui, per il loro sogno, è viva per portare di nuovo alla gloria tutta la pioggia, ma è viva soprattutto per se stessa. Per quel non lasciarsi andare mai, nemmeno nelle avversità, per non crollare mai come una bambola nonostante l'immensa solitudine annidatasi da anni nel proprio cuore. E' tutto per lui, è tutto per se stessa. Ogni passo compiuto è per se. Inutile dire ancora che si tratti solo di Ren. Lei non è Ren, lei è lei. Lei è la tigre bianca. Lei che ha rinunciato a tutto pur di amare se stessa, pur di potersi perdonare un giorno e infine poter morire nella più gloriosa delle morti, senza mai farsi abbattere, senza mai accasciarsi a terra in preda al dolore, senza mai inchinarsi ad altri. E' per te Ren. E' per me. Una consapevolezza che giunge , dopo tanto tempo, come un lampo di sole a rischiarar per la prima volte quelle nuvole nere, per abbracciarne la consistenza dolce quanto il miele. Non è sola, nemmeno quello. Quanti ha incontrato nel proprio cammino? Quanti ha amato a modo proprio cedendo un pezzo del proprio essere solo per vederli elevarsi sopra altri? Quell'alba che inizia a spuntare dentro di se, un alba accecante e calda, dolorosa e amorevole, un alba che la vede come regina di se stessa e non preda di desideri meramente altrui. Le mani lente che vanno a sottrarsi da quella stretta alla terra, di liberarsi lei stessa di una parte del proprio passato celata solo per non definirsi un mostro totale. Non lo è. Non quando tutto ciò che sta facendo sta gettando solo una luce sul proprio essere. Di gettare infine parte di quel suo odio e della rabbia accumulata, per potersi amare infine. [chakra on]

23:14 Sango:
 La terra sotto le sottili dita, friabile, soffice, calda e amorevole, i piccoli soffi di vento che la lambiscono sul viso, scostando lievemente i capelli , il caldo del sole che rimpolpa le stesse ossa, che la rapiscono nei loro raggi bruciandola e incendiandola. Ma non vuole soffermarsi su quel bruciore, piuttosto in quell'immobilità totale, nel suo respiro lento e cadenzato, perfetto come un orologio, di amalgamarsi ad esso. Il calore che penetra dentro di se, lo lascia scivolare, vuole che esso la prenda totalmente, lo accoglie dentro di se . I battiti del cuore che avanzano lenti, il sangue che pompa nelle orecchie, e l'energia stessa del chakra che si diffonde dentro di se , questo lo percepirebbe bene. Eppure adesso, in questi momenti, proverebbe solo a lasciarsi andare, come in una specie di trance assoluta ove perfino i pensieri iniziano ad esser viscosi e lontani come se dormisse, come in attimi di pura leggiadria, quasi non avesse un corpo. Proverebbe solo a spostar il proprio essere oltre se stessa, per comprender ciò che accade al mondo che la circonda, provando a portare la propria essenza su quel piano nuovo. Lasciare che possa percepire non solo il calore malefico sulla propria pelle, ma sulla stessa terra che la circonda. Calda dura e bruna, in un oro luccicante che avvampa ovunque, in quel lieve vento a scostar le minime cose , i piccoli legni, la poco e rada natura che la può circondare. Consapevole di ciò che percepirebbe fisicamente, proverebbe a portar oltre qualcos'altro, qualcosa che lo spirito stesso desidera dall'alba dei tempi, potersi congiungere di nuovo alla madre terra, alla natura stessa. I sospiri che sembrano farfalle, a spostar l'aria intorno a se stessa, a ispirare quella terra , ma cerca di potarsi ancor oltre quel che meramente la circonda, qualcosa di più intimo, sta cercando quello, vuole unirsi lei stessa a quegli spiriti che la circondano per divenirne parte, per divenire lei stessa tigre. [chakra on]

23:27 Sango:
 Un sospiro viene lasciato andare dalle morbide labbra, lasciando che adesso il silenzio colmi l'aria. Lascia che siano i suoi sensi a prender il sopravvento, lascia che sia quel contatto naturale a darle forza ed energia. Rimane immobile, la concentrazione che si porterebbe ad un livello superiore, non fatta di parole o pensieri, quanto più di essenza e istinti, non serve la logica, non in quello , non adesso. Percepisce l'aria sulla calda pelle dimenticandosi del mondo stesso, di tutti i pensieri, adesso esistono solo lei e il mondo che la circonda, la natura stessa. Come quella terra, sterile quasi, eppure dalla morbide forme dolci come quelle di una madre. A quella steppa naturale rada, secca eppure brulicante di vita a modo suo. In quei movimenti di radi uccelli che passerebbero nelle vicinanze, in quei legni secchi che la vita a prosciugato della loro essenza primordiale. Prova a sentire quell'energia che la circonda, la cerca, la brama. In quei echi lontani, in quei lievi tocchi sulla terra stessa, movimenti di qualche tigre che si muove elegante e predatrice. Si muoverebbe con gli occhi della mente, vedendo, provandoci, a vedere davanti a se quella distesa di calura che si inebria, di quella terra brulicante di piccole forme di vita , di un vento sottile che lambisce parte del proprio corpo e che porta a lei odori nuovi e conosciuti. Come quello dei felini da lei amati, di qualche piccola erbetta che ha avuto la presunzione di poter crescere in quel loco, del proprio sudore, della propria essenza, di quella che la natura ha con se. Di quell'antica armonia di luci, suoni, odori che la abitano davvero e che lei è stata cieca per una vita per non averla saputa comprendere. Mai comandare, ma solo comprendere, capire come essa possa muoversi, delicata e dolce madre, eppure spietata assassina. Ad imparare ad amarla e odiarla al contempo , e di farla sua. In quella posizione, in quel proprio silenzio, nemmeno la mente elabora più, lasciando che la propria energia sbocci fuori da lei per unirsi ad un mondo più grande e poterle sussurrare quel che è nascosto agli stessi occhi . [chakra on]

23:37 Sango:
 Non avrebbe bisogno di vedere con la vista, quando tutto il resto del mondo vive intorno a se, quando la vita la sentirebbe crescere in piccoli attimi , in piccoli steli verdi che moriranno presto che sembran voler spingere e attraversare le crepe per poter nascere anche loro. In quelle grida di tigri lontane, echi di rabbia e gioia che fanno vibrare la stessa aria fino a lei. In quel cielo che la osserva e le sembra sempre più vicino , privo di nubi e limpido . Non avrebbe bisogno di veder altro, quando il vento porta a se gli odori di un mondo sconosciuto, che possa donarle quelle brevi fresche carezze a lenir solo il corpo caldo e bruciante, ma alla quale non si sottrae, cercando di incanalare dentro di se quello stesso calore e farlo proprio, che possa divenire lei altrettanto calda come esso e che possa rendersi quasi una pari. Le mani che rimangono ferme a sentir le pietruzze piccolissime lacerare lievemente le dita, cicatrici invisibili agli occhi, a render più fresche le stesse con ogni attimo, ora, vita , passata in quel modo. Non ha più senso il proprio tempo, segue solo il tempo che le viene dettato da quello che la circonda, lasciando che la mente si possa davvero liberare da catene invisibili e costrizioni per evolversi e la propria essenza espandersi verso l'esterno, tutto attorno a se, alla ricerca di nuovi esseri. A quella piccola pozza d'acqua vicina, un dono delle tigri, che lenta torna al cielo goccia dopo goccia asciugando il suo contenitore, a quel poco cibo che ha adesso, i quali odori circondano come un dolce abbraccio la stessa. A quel sentore di un animale il cui respiro è più pesante del proprio, il cui fiuto sarà più abile del proprio. Cercherebbe solo questo, di più, portarsi oltre la propria essenza , non essere il solo fulcro della propria essenza, ma essere il centro dalla quale poter sentire tutto pur rimanendo immobile. Le labbra che si schiudono come petali nel deserto, mentre la polvere sottile arriva sulla lingua, che possa capire anche il calore che sente e che possa provare a incanalarlo, come se fosse acqua a dissetarla. Provando, rimanendo ferma tutto il tempo, rimanendo immobile per lasciarsi andare ad esso, per voler provare a comprendere ciò che la circonda in ogni attimo e singolo dettaglio, seppur piccolo, immensamente importante. [chakra on]

Sango si trova nella terre delle tigri per affrontare la prima prova per il senjutsu.

Ma prima di iniziare a comprendere il mondo, va alla ricerca di se stessa per potersi comprendere davvero e appieno.



Alla gentile attenzione di Furaya <3