[Entrata in clan Raido] - Chishiki

Quest

Giocata di Clan

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Un leggero vento autunnale soffia per le vie di Kusagakure. Sospinge le vesti dei passanti, portando con sé foglie dai colori caldi: rosse, gialle, arancioni, segno della natura che pian piano si addormenta per fronteggiare l'inverno. Tra i passanti, spicca una figura, quella di Raido Oboro, che quest'oggi si trova proprio davanti al dojo del clan Koshirae. Delle mura di circa due metri circondano interamente la magione. Il portone per accedervi è in legno e presenta dei dettagli intarsiati sul lato destro e sinistro: due lame particolari, circondate da edere e motivi floreali. Ma perché l'Oboro si trova lì? Il motivo è piuttosto semplice: essendo un houjutser, si è subito incuriosito a quel clan proveniente dal paese del Ferro, installatosi a Kusa e Konoha solo negli ultimi tempi. Il clan, infatti, presenta un'innata particolare che permette ai suoi membri di utilizzare delle armi che loro chiamano divine. Non sa ancora tutti i particolari legati al clan Koshirae, né il motivo per il quale quelle armi siano, appunto, divine. Avendo scambiato alcune missive con la capoclan, Tamako Koshirae, ella gli ha proposto un incontro. Dunque, se Raido decidesse di entrare, si ritroverebbe all'interno di un piccolo giardino, in cui altri ninja di ogni grado si allenano con le proprie spade. Si odono le sferzate e le lame che si colpiscono l'un l'altra. Il giardino è in perfetto stile giapponese: presenta vari alberi ed un particolare laghetto koi, all'interno del quale nuotano liberamente due piccole carpe. Qualche metro più avanti, seduta sui gradini di una piccola veranda in legno, che fa da preambolo ai locali del Dojo, vi è una donna, intenta a sorseggiare il proprio thé. Il taglio dei capelli è perfettamente simmetrico. La pelle è nivea, gli occhi attenti. Sembrerebbe quasi una bambola, se non fosse per la cicatrice d'ustione che occupa la metà del suo viso. Indossa uno yukata lungo, nero, con motivi floreali rosa. Una grande fascia rosea le cinge la vita, stringendo lo yukata. Sul fianco destro si trova una grande lama, nascosta all'interno del fodero nero. [Ambient chiuso per Raido][Per qualsiasi cosa, chiedi pure <3]

11:57 Raido:
  [Interno] Lasciato Saisashi in quella sosta a Kusa, il Jonin ha finalmente ricevuto il giorno dell'incontro con la capo clan dei Koshirae. Un clan strano, del tutto nuovo per lui, mai sentito prima di quel momento. Incuriosito lo è, forse anche troppo ma se ha la possibilità di apprendere nuove tecniche e nuove abilità, perchè non sfruttarlo? Accrescere la forza della sua arte e la sua maestria con la spada, già alta di suo ma non vi è limite alla conoscenza. Fino a quel momento non vi è stato niente di impossibile da padroneggiare, persino l'innata degli Oboro è riuscito a sbloccare dopo tanti sacrifici, seppur, adesso, sia totalmente scomparsa. Il vento soffia in quel di Kusagakure, le vesti svolazzano e con esse anche parte della propria chioma. Niente di fastidioso ovviamente, anzi, è quasi rilassante sentire come l'aria fresca gli colpisca il corpo. Indosso porta la solita armatura pesante a coprire tutto quanto il corpo fino al collo, non lasciando alcuno spiraglio. Una maglia nera a maniche lunghe ed un paio di pantaloni lunghi al di sopra dell'armatura, ovvero vestiti shinobistici. Ai piedi vi sono un paio di sandali blu classici mentre sul busto è posto un giubbotto verde scuro, senza tasche e chiuso fino al collo con il colletto alzato, simbolo del suo grado all'interno del villaggio. Ai polsi vi sono dei vambracci con al di sotto dei fuda contenenti altre due armi ovvero la naginata e la katana a doppi a lama mentre alle caviglie sono posti degli schinieri. In fronte è legato il copri fronte di Kusa tramite una fascia nera la quale ricade lungo tutta la schiena. Legati alle cosce troviamo un paio di porta kunai e shuriken con all'interno, rispettivamente, 9 kunai a tre punte e nove shuriken. Sulla vita, nella zona della schiena, vi sono due porta oggetti con all'interno tonici curativi e recupero chakra e dei fuda con all'interno tronchetti della sostituzione. Sul lato sinistro della vita è presente il fodero con all'interno la propria Katana, da sempre amica fidata. Si ritrova dinanzi alle mura del Dojo dei Koshirae, lo osserva dal basso verso l'alto ammirandone l'aspetto, lo fissa per lunghi attimi ed, in rigoroso silenzio, oltrepassa la porta inoltrandosi all'interno dello stesso. In quel preciso luogo avviene ciò che caratterizza quell'arte, allenamenti con la spada, giovani promettenti che combattono tra di loro per affinare le loro mosse e non solo. Il paesaggio stesso è suggestivo andando ad infondere tranquillità in mezzo a quella natura. Cammina sul percorso guardandosi intorno, scrutando ogni piccola parte di esso senza perdere alcun dettaglio, così come non si lascia sfuggire la presenza di una donna nella veranda più avanti. La osserva notandone il viso ustionato eppure non ci fa caso limitandosi ad avvicinarsi, fermandosi prima dei gradini e facendo un piccolo inchino in sua direzione <Buongiorno> saluta con voce bassa ma abbastanza da poter essere sentito <Sto cercando Tamako Koshirae> non avendola mai vista, è normale chiedere all'inizio. [Chk On][Katana equip]

Raido decide quindi di entrare all'interno delle mura che avvolgono quasi in un abbraccio il dojo Koshirae. Si trova all'interno di un luogo a lui affine, circondato da giovani ninja che usano le proprie armi per migliorarsi, proprio come, da sempre, ha fatto l'Oboro. Si avvicina, dunque, alla donna seduta su quella veranda in legno. La donna lo fissa, con una certa intensità, studiandone il volto e gli abiti. Lo sguardo attento della kunoichi ricade poi sulla katana che il jonin porta sul lato sinistro. Un lungo osservare, mentre ascolta il dire altrui. < Raido Oboro > sibilerebbe verso l'altro, per poi sorseggiare dell'altro thé, prima di rispondere alle parole di lui. Il volto della donna è quasi inespressivo, intento a studiare la figura del ninja che ha davanti. < Posso offrirti del thé? > la mancina andrebbe ad indicare un piccolo vassoio, sul quale si trovano una teiera ed una tazza in ceramica rossa. Andrebbe poi a schiarirsi la voce, per poi annunciare < Sono io, Tamako Koshirae >. D'altronde, Raido non poteva ancora riconoscerla, non avendola mai vista ed avendo, come informazione principale, soltanto il nome di lei. < Prego, siediti > con la destrorsa, adesso, indicherebbe lo spazio accanto a lei, quegli scalini in legno che conducono alla piccola veranda. La tazza verrebbe portata nuovamente alle labbra, per mandare giù un altro sorso di thé fumante. < Dimmi > esclamerebbe, allontanando la tazza e portandola all'altezza del ventre < perché dovrei parlare con un Oboro in questo luogo sacro? >. Sa già che l'altro vorrebbe informazioni sulle abilità del clan Koshirae, come già le aveva espresso nelle missive. Ma ha bisogno di capire che tipo di personalità l'altro abbia, dato che il clan Oboro non è stato pacifico nei confronti dell'Alleanza. Dovrà stare, dunque, molto attento alle proprie parole, il jonin, il quale si ritrova davanti una donna molto attenta ed indagatrice. Ma, d'altronde, Tamako non può fare altrimenti: si tratta dei segreti del proprio clan e non può di certo rivelarli a chiunque. [Per qualsiasi cosa, chiedi pure <3]

12:28 Raido:
  [Interno] Il proprio nome viene pronunciato dalla donna ustionata e non altro va a fare il Jonin se non annuire dando conferma che si, è lui colui che ha richiesto un incontro con il capo clan in persona. Alla domanda gli occhi si smuovono appena verso il vassoio con la tazza e la teiera. Piccoli momenti di silenzio in cui annuisce nuovamente <Si, grazie> è pur sempre una giornata abbastanza fredda e del thè non può far altro che riscaldarne le membra e renderlo decisamente più vigoroso ed in forze. Ancora non si avvicina se non facendo un unico passo per salire quel gradino e prima che possa salire anche il secondo ode quella rivelazione. Gli occhi tornano a guardarla, decisamente più incuriosito adesso e con una maggiore attenzione <Molto piacere> un cenno del capo. Non va a presentarsi ne a dire il proprio nome, lei lo sa e lo ha riconosciuto. Sale gli ultimi gradini andando ad accomodarsi come permesso dall'altra. Ammira ancora quel posto, un luogo diverso dai soliti Dojo frequentati, estremamente atipico eppure tanto naturale da far paura. La calma e la tranquillità regnano sovrani li ed in quel periodo, trovare la pace è qualcosa di raro e ben accetto. Inspira ed espira andando a prendere la tazza di tè, senza zucchero, senza niente se non con la bevanda. Lentamente si porta la tazzina nei pressi della bocca adagiando le labbra sul bordo per berne un piccolo sorso, inghiottendolo. Esso va a riscaldarne le membra, occhi che vengono chiusi per pochi momenti per poi riaprirli alla luce di quella domanda, lecita ovviamente. Hotsuma ha infangato il buon nome del suo clan rendendolo, dapprima temuto e rispettato, odiato e perseguitato. Gli Oboro sono caduti in disgrazia, sono finiti in un baratro da cui difficilmente si può uscire e questo lo sa, lo comprende perfettamente, così come comprende la diffidenza altrui <Perchè anche io sono stato una vittima delle azioni di Hotsuma> semplice, diretto e conciso <Il suo tradimento ha coinvolto anche me relegandomi nelle segrete di Kiri per essermi opposto> seppur non abbia realmente fatto niente di più che parlare cercando di farlo ragionare <Comprendo l'astio verso gli Oboro ma il mio clan non è Hotsuma e lui non è il clan. Molti di noi sono ancora rispettabili e cercano, costantemente, di togliere il fango con cui Hotsuma ha sporcato il nostro nome> alla fine rimane pur sempre un'Oboro, quel nome non lo avrebbe offuscato ne nascosto, al contrario, avrebbe continuato a portarlo con fierezza davanti a chiunque a discapito di quello che è successo. [Chk On][Katana equip]

In quel luogo così tranquillo e distante dalla realtà, tutto sembra fermarsi. Il tempo pare concentrarsi sul dialogo di quelle due figure. Due figure che sembrerebbero simili per le arti che padroneggiano ma che, in realtà, sono così diverse per provenienza, storia e visione del mondo. La capoclan va, dunque, a versare il thé all'interno della tazza vuota, dopo aver posato, ovviamente, la propria sul vassoio. Cede dunque la tazza appena riempita all'Oboro, per poi riprendere la propria. Un altro sorso verrebbe mandato giù, mentre ascolta quelle parole, quel racconto che sembrerebbe quasi doloroso. A quanto pare, Raido non si trova in sintonia con le azioni di Hotsuma e questo rende la capoclan più tranquilla. Ella va a fare un lungo respiro, mentre la tazza viene riportata all'altezza del ventre. < Capisco, dunque > sospirerebbe, decidendo di fidarsi delle parole dell'altro. Certo, non può ancora riporre la sua piena fiducia nel jonin. Ha bisogno di porgli altre domande, per capire le sue vere intenzioni. E, più di ogni altra cosa, fargli capire che l'arte dei Koshirae non è una semplice abilità. Ma è un vero e proprio dono divino. Lo sguardo attento si poggerebbe su quello altrui, per poi sorseggiare ancora una volta il proprio thé. < Come ti ho scritto nella missiva, noi abbiamo diverse concezioni del mondo > il tono è tranquillo, imperturbabile. < Il tuo interesse nei confronti di questo clan è sicuramente qualcosa di affascinante. Insomma, stiamo pur sempre parlando di un potente spadaccino come te, che appartiene al clan di spadaccini più famoso delle terre ninja > farebbe un sospiro, cercando di fargli capire perché le loro concezioni del mondo siano così diverse, per poi scendere nei particolari, nella parte più importante di quel discorso. < Credi che il nostro potere ci permetta di controllare delle spade? > diretta al punto. Ecco dove sta la loro diversa visione del mondo. Vuole capire se l'altro possa centrare il discorso e magari dare la risposta esatta a quella domanda. D'altronde, si sa, non sempre ciò che è scritto nei libri corrisponde alla realtà delle cose. Stiamo pur sempre parlando dei segreti di un clan e non possono essere semplicemente sbandierati in un qualsiasi libro. [Per qualsiasi cosa, chiedi pure <3]

14:25 Raido:
  [Interno] Beve e sorseggia quel tè con estrema tranquillità, probabilmente grazie a quel luogo capace di calmare anche l'animo più irrequieto. Il tè caldo scende lungo la gola arrivando nello stomaco, dando vigore al Jonin e riscaldandolo, scacciando quell'aria fredda che soffia in quel di Kusa. Ha dato le proprie spiegazioni, il suo modo di vedere diverso da Hotsuma; non ha mai parteggiato per lui da quando è cambiato e mai lo avrebbe difeso. Hotsuma è morto due volte per quanto gli riguarda, il suo sensei e il pazzo. Un discorso che ancora brucia all'interno dello spadaccino, fa male ed ogni volta che ne parla le viscere si attorcigliano una sopra l'altra. Mentre beve osserva la donna e gli studenti, o meglio, i clannati, tutti coloro che sono in grado di utilizzare quel potere strano <E' probabile> non lo nega. Ha sempre avuto una visione del mondo diversa, è sempre rimasto sulle sue per quanto riguarda il combattimento e questo lo ha portato ad agire in una maniera diversa rispetto agli standard. Sorride chinando il capo verso il basso, guardando la tazza, oramai giunta a metà <La ringrazio> dandole del lei come forma di rispetto <Ma ritengo che la conoscenza non sia abbastanza. Sono stato addestrato nell'uso delle armi fin da quando ero bambino, per sopperire alla mia quasi totale inettitudine con le altre arti. Col tempo sono migliorato anche in quel campo> riferendosi alle altre arti <Non molto ma l'ho fatto> precisa <Ma ho sempre cercato di perfezionare il mio stile, apprendere tutto ciò che concerne la mia arte e completarmi> perchè di quello parliamo, completare il suo bagaglio di conoscenze per quanto riguarda l'arte della spada, delle armi e di tutto ciò che si usa in tale situazione. Il braccio destro si allunga verso il tavolino andando a posare la tazza ed il piattino su di esso. Una domanda davvero strana e non risponde subito, bensì si prende qualche momento, forse anche qualche secondo per pensare a cosa rispondere, ripescare il vecchio se stesso <In realtà non lo so. Ho sentito parlare per la prima volta di voi dal Decimo Hokage e dalle ricerche che ho fatto non è emerso molto se non il vostro nome> essendo una capo clan. Si ferma, inspira ed espira, il petto si gonfia e si sgonfia buttando all'esterno tutta l'aria immagazzinata <Però, le spade non vengono controllate. Io e la katana, quando combattiamo, siamo una cosa sola, essa diventa un'estensione del mio braccio e quando sono in battaglia dimentico di averla in quanto diventa una parte di me> lanciando una veloce occhiata al fodero alla propria sinistra <Sono stato cresciuto con questa ideologia e non ho mai trovato niente che smentisse ciò> conclude la propria risposta in virtù di quella domanda. [Chk On][Katana equip]

Quando si scopre di non essere abbastanza bravi in un'arte, allora ci si concentra maggiormente su quella in cui si eccelle. E riconoscere di non essere abbastanza forti, ad esempio, nel ninjutsu è sicuramente qualcosa di onorevole. Perché si fa un'introspezione di se stessi, valutando i propri difetti, ma anche i pregi. E questo è ciò che spiega il jonin con le sue parole. Tamako va ad annuire a queste parole, parole di un uomo che ha dato tutto se stesso per l'houjutsu, migliorando solo dopo ciò in cui peccava. < Questo ti fa onore. Non tutti riescono ad ammettere i propri limiti >. Pian piano, la capoclan si scioglie ancor di più, lasciando che il discorso, alquanto piacevole, vada ancora avanti. Portando alle labbra la propria tazza, manda giù l'ultimo sorso di thé, riponendola sul vassoio in legno accanto a lei. Annuisce ancora alle sue successive parole. < Ti ho fatto questa domanda perché nel nostro scambio di missive hai parlato di controllare le spade. Ma vedo che hai colto in pieno il senso di ciò che in realtà noi facciamo con le nostre particolari armi > fa un lungo respiro, mentre lo sguardo, intenso, si poggia nuovamente su quello dell'Oboro < dico particolari, perché le nostre non sono semplici lame > una breve pausa, per permettere all'altro di recepire adeguatamente il messaggio. Istintivamente la propria mano destra si poggerebbe sulla propria lama riposta nel fodero. < Le nostre, sono armi divine. Sono veri e propri doni che gli dei ci hanno concesso > la mancina andrebbe a gesticolare in aria, confermando il trasporto che la donna prova parlando delle lame dei Koshirae. < Dunque, non siamo noi a controllarle. Come hai appena detto, entriamo in simbiosi con esse. E spesso, al contrario, sono loro a controllare noi. Quindi, è una vera e propria collaborazione tra questi doni divini e la nostra stessa anima >. Adesso, Tamako si alzerebbe, facendo qualche passo verso il giardino. Andrebbe a sfoderare la propria arma e, guardando l'interlocutore, esclamerebbe < Vieni, onoriamo gli dei con le nostre lame >. Si tratta di un vero e proprio rito che vede i Koshirae impegnati spesso. La donna, dunque, lo sta invitando ad un piccolo duello. [Per qualsiasi cosa, chiedi pure <3]

15:01 Raido:
  [Interno] Non ha mai nascosto di essere poco capace con le altre arti. Con il Ninjutsu è riuscito a migliorare e ad imparare qualche tecnica utile per i momenti di crisi nera seppur, quei momenti, vengano sopperiti dalla di lui Katana mentre taijutsu e genjutsu sono quasi del tutto un buco un nero, specie quest'ultimo del quale non sa particolarmente niente se non che è fastidioso <Solo riconoscendoli c'è possibilità di migliorare> proprio su questo lui punta, migliorare sempre di più, rendersi perfetto, allenando ogni parte di se per raggiungere un'obiettivo chiaro e preciso, essere l'houjutser migliore e più completo di quel mondo. Divenire lo spadaccino per eccellenza. Guarda avanti, guarda a se stesso in un prossimo futuro dopo che ha assaporato le fredde pareti dell'inferno. Si, l'inferno non è caldo ed asfissiante ma freddo e tetro, buio, senza alcuno spiraglio di speranza. <E' vero, ho parlato di controllo perchè è ciò che ho trovato nelle mie ricerche> va a spiegare meglio quel piccolo punto del loro scambio letterario ma la conversazione assume caratteristiche in grado di incuriosirlo ulteriormente. Deglutisce fissando la donna con una certa intensità, ascoltando ogni singola parola detta <E cosa sono allora? Cos'hanno di diverso dalle armi normali> domande di chi ne vuole sapere di più e quel sapere viene ripagato subito dopo con informazione che lo fanno, letteralmente, scendere dal pero- D'istinto si lascia andare contro lo schienale, spaesato e preso in contro piede. Occhi fissi sulla donna, totalmente aperti, sorpresi più che mai <Armi divine? Concesse dagli Dei> non crede a ciò che sente, a ciò che le sue orecchie odono <Ero convinto che l'unico potere divino fosse il Rinnegan> queste sono le sue conoscenze in quella materia, il rinnegan come unico potere degli dei eppure, adesso, apprende che non è così. I Kami hanno offerto loro un'altra strada, un'altra via ed è quella delle armi. Stranito, certo ma adesso anche affascinato. Avere il potere degli Dei nelle sue mani, possedere le capacità di una divinità. Le armi entrano in simbiosi con il corpo, controllano il loro padrone e lo aiutano diventando una cosa sola. Questo è il principio di un tale potere. Non si discosta molto da quanto ha imparato e le proprie convinzioni rimangono salde più che mai. Umetta le labbra passando la lingua su di esse, lentamente, per inumidirle e renderle più morbide. Non sa cosa dire ne cosa pensare, tutto nuovo ed inatteso e reagirebbe solo alla proposta della capo clan. Onorare gli dei con un combattimento. Lama contro lama. Annuisce alzandosi e rimettendosi in piedi <Sarà un onore> commenta quella richiesta per poi seguirla verso il luogo dello scontro. [Chk On][Katana Equip]

E' la prima volta che l'altro sente che al mondo vi è un altro potere divino che non sia il Rinnegan. Per questo motivo, i segreti del clan Koshirae non possono essere sbandierati ai quattro venti. Nessuno dovrebbe mai sapere del legame che intercorre tra un Koshirae e la propria lama, ma quella dell'Oboro è un'eccezione. Perché finora si è dimostrato all'altezza di quel discorso. Le sue domande vengono subito colmate dalle parole di Tamako. < Esatto, armi divine > sospirerebbe, osservando ancora l'altro, per poi riprendere < Ogni clan ha i propri segreti, Raido, e non possiamo di certo permetterci che chiunque ne venga a conoscenza > farebbe spallucce. D'altronde, insegnano questo fin dall'accademia: mai rivelare cosa sia in grado di fare il proprio clan a qualcuno che non ne è a conoscenza. Adesso, i due si apprestano a duellare. Si apprestano a quel rito sacro che onorerà gli dei, grazie alle lame che si scontreranno. Quando egli sarà giunto alla misura di ingaggio, la donna andrà a muovere la propria lama. Dapprima, vi passerebbe sopra il dito medio della mano sinistra, quasi in una carezza, per dimostrare alla lama la propria fedeltà. Poi, il piede destro verrebbe portato in avanti rispetto al sinistro, piegando il resto della gamba in un affondo. La propria lama verrebbe caricata all'indietro dalla mano destra, per poi essere spinta in avanti, con un movimento repentino, verso lo stomaco dell'Oboro. Un vero e proprio movimento d'affondo che l'altro, esperto d'armi, non tarderà sicuramente a riconoscere. [hai 2/4 per la schivata][Per qualsiasi cosa, chiedi pure <3]

15:41 Raido:
  [Interno] Non può far altro che concordare con la capo clan, i segreti devono rimanere tali e non vanno svelati a nessuno che non sia parte integrante di quell'ambiente e così viene fatto. Non la contraddice, la ragione è dalla sua <Naturalmente> si limite a dirle quello prima di spostarsi in un'altra zona di quel Dojo, sempre all'esterno, per dare inizio al combattimento ed il Jonin con un movimento della destra va ad estrarre la propria katana dal fodero attorcigliando le dita intorno all'elsa con forza per avere una presa salda in modo tale che quell'arma non gli scappi dalla mano. Si mette dinanzi alla donna osservandone i movimenti ed il suo modo di fare. Un modo strano ed inconsueto di approcciarsi alla katana. Una carezza alla lama, quella è la prima cosa che viene fatta, un gesto capace di stranite chiunque. Il legame che i Koshirae hanno con le proprie armi è qualcosa che non capisce e non comprende ma tempo al tempo. Pochi attimi passano e lo scontro inizia notando come l'altra passa subito all'attacco con una mossa che, si, conosce e ne conosce pure il punto debole. Una tecnica estremamente potente ma che pecca di precisione e non sempre il punto scelto per colpire corrisponde a quello che effettivamente viene colpito rendendo lo shinobi quasi del tutto cieco. Sospira andando a portare la mano sinistra nel portaoggetti dove ha posto i fuda con i tronchetti per la sostituzione e ne va a tirare fuori uno, il quale viene tenuto all'interno della mano. Il chakra comincia a fluire all'interno del corpo dell'Oboro, viene smosso andando ad irradiare ogni parte di se cercando di convogliarlo dapprima nelle gambe, in particolare nei muscoli di esse e poi, successivamente, nel fuda stretto nella mano sinistra. Piega le ginocchia avvicinando le cosce ai polpacci, il piede destro viene spostato un po' più alla destra tenendo il suddetto piede totalmente contro il terreno mentre la gamba sinistra viene messa all'indietro, non di molto, mentre il piede sinistro è sollevato con solo la punta a poggiare sul terreno in modo da fare da perno. La gamba sinistra è piegata ma non del tutto, restando più distesa in modo da fornire uno slancio migliore. La schiena permane diritta seppur il busto sia leggermente portato in avanti. In quel momento il Jonin tenterebbe di effettuare uno scatto verso destra infondendo il chakra nel fuda così da portare alla luce il tronchetto per permettere una corretta esecuzione della sostituzione di primo tipo e muoversi al doppio della velocità consentita. Fa forza nel piede e nella punta del piede sinistro provando a caricare tutto il chakra negli arti inferiori per poi darsi provare a darsi uno slancio verso verso la propria destra premendo sul piede sinistro il quale viene alzato e portato in avanti oltrepassando la gemella per cominciare una corsa veloce e repentina, si verso destra ma con lo scopo di aggirare la donna per arrivarle di fianco ovvero alla di lei sinistra a meno di un metro da lei. In caso di riuscita, l'attacco di lei dovrebbe colpire il tronchetto apparso sul posto e l'Oboro andrebbe a dare inizio alla propria offensiva. La katana viene brandita con maggiore forza e le dita si stringono intorno ad essa, la lunghezza del proprio braccio e la lunghezza della lama utili per coprire quella distanza irrisoria tra lui e la donna. Il braccio destro viene sollevato verso l'alto portando con esso la katana la cui punta dovrebbe rivolgersi in direzione del cielo ed in quel momento il chakra viene nuovamente fatto muovere in tutto il corpo cercando di espanderlo per ogni parte di esso, non solo verso le gambe ma anche verso le braccia, i fianchi, la testa, come un fiume in piena che attraversa uno stretto tentando di farlo fuori uscire dagli tsubo presenti, portarlo all'esterno con il preciso intento di formare due copie di se, una a destra ed una a sinistra, entrambe con la katana in mano ed entrambe effettuano lo stesso movimento del Jonin. In caso di riuscita, lo spadaccino e le copie andrebbe a tenere alta la katana sopra di se con il braccio steso ma non del tutto per poi tentare e provare di abbassare il braccio con grande velocità in direzione della capo clan, con esso la lama verrebbe abbassata nel preciso intento di colpirla sulla spalla sinistra, perforarla e rendere inutile quel braccio e provocando un sanguinamento. Tenta di fare questo insieme alle copie le quale dovrebbe eseguire i suoi stessi movimenti in una vera e propria danza. [Chk 87/100][Katana equip][2/4 Sostituzione I tipo + 2/4 Danza della luna crescente][Houjutsu 150][Agilità 125 * 2 = 250]

Raido usa Fuuda! (1 sul polso destro; 1 sul polso sinistro; 1 sul lato sinistro della cintura; 1 sul lato destro della cintura; 25 nel portaoggetti di cui 5 aventi all'interno un tronchetto per la sostituzione e 10 applicati al petto con il Kanji "potenza")

Raido tenta di schivare l'affondo utilizzando una tecnica basilare, che gli allievi imparano all'accademia: la sostituzione. La tecnica, effettivamente, riesce. Al suo posto, si palesa un tronchetto da sostituzione, che viene trapassato completamente, da parte a parte, dalla lama di Tamako. L'Oboro, intanto, usando il doppio della propria velocità, si è spostato verso il fianco sinistro della kunoichi. Il jonin, dunque, si appresta a preparare un'altra tecnica, stavolta più particolare. Due copie compaiono alla sua destra ed alla sua sinistra, seppur non perfettamente uguali all'originale [//OFF: ricordati di descrivere sempre l'aspetto delle copie, dal colore dei capelli, all'abbigliamento, etc.]. La capoclan, dunque, rimarrebbe stordita per qualche momento dal movimento repentino dell'Oboro, ma si accorge chiaramente che egli si trova esattamente accanto al suo fianco sinistro e nota, ovviamente, quale sia l'originale tra le tre figure. Solo lo sguardo verrebbe mosso per primo alla sua sinistra e, riprendendo una posizione eretta, si limiterebbe a fare un piccolo saltello di circa un metro e mezzo all'indietro. Certo, la velocità dei movimenti del jonin è molto elevata e, per questo, la punta della sua katana, sfiora lo yukata della donna, andando a squarciare il tessuto della fascia rosa attaccata alla vita. Il suo yukata, adesso, si aprirebbe, mostrando una veste in cotone nera. Ma non se ne preoccuperebbe, la donna, andando a muovere velocemente i passi verso il proprio avversario, portandosi nuovamente a misura d'ingaggio. La lama verrebbe portata tutta a destra, verso l'esterno, mentre lo sguardo di Tamako è fisso sull'originale dell'Oboro. Ecco che l'arma verrebbe mossa nuovamente, dall'esterno verso l'interno, in un colpo orizzontale verso il fianco sinistro di Raido. [hai 2/4 per schivare/difenderti][Per qualsiasi cosa, chiedi pure <3]

16:22 Raido:
  [Interno] La permanenza in quelle prigioni di Kiri ha arrugginito le sue capacità. Un tempo non avrebbe sbagliato in quel modo e l'esecuzione della tecnica sarebbe venuta perfetta. Essere visto e riconosciuto dalla donna è, per lui, un punto e proprio sfavore e ciò non può più accadere, non deve più permetterselo. Una smorfia viene fatta, di completo fastidio per quella danno praticamente nullo. Poco gli importa dello Yukata altrui, non sta a guardare quello bensì come il di lei corpo sia totalmente privo di ferite. Il nervoso è tanto nel Jonin, un nervoso che non ha eguali e presto potrebbe trasformarsi in rabbia. Fallire, non può fallire in quello che dovrebbe essere un semplice scontro. Non può permettersi di compiere errori, ha fatto promesse e si è imposto obiettivi da raggiungere. Ed è proprio il nervoso a spingerlo a compiere un'azione del genere. Può scappare, togliersi di li eppure ha deciso di agire diversamente. La lama viene nuovamente stretta più forte nella mano destra, si ritrova a guardare la capo clan arriva con un attacco al proprio fianco e se vuole agire in quel modo, allora avrebbe attaccato a sua volta. I sensi sono al massimo, osserva ogni singolo movimento dell'altra per poi allungare il braccio destro verso l'esterno con esso anche la lama viene portata in tale direzione. I piedi ben saldi a terra, gambe lievemente più aperte e gambe leggermente flesse e piegate per avere non solo un maggiore slancio ma anche una più grande aderenza al suolo essendo, quello, il suo campo di battaglia. Deglutisce andando a girare il bacino verso destra e con esso parte del busto portandolo all'indietro. Ha le idee chiare in mente e deve agire velocemente, difatti tenterebbe di bloccare quel colpo della katana sfruttando la propria arma e facendola impattare contro quella altrui per spingerla via. Il braccio teso viene reso più sciolto e rilassato, tranquillo mentre tenterebbe di roteare il bacino verso sinistra portando con se il braccio, il quale, andrebbe ora ad irrigidirsi, il braccio viene abbassato con la lama che si muove a grande velocità in direzione della katana altrui. Piega il braccio verso l'interno nel momento del viaggio per poi riaprirlo in prossimità dell'arma della capo clan tentando di far scontrare la lama proprio contro quella della Koshirae con forza cercando di spostarla via e, nel caso più estremo, di disarmarla. In caso di riuscita non resterebbe con le mani in mano, in quanto, sempre nella propria posizione, dovrebbe avere la donna molto più vicino e difatti tenterebbe di girare il bacino verso sinistra, lo volta con il braccio sinistro che viene alzato e sollevato all'altezza della spalla. Andrebbe a piegare l'arto avvicinando l'avambraccio al bicipite mentre la mano si chiude a pugno con le dita rinchiuse e protette. Piega ed indietreggia il braccio con il bacino per poi tentare di sferrare un pugno contro il naso della donna a tutta velocità e forza. Difatti proverebbe, ora, a ruotare il bracino verso destra per riportarlo nella posizione originale e con esso verrebbe portato in avanti il braccio distendendo l'arto in direzione della donna ed irrigidendolo per creare un effetto a molla e cercare, appunto, di colpirle il naso con un pugno diretto. [Chk 87/100][Katana equip][2/4 scontro katana + 2/4 pugno][Agilità 125][Mente 125][Forza 50]

L'altro sembra innervosirsi ed irrigidirsi involontariamente, notando come la propria tecnica non fosse proprio ben riuscita. Ma non si perde d'animo e, anzi, è proprio la rabbia verso se stesso che lo spinge ad andare avanti. Difatti, invece di schivare il colpo della capoclan, egli porta la lama in direzione di quella altrui, bloccandone la traiettoria. Ciò porta Tamako e stringere la presa, per evitare d'essere disarmata. Dopodiché, vedendo come l'altro carichi un colpo, con la semplice mano nuda, piegherebbe le ginocchia, abbassando il proprio baricentro verso il suolo, così che il pugno le passi esattamente sopra il capo. Si rialzerebbe, dunque, ma stavolta riporrebbe la lama nel suo fodero nero. < Davvero sorprendente > sospirerebbe, per poi aggiungere < Va bene così. Ti prego di seguirmi, adesso > e, senza aggiungere altro, sale quei gradini che portano alla veranda in legno, andando verso la porta che conduce all'interno del dojo. Toglie le proprie scarpe, lasciandole all'ingresso. La donna percorre un paio di corridoi, prima di entrare in una piccola stanza, illuminata dalla luce fioca di un lume. Sembrerebbe una stanza come tante altre, con delle pareti in legno ed il pavimento in tatami. La kunoichi poggia il palmo della propria mano destra sulla parete di sinistra della stanza. Imprimendovi del Chakra, la parete comincia a muoversi verso il basso ed a scomparire lentamente all'interno del pavimento. Dietro quella parete appena scomparsa, si trovano una schiera di spade, di ogni forma e dimensione. < Avvicinati e trova la tua spada. Sarà essa stessa a mostrarti di essere quella giusta. Quando i tuoi passi la raggiungeranno, la tua spada tremerà ai tuoi occhi, intrepida di essere stretta tra le tue mani > e con la mano destra, inviterebbe il jonin ad avvicinarsi a quella schiera di spade e a trovare la propria. < Non avere timore. Sento che la tua anima è pronta > aggiungerebbe solo dopo. Quello è un chiaro invito a prendere possesso di una nuova arte. Un'arte divina. [Per qualsiasi cosa, chiedi pure <3]

17:00 Raido:
  [Interno] Riesce a bloccare il colpo altrui, sposta la lama della donna all'esterno anche se quel pungo non va a segno, poco importa, avrebbe fatto di meglio con il prossimo attacco. Un attacco più mirato e decisamente più potente di quello attuale, non avrebbe fatto altri errori. Si prepara a creare una nuova strategia ma tutto si ferma e la donna va a riporre la katana all'interno del fodero provocando anche il fermo del Jonin il quale resta sorpreso anche se non più di tanto <Lo stesso vale per me> sorprendente anche la donna, gli ha tenuto testa in quel breve scontro ma decisamente intenso. Non è stanco ne spossato, solo nervoso per quell'attacco fallito eppure nuovamente la sorpresa si forma sul volto del Jonin, così come vanno a crearsi varie domande nella di lui testa. Inarca un sopracciglio osservando quella donna che si muove. Lentamente riporta la lama all'interno del fodero per poi seguirla. Si ferma dinanzi al dojo togliendo i sandali dai piedi ed inoltrandosi all'interno di esse, esattamente dietro la capo clan. Guarda la stanza che lo circonda, si guarda intorno percorrendo anch'egli quei corridoi uno dopo l'altro, curioso di conoscere la destinazione arrivando, alla fine, in una piccola stanza. Una stanza di allenamento in apparenza e sta per aprire la bocca per fare una domanda quando la vede toccare una parete con la mano e la stessa inizia a scendere verso il basso incastrandosi all'interno del pavimento per mostrare un nuovo anfratto con delle spade al suo interno. Le osserva e ne resta affascinato, di stucco, le guarda non staccando gli occhi da esse per poi portare lo sguardo sulla donna nel momento in cui va a prendere parola <Come?> domanda improvvisamente. La situazione è divenuta strana, estremamente strana. Ricomincia a camminare verso le spade che al donna gli ha mostrato. Inspira ed espira buttando fuori dal corpo quell'aria assorbita <Ne siete sicura?> domanda mentre allunga la mano destra portandola al di sopra delle lame, palmo ben aperto mentre muove il braccio facendo scorrere la mano sulle spade, le percorre una dopo l'altra <Io...> strizza gli occhi osservandole tutte quante, focalizzandosi su ognuna di esse. Si concentra, affina i sensi, lascia che la mente si liberi per sentire quale spada lo sta richiamando ma per farlo deve andare in profondità, conoscersi meglio, ritrova il se stesso di un tempo, il Raido di una volta eppure non ci riesce. Non è più l'uomo di una volta, Kiri lo ha cambiato, Hotsuma lo ha cambiato facendolo divenire un altro, qualcuno di diverso, più morbido e più consapevole <Lei> direbbe poggiando la mano sopra una di esse tentando di prenderla avvicinandola a se, guardandola. [Chk On][Katana equip]

Un sorriso si disegna sul volto di Tamako, davanti all'evidente sconvolgimento dell'Oboro. Quella piccola chiacchierata e quel duello, però, le hanno permesso di capire, seppur parzialmente, che tipo di persona sia il jonin. Si tratta d'una persona audace, che non si tira mai indietro. Una persona che sa pensare prima di prendere una scelta. Una persona che riflette bene sulle proprie parole. Ma, cosa più importante, una persona che sa entrare in simbiosi con la propria arma. E proprio qui sta la grande capacità dei Koshirae: essere in tutt'uno con la propria lama. E lui questa capacità ha dimostrato di averla. Difatti, una spada risponderebbe al suo richiamo. E' ben più pesante, lunga e larga di una semplice katana. Ad occhio e croce sembrerebbe sfiorare gli ottanta centimetri. < Non avevo dubbi > esclamerebbe Tamako, osservando come l'altro prenda tra le mani l'arma. < Si tratta di una Bishamonten > andrebbe a sorridere nuovamente, felice che proprio quella lama abbia trovato il proprio compagno < rappresenta grande saggezza e conoscenza > annuirebbe dopo aver pronunciato quelle parole. La saggezza altrui era stata già dimostrata lungo la loro conversazione ed è ben felice che proprio quella lama abbia reagito agli occhi dell'Oboro. < Adesso, ti spiegherò come usare questa tua nuova abilità > lo invita a fare qualcos'altro, qualcosa di nuovo per lui che è appena entrato in possesso di un'arma divina. < Concentra il tuo Chakra all'altezza della fronte, richiamando il terzo occhio, con l'aiuto della spada. Essa, probabilmente, ti suggerirà il proprio nome. Spada e proprietario diventeranno una cosa sola, un'unione indissolubile che nulla potrà scalfire. Onorala sempre, come se fosse la parte più importante di te >. Questa sarà la loro prima unione, probabilmente la più importante di sempre. [Per qualsiasi cosa, chiedi pure <3]

18:02 Raido:
  [Interno] Ha scelto quell'arma, o meglio, ha sentito quell'arma chiamarlo. Armi strane, diverse da tutto ciò che ha toccato prima d'ora, diverse da ogni cosa che ha utilizzato per combattere. L'arma si presenta più pesante di una normale katana e più lunga avente una lama decisamente più lunga e larga. Strana, dannatamente strana anche al tatto ma ciò che più lo perplime è la sensazione che essa riesce a trasmettergli, qualcosa di mai provato prima. La donna dietro di se parla andando a dare un nome a quell'arma, un nome mai sentito prima <Bisha...monten?> domanda guardando sempre l'arma, non distraendosi nemmeno per un momento da essa, come se fosse preso e rapito, manco fosse un colpo di fulmine con una donna. Altro che donne, dategli un'arma e si scioglie. Deglutisce a quel dire della capo clan <Saggezza? Conoscenza forse ma saggezza...non mi ritengo di averne. Se lo fossi stato, avrei fermato Hotsuma> quello è il suo tarlo, quello è il punto focale di ogni cosa. Hotsuma lo ha debilitato mentalmente, lo ha distrutto e quel tradimento da parte del Kage non accenna a lasciarlo in pace. Inspira voltandosi verso la donna, guardando lei ora la quale, a questo punto, gli va a spiegare come sfruttare quella nuova forza e quella lama nel migliore dei modi. Annuisce semplicemente lasciando che prosegua con la spiegazione la quale, in fin dei conti, si rivela molto più semplice del previsto. La guarda ancora soffermandosi qualche attimo sulla capo clan. Fa un profondo respiro, gonfia il petto smuovendo la spada, tenendo l'elsa con la destra ed appoggiando la lama, di patto, sulla mano sinistra. Il peso non indifferente si fa sentire ma non cede. Le dita restano a contatto con essa mentre gli occhi vengono chiusi lasciando che il proprio corpo va in sintonia con la nuova spada. Cerca di concentrare il proprio chakra e le proprie energie nella zona del terzo occhio, va a focalizzare l'attenzione in quella determinata zona del corpo ma non solo, tenterebbe di smuovere il chakra per portarlo anche verso la lama facendolo viaggiare ed espandere per tutto il corpo e, dalle mani, irradiare l'arma che tiene in mano. Concentra, concentra ogni piccola parte di se nel tentativo di risvegliare quel potere, sfrutta il chakra, cerca di irradiare mente e spada per unirli, sentire la lama come una parte di se, sentire il suo nome impadronirsi del proprio corpo <Chishiki> la chiama <Chishiki> ripete quel nome per renderla sua in tutto e per tutto senza aprire gli occhi, senza sapere cosa aspettarsi, senza conoscere gli effetti di quello che sta facendo. [Chk On][Katana equip][Tentativo Sesto Senso]

Lama divina e proprietario si uniscono in una sola cosa. E' una sensazione strana, una sensazione nuova, che vedrà l'Oboro entrare in perfetta sintonia con quella Bishamonten, sua fedele compagna. E vorrà proteggerla, quasi, vorrà poter comunicare con essa, vorrà non separarsene mai. E' come se avesse appena firmato un contratto, un contratto fatto da puri sentimenti che adesso lo legano a quella lama indissolubilmente. < Le armi divine non sbagliano mai, Raido > risponderebbe alle parole altrui, riguardo al discorso sulla saggezza. < Non piangerti addosso. Sono sicura che saprai dimostrare la tua saggezza in altri eventi >. Avere ripensamenti, vivere nel passato è logorante. Bisogna guardare sempre avanti, per non perdersi nei propri fantasmi. Altrimenti, si finisce per esplodere. E scomparire. Ma l'Oboro ha una grande personalità e Tamako è sicura che saprà guardare avanti, piuttosto che voltarsi indietro. Il richiamo dell'innata da parte dell'Oboro va a buon fine ed i propri sensi si affineranno. Dentro un raggio di dieci metri, egli sarà in grado di percepire ogni cosa. La donna non sa se effettivamente il richiamo di quella abilità innata è andata a buon fine, ma può già vedere come egli abbia trovato la propria sintonia con la lama. < Chishiki > ripeterebbe anche lei, annuendo, notando come la bishamonten gli abbia già rivelato il proprio nome. < Bene > sospirerebbe. Poggiando nuovamente la mano alla parete, la richiama dal suolo, cosicché essa torni a nascondere come sempre le armi divine. < Se hai domande da farmi, io sono qui. Altrimenti, sentiti libero di andare > esclamerebbe, infine, verso Raido. [Se non hai nulla da aggiungere, puoi fare la tua end <3]

18:24 Raido:
  [Interno] Probabilmente non sbagliano ma non ne è sicuro, non per il momento. Ha ancora tanto da dimostrare a se stesso, deve capire come andare avanti nel migliore dei modi e mettere da parte il passato. Ha reagito dall'incontro con Sango eppure una parte di se non può fare a meno di pensare ai tempi andati e di come abbia agito <Oh beh, il tempo ce lo dirà> ammette senza dare alcun tipo di certezza effettivamente. Prova ad entrare in contatto con quella lama, a richiamare il potere divino, ottenere un sesto senso, le abilità che caratterizzano i Koshirae ma non sa bene cosa dovrebbe accadere ed in quel primo momento risulta difficile persino per lui. Scopre il nome della lama, un nome non imponente ma semplice e con un grande significato dietro, un nome che vale molto e forse è parte di quel duo elencato prima. Si concentra ancora andando ad aprire gli occhi, qualcosa percepisce, sente sensazioni diverse e fuori dal normale, la vista si offusca di più ma la concentrazione svanisce. Ha bisogno di allenamento, di carpire ogni segreto di quel potere che ha cercato di risvegliare. Un passo avanti è stato fatto, ora dovrebbe essere tutto quanto in discesa. Sente la parete risalire, tornare al proprio posto mentre la capo clan parla un'ultima volta. Sospira <Beh, domande non credo, non per ora però...> e l'imbarazzo del momento giunge e giunge più che mai. Sta per dire una cosa che non dice da quasi vent'anni, dai tempi degli allenamenti con Hotsuma dietro la magione <Ho bisogno di qualcuno che mi alleni ad utilizzare questo potere. Per me è totalmente nuovo> non ne ha mai sentito parlare e, di conseguenza, non sa neanche da dove partire per cominciare un allenamento come si deve, non sa cosa fare. Scuote il capo deglutendo per poi annuire e, nel caso, aspetterebbe la risposta della donna prima di congedarsi da quell'incontro <La ringrazio per il tempo e la fiducia> ultima frase da parte del Jonin prima di andarsene ma sarebbe tornato, eccome se lo avrebbe fatto. [Se END]

Raido si reca al dojo Koshirae, dopo aver richiesto un incontro con la capoclan. Quest'ultima analizza la personalità dell'Oboro, cercando di capire se possa fidarsi di lui e mostrargli il potere del proprio clan. Dopo un'intensa discussione, Tamako lo invita ad onorare gli dei con un duello. Fatto ciò, lo conduce nella sala delle armi divine, dove egli trova la propria Bishamonten, di nome Chishiki.

No exp data la natura della quest
Lascio la parola al cc <3