Un pericolo dal passato
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Giocata dal 27/11/2020 21:01 al 28/11/2020 00:09 nella chat "Ospedale [Konoha]"
[Camera da letto] La psicologia. Questa mera e pura branca della mente, che studia tutti i suoi meccanismi, tutte le emozioni. Le sensazioni. Che studia tutto. Insomma, una materia che al momento servirebbe. Parliamo un attimo di lei e di quello che è successo. Ci sono tante cose da dire, troppe forse. Ma partiamo dal più vicino passato, ossia quello odierno. E' stata trovata alle porte di Konoha. Ridotta a brandelli, praticamente. Un corpo nudo, esamine, quasi privo della volontà di vivere. Ricoperto da cima a fondo di lividi, tagli, ustioni e cicatrici. Molte cicatrici. Fatta eccezione per la zona oculare, dove sembrerebbe non esserci alcunché di diverso. I tratti non sono quelli della vecchia Sakura, che tutti erano abituati a vedere. Non sono quelli della Chunin della foglia, conosciuta come Senbonzakura. I lunghi, forse troppo, capelli castano scuri scendono sporchi ungo la schiena e le spalle, mentre il viso è totalmente coperto. Le braccia sono attorcigliate attorno alle ginocchia, vicine allo sterno. Gli occhi sono spalancati, mentre i piedi nudi toccano il tessuto di cotone delle lenzuola. Che sensazione strana. Troppo morbido. Non è abituata a tutta quella morbidezza. Le mani sono strette in un unico pugno e le unghie sembrano affondare nella pelle, per quanto sono strette. La luce artificiale della stanza non le crea problemi. Ciò che crea problemi è tutto il resto. Dopo poco che è stata recuperata, nuda, alle porte di Konoha, è stata portata subito in ospedale. Forse il tratto caratteristico dei suoi occhi l'hanno fatta riconoscere come una Hyuga. O semplicemente l'hanno riconosciuta, quando ha detto il suo nome. Certo è che nove anni sono passati. E forse nemmeno sanno chi sia lei. O che cosa abbia mai fatto. Ciononostante, far sapere subito il nome è stato l'unico metodo che le è venuto in mente per poter ricevere quell'assistenza che le serviva. Le hanno dato anche un paio cambio, che indossa attualmente. Non sa che fine abbiano fatto tutti. E' da un po' che non si vedono persone dentro quella stanza. Un silenzio quasi tombale regna sovrano e le fa da culla, mentre cerca di mettere a fuoco la sua situazione. Ma è... Difficile. Troppo difficile. Non c'è nessuno li. E forse è quello che si merita, dopo tutti questi anni di assenza. Un'assenza che le è stata imposta, obbligata da persone che non sono sue. Da persone che, secondo la coscienza morale, dovrebbero morire. L'hanno chiamata per ulteriori disguidi al portone. Non capisce perché di recente debbano esserci tanti problemi davanti l'ingresso di Konoha. Così come non comprende il motivo per cui debba essere interpellata ogni volta. Ah, già. E' l'Hokage. Sospira pesantemente, mentre si trova nel corridoio dell'ospedale, in prossimità della stanza occupata da Sakura. Sakura. Ragazzi, non è un nome qualunque. Quando ha sentito quel nome credeva fermamente che non potesse trattarsi di lei. In fondo, quanto tempo è passato? Anni? Decenni. Uno sicuramente. Ed il fatto che ci sia di mezzo Saisashi, un po' la inquieta. Ha cercato di parlare immediatamente coi medici, scortata da Mattyse che ha incontrato durante il tragitto celere in ospedale. Potrebbe tornargli utile, ha decisamente bisogno di un aiuto al momento, per quanto non stiano andando d'accordo neanche loro due di recente. Non è il momento per fare gli stronzi. Dopo aver saputo dai medici delle linee generali sulle condizioni di salute altrui, è bene che si inventi qualcosa. Non può restare fuori dalla porta a vita. Un lungo pantalone nero, aderente alle forme della fanciulla, ne copre le inferior leve. E' sorretto da un cinturone in cuoio con fibbia argentata, avente sul fianco mancino dei ganci per i foderi delle rispettive katana. Non si separa da nessuna delle due, fedeli compagne di battaglia nel corso di tutta la sua esistenza come Ninja. A coprire l'addome, una camicia bianca con il colletto ben piegato, poggiato sui lati e lasciando visibile parte del collo e il ciondolo con il simbolo del Clan Uchiha. Al di sopra, vi è un maglione nero che ne fascia l'addome permettendole di stare anche al caldo, per via delle temperature prettamente invernali che stanno raggiungendo anche Konoha. Ai piedi, calza un paio di stivaletti scuri rinforzati metallicamente tramite degli schinieri. Sotto le maniche della camicia, sono stati posizionati anche dei vambracci per qualunque evenienza. Infine, come ultimo vestiario visibile e da mesi poggiato sulle sue spalle, l'haori bianco da Hokage con la dicitura recante il suo ruolo di Decimo sulla schiena in rosso capeggia fiero. Il coprifronte della Foglia è ben legato tra i capelli rosei della fanciulla, lunghi sino a metà della schiena in piccoli boccoli curati e profumati. Con sé, ha portato soltanto qualche tonico coagulante e di recupero chakra, nessun'altra arma od oggetto essenziale oltre alle proprie spade e al Ninjutsu che sa utilizzare alla perfezione. Fissa la maniglia come guarderebbe qualcosa di tremendamente lontano e distante da sé. Non può farcela, ma deve. E ne abbassa la maniglia, prima cercando quasi un cenno d'assenso da parte del Senjuu, dopodiché spingerebbe verso l'interno l'anta della porta proprio per entrare. Si va in scena! [ Chakra ON ] Ogni tanto toccano pure al nostro bianco fare dei turni di ronda come ANBU, ed è proprio indossando quella sua divisa che ha incrociato Furaya e, riconoscendola un pelino tesa, non poteva certamente lasciarla sola. Il generale avrebbe avuto da ridire? Probabile, ma per fortuna l'amica a cui vuole dare assistenza è proprio l'hokage. Quindi Boryo aggrappati e tira forte GRAZIE. Avanza per quei corridoi di quell'ospedale, a passo deciso in quei suoi stivali neri e alti, che stringono fino a metà stinco dei pantaloni, il busto è coperto da quella giubba priva di maniche, simile a quella donata ai jonin ma di colore grigio e senza protezione per il collo. Alle braccia sfoggia le protezioni proprio per gli avambracci mentre le spalle sono scoperte, sfoggiando il tatuaggio delle forze speciali. Il volto, è coperto dalla sua bellissima maschera con sembianze di pulcino, di un bel colore giallo con tanto di becco. I capelli bianchi sono lasciati liberi di svolazzare ad ogni passo mentre gli occhi ambrati puntato dinanzi a loro. Equipaggiamento ne abbiamo? Ma certo! Alla coscia sinistra un porta kunai con tre di queste lame, sulla coscia destra una borsa porta oggetti con quindici carte bomba, un tonico curativo speciale e un tonico recupero chakra speciale. Sotto l'avambraccio sinistro sono presenti due fuuda contenenti dei tronchetti da sostituzione. La donna non ha parlato molto, forse è proprio per questo che ha deciso di seguirla, nonostante i due non siano in un bellissimo momento, rimane un amica e Mat non è certamente intenzionata a lasciarla indietro. Chi è questa Sakura? Come mai tutte queste attenzioni da parte di una ferita che si è presentata dinanzi al portone? In fondo una squadra ha colpito Oto, la luna rossa brilla in cielo, cosa dovrebbe stupire? Uno stupro? Apriamo la ricerca allo stupratore. Un assalto ai danni di una fanciulla? Caccia all'uomo o alla banda. Perché invece, per questa ragazza, ci si sta muovendo tanto? Cosa ci sarà sotto? I due giungono dinanzi alla porta e Furaya pare dubitare, ha bisogno di una mano? Il gomito sinistro si piegherebbe quasi completamente, sollevando così la mano mancina che verrebbe portata verso la spalla destra della rosata. "Sono qui." Commenterebbe secco, intento a ricordarle che non è sola. La luce della stanza andrebbe a mostrarsi mentre la porta viene aperta, svelando le loro figure ai due occhi a Mat un pochetto familiare della Hyuga. [Equip: Porta kunai (3 kunai), Borsa porta oggetti (15 carte bomba, 1 tonico curativo speciale, 1 tonico recupero chakra speciale), avambraccio sx (2 fuuda con tronchetto)][Maschera: HEBI] [Camera da letto] Non si muove da quella posizione. Strategicamente parlando, non è delle migliori. Lascia completamente scoperta la schiena, che potrebbe essere presa come obiettivo, in caso di attacco. Ma non glie ne importa. Se avessero voluto ucciderla, l'avrebbero fatto alle porte di Konoha. Non di certo li, dentro il villaggio. Il suo villaggio. Quello stesso villaggio che non l'ha neanche cercata, in tutti questi anni. Che non ha fatto il benché minimo sforzo per cercarla. Nulla di nulla. un villaggio che l'ha abbandonata, proprio mentre aveva più bisogno. Lo stesso villaggio che non ha fatto nulla per Hiashi. Lo stesso villaggio che sembrerebbe essersi completamente scordato di lei. Scuote appena il capo, mentre altri pensieri cominciano a tornarle alla mente. La gola brucia, desiderosa di acqua. Tanta acqua. O forse di altro. Ma di cosa, per l'esattezza? Non lo sa nemmeno lei. Ma attualmente, l'unica cosa che desidera è avere un minimo di appiglio. Nel senso, un qualcosa che possa riportarla alla realtà. Sa benissimo che in quella posizione, senza nemmeno muoversi, non darà molto modo ai medici di visitarla a dovere. E sa perfettamente che le medicazioni appena ricevute sono solo palliative e servono per aiutarla nella guarigione a lungo termine. Ma per quelle della sua mente, non basta il chakra curativo. Serve molto altro. Un suono viene catturato dalle orecchie della Chunin, se così si può ancora definire. Un semplice suono, come quello di una porta che si apre. Il corpo, improvvisamente, si irrigidisce andando a mostrare ai due che stanno entrando una persona che non solo è traumatizzata, ma anche intimorita. i piedi si avvicinano alle cosce, mentre la testa si nasconde ancora di più dentro l'incavo creatosi tra le gambe e l'addome, come a volersi coprire più che può. Sulla cartella clinica sicuramente avranno scritto le ferite visibili.. Non dice ancora nulla. Rimane li ferma, con gli occhi spalancati, non visibili ancora dagli altri due. Quella semi tana costruita sembra essere l'unica cosa che possa tenerla al sicuro, fintanto che rimane li. Ma non può rimanere li in eterno, no? Non può continuare così. Sono pensieri che vanno in contrasto con quella che è la paura di fondo. Paura di rivedere quegli occhi marroni, quel sorriso sadico, quella dentatura perfetta. Quel timore di non potersi più riconoscere. Ma al tempo stesso, quello stesso timore causatogli da nove anni di torture, abusi, stupri, violenze di ogni genere, la portano a guardare. Da un lato per vedere se il suo carceriere l'ha trovata e vuole riportarla nella prigione, dall'altro per farsi scoprire. Almeno un po'. Alza leggermente la testa, mostrando quel poco che si conosce dei suoi lineamenti, ancora riconoscobili, del volto. Gli occhi, in maniera un po' sfocata, puntano sulle due figure che sono appena entrate. E si sofferma principalmente su quella mascherata. La testa si muove lentamente, a rallenty quasi. Incalcolabili secondi, lunghi forse troppo rispetto a quanto appaiono. E dopo un po', eccola spostare sulla figura che domina, in un certo senso, quella scena. Il corpicapo ed il colore dei capelli. No, non è Aizen. Non è lui. E' una donna. E'.. <...>Sospira, quasi intimorita dalla figura arrivata. Non perché l'abbia effettivamente riconosciuta grazie allo Haori che indossa, quanto più perché le fa ricordare un passato troppo lontano. Un passato che non vorrebbe ricordare, in quanto troppo pieno di gioie. Ma anche e soprattutto di dolori. <C-che...> La voce è troppo rauca. Troppo. Non sa riconoscersi. Più baritona, di quanto Furaya possa ricordare. <Acqua..> una richiesta. Una semplice richiesta. Tanto per cominciare. Un respiro. Un altro. Cerca d'assestare la presa che ha attorno al cuore e allo stomaco. Sa che c'è Mattyse, ne sente la mano sulla spalla mentre apre la porta. Gli occhi azzurri si assestano immediatamente alla volta della ragazza sul letto, intimorita a sua volta dall'averla così vicina. Un miraggio. La scandaglia dalla testa ai piedi, come uno scanner, ne scruta le fattezze, quegli abiti improvvisati che le hanno dato. Per non parlare dello sguardo, quegli occhi chiari e perlacei che conosce fin troppo bene. Piega appena il capo di lato, mentre muoverebbe pian piano un piccolo passo, poi due. Vuole avvicinarsi con calma poiché ha ben presente cosa si prova. Il disturbo post traumatico non va preso sottogamba, lei ci ha convissuto per anni, quindi si reputa piuttosto capace di tenerlo sotto controllo. <Mh?> Cerca di capire cosa voglia dire, fermandosi in prossimità del letto, ma tutt'ora distante, non volendo coprirla con il suo corpo poiché risulterebbe essere null'altro che problematico. Quando le chiede dell'acqua, si sposterebbe verso il comodino nei pressi dello stesso lettino d'ospedale, laddove è stata lasciata una brocca con dell'acqua ed un paio di bicchieri. La solleva e, con delicatezza disarmante, quasi non volesse far troppo rumore, non farebbe altro che versare il liquido trasparente nel bicchiere. Dopodiché, allungando l'arto destrorso, lo porgerebbe alla diretta interessata, mantenendosi ancora un po' distante ed avvicinandosi soltanto se la risposta allo stimolo fosse positiva. <Ti ricordi di me?> Le chiede, mantenendo un tono di voce prettamente calmo. Seppur siano passati degli anni e sia cresciuta, i lineamenti, i capelli, quegli occhi sono inconfondibili. Ed il nome! Non può essere soltanto una coincidenza. <Non preoccuparti per lui> Indicando Hebi oltre la spalla. <si assicurerà che nessuno ti faccia più del male, vero Hebi?> Ne cerca l'attenzione oltre che la risposta, fissandolo di sottecchi da sopra la spalla. Aspetta una risposta dalla fanciulla, senza metterle fretta, attendendo il tempo che serve. [ Chakra ON ] Furaya deve avanzare, di qualche passo, prima che i propri occhi ambrati possano vedere effettivamente la figura femminile che si è rannicchiata sul letto. La decima si allontana ed Hebi si volterebbe allungando la mano destra per afferrare la porta dalla maniglia e accostarla lentamente. Non sa nulla, nel dei traumi, ne dell'accaduto. Per chiudere la porta in maniera più silenziosa possibile girerebbe la maniglia, posando poi la mano mancina sul bordo per chiudere bene prima di permettere al gancio della serratura di fare quel lieve scatto. Al termine, si volterebbe, osservando Sakura e i suoi occhi che son più che conosciuti all'interno di quel villaggio. Come Furaya porge l'acqua alla giovane, lui si avvicina, con particolare calma e pacatezza, intento a non fare mosse avventate per prevenire qualsiasi problematica, ai piedi del letto, ove dovrebbe trovarsi la cartella medica. Annuirebbe alla domanda della decima, mentre sarebbe sempre la mano mancina ad afferrare la cartella, sollevandola per portarla dinanzi ai propri occhi. "Sakura..." Leggerebbe ad alta voce il suo nome, dando una rapida occhiata alla lista delle ferite riportate su quel foglio. "Non preoccuparti Sakura. Sei sotto la mia sorveglianza." Sei in una botte di ferro! Riempita di benzina e con una miccia all'esterno già accesa... ma su, non si può avere tutto dalla vita! Hebi ora farebbe qualche passo verso la propria destra, mentre la cartella clinica verrebbe passata di mano in mano per poi allungare il braccio destro verso la Judai, intenzionato a farle dare una rapida lettura a quella diagnosi. Vorrebbe fare domande, duecento. Che è successo, chi l'ha ridotta così, chi la conosce e chi sono le persone di cui si fida. Farebbe partire molto volentieri una serie di missioni per dar a quella giovane la sensazione di sicurezza, per darle giustizia... Ma non può farlo, ne con quella maschera, ne senza averne parlato apertamente con Furaya. Magari potrebbe mandare proprio le due ragazze a ispezionare... Ma sarà meglio parlarne più avanti. [Equip: Porta kunai (3 kunai), Borsa porta oggetti (15 carte bomba, 1 tonico curativo speciale, 1 tonico recupero chakra speciale), avambraccio sx (2 fuuda con tronchetto)][Maschera: HEBI] [Camera da letto] Rumori di passi. Passi leggeri, sul pavimento della stanza. Passi e parole, suoni di acqua che viene versata. SUoni che riecheggiano profondi dentro la sua testa. Un po' come un lontano ricordo, una eco indissolubile che difficilmente viene spazzata via. Ricordi, è questo il problema. Sono loro la causa del suo stare rinchiusa mentalmente. E del fatto che l'unica parola sensata che abbia detto sia stata acqua. Segue costantemente ogni singolo movimento della Nara, senza mai perderla di vista. un'abitudine che non le toglierà più nessuno. Occhi meravigliosi, i suoi. Com'è che diceva Aizen? Ah si.. Occhi angelici, paradiso perduto. Lo diceva ogni volta che.. E avrebbe pianto, probabilmente, se non fosse arrivato il braccio di Furaya, a porgerle il bicchiere. Con estrema riluttanza, allungherebbe solo ora la mano destra, sciogliendola dall'nvolucro della sinistra e mostrando un segno quasi di pacatezza, mentr ele unghie si distaccano dalla carne. Segni profondi che tuttavia non sembrano far sgorgare del sangue, dalle ferite appena impresse. La mano trema, un po', mentre afferrerebbe il bicchiere per poi portarlo direttamente alla bocca. Appena le labbra entrano in contatto con la soluzione, l'idratazione avviene quasi per miracolo. La lingua si muove veloce, portando quanto più quantitativo in gola. Veloce a bere, veloce ad ingoiare. Il solo e semplice movimento così repentino dell'acqua lungo la gola, la irrita parecchio. Tanto che l'altra mano si porta subito in prossimità del collo, cercando di stringerlo in maniera leggera. Come se quel tocco potesse aiutarla, in qualche modo. Gli occhi si chiudono per un secondo, mentre cerca di placare quel senso di dolore che prova, mentre l'altro prende parola. Si assottigliano gli occhi. Non si fida delle maschere. Come può uno in maschera assicurarle la protezione, se lo stesso Hitomu non l'ha fatto? Se lo stesso villaggio non l'ha fatto? No, non può. Molto semplicemente. Volgerebbe dunque gli occhi verso la donna, annuendo visibilmente con il capo.<Fu-furaya.> Aggiungerebbe, continuando.<Dove sono i miei genitori?> E' la prima domanda e probabilmente l'ultima che farà. Ma è quella l'unica certezza che le viene in mente, al momento e che possa aiutarla, in fin dei conti, a ritornare un minimo in se. Non chiede altro, per il momento. Anzi. Con la sinistra, scosta una ciocca di capelli, mostrando ora il collo. Ferite da taglio, non troppo profonde e già largamente rimarginate, mentre sul petto, poco più su del seno in prossimità dello sterno, una profonda cicatrice vecchia di anni, presumibilmente. Una A incisa. A fuoco, a giudicare dai contorni frastagliati. <Vuoi sapere cosa mi è successo, presumo...> La voce è meno rauca e sicuramente parlare la potrà aiutare, anche solo a metabolizzare quello che le è successo. E forse potrebbe riuscire a darle quella spinta necessaria per uscire dal suo attuale schema consecutivo di pensieri. <.. Per fartela breve, ti ricordi di mio padre biologico? Aizen Ryuushi?> Come si può dimenticare? In fin dei conti, era in combutta con il padre di Furaya, ha massacrato la madre biologica di Sakura, ex Jonin della foglia ora ricercato e presente su qualsiasi tavolo di cacciatore di taglie. Il semplice nome la fa tremare come una foglia. <Mi ha rapita. Torturata. Stuprata. I segni sono visibili su tutto il mio corpo.> La voce pare distaccata, priva di emozioni, nonostante i tremori dichiarino una sorta di profondo disagio a parlarne. <Per anni ha fatto di me il suo giocattolo. Diceva che somigliavo a mia madre. Motivo per il quale non ha mai toccato i miei occhi. >Ma la domanda che tutti si pongono in sala è: Perché? Perché l'ha rapita? Se era solo questione di stupro, poteva soddisfare il suo fabbisogno, chiamandolo così, una volta. Eppure l'ha tenuta con se per nove anni. Nove anni di prigionia, di torture, di stupri. Ma la cosa terrificante non era tanto il tempo passato, ma la qualità di esso. Quello che le costringeva a fare. Solo ora, gli occhi sembrano velarsi di una luce strana, più oscura. Come se un ricordo le fosse tornato alla mente, molto più tetro e buio. E la mano sinistra scende verso il seno, cominciando a grattare il torace sinistro, convulsivamente. E senza una apparente ragione. Non appena Mattyse s'avvicina in sua direzione con la cartella in mano, gli rivolge soltanto un'occhiata. L'ha già letta, ha già sentito i pareri dei medici all'esterno, prima d'entrare nella stanza. In fondo, l'hanno medicata e fasciata prima che lei potesse entrare in stanza a farle visita. Adopera il sigillo empatico cosicché SOLTANTO l'Anbu possa sentire quanto segue: <{Sakura Kuchiki Hyuuga}> Seppur il nome abbia avuto modo di leggerlo dalla cartella clinica. <{Chunin della Foglia}> Gli spiega man mano mentre presta particolare attenzione a Sakura, alla quale porge il bicchiere contenente l'acqua. Quest'ultima lo prende con riluttanza, spaventata ovviamente, e le lascerebbe il tempo che vuole affinché possa poi bere. Non bisogna mai mettere fretta a persone evidentemente spaventate e che hanno subìto degli abusi. <{la fidanzata scomparsa di Saisashi.}> Giusto per condire il tutto, ecco. Cerca di prestare la sua più completa dedizione alla volta di Sakura, la quale le si rivolge raccontandole dei dettagli inerenti a quel che ha dovuto sopportare in questi anni. <Posso mettermi in contatto con loro o mandare qualcuno a cercarli. Non so molto di loro, mi spiace.> Però possono quanto meno trovarli, ammesso siano ancora vivi. A quanto pare, la riconosce, quindi questo è già un passo in avanti. Vuol dire che non ha perso la memoria e che ricorda tutto quello che l'è capitato. <Non voglio saperlo se non sei pronta a parlarne. Prima o poi, tuttavia, ci servirà capire come sei arrivata davanti al portone nelle tue condizioni.> Le spiega, mantenendo sempre un tono pacato, basso, accondiscendente. <Aizen Ryuushi?> E' un nome che non ha sentito di recente, quindi non riesce per il momento a ricollegare quel nome ad una vera e propria figura che abbia un volto. Deve cercare nei documenti di vecchia gente, magari Mukenin e ricercati. Si parla comunque di nove anni prima, quando Ryota venne sconfitto. <Come hai fatto a scappare da lui?> Se l'ha tenuta segregata per così tanto tempo, vuol dire che ha fatto qualcosa per scappare, magari un momento utile a programmare la fuga. Sospira, la mano passa tra i capelli e sembra essere veramente a disagio. <{E' un nome familiare.}> Avvisa il ragazzo tramite il consueto sigillo empatico. <{Forse, possiamo far qualcosa.}> Sicuramente non se ne staranno con le mani in mano. [ Chakra ON ] La ragazza ha precedenti per non fidarsi di gente con la maschera, ma questo hebi non può saperlo. Non può sapere e non vuole certamente difendere predecessori che hanno fallito, quali Anbu del marchio di Azrael o del nono hokage. A differenza di molti, non ha ancora fallito una missione e ha promesso che non ne fallirà, a costo di perderci la vita. Il braccio viene fatto ricadere lungo il fianco mentre la donna va a spiegare utilizzando quel sigillo che li lega. "{momento perfetto per apparire eh?}" Ironico con quel sigillo, mentre ripercorrebbe i passi precedenti per andare a posare la cartella clinica al suo posto. Gli occhi tornerebbero a studiare la figura della ragazza, rimanendo particolarmente concentrato sui suoi occhi. Nel mentre lascia le due parlare senza alcun disturbo, anzi, è intenzionato a raccogliere quante più informazioni possibili. Da quello che Sakura dice, il bianco può pensare senza alcuna difficoltà che sia figlia di una persona a capo della rivolta civile che ha visto il padre di Furaya divenire traditore. Come mai è ancora vivo se così fosse? I traditori, come lo è lui, come lo era il padre di Furaya e questo... Aizen... non dovrebbero andare tutti a morire? "{Farò delle ricerche domani.}" risponde repentinamente alla rosata, mentre entrambe le braccia verrebbero sollevato per andare ad incrociarsi sul petto. Osserva ancora la coppietta non tanto felice che ha di fronte, senza sapere come agire o comportarsi. Da una parte vorrebbe mettere la ragazza sotto torchio per capire se possa essere una minaccia o meno, anche perché il periodo in questa è comparsa non è dei migliori. "{Però non fidarti troppo. Il tempismo è un po' troppo azzeccato, non trovi?}" E' la sua semplice opinione "Sakura, giusto?" Che rimbambito, hai letto quel nome e la stessa decima te lo ha ripetuto... o forse semplicemente non vuole lasciar intendere che sia in grado di comunicare con lei con tanta semplicità? "Devi aver passato degli anni difficili... Perché non ci dici che ricordi hai di Konoha. Servirà aggiornarti per permetterti di rintegrarti senza troppe difficoltà, non trovi?" A cosa punta effettivamente il mascherato? Con un tono amichevole, ma cercando comunque di non farle particolare pressione, vorrebbe capire in quale momento e in quali circostanze la signorina sia sparita. [Equip: Porta kunai (3 kunai), Borsa porta oggetti (15 carte bomba, 1 tonico curativo speciale, 1 tonico recupero chakra speciale), avambraccio sx (2 fuuda con tronchetto)][Maschera: HEBI] Il ricordo. Forse uno dei più spiacevoli, la sta prendendo di mira. Quegli occhi, assatanati nella loro spietatezza, nella loro calma. Occhi che guardano, mentre lei inerme giaceva contro il muro. Non sentiva nulla, non poteva muoversi, immobilizzata dal genjutsu di suo padre. E mentre lui la tormentava, la pugnalava, la stuprava, lei vedeva solo quegli occhi. L'espressione vuota ed inerme, mentre con la mano continua a grattarsi la zona dove la mano di quell'essere la toccava. Come se in qualche modo avesse impresos un sigillo maledetto su ogni centimetro del suo corpo. La risposta sui suoi genitori la riporta per un attimo alla realtà. Guarda Furaya, andando a dire. <Ristorante Kuchiki. Li troverete la..>Spera, almeno. Non sa cosa sia successo a loro, negli ultimi anni. Non sa se sono morti o se si sono trasferiti. Ma comunque, potrebbero tranquillamente controllare nei vari registri di Konoha. Ogni singolo spostamento è sulla carta, proprio per occasioni come queste. Occasioni che spera non succedano mai più. Almeno a lei. Non nota nulla tra i due. E come potrebbe? In condizioni normali non ci riuscirebbe, figuriamoci ora. Ma sicuramente risponde alla domanda di Furaya. Una domanda che sperava di rimandare, ma che per cause di forza maggiore deve affrontare. Una volta per tutte. Ricordi che devono essere ricercati fino a tre giorni fa. Uno sforzo quasi disumano, per la sua mente ora. Se esistesse una sorta di tonico capace di farlo fare senza sforzi.. Ma no. Ancora no. Prende un profondo respiro, mentre andrebbe a dire. <In tutti questi anni, sono stata rinchiusa dentro una gabbia. Non c'erano finestre, solo catene. E l'unico contatto era con lui.> E già cominciamo male. E continuiamo. <Tre giorni fa, per un suo errore, sono riuscita a fuggire. Non mi aveva legata, dopo lo stupro. Era troppo ubriaco anche solo per ricordare il suo nome.> Ma lei se lo ricorda. Pure bene, si potrebbe dire. < E' svenuto dentro la gabbia. Ho impiegato tutte le forze che avevo per riuscire ad evadere da li. Ed ho approfittato. Di li a poco, ho scoperto di trovarmi in una casa abbandonata nel bosco, al confine del porto del Fuoco.> Quindi relativamente vicino, no? Tutto questo sotto il loro naso, per giunta. Un ex jonin della foglia, ricercato per diversi reati, traditore della sua stessa patria si è sempre nascosto nel Paese del Fuoco. Forse in attesa del momento buono. <E sono venuta qua.. La geografia è mutata.> E non solo quella. Alla domanda del tipo, socchiude appena gli occhi. E' un maschio, senza ombra di dubbio. E già questo, di per se, la rende sospettosa. Ma più per il passato che per altro. Chiude le braccia attorno alla vita, andando poi a dire. <Reintegrarmi, certo..> Perché quello era il suo lavoro, no? Un Chunin della foglia. Una donna, prima di ogni altra cosa. Una Hyuga. Una discendente di un pazzo scriteriato stupratore seriale. <I miei ricordi risalgono ad anni fa. Hitomu era Hokage. Ricordo Saisashi..> E qui si stoppa, aprendo gli occhi come se fosse ritornato alla memoria qualcosa di spiacevole. Un qualcosa che al momento non se la sente di dire. O di pronunciare. O di fare qualsiasi altra cosa. <Ricordo questo. E ricordo la morte di Hiashi Hyuga, mio maestro.> E' tutto. Per ora. Può bastarti, uomo dalla faccia nascosta? L'ironia di Hebi non è quella di cui ha bisogno adesso per affrontare qualcuno del calibro di Sakura. Saisashi non ha fatto altro che dannarsi per cercarla in lungo e in largo, sparendo a sua volta per altrettanti anni. Fa schioccare appena la lingua sotto al palato, ma non gli risponde direttamente. La situazione sembra essere più delicata di quello credeva, tant'è che s'è arrivati a disquisire anche del padre della Hyuuga, sostenitore del traditore per eccellenza. <Le ultime notizie a noi pervenute risalgono ad una missione durante la quale sei sparita. Abbiamo provato a seguire delle tracce, a trovare il tuo corpo, ma non ci siamo riusciti.> All'epoca, inoltre, era soltanto Consigliere. Un po' di potere lo aveva, senza dubbio, ma ciò non toglie che non era lei a prendere le decisioni nella Magione. S'atteneva a quelle che venivano elargite appunto dal Nono Hokage, all'epoca. <Manderò qualcuno degli Anbu a controllare quel luogo. Mi preme sapere che tu sia scortata ventiquattr'ore su ventiquattro. Ti terranno in osservazione per almeno un altro giorno, così da sincerarsi che sia tutto a posto.> O che comunque controllino bene le ferite e i segni che ha riportato sul corpo, ammesso glielo consenta. In fondo, è assai naturale che non voglia farsi toccare dopo quello che l'è successo, ma già parlarne vuol dire che è molto forte. Facile pensare che scortarla sia anche per tenerla d'occhio a causa della frecciatina che riceve da Hebi tramite sigillo empatico. <{Non credo ci sia da temere, ma non si sa mai.}> Tutto sommato, deve dargli ragione per una volta. Anche se a malincuore trattandosi di un traditore, vero? <Reintegrarti nella società, non necessariamente nei ranghi ninja se non è quello che vuoi. Inoltre, reputo che sia presto parlare di ranghi ninja e quant'altro di simile, specialmente nelle tue attuali condizioni. Serve tempo per riprenderti de tutto. Ti direi di tornare dai tuoi genitori, per il momento, o da qualcuno di fidato.> Che sai benissimo potrebbe essere Saisashi e lui, anche adesso, non è propriamente nelle condizioni più adatte. Tuttavia, potrebbe giovare anche a lui sapere del ritorno di Sakura, tanto da volerla incontrare. Non glielo puoi certo vietare. <I tuoi ricordi risalgono alla guerra contro mio padre> Sentenzia in sua direzione. <in base a quello che mi stai raccontando e secondo i fascicoli che abbiamo su di te.> Dei quali è ovviamente informata dato che ha cercato d'aiutare il taijutser in qualche modo proprio per rintracciarla. <Hiashi Hyuuga, per tutti i Kami che ricordi.> Ammette, passandosi una mano sulla fronte, scuotendo appena la testolina dal roseo crine. <{Per il momento, non far menzione né di mia figlia né del mio rapporto con Saisashi. E' una situazione delicata.}> Lo avvisa perché è consapevole del fatto che potrebbe sfuggirgli senza volerlo, quindi si premura così facendo, evitando di doverlo appendere per i testicoli innanzi al portone di Konoha. <Non voglio spaventarti> Avvisa dapprima la Hyuuga. <ma se sei scappata da tre giorni, potrebbe venirti a cercare ancora. Se ti trovavi al confine del Porto del Fuoco, sa bene che sono poche le direzioni che potrai aver intrapreso.> Conoscendo appunto la geografia del luogo per mera strategia locale. [ Chakra ON ] Ristorante Kuchiki. Non è un luogo che ha mai sentito nominare... Prendi nota Mat, potresti portarci Mekura quando avrete risolto i vostri problemi. Il racconto della Hyuga non è dei migliori. Porto del fuoco dice? Non è distante e non menziona di aver approfittato dello stato alterato del padre per rinchiuderlo nella stessa gabbia o ucciderlo, si è solo data alla fuga... "{Non penso neanche io, nessuno manderebbe un cavallo di legno distrutto per un assalto interno. Ma potrebbe essere una strategia valida proprio per questa sua caratteristica}" Ed ecco che Hebi prenderebbe in considerazione anche questa ipotesi. Maschera, o almeno ci prova, sempre la sua comunicazione con la decima. "Guerra contro Ryota? Hitomu kage? Avevo meno di dieci anni..." Si, è un commento inutile, ma se Sakura è in stato di shock non dovrebbe farle male qualche commento mirato a rilassare proprio i suoi nervi, senza darle comunque informazioni particolari sulla sua persona, ma cercando quanto meno di fare un passo verso quella sua fiducia da conquistare. Al pensiero che la Nara gli rivolge, non risponde, accettando silenziosamente quella richiesta. Ora il bianco si volterebbe in direzione della finestra che affaccia a quella stanza per poi avvicinarcisi e puntare lo sguardo verso l'esterno. No, non vuole essere lui ad andare al porto del fuoco, anche perché alla prima difficoltà opterebbe per trattarlo come un topo: dar fuoco a tutto per farlo uscire dalla tana. No, non conviene. VERO FRU CHE NON CONVIENE? Le parole della Judai sono veritiere, molto probabilmente verrà a cercarla, anche perché la sua fuga è un pericolo per la sua stessa vita, non è semplicemente un giocattolo che rimane smarrito. "Come posso rendermi utile?" Chiede ora voltandosi per porgere il proprio sguardo in direzione di Sakura. La domanda è rivolta verso di lei... Quella per lo meno. "{Se rendessimo pubblica la sua posizione potremmo anche aspettarlo qui e prenderlo senza andare a cercarlo...}" Che bella tattica da pazzi, usarla come esca. "{O potremmo dare una posizione sbagliata e così garantire la sua sicurezza.}" Già meglio. La testolina continua a ragionare, perché vede quell'Aizen come una minaccia? Probabilmente perché risulta essere un nemico storico, avendo a che fare con Ryota. Forse l'idea di dar la caccia all'uomo come se fosse un topo non è nemmeno così stupida... "{Furaya, ho una proposta.}" [Equip: Porta kunai (3 kunai), Borsa porta oggetti (15 carte bomba, 1 tonico curativo speciale, 1 tonico recupero chakra speciale), avambraccio sx (2 fuuda con tronchetto)][Maschera: HEBI]
Giocata del 28/11/2020 dalle 20:53 alle 23:22 nella chat "Ospedale [Konoha]"
I suoi genitori. Si, proprio loro. Non sa di preciso che fine abbiano fatto, non sa nulla di nulla. Sono anni ormai che potrebbe essere morta. Morta definitivamente. Ed è chiaro pensare che forse da qualche parte, ci sia anche una tomba vuota con il suo nome. Ma non vuole pensarci, non ora. La parte burocratica arriverà quando avrà ancora una volta una lucidità tale, da permetterle di avere un quadro più preciso di ciò che dovrà fare. Al momento si sente troppo vulnerabile, anche solo a parlare li con loro. Gli occhi si abbassano rapidamente, andando a finire verso le ginocchia che, solo ora, vengono incrociate. Ci sono dei dolori continui nei movimenti, ma sono sopportabili; forse per merito delle medicine, o della sua forza. Questo non lo sa. Ma sono presenti, vividi. E forse possono essere l'unico aggancio alla realtà, oltre che alla presenza di quei due. Poi arriva la batosta. In un certo senso. Le sue ultime notizie risalgono alla sua missione, l'ultima. Quella che poi ha segnato parte del suo rapimento. La stessa missione che.. <Comprendo.> Abbassa ancora il capo, cercando di trovare un po' la forza per poter parlare di quello che è successo. Ma non ce l'ha. Quel momento, in cui si è palesato quell'essere, è stato il peggiore della sua vita. Specialmente perché sapeva benissimo chi fosse. E non ha avuto le forze per combatterlo come si deve. <Il rapimento è stato preciso. Elaborato da tempo. Tutto fu veloce. Ha utilizzato la tecnica del richiamo inversa.> Sì, la conosce. E sa benissimo come funziona, dato che stava studiando un metodo per ottenere il patto con i corvi bianchi della tempesta. Hiashi le aveva insegnato anche quella, non nell'atto pratico. <Solo che non ricordo con quale animale. Ricordo giusto una pressione sulla spalla.> Che viene repentinamente toccata con la mano libera. <E poi mi sono ritrovata in quella gabbia, ricoperta da una nuvola di fumo. E quell'essere. >Altro modo per chiamarlo non esiste. Quanto alle affermazioni successive, si aspettava una cosa del genere. Si aspettava che sarebbe successo. Vuoi o non vuoi, è pur sempre una morta ritornata in vita. Controllarla è il primo passo per appurare che non sia pericolosa, per se stessa o per altri. Annuisce, senza ribadire alcunché. Non per altro, ma non può dare contro a nessuno. Considerando anche quello che ha passato, una scorta potrebbe esserle utile, nel caso in cui ci fosse qualcuno che è in contatto con Aizen. Potrebbe aiutarla, in effetti. Quanto ai ranghi. <E' mia intenzione...>Con voce rotta, andrebbe a guardare con i suoi occhi perlacei la stessa Furaya, continuando. <Rimanere una Kunoichi. Sono nata per questo..> E non saranno di certo nove anni di torture, stupri e prigionie che la fermeranno. Nooo. E' più forse il senso dell'essere un ninja, che la porta a dire questo. La vita dei ninja è un costante sacrificarsi. Sono dei corpi senza anima, carne ed ossa capaci solo di farsi uccidere a vicenda. Ed è normale, no? Avere già un'idea di quello che potrebbe essere il suo futuro. Al tempo stesso, è l'unica cosa che sa fare. O che sapeva fare. Saranno cambiate delle dinamiche? Chi lo sa. L'unico modo è provare a vedere..E viverla, questa cosa. Quanto all'ultima affermazione dell'Hokage, andrebbe successivamente a dire. <Non credo. O meglio, spero che non sia così. E' vero che sono poche le direzioni e che, per una maggiore sicurezza, quella di Konoha sarebbe stata la prima scelta. Ma è un tipo molto strategico. E molto intelligente.>Non a caso, sapeva fare cose che nessuno sapeva fare. O che solo pochi sarebbero riusciti a fare. <Non prendetelo sotto gamba. E' un maestro nel Genjutsu.> Ecco da dove ha preso l'indole sadica, la ragazza. L'inclinazione verso quell'arte, così lontana dal suo clan di origine, ma così vicina a quelle che sono le sue doti particolari. <Se volete un consiglio, chiedete al clan Hyuga di darvi una mano. Forse sono gli unici in grado di contrastarlo..> Per via della loro abilità innata, senza ombra di dubbio. E per l'incredibile capacità di concentrazione, che li porta ad essere sempre una spanna sopra a tutto e tutti. Ma tornando alle cose principali, ossia la domanda posta dall'uomo mascherato. Gli occhi si posano su di lui, cercando di carpirne le fattezze. Non che possa in qualche modo analizzarlo lucidamente. Non ha mai avuto a che fare con i servizi Anbu e se ne è sempre tenuta alla larga, onde evitare problemi. Ma una domanda come questa, al momento, non ha la lucidità di analizzare. Pertanto risponde con un <Di uscire da questo ospedale e tornare a casa. Solo questo..> Non dice nemmeno di Saisashi. Ha paura.. Troppa paura. Di scoprire che in qualche modo è morto. E non tornerà mai più da lei. O che, nel peggiore dei casi, stia con un'altra. Sarebbe anche normale, no? E' rimasta intrappolata nel suo ricordo. Il sigillo empatico viene nuovamente attivato e avverte, oltre alle consuete emozioni, anche le parole di Mattyse. <{Potrebbe essere una trappola proprio perché nessuno immaginerebbe che giunga un cavallo distrutto, esatto.}> Ne conviene con l'altro, ma non sembra essere comunque troppo convinta dall'idea che ha avuto. Potrebbe anche non essere affatto come dice lui e trattarsi meramente d'un caso fortuito, esattamente come raccontato da Sakura. <Ero giovane anche io, non mi stupisco.> Commenta alla volta di Hebi, il quale dovrebbe star maggiormente accorto sulle informazioni personali che elargisce, ma potrebbe anche trattarsi d'un'informazione campata per aria, quindi lascia perdere il discorso. Non è importante. <{Non possiamo usarla come esca dopo tutto quello che ha passato. Saisashi non me lo perdonerà mai.}> Spiega verso il ragazzo pur non girandosi a guardarlo e adoperando il solito sigillo che condividono ormai da qualche tempo. <{Non chiedermi perché, ma ho sempre un tremendo sospetto quando mi dici che hai un'idea.}> Glielo dice sinceramente con un piccolo cenno d'ironia. E soltanto quando avrà effettivamente risposto a tutte le sue affermazioni, ritrovandosi la mente sgombra per ascoltare la Kuchiki, soffermerà il suo sguardo color del ghiaccio su di lei. <La tecnica del richiamo inversa conduce l'animale evocato nella sua vera terra.> Una spiegazione che ha ovviamente ricevuto dalla sua, di evocazione. <Potrebbe essere a conoscenza della tecnica della dislocazione> La avvisa, cercando di risultar essere più eloquente possibile. <con la quale è possibile spostarsi velocemente in un luogo conosciuto.> Non spiega più del necessario, poiché sarebbe costretta a soffermarcisi maggiormente. <Sei libera di prendere le scelte che preferisci e adoperare il tempo che serve per la tua completa ripresa. Io inizierò ad elaborare una raccolta d'informazioni su quest'uomo, sta pur certa che non ti raggiungerà ancora. Ma se ha adottato la tecnica che credo...> Lascia la frase in sospeso, compiendo appena un passo alla volta di Sakura, pur fermandosi qualora questa dovesse allarmarsi. <Ti ha lasciato dei segni addosso? Dei sigilli?> E' una domanda oltremodo fondamentale, proprio per comprendere come aiutarla al meglio. <Tutte le informazioni in tuo possesso su quest'uomo ci torneranno sicuramente utili per identificarlo e per comprendere il suo grado di pericolosità.> Il luogo da raggiungere per primo sembra essere proprio il Porto del Fuoco dove s'è consumato il misfatto per tutti questi anni. <Sì, il Clan Hyuuga verrà senza dubbio informato.> Che si tratti di Mekura come Capo Clan o meno, ma sicuramente anche quest'ultima avrà già il suo bel daffare. <Tornerai a vivere la tua vita, te lo prometto, e lo chiuderemo nel carcere di Hoozukijoo.> A Kusa, dove i peggior criminali scontano la loro pena eterna. [ Chakra ON ] Le risposte della decima sono particolarmente positive, sembrano trovarsi d'accordo su un po' di cose, lasciando così spunti al bianco per eventuali piani. Si ricorderà che è ancora un anbu semplice e non il responsabile delle difese di Konoha? No dico, glie lo vogliamo ricordare? O per lo meno ufficializziamo che Hebi avrà delle responsabilità a riguardo? Cioè, paghiamolo! "{Fai bene. Sto pensando. Quando avrò qualcosa che anche tu potrai accettare te lo proporrò}" Palesa quindi che in realtà ha solo voglia di fare casino ma che ci deve lavorare su, questa volta in maniera migliore rispetto al volto di Ryota. L'attenzione si sposterebbe in favore di Sakura, mentre questa parla. "Evocazione inversa?" Ripeterebbe sollevando un sopracciglio da sotto quella maschera, non capendo esattamente di quello che si tratti, voltandosi poi verso il proprio Kage. "L'argomento si sta toccando troppo spesso. Dovrò approfondirlo." E ora ancora poserebbe i propri occhi ambrati sulla Hyuga. Apparso in mezzo ad una missione per poi sparire... così in fretta? Anche Hebi pensa di più alla dislocazione vista usare da Furaya più che a un evocazione, ma è ignorante in maniera. Rimarrebbe così ad ascoltare, continuando a pensare nel mentre a come poter agire. La risposta alla propria domanda arriva repentina, come è giusto che sia vorrebbe tornare a casa... Può però mandarla a casa tanto facilmente? "{Si. A chi chiediamo del clan Hyuga? Ad Orochi?}" Inizialmente ironico, fermandosi poi a pensarci su veramente. "{Ad Orochi. Se vince ha risolto un problema, se muore HO risolto un problema.}" No Mat, non si ragiona così. Torna in te dai. "Non prenderla a male, ma non sono molto d'accordo sul lasciarti tornare a casa tanto in fretta. Qualche giorno per farti rimettere in sesto ci vorrà, in aggiunta con un pericolo così grande... Sarebbe meglio tenerti in un altro alloggio e sotto osservazione per una o due settimane. Così da rendere più difficoltoso trovarti e dando modo ad altri di aver tempo a sufficienza per prenderlo." Ah allora sai parlare oltre che pensare! "{Se do fuoco al porto del fuoco sarebbe costretto ad uscire. Se palesiamo che Sakura è nell'ospedale in maniera ufficiale lui verrà sicuramente in questa stessa stanza. Se facciamo entrambe le cose lo obblighiamo a venire qua dove potremo aspettarlo più che armati. Ma per farlo, non bisognerà dire a nessuno di cercare al porto. Dovrà rimanere un informazione di nostra e non dovrà uscire da queste mura. Ci sarebbe da pensarci e lavorarci, ma non è una follia.}"[Equip: identico che non lo ricordo] Altre cose passano per la testa della Kunoichi quando Furaya parla. Ed in effetti, l'unica cosa che potrebbe confutare la sua tesi è proprio questa. La tecnica della dislocazione istantanea. Non la conosce bene, glie ne parlò Mekura anni fa. Non l'ha mai vista all'opera e sicuramente sarebbe più fattibile come teoria. A meno che.. Abbassa ancora il capo, andando un attimo a ficalizzare i suoi pensieri solo su quello e non sul dolore che sente. Prendendo un attimo per vero quello che dice Furaya, questo avrebbe costato dei rischi per Aizen. Esporsi, tanto per cominciare. Per non parlare di altri innumerevoli rischi. <No, credo che abbia usato l'inversa. Per diverse ragioni...> Iniziamo con quella più banale. <E' vero che ti conduce direttamente al luogo dove risiede l'animale, ma non si trova in un'altra dimensione. E le prove di questo le abbiamo. Poi, ricordo del fumo bianco. Sai se il dislocamento ha lo stesso effetto del richiamo inverso?> Domanda. Non a caso, ovviamente. < Ci sono dei covi di animali in prossimità del porto di fuoco, che tu sappia?> Chiede ancora. Vorrebbe avere quante più informazioni in merito a questo. Non sapendo nemmeno che tipo di animali può evocare, rende tutti estremamente vulnerabili. <Comunque, non voglio escludere nulla. Poteva essere anche un fumogeno..> Le cose si fanno più complicate del previsto. Forse i servizi segreti potrebbero leggerle la mente, scrutarla e capire dove stava. Cogliere magari dei ricordi che le sono stati negati, o intrappolati. O cancellati. Insomma, i Maboroshi fanno questo no? A tal proposito, esistono ancora? Non per altro, ma giusto per capire anche se può ritornare da loro. Tornando poi sempre su Furaya <Mi ha lasciato molti segni, Furaya> Uno che puoi vedere anche te, una A incisa a fuoco, tanto per cominciare. <Questi sigilli spariscono? Possono rendersi invisibili? E soprattutto, dalla cartella dovrebbe risultare..> Continua a pensare a questo, prima di continuare. <Comunque devo dire di no. Non che lo abbia percepito.. Ma no. Non ha mai usato Ninjutsu su di me, solo Genjutsu. >E schiaffi, pugni, calci.. La lista è fin troppo lunga. Ci manca solo il sigillo. L'attenzione poi si sposta sull'uomo mascherato. Gli occhi trasparenti di emozioni. Rinchiusa, ancora una volta, dentro l'ospedale. E poi in un altro alloggio. Rinchiusa senza possibilità di vie di fuga. O di altro. <Capisco la necessità...> Prende un lungo respiro, seguito da una pausa di qualche secondo, prima di continuare. <Ma sono stata rinchiusa per nove anni, senza poter parlare, vedere o fare qualcosa. Non ho intenzione di rimanere rinchiusa ancora. Ed ho bisogno del mio spazio, della mia casa. Di...> Stava per dire Saisashi, ma si è bloccata. Nodo alla gola, brutto da gestire. <.. Persone a me care. Se è la mia sicurezza, la vostra preoccupazione, esistono metodi di spionaggio che vi permettono di seguire e controllare la situazione anche da lontano, senza dovermi rinchiudere dentro un'ennesima prigione. >No, lui non può capire cosa significa. In fin dei conti, chi ha vissuto quello che ha vissuto lei? Chi ne è uscito ancora con un minimo di lucidità? Chi riuscirebbe a fare ciò che ha fatto? <Fisicamente ho solo queste ferite che vedete. Sono capace di camminare. Ma non voglio questo controllo. Non da persone mascherate.> Non c'è decisione, nelle sue parole. Sembrano quasi una supplica. E' raro che Furaya e Mattyse vadano così d'accordo, ma per il momento lascia decadere completamente il discorso. Quando ce ne sarà ovviamente occasione, tornerà a rispondergli e ad ascoltarlo. In questo momento, si sofferma su Sakura nuovamente. <Sono quasi sicura che possa trattarsi della tecnica della dislocazione. Il richiamo inverso consente alle bestie evocate di tornare nelle loro terre originarie, mentre la dislocazione funziona come una sorta di teletrasporto. Se poni un sigillo in un luogo e ne porti con te uno identico, puoi spostarti quando credi.> Le spiega, cercando anche di ragionare circa l'eventualità che questi possa avere un'evocazione con un meccanismo collegato al Porto del Fuoco. <Non credo. E' un porto.> Non conosce molte altre evocazioni, in effetti, ma non ha mai visto nessun animale marino. Lupi, corvi, serpenti. Nient'altro. <{Zitto, volevo darle soltanto un po' di sicurezza. Parlane con Mekura e aggiornami. Fino a prova contraria, è lei il Capo Clan ufficiale degli Hyuuga.}> Non gli rifila un'occhiataccia soltanto perché è impegnata a rispondere direttamente alla Kuchiki. Hebi avanza una proposta per la protezione di Sakura, ma quest'ultima sembra essere, come immaginato, tutt'altro che convinta. <No> Si pronuncia a sua volta, tenendo le braccia incrociate al petto. <possiamo seguirla anche dalla distanza, su questo ha ragione. Non c'è una ragiona vera e propria per tenerla imprigionata ancora> Vuole aiutarla e facilitarle il reintegro, assecondandola per quanto possibile. <purché non smetta d'essere sorvegliata. E questo è soltanto per il tuo bene> Focalizzando le iridi chiare alla volta della fanciulla. <non per controllarti o sincerarmi che non si tratti d'un traditore.> Specifica ancora, mantenendo un tono di voce piuttosto tranquillo nonostante la situazione che sta cercando di controllare. <Il sigillo della dislocazione o qualunque sigillo, seppur invisibile, è reso visibile ad esempio dal Byakugan. Essendo pregno di Chakra, risulta difficoltoso nasconderlo anche a chi è capace di vedere i punti di fuga del Chakra. Di conseguenza, se hai qualche sigillo invisibile addosso, tramite l'innata Hyuuga dovremmo essere in grado di riuscire a scorgerli.> La rassicura da questo punto di vista, annuendo poi agli eventuali altri tratti che ha addosso. <{Mandami i dettagli in ufficio. Qualunque idea ti venga in mente. Devo informare Saisashi il prima possibile.}> Oltre che tornare dalla propria bambina. <Sakura, se non c'è altro, io ti lascerei riposare adesso. Le guardie sono all'esterno della stanza, i medici ti aiuteranno.> Cerca di sorriderle in qualche modo e, soltanto qualora quest'ultima non abbia altro da aggiungere e possa lasciarla andare, s'avvierà fuori dalla stanza per respirare. [ In caso, end ] Secondo Sakura non può trattarsi della dislocazione, secondo Furaya potrebbe eccome. Mat invece si ferma a pensarci, per più tempo. Spostamento repentino come la dislocazione, ma con effetto fumo simile al richiamo. Il bianco continuerebbe a rimuginarci sopra mentre le due parlano, mentre Furaya rivela che nel caso vi fosse un sigillo Sakura dovrebbe poterlo vedere... "Non tutte le dislocazioni richiedono un sigillo però. Poi terrei anche in considerazione la possibilità che lo spostamento non sia avvenuto obbligatoriamente lo stesso giorno. Potrebbe averla messa K.O. averle dato quell'impressione con un illusione. Seguendo sempre la scia che ci sta donando." Ora lo sguardo si solleverebbe, puntando lo sguardo sulla Hyuga e poi sulla Nara. Bocciano la sua proposta di controllo accanito, ma forse perché non è stato compreso. "Avete ragione, imprigionarla in un altra casa è sicuramente sbagliato. Il senso però era un altro. Difficilmente un aggressore attaccherà un soggetto sorvegliato nel centro del villaggio. Quindi avrebbe completa possibilità di uscire e vivere. Però andare a dormire in un posto che l'assalitore conosce, soprattutto se supponiamo che abbia la dislocazione, è come lanciare una bistecca in un angolo della gabbia delle tigri e aspettarsi che queste non la mangino perché troppo lontana." Paragone un po' complicato, ma sappiamo tutti che Mat ha una testa strana. "Sorveglianza a distanza compone diversi problemi. Un Jonin saprà prendere alle spalle uno shinobi. Perderemmo un uomo prima ancora di sapere dove siamo girati." Ci vuole un equilibrio. "Se non fosse un mascherato a starle accanto? Libera uscita durante il giorno con sorveglianza a distanza. La sera scorta ravvicinata per sicurezza sua e di chi dovrà seguirla. E insisto, per quanto casa sua faccia bene psicologicamente è un rischio... Almeno chè non organizziamo una sorta di trasloco." Quindi cercherebbe una via di mezzo, che vedrebbe comunque Sakura stare con i suoi cari e la possibilità di uscire, ma che non rischi di vedere degli Anbu sgozzati per le strade come se fossero agnelli sacrificali. "{Possiamo dargli casa mia. Mio padre è sempre via, devo solo portare via i cinghiali, gli diciamo che sono uno Shinobi che lo fa come favore per l'hokage. Avrebbe la possibilità di vivere tranquilla e metteremmo i bastoni tra le ruote a questo Aizen. Si tratta di guadagnare tempo.}" Tanto sappiamo come finirà, che Fru dirà di no e lui farà comunque di testa sua. Finisce sempre così! [Equip: Ancora non lo ricordo] Quindi c'è una elevata possibilità che sia sotto il suo controllo. Ancora. E che potrebbe tornare a colpirla, nuovamente. E tenerla prigioniera. Nuovamente. No, quell'iptesi non le piace per niente. <Chiamate uno Hyuga. Io non esercito il Byakugan da anni. E non sono una fonte attendibile...> Guarda l'uomo mascherato, continuando <..A quanto pare.> E' un ragionamento sensato, quello che sta facendo. Sta spingendo un po' troppo per una maggiore sorveglianza. Le possibilità sono solo due, nella sua testa; la prima è relativa alla sua posizione, ossia che le credono e vogliono darle sicurezza e protezione. La seconda, invece, è che non si fidino di lei e che voglia portare il lupo dentro Konoha. Eh no. Non è propriamente così. L'ultima cosa che vuole è ritrovarselo davanti. Ma può comprendere anche il disagio dell'altro. Sicuramente se fosse stato suo il caso, avrebbe fatto anche lei lo stesso discorso. Torna dunque a Furaya, continuando. <Si possono mettere protezioni su tutta la casa. E non parlo di Shinobi. > La stessa Konoha dovrebbe avere un sistema di sorveglianza sia aerea che terrena, no? I Ninja sensoriali servono anche a questo. Gli Hyuga possono controllare qualunque cosa oltrepassi il confine e al tempo stesso, possono mettersi in contatto con chiunque, grazie ad altri ninja. <Lascio all'Hokage la scelta. Sapete come la penso.> E probabilmente, starsene in un posto come quello non gioverebbe minimamente alla sua salute mentale. Ma proprio per niente. <Grazie.> Non dice altro e attenderà che i due lascino la stanza, prima di provare, ancora una volta, a dormire. Sempre se ci riuscirà. L'ipersorveglianza... E' una brutta rogna. <Exit>