Che risveglio
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Giocata del 06/11/2020 dalle 21:02 alle 23:08 nella chat "Luogo Sconosciuto"
Il mattino è iniziato da un po'. Sono le otto passate, ma Tsuki è sveglio da qualche ora. Non si può dire che abbia preso veramente sonno stanotte a causa del posto in cu ha dormito alquanto scomodo. La motivazione, però, è valida. Infatti la sera prima ha portato a casa una ragazza. Che la gente non pensi male dopo queste parole. La motivazione è solamente una: non voleva lasciarla in mezzo alla strada dopo averla fatta svenire. Indossa il suo pigiama. Un paio di pantaloni neri larghi coprono le gambe nella loro interezza, mentre per la parte superiore del corpo ci pensa una maglietta girocollo a maniche lunghe di colore grigio tendente al verde scuro con due cerchi all'altezza dei gomiti. In faccia la mascherina. Non è solito portarla all'interno della sua abitazione, ma questa volta ha un ospite dopo tanto tempo. La prima ora dopo il risveglio è stato solamente fuori, seduto sul poggiolo, a guardare la Luna mentre illuminava per l'ultimo periodo il cielo stellato e il Sole che prendeva il suo posto. Un'alba veramente bella. L'ora successiva è rientrato, si è lavato e ha deciso di rimettersi quegli abiti tanto comodi con cui era stato l'intera notte. La casa, se così si può chiamare, è costituita da solamente due locali: il bagno e l'entrata che si andava a concludere nella camera da letto. In questa, bella spaziosa, si trova anche la cucina e un tavolo quadrato con una sedia in ogni lato. Affianco al letto matrimoniale nel lato opposto della portafinestra, un armadio di legno scuro è appoggiato alla parete. Su una sedia l'unica cosa che può indicare del disordine: una felpa nera con cappuccio è appoggiata al poggia schiena. Dopo aver fatto le cose con calma, vedendo che il Sole cominciava a mangiare le ore, ha cominciato a cucinare qualcosa per la colazione. Sa quanto per il corpo è stressante finire il chakra, e quello che vorrebbe lui dopo essersi svegliato è mangiare. Così, usando le doti da cuoco che possiede per vivere da solo, comincerebbe a tagliare del pane a fatte un po' sottili in modo tale che si riescano a tostare al forno senza bruciarsi, e poi aprirebbe un paio di uova e le verserebbe all'interno di un piatto fondo. Queste devono essere fatte all'ultimo momento perchè sono buone calde. Poi prenderebbe due arance e lo spremi agrumi per fare una spremuta e versarla all'interno di un bicchiere. Andrebbe a prendere una sedia e se la porterebbe davanti ai fornelli, aspettando che la bella addormentata si risvegli mentre tutto quello già preparato si troverebbe sopra un vassoio. [chakra on] Stringe appena gli occhi, andando ad aprirli lentamente. Convinta di essere nella sua abitazione e non ricordando ancora una mazza di quello che è successo il giorno prima. Mugugna, spostandosi sulla schiena dopo essere stata troppo su un lato. Gli occhi scrutano il soffitto, contorcendosi poi un attimo fino a mettersi seduta. Lo sgruardo si perde davanti a sè, in modalità zombie. I capelli sono sciolti, forse ha perso l'elastico che li teneva legati nel sonno. Alza le mani e si stropiccia gli occhi, sbadigliando come se non ci fosse un domani. Ha davvero l'aspetto di una bambina quando si sveglia, a differenza di quello che mostra quando sta in mezzo alla gente. Ruota poi il capo, cercando di capire cosa le sfugge> mmmh.. <mugugna, non capendo ancora. Guarda la portafinestra, poi l'armadio. Infine sposta lo sguardo dall'altra parte. indossa gli stessi vestiti, tutti neri: felpa e pantalone. Le scarpe almeno gliele ha tolte. Nel girare la testa inquadra un ragazzo ma supera la sua figura sbadigliando di nuovo. Poi, sgrana gli occhi e torna su di lui, con la bocca ancora aperta. Pietrificata. Forse inizia a rendersi conto di non essere a casa sua. Alla mente di Tsuki, sentendo e vedendo quei rumori provenienti dal suo letto, balza una cosa sola. Finalmente la ragazza si è svegliata. Così, senza dire niente, si alza e si gira verso il fornello che è stato acceso prontamente qualche secondo prima. Versa le uova precedentemente aperte sulla padella che si trova sopra al fuoco acceso. Le mescola, aggiungendo un po' di sale e una spezia per dare gusto, con un mestolo di legno qualche secondo e, dopo aver costatato che si sono cotte le versa sul patto che viene successivamente poggiato sopra il vassoio. Prenderebbe poi il pane tostato che, ormai, ha raggiunto un colore dorato e lo metterebbe sopra le uova. Solleverebbe il tutto e si dirigerebbe verso di lei con i piedi scalzi. < Buongiorno. Questo è per te. > le direbbe guardandola negli occhi con uno sguardo tranquillo. Anche il tono non è per niente scorbutico, anzi. Si ridirigerebbe nuovamente verso la sedia precedentemente spostata e la posizionerebbe ora davanti al letto. Forse è il momento di dare qualche spiegazione. < Immagino che tu ti sia resa conto che non ti trovi a casa tua. Sei qua perchè, dopo ieri sera, non volevo lasciarti stesa a terra priva di sensi. Nulla di più. Immagino che dormire vestita così non sa stato il massimo, ma per mantenere un attimo di contegno ho evitato di spogliarti. > direbbe, continuando a guardarla sperando che a lei piaccia quello che lui le ha cucinato. Gli interessa solamente perchè non vuole fare brutte figure. < Ah, e per mettere le cose in chiaro prima che tu possa minacciarmi di nuovo, hai sbagliato persona. Non sono la persona che pensavi. > concluderebbe aspettando che lei dica qualcosa.[chakra on] Aggrotta la fronte quando lui la saluta tranquillamente. Strabuzza gli occhi e dà ancora un'occhiata attorno prima di tornare a guardarlo. Non fiata, lo ascolta, cercando di ricordare. E si, ora ricorda. Sta per dirgli cose ma finisce che non hanno neanche fatto niente. E che palle. Poi chiude finalmente la bocca, guardandosi. Deglutisce. Non è la prima volta che dorme vestita. Poi torna ancora su di lui che si avvicina. Guarda la colazione che forse è la prima colazione decente da giorni. Quasi le brillano gli occhi. Inclina la testa di lato, allungando la mano verso il pane ma alle parole dell'altro si blocca. <E perchè non me l'hai detto subito> Dice tornando a puntare la colazione ma tirando a sè la mano invece di prenderla. Il fare del ragazzo si può dire che metta tranquillità anche a lei. é anche vero che sta ancora dormendo, è un disel la signorina. Ma la mette a suo agio, dopotutto. E poi è un gran figo, e questi sono tutti punti in più. <Perchè la mascherina? Sei infetto?> Chiede, portando le mani alla felpa. Ne afferra i lembi e tira verso l'alto, togliendola. Sotto? Reggiseno e basta. Uno semplice, nero, ovviamente. <Fa caldo> Ed ora lo sguardo si fionda su di lui, inarcando un sopracciglio. Ovviamente ci sono domande da parte di lei a cui lui sapeva già che avrebbe dovuto rispondere. Beh, ora deve spiegarle che si è voluto divertire. Lei guarda la colazione che lui le ha preparato, ma ancora non l'ha afferrata. Ce l'ha davanti e lui è ancora in piedi con il vassoio in mano. Non si è seduto quindi e si trova in una posizione scomoda. Appoggia il vassoio sul letto, in una zona libera dal corpo di lei per poi andarsi a sedere come descritto precedentemente dopo che lei gli pone il primo quesito. < Perchè avrei dovuto dirtelo? Mi sono divertito un sacco. >. Ecco come dirglielo: in modo diretto senza giri di parole. Poi la seconda domanda. Questa capta sempre, e quando si dice sempre è perchè è ogni volta che incontra qualcuno di nuovo. < La mascherina? Nessuno lo sa oltre a me, ma puoi stare tranquilla che non sono infetto. > le dice rassicurandola. Ma ha detto una bugia. Non è vero che nessuno lo sa. Tenshi lo sa, ma non è il momento di pensare a ciò e sicuramente non andrà a dire queste cose alla Inuzuka. Non le dirà il motivo della mascherina. Poi lei si spoglia levandosi la felpa. Non è completamente nuda, ma porta solamente un reggiseno. Tsuki, alla vista di questo, non si sconvolge. Ovviamente non si tira indietro nel guardare, ma propone subito una cosa alla ragazza. < Che ne dici se ti prendo una maglietta? >. Così si alzerebbe per dirigersi verso l'armadio. Lo aprirebbe per prendere una maglietta all'interno di esso. Ovviamente questa è di colore nero. Gliela lancia sulla panca e richiude l'anta aperta. < Ecco, tieni. Copriti con questa che è sicuramente meno pesante della tua felpa. > le direbbe poi per ridirigersi verso la sedia per concludere con un < e mangia le uova che da fredde fanno schifo. >. [chakra on] Aggrotta la fronte alle sue parole. Imbronciata, un pò come una bimba. Ma è solo perchè, come prima, è ancora addormentata sebbene sulla via del risveglio completo. Poi lui parla della mascherina e risponde <E se io volessi baciarti?> chiede, mantenendo lo sguardo. Senza vergogna e senza pudore. <Eh? Non la voglio. Ho caldo> Daje. La guarda volare sulla panca e torna su di lui. <Mangio, mangio> Dice poi, prendendo una fetta di pane, dandoci un morso. La mano libera sale sui capelli, accorgendosi di non avere l'elastico. Masticando ruota il busto cercandolo con lo sguardo dietro di sè. E nel frattempo caccia un altro morso. Ha davanti una ragazza veramente peperina. Questo lo aveva già capito la sera prima, ma ora ne sta avendo sempre di più la certezza. Una piccola risatina esce dalla sua bocca e scuote la testa a destra e sinistra. < Baciarmi? Dovresti riuscire a togliermela per farlo, ma visto ieri sera non penso che tu riesca a farlo. > le risponderebbe poi guardandola negli occhi. Proprio una che non si lascia scappare nulla. Una che preferisce dire qualcosa in più che qualcosa in meno. Poi decide anche di rifiutare la maglietta. Veramente vuole stare così? Veramente vuole solamente stare in reggiseno? Decide di non pensarci dato che la cosa non gli pesa più di tanto. < Sent una cosa.. Ma chi avresti picchiato tu l'altra sera? > domanda incuriosito senza preoccuparsi di cosa lei stesse cercando. Ma le uova si stanno raffreddando e questo gli dà molto fastidio. Quelle andranno buttate via se continua a lasciarle là a prendere il freddo. < E come mai mi hai confuso con lui? >. Anche questo gli interessa. Solo lui può essere come lui. Nessuno può assomigliargli così tanto da confondere una persona. Appoggia i gomiti sulle ginocchia flettendo un po' il busto in avanti per poi incrociare le dita delle mani tra di loro. [chakra on] <Che c'è? Ti faccio così schifo?> Dice, buttando giù il boccone. Poi passa finalmente alle uova. Daje tempo. Prende forchetta e ne taglia un pezzetto. La pinza e la porta alla bocca. Mastica e poi deglutisce <Allora potresti farlo tu, senza farmi fare i salti mortali per cercare di togliertela> Semplice, perchè complicarsi la vita? La forchetta pinza il resto dell'uovo, stavolta senza romperlo. Lo caccia in bocca. Ma chi vuoi che ti baci se fai schifo così, ogni volta? <Cosa?> Dice una volta ingerito. Lo ascolta mentre si sposta sull'altro uovo <Nessuno, purtroppo> Risponde, parlando con la bocca piena. <Aveva i capelli come i tuoi e come te adesso mi ha rifiutata quella sera> Butta giù, finalmente. <Quindi fai molta attenzione> Sembra una sorellina che parla al fratello maggiore. Per nulla paurosa. <In effetti tu sei molto più figo> Ammette, lasciando la forchetta e prendendo l'altra fetta di pane. <Voi ragaffi fiete tutti dei cagafotto> potresti anche toglierla la fetta dalla bocca mentre parli <fate gli sfplendidi e poi vi tirate indiefro> Stacca finalmente il boccone e mastica.
Giocata del 07/11/2020 dalle 16:09 alle 18:28 nella chat "Luogo Sconosciuto"
< Non lo penso affatto. > le dice sicuro, continuando a guardarla con quegli occhi color Luna. Finalmente mangia le uova. < Come sono? > domanda curioso di sapere il risultato del suo lavoro. Sono due semplici uova, ma è la prima volta che aggiunge quella spezia in cottura. < Non penso ci sia divertimento dovessi togliermela io. Vederti mentre provavi a colpirmi ieri sera mi ha divertito invece. > risponde, appoggiando la schiena sul poggia schiena della sedia di plastica. Ma poi ascolta le parole di lei riguardanti questo pestaggio che anche la sera prima era vento fuori. Riceve pure delle minacce perchè, a quanto pare, nessuno può rifiutare la ragazza che ha davanti. < Quindi mi stai dicendo che tu avresti voluto picchiare un ragazzo solamente perchè ti ha rifiutata? E spiegami una cosa. Uno dovrebbe essere obbligato a venire a letto con te? >. Questo discorso gli sembra folle, aggiungendo il fatto che le non sembra più grande di lui o al massimo della stessa età. Sicuramente è un po' esagerata nel modo di pensare e sembra che abbia proprio voglia di .... Comunque l'importante è che alla fine non abbia picchiato nessuno. < E in che modo noi faremmo gli splendidi? E n che modo ci tiriamo indietro? Sono veramente curioso di sapere ciò, quindi per favore spiega che sono tutto orecchi. > concluderebbe incrociando le braccia sopra il petto e accavallando le gambe dopo averle allungate sopra il materasso che si trova davanti a lui evitando il corpo di lei. Lo guarda, masticando. Inespressiva, come se stesse pensando ad altro. <Eh? Ah. Sono buone> Ammette prendendo il tovagliolo per passarselo sulle mani <Avete dei divertimenti strani> Li mette tutti in mezzo. Gli uomini. Con le donne non ha di sti problemi. Lo ascolta, spostando verso di lui il vassoio. e' sazia per il momento <Mi ha preso lui la birra visto che a me non la danno. Ed è stato lui a fare lo splendido, dicendo che avrebbe fatto questo e quell'altro> Fa una pausa, guardandolo. <E poi si è tirato indietro> Si ferma ancora <Se inizi a farmi eccitare e poi non finisci, è il minimo che io ti spezzi le gambe> Non proprio ma ok. <Io non obbligo nessuno. Che facciano il cazzo gli pare> Incrocia le braccia al petto, sorro il seno, mettendolo appena in risalto <Se però iniziate a fare una cosa finitela, dannati> E distoglie lo sguardo, recuperando quell'espressione imbronciata di prima. Le nere si abbassano poi sulle sue gambe, percorrendole fino a tornare su di lui, concentrandosi sugli occhi <Che c'è?> Aggiunge ancora. Fiero che le uova siano buone e che la nuova aggiunta sia stata una buona idea, non fa vedere questo senso di orgoglio, ma tiene quell'espressione che ha tenuto fino ad ora. Questa cambia una volta sentito che lei non può prendere una birra. < Perchè non ti danno la birra? > chiede avendo già capito che si tratta dell'età. Come pensato prima, questa è più piccola di lui. Poi l'espressione muta di nuovo. Ora è quasi sorpreso per ciò che sta sentendo. Ma di cosa sta parlando? veramente pensa quelle cose? < Ok, ok, ok. E in che modo ti avrebbe fatto eccitare? > chiede, non riuscendo a trovare un nesso logico tra 'offrire una birra' e 'fare eccitare'. Certo che ne ha trovata veramente una strana. Non poteva trovarne una più strana di così, o forse sì. < E poi.. prima dici che spezzi le gambe a chi non finisce di fare ciò che hai iniziato e poi dici che uno può fare ciò che vuole. Dovresti deciderti. >. Si alzerebbe, per andare a prendere il vassoio vedendo però che la spremuta è ancora là. Così prenderebbe il bicchiere e lo appoggerebbe sul comodino sul lato sinistro del letto per poi portare il vassoio vicino al lavabo dove, una volta che lei se ne sarà andata, laverà le cose sporche. Tornerebbe a sedere, poi, per continuare questa conversazione che ha dell'incredibile. In più scemo non è e quindi deve continuare a guardare quel bel seno che gli si è presentato davanti. Non può certo chiudere gli occhi e non guardare. Non è un folle. [chakra on] Alza gli occhi al cielo alla sua domanda <Che palle.. Perchè secondo loro non ho ancora l'età per bere alcolici> Risponde dischiudendo le labbra nel guardarlo <Mi toccava> Diretta, molto tranquillamente. <Ma davvero?> Scocciata per tutte quelle domande. <Ascoltami invece di pensare alle tette. Lo so che lo stai facendo> In realtà non lo sa ma deve avere sempre l'ultima parola. Lo guarda alzarsi e poi tornare. Riprende <Finche mi lasciano stare possono fare il cazzo che vogliono. Se però iniziano qualcosa devono anche finire> Pausa <Sei uno di quelli, vero?> Chiede poi sciogliendo l'intreccio al petto per sporgersi in avanti, mettendosi praticamente a gattoni <Dimmi che non sei come quei cretini> Ne cerca lo sguardo, senza aggiungere più nulla. < Immaginavo. E quanti anni hai? > domanda per finire i dubbi che aveva inizialmente in testa. Poi la lasci parlare, non pensando che il suo guardarle le tette non fosse così visibile agli occhi di lei. Pensando che sia qualcosa di assolutamente normale, non imbarazza alla cosa, ma scuote solamente un poco il capo a destra e a sinistra. La lascia finire con quella domanda. Lui, però, non le risponde con una vera risposta, ma solamente con un'ulteriore domanda. < Ma io ti ho eccitato in qualche modo? >. Diciamo che un po' la sera prima ha spinto la mano dandole quei nomignoli. Poi si è avvicinato all'orecchio di lei e le ha sussurrato qualcosa. Vedendo come lei pensa, probabilmente qualcosa ha fatto l'ha eccitata, ma vuole sapere da lei se veramente ha fatto qualcosa. Ma lui vuole fare veramente qualcosa con lei? < Sei mai andata a letto con qualcuno? >. Una domanda secca e come risposta ne vuole una altrettanto secca, o Sì o No. Niente di più e niente di meno. Vuole veramente sapere se, nel caso dovesse succedere qualcosa, lui sarà colui che toglierà l'innocenza alla ragazza. Perchè, se fosse così, dovrebbe veramente capire come fare e pensare bene a tutto. Non sa se questo gli può andare bene. Prima vuole sentire la risposta da lei e poi ci penserà. [chakra on] <17> Butta lì quel numero, restando a gattoni, guardando prima alle sue spalle per poi tornare su di lui. <Tu?> Inclina il capo di lato, storcendo la bocca in una smorfia <Mmmh> Sembra pensarci, ma forse la sta solo facendo lunga <Non hai fatto niente. Potresti impegnarti almeno un pò, infatti> Dice, con l'espressione solita. Probabilmente nessuno l'ha mai vista ridere. <Non basta guardarmi per farmi eccitare, sai?> Dice, per poi appoggiare il sedere sul letto, lasciando le braccia distese davanti e le mani appoggiate sul materasso. Il seno viene appena schiacciato tra i gomiti per via della posizione. Alla domanda dell'altro non fa una piega <Certo> Risponde subito, senza farsi pregare. E non aggiunge che la prima volta è stata a 11 anni. Non sono fatti suoi, dopotutto. <Ma soprattutto, perchè mi fai il terzo grado?> E tu perchè gli rispondi senza battere ciglio? Resta poi in silanzio guardandolo con la testa inclinata di lato, di poco. < Io 18. > risponderebbe tranquillamente per poi farle concludere il discorso. Meno male che è venuto a sapere che per lei non sarebbe la prima volta. Anche per lui non sarebbe la prima volta, ma non l'ha fatto con nessun'altro a parte che con Tenshi. Questo, però, non lo dice a nessuno e nessuno lo saprà mai. < Ti ho fatto queste domande perchè penso sia un brutto gesto spingersi a fare cose senza sapere le esperienze passare dell'altra persona. Se fuori da questo posto.. > direbbe fermandosi e indicando la stanza in cui sono < ti sono sembrato un tipo di ragazzo, dentro sono diverso in parte. >. Una piccola confessione che avrebbe potuto anche non dire. Quindi è arrivato quel momento. Lei vorrebbe andare oltre con lui, e lui vorrebbe andare oltre con lei. Alla fine si tratta di provare solamente nuove esperienze. Esperienze che lui non ha mai fatto dato che non c'è mai stata occasione. Si alzerebbe e si dirigerebbe verso l'armadio. Aprirebbe un anta e poi un piccolo cassetto all'interno di esso. Prenderebbe da questo una cravatta nera che usa solamente in occasioni importanti, come matrimoni o altre cerimonie. Richiuderebbe il tutto per poi girarsi verso la ragazza. < Voltati, lo si fa a modo mio. > direbbe con il tono con cui parlerebbe in missione a un suo sottoposto. Se lei si dovesse essere girata, andrebbe a legarle la cravatta attorno aglio occhi. < Questa non te la togli e non mi tocchi la faccia, intesi? E ora stenditi! > direbbe senza aggiungere altro. Si toglierebbe la mascherina per poi stendersi sopra di lei per baciarle il collo e quel seno che da troppo tempo aveva davanti. Da qui in poi solo i muri possono raccontare che cosa succede. [chakra on][end] Lo guarda ed ascolta restando zitta, non avendo nulla da aggiungere finchè lui non parla delle domande <Non penso sia brutto> Risponde seguendone ogni movimento e tornando zitta. Lo segue quando si muove fino all'armadio per limitarsi a chiudere le iridi in due piccole fessure. <Perchè devi divertirti solo tu?> Domanda, ma si gira comunque lasciando che le leghi la cravatta attorno agli occhi <Pensavo la usassi per legare me> La leggerezza con cui dice queste cose è allucinante ma stiamo parlando di Keiga. <Se questo serve a farti dare una mossa..> Risponde ancora. Infondo vuole solo una cosa, che è forse la stessa che vuole lui. Si distende, è buio, lo sente piazzarsi sopra di lei e sospira. Gonfia il petto quando sente le sue labbra sul collo fino a raggiungere il seno. Butta fuori l'aria con quel sospiro di piacere. Alza le braccia in modo che le mani raggiungano la schiena di lui. La destra cerca di stringerlo appena a sè, mentre la sinistra si alza raggiungendo la nuca ed infilandosi tra i suoi capelli. E finalmente, anche se al buio, si inizia a "giocare"> [FINE]