Itsu

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con Itsuki, Ren

17:20 Ren:
  [Bancone] Quando vuoi scappare il tempo sembra non finire mai, le giornate sono tanto lente da distruggerla pezzo dopo pezzo, come se non avesse abbastanza forza per affrontare gli attimi avanzati da quello che ha effettivamente da fare. S'è chiusa quì dentro, dove le bocche sono chiuse e i clienti scarseggiano. La luce color ocra la tranquillizza, nonostante il bicchiere sotto al mento di sakè sia ancora pieno per più della metà. Evita tutta la zona del dojo. Evita anche il centro. Evita le persone e anche l'aria che respira. Dopo la guerra s'è persino lasciata crescere i capelli, quelle ciocche aranciate che come seta, le carezzano un viso esangue. Le labbra colorite schiuse verso le dita che sfiorano pigramente il muso, nel cenno e nella posizione di chi è occupato a pensare. Il bancone in legno scuro e lucido ha qualche sbavatura fresca, passata velocemente e in modo immediato da un vecchio signore al di là. Dedito a pulire e servire i passanti. I forestieri che in questi giorni Oto non vede, e che a dire il vero, non vede da parecchio tempo. L'haori bianco poggiato sulle spalle fa' capolino alla maschera di Beto appesa al fianco, tramite una cintolina. Vestita di crop top nero a costine, incrociato e legato sotto al seno destro abbinato ad una gonna lunga fino alle caviglie, con uno spacco ad altezza della coscia. E' pallida. Senza un graffio, se non uno sul labbro inferiore. Se solo ci si pensa, al fatto che questa creatura abbia fatto effettivamente la guerra - potrebbero sorgere dei dubbi. O dei dubbi sul fatto che sia veramente lei. Il sospiro che le fa' tremare il petto. Il velo di paura che le pugnala lo stomaco. Un ombra di ciglia, come una corona d'aceri in autunno; non c'è niente che le rimane da fare ad Oto, se non il richiamo di Hanae a quella che dovrebbe essere effittivamente la prima riunione dell'organizzazione. L'effige della Yugure, il bianco ed il nero - si muove pigramente sotto il respiro proiettato sulla superficie trasparente del bicchiere, tanto immobile da appannarne il vetro. "Finalmente siamo usciti di casa. Mi stavo rompendo il cazzo." La voce rauca di Pomyu al suo fianco, a petto nudo (?) e appoggiato con i gomiti al banco, con il derelitto di ben dieci bicchieri vuoti accantonati in una montagnetta, come se fosse stato fino ad ora il passatempo di quella sorta d'uomo. Metà trasparente, metà di pezza. Veste infatti la testa d'un orso per metà nero e per metà bianco. " Non hai idea di quanto m'era mancato. Fa' letteralmente schifo. E' un posto bigotto e del cazzo, ma è casa mia. E al di fuori di quì, è come vivere un luogo irreale. Un luogo che non so' riconoscere. " E' l'unico a parlare, ma a Ren va bene così. Il livido al labbro messo in mostra dallo spostarsi della mano dal mento, ricollocata lì - sul bordo vitreo. Annebbiata e nascosta. Come se fosse una ladra e non un eroina, in questo paese. La cappa bianca invece, la spinge tra quelle fila, la obbliga quasi - ad esser parte integrante di chi fa' il bello ed il brutto tempo. Non che non ne vada fiera. E' solamente... Un brutto momento? < Mhn. > Un mugugno è tutto quello che riceve Pomyu dalla sua bocca, annoiata e distratta - mentre lascia scivolare gli occhi sul locale alla ricerca di un angolino dove infilarsi. Lei, il suo cibo, ed il suo dannato orso. Sul petto di Sen in bella vista il marchio da mukenin. " Che hai ora? Non hai bevuto abbastanza?! Hai detto?! Signore, riempia il bicchiere alla signorina la prego, non vede che ha la bocca asciutta? " [chk on][Pomyu]

17:59 Itsuki:
  [? > Bancone] il tramonto svetta su di Oto e tutto si tinge di rosa ed arancione, il Goryo starebbe passeggiando in maniera placida e distaccata dal contesto generale, indossa uno dei soliti completi neri e scivola in mezzo alla gente in maniera disinvolta ed a se stante, non si cura di niente e di nessuno e persiste in quel suo incedere che sembra non avere meta, con la coda d'ebano dietro di lui, fluttuante. Le mani si portano fuori dalle tasche, la sinistra afferra il bordo del guanto destro, dritta verso l'alto con il braccio ad angolo più o meno retto, sistema uno e poi vedrebbe di appuntare anche l'altro, con un gesto a specchio. Abbiamo detto 'starebbe' però, perchè a quanto pare il Kagurakaza avrebbe intenzione di continuare con quel suo attaccare che è iniziato qualche minuto fà, pare intenzionato ad andare in un luogo in particolare che, tra una camminata e l'altra per Oto, è riaffiorato alla mente di un Eiji che vorrebbe soltanto affogare quei tratti di nostalgia con un paio di bicchieri di vino, roba di ottima fattura in quel suddetto posto, almeno a detta del Principe. Un sospiro, la sigaretta che vien retta tra le labbra gli concede di soffiar fuori qualche rivolo di fumo, prossima ad esaurirsi seppur vi sarebbero ancora un paio di gentili tiri <{ Suvvia, un paio di bicchieri di vino per spezzare la monotonia, scommetto che non hai mai assaggiato una prelibatezza come la loro riserva. }> persiste l'altro dall'interno, malizioso ed invitante quasi come se fosse quel diavolo sulla spalla che ognuno ha, per quanto Itsuki risulti inamovibile riguardo queste cose, o il divertirsi in generale, anche se l'insistenza del viziato Principe sembra che sia riuscita a smuovere qualcosa, quest'oggi < D'accordo, d'accordo... Hai detto che era da questa parte no? Tanto non mi piacerà come al solito... > inerente al vino in questione, succo di vino acido ed amaro per lui, una follia da bere, rispetto al gusto comunque più neutro del Sakè del quale, per quanto non ci sia abituato, non disdegna un paio di bicchierini, ogni tanto. Non di più, sappiamo che finirebbe male. Per l'appunto, la risposta di Eiji a quell'affermazione ed al fatto che quel corpo - con suo sommo dispiacere - regga relativamente poco, sarebbe la seguente < Tsk, ragazzino... > e svoltando l'angolo, il Corvetto prenderebbe la sigaretta con la mancina, la destra che permane nella tasca del pantalone scuro, un ultimo tiro e poi il mozzicone vien gettato di lato senza particolare premura, finendo in un vicolo capace di essere già pericolosamente buio anche sotto le ultime calde luci del sole. Le rosse saettano in direzione arancione che si affievolisce nell'ombra, andando, esponendo poi ad alta voce un pensiero che sovraggiunge all'improvviso, gli occhi si sgranano appena più del solito visto l'idea intrigante < Potremmo rimuovere le tossine con Effusio mentre beviamo. > sì, sarebbe indubbiamente comodo, bere solo per il gusto di farlo e non per ricercare in maniera passiva le alterazioni che l'alcool possa offrire, etichettandolo addirittura come una tossina, in un qualche modo ligio e rispettoso nei confronti del proprio corpo, sigarette a parte, forse un vizio ereditato dalla madre in un certo senso, non lo sapremo mai <{ Cioè tu avresti il coraggio di pensare una cosa simile? Ah... Sei troppo rigido, non mi stancherò mai di dirlo. }> e si accascia su quella sedia d'ebano persa nel piano oscuro dove risiede, all'interno di Itsuki, che varcherebbe la soglia del posto in questione essendo giunti a destinazione. Un fruscio dei capelli, la porta che si richiude, le rosse spente che vagano per il luogo che sembra comunque un nulla di particolare per il Goryo, che tace, guardandosi intorno con le scarlatte, indifferente di eventuali occhiate altrui <{ Me lo ricordavo più... Elegante? }> e questa volta è Eiji che sospira all'unisono con Itsuki, chi per un motivo chi per l'altro, nonostante qualche passo verrà mosso in direzione del bancone. Pochi attimi, e nel riportare le rosse davanti a sè potrebbe scorgere la figura di Pomyu, ben più riconoscibile ed appariscente, e poi chiaramente quella di Ren < Oh... > una lieve sillaba che si perde nell'aria, si fermerebbe a poco più di un metro dalle spalle di lei, sono giorni che non si vedono e di tutti i posti < Non mi aspettavo di trovarti qui... > direbbe con un tono solito, freddo e gelato, tinto però di una nota particolare che possa in un qualche modo riservare solo a lei. Un sorriso? Sarebbe troppo, ma quella non-espressione sembra rasserenarsi un minimo, quasi come se le rosse diano un pò più di luce del solito a quei lineamenti androgini <{ Tsk, Tanto meno io... }> un cenno del capo verso l'eventuale voltarsi, presumibilmente caotico, di Pomyu. {ck on }

18:28 Ren:
  [Bancone] Il laccetto che tiene i capelli legati mollemente sulla nuca - non in una situazione altamente costrittiva, ma diciamo in modo ordinato. Poche ciocche scendono sulla fronte, si fanno cornice di quel viso dove imperia un oceano d'efelidi e un paio d'occhialetti dalla montatura leggera e tondeggiante. Poco esteta e molto minimalista. Le unghie laccate di rosso contro il bordo del bicchiere finiscono per darsi pace, avviluppano il bicchiere e si muovono con uno slancio del polso verso quello che al di la' del bancone risulta essere una sorta di lavabo. Gettano all'interno il liquido - troppo aspro e secco per la sua bocca - lasciando con gli occhi sbarrati un povero e incredulo Pomyu "Ma co--co-cosa stai facendo? Stronza pazza imbecille!" E l'affanno di recuperarne una goccia, come linfa vitale - va' inesorabilmente in fumo dallo scivolar del liquido lungo lo scarico. "Tutto alle serpi. Tutto regalato alle fottute serpi." Allude, l'orso, al fatto che la tana degli eredi si trovi da qualche parte sotto terra, al pari delle fognature - lì dove il sakè si mischierà all'immondizia e all'acqua piovana, finendo secondo lui, dritto dritto nella tana degli yakushi. Piangniucola il tono, finendo per accasciarsi sul bancone - esattamente come il bicchiere trascinato dalla rossa. Non risponde. Non si fa' fregio di arroganza, o stizza. Come una tavolozza di ghiaccio su cui i colori scivolano senza lasciarle niente. Sex Blues, avete presente? Amare così intensamente, così per poco tempo - da provare una tristezza inverosimile al termine di un rapporto amoroso. Forse è qualcosa di simile - ma con la guerra. E quando tutto screma, quando tutto torna al suo posto lasciando un vuoto a perdere, Ren si ritrova a stringer un bel niente tra le mani. Niente se non piani, per altre guerre. Per altre situazioni d'eccitazione. Le palpebre perennemente calate per metà, nascoste a tratti da qualcuna di quelle ciocchette aranciate. L'ombra delle ciglia sull'iride la rende una mezza luna di piombo, pronta ad affilarsi contro Sen. < Prendimi del liquore alla prugna. Questo sakè non mi piace. > Il cigolio della sedia rompe il silenzio quando una signorina da infondo alla sala la chiama, mostrando nella mano destra un piattino bianco di porcella con sopra dei gyoza alla piastra. E mentra s'issa, mentre la mano destra avviluppa i bordi dell'haori per tenerlo saldo sulle spalle - la voce di Itsuki la scuote dal suo torpore. Gli volge metà viso. Così stanco. < Itsuki? > In bilico tra il saluto e la domanda, come se volesse la conferma dal suo interlocutore. Eppure è lì, davanti a lei. < Eiji... > Ed il saluto è uno specchietto per entrambi, conscia - d'aver a che fare con due persone maledettamente vigili nello stesso momento. Non è un momento facile. L'ade ha vomitato i suoi figli sulla terra, o molto semplicemente, ce ne sono troppi in giro? L'odore di morte le riempie le narici, le offusca i pensieri - la rende aliena, pure d'innanzi alla realtà dei fatti. Si sposta verso quell'ordinazione, verso il tavolo dove la ragazza l'ha chiamata mostrando dei ravioli fumanti e dall'ottimo profumo. " I T Z U K I O O O O O " Dal bancone Itsuki dovrà superare la prova del nove, di un pugno [AGI 100] alla spalla da parte di Pomyu, il solito maledetto Pomyu. E la risata che viene riecheggia in tutto il locale. " Sei sempre più fresco eh ragazzino. Sempre più bello. Finalmente a casa, ma sai cosa manca a sto posto? Le puttane. Chiedi. " Avanti. "Chiedi." Oh? Chiedi, fallo. "Chiedi a Eiji, chiediglielo!!!" Hai fatto? Hai chiesto?! "Un tempo il suono era la fottuta patria delle puttane, non facevi tempo ad entrare che qualcuna ti si buttava davanti a terra per--" Per fortuna, a censurare la scurrilità di Pomyu, c'è il barista. Lo guarda torvo. E gli presenta il bicchiere di vetro squadrato, contenente il liquore di prugna che aveva chiesto per Ren. "Vabbè lascia stare. Che ne puoi sapere tu."..."Hai una sigaretta?" [chk on]

19:07 Itsuki:
  [? > Bancone] Lui arriverebbe non troppo tempo dopo il di lei gettare quel sakè nel lavabo più avanti, un gesto sprezzante che chiaramente andrebbe ad esprimere il non piacergli di quel liquore, il quale viaggerebbe per le tubature diretto chissà dove, magari Pomyu potrebbe anche avere ragione, ma di certo il Goryo non è lì per seguire i vaneggiamenti coloriti del presunto orso, dei quali coglie perlopiù le ultime parole, non volendo chiaramente indagare a riguardo. Il tono, così come lo sguardo affilato, con il quale intima allo spirito di prendergli del liquore diverso da quello di prima, è relativamente più freddo del solito, spenta in viso quando dopo essersi alzata gli rivolge uno sguardo a metà, forse questa volta, paradossalmente, si potrebbe scorgere una traccia d'emozione in più sul Goryo, piuttosto che sulla Seimei. Chi l'avrebbe mai detto. Un'annuire, un sottolineare brevemente ciò che è palese essendo lui lì dinnanzi a lei, con Eiji da dentro che per ora fà l'indifferente, dedicandosi a chissà quale lettura, tirata fuori da chissà dove in quel piano astratto oscuro e privato, gettando solo un'occhiata di rado, in direzione della situazione nel Pub < Mh mh, ciao Ren. > un saluto che vuole provare ad essere appena più cordiale del solito, forse si saranno incrociati di questi tempi, forse non si vedevano da giorni, fatto stà che non hanno avuto modo di star da soli da quella volta a Keimusho, anche se dopotutto, cosa dovrebbe mai servirgli a loro, star da soli? Dopotutto, sono tutto e niente, no? Ed Eiji risponderebbe con un farfugliare breve ed impreciso, pigro anche in quell'occhiata ed in quel cenno del capo che rivolgerebbe alla Seimei, altezzoso nel taglio affilato dello sguardo, per quanto invisibile a Ren < Saluta anche Eiji. > sì, lo dice con ovvietà e senza nessun esprimersi specifico, esprime l'ovvio, con un Principe che saluta in maniera un pò distaccata e fredda, ma lo fa. E dopo essersi alzata, in quel dirigersi placidamente verso il tavolo indicatogli dalla ragazza con i gyoza, Sen vedrebbe di avvicinarsi ad Itsuki con il suo solito fare caotico e disagiante, un frastuono sopraggiunge alle orecchie del Bakeneko, un qualcosa pari al cozzare continuo di cocci di vetro che vengono rimestati in un calderone da una trivella metallica, un rumore delizioso che accompagnerebbe quel pugno che incassa senza particolare sforzo, un nulla di particolare, lui che come una sorta di alto salice si piega appena, come sospinto dal vento, asseconda l'impatto volutamente non esagerato - per quanto percepibile - andando appena verso sinistra, di pochissimi gradi, impassibile. Lo guarda di sbieco, le rosse che si assottigliano e la dritta che viene sollevata, indice e pollice sull'apice del naso a contenere un possibile aneurisma improvviso, un profondo sospiro, anche se oggi tra lui ed Eiji potrebbe effettivamente esaurirsi, contando che non voleva venire lì sin dall'inizio. Le mani, verrebbero portate sui fianchi, una posa dissimile dal solito che esprimerebbe la rassegnazione mista alla sua cinica severità con la quale si rivolge al bizzarro individuo < Pomyu, per favore, non farmi desiderare di ucciderti anche oggi. > ma quello è già partito a sproloquio, mentre il Goryo starebbe piegando il collo a destra ed a sinistra, come se quei sospiri pesassero effettivamente sulla cervicale, tornando con le mani in tasca, mentre lui lo esorta a chiedere ad Eiji riguardo le signore della notte, in maniera palesemente insistente, anche se il suo unico rivolgersi al Principe sarebbe il seguente <{ Eiji... Uccidimi. }> no, non ha fatto e non ha chiesto, per quanto Eiji se la stia ridendo a sua volta dell'atteggiamento esuberante del mezzo uomo mezzo orso <{ Oh beh, devo dire che da giovane qualche scappatella.. Forse.. }> giocola sdraiato in una sorta di amaca, compa.rsa dal nulla rispetto la sedia di prima, ci si crogiola lezioso e malizioso allo stesso tempo, con un viziato sorriso in viso, mentre il Corvetto tace < ... > e tutto il resto viene accantonato come inutili dettagli. E dire che una volta hanno persino conversato da veri uomini, se così la si vuole metter giù, Itsuki e Pomyu, ed è stata la volta prima del lussurioso sfacelo... Anche qui, dettagli di poco conto < Il succo di prugne. > gli indicherebbe con un cenno della testa, mettendo da parte le prostitute, lieto di non aver ricevuto qualche gomitata nel costato nel mentre dell'enfasi di Sen < A patto che vai fuori a fumarla e ci concedi cinque minuti d'aria. > sia chiaro, non lo odia, non si sta riferendo a lui in maniera cattiva o spietata, è il suo solito modo freddo di fare che paragonato ai modi di Sen, affiancato anzi, sembra quasi tragicomico. Detto ciò, vedrebbe di fuoriuscire dalla tasca destra una sigaretta per sventolargliela appena davanti come la leccornia più prelibata di sempre, forse dopo lo sopporterà, ma il primo impatto è ogni volta travolgente e quando lui avrà accettato, la destra passerebbe su un paio di sottili ciocche nere, riportandole indietro, ricomponendosi ed allungandosi verso il tavolo di Ren < Disturbo? > domanderebbe rimanendo in piedi, attendendo una qualche risposta prima di sedersi, fisso, con le mani in tasca. {ck on}

19:32 Ren:
  [Bancone] Legno, sedie imbottite, delle tendine sulle finestre che riportano delle carpe koi che risalgono la corrente del vento; forse è vero, non è il migliore dei luoghi. Ma è diametricalmente opposto al laboratorio Uchiha ed abbastanza lontano dal centro da poter sopprimere le casualità degli incontri. Tutti, meno quelli con il Goryo, a quanto pare. Immagini sbiadite percorrono la mente, il loro ultimo incontro sembrava un pericoloso danzare su un bivio che mai avrebbe voluto percorrere e che mai, probabilmente, si metterebbe a battere. Però se lo ricorda bene, soprattutto adesso che lo guarda da lontano. Le bacchette di ferro tra indice e pollice, incastrate accuratamente nelle falangi pallide, si muovono placide ad incastrar uno dei ravioli abbrustoliti. La punta tra le labbra, un filino di brodo che cola di nuovo nel piatto. Un morso. Un altro. E le guanciotte piene che si muovono in modo adorabile mentre passivamente cura cosa fa' Pomyu, e di conseguenza - quello che fa' anche Itsuki al suo fianco. Il divanetto a mezzo cerchio in cui è incastrata la ingloba, così l'ombra limitrofa della stanza. Il viso diafano invece gioca, tra ombre e luci - finendo per rivolgersi al raviolo che stringe tra i denti. Il punto più divertente? E' che nonostante stia scappando dalle probabilità, il dovere la spinge a cercarlo. A trovarlo. Dovrebbe farlo, o forse, dovrebbe scrivergli? Non ha idea di come ci si dovrebbe comportare e se solo le presentassero un manuale delle usanze, sarebbe anche pessima nel seguirlo come si dovrebbe fare. E mentre la Seimei boccheggia nella testa, perdendo lo sguardo in un punto impreciso tra Pomyu e Itsuki - lo stesso fu' mukenin dalla testa d'orso se la sghignazza alle parole del corvino: "Vedi che non è piacevole, è come morire davvero. Ogni. Volta." Cioè tu ti immagini morire, rinascere, morire? Non è per nulla simpatica come situazione. Ed il broncio impercettibile di Pomyu si fa' strada, anche se non chiede al Kagurakaza - questo risponde divertito ad Itsuki dandogli man forte. Volto a prendere il liquore di Ren, facendolo tintinnare tra i polpastrelli. "Ah. Hn. Hn." Come il rombo di una macchina ne richiama l'attenzione. "Prima o poi ti ci porto. Tu e me e io e te." In quattro sono? "Ti faccio divertire un po' così smetti di pensare..." Alla /mia/ Ren. "Ai dolori della vita." Sì, certo. E la risata che viene da dietro il testone è sgraziata, tende malamente i fili neri conficcati nella carne all'apice del collo, ma senza dargli troppe preoccupazioni. Lascia andare di buongrado il liquore della Seimei, lascia che a portarlo sia Itsuki e quella sigaretta sventolata? Che dire, scomparsa in tempo zero tra le grinfie di Pomyu che non manca di lodarlo. "Sarai per sempre il mio preferito. Per sempre. Come un piccolo fratellino." Marò, aiuto. Per fortuna per tutti però, Pomyu non alza i tacchi e scappa - stava per farlo, certo, ma si blocca a metà, allungando la mano verso Itsuki - già diretto verso Pomyu. " Senti... Una cosa. " E se fosse riuscito a coglier il polso del Goryo, e fermare la sua sfilata verso la donna - Sen tenterebbe di allungare il collo in qualche commento confidenziale. " Non credo le piaccia Oto. E' scontrosetta. O forse ha il ciclo. Mi ha ucciso tre volte da quando siamo tornati. " Il tutto poi dipende da /quando/ sono tornati. Meno di una settimana? Detto ciò, mollerebbe Itsuki e la sua parata suicida verso una donna, a detta di Pomyu, mestruata. Benissimo. Eppure Ren, nella sua versione più chibi, lo osserva avvicinarsi con mezzo raviolo in bocca. <...> Il liquore alla prugna. Ma non è indecoroso bere davanti ad un uomo? Le hanno sempre insegnato queste cose - da quando ha memoria. Quindi lo osserva, osserva il bicchiere di vetro, ritorna su Itsuki. E le guancie piene si muovono, come quelle di un gattone paffuto. Gli fa' cenno però, di sedere di fronte a lei - finendo il boccone. Lasciare il torpore, quella placenta che la stacca da tutto - ha sempre un che di strano. E gli occhi, quelle mezze lune, risalgono la giacca di Itsuki fino al suo viso. Il calore, il calore che lui ha messo nel rivederla - nel salutarla. Sembra aver trovato dall'altro lato una patina d'olio. Una maschera di cera. Gli orecchini dorati che le carezzano la linea della mascella di muovono nel masticare, tintinnano docili - fino a trovar pace alla fine del boccone. E' tanto tempo che non ci si vede. E tante cose, inevitabilmente, sono cambiate. Ma non per volere nostro. < Hai mangiato? Il vino è pessimo. Sembra acqua e ruggine. Però il cibo è buono. O forse sono io che ho fame. > [ck on]