Yami & Byakko
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Giocata del 17/10/2020 dalle 16:16 alle 22:27 nella chat "Bosco della Morte"
E si ritrova ancora lì, in quella fitta natura che la fa sentire a casa. Stare in quel bosco le ricorda quel periodo della sua vita trascorso a Shukosato. Tante cose sono cambiate da allora. E la Senjuu se ne sta seduta in alto, sul ramo di un grande albero, immersa nella semioscurità di quella foresta. I piedi penzolano verso il basso e, di tanto in tanto, vengono agitati, in avanti e poi indietro, come un pendolo. Rimugina sugli eventi passati, da quelli più recenti a quelli più remoti. La sua vita è cambiata drasticamente: adesso ha davvero tradito la Foglia. E non può tornare più indietro. Non vuole tornare indietro. Perché sente davvero che quello è il posto per lei. I lunghi capelli rosa sono raccolti in una coda di cavallo alta. Indossa un semplice top nero, a maniche lunghe, con un profondo scollo circolare che lascia scoperto parte del seno. Una gonna corta, a ruota, lascia intravedere le proprie cosce. Ai piedi porta delle semplici scarpe di tela nere, sue inseparabili amiche. Il Chakra scorre prepotentemente all'interno del suo esile corpo. Senza pensarci, quasi in un riflesso, le mani verrebbero portate al petto, a formare il sigillo del Serpente. Immaginerebbe due sfere: una forte e dura, nei pressi del suo polso destro, che simboleggia il Doton, l'altra fluida e fresca, vicino al polso sinistro, che simboleggia il Suiton. Farebbe ruotare queste due sfere, spingendole con forza l'una verso l'altra. Non appena esse si toccherebbero, si unirebbero in un vortice veloce e creerebbero un nuovo elemento, fluido ma allo stesso tempo duro: il Mokuton. Se tutto fosse andato a buon fine, la sua innata sarebbe pronta a qualsiasi evenienza. Solo adesso scioglierebbe il sigillo del serpente. Perché l'ha attivata? Beh, vuole semplicemente entrare in perfetta sintonia con la natura che la circonda. Le mani si abbasserebbero su quel ramo, toccandolo. E dagli tsubo delle proprie dita, farebbe fluire il proprio chakra mokuton proprio verso quell'albero su cui è seduta. Lo invaderebbe, indagandone ogni crepa, ogni cellula, ogni fibra. Concentrerebbe quel chakra su un altro ramo di quell'albero, cercando di muoverlo verso sé. Avvicinerebbe, dunque, il ramo al proprio viso e, con la destrorsa, andrebbe semplicemente a carezzarlo. Ha un rapporto particolare con la natura. Un rapporto che potrebbe definirsi amore. Ma no, non l'amore tossico che la lega ad Onosuke. Piuttosto, un amore puro, che la fa sentire in armonia con ciò che la circonda. [Chakra 58/60][2/4 attivazione innata - 2/4 spostamento ramo] La foresta della morte, un nome soave per quel loco, rispecchiando quel che sono i voleri di Oto. Morte e distruzione, caos solo per render migliore qualcos'altro. Seppur ne faccia parte adesso, non tutte le idee si confanno con la rossa . "è un peccato che tu porti le nuvole". Una frase che le pungola la mente, Nemurimasen, quel loro incontro, l'anello di Konan stessa ancora tra le sue mani eppure non ne prova rabbia ne gelosia, solo ammirazione per il portatore delle sei code. Avanza anche lei, anima sola, in quello stesso bosco con lentezza, non vi è nulla che possa ricondurla a Kusa, ne al proprio clan adesso, lei è l'akatsuki, l'akatsuki è lei, e il mondo stesso sarebbe ripiombato nel sangue per permettere ad una nuova generazione di elite di crescere e nutrirsene. I propri sensi che sono migliorati, il ninjutsu che ha sfondato le pareti del limite che molti hanno, lo sente scorrere come tempesta nelle vene. Va alla ricerca anche lei della propria intima essenza, una pozza di rugiada che contiene il suo potere alla quale attinge, un dito pregno di chakra ad affondarvi per sentir dunque la tigre bianca scorrer nel corpo. Un attimo, un secondo e tutto è cambiato dentro di se e nessuno se ne sarebbe accorto. Le iridi azzurre che indugiano sull'esterno, in quella chiazza rosa poco lontana che poco si amalgama coi colori della natura stessa. Ne riconosce le forme anche da li, sa a chi quei rosei appartengano. Il corpo stesso andrebbe a divenire per volontà un ammasso di carta nera svolazzante, piccoli origami che si concentrano tra di loro per spostarsi a velocità che prima non credeva possibile, verso di lei, verso quell'albero dietro , ad appoggiarsi li sopra silente, eppur il viso lentamente, così come il resto del corpo tornerebbero al proprio status iniziale < non sono molti quelli che amano in questo modo la nostra madre terra > osserva con calma, un lieve sorriso che si pone sulle morbide gemelle < ma chi lo fa, viene molto apprezzato > con un lieve movimento andrebbe a seder pure lei < Yami Senju, come ti senti oggi? > dopotutto l'ultima volta l'ha presa e portata in casa, il veleno di Kimi aveva infine fatto il suo corso nel suo minuscolo corpicini. [chakra on][vesti akatsuki][t2/4 tentativo Ishibaku IV + 1/4 spostamento ][ 86/90] La destrorsa indugerebbe ancora su quel ramo davanti a lei. Il dito medio carezzerebbe il ramo, poi le foglie. Sente scorrere la vita all'interno di quell'albero. Lei è diventato un tutt'uno con esso e può sentire quella linfa che scorre senza freno. E' come se quella linfa desse vita alla rosata stessa, la quale oggi si sente particolarmente in pace con il proprio corpo e la propria mente. Certo, ci sono ancora molte, moltissime, cose a cui pensare. Eppure, la strada le si apre davanti chiaramente: eliminare quell'ultimo legame, per poi essere libera. Ed oggi quel pensiero le sembra così semplice, ma al contempo così complicato. Perché sa bene che, per tagliare quel legame, deve uccidere la persona amata. Eiji ed Ekazu glielo avevano spiegato: sarebbe stato davvero semplice portare a termine quel compito, se solo fosse nata lì, ad Otogakure. Ma la sua storia, invece, è cominciata a Konoha. Ed Oto è il luogo a cui è stata da sempre destinata. Il fato ha voluto che lei intraprendesse quel cammino di crescita, di rinnovazione. Un cammino che l'ha portata proprio lì, in quel luogo dove tutto adesso comincia a prendere forma. Dove la vita di lei, finalmente, ha trovato un senso. E, mentre la propria mano è impegnata con quel ramo, qualcosa si muove accanto a lei. Della carta che si leva per aria e si ferma lì, proprio su quel ramo. Quella carta che subito la propria mente riconduce ad una persona specifica e particolare: Sango Ishiba. Le labbra si piegherebbero sul lato destro in un mezzo sorriso, mentre la figura dell'altra comincerebbe a prendere forma di fianco a quella della rosata. < La natura non è forse il centro attorno al quale tutto ruota? > una domanda retorica, ma che porta un grande significato. Perché tutto nasce dalla natura e tutto ad essa ritorna. E' il cerchio della vita. E la natura ne è la regolatrice. E' lei che detta le leggi, soprattutto in quei luoghi incontaminati. < Sto bene, grazie >. Quelle scene nella sua testa continuano a ripetersi quasi costantemente, ma ci sta facendo l'abitudine. Sta pian piano metabolizzando la figura dell'Aburame morta accanto a sé. Si sta preparando per il giorno in cui, eventualmente, accadrà davvero. < Diciamo che mi sto abituando a ciò che Kimi mi ha mostrato >. Gli occhi cerulei si focalizzerebbero nuovamente su quel ramo accanto a sé, mentre il dito medio continua a carezzare quelle foglie. [Chakra 56/60][innata on] La osserva silente adesso, china su quel ramo, tranquilla in quello stato di attesa che trepida sotto le proprie vene, la sente pulsare, la volontà di potersi muovere e di portare a termine il proprio compito ultimo. Eliminare Yukio e Kusa stessa con lui, radere al suolo quel villaggio come monito per il futuro. < lo è > e li andrebbe a concentrar il proprio essere in quel ramo da lei mosso, li in quella sua lunghezza andrebbe a prender dal legno la carta. Questa uscirebbe da li, lasciando diversi buchi nel legno per trasformarsi in un piccolo sciame di farfalle nere svolazzanti sulla testa della senju < non vi è nulla di più importante, per chi come noi che utilizza un arte a essa connessa > eppur li a Oto non vi è nulla di bello da vedere, non vi sono cascate, boschi dolci, vi è solo un senso di morte e sangue . Andrebbe a provar di nuovo a spostarsi , uno sciame per mettersi al fianco della giovane rosata < cosa ti ha mostrato la doku? > sussurra verso lei osservandola ancora < la morte di colui che ami ti toglierà l'umanità che adesso hai > decisa nel farle comprendere il peso di tutte le sue azioni, ma solo quello, starà sempre a lei decidere per se stessa < e sarai sola.. molto sola. E' quello che ci porta a divenire più forti, ad innalzarci dalla marmaglia per divenire quasi dei..ma cosa ci rimane? Una vita solitaria passata tra il sangue e la vendetta a leder il nostro animo, prima che gli inferi possano risucchiarci nel loro limbo eterno > un sospiro caldo va a fondersi con il gelo del pomeriggio, li dove il sole brilla debole e lontano, e il vento viene attenuato dalla foresta stessa < c'è qualche pazzo che la sceglie comunque..ma da soli, realmente, non potrai andare troppo oltre, avrai sempre bisogno di una guida, di qualcuno di cui poterti fidare, alla quale donare tutto quel che ti resta > lento il pensiero sfarfalla consapevole ad Akendo, ma se sapesse, Kimi e Nemurimasen, Yukio e Kurona, tutti loro hanno sempre avuto bisogno di un anima uguale alla loro per poter sopravvivere e non esser inghiottiti dal nulla eterno < sarà sempre una tua scelta però, se vivere o morire, fa in modo che nessun altro si metta in mezzo alla tua decisione > nel tempo anche un poco del sannin è entrato in lei, quelle stesse parole sono un ombra di quelle che lui avrebbe saputo pronunciare < hai preso la tua decisione dunque > le azzurre che si riportano sulla giovane per l'ennesima volta, alla ricerca di qualcosa su quel viso candido. [chakra on][vesti akatsuki][Ishibaku IV attivo][84/90] Va ad annuire alle prime parole della rossa. Entrambe le loro arti, come l'altra adesso dimostra con quello sciame di farfalle, sono permeate dalla natura stessa. Ed è lei, quasi, che regola le loro vite. Cosa sarebbero la Senjuu e l'Ishiba senza le loro arti? Cosa sarebbero senza la natura stessa? Essa è il perno attorno al quale tutto gira. Osserverebbe quelle farfalle, candide e pure, per poi infondere ancora una volta il proprio animo all'interno di quel ramo. E, come una tessitrice, andrebbe a modellarlo, allungando il legno e ripristinando le parti mancanti. Dalla natura, tutto viene creato. Vita e morte tendono alla madre terra. < La morte di Eryk > risponderebbe, dapprima, anche se non è quello il fulcro del discorso. Perché c'era qualcosa di ancor più macabro della morte dell'amico in quelle visioni < E la morte della persona che amo > il tono è flebile, quasi addolorato da quelle stesse parole. Il volto è apatico, inespressivo, mentre quella scena le si ripropone nella mente. La morte di Onosuke rappresenterebbe tutto e nulla allo stesso tempo. Tutto perché lei ne verrebbe fuori come una persona nuova, rinata. Nulla perché rappresenterebbe la fine dell'amore che per anni l'ha tenuta in vita. Simboleggerebbe una libertà raggiunta. Ma anche, come l'Ishiba sottolinea, anticipando i pensieri della rosata, una solitudine cronica, che non può essere colmata né dalle parole né dai fatti. Purtroppo, però, Onosuke non può più essere la sua guida. Né lei può esserlo per lui. Perché le loro strade si sono separate per sempre a Kiri. < Sai, Sango > sospirerebbe, solo quando l'altra ha finito il proprio discorso < io sono già sola >. Onosuke è relegato nella mente contorta del suo alter ego. Invece di scendere a patti con lui, la debolezza lo ha condotto a scomparire nell'oblio. Ed uccidere quel corpo in cui Tsuki regna, significherebbe porre fine alle sofferenza di entrambi, sia della Senjuu che dell'Aburame. La decisione parrebbe chiara, eppure, non lo è affatto. Perché, a volte, si ritrova ancora a pensare ad un modo per salvare il chunin degli insetti da se stesso. Ma cosa succederebbe poi? Le loro strade sono ormai parallele. < Io rappresento il buio, lui la luce > sospirerebbe ancora, mentre la mano non s'arresta in quel movimento delicato su quelle foglie. < Ci siamo persi > solo adesso le iridi cerulee verrebbero riportate sugli zaffiri altrui. < Non possiamo fidarci più l'uno dell'altra > il tono è serio, non tremano quelle parole. < Eppure > adesso lo sguardo verrebbe riportato nuovamente su quel ramo, figlio della perfezione della natura < c'è qualcosa che ancora mi spinge a lottare per lui >. Segno che quella decisione non è ancora stata presa. Segno che quell'amore le impedisce ancora di compiere l'azione mortale che porrebbe una fine a tutto. [Chakra 54/60][2/4 risana il ramo][innata on] Osserva quella stessa arte , il legno che riprende la sua stessa vita riprendendo quelle parti di se che ha perduto per mano propria, una natura che sentono entrambe , diverse senza dubbio, ma con il nucleo primo della stessa natura. Due arti che donano loro una scintilla più grande , rimembra ancora i vecchi racconti sul primo dio dei ninja, Hashirama stesso e la sua nobile arte, un sangue che continua la sua sopravvivenza attraverso la rosata vicina. Lascia che sia lei adesso a parlare, silente in attesa che qualcosa cambi, che vi sia quella stessa scintilla che animò se stessa molto tempo prima, la caduta nelle tenebre e poi l'angelo vendicatore venuto a salvarla. < un tempo, ero innamorata di Yukio Kokketsu > lo stesso uomo che ha tradito, a cui ha voltato le spalle e che adesso progetta di uccidere < credevo di amarlo per quel che era, per quel che mostrava al mondo.. prima di scoprire che lui stesso ha distrutto il mio villaggio, che mi aveva tenuta vicina nonostante sapesse il mio più profondo desiderio..> un sospiro malinconico sfugge dalle morbide gemelle mentre rivive quel tempo in cui tutto era così semplice, quando poteva respirare < penso a quello che sarebbe potuto accadere solo se non lo avessi mai saputo.. avrei potuto vivere li, nella falsa pace che lui avrebbe costruito, avrei potuto amarlo davvero e lui avrebbe forse , un giorno, amato me > non vi è altro che malinconia in quel che dice < una vita di pace, serena, senza dover combattere, senza doversi arrampicare con tutta la propria forza alla ricerca di un senso ultimo.. sarebbe stato facile come respirare > lente le palpebre si chiudono, immaginando quel mondo che nulla ha a che fare con quel che stanno vivendo, una propria piccola utopia < incontrai solo poco tempo dopo un demone. Mi mise d'innanzi la realtà, mi fece cadere nel più profondo degli abissi.. rinunciai a me stessa , a tutto quanto, solo per donarlo a quel demone in quel momento e da li sono rinata, nuova forma, nuova vita.. nuova me > non più una ragazza semplice con qualche ambizione, un altro demone su quella stessa terra < da allora accompagno quel demone quando posso, e il mio legame con lui è molto più forte di quel che poteva divenire quello con l'hasukage > una storia che per il momento termina li per voltarsi < credo che comprenderai le mie parole senza dovertele spiegare.. quel demone mi diede modo di prender il potere che tanto desideravo, e da li sono divenuta quel che pochissimi in questa terra siano mai stati > e li, andrebbe solo a concentrarsi sul proprio potere, sul proprio ninjutsu, su quell'energia impregnata nello stesso chakra per lasciarlo esplodere fuori da se. Un'esplosione di energia che si dilunga in tutta la foresta, qualcosa che non ha mai sentito in altri, il proprio potere che piomba spezzando rami, spostando la natura stessa, mantenendola ancora così verso la giovane < trova il tuo demone, e il passato non avrà la stessa importanza che ha adesso , e colui che sceglierai ti porterà ad avere un potere oltre l'immaginabile .. è quel che desideri , no? > solleva un mezzo sorriso verso di lei facendole assaporare quel potere che si è conquistata da sola. O quasi. [chakra on][vesti akatsuki][Ishibaku VI attiva][82/90] Con orecchio attento, andrebbe ad ascoltare la storia altrui. Una storia che le interessa particolarmente, perché l'altra è riuscita a liberarsi del proprio passato, proprio come vorrebbe fare lei stessa. La rossa è un'anima affine alla sua. Può sentirlo, può percepirlo. Può vedere chiaramente quell'oscurità che la circonda. Quel potere di cui si è impossessata, lottando contro il proprio passato. Non è questa forse la gloria? Lottare contro tutto per raggiungere il proprio potere. Per sentire, dentro il proprio corpo, quella potenza che scorre veloce. Quella potenza che anche la rosata vorrebbe avere. Ma la strada verso di essa viene sbarrata da quel sentimento tossico, da quell'amore innaturale che prova per l'Aburame. Come Sango, avrebbe potuto vivere una vita nella pace. Se avesse deciso, quel giorno a Kiri, di tornare a Konoha con Onosuke, il loro legame non si sarebbe rovinato. Ma lei non avrebbe conosciuto se stessa. Non avrebbe scoperto la bellezza di quel mondo nuovo, buio eppure così affascinante. Perché ne è certa, adesso: la bellezza sta in ciò che è più macabro agli occhi degli altri. Nel sangue che viene versato. Nella vita che scivola via da un corpo. Nella distruzione. Nel caos. Avrebbe continuato a vivere all'oscuro di tutto questo. E quel buio che custodiva dentro di sé, non sarebbe mai venuto fuori. < Credo che la nostra storia sia molto simile > esclamerebbe, le iridi puntate su quelle dell'altra. La rosata il proprio demone lo ha già trovato. Si tratta di quel demone che le ha mostrato cosa sia la bellezza, ai piedi di quel faro. Ma per lui, al contrario della rossa, la Senjuu non prova un sentimento particolare. Per quel demone, lei prova ammirazione. Perché è riuscito a tirare fuori da lei tutto ciò che era stato nascosto agli occhi degli altri per anni. E' riuscito a tirare fuori l'oscurità. Yami. La vera sé. < Comprendo ciò di cui parli > annuirebbe, mentre quelle parole verrebbero pronunciate. Comprende perfettamente ciò che l'altra dice. Ma, mentre l'Ishiba sta percorrendo già quella strada verso i propri obiettivi, la rosata è ancora ferma allo stesso punto. Certo, è riuscita a sbloccare quella situazione allontanandosi da Konoha ed andando ad Oto, quel posto a cui sente tanto d'appartenere. Ma la sua meta non è ancora chiara. Perché l'immagine di Onosuke continua a riproporsi nella sua mente. < Ricordi cosa ti dissi quella volta al bosco di Shukosato? >. In quel particolare incontro, parlarono dei propri sogni. E, forse, il modo per rendere chiaro l'obiettivo della Senjuu, sarebbe proprio realizzare quel sogno. < Credo che il mio demone sia Kioshi Uchiha >. Ed uno dei tanti motivi per cui lei si trova lì, è proprio lui. Solo una volta lo ha incontrato. E adesso, più che mai, vorrebbe rivederlo. Magari, tutto nella sua mente sarebbe più chiaro. < E' stato lui a mostrarmi il potere > esclamerebbe infine, mentre la mano arresterebbe quel movimento sulle foglie e gli occhi si focalizzerebbero sulle iridi altrui. [Chakra 52/60][innata on] Il potere che viene gettato contro tutto a muover la natura stessa, un potere che ha desiderato eppur ancora non è giunta la meta, non è ancora così forte da poter competere con Akendo stesso. Il suo ultimo fine, il suo ultimo baluardo, colui che avrebbe solo voluto affiancare anche nella stessa forza. Un fiore ormai pronto alla fioritura ultima. Si inebria di quel potere, di quel che potrà compiere per mezzo di esso. Assapora tutto quanto, così come quella storia dell'orrore eppure riesce solo a vedere il bello di quel demone che le ha ghermito il cuore, l'animo, la stessa vita che ha deciso di donar completamente a lui. Sorride mentre lentamente andrebbe a scemar quel potere e ritornar tutto come prima, come se nulla fosse accaduto . Adesso che la storia è stata narrata non resta che vedere l'effetto stesso che ha avuto su di lei, su quella rosata senza forma effettiva. Solo un quadro a cui mancano troppi pezzi, troppi colori, che vi sia una via definita e un sogno da poter osservar dal basso e cercare di raggiungerlo con tutta se stessa. Non ha molto altro da dire in merito, solo poter essere osservatrice di colei che prende coscienza di chi sia il proprio demone, un nome che la fa sorridere lievemente . Kioshi Uchiha. Colui che ha avuto un sogno simile al proprio eppure molto più semplice di quel che deve conquistare lei stessa < potrei dirti che probabilmente sarà lui il tuo demone , ma sarai solo tu a decider se renderlo tale o meno > come fu per se stessa, quella scelta avrebbe cambiato la sua esistenza, le avrebbe aperto porte mai pensate e anche qualcosa in più < devo fare una cosa anche io per lui > e li con quel dire, andrebbe a lasciarsi scivolare giù da quel ramo verso la stessa terra, la mente focalizzata adesso su quel che deve fare < bisogna proteggere Oto. Non desidero che ci attacchino senza sapere nulla > non adesso che una farfalla impazzita volteggia su quel villaggio. Andrebbe a portar le mani al plesso solare per formare i seguenti sigilli tigre , drago, tigre, capra, tigre, in veloce sequenza . A quel punto, sotto gli occhi della rosata, andrebbe a mordersi il pollice destro, lasciando che il sangue possa colar lento lungo la mano delicata e bianca. Richiama il proprio chakra lungo il corpo, il braccio e infino la mano stessa. In quell'atto andrebbe a chinarsi verso il terreno umido di felci impregnandolo con quel legame di sangue e chakra che contraddistingue quella tecnica, famosa e anche proibita. < Kamachiteki > un sussurro per richiamar a lei la regina stessa delle tigri. Una tigre alta cinque metri, lunga sei e mezzo, i fasci muscolari che si vedono sotto quel vello tigrato. Il respiro profondo e roco e la sua postura da regina. < mia amica..non ti avrei chiamato se non fosse necessario > sa come il proprio mondo sia stato attaccato, come i cuccioli di tigre sia stati pure attaccati li..in quelle terre..e un piccolo brivido scende lungo la schiena stessa. Che sia stata lei? Quella donna solo per metà e per metà bestia? Dopotutto ha visto le farfalle stesse , metà farfalle, metà donne, che anche quella possa essere..una di loro? Domande che non hanno ancora risposta eppure deve comprendere. < dobbiamo controllare che Oto non venga attaccata di nuovo > un singolo dire sotto lo sguardo famelico della bestia alla quale non rifugge. Troppo tempo hanno trascorso insieme, lei si fida di quella tigre, come l'altra in teoria dovrebbe fidarsi di lei. Un singolo ringhio prima che vada a puntar gli occhi sulla stessa Senju. [chakra on][vetsi akatsuki][Ishibaku IV][tentativo richiamo Kamachiteki][30/90] Quel potere che verrebbe arrestato dall'altra, la natura davanti a loro che sembrerebbe fermarsi per lenti e lunghi attimi attorno alle figure delle due kunoichi. Un discorso che tocca particolarmente entrambe. Un discorso sui sentimenti, ma anche sulle distruzioni. A volte vorrebbe non avere quelle emozioni, vorrebbe distruggerle, appunto. Perché sono esse a distruggere se stessa. Kioshi potrebbe davvero essere il demone di cui lei parla, il demone di cui la rosata ha bisogno per porre fine al proprio passato. Eppure, Onosuke continua a riproporsi tra i propri pensieri. E' ancora troppo presto per attraversare quella strada. E' ancora troppo presto per prendere una decisione. < Già > sussurrerebbe alle prime parole dell'altra. < Sarò io a deciderlo >. E' sempre stato difficile per lei prendere decisioni, soprattutto quando si tratta di decisioni così importanti. Ma deve andare avanti. Deve guardare al proprio futuro, per non rimanere incollata al passato. Deve muoversi da quello stallo e proseguire verso la propria meta. < Oto è stata attaccata? > andrebbe poi a chiedere, all'affermazione della rossa. Poi, nota come ella vada a mordersi il dito, per poi poggiare quella mano sul suolo. Gli occhi cerulei della Senjuu si spalancherebbero per qualche secondo, nel vedere apparire quella tigre. Lo sguardo sgranato non è dettato dalla paura. Quanto, più che altro, dallo stupore. Non aveva mai assistito a nulla del genere. Non pensava che quelle tigri al seguito di Sango venissero richiamate in quel modo. Quella è una tecnica a lei sconosciuta, eppure l'affascina. L'affascina il modo in cui la rossa chiami quella tigre 'amica'. E l'affascina il modo in cui quell'animale sembrerebbe riporre nella kunoichi piena fiducia. Non appena lo sguardo della tigre verrebbe puntato su quello della chunin, quest'ultima non abbasserebbe il proprio. Un sorriso apparirebbe sul volto di lei, affascinata da ciò che ha appena visto. < Salve > esclamerebbe verso di essa, senza preoccuparsi del suo ringhiare. Non la spaventa, in realtà. Sembra quasi che la rosata voglia saperne di più, piuttosto. < E' una tecnica... particolare > direbbe in direzione di Sango, soffermandosi sull'ultima parola pronunciata. [Chakra 50/60][innata on] La tigre che viene richiamata, lei stessa che si risolleva verso il ramo della senju per vederla in viso < è necessario, potrebbe aver a che fare con il vostro mondo > con quegli attacchi, con quello che sta accadendo. Un cenno di assenso verso la tigre, qualche secondo nella quale entrambe si scrutano nel profondo "starò al limitare della foresta" un ringhio basso, quel che le dona non è ne un ordine ne obbedienza cieca, è più simile alla fiducia. Quel legame che hanno costruito in così tanto tempo ha donato loro una certa fiducia cieca, l'una nell'altra. La vedrebbe andare via, in quella stessa foresta, l'enorme tigre che avrebbe fatto da guardia alle stesse mura di oto prendendo vantaggio da quella foresta della morte dove si trovano < si , io e Kimi siamo state attaccate..un potente genjutser > qualcuno di tanto potente da farle rimanere sotto il suo potere per un tempo quasi infinito < non so cosa volesse ma non si è avvicinato oltre alle mura, è fuggito subito dopo .. era molto potente.. e se non siamo stati in grado di percepire la sua presenza, cosa accadrebbe se ci trovassimo sotto le mura l'intera alleanza ? > i denti che vanno a mordere il labbro inferiore con insistenza < dobbiamo esser pronti Yami, potremmo trovarci il nemico alle porte e potremmo non accorgercene.. Yukio, Furaya e coloro per cui valga la pena preoccuparsi > così come Hitomu stesso, ormai scomparsi chissà dove. < questa è la tecnica del richiamo per le evocazioni, dovresti aver sentito qualcosa all'accademia ninja > la osserva di nuovo , la preoccupazione evidente su quel giovane volto < io ho stretto un patto con le tigri della foresta..mie amiche e compagne da tempo ormai > un leggero sorriso sboccia , più tenue e veritiero rispetto agli altri, dando un piccolo scorcio di quel che nasconde a chicchessia < Ma ricorda, se tu volessi mai cercarne qualcuna, saranno sempre loro a decider se tu ne sia degna o meno . E' una delle tecniche proibite, in pochi riescono a stipulare un patto, come la farfalla che hai visto su Oto, quella è anche un evocazione, ma chi sia l'evocatore > sempre che non lo sappia già < dovrai scoprirlo da te > non avrebbe venduto quell'informazione, non quando il rapporto con Kimi è divenuto così stretto dal metterle sempre dalla stessa parte a combattere , fidandosi l'una dell'altra < sta attenta, tanto sta per cambiare, fatti trovare pronta > un avvertimento il proprio, in quelle terre il sangue sta fremendo. [chakra on][vesti akatsuki][ishibaku IV][Evocazione Kamachiteki][EDIT : 80 - 20 (Evo) 60 -2: 58] La Senjuu tiene ancora gli occhi appena spalancati, notando quel rapporto che intercorre tra le due. Un rapporto d'amicizia, che sembra andare ben oltre le barriere umane. Qualcosa che lei non può capire fino in fondo e che mai capirà, se non accedendo anch'ella a quella tecnica. Ascolta con stupore rinnovato il discorso dell'Ishiba. Un genjutser? Che l'alleanza stia cominciando a muoversi contro Oto e la Yugure? Un brivido le attraversa la schiena. Sente di essere dalla parte giusta del mondo, sente che quella è la sua casa. All'interno di Oto si trovano molte personalità di spicco, come Kioshi, Kimi e Sango stessa. Ma basterebbero per fermare i kage dell'intero mondo ninja? La rosata stessa, come chunin si sente ad un buon livello. Ma, probabilmente, non riuscirebbe a fare nulla contro ninja di grado superiore al proprio. Quel discorso alimenta nella chunin del legno la rabbia. La rabbia che prova nei confronti dell'alleanza, nei confronti di Konoha, nei confronti di Furaya. Le mani si stringerebbero in due pugni. Il proprio Chakra mokuton, in un'azione quasi irrazionale, si muoverebbe all'interno di quell'albero, quasi con violenza. E la propria rabbia si mostrerebbe attraverso esso stesso. I rami di quell'albero comincerebbero ad agitarsi, da un lato all'altro, causando un fruscio di foglie che risuona nell'arco di qualche metro. Solo il ramo sul quale è seduta la rosata non si muove. Fermo, immobile, come se rappresentasse la resistenza. Come se rappresentasse Oto. Quell'oscurità in quell'immensità di luce. Loro sono la resistenza. < Dobbiamo diventare più forti > esclamerebbe, con sguardo freddo e distaccato. Sì, 'dobbiamo'. Perché anche lei, adesso, si sente parte integrante di quel luogo. Di quel gruppo di ribelli che hanno combattuto per la propria libertà. Salterebbe giù da quel ramo, per affiancare adesso la rossa. < Sango > lo sguardo fermo su quello altrui, sicuro < alleniamoci insieme nei giorni a venire >. Un invito a combattere l'una contro l'altra, seppur la Senjuu non possa essere ai livelli dell'Ishiba. Un invito a spalleggiarsi, a conoscersi più a fondo, così da poter utilizzare le proprie tecniche in armonia. Così da non avere problemi a combattere sul campo di battaglia, insieme. Il discorso verte poi su quella tecnica particolare. Sì, ricorda di quell'insegnamento all'accademia, ma non aveva mai assistito a qualcosa del genere. Come poteva sapere che proprio quella è la tecnica del richiamo? Ricorda anche quella farfalla che sorvolava su Oto. A quanto pare, è anch'essa un richiamo. < Capisco > sussurrerebbe, quasi tra sé e sé. Semmai vi fosse la possibilità di entrare in possesso di quella tecnica proibita, lei non si tirerebbe indietro. Vuole puntare sempre più in alto. Vuole rappresentare una vera minaccia per l'alleanza. [Chakra 48/60][2/4 spostamento rami][innata on] Devon diventare più forti? Senza alcun dubbio. Non sente la stessa rabbia della rosata, eppure il proprio desiderio di sangue è vivo nelle vene, vuole la testa di Yukio, la vuole vedere staccata dal suo corpo , e sarà il monito della nuova era . < non penso sia un attacco isolato, eppure non credo che faccia parte dei giochi di Yukio, non ragiona in quel modo quell'essere > sorride sprezzante, lieta di averlo conosciuto al meglio < lui è più subdolo.. quanto a Furaya, non credo abbia un'intelletto tale dall'architettare qualcosa da sola. Hanno bisogno gli uni degli altri quando noi siamo andati via, han perso un grande potere > loro, i migliori soldati, l'elite che popola quelle terre. Chi è rimasto davvero a proteggere kusa e konoha? Pochissimi esseri di una tale fama dal farli rabbrividire. E molti già dimenticati, il pensiero vola per un secondo all'Oboro ritornato. Debole e ingenuo, cieco al mondo stesso. < senza dubbio, non lasciamoci cullare dalle forze potenti che ci circondano > Hanae, Akendo stesso, due leggende che vivono con loro in quei tempi così difficili , eppure non saranno loro i protagonisti della nuova era < calma il tuo spirito mia cara , ci sarà tempo e modo di potersi arrabbiare e sfogarti su coloro che lo meritano > sorride a vederla in quel modo, le ricorda molto se stessa. Entrambe con un odio immenso per il proprio kage, Yukio e Furaya, i baluardi di quella pace fittizia e non veritiera. L'uno che ha conquistato paesi annientandoli, così come un clan intero, l'altra che continua la sua brigata di attacchi verso il proprio villaggio. Ah se solo si sapesse, chi sarebbe finito nella forca per primo? < con piacere, è sempre un divertimento personale veder crescere le nuove generazioni > avrebbero avuto modo di conoscer l'una la natura dell'altra fino in fondo , come fu con Kimi da quella guerra, adesso con lei. Si sarebbero tutte trovate nello stesso posto a fiancheggiarsi, eppure sente che il proprio limite non è stato ancora raggiunto. < tornerò in città, devo avvisare Hanae e Kioshi che le tigri, adesso, combattono anche loro per Oto > un ulteriore prova per quel loro patto siglato molto tempo prima, e il nuovo patto fatto più di rispetto con il jinchuriki stesso. Lento il passo la porta di nuovo verso il basso, a toccar la terra nuda , la osserva per qualche attimo, in attesa della sua decisione. Se fosse venuta o meno andrebbe a muoversi di nuovo verso Oto, verso le mura d'ingresso che la porteranno verso la propria destinazione. [end] Sete di sangue, sete di vendetta. Sente l'oscurità pervaderle ogni singola cellula, un brivido di adrenalina che le percorre la schiena. Saranno loro a cambiare il mondo. E lei ne vuole far parte. Vuole la sua vendetta. Vuole versare il sangue di chi non l'ha mai capita. Di chi l'ha descritta come una disertrice solo per non essere tornata in tempo al villaggio. Ed ora, che disertrice è veramente, vuole mostrarsi al mondo come tale. Perché il mondo non è fatto di quella stupida pace. Il mondo è fatto di guerre, di distruzione, di caos. E la natura stessa alimenta questa sadica giostra infernale che è la realtà. < Sì, hai ragione > sospirerebbe alle sue parole. Conosce poco la politica di Yukio, ma quella di Furaya la conosce bene. L'Hokage vuole solo la pace. E, se fosse per lei, scenderebbe a patti senza combattere. Ma, in questo caso, ha bisogno di lottare, perché la Yugure rappresenta una vera minaccia. Perché la Yugure potrebbe toglierle quel trono su cui sta seduta. Ma da sola, la Nara, non potrebbe mai muoversi. E' per questo che verrà mossa l'intera alleanza, dai genin fino ai gradi più alti. E la rosata darà del suo meglio. Per migliorarsi. Per combattere. Per uccidere. Per tendere a quel mondo da lei agognato. < Davvero, non vedo l'ora di versare il loro sangue > gli occhi brillerebbero in quell'oscurità. Il sorriso si distenderebbe. Non un sorriso carino, non un sorriso innocente. Un sorriso sadico, che cozza con quei capelli così rosa. Sembrerebbe quasi una di quelle bambole di ceramica, perfette, ma se le guardi dritte negli occhi, mettono paura. I pugni adesso si aprirebbero, lentamente, smuovendo tutte le dita della mano. Quelle stesse dita che in quel momento vorrebbero soffocare gli abitanti del suo stesso villaggio, uno per uno. Quegli stessi abitanti che l'avevano additata, sin da piccola, come 'demone', adesso ne avranno la conferma. Un demone angelico, portatore di morte. Yami no Tenshi. L'Angelo dell'Oscurità. Combatterà per far vedere a tutti ciò che è diventata. Si impegnerà a fondo, con Sango e con tutti quelli che avranno il piacere di allenarsi con lei. < Sì, torno anch'io al villaggio > quel villaggio che adesso sente suo. E vi tornerà con una luce nuova negli occhi. La luce di una portatrice di morte. E i passi si alternerebbero veloci, seguendo colei che è diventata la propria compagna di sentimenti e distruzione. [END]