Contro corrente
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Giocata dal 11/10/2020 22:41 al 12/10/2020 02:53 nella chat "Luogo Sconosciuto"
Di ciò che è accaduto la scorsa sera, ricorda poco e niente. L'attivazione della carta bomba, la statua di Sasuke ed infine, una copia esatta di se stessa ad andarle incontro. Dettagli confusi, immessi in un sogno che ne costella la fronte di sudore perchè si, dopo aver perso i sensi, ancora non s'è risvegliata del tutto. Si spalancano le palpebre, coadiuviate al busto che vien drizzato all'istante <KASEI!> urla a squarcia gola, un richiamo insolito, preoccupazione verso il compagno di disavventure per la convinzione di un pericolo probabilmente passato e del quale non ne conosce l'esito. Fiato accellerato tanto quanto il battito, gote divampate per l'agitazione, iridi cremisi a scrutar il luogo ben diverso dalla piazza nel quale si trovava <c..cosa?> com'è arrivata li? All'interno dell'alloggio assegnatole da Kimi nel loro primo incontro, con i due Doku a sorvegliarle la porta. Che sia stato tutto solo un incubo? Mancina guantata sollevata per poggiarsi sul capo, le fa male quanto il dopo sbornia dopo una nottata di follie e divertimento. *Sing* tira su con il naso, qualche lamento di troppo sfogato con mugugnii improponibili ed infine, torna in posizione eretta per dirigersi verso l'uscio, inconsapevole forse, che di li non la faranno proprio uscire <Mi avete drogato per caso? Oppure avvelenato come al solito...Siete proprio cattivi> fanciullesco il modo di rivolgersi ad entrambi, cercherebbe di mettersi proprio in mezzo a loro senza mai proseguire per recarsi all'esterno. Li guarda dal basso, inclinando la nuca parzialmente indietro affinchè riesca a sopperire all'enorme differenza d'altezza vigente. Minuta è la corporatura seppur possieda tutte le forme femmini al punto giusto, sviluppate sui fianchi e glutei rispetto al seno. Lunghi e setosi sono i capelli argentei estesi fino a raggiungere le fosse di venere, con qualche ciocca a contornar il viso semi coperto, solo gli occhi saranno scrutabili da terzi, felini, truccati con qualche ombretto scuro ad esaltarne forma e colore. Bavaglio nero a celar i connotati dal naso in giù, camicetta bianca castigata fin sotto il collo sul quale un fiocco s'adagia sul petto, gonnella scura con i volant corta fino a metà coscia dove, due parigine, si tuffano negli stivaletti bassi. Nessun'arma, nessuna Nagitana, ma non se ne preoccupa, basta che i suoi guanti in pelle siano ancora al loro posto, con l'unghia dell'indice sinistro scoperta dove svetta un'anello in oro a forma di serpe. Si incammina indietro proprio dopo una delle sue ennesime sessioni di allenamento anche se questa volta è stata più centrata sul ninjutsu piuttosto che sulle sue abilità fisiche e motorie, stancandolo in maniera diversa dalla semplice fatica muscolare, deplorato in gran parte della sua riserva di chakra che comunque non è di certo infinita! Ha un asciugamano di cotone in testa a coprirsi i capelli neri umidi di sudore mentre la canotta nera gli sta addosso che è un guanto. Non fa neanche in tempo a tornare verso il bagno per darsi una sciacquata che passa proprio davanti alla camera di Hoshiko. China il capo verso i due ninja che sono a guardia, tenendo la ragazzina ai domiciliari, per poi sentire quelle parole provenienti dall’interno. Sbuffa a sentire proprio quelle parole per poi fermarsi e girarsi verso i due <”Che ha combinato questa volta?”> andrebbe a chiedere curioso ai due che per un momento si guardano e poi non gli rispondono. <”Ho appena finito di allenarmi, ho si e no un quinto del mio chakra rimanente, e di sicuro non voglio farmi beccare da Kimi di nuovo con una delle sue tecniche per ritrovarmi a curarmi da solo di nuovo.”> e a tal punto i due si guardano come per dire che non ha tutti i torti, spiegandogli appunto cosa è accaduto e che cosa stava per fare Hoshiko che è ai domiciliari. Alza la destra proprio contro la propria fronte a palmo aperto a colpirsela incredulo di che cosa stesse facendo, ovviamente non gli riferisce che è stata messa sotto illusione da uno dei due o il motivo per la quale lo abbia fatto. Hoshiko comunque potrà sentire quella voce all’esterno della camera mentre parla appunto con le guardie. [Chk on] Nessuna risposta vien elargita dai due, che rabbia, tanta da far sfrigolare la pelle dei guanti stretti in una morsa. Contrae la mascella in un'impeto di nervosismo, vorrebbe uscire da li, essere libera di poter recarsi dove più le garba come ha sempre fatto, ed invece, da quando ha messo piede a Oto la situazione ha iniziato a precipitare sempre più in basso. Solleva la mancina e, ancor prima di picchiettar la porta per lamentarsi con i Doku che, tra l'altro, l' hanno conciata per le feste, la voce di Eryk le fa saltare un battito, congelando ogni muscolo dolorante del corpo ed ogni azione stesse per compiere. Rallenta il respiro, le reca noia poichè cripta i discorsi elargiti all'esterno dell'alloggio, inclina il capo quanto basta per poter avvicinar l'orecchio alla lignea. Curiosa, ficca naso, ma almeno riesce a comprendere ciò che è accaduto la sera precedente <...> flemmatico è l'arto ricaduto lungo il fianco, perchè tutti continuano a manipolarla nei modi più disparati mentendo e facendole ricader delle colpe insensate? Quanta impotenza, ridicolizzata in quel modo per aver voluto proteggere fondamentalmente uno sconosciuto da chiacchiericci insensati, ignoranti quanto i bastardi che l'hanno genjutsata (seppur non sappia che sia quella precisa tecnica). Sclera divenuta lucida per delle lacrime che trovano ristoro nella palpebra inferiore, ma mai sgusceranno all'esterno, mai righeranno quelle gote candide semi nascoste da un bavaglio a farle da scudo verso il mondo. Un giorno diventerà qualcuno, e quando accadrà, impalerà le teste di questi maledetti su delle picche ad adornare il meraviglioso giardino della suntuosa villa nel quale abiterà. Schiarisce la voce, ne vuole nascondere il tremolio, soffocare le emozioni che la trascinano nel fondale più oscuro di una pseudo depressione mista alla rabbia <Heilà Venom!> innalza il tono per richiamarne l'attenzione <dici che, seppur io non possa uscire, ti lasceranno entrare per quattro chiacchiere messe in croce? Perchè sai...> schiocca la lingua biforcuta contro il palato <loro non sono per niente di compagnia!> detto ciò, flette il ginocchio per poter procedere con un calcetto di punta contro la porta, un tonfo sordo e nulla di più prima di ruotar il corpo ed allontanarsi verso il tavolino sul quale adagia i gomiti, busto flesso in avanti e natiche proiettate per aria <facile tirar acqua solo al proprio mulino> borbotta, oh, c'è la vera versione ad attenderti. Certo, distorta e confusa per le mancate conoscenze, ma sarai in grado di comprendere? Sente quel nome e rimane perplesso, guardando i due Doku a chiedere se si chiamassero così o meno dato che quello non è il suo nome e non si presenta con esso, anzi, ha sempre dato il suo nome vero, omettendo quel cognome che lo lega al clan. LE parole successive gli fanno capire che appunto si riferisce proprio a lui e allora, dopo aver chiesto il permesso ai due, entra all’interno della porta, la quale viene immediatamente chiusa non appena Eryk supera la soglia, trovandosi un Hoshiko in una posizione alquanto compromettente. Fosse una bella figa se avrebbe già alzato la gonna senza pensarci troppo, aver ricevuto quell’invito e averla trovata in quel modo erano indizi più che sufficienti, peccato che la giovane Doku è una figa di legno. Sbuffa di nuovo mentre appoggia la schiena alla porta. Alza le mani dai fianchi ad abbassare l’asciugamano attorno al collo, con i capelli corvini che sono sciolti e selvaggi. Incrocia successivamente quelle braccia al petto, mentre le iridi ambrate si posano proprio sulla figura di Hoshiko che per ora gli da il sedere, neanche le spalle. <”Pensavo fossi te quella originaria di Oto. Pure io so che Sasuke qui è taboo, cosa ti è saltato in testa?”> le chiede perplesso, certo, la ragazzina non era totalmente apposto, le mancavano qualche mercoledì all’appello, ma da qui a far saltare in aria la statua di Sasuke Uchiha nel bel mezzo di Oto… scuote il capo per poi darsi un colpo di reni per staccarsi da quella porta e camminare questa volta in direzione del letto della ragazza, sedendosi sopra a uno dei quattro bordi mentre la guarda, tenendo comunque le debite distanze dalla sua figura. Il look total black non lo abbandona e se quei pantaloni neri e anfibi hanno lasciato spazio a pantaloncini con tasche e scarpe in tela, il colore è rimasto lo stesso di sempre. Gli permettono di entrare, poco importa la posizione nel quale si fa trovare, non possiede ancora la malizia di comprendere che sia un qualcosa di strettamente collegato al sesso, specie se non lo ha mai sperimentato così come l'attrazione fisica verso un'altro individuo. Le mani guantate accolgono il viso sui palmi, ascolta le parole altrui e le spalle tremano, non riesce a comprendere che cosa le prende in questo momento, tutto è così confuso oltre a sentir una certa frustrazione per gli eventi ultimamente accaduti. La paralisi con Eryk davvero non era nulla rispetto a ciò che sono capaci di compiere qui a Oto. Sembra una risata sommessa quella risalita dalla gola, attenderebbe che l'uomo si appoggi al proprio letto prima di abbassar con flemma il bavaglio, qualcosa di ancora non visibile all'attenzione altrui <credi davvero che io possa compiere un gesto del genere senza motivazione?> solleva il busto, finalmente, tornando in posizione eretta <Si, purtroppo sono nata qui...tuttavia, mi stanno..> si blocca, quel nodo alla gola che lascia intuire qualcosa di più intimo, un'emotività che solitamente viene celata e non sventolata a chi di lei, probabilmente, se ne fotte. Ma al momento non ha nessuno ed il nervosismo deve essere sfogato in qualche modo, non è una santa, ma, dispetti a parte, le menzogne proprio non riesce a tollerale. Ruota di scatto per poterlo fronteggiare, i connotati sono rivelati e, sulla cicatrice, ricade la lacrima sfuggita dalla culla, ne riga l'epidermide fino a raggiunger il mento <mi stanno tartassando cazzo!> unghia scoperta dal quale svetta l'anello in oro che vien puntata contro l'uscio serrato <non sono così stupida da cercar di far saltare la statua di Sasuke per aria senza motivo!> qualche passo per avvicinarsi, ma le ginocchia cedono per via del coma dal quale s'è risvegliata relativamente da poco. E' debole oltre al gran mal di testa <Ero con..con Kasei! Ad un certo punto è comparso Yukio seppur io non l'abbia visto e difronte a me c'ero io...non sapevo cosa fare, mi veniva incontro e non ci ho capito più niente> dorso a raccogliere ora il pianto mescolato a teneri singhiozzi, in fin dei conti, l'età è giovane, la mancata esperienza non le permette di smaltir cose che per altri sono all'ordine del giorno <ed allora> tira su con il naso <ho cercato di proteggere entrambi facendogliela cadere addosso ma...poi non lo so è diventato tutto nero e mi sono ritrovata reclusa qui dentro!> dov'è finito l'orgoglio? Lo scudo d'arroganza infranto per un momento di puro sconforto. La ascolta in ciò che ha da dire anche perché questo può fare, non la conosce, non sa che cosa ha passato per venire a Oto ne tantomeno che cosa sta facendo qui o come mai ha due guardie che la tengono prigioniera per ordine di Kimi, pensa bene: non gli importa, non tanto perché le sta antipatica, ma perché delle vicende di clan poco gli interessa in generale. I doku per lui erano l’ingresso nelle schiere di Oto, niente di più e niente di meno, di conseguenza non dovrebbe essere così strano per la salamandra corvina non interessarsi troppo di Hoshiko, la quale era stata messa in guardia a tempo debito, prima che avesse qualsiasi tipo di rapporto col clan che condividono. Non le fornisce risposta a quella domanda, è un privilegio che non ha anche perché è una domanda riservata a chi la conosce, magari questo Kasei, anche lui incontrato in una missione, ma chissà se è lo stesso che ha avuto modo di conoscere in quella commissione a Kusa o meno. <”Aspetta, con ordine, Yukio è comparso ma non l’hai visto? E te ti sei vista una copia di te stessa avanzare verso di te, e per questo hai pensato di proteggervi, deturpando il simbolo di questo villaggio?”> le chiede come per avere conferma che abbia fatto un recap della situazione accurato per iniziare ad avere un quadro della situazione più ampio. Purtroppo le informazioni in possesso della ragazzina sono discordanti con quelle che ha Eryk, a partire dalle abilità di Yukio o la sua disponibilità a lasciarlo andare offrendogli pure una proposta più che vantaggiosa, con quel grado di Eremita il quale gli garantirebbe l’accesso ai villaggi dell’alleanza senza dichiararlo mukenin dell’erba, motivo per il quale può essere così rilassato lì ad oto. A quella lacrima la sinistra afferra un estremità di quell’asciugamano e glielo tira, mentre la destra si pinza tra indice e pollice il ponte del setto nasale, massaggiandoselo. <”Ora io non ho mai avuto la sfortuna di fronteggiare Yukio, anche perché non penso sarei qui a raccontarlo, ma dubito che far esplodere la statua fosse abbastanza a proteggervi. Penso che il problema non sia tanto il perché tu lo abbia fatto, quanto l’evenienza che tu possa fare atti del genere, renderti un pericolo per gli altri.”> [chk on] Strizza gli occhi nel ricevere l'asciugamano direttamente in testa, esso ricade con i lembi a coprirle il volto e, data la posizione, si prosta maggiormente poggiando la tempia sul pavimento, a dividerla da esso sarà solo il tessuto. Ovviamente, il sedere carnoso torna ad essere sollevato, al di sotto della gonna vi è un pantaloncino aderente a coprirne le intimità, tuttavia, data l'abbondanza che risiede in quella zona del corpo è inevitabile divenga evidenziata. Permane in silenzio ad ascoltarne le parole, precedentemente avrebbe subito replicato, rimbeccando, ironizzando e riducendo il tutto in leggerezza, eppure ci pensa, riflette, come quando ascolti le parole di chi, effettivamente, ti lascia comprendere i vari punti di vista e dove risiede l'errore <Se Yukio si presentasse qui al villaggio...il pericolo sarebbe una statua distrutta o l'Hasukage in se?> sussurri, pensieri espressi a voce, ma ancora non si decide effettivamente a rispondere ad Eryk poichè, l'orgolgio, glielo impedisce. Per questo rimane immobile, parrebbe che il pianto si sia smorzato proprio nell'esatto istante in cui, la copertura, l'abbia privata della vista, coccolandola in un rifugio che però, forse, sarebbe stato meglio estendere su tutto il corpo e non solo sul capo. <Fin ora sono sempre stata io quella in pericolo...ho messo piede qui per imparare dal mio Clan e non essere trattata come una terrorista, sin da subito mi hanno controllata neanche fossi un'infiltrata, nonostante abbia accettato la lettura della mente> schiocca la lingua contro il palato, la mancina si intrufola sotto la tendina per poggiar le nocce sulle proprie labbra. Ricade il silenzio nella stanza, sordo se non fosse per qualche vociar lontano proveniente dall'esterno <..Venom...cosa faccio adesso...> sospira <ma si...in fondo che ti importa> torna prorompente la chiusura che la spinge a sollevarsi di nuovo, non prima di aver tirato il bavaglio posto sul naso. Ripiega ciò che è stato lanciato, lo poggia con delicatezza proprio accanto all'uomo senza che mai le cremisi incrocino gli ambrati <pensavo più ad un diversivo per fuggire, mi domando però, cosa centri Yukio con la mia copia> effettivamente è strano <ad ogni modo, credo che non mi resti altra scelta che affrontare le conseguenze di quello che ho fatto. I più deboli sono destinati a morire o ad essere schiacciati, mi dimentico sempre questo particolare> ruota per dargli le spalle, polpatrelli sul tavolo e punta dello stivale sbattacchiata ripetutamente a terra. Fantastico <”Penso che se Yukio si fosse presentato qui per davvero, le due guardie la fuori di certo non sarebbero ancora qui, è proprio questo il problema. Perché se è pur vero che Yukio è un deterrente non indifferente, Oto in questo momento è tesa come una corda di violino, con il nuovo governo imposto e la minaccia dell’alleanza ninja all’orizzonte. Avere la statua del loro eroe abbattuta o distrutta è un messaggio, in questo momento, forte e importante da mandare.”> contestualizza il tutto razionalmente come lo è sempre stato e proprio perché non è immischiato direttamente ha modo di dare una lettura alla situazione totalmente diversa da quella che Hoshiko sta dando in questo momento. Non fa la parte del saputello, le evita quel te l’avevo detto che probabilmente già da sola starà pensando in questi momenti qui e di certo non ha bisogno che sia il Doku più anziano a girare il coltello nella piaga. Quando va a spiegarsi è appunto palese quello che è successo e appunto sancisce che ha ragione Eryk: è la pericolosità di Hoshiko nel mettere a repentaglio il benestare di Oto che l’ha rinchiusa lì e sicuramente qualcosa che ha detto l’ha resa prigioniera del clan che in teoria doveva crescerla e farla maturare come donna e come kunoichi. <”Qui più che mai, è letteralmente la legge del più forte e con certi individui spesso le parole e la razionalità non portano da nessuna parte.”> sibila in risposta a quella riflessione personale di Hoshiko su Oto e sul pesce piccolo mangia pesce grande. <”Direi che non ti resta che aspettare la lettura della mente, se sei effettivamente innocente è la tua via di fuga da questa prigionia, tuttavia se dovessero trovare qualcosa che è fuori posto e che può compromettere Oto, allora lì temo per te, l’esilio sarebbe un opzione delle più rosee.”> le spiega, per poi estendere per bene le bracciam, incrociando le dita tra di loro mentre si stiracchia per bene, facendo versi di piacere nel fare stretching. Vorrebbe chiederle da dove le esce quel nome e come mai, anche perché non sono così in confidenza, però lascia perdere, non è esattamente il momento. <”capisco il tuo desiderio di nuotare controcorrente meglio di chiunque altro, fidati. Però quando non hai ancora la forza per affrontare la corrente, di conviene scendere più a fondo dove è meno forte, o lasciarti portare da essa prima di intraprendere il tuo viaggio.>[chk on] L'aria sgattaiola via tramite le narici, silenziosa e fugace <non troveranno nulla di compromettente nella mia mente. Se a Yukio servo contro la mia volontà, come ha detto...non posso farci nulla. Sarebbe come volermi ribellare al veleno che tu stesso mi hai inflitto per ben due volte> ma comprende come possano aver interpretato il gesto effettuato con la carta bomba. Non serve proferirlo, non è vero Eryk? Si comprende dall'atteggiamento più riflessivo e silenzioso, meno arrogante e sfacciato. Torna a fronteggiarlo ma, questa volta, andrebbe a salir anche lei sul letto sfilandosi gli stivaletti prima d'adagiar il capo sul cuscino, rannicchia le ginocchia affinchè non vada neanche a sfiorarlo, non che le riesca difficile, centocinquanta centimetri non sono ingombranti se paragonati alla stazza altrui <non mi resta che star chiusa qui dentro...di certo un'evasione non porterebbe giovamento alla mia situazione> tuttavia...<se allora non era l'Hasukage, sai dirmi cosa è successo?> spera che abbia qualche informazione in più data la confusione aleggiante nelle membra, indice portato alla chioma argentea, s'attorciglia ad una giocca per giocarci distrattamente <non voglio nuotare controcorrente...ma sono stufa di essere il pupazzetto di chiunque, un giorno avrò il rispetto che merito> afferma con decisione ma con voce sottomessa, un sussurro mescolato ai gemiti di Lui in quel scrocchiar le ossa. Inarca un sopracciglio <hai finito?> solo adesso le cremisi s'abbassano per addochiar il suo profilo, ne segue i lineamenti, i corvini liberi dall'acconciatura, il naso maschile come la mascella delineata. Le ombre danzano sotto le fiamme delle lanterne, per lo meno non è una lurida cella squallida e fredda <perchè dici di capir certe cose? Quali sono i tuoi pensieri a riguardo...> cerca disperatamente di trattenerlo quanto più possibile. Lei, che da sempre ha ricercato la solitudine, adesso pare aver bisogno di sicurezza, ed in qualche modo, seppur inizialmente lo odiasse, l'atteggiamento del Doku glielo trasmette. Sono sensazioni, magari neanche ricambiate, ma alle volte proprio chi possiede una dura corazza nasconde qualcosa da proteggere. <Ah..lascia perdere> riso sommesso, amaro <credo che l'orario visite stia per finire> La interrompe e la corregge subito <”Hey, mi reputo responsabile solo per la prima volta. Pensavo di averti spaventata abbastanza dal non farti venire qui, dal farti evitare tutto questo anche perché, ora che ci hai sbattuto la testa lo puoi capire, non sei ancora pronta.”> una frase che a lui hanno detto tutti svariate volte, un ribelle, un libertino sognatore all’inseguimento di un utopia o almeno un modo per morire a posto con se stesso, rifiutando una volta per tutte quel passato che lo caratterizza. La osserva farsi piccola e chiedergli a lui, che è l’adulto tra i due, che cosa può essere successo. Sbuffa un attimo mentre ci riflette, con quelle mani che vanno ad asciugarsi i polsi contro i propri indumenti. <”Difficile dirlo così su due piedi, può essere un illusione, un genjutsu o semplicemente uno scherzo di qualcuno. Non è neanche detto che la visione di Yukio che te dici di non aver visto, e quella di una tua copia, non siano neanche collegate tra di loro. “> analizza il tutto a voce alta con i pezzi di informazione che ha avuto fin ora dalle parti interessate mentre per la parte che la interessa invece lì in discorso è un altro e più facile. <”Se il mio veleno è sufficiente a paralizzarti, quando in realtà dovrebbe solo rallentare la distribuzione di ossigeno e sangue nelle fibre muscolari, immagina il veleno che quelle due guardie possiedono. Probabilmente uno che va ad agire sulle tue abilità cognitive o fisiche, direi quindi o stordente o debilitante…”> le spiega una nozione che forse non ha ancora dato che hanno principalmente quattro macrotipi di veleni all’interno del loro clan e il veleno con la quale si nasce non si può scegliere, essendo un tratto genetico ereditario. <”posso capirti perché pure io sono stato al tuo stesso punto e ti dirò, non pensare che quando arrivi al mio livello cambi qualcosa. Le voci che girano sono vere, basta vedere cosa è successo quando ho disubbidito a un ordine che non ho ricevuto: Kimi mi ha lasciato addosso un ninjutsu e se non fossi stato io, qualcun altro al mio posto ci sarebbe morto tranciato in due o dissanguato.”> le spiega come a darle conferma proprio che quelle voci di corridoio sono tutte vere! Lui che comunque gli ordini non li accetta, lui che appunto non vuole saperne di sottostare ad altri e accettare gli ordini che non condivide e quindi, al sentirsi dare del traditore dal nulla, oh no, è normale che abbia dato in escandescenza! Sente quelle parole e sorride, alzandosi mentre con la destra, pulita da i suoi liquidi corporei, dovrebbe depositarsi sul capo di Hoshiko a darle un buffetto quasi affettuoso. <”Già, sarà meglio che vada allora.”>[chk on] Tace sull'avvertimento ricevuto al primo incontro, effettivamente, avrebbe dovuto evitare di mettere piede a Oto ed immischiarsi con faccende più grandi di lei <lo capisco...tuttavia, quel che è fatto è fatto> e non può tornare indietro. Tutto sarebbe più facile se si potesse cancellare la scelta decisa come fa il mare con le impronte sulla sabbia, ma siamo nella realtà e non si può che cercar di andare avanti, sempre a testa alta con la dignità intatta. Ascolta le varie spiegazioni su quanto accaduto la sera precedente, le cremisi saettano verso la porta chiusa dove, dall'altro lato, vi sono i due Doku <stronzi...> borbotta avvicinando lunghia al bavaglio. Inevitabile l'affibiar di quel termine a chi si è divertito a genjutsarla, ma rimarrà comunque un mistero. Torna l'attenzione sugli ambrati, o quello che ne riesce a cogliere, il silenzio è riempito solo dalla voce roca di Eryk poichè ella non proferisce altro, lasciando terminare educatamente il discorso al quale non replica nell'immediato. Permette questa volta di farsi donar quel buffetto sul capo, la chioma risulta morbida al tatto, setosa come la più prezziosa delle stoffe e, prima che possa agguantare il pomello, naturale le labbra si smuovono per far fuoriuscire ciò che il filtro dell'arroganza non è riuscito a trattenere per se <Almeno tu, non smettere di essere ciò che sei...non piegarti alla società. Prima o poi, saranno loro a cadere> sii la speranza di tutti quelli che non possiedono ancora le forze, di coloro che vengono prostrati, derisi, massacrati ed infine plasmati per essere usati come brattini. Illumina e non spegnerti, infuoca la speranza per renderla sempre più vivida <Se fossi in Kimi, sarei fiera di avere all'interno del clan delle teste pensanti e non degli automi inutili ed ignoranti> gente di qualità, non spazzatura. Non lo tratterrà più adesso, la solitudine avanza in una stanza divenuta improvvisamente troppo grande, si infila al di sotto delle coperte senza lasciar nulla di visibile all'esterno se non un bozzetto rannicchiato. Domani è un'altro giorno, non ci resta che scoprir cosa accadrà, adesso, recuperiamo ciò che abbiam perso durante il coma. [End] Si alza appunto e si muove verso quella porta ma prima di bussare con il dorso della destra, con quelle nocche temprate da tutti i colpi che ha tirato con esse, finisce di ascoltare cosa ha da dirgli. <”Pensa a continuare per la tua strada Hoshiko, chissà che non sarai te a cambiarla! Una bracciata alla volta.”> parole incoraggianti che escono dalla sua bocca per poi bussare proprio a quella porta per farsi aprire da quelle due guardie che stavano tenendo prigioniera per il momento Hoshiko fino a quando non verrà fatta luce sulla situazione che la circonda, scagionandola o relegandola una volta per tutte al destino che non ha il potere necessario per ribellarsi contro. Non è detto che in realtà sia ciò che vuole Kimi, i soldati sono più facili da controllare, da gestire, ma le persone come lui che pensano con la propria testa sono pericolose, mettono in dubbio gli ordini che ricevono e soprattutto il motivo per la quale sono lì in generale a servire una persona che non ha scelto lui. Si infila le mani in tasca mentre aspetta che aprano quella porta, afferrando una sigaretta e accendendosela come fa di solito. Aprono dunque quella porta. <”Dormi bene Hoshiko.”> le dice prima di uscire e muoversi all’esterno invece, verso dove ha lui la sua camera affittata. [END]