Di nuovo in moto

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22:57 Raido:
  [Secondo Cerchio] Il cielo è illuminato da una strana luna rossa, strana a dir poco alla fine. Un fenomeno mai visto prima di quel momento e che per certi versi è capace di affascinarlo, tanto da fargli tenere lo sguardo fisso su di essa, scrutandola con attenzione, cercando di capirla e comprendere un tale fenomeno. La sua esperienza lo porta a pensare sempre al peggio, cose del genere si vedono soltanto durante un qualche tipo di eclissi ma, forse, non è questo il caso. L'unica cosa certa è che si sente strano, non propriamente se stesso, infastidito senza sapere da cosa. Il viso mostra un'espressione scocciata, qualche ruga in più va a farsi notare su di esso, anche troppa e le labbra sono corrucciate mentre qualche pensiero va a sfiorargli la mente. Da quando il sole è calato, il malumore regna in lui, non moltissimo, riesce comunque a controllarsi, ad essere normale ma non prova determinate sensazioni da molto tempo. Inspira ed espira aria dai polmoni mentre cammina per le strade del secondo cerchio in compagnia di Hoshiko. Usciti da quella casa mentre la missione è interrotta. Finalmente si gode un po' di pace interiore, una pace che non ha eguali ed è proprio questa a tenerlo tranquillo, pacato, il poter vivere come una persona qualunque nonostante il suo ruolo all'interno del villaggio dell'erba. Umetta le labbra girando, passando per i vari negozi e la cosa particolare è il loro essere aperti praticamente tutta la notte, anche qualche ristorante abbastanza altolocato segue questa politica. Non che a lui dispiaccia alla fin fine, i giovani ricchi di Kusa passano li il loro tempo e lui? Di giovane gli è rimasto bene poco ma divertirsi non è un reato. Deglutisce socchiudendo le palpebre quanto basta <Allora, cosa ti va di fare stasera?> domanda alla ragazza al suo fianco, oramai non viene lasciato un attimo da solo, non che gli dispiaccia, ha ben poco di cui lamentarsi. Il tono utilizzato è piuttosto basso preferendo non alzarlo più del dovuto, così come lo sguardo. La guarda, ne ricerca il viso ovviamente e le sorride ma lo riporta a breve avanti a se. Indosso veste abiti diversi dal solito. Non gira con le vesti da shinobi bensì con un kimono bianco lungo tutto quanto il corpo, maniche larghe e lunghe e con uno spacco a V a mostrare il petto; pantaloni lunghi larghi per tutte quanto le gambe per stare più comodo. Il kimono stesso è trattenuto da una cintura bianca capace di avvolgere la vita ed è nella cintura che ha incastrato il fodero con all'interno la Bishamonten, la sua nuova arma fidata e compagna di viaggio. Con se non porta altro tipo di arma, gli basta quella e, ovviamente, non esce mai senza. Non si sa mai cosa può accadere in questo periodo tanto buio. Ai piedi, infine, vi sono dei sandali in legno molto semplici. La bianca chioma viene lasciata sciolta, fatta ricadere per tutta la schiena e le azzurre iridi puntano avanti a se. Non elegantissimo ma non ci si può di certo lamentare di come vada in giro. [Chk On]

23:38 Hoshiko:
 Una nottata di fuoco, passione e desiderio è quella che si lasciano alle spalle, ma la Luna Rossa innalzata al cielo par controllare un'umore che, altrimenti, sarebbe stato ben lontano dal nervosismo avvertito nell'animo. Silenziosa, passeggia al fianco dell'uomo che le sta insegnando di nuovo a vivere, a provar emozioni lentamente corrose dalla permanenza prolungata nel suo Villaggio natale, eppure, un pensiero batte forte nelle membra di chi, con le mani in mano, non riesce proprio a restare. Le cremisi neanche scivolano sul luogo circostante, la folla è in subbiglio, presa da passatempi mondani, troppo caotici e chiassosi per Lei che, invece, preferisce la tranquillità poichè il divertimento, in fondo, non lo ha mai davvero conosciuto. A spezzare l'atmosfera saranno proprio le parole di Raido, vien constretta a ruotar e inclinare il capo per permettere dunque all'uomo di poter rientrare nella sua visuale, cogliendone i lineamenti, il profilo, e gli occhi azzurri nel quale, precedentemente, ha navigato con naturalezza e spenzieratezza <dovremmo parlare, Oboro> eccola, nuovamente frappone delle distanze chiamandolo per cognome, nonostante il rossore sulle gote che divampa per motivazioni ancora ignote tra le sue conoscenze. Potrebbe sembrar ambigua una affermazione del genere, specie se susseguita da una pausa prolungata per qualche minuto di troppo, servita forse ad elaborare ciò che ribolle nello stomaco e per il quale ha deciso di partire insieme a Lui. <Sai bene quali siano le intenzioni che ho riguardo Oto...il tempo di riposo ormai è passato, le mie ferite sono guarite> e non solo le bruciature che come un cane si leccava <direi che è tempo di allenarsi ed iniziare a giocar le carte in tavola per sbattere fuori i Bastardi che stanno decimando la mia gente> inchioda smettendo quindi di procedere per la via, gamba destra, ora, allungata per compiere un solo passo per cercare di fronteggiarlo a pochi centimetri di distanza. <mentre io sono qui...c'è gente che muore. Ci sono allievi costretti a far le bestie per ottenere uno stupido coprifronte. Uomini e donne costretti a subire sopprusi e controlli da chi possiede qualche grado in piu di loro...> stringe i pugni, stretti, sfogo di una rabbia che man mano diviene sempre più forte e prepotente <Yukio cerca Sango, giusto? Se Oto si è chiusa in quella maniera, probabilmente la femmina è li, altrimenti non avrebbe alcun senso tutto questo baccano> idioti, passare inosservati sarebbe stata la scelta più saggia, ma così facendo, avete messo un cartellone al di fuori delle mura che attirano l'attenzione con i fari a neon. Minuta la statura, non più di centocinquanta centimetri, ciò che spicca è sicuramente la chioma, una cascata argentea e setosa terminante le fosse di venere. Epidermide chiara, accentuata la colorazione degli occhi esaltati da un leggero trucco a valorizzarne la forma. Curve accattivanti, ma saranno i fianchi ad essere più sviluppati del seno, coperti da abiti scolareschi: una gonna con i volant verde lunga sino metà coscia, camicetta castigata fin sotto la gola dove, un nastro infiocchettato, ricade morvido sul petto, parigine nere tuffate in stivaletti semplici ed una cinghia in cuoio che la aiuta a trasportare le classiche armi. Kunai, Fuuda, carte bomba e fumogeni. Le mani sono guantate, eccetto l'unghia dell'indice, appuntita e nera dove, attorno alla falange, vi è attorcigliato un anello d'oro a forma di serpe. Ricordiamoci del bavagioa coprirlei connotati finoa raggiungere le clavicole.[ChkOff] [4 Kunai] [4 Carte Bomba] [3 Fuuda] [2 Fumogeni]

23:59 Raido:
  [Secondo Cerchio] La notte passata con la Doku non può di certo essere dimenticata, non riuscirebbe neanche volendo ed in lei nota quel rossore quando le parla, quella maggiore tranquillità che ora alberga nell'animo. In qualche modo cerca di renderla più serena facendola stare a Kusa, farle recuperare quello che ha perso. Non un'impresa facile ma decisamente vuole provarci e poi, non bisogna dimenticare che si tratta sempre di una sua allieva e deve istruirla in ogni modo possibile e conosciuto dal Jonin. Ode il nome del clan venire pronunciato, di nuovo un termine molto più formale e distaccato, quasi freddo eppure il rossore sul viso è presente, lo riesce a vedere e lei non fa neanche niente per nasconderlo, esattamente come nota la maschera che porta. Coprire il viso e quella cicatrice. Deglutisce sente il cuore battere, no, qualcosa non va. E' strano, troppo strano eppure dovrebbe essere il contrario. Perchè non riesce ad essere più spensierato. Un piccolo peso vi è sul petto del bianco mentre il cuore batte leggermente più veloce del normale. Strofina le labbra tra loro cercando di venirne a capo, lanciando ogni tanto qualche sguardo a quella Luna rossa capace di attirarne l'attenzione. Per fortuna il tutto viene mitigato dal dire della Doku la quale va a rompere il ghiaccio incominciando a parlare. Non dice niente preferendo restare in ascolto, udire ciò che bisogno di esternare. Non ha torto, il tempo è oramai passato e bisogna andare avanti, non rendere vano quel suo viaggio verso l'erba. Annuisce con un lento movimento del capo <E sia> comincia lui stesso a dire qualcosa <Non sarò un insegnante delicato però, mettilo in conto> fa presente se vuole davvero iniziare un allenamento con lui. Non può andarci piano se vuole insegnarle ad essere un'artista delle armi ma prima che possa dire qualcosa la vede fermarsi ed aggirarlo per bloccare anche il di lui passo. La rabbia di quegli occhi è ciò che lo colpisce di più, una rabbia che può comprendere e capire fino in fondo. Ancora non vuole parlare permettendo a lei di esporre quel suo pensiero nei confronti del villaggio del suono. Rimembra quell'incontro nel bosco, la descrizione di ciò che ha passato e di quello che le hanno fatto vivere. Ricorda di come l'ha trovata, totalmente cambiata rispetto al loro primissimo incontro, più donna che ragazza. Più oscura. La luce quasi del tutto assente sia nello sguardo che nelle parole <Lo so> parla lentamente e con voce bassa ma abbastanza da poter essere udito dalla ragazzina <Se è quello che penso, non basta parlare. Se è come penso, quel villaggio sarà blindato> guardandole e ricercandone lo sguardo <Non è qualcosa di semplice, ne sei consapevole? Nemmeno uno come me può partire in quarta e sperare di uscirne vivo> e lui è uscito vivo da un bunker pieno di shinobi che cercavano di ammazzarlo ad ogni passo <Oto è chiusa ma non solo per Sango. Coloro che l'hanno presa con la forza sono tutti mukenin dell'erba, sono tutti ricercati. Kioshi, Sango, Kimi, tutti loro> continua a spiegare cosa effettivamente si trova all'interno di Otogakure <Per fare ciò che vuoi, serve un vero e proprio esercito perchè, magari, entrare di soppiatto è anche fattibile, il problema è uscire> pensa ad alta voce <Ma d'altronde ho fatto una promessa, quindi> alzando le spalle senza mai smettere di guardarla. Non avrebbe infranto la promessa che le ha fatto, sarebbe morto piuttosto. [Chk On]

00:27 Hoshiko:
 Maledetti quegli occhi che continuano a divampar come un'incendio c'attanaglia una foresta, si stringono le mani, ma quel nervosismo è mescolato al disagio subito inconsapevolmente dalla Luna Rossa incombente. Scuote lentamente il capo nell'udir la prima affermazione, cerca di vederlo come un semplice maestro adesso, non può farsi trasportare da un qualcosa che, probabilmente, per l'uomo adulto dinanzi a se è percepito come divertimento passeggero. Un sollazzarsi con una donna più giovane. Basta. Contrae la mascella, le corone quasi scricchiolano, vorrebbe sconnettere la mente dai ricordi, dai pensieri, tornare alla sua apatia e menefreghismo che l'hanno sempre contraddistinta tra la folla. Eppure l'obbiettivo è radicato nel cuore, desidera e brama la Libertà per la propria gente poichè non sopporta di veder cadere in rovina il Villaggio nel quale è nata, cresciuta e stata costretta ad abbandonare per l'incompetenza dei loro regnanti <non devi andarci piano> sibilia per lasciar comprendere la caparbietà di rafforzar il corpo affinchè possa far la differenza, seppur minima, in un campo di battaglia. Ascolta ciò che l'uomo ha da dirle, inspira profondamente per poter permettere all'ossigeno di ralentare i battiti, altrimenti, troppo accellerati, tanto da farle venir i capogiri se non controllati con minuziosa attenzione. Lo fissa in viso, nonostante i connotati siano coperti dal bavaglio inseparabile quando si trova in mezzo ad estranei. Schiocca la lingua biforcuta, ruotano per aria le orbite, seccata <Che schifo..> commenta scostando lo sguardo altrove, senza soffermarsi su un punto ben preciso <Oto è diventata il raduno dei mal viventi...> ed è in quel momento che, con l'arrivo di un'idea lampante, le palpebre si spalancano improvvisamente coadiuviandosi ad una risata pacata, sommessa, lugubre sotto certi aspetti <colma di Mukenin dell'erba, giusto? Chi lo ha detto che dovremo andarci da soli...non credo sia soltanto nostro interesse acciuffare i signorini per potergli far pagare pene adatte ai loro reati, giusto?> sfarfalla le ciglia, incrocia le braccia strette al petto, meditabonda <E se chiedessimo aiuto all'alleanza?> inclina lateralmente il capo, con esso, anche qualche ciocca platino si sposterebbe per poter puntare la pavimentazione, accarezzando la porzione di gota scoperta <Richiediamo udienza ai personaggi di spicco e con un ruolo rilevante all'interno dei vari Villaggi, spero e mi auguro che la mia testimonianza possa far leva sul loro senso di giustizia ed aiutare la nostra causa> o saranno codardi? Non è certa, ma spera che non ignoreranno il grido d'aiuto di chi, tra quelle mura, è davvero innocente <e se partissimo per Konoha sta sera stessa...iniziando quindi dalla Kage Furaya spiegandole magari l'accaduto per poi diramarci a Kiri?> sciogle gli arti superiori. Vien ricercata la concentrazione, essa aumenta fin quando inizia a visualizzare ed immaginare due sfere di energia, pura essenza risiedente in ogni creatura che attende solo d'esser risvegliata. Come lo Yin e lo Yang, esse viaggiano in due linee parallele, certo, ma affiancate per viaggiare verso la stessa direzione fin quando verranno mescolate in un'unico agglomerato proprio al centro del petto dove, le mani guantante, andranno simular il simbolo della capra. Eleganti le dita, si aprono gli tsubo che vengono irrorati dal Chakra come un fiume in piena, dovrebbero divenir più sviluppati i sensi, fortificate le fibre muscolari, affinato l'udito e la vista. <Quando iniziamo?> inarca un sopracciglio. Niente. Oggi sembra pazza. [Chk On] [20/20] [Stessi Tag]

00:59 Raido:
  [Secondo Cerchio] Non può lasciarsi trascinare dentro qualcosa seppur quella notte, più che semplice divertimento, ha rappresentato anche altro ma al momento l'unica cosa naturale che gli viene da fare è sopprimere ogni emozione e ogni sentimento di felicità, almeno fin quando non sarebbe arrivato a capo di quel fastidio che lo attanaglia. Cosa lo rende così? E' nervoso? Poco ma sapere di esserlo senza conoscerne il reale motivo, lo manda in bestia. Eppure si è svegliato tranquillo, forse più che tranquillo, rilassato e in pace con se stesso. Le sensazioni si accumulano in lui, sensazioni di fastidio e non sa come avrebbe potuto girarsi verso qualcuno che non gli sta particolarmente simpatico. Non vuole che sia Hoshiko a pagare per questo suo stato d'animo ed a quelle parole, difatti, andrebbe ad esibire un piccolo sorriso per la determinazione che sta mostrando. Non vuole avere sconti e l'ammira per questo, ammira quel suo carattere <D'accordo, sarai accontentata. L'ultimo mio allievo l'ho fatto correre fino a stramazzare al suolo senza energie> ricordi bellissimi di quel pomeriggio con Saisashi. Lo ha visto correre come un dannato tutto il tempo arrivando a ridersela sotto i baffi ma come può essere meno <Ma con te adotterò un sistema diverso probabilmente. Ci alleneremo con ogni tipologia di armi, dalla più basilare come il kunai fino ad arrivare alla più possente, la Zanbato...ma per quella c'è ancora tempo> pensa ad alta voce il modo in cui vuole allenarla e metterla alla prova. Certo, non sarebbe arrivato a farle usare un'arma come la zanbato, anche perchè, con molta probabilità, non riuscirebbe neanche a sollevarla. Sospira gettando aria dalle narici, svuotando appena i polmoni mentre gli occhi tornano sulla Doku, la fissano con maggiore intensità man mano che la di lei rabbia aumenta sempre più <Oto è stata un raduno di malviventi per buona parte della sua esistenza> non può non ammettere quello <Con gli anni è divenuta parte di qualcosa ma loro sono riusciti a distruggere anche questo> continua a pensare ad alta voce ricordando come la stessa Oto, anni prima, ha aiutato Kusa durante la sua liberazione. Si ricorda i vari Kage nel villaggio e con loro Kunimitsu. Inarca il destro sopracciglio ora, preso in contro piede ma annuisce semplicemente alla prima domanda. Stranito da quelle domande e da quel ragionamento, sul momento non coglie il punto <In teoria si> ma a livello pratico solo Yukio ha gli ha effettivamente dato un'ordine preciso ma ecco che l'arcano viene svelato finalmente <L'alleanza è già d'accordo che coloro all'interno di Oto sono un pericolo> specifica <Ma spingerli a muoversi in massa, questo è complicato> specie nel ricordare l'incontro con Yukio e Furaya. Un incontro in cui hanno messo sul tavolo le idee e le volontà di tutti quanti, il modo di agire. Il piano della Doku è semplice sulla carta ma non sa quanto possa essere concreto, chiedere aiuto a tutti quanti, creare veramente qualcosa. Konoha, Kusa e Kiri, e poi? L'alleanza ufficialmente è con loro tre ma gli altri villaggi? Il pensiero dell'Oboro viaggia, veloce, verso lidi del tutto nuovi. Muove qualche passo per avvicinarsi alla genin, pochi giusto per accorciare le distanze e tentare, alzando il braccio destro, di portare la mano a contatto con le sue ciocche e scostarle di persona. Un gesto semplice ma voluto per poterne vedere meglio quella parte scoperta di viso, un gesto che non ha bisogno di parole <Possiamo provarci> non glielo nega <Ma si, ti porterò dalla Decima e poi andremo a Kiri> un motivo in più per tornare nel proprio villaggio di origine e portare a compimento la sua ricerca, riprenderla dopo tanto tempo. Non ha niente da perdere, non hanno niente da perdere ma il viso si inscurisce nel pensare alla possibile reazione della Decima a tutto ciò. Scuote il capo <Furaya è una donna giusta che farebbe di tutto per il suo villaggio, la tua testimonianza può aiutare a smuoverla così come quello che le dirò> e sa bene su cosa fare leva per convincerla, lo sa fin troppo bene. Nota Hoshiko richiamare il chakra, un passaggio estremamente semplice ma funzionale, segno che la determinazione di lei è ben oltre. Mezzo sorriso ne increspa il viso <E va bene, vieni con me> e nel dirlo comincerebbe a muoversi a passo svelto verso un vicolo. Oramai l'ora è tarda ed in giro non c'è tantissima gente ma lo stesso va a recarsi in una stradina appartata dove nessuno può disturbarli od interromperli. Una volta giunto andrebbe a voltarsi <E' tardi ma qualcosa posso insegnarti. Non è un'arte o una tecnica, bensì dei semplici movimenti per rendere più efficaci i tuoi colpi. Oggi te li insegni ma dovrai fare molta pratica, intesi?>. [Chk On]

14:31 Hoshiko:
 Si irrigidisce la muscolatura nell'avvertire il movimento dell'altro nei propri riguardi, ma non si scosta da quel gesto effettuato per agguantar la propria ciocca di capelli ricaduta precedentemente sul viso, dal sapore dolce, delicato. Affetto che non ha mai più ricevuto se non dai genitori, prima del grande collasso familiare. Si sollevano le cremisi, con lentezza, dedite a ripercorrere il collo di Raido, la chioma albina, le labbra, ed infine lo sguardo azzurro nel quale par perdersi qualche secondo di troppo. Perchè, con lui, non riesce a parar dinanzi il muro che lo sospinge al di fuori della realtà in cui vive, ma bensì, suscita il desiderio d'avvicinarsi in punta di piedi, per non far rumore, per non far scoprire al mondo freddo e crudele che, tra il ghiaccio, può sbocciare un fiore. Schiarisce la voce, ma le gote, non vogliono saperne di impallidirsi, permenendo dunque accese come due lanterne ad illuminar la notte più buia. Lo segue nel vicolo, ma data l'ora e le tempistiche brevi nel quale si ritrovano a dover affrontare una sfida molto più grande di loro, sembra ripensarci arrestando quindi l'avanzata con uno strusciar degli stivaletti al suolo <Forse non è una buona idea, Oboro> arriccia il nasino coperto dal bavaglio coadiuviando uno scossone del capo <rimandiamo l'allenamento a Konoha, Kusa non è distante, la raggiungeremmo domani nel pomeriggio se ci sbrighiamo> ed effettivamente, nulla impedisce loro non solo di Visitare tale Villaggio - che a differenza del Samurai, non conosce affatto - ma bensì potranno andar avanti con le lezioni affinchè il corpo sia quanto meno basilarmente preparato ad un possibile scontro. <non so com'è l'Hokage Furaya, quanto meno il Modus Operandi di quelle zone. Mi auguro però che siano più propensi al dialogo, ad ascoltare il verbo di noi poveri bastardi e, magari, aiutare il popolo a liberarsi da quella piaga> ma sa bene che nessuno si muove senza i propri tornaconti. Tutti hanno un prezzo, bisognerebbe solo scoprire cosa può spingere un Capo a salvare un luogo di così poco conto. Sospira, qualche passo viene effettuato per portarsi alle spalle di Raido e, come una bambina, cercherebbe di saltargli in groppa avvinghiando le gambe attorno il suo busto. Le braccia, invece, per ricevere maggior sostengo, si intrecciano attorno le spalle mentre, il musetto, vien strofinato nei capelli chiari di Lui <mi porti...in braaaacccioooo?> che ti aspettavi? Alla fine un po infantile è. Faccil'abitudine <andiamo?> si parte? VERSO KONOHA E OLTRE![Exit]

14:50 Raido:
 Quel muro che ella ha creato davanti a se, lentamente cerca di buttarlo giù, di conoscerla sempre più a fondo, comprendere chi ha difronte. Di certo non una semplice ragazzina infantile, questo è certo ma vuole arrivare a quel punto. Poter dire di conoscerla davvero. Le scosta le ciocche per vederne il visetto e gli occhi, senza impedimenti di alcun tipo. Gli basta quella semplice visione per sorridere e far passare parte del nervoso di quella sera, un nervoso che persiste comunque e che non accenna a finire, proprio ciò che odia, non capire le cose. Deglutisce sentendo il cuore battere un pochino più forte del normale, troppo preso forse ma ci sta ricascando. Lo sente dentro di se, sente come le cose stiano lentamente cambiando. Permetterlo? Ancora non lo sa, è troppo presto per poterlo decidere, troppo per capire come muoversi e alla fine opta per portarla in un vicolo e cominciare un piccolo ma leggero allenamento. Niente di speciale, solo qualcosa da fare nel tempo libero per allenarsi ma è proprio Hoshiko a fermarsi bloccando il passo. Ancora il nome del proprio clan al posto del nome, deve farci l'abitudine probabilmente ma diamo tempo al tempo, è un discorso che avrebbe sicuramente affrontato in futuro ma non ora, troppo presto anche per questo <Partire davvero a quest'ora? Sarà una sfacchinata sul serio> considerando che ci vuole comunque il suo tempo, sarebbero arrivati non sfiniti, di più...questo è quello che crede almeno perchè la situazione prende una piega del tutto inattesa ed improvvisa <Furaya agisce per il bene del suo villaggio, ascolta i suoi cittadini e poi, beh, ci sono io. Ti ascolterà> la sua presenza può fare molto e niente, questo non lo sa con certezza ma solitamente non si è mai tirata indietro da un dialogo con lui, ne ora ne in passato. Segue la Doku con lo sguardo vedendola muoversi, camminare, aggirarlo e con un singolo salto salirgli in groppa. In pochi attimi se la ritrova sulla schiena percependone il peso ed il calore del corpo, con il visino strofinato nei capelli, ora più ricresciuti che mai. Schiarisce la voce sorridendo divertito. Scuote il capo incredulo <Tieniti forte, andremo veloci> e nel dire ciò porterebbe le braccia verso i propri fianchi per poggiare le mani sulle di lei gambe, tenerla salda e ferma e poi partire. Un unico scatto al massimo della propria velocità, senza trattenersi, senza cercare modi alternativi. Inizia a correre per le strade di Kusa arrivando oltre il portone ed imboccando la strada per Konoha. Seconda strada a destra e poi via fino al mattino. [END]

Raido parla con Hoshiko, di ciò che lei vuole fare e di un possibile piano che prevede l'inclusione di Konoha. A fine serata decidono di partire direttamente per il villaggio della foglia.

Ps. non arriviamo neanche a 5 azioni credo, non valutabile dunque.