Fuori dal villaggio

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15:58 Tachiko:
  [Piedi della cascata] L’acqua cade in uno scroscio immenso quello della casca dell’epilogo. Le nuvole rubano il sole lasciando chiazze di luce in quell’ombra particolare. Le due statue sono lì, ferme, a guardarsi l’un l’altro, ricordando vecchi dissapori, vecchie storie. Ma poco importa alla folle di tutto quello. Lei stava solo cercando quelle farfalle ed è arrivata lì, per la prima volta. Si trova sdraiata in riva all’enorme lago che si crea ai piedi della cascata. Piedi scalzi in quel frangente mentre addosso ha quel kimono nero con edere rosse che risalgono sul fianco fino a raggiungere il seno. I capelli sono lasciati liberi di sparpagliarsi sul terreno mentre le dita smaltate di nero della mano destra sono immerse in quell’acqua gelida e pura. E’ distesa su un fianco fissando lo specchio con occhi rossi di sangue mentre il labbro inferiore, rossettato di nero anch’esso, viene morso dai denti facendolo scomparire all’interno della bocca. Il magatama nero, unico accessorio per ora, penzola al lato della donna mentre continua a godersi quel suo fare da sola. Appresso, lasciato accanto a lei per essere più comoda, il porta oggetti ed i porta kunai, slacciati dalle loro posizioni iniziali per essere poggiati sulla fredda terra boschiva. Continua a fare cerchi concentrici all’interno dell’acqua canticchiando una piccola filastrocca con la sua voce avvolgente ma strana, inquietante se la si sentisse di notte. Rimane lì ferma in quel frangente idilliaco, scordandosi di tutto quello che ha intorno, perdendosi nella sua mente folle che è come un labirinto anche per se stessa.

16:01 Misashi:
  [Cascate] Come tanti batuffoli d'ovatta un po' vecchiotti, quasi ammuffiti, un gruppo cospicuo di nuvole s'alterna sopra le teste dei due fondatori di Konoha; ma si alternano, unendosi e separandosi, quasi fossero a tratti di buon umore, a tratti in litigio. Ma non è questo l'oggetto principale d'osservazione da parte del Corvino: si concentrano sulle due colossali statue le iridi del Corvino, ammirandole con rispetto ed aspirazione. Il Senju passeggia con fare lento su un piccolo sentierino ghiaioso, tanto che alcuni sassolini penetrano tra le fessure dei calzari da Shinobi, color pece. Più su un paio di pantaloni scuri, adatti all'allenamento, ed ancora una maglietta dello stesso colore, maniche a tre quarti. Il copri fronte della Foglia naturalmente è legato sotto l'attaccatura dei capelli biondi, o quasi: durante gli anni trascorsi fuori dal Villaggio, infatti, questi hanno perso la loro caratteristica lucentezza, quasi si fossero sporcati per sempre. Come l'anima del Legnoso, del resto. Lo sguardo continua a permanere sulle due leggendarie figure che dominano l'aria, contemplandole con desiderio, quasi. Alle braccia indossa le protezioni, gli schinieri alle gambe, mentre l'attrezzatura e l'armamentario sono contenute nelle tasche Ninja e nel tascone posto sul fondo schiena. Improvvisamente, giungendo ai piedi della cascata, s'accorge di una figura mai vista prima <Uh?>. Mugugna, un po' interdetto da quella visione, abituato a non avere compagnia lì, nonostante non vada da molto tempo.

16:08 Tachiko:
  [Piedi della cascata] Continua a canticchiare la vespa andando a fare un cerchio in senso contrario con le dita. Sente il freddo, sente il dolore di quell’acqua gelida ma non le toglie. Sorride malamente invece increspando le labbra nel venefico ghigno della folle. Continuerebbe a rimanere nella sua fantasticheria prima di essere interrotta, così come il suono di quella filastrocca. Si volta di scatto, andando ad osservare senza battere ciglio la figura del Senjuu. Porterebbe le braccia piegate verso le spalle con il palmi che toccano l’erba. E’ in allerta, almeno per il momento. Osserva il coprifronte della foglia ed ecco che si rilassa, ma non troppo. Si siederebbe poi con le ginocchia verso il petto, spingendolo un pochino prima di continuare a fissare il chunin. Sbatterebbe le palpebre un paio di volte, stizzita dall’interruzione mentre si sistema la fasciatura per quel taglio dovuto all’esame genin da quella Karin. < Chi sei?> chiede solamente, diretta, senza nessun pelo sulla lingua prima di fare un respiro profondo e tornare ad osservare la cascata. Gli occhi rosso sangue sono persi in quella miriade di gocce mentre attende una risposta dall’uomo. Le dita delle mani che si appigliano agli stinchi opposti rendendola più ermetica del solito. Gonfie per un attimo le guance prima di chinare la testa di lato cercando di oltrepassare con lo sguardo la cascata ed andare oltre mentre aspetta, paziente, una risposta da parte di Misashi.

16:22 Misashi:
  [Cascate] Non manca di notarlo, e tempestivamente, la ragazza. Lo osserva, lo scruta, ma nota il suo copri fronte: il Senju infatti non manca di osservare come i di lei occhi si scaglino subito verso la placca metallica. Che la rassicurino? Eppure è tutta apparenza... <Misashi> risponde seccamente, apatico in volto, gelido, ruvito nel tono. Avrebbe voluto essere da solo, lì, indisturbato, nello scrutare con attenzione quelle due figure: naturalmente Hashirama è il suo idolo fin dalla nascita, ma nutre un enorme rispetto anche per Madara, forse più di qualunque altro Senju, al di là del Primo naturalmente. <E tu?> chiede, di rimando, permanendo immobile come una statua di ghiaccio. Lo sguardo vaga ambiguamente attorno alla figura di Tachiko, come se ne percepisse l'aura, addirittura la volontà. Poi, in un gesto meccanico e per nulla naturale, le mani s'andrebbero ad infilare all'interno delle tasche; l'intenzione era abbastanza spontanea, poiché metteva spesso le mani in tasca durante le conversazioni; durante la sua vita eremitica però non l'ha mai fatto, dunque in corso d'opera il movimento gli è parso strano, si è sentito ridicolo nel farlo. E nelle tasche, come se non bastasse, trova un bel pacchetto di sigarette.

16:30 Tachiko:
  [Piedi della cascata] Rimane in silenzio inarcando un sopracciglio prima di aprire le labbra senza fiato e richiuderle subito dopo. Torna ad osservare il Senjuu senza nessuna curiosità che traspare. I muscoli si irrigidiscono quando lui mette le mani in tasca, come a stare attenta a quello che sta per tirare fuori, magari un’arma, magari un qualche veleno? Alla sua domanda farebbe un respiro profondo. No, le è stato detto dalla cugina di non presentarsi subito agli sconosciuti. Ci riflette…come fai a renderli conosciuti se neanche dici il tuo nome? Piccolo paradosso nella sua testa facendo un respiro profondo ed andando a toccarsi la testa con la mano sinistra, tamburellando con le dita la sua tempia. Rimane ferma per almeno un minuto così prima di voltarsi di nuovo verso di lui e prendere fiato. < Tachiko..> omette il cognome ovviamente, così da trovare un compromesso. Si umetta le labbra prima di tornare a guardare la cascata. Fa un leggero respiro per poi muovere la testa e ciondolando come se fosse attaccata ad un filo. Permane quel silenzio prima di socchiudere gli occhi e girarsi verso l’uomo < sei uno shinobi.> direbbe capitan ovvio prima di tornare in silenzio mordendosi il labbro inferiore. E’ in fase down adesso con la sua psicosi, portandosi dietro apatia e disturbi emotivi. Rimane apatica quindi nell’osservarlo, studiandone i movimenti, e finalmente osservando quelle sigarette. Le studia da lontano anche se nel caso se ne fosse messa una tra le labbra. Non le conosce, non ha mai fumato ne provato a fumare in vita sua e la cosa comunque sembra attrarla, la curiosità insomma.

16:38 Misashi:
  [Cascate] Le dita smuovono per alcuni istanti il pacchetto, quasi giocherellando all'interno della tasca: un movimento che in effetti potrebbe sembrare sospetto, forse addirittura pericoloso, agli occhi della Nara. Ma poi, per l'appunto, il Senju estrae la piccola confezione dai pantaloni e tira fuori un bastoncino ricolmo di tabacco, ponendolo tra le labbra. Dall'altra tasca estrae un piccolo accendino antivento, facendolo schioccare per aprirlo ed accendendovi la sigaretta. La punta si accende di rosso - una scena molto più suggestiva in notturna, a dire il vero - il Biondo inspira riempiendosi i polmoni di fumo, e poi espelle quella nuvoletta tossica lasciandola salire verso l'empireo. <Già> asserisce freddamente assieme a quella a quella voluta grigia, confermando quello che del resto è un dato di fatto <Sono uno Shinobi>. Quindi pone un'altra domanda all'altra, osservandola intensamente, ma continuando a mostrare apatia in volto <Sei venuta ad osservare le statue?> si riferisce naturalmente a quelle alle sue spalle, ma non le indica; non manca di notare come gli occhi della Nara siano particolarmente attratti dal pacchetto, ma non le viene in mente di offrirle una sigaretta. Rimette il pacchetto, e l'accendino, nelle rispettive tasche, attendendo dall'altra una risposta.

16:46 Tachiko:
  [Piedi della cascata] Fa un respiro profondo quando lui da ragione alle sue teorie. Si umetta le labbra < niente.> direbbe solamente a se stessa andando a fissare un punto non definito davanti a lei. Rimane ferma in quella posizione, quasi incantata prima di ridacchiare all’improvviso portandosi la mano destra a coprirsi le labbra. < L’ho visto subito io! > direbbe poi quasi cambiando carattere e distendendosi con le gambe, sbocciando in quella splendida figura. Rimane ferma andando a muovere solamente le braccia indietro a sorreggere il tronco prima di osservare le due statue < Oh…hai ragione ci sono due statue, che sciocca.> direbbe prima di fare un cenno di diniego con la testa < non le avevo viste…> ah si? … comunque rimarrebbe ad osservarlo prima di dire < fumare fa male.> semplice e schietto prima di alzare l’indice della destra facendo il gesto negativo prima di tornare a poggiare il palmo sulla morbida erba < veramente stavo cercando le farfalle della morte.> spiega tranquillamente prima di fare un respiro profondo < e sono arrivata qui.> si stringe nelle spalle prima di osservare il lago < stavo pensando di spogliarmi, ma poi sei arrivato tu, quindi niente.> insomma, voleva farsi un bagno. Rimane ferma a guardarlo prima di fermarsi con il pensiero e con la lingua, lasciando metà delle labbra asciutte prima di dire < che sai fare?> chiede verso di lui per studiarlo, per capire quanto sia bravo o semplicemente una domanda come le altre. Si limiterebbe a guardare di nuovo il lago attendendo una risposta da lui.

17:04 Misashi:
  [Cascate] Continua ad ascoltare il dire della ragazza, che improvvisamente si fa più loquace, in un repentino cambio di personalità che sembra colpirla. La osserva con interesse, trovando di colpo interessante la personalità della Nara, lui che nell'ultimo periodo si sente così chiuso ed in difetto con il mondo che lo circonda. Si volta distrattamente, chiedendosi come possa aver fatto a non vedere quei due colossi, ma poi torna ad osservarla, accantonando l'argomento; riprende sottolineando l'ennesimo dato di fatto <Già, è vero>. Cos'altro dovrebbe dire? Non lo sa, non gli viene parlare con le persone da quando è tornato al Villaggio - se non con l'Hokage - e per questo si sente irrimediabilmente in colpa. <Farfalle della morte?> chiede poi, per la prima volta dopo tantissimo tempo curioso: che siano un qualche tipo di erbe, di funghi, o dei veri e propri animali? D'altro canto se ha voglia di spogliarsi il Senju non ha nulla in contrario, né sarebbe eccessivamente interessato, o almeno così crede. Ma non lo dice, facendo finta di nulla. <So fare molte cose> taglia corto, ritenendo imbarazzante la domanda; immagina che l'altra si stia riferendo alle sue capacità da Shinobi, ma sarebbe uno stolto a mostrarle come se niente fosse ad una perfetta sconosciuta. Simili dimostrazioni non sono nelle sue corde, non lo erano prima che lasciasse il Villaggio e tantomeno lo sono ora.

17:12 Tachiko:
  [Piedi della cascata] Fa un respiro profondo andando a muovere le palpebre in sua direzione rimanendo in silenzio per un attimo < allora se lo sai perché fumi?> chiede infine verso di lui come se fosse la domanda più logica del mondo. Quando lui chiede di più sulle farfalle ecco che ridacchia < si! Le farfalle che portano le anime dei morti negli inferi!> spiega andando ad indicare il cielo < sono tantissime, e con questi fuda..> ed ecco che li presenta all’uomo da lontano prima di rimetterli a posto < puoi disfartene!> conclude prima di ridacchiare < a me piacerebbe sapere di che morte sono sparite quelle anime!> e ciondolerebbe con tutto il corpo < non lo sai? Strano.> direbbe verso di lui < davvero non lo sai?> sembra realizzarlo andando a sbattere un paio di volte le palpebre facendo sparire per un secondo gli occhi rosso sangue < strano…> ripete come un mantra prima di mordersi la lingua e rimanere in silenzio < oh…quali? Anche io so fare molte cose…> direbbe andando a disegnare con l’indice della destra cerchi nell’erba < ma non sarò mai brava come mia cugina Fu-chan…> e di chi sta parlando ancora non si sa < ma l’importante è vederla contenta.> E sbatterebbe le punte dei piedi per terra un paio di volte.< Comunque.> ritorna verso l’uomo prima di chinare la testa di lato < sono una kunoichi anche io.> concluderebbe prima di fare un respiro profondo e sorridere in modo maniacale < anche se ho fallito ad uccidere la mia avversaria.> e detto questo, come se niente fosse, tornerebbe ad osservare la cascata ed il lago.

17:22 Misashi:
  [Cascate] Quanti perché nella bocca di quella Nara. <Non c'è un motivo: i vizi non hanno una base razionale a giustificare la loro ripetitività> asserisce, introducendo una sorta di analisi psicologica accademica, per spiegare all'altra che non v'è una ragione a fondamento di quelle azioni, in effetti. Quindi le parti si invertono, e la professoressa diventa Tachiko: spiega al Biondo la provenienza di quelle farfalle, il loro ruolo nel mondo - o meglio tra un mondo e l'altro - ed il suo interesse nei loro confronti. Per quanto ritenga che le anime dei morti andrebbero lasciate in santa pace, il ragazzo sgrana gli occhi, riflettendo intensamente: dimentica di tutto il resto, capendo finalmente perché nessuno lo avrebbe ritenuto pazzo, con molta probabilità, se avesse raccontato d'aver visto l'anima di un morto. <Sono in grado di stabilire un collegamento con l'aldilà, questi animali?> espone nuovamente il concetto, non ancora sicuro di aver capito alla perfezione. Deve assolutamente riferirlo a Saisashi, anche se non conosce neppure il suo nome, quindi non sarà facile ritrovarlo. <Fu-chan?> chiede, con tono chiaramente interrogativo <Chi avresti dovuto uccidere?> domanda ancora, oramai curioso nei confronti della Nara; eppure il suo tono rimane freddo e distaccato, ancora non perfettamente integrato nelle dinamiche interne al Villaggio.

17:33 Tachiko:
  [Piedi della cascata] Fa un lungo respiro prima di andare ad annuire < quindi..> ci riflette andando a parlare a bassa voce quasi un bisbiglio. Va a toccarsi la guancia con l’indice andando a riflettere < il fatto che ho voglia di uccidere…indistintamente è un vizio, si un vizio! Solo un vizio! > ecco che ha travisato tutto, da brava folle. Ride di gusto poi andando a coprirsi gli occhi con la mano destra prima di annuire < assolutamente un vizio!>. Si blocca quando va ad osservare l’uomo < non lo so questo, so soltanto che portano le anime attraverso un cancello.> conclude prima di stringersi nelle spalle < a me è stato detto solo di usare questi fuda, tutto qui.> conclude noncurante delle conseguenze. Quando lui va a chiedere ecco che lei sorriderebbe < Si, fu-chan! Lo sai? E’ la Kage qui, ed è mia cugina! E’ fortissima!> ed allarga le braccia prima di ridacchiare < farei di tutto per lei!> conclude prima di arrossire ed arricciarsi un ciuffo lilla con l’indice della dritta < Karin, quella rossa sfrontata, quella mosca!> e si tocca il piccolo taglio che le ha causato con il kunai < la sensei mi ha bloccata durante l’esame genin, altrimenti l’avrei punta fino alla morte!> direbbe prima di chinare la testa di lato facendo un respiro profondo < che peccato.> conclude la ragazza parlando sempre con quel tono cantilenante e fastidioso, ma con una voce dolce, un paradosso come lo è lei nella sua vita bizzarra.

17:44 Misashi:
  [Cascate] Non può far altro che ascoltare: ed il suo interesse, acceso dalla questione delle farfalle della morte, non può che riversarsi sugli altri punti toccati da Tachiko nel suo monologo. <Oh, l'Hokage> ecco a chi si stava riferendo con quel vezzeggiativo, a quanto pare le due sono cugine. <Già, la conosco> asserisce freddamente, per poi abbassare lo sguardo per qualche istante: lo lascia cadere sui filamenti erbacei ai suoi piedi, quasi trovasse un sorprendente interesse in loro, per poi lasciarli nuovamente al loro destino. Trova alquanto bizzarro quel sadismo della ragazza: non conosce il suo grado Ninja, ma immagina che abbia una certa esperienza, e che soprattutto abbia già ucciso per dire cose del genere. Ed ecco che l'informazione arriva, fresca, proprio dalla persona coinvolta <Come? Avresti voluto uccidere il tuo avversario, durante l'esame Genin!?> domanda d'impatto, modificando involontariamente il tono della sua voce, anche se di poco, così come la sua espressione. Ora è visibilmente stupito, così come la sua voce esprimeva sprezzo e sdegno per quell'affermazione. <Ma che diamine hanno iniziato ad insegnare, a Konoha?> un tempo non era affatto così, quando lui era al Villaggio... Il capo ruota, mentre gli occhi vanno a fissarsi sulla figura all asua destra, quella di Hashirama Senju.

17:52 Tachiko:
  [Piedi della cascata] Si volta ecco una cosa che le fa veramente piacere, parlare della kage. Fa un bel sorrisone seppur strampalato con quello sguardo oscuro che si ritrova < oh la conosci? Ma..> e si blocca < non dirle che l’ho chiamata fu-chan in pubblico…shhhhh> come se fosse un segreto tra loro due prima di fare un respiro profondo. Sgrana gli occhi quando vede il comportamento modificarsi. Si alza in piedi facendo un altro sospiro prima di chinare la testa di lato < non è così?> direbbe poi < la vita di un ninja non è uccidere o essere uccisi?> sembra seria nel parlarne, ma anche una cosa normale da pensare < anche lei ci ha provato, con un kunai.> ed ecco che si va a toccare la benda sotto la quale si trova la ferita, alla base del collo < ma non è stata degna di uccidermi, non era il momento.> direbbe solamente andando a guardarlo serio, fisso, insistente con quegli occhi di sangue e bragia <hai qualcosa in contrario?> direbbe solamente andando a cambiare carattere con quelle labbra che vanno ad incresparsi in un cruccio prima di fare un lungo sospiro < invece io avrei potuto. Ma Nana sensei mi ha fermata.> si blocca prima di ciondolare con la testa < ma non si ferma una vespa.> un sussurro quasi il suo mentre la voce diventa più roca. Rimane in silenzio poi guardandolo prima di inziare a prendere tutte le sue cose e rimettersele addosso. < sei come gli altri.> gli altri chi? Vallo a capire.

18:47 Misashi:
  [Cascate] Dopo un lungo silenzio di contemplazione, durante il quale il ragazzo sembra voler osservare cosa c'è al di là della pelle di Tachiko, risponde <Si, la conosco bene>. Non si dilunga oltre, non racconta delle numerose missioni affrontate assieme a Furaya quando erano parigrado: l'altra non è legittimata a sapere, non è nessuno per il Senju. Come tutto il resto degli abitanti della Foglia, attualmente, eccezion fatta per pochi eletti. Quindi risponde alla domanda - anche se dal carattere piuttosto retorico - della Nara <La vita di un Ninja è servire il proprio Villaggio, e dunque rischiare di cadere nella dicotomia "uccidere o essere uccisi"> commenta, sperando di non usare termini complicati per la ragazza, i cui ragionamenti sembrano essere piuttosto elementari. <Un vero Shinobi dovrebbe dimostrare la propria forza trovando sempre l'alternativa a queste due ipotesi> in sostanza non dovrebbe farsi abbindolare dall'idea del tertium non datur; mostra dunque di essere ancora coerente rispetto alla propria filosofia di vita, anche se in modo molto più ruvido, quasi spigoloso. <Come gli altri?> domanda ancora, inarcando il sopracciglio destro, altro suo segno tipico d'un tempo. Ancora s'accenderebbe, stavolta in modo più scenico ed appariscente, la rossa punta della sigaretta incastrata tra le sue labbra: <Cosa intendi dire? Perché, attualmente, questa affermazione non ha alcun significato>.

19:04 Tachiko:
  [Piedi della cascata] Fa un respiro profondo andando a guardarlo prima di allacciarsi i porta kunai all’interno della coscia mostrando quel bel vedere all’uomo senza motivi di imbarazzo. Si umetta le labbra prima di muoversi di un solo passo verso di lui quando sente quelle parole < Uno shinobi fa quello che gli viene detto.> si limita a dire secca prima di chinare la testa di lato < se ti ordinano di uccidere tu lo fai.> e si blocca prima di annuire < si! Come gli altri!> direbbe andando a gonfiare le guance prima di socchiudere gli occhi. Fa diversi respiri profondi andando ad arricciare le labbra in segno di sconforto mentre osserva il chunin < non sei degno, sei solo un uomo.> direbbe solamente prima di sistemarsi il porta oggetti con dentro i fuda da sostituzione. Rimarrebbe in silenzio poi, avendo tutta l’intenzione di lasciare quel luogo e quell’uomo alla sua contemplazione < un uomo che potrebbe essere facilmente punto dalla vespa.> direbbe soltanto andando a ridacchiare < si! Punto, punto più e più volte!> portandosi una mano alle labbra per sorridere dietro di essa prima di socchiudere gli occhi < e sentire tanto male!> concluderebbe andando a guardare di nuovo il lago.

19:12 Misashi:
  [Cascate] La ragazza si limita ad esporre le proprie idee: ma lo fa avvicinandosi al Chunin, equipaggiandosi del proprio porta armi. Quasi venendogli sotto, come si dice in gergo. Tornando alla solita espressione anonima e gelida, il ragazzo constata le posizione della subordinata - non avendo in alcun modo fatto riferimento al gap gerarchico tra i due, e non intendendo affatto farlo - per poi ribattere con calma <Che desolante appiattimento ideologico>. Possibile che le nuove leve vengano istruite sulla base di questi due principi: uccidere per non essere ucciso, e fare ciò che vien detto? Quindi prosegue <Te lo ripeto: queste tue affermazioni non hanno senso. Manca ogni capacità di contestualizzare, ma prima ancora di fornire delle spiegazioni razionali> non può essere tutto come il fumo, il cui vizio non ha semplicemente a che fare con il desiderio e dunque l'irrazionalità. <Punto, dici?> ma lascia cadere nel vuoto questa domanda, voltando le spalle alla ragazza ed effettuando qualche passo verso la cascata; poi si ferma, concludendo la conversazione <Dovresti conoscere il tuo interlocutore prima di muovere certe accuse. In ogni caso, voglio farti una domanda: qual è secondo te il maggiore pericolo che corre un Villaggio?>. Poi, senza aggiungere altro, defletterebbe le leve inferiori prendendo a balzare, di roccia in roccia, fino alla sommità della cascata: non gli sarà difficile data la sua muscolatura abbastanza sviluppata [Agi 80], quindi prenderebbe a camminare in solitaria oltre i volti di Hashirama e Madara, si spera fuori dal raggio visivo di chiunque. [End]

19:19 Tachiko:
  [Piedi della cascata] Rimane in silenzio per tutto il discordo dell’uomo. Lo segue con lo sguardo per quanto può. Sente la sua domanda e sta per rispondere prima di vederlo oltre la cascata. Si umetta le labbra cercando inutilmente di seguirlo ma si limiterà a fermarsi vicino allo specchio d’acqua. Abbasserebbe lo sguardo la folle, guardandosi dentro il lago, osservando il proprio riflesso. Si umetta le labbra chinando la testa di lato riconoscendo quell’immagine distorta e piegata dall’increspatura dell’acqua. Ride, ride a squarciagola mentre si porta la mano agli occhi, nascondendoli. Una risata folle, una risata divertita, una risata maledetta. Si ferma poi cercando di respirare < quale è il peggior pericolo per un villaggio?> ripeterebbe andando ad umettarsi le labbra prima di mordersi quello inferiore talmente tanto da spaccarlo. Una goccia di sangue andrebbe a colare dall’angolo della sua bocca, fino a scendere al mento, una semplice goccia che si gonfia, spinta anche dalla gravità e che alla fine si fonderà con il lago delle cascate dell’epilogo. < semplice…> direbbe solamente abbassando di nuovo gli occhi rossi di brace < io.> direbbe solamente prima di osservare il tutto ed asciugarsi la lacrima di sangue sul volto prima di riprendere il percorso e tornare al quartiere Nara. [End]

Tachiko inseguendo farfalle si ritrova alla cascata dell'epilogo e decide di rilassarsi osservando il grande lago ai suoi piedi. Appare Misashi e cercano di instaurare una discussione, ma difficilmente il chunin riuscirà a condividere i pensieri della folle Nara.
Alla fine Misashi decide di salire in cima alla cascata ed andarsene e Tachiko invece di ritornare a casa sua come se niente fosse.