Keiga e il cucciolo
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Giocata del 30/11/2020 dalle 15:01 alle 23:29 nella chat "Dojo Inuzuka"
Ha chiesto d'entrare nel Dojo Inuzuka non tanto per controllare la situazione, quanto più per portare la bambina in un luogo diverso dal suo appartamento e dalla magione dell'Hokage. Ha trovato una carrozzina molto carina in metallo, di color rosso acceso con il simbolo della Foglia sui lati. La spinge pian piano, un passo alla volta. Ovviamente, non hanno avuto granché da ridire considerando come alcuni membri di quel Clan, assieme agli Hyuuga all'ingresso, abbiano creato un putiferio non indifferente e stanno ancora espiando le loro colpe chissà dove. Jushan-san se ne sta occupando e non ne ha voluto sapere granché altro. Un lungo pantalone nero, aderente alle forme della fanciulla, ne copre le inferior leve. E' sorretto da un cinturone in cuoio con fibbia argentata, avente sul fianco mancino dei ganci per i foderi delle rispettive katana. Non si separa da nessuna delle due, fedeli compagne di battaglia nel corso di tutta la sua esistenza come Ninja. A coprire l'addome, una camicia bianca con il colletto ben piegato, poggiato sui lati e lasciando visibile parte del collo e il ciondolo con il simbolo del Clan Uchiha. Al di sopra, vi è un maglione nero che ne fascia l'addome permettendole di stare anche al caldo, per via delle temperature prettamente invernali che stanno raggiungendo anche Konoha. Ai piedi, calza un paio di stivaletti scuri rinforzati metallicamente tramite degli schinieri. Sotto le maniche della camicia, sono stati posizionati anche dei vambracci per qualunque evenienza. Non ha indossato l'haori, poiché si tratta del suo giorno libero. Così ha deciso, deve occuparsi della bambina. Il coprifronte della Foglia è ben legato tra i capelli rosei della fanciulla, lunghi sino a metà della schiena in piccoli boccoli curati e profumati. Con sé, ha portato soltanto qualche tonico coagulante e di recupero chakra, nessun'altra arma od oggetto essenziale oltre alle proprie spade e al Ninjutsu che sa utilizzare alla perfezione. Senshi sembra star riposando, forse la passeggiata ha avuto l'effetto sperato. [ Chakra ON ] [Allevamento (?)] E' molto strano vederla gironzolare per il dojo in una fascia diversa da quella notturna. Non va granchè d'accordo nemmeno con quelli del suo clan che per via di tutti i casini che combina forse non la vedono di buon occhio. Ma oggi è il gran giorno. Oggi ha finalmente deciso che avrà il suo dannato cane e, se non glielo danno i grandi capi, se lo andrà a prendere da sola. Ed eccola infatti nella zona verde, nel giardino, dove ci sono le varie recinzioni con i vari canidi del clan: dai cuccioli a quelli più grandi. Lei, sta ovviamente nei pressi di piccoletti. Cerca di stare nascosta, in modo che gli umani, più che altro, non la vedono intrufolarsi nel recinto. L'abbigliamento è quello solito: felpa con cappuccio rigorosamente sulla testa, pantalone e scarpe chiuse. Tutto nero. I capelli sono sciolti e raggiungono le spalle sebbene nascosti sotto il cappuccio ed alcuni ciuffi se ne escono sbarazzini. Occhi neri e sulle guance ci sono le zannette rosse, simbolo di appartenenza al clan. Legato alla coscia destra c'è il porta armi con dentro lo shuriken, il kunai e i 5 fuuda da sostituzione. E' china sulle ginocchia, ed aspetta che passino due tizi, per poi provare ad intrufolarsi dentro il recinto dove ci sono i pargoli pelosi. E con tutti i giorni dell'anno che ci sono lei ha scelto lo stesso giorno in cui la somma figacciona con prole opta per la passeggiata al dojo. Mai una gioia. Ciò che manca a Keiga è probabilmente il tempismo per fare la scelta giusta. Non ha torto nel volersi appropriare d'un cane, forse potrebbe aspettare qualche altro giorno e il Capo Clan deciderà di convocarla proprio per il passo decisivo. Spinge pian piano la carrozzina, assicurandosi che le coperte siano al posto giusto e che la bambina stia ancora tranquilla. Il luogo in questione dovrebbe comunque essere molto calmo, data proprio la mancanza di gente eccessiva che troverebbe per le strade del villaggio. C'è sicuramente un guardiano, qualcuno che pulisce i recinti dei cani Inuzuka. Ma, al momento, sembra essere altrove. Si ferma in prossimità d'un recinto dove vi sono cani anziani, i quali per la maggior parte del tempo riposano. Alcuni agitano appena la coda, cercando qualche attenzione dai passanti di turno, ma son sicuramente meno vispi rispetto ai cagnolini nati da poco che si rincorrono poco più in là. Ancora non s'avvede della figura di Keiga, per fortuna della ragazza o per la propria, soffermandosi in prossimità del recinto precedentemente citato. Inspira a pieni polmoni, cercando quella calma interiore che di recente ha perso spesso. La ragazza, però, volendo potrà rendersi conto dei passi in avvicinamento, in fondo la Nara non sta facendo assolutamente nulla né per nascondere il proprio odore né per mitigare i passi compiuti da lei e la carrozzina. Non ha certo bisogno di farlo, ma non immagina quel che sta per fare la Genin! Non lo immagina proprio! [ Chakra ON ] [Allevamento] Un lieve ghigno le si spiaccica in volto. Cerca di essere il più silenziosa possibile, sebbene l'entrare in un recinto pieno di cuccioli non potrebbe far altro che creare casino. Una volta dentro, infatti, i piccoli pulciosi nel vederla, iniziano a scodinzolare, i più casinari anche ad abbaiare. <Ssssh..> Mette le mani avanti, come se servisse a farli stare in silenzio, mentre ruota il capo per guardarsi attorno. Di sicuro qualcuno starà già arrivando. Lo sguardo poi si abbassa sui piccoletti. Tutti felici e coccolosi. Dovrebbe provare qualcosa? Si, sono carini ma nulla più di quello. Più lontano però, c'è un cosetto nero, più piccolino rispetto a quelli che dovrebbero essere i suoi fratellini. Ed è su di lui che si sofferma. Cerca poi di addentrarsi tra quella bambagia di mini canidi urlanti e morbidi, cercando di non pestarli <Ma zitti, quanto casino> Sussurra, cercando di avanzare, sebbene sia una cosa quasi impossibile, data l'insistenza dei piccoletti. Riporta poi lo sguardo davanti a sè, notando che quel cagnetto nero di prima sembra sparito. <...> Sospira, si inclina in avanti e ne prende uno a caso, sebbene scelga il più scuro. Sembrava un'ottima scelta, finchè nel guardarlo resta un attimo perplessa. Quell'affare con la lingua di fuori, ed un muso che sembra si sia schiantato ai 130h contro un muro. Il labbro si alza in una smorfia ma non ha molto tempo. Le voci dei guardiani sono più vicine del previsto. Cerca quindi di piazzarsi quella cosa orribile e col pelo sotto l'ascella per tornare indietro, verso quel punto della recinzione da cui è entrata ma.. - Hei! Cosa stai facendo li dentro! - Incassa la testa tra le spalle, senza girarsi verso di loro. Magari se non la vedono in faccia non la incolpano - K E I G A - Come non detto. Ormai la conoscono tutti lì dentro. Un attimo di panico che la porta a restare ferma ed immobile con la baguette in formato cane scodinzolante sotto l'ascella. E toh, lì vicino c'è pure Hokage più carrozzina. Può andare peggio di così? Tutta la situazione ha del comico. La donna riprende il passo, preceduta dalla carrozzina che spinge con calma. La bambina sembra ancora riposare, tranquilla e cullata dai movimenti delle ruote sul terreno. Si sta avvicinando man mano al recinto dei cuccioli, quei piccoli batuffoli di pelo che ancora devono crescere, ma che già fanno un casino allucinante. Sembra esserci qualcuno nei suoi pressi, alcuni esemplari hanno iniziato ad abbaiare. Solleva un sopracciglio mentre uno dei guardiani sembra attirare anche l'attenzione della Nara per via delle parole pronunciate. <Mh?> Piega un sopracciglio, ma il rumore è abbastanza fastidioso da poter svegliare Senshi. Controlla immantinente il passeggino. Silenzio. Dorme beata. Un sospiro di sollievo. E vorrebbe tanto restar distante, in fondo non la riguarda e il Clan non è il suo, inoltre sembrano avere comunque la situazione sotto controllo. E' il nome che pronuncia, tuttavia, che le fa drizzare immediatamente i sensi. <Keiga?> La chiama a sua volta, spingendosi poco più in avanti e cercando di portare la carrozzina nei pressi altrui, cosicché possa bloccarne l'avanzare. Sì, è rischioso, ma crede fermamente che la fanciulla non voglia urtare chi c'è dentro o che, quanto meno, possa balzare via seppur abbia tra le mani quello che sembra un fagottino. <Hai trovato il tuo cane, finalmente?> Le chiede, facendo chiaramente la gnorri, seppur non riesca affatto ad immaginare che un Inuzuka rubi un cucciolo di cane per i propri fini. Insomma, ha scelto probabilmente il giorno sbagliato! Sì sì. Ma può rimediare? [ Chakra ON ] [Allevamento] Mai le gioie, mai. Quando decide di muoversi da quell'interminabile immobilità, ecco che si ritrova davanti Furaya. Gli occhi neri balzano da lei alla carrozzina e dalla carrozzina a lei. Idea. Prende quella palletta di pelo inguardabile e la porge alla nara. <Mettilo là dentro> Ma certo, usiamo l'Hokage per rubare il cane dall'allevamento. E sta anche per rispondere alla donna ma alle sue spalle uno dei guardiani le si avvicina, acchiappandola, come sempre, per il cappuccio, finendo per toglierglielo. <Ngh, lasciami!> E mentre quello che dovrebbe essere un cane scodinzola felice pur restando a mezz'aria, il guardiano glielo prende dalle mani. <No! Ridammelo!> In questi momenti viene sempre fuori quel lato infantile che cerca di nascondere. Mentre il guardiano posa a terra l'abominio, seppur simpatico, lei guarda Furaya, infilando le mani nelle tasche, rassegnata. - E' già la seconda volta, Keiga - Diciamo che non risponde a Furaya perchè ormai quel dannato coglioncello ha spifferato tutto. - Hokage, perdoni questa testa di legno. Spero non l'abbia disturbata - Fa una pausa strattonandola appena da quel cappuccio - Sparisci, ultimo avvertimento - E la lascia, permettendole di riinfilare il cappuccio sulla testa. <Crepa..> Brontola, uscendo dal recinto. Anche oggi non ci è riuscita. Anche oggi senza cane. Guarda Furaya, imbronciata come pochi, poi distoglie lo sguardo e si incammina per quella strada. Le mani di nuovo in tasca e la testa bassa. Di certo non è apprezzata ma non fa neanche niente lei per farsi ben volere dalla gente. Keiga le propone una bellissima messinscena. Le chiede di mettere il fagottino a forma di cucciolo di cane dentro la carrozzina, in modo tale che possa nasconderlo e portarselo via, facendosi ovviamente aiutare dall'Hokage. Non da un passante qualsiasi. Sospira e scuota il capo in segno di diniego. Si ritrova davanti quel bellissimo cucciolo che effettivamente vorrebbe prendere e portare via con sé, ma non sarebbe affatto giusto nei confronti degli Inuzuka. L'egoismo non è la soluzione che deve impartire alle nuove leve, specialmente se tutto ciò si può attribuire ad una ragazzata. <...> La donna osserva tutta la situazione mentre Senshi, nella culla, sembra agitarsi. Agita appena le manine in aria, lamentandosi e probabilmente sarebbe prossima al pianto. <Shhht.> Agita leggermente la carrozzina, spostandola avanti ed indietro, cosicché possa farla calmare in qualche modo, anche se non sembra molto sicura di riuscirci. Sta già sudando freddo. Per il momento, però, ammesso non ci siano molti altri rumori nell'aria, dovrebbe riuscire a placarle un minimo il fastidio provato. <Keiga, aspetta> La vede allontanarsi mentre cerca di calmare il prossimo possibile pianto della bambina, allungando appena un braccio e la relativa mano alla volta della spalla più vicina della ragazza. <perché stavi prendendo quel cane?> Pensava ovviamente che fosse il suo, ma evidentemente il guardiano non la pensava così. Anche verso questi va a rivolgersi con un tiepido sorriso. <Oh, non è un problema. Non si preoccupi.> E soltanto in seguito tornerebbe a fissare l'interlocutrice, ammesso sia riuscita a fermarne l'avanzare così da parlarle. [ Chakra ON ] [Allevamento] Quanto li odia. Dannati. Li odia tutti quelli del suo clan. Quando sente le parole di Furaya ed il tocco della sua mano sulla spalla, arresta l'incedere e si volta, guardandola pure male, sebbene con lei non abbia effettivamente nulla, per il momento. E quello sguardo è davvero pieno di odio. Non è il solito, che comunque non è mai stato dolce e coccoloso come quei cuccioli. <Cosa vuoi.> Sbotta appena ne incrocia lo sguardo restando però in silenzio per qualche istante quando lei le porge la successiva domanda. Sposta lo sguardo sul guardiano che ricambia sostenendo il proprio, in maniera molto simile. <Perchè non vogliono darmelo> Finalmente risponde. <Raccontano un sacco di palle. Tutti raccontano palle.> E fa per voltarsi, facendo però cadere lo sguardo sulla pargoletta nella carrozzina. La guarda qualche istante finendo comunque per tornare a darle le spalle. <Cerca di non abbandonarla.> Parla, riferendosi a quello che crede abbiano fatto i suoi. E non aggiunge altro. Riprende a camminare, dato che il guardiano non sembra volersi schiodare da quella zonna finchè non si sarà allontanata e lei di vederlo non ne ha più voglia. Scruta Keiga, la quale è ovviamente adirata per quello che è successo di recente proprio davanti agli occhi della Nara. Una mano, quella che poggia sul passeggino, continua a farlo dondolare un minimo cosicché Senshi possa venir nuovamente cullata, magari riuscendo anche a farla addormentare prima che possa mettersi a piangere. <Shhht.> Le sussurra ancora delicatamente e dolcemente, come una madre amorevole dovrebbe fare con il suo bambino. <Non voglio niente, Keiga. Mi sembravi in difficoltà, motivo per il quale mi sono permessa di parlarti.> Ammette, avendo ben compreso come si comporta Keiga con le altre persone, adocchiando il caratterino che si ritrova che potrebbe anche tranquillamente essere definito un caratteraccio. Crede di capire come sia giusto prenderla, ma non sembra affatto essere il momento opportuno. <Dipende da quali balle raccontano. A volte, esistono anche bugie a fin di bene, lo sai?> Sospira, volendo mantenersi ovviamente calma e pacata, senza andare in escandescenze inutili. Del resto, non ha motivo per farlo e se la Inuzuka è arrabbiata, esserlo a sua volta e mostrarglielo, non risolverebbe assolutamente nulla. Bisogna far calmare chi ha di fronte per poterci parlare tranquillamente, come quella volta da Ichiraku, quando aveva ancora il pancione e Senshi era solo un'immagine nella sua testa. <Non so molto del vostro Clan, lo ammetto, ma forse avranno le loro ragioni, non pensi?> Prova a farla ragionare, anche se tutti sappiamo che potrebbe trattarsi di tempo perso. Tuttavia, la Nara s'è sempre comportata così con tutti anche quando credeva che appunto fosse tempo sprecato. Ha sempre dato una seconda chance. <Abbandonarla?> Solleva un sopracciglio, gli occhi che si spostano dalla bambina alla Genin. <Perché dovrei? E' mia figlia.> Le sembra totalmente illogico e la risposta viene pronunciata senza pensarci su neppure due volte. <Non sarò come mio padre.> Un commento, un altro, a freddo. [ Chakra ON ] Sembra che la conversazione debba tenersi lì. Ma visto che il guardiano, forse per la presenza della Kage, è tornato ai suoi affari, può anche andare bene quella location. <Sono loro che mi mettono in difficoltà> Risponde, mantenendo quello sguardo incazzato e freddo sulla donna>. La ascolta, restando impassibile a quella parole <Si, certo.> annuisce. Ovviamente non lo dice davvero. E' un pò come quando si dice di si chi non vuoi sentire. Poi, eccola che sembra dare ragione al clan. Ma ovviamente, come fanno tutti. Sbuffa dal naso, come se avesse sorriso ma abbassa la testa, nascondendone ogni prova <Ovvio. Gli altri hanno sempre una ragione. Ma certo. Hanno sempre ragione loro.> Ed annuisce ancora verso di lei, stavolta rialzando la testa per guardarla dato il suo stranirsi riguardo l'abbandonare la creatura <Ed è vero, o è solo un'altra balla che si dice a fin di bene?> Chiede, ironizzando sulle sue parole precedenti. Deglutisce però quando parla del padre, notando il cambiamento della donna. <Beh allora> Abbassa gli occhi neri sulla bimbetta, bruttina, come tutti i neonati, almeno secondo lei. <Spera di non restare da sola con un clan di merda che ti incolpa di tutto e si accorge di te solo quando sbagli> Rialza poi lo sguardo su Furaya. Uno sguardo che non p per nulla diverso da quello di prima. E non sa neanche lei perchè ogni volta fa fatica ad allontanarsi da quella donna. Forse perchè nonostante tutto cerca sempre di capirla e non le parla come se fosse una poco di buono? Può essere. <Se vuoi, ci spostiamo da un'altra parte. Guidami tu.> Un modo come un altro per farla allontanare da lì, poiché effettivamente potrebbe non volerci restare a lungo, considerando come sia stata trattata dal guardiano. Potrebbe anche non essere la prima volta che s'atteggia in quel modo, priva di pazienza com'è, ha pensato che il compagno d'avventure se lo sarebbe dovuto catturare da solo. <Tesoro, se i cani sono qui c'è un motivo. Se fosse stato possibile prenderli senza motivo, lo sapresti. Evidentemente, c'è da ragionarci su. Non credo tu l'abbia voluto fare con cattiveria, no?> Cerca la conferma da parte sua, volendo appunto comprenderla, aiutarla fin dove l'è possibile poiché non può ovviamente costringerla. <Non prendermi in giro e non darmi le stesse risposte che daresti ai tuoi coetanei. Non voglio rispetto, sia chiaro, quello lo si guadagna a prescindere da chi ho davanti.> Mette subito le cose per iscritto, i cosiddetti puntini sulle i. <Keiga> La rimprovera un minimo, in fondo si sta comportando in maniera inopportuna ed un po' immatura. Non lo fa ovviamente con cattiveria, ma punta le iridi glaciali in sua direzione, cercando quelle altrui. <Sono contraria anche alle bugie a fin di bene, tuttavia ci sono delle volte in cui non puoi evitare di dirle, magari per evitare di far star male una persona, ecco.> Commenta alla di lei volta, stringendosi appena nelle spalle. Senshi sembra essersi finalmente addormentata, quindi non pare muoversi eccessivamente, se non qualche piccolo lamento mentre sonnecchia. <Credi che non ci sia passata? E non mi sentivo puntata soltanto dal mio clan, ma anche dagli altri.> Quando Ryota, suo padre, fece la sua comparsa e un manipolo di persone, le più cattive e crudeli, credevano che lei potesse diventare proprio come lui, avendo lo stesso sangue. Piccata la risposta, è vero, ma altrimenti non le entra in testa. <Ascolta, cosa ti hanno fatto loro per meritare il tuo disprezzo? Parlamene, per favore.> Vuole incoraggiarla ma, come detto, senza costringerla. [ Chakra ON ] <Ed alle sue parole, si volta ed inizia a camminare. Va bene ovunque, basta che sia lontano da quei cani. Sebbene prima di allontanarsi definitivamente, butta l'occhio nel recinto, cercando quel batuffolo nero e piccoletto, ma nulla, di nuovo. Riporta lo sguardo davanti, aspettando comunque che la somma la affianchi. E sgrana gli occhi a quel "tesoro". Una valangata di ricordi la investono. Sua madre la chiamava così. Ma non dice nulla, limitandosi ad ascoltarla. <Se me lo avessero dato non lo avrei fatto> Risponde, guardando a terra mentre cammina. Poi ecco che arriva la ramanzina. Ma la ascolta, perchè non è la classica "Stai zitta e cerca di fare qualcosa di utile invece di rovinare tutto". Sospira, spostando le nere sulla carrozzina quando l'esserino emette quei versetti strani. Ed una volta che i puntini sulle i sono stati messi, riporta lo sguardo a terra, continuando quella lenta camminata. Quando l'altra la nomina, ruota il capo, rallentando fino a fermarsi per ricambiare quello sguardo. <Non sono d'accordo.> Risponde. Ma non le è mai capitato niente di simile, quindi si basa solo sulla sua esperienza. <Già..> Abbassa lo sguardo. Riprendendo a camminare, anche stavolta, lentamente. <Che cosa cambia anche se te ne parlo. Non puoi farli tornare indietro> Sospira, stringendo appena i denti mentre lo sguardo sfugge davanti a sè <Pensano che io sia la pecora nera del clan. Ma non hanno mai fatto nulla per capire il perchè mi comporto così> Le iridi, nere, si chiudono in fessure <Li odio, tutti> Deglutisce, ma pare inizi ad aprirsi. <Hanno detto che se ne sono andati perchè non ce la facevano più a prendersi cura di me> Parole sentite quando era piccola, e che le sono rimaste in testa, scolpite <Poi hanno detto che sono morti ma il loro nome non c'è scritto da nessuna parte> Insomma, non sa cosa è vero e cosa no. Sta in un limbo, confuso. Poi si zittisce, rendendosi conto di aver parlato troppo e di averlo fatto per la prima volta. Incassa la testa nelle spalle, stringendosi appena in se stessa. <So che è una domanda inutile e forse sto sbagliando a fartela, però> Sospira, una mano scivola tra i capelli rosei, scostando delle ciocche dalla fronte. <hai provato a chiederlo, anziché prenderlo con la forza?> Potrebbe davvero sembrare una cazzata, ma magari Keiga a tutto questo non c'è arrivata. Avendola inquadrata almeno un minimo, a conti fatti, non si sente in dovere d'escludere questa eventualità. <Okay, ci sta non essere d'accordo con qualcuno o con un parere che ti viene propinato.> La lascia parlare, senza contraddirla appunto. La inizierebbe a seguire nel suo avanzare, spingendo piano la carrozzina per evitare inutili scossoni alla piccola Senshi. <Cambia che tu ti sfoghi. Cambia che ti liberi dal peso che ti porti addosso e che ti fa stare così male.> Il caratteraccio che ha è appunto dovuto a questo, a quello che deve tenere sulle sue spalle giorno dopo giorno. <E tu hai mai cercato di far capire loro perché ti comporti così? Hai mai provato a parlarci direttamente, cambiare metodo d'approccio?> Anche questa potrebbe essere tranquillamente una domanda stupida da rivolgerle, tuttavia sembra si stia aprendo man mano, quindi forse non è così scontato come crede. E' facile intuire che stia parlando dei genitori o di qualcuno che si sia preso cura di lei in passato. La lascia passare, contenta da un lato che si stia finalmente aprendo con lei, seppur ci sia voluto del tempo del quale non si pente affatto. <Se vuoi> Non la forza, come detto anche prima. <possiamo anche provare a cercarli. Ci saranno dei documenti a loro relativi ai quali posso risalire, così da capire dove sono finiti e, in caso, cercarli.> Di recente, è persino tornata Sakura che era stata per dispersa ormai da una decina d'anni, quindi si sente particolarmente convinta di ciò, sicura che chiunque possa essere ritrovato a meno che non sia ovviamente morto. <E se non hai un posto dove stare, dimmelo.> La aiuta come meglio può, ovviamente. <Posso offrirti io una dimora.> Non lo dice tanto per dire, ma sa che portarla via dal Dojo Inuzuka non deve essere neanche una grande idea. [ Chakra ON ] <Si, l'ho fatto. Poi, sempre poi mi dicono> Le mani nelle tasche, si stringono appena in pugni. E pare più tranquilla per il momento, in quella passeggiata. Guarda di nuovo la carrozzina, forse cercando di ributtar gli occhi su quella creaturina, forse solo perchè sta lì, leggermente più avanti. Non dice nulla riguardo allo sfogo. Sta in silenzio, ascoltandola <Ormai non mi interessa più> Risponde <Voglio il mio cane. Mi spetta> Pausa, dove probabilmente pensa a cosa aggiungere <Quando lo avrò, me ne andrò da questo posto di merda> Quasi come se anticipasse le sue parole. Ma quando lei parla di cercare i genitori, rallenta di nuovo fino a fermarsi. Guarda a terra, stavolta. <No..> Una risposta sicuramente inaspettata. Ma ha troppa paura di sapere la verità. In ogni caso, farebbe male: sia che siano morti sia che l'abbiano abbandonata per davvero. Riprende poi a camminare, stringendosi appena nelle spalle. <Non ne ho bisogno> E certo, perchè dormire quasi ogni sera da una persona diversa, magari in cambio di favori sessuali, è sicuramente la cosa migliore. Ma in tutto questo, ancora non capisce perchè Furaya sia così gentile con lei. L'espresione è tornata quella apatica di sempre. Non sembra aggiungere altro. Nè sui suoi, nè sul resto. Non ha neanche parlato del fratello. Lui è ben apprezzato nel dojo. Lui è perfetto in tutto. Ed odia anche lui, ovviamente, sebbene la cosa non sia reciproca.
Giocata del 03/12/2020 dalle 00:10 alle 00:49 nella chat "Dojo Inuzuka"
Purtroppo è questo che succede nel mondo degli adulti. Non ti rendi conto del tempo che passa finché non puoi più fare ciò che hai rimandato per tanto tempo. Continuare a procrastinare, a dire ad un giovane "poi" o "dopo" non porta a niente di concreto. <Gli adulti.> Commenta, come se ciò fosse a sfregio, stringendosi nelle spalle. <Se loro non ti rispopndono, vieni da me.> Le consiglia in un certo senso, poiché non può fare altro per venire incontro alla giovane. Dunque, propone delle alternative nella speranza che possano quanto meno chiudere quelle falle per un po', finché non avranno una soluzione migliore per lei. <Certo che ti spetta, ma quando te ne andrai> Esattamente come le ha appena accennato, stringendosi nelle spalle, gli occhi che glissano dalla ragazzina al passeggino dove la bambina sembra ancora riposare. <dove pensi di recarti? Hai abbastanza denaro per acquistare una casa? Restare nella sede del Clan è la scelta migliore che tu possa fare al momento.> E' sicuramente una soluzione temporanea, meglio di stare in mezzo ad una strada e non sapere come sopravvivere fino al giorno successivo. La sua proposta non è stata molto gradita dalla Inuzuka, quindi non può fare altro che dispiacersi un poco, storcendo le labbra, ma accettando comunque la decisione dell'altra. <Come vuoi, Keiga. Ma per qualunque cosa, vieni da me, anche la più stupida.> Ci prova tanto con lei perché altrimenti rischia di andarsene anche dal villaggio, di non essere apprezzata e vuole far sì che questo non avvenga. Può avere senza dubbio una vita agiata se soltanto lo volesse, ma nessuno cerca di capirla, la Nara sì. Non lo fa soltanto perché non debba farle lasciare il villaggio o il Clan, quanto più per farla crescere come merita. <Credo sia il caso che io vada. Devo cambiarla.> Ammette, notando come Senshi sia probabilmente pronta a piangere da un momento all'altro. Le sorride, ci prova. Sa che avere a che fare con Keiga non è affatto semplice. <Ricorda quel che ti ho detto.> Un ulterior sorriso alla di lei volta, per poi dirigersi fuori dalla tenuta Inuzuka per tornare alla propria, sperando d'aver fatto qualcosa d'utile per lei. [ Exit ] Continuano a camminare, sebbene lentamente anche per non far svegliare l'affarina nella carrozzina. La Nara sta cercando in qualsiasi modo di aiutarla e lei sta iniziando davvero a crederci, sebbene non ne capisca il motivo. A quel "vieni da me" si volta a guardarla quasi incredula. L'apatia che per un attimo fa spazio alla perplessità. Ma torna presto normale, alzando le spalle per riportare lo sguardo davanti a sè. <Ho qualcosa..> Si, qualche spicciolo di quelli che non ha speso in alcool e ramen. <...> Di nuovo quel "vieni da me" ma stavolta non la guarda. Perchè tutta quella peroccupazione ormai sono anni che non la sente da parte di qualcuno nei suoi confronti. Si stringe nelle spalle, incassando un pocco la testa. E sta in silenzio prima per poi parlare. <Se scopro che mi stai prendendo in giro, Hokage o meno, ti odierò come odio tutti gli altri> Si può decifrare con una sorta di level up per Furaya, alla fine. <Buon rientro.> Aggiunge guardandola. E ci manca poco che non la uccidano quei sorrisi. Perchè è così figa? Distoglie lo sguardo annuendo alle sue ultime parole. La accompagna addirittura fino all'uscita del Dojo per poi tornare a casa. [FINE]