Consigli sull'uccidere qualcuno a cui si tiene

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17:04 Itsuki:
  [Quartiere Nobiliare] Ah, l'aria di Oto, pregna di quella malizia che aleggia per tutti i vicoli e le strade, il dover star attenti a sguardi di troppo, il puro gusto di far valere la leggere del più forte seppur non con becera brutalità e tutte quelle minuzie che rendono quel Villaggio unico ed inarrivabile. Che sia in meglio o in peggio, a chi è di Oto non importa minimamente. Ed Itsuki, che ai tempi viveva alle Risaie, ha goduto di Oto giusto quanto ha potuto prima della guerra civile, solo qualche annetto per poi ritrovarsi costretti a Kusa, un posto che non ha mai effettivamente apprezzato, sarà l'industrializzazione o quel che è, ma il Suono ha il suo indomabile ed inconfondibile fascino e lo ricorda soltanto ora, in questi giorni dopo l'avvenuta riconquista del Crepuscolo, quando magicamente subdola sia la capitale del Vento < Era di qua, non è vero? > domanda con poco più di un mormorio all'altro con sè, mantenendo le rosse piatte e spente innanzi a se, ricorda abbastanza bene il come arrivare alla loro meta, ma un circostanziale domandare è più che lecito, considerando che è la prima volta che si ridirigono verso quello specifico posto <{ Sì, al prossimo angolo svolta a destra... }> è la risposta di Eiji, che da dentro sospira in maniera quanto più nostalgica e remota, seduto in un'elegante sedia, tutto può essere in quel nero piano immaginario all'interno di Itsuki, pure un Principe sconfortato che, ricurvoo in avanti con i gomiti sulle ginocchia, osserva il nulla che vi è a terra, in attesa di dover rivedere una visione tanto distante quanto allo stesso tempo vicina, di lì a poco < Mh, mh. > due secchi mugolii d'assenso, svolta l'angolo lasciando dietro di sè la sua lunghissima coda d'ebano che ondeggia seguendolo, la dritta in tasca al pantalone dell'Hakama nero della Yugure, la sinistra avvolta di nero che regge una sigaretta più o meno all'altezza della stessa spalla sinistra, il viso chiaramente scoperto visto che non ha più motivo di nascondersi, non lì, nonostante quel suo volto non esprima nulla di preciso, una palese e costante calma piatta che quasi sembra anche un'indisponente annoiarsi, a tratti. LHaori bianco con l'ideogramma del Bakeneko fluttua sospinto da una brezza così come i corvini, ancora qualche passo, qualche falcata meccanica e precisa, prima di ritrovarsi in prossimità di un cancello maestoso, sul lato destro della strada, di un ferro nero scuro e innumerevoli decori d'oro ad adornarlo come se fosse l'entrata di chissà quale sfarzoso posto, lì, dove lo sfarzo in quel quartiere è di fondo, quell'edificio che si può scorgere da oltre le sbarre, dopo quel chilometrico giardino, sembra essere ben oltre alla nobiltà che lo circonda, distante dal centro ma al centro di quella stessa ricca frazione del Suono, un simbolo intramontabile della ricchezza della famiglia Kagurakaza < Ci siamo. > direbbe con un'altro mormorio, soffermandosi a circa un paio di metri dal cancello, due guardie ai lati di quello largo quasi un decina di metri ed alto all'incirca la metà, osserva quella struttura in ferro, il Goryo, salendo dal basso verso l'alto, un tiro dalla sigaretta, le mura adorne delle rose viola - simbolo della casata dei Kagurakaza - quasi le ricorda anche lui come se fosse ieri. Si erano ripromessi di tornarci solo quando sarebbe stato il momento, quando avrebbero recuperato Yukianesa, questi erano i patti, ma la nostalgia di Eiji tutt'ora risulta a volte difficile da mandar giù ed in una giornata dove nulla sembrava aver senso di esser compiuto, quell'osservare da lontano sarebbe stato più che abbastanza <{ Ah... Così vicino ed allo stesso tempo così lontana... Sai, non avrei mai detto che mi sarebbe mancata così tanto. > i genitori ( ancora vivi a differenza della maggior parte dei ninja) la nobiltà, i vizi di casa, la ricchezza sfrontata e... Valkenhayn. Oh, il fido venerando ed intramontabile maggiordomo, non lo vede, non vuole pensarci, le rosse si mantengono su quel vastissimo giardino oltre il cancello ma nel mentre di quell'altro tiro della sigaretta, ecco che verrebbero interpellati da una delle due guardie ai lati del cancello " Andate via, la famiglia Kagurakaza ha già detto che continuerà a sostenere economicamente Oto come sempre, non vogliamo alcun tipo di disturbo. " ma lì per lì Itsuki non pare di certo intenzionato a rispondere, anzi, nemmeno degna di uno sguardo quello che ha parlato dei due, il quale rivolgerebbe lo sguardo verso il collega, mentre il Bakeneko non muove un muscolo, batte a malapena ciglio, esalando il fumo con un semplice espirare, nemmeno soffia < Se ti manca tanto, basta entrare e spiegare la situazione. > la fa semplice, il Goryo, ma da dentro l'ex Jinchuuriki ridacchia, un truce sarcasmo <{ Tuo figlio si esilia dal mondo, tradisce il Suono, diventa capo dell'Akatsuki e muore per poi rivivere nel corpo di un ventunenne... Non è la più semplice delle situazioni da spiegare, è per questo che ci serve Yukianesa. }> dopodichè, silenzio, solo il rumore della gente che va e che viene lungo la strada, chi guarda le vesti del Crepuscolo con curiosità e chi con un filo di timore, altri invece quasi con riverenza. { Chk on }

17:18 Tenshi:
 Una nuova giornata, lì ad Otogakure. Il sole, lentamente, cala lungo il suo percorso nel sereno, ricordando a tutti come le giornate si siano ormai accorciate. I polmoni della Senjuu si riempiono di aria nuova, mentre si perde tra le varie stradine, a lei sconosciute. Sente come se avesse intrapreso un nuovo viaggio, tutto da vivere. Come se la sua vita fosse appena cambiata. Stavolta, ha scelto per sé. E ciò l'ha condotta lì, in quel villaggio retto da quei ninja marchiati come mukenin. Ma lei non vede in loro dei traditori. Li vede come coloro che sono riusciti a togliersi la maschera. Coloro che sono riusciti a ribellarsi a quel mondo. Coloro che sono riusciti a prendersi la propria libertà. Ed è questo ciò che vuole lei: la libertà. E da qualche giorno, ormai, la sente scorrere tra le proprie cellule. Si sente libera da quel villaggio opprimente di Konoha. Non si sente più schiava di esso. Non si sente più una sua pedina. Pian piano, ha capito chi vuole essere: non una pedina qualunque, ma una kunoichi degna di questo nome. Una kunoichi che prima di pensare al bene degli altri, può pensare semplicemente a se stessa. Una kunoichi che non deve avere paura del futuro, perché le proprie abilità sicuramente le permetteranno di affrontarlo. Una kunoichi che, se ce ne fosse bisogno, ucciderebbe per salvare se stessa. E' un pensiero egoistico, sì. In fondo, lei vuole soltanto vivere. Ed uccidere per allungare la propria vita. Camminerebbe, senza una meta ben precisa, continuando a perdersi all'interno di quel villaggio, mentre quei pensieri vagano per la propria mente. I lunghi capelli rosa sono lasciati ricadere liberamente sulle spalle e sul seno. Un top nero a maniche lunghe, con scollo a barca, lascia scoperte le spalle e parte del decolleté. Dei pantaloni neri da tuta a vita alta, le fasciano il basso addome, per poi allargarsi sulle cosce e stringersi nuovamente alle caviglie, tramite due elastici. Delle fasce bianche laterali, percorrono l'intera lunghezza esterna dei pantaloni. Ai piedi porta semplicemente le sue scarpe di tela nere, logorate dall'uso e dal tempo. Quando si rende conto che i suoi piedi hanno avanzato fin troppo, è ormai tardi. Si ritroverebbe nel quartiere nobiliare del villaggio. Gente ben vestita, con completi eleganti e grandi cappelli, vagano accanto a lei, in un via vai continuo. Ma non si sente a disagio, la rosata, nonostante i suoi abiti siano stati comprati a prezzi stracciati. Si fermerebbe per qualche secondo, già a circa dieci metri da Itsuki. Da una delle tasche dei pantaloni, tirerebbe fuori un pacchetto di sigarette, rubato poco prima ad Eryk. Ne porterebbe alle labbra una, per poi accenderla con l'accendino, anche questo rubato al Doku. Riporrebbe il pacchetto e l'accendino all'interno della tasca, per poi allontanare dalle labbra, con un gesto quasi sensuale, quella sigaretta e sbuffare una nuvoletta grigia di fumo. Solo in quel momento gli occhi si alzerebbero verso il Goryo. Si focalizzerebbe su quel vestiario, già visto indosso a Kimi. Quel vestiario segno dell'appartenenza al Crepuscolo. Impulsivamente, farebbe qualche passo verso di lui, osservandolo ancora. Poi, gli occhi si poggerebbero su quel sontuoso cancello nero e d'oro e sulla casa. Possibile che si tratti di un riccone? Ah, odia i ricconi. Per questo si fermerebbe, a solo qualche metro da lui, portando nuovamente alle labbra quella sigaretta ed inalando altro fumo. [Chakra on]

17:41 Itsuki:
  [Quartiere Nobiliare] In quel loro conversare privato, tralasciando Itsuki che oramai non perderà più il vizio di parlare ad alta voce con Eiji mentre l'altro può solo rispondergli mentalmente, le guardie innanzi a loro sembrerebbero innervosirsi appena alla reazione nulla di Itsuki, silente e imperterrito il Goryo rimane fermo sul posto, dedicandosi soltanto al piegarsi del polso che avvicina ed allontana la sigaretta dalle labbra, sbuffando il fumo che si solleva verso quel cielo che oramai volge verso il tramonto. Certo, hanno sentito il mormorare del Bakeneko in quel privato comunicare, ma non avendo decifrato nulla e temendo chissà che cosa, sul viso della guardia che fino ad ora era rimasta in silenzio, vien dipinta un'espressione di palese nervosismo che si tradurrebbe in un ribadire il loro punto in maniera ben più decisa " Hai sentito?! Ti abbiamo detto di and- " ma la mancina si volta col palmo in direzione di quel coraggioso, verso il quale socchiude gli occhi, esasperato, andando a rispondergli con fare scostante ed allo stesso tempo accondiscendente < Sì sì, ho capito. > e detto ciò l'altro si concede uno sbuffo taurino dalle narici, ritornando ligio al proprio dovere assieme al collega, relativamente convinti dalle parole di Itsuki che non ha intenzione di compiere nulla di male, non oggi, mentre Eiji da dentro sembra quasi sforarsi per vedere una qualsiasi figura all'interno, ma pare non esservi nessuno ne in cortile ne sulla porta di casa, che poi casa è un'eufemismo, considerato l'enorme palazzo, concludendo con un semplice e secco sospiro < Aaah... Mio Padre, comunque, è sempre il solito.. Il governo di Oto crolla ma "finchè avrai i soldi, avrai il potere", citato per filo e per segno. }> ed un mesto sorriso è quel che accompagna quell risata a labbra serrate che si perde tra le corde vocali, mentre invece Itsuki vedrebbe semplicemente a schiudere nuovamente lo sguardo, puntando nuovamente verso il palazzo oltre il cortile < Mh, torneremo e riavremo quel che ti spetta, una cosa dopo l'altra per ora... Andiamo? > domanderebbe attendendo una risposta da parte del Kagurakaza, che non immagina neanche lontanamente cosa possa e non possa attenderlo tra le mura di quella che fu casa sua, gli anni passati, gli accaduti mentre lui non era ad Oto, chi se ne è andato e chi magari è arrivato.. Oh, non vuole saperlo, non ora, non fino a quando non sarà il momento <{ Mh, mh. }> il fu Principe risponderebbe con lo stesso fare secco e conciso di Itsuki,il quale vedrebbe di smuoversi dalla propria statuaria posizione, riavvicinando la sigaretta alle labbra, voltandosi per riprendere a camminare, avevano detto una rapida occhiata, no? Non sia mai che possa sorgere qualche rischioso desiderio al venir soggiogati dalla nostalgia. Ma in quel provare ad andarsene, compie poco più di mezzo passo, per poi arrestarsi in quel notare lo sguardo di una ragazza dai capelli rosa mai vista prima d'ora, sembra osservarlo con curiosità o probabilmente interesse, per quanto a lui non importi minimamente, non muta il suo viso in alcuna espressione, semplicemente posa le rosse sul viso della Senjuu per poi andare a domandare, aspro e per nulla amichevole < Mh? Che vuoi. > suona molto meno come una domanda ma piuttosto come un'esortarla a dirgli per quale motivo sia lì a circa un metro da lui, con gli occhi fissi sul cancello per qualche istante, lì dove tornerebbe con le rosse anche lui < Conosci questa casa? > domanderebbe, curioso riguardo ad un eventuale relazione con la famiglia dei Kagurakaza, non tanto riguardo la persona in sè. Scostante, anti-sociale- freddo ed a se stante, solo pochi degli infiniti freddi e distaccati aggettivi che si possono attribuire al Goryo, mentre intanto, Eiji osserva, curioso a sua volta.{ chk on }

18:02 Tenshi:
 Osserverebbe ancora per qualche secondo quella maestosa casa, simile ad una reggia. La gente potente, piena di soldi, le ha fatto sempre un po' schifo. Li immagina come altezzosi figli di papà, con la puzza sotto il naso, che riescono a risolvere tutto solo ed esclusivamente con i propri soldi. Le ricorda un po' la missione in cui si è ritrovata a Konoha e quella ragazzina viziata che non sapeva difendersi da sola. Certo, è vero che un uomo che abusa di una donna è solo un verme, ma sarebbe ben diverso se la donna riuscisse a difendersi. E lei, questo, è sicura di poterlo fare, sia grazie alla sua lingua biforcuta, sia grazie alle sue abilità da ninja. Gli occhi si sposterebbero nuovamente sul vestiario di quel ragazzo, concentrandosi su quei simboli che rappresentano la Yugure. Egli ne è membro? Eppure, il suo volto non era tra i mukenin dichiarati dalla Foglia. Che vi siano altri membri che non sono stati identificati? Le interesserebbe saperlo, non per semplice curiosità personale, ma perché ha bisogno di capirne di più riguardo quell'organizzazione definita dall'Alleanza 'terroristica'. Ma lei non ci vede niente di male in quell'aggettivo, d'altronde il potere si ottiene sempre con la forza. Crede nella legge del più forte e crede che i deboli debbano morire. La Kokukage è stata uccisa da alcuni membri della Yugure, ciò significa che lei era una debole. E la rosata vuole stare dalla parte dei più forti. Sia perché il crepuscolo sembri rispecchiare i suoi ideali di vita e libertà, sia perché crede fermamente di essere sempre un passo avanti rispetto agli altri ninja del proprio villaggio del suo stesso grado. Perché lei non si è lasciata abbindolare dalle parole dell'Hokage, non ha lasciato che i piani alti la muovessero come una propria pedina. E' riuscita a raggiungere Oto senza grandi problemi e questo, di per sé, la fa già sentire forte abbastanza. Mentre pensa a tutto questo, la sua attenzione verrebbe attirata dalle parole del Goryo, che adesso si rivolge a lei, notandola. D'altronde, come non notare quei capelli rosa e quel vestiario così semplice, in quel luogo tanto altolocato? < Non conosco questa casa > direbbe secca, alzando il proprio sguardo verso quello dell'altro. E non vorrebbe mai conoscerne i proprietari, dato che già li ha marchiati come ricconi schifosi. < Non capisco perché la gente dovrebbe ostentare in questo modo la propria ricchezza >. Con un gesto noncurante della destrorsa, porterebbe nuovamente la sigaretta alla bocca, tirando ed inalando quel fumo. < Comunque > esclamerebbe, per poi rigettare fuori dai polmoni quel fumo di sigaretta < non m'importa della casa. Notavo, invece, il tuo vestiario > direbbe infine, osservando nuovamente quei vestiti già visti. [Chakra on]

18:20 Itsuki:
  [Quartiere Nobiliare] Lo sguardo di quella ragazza al vedere dell'abitazione per nulla modesta al di là del cancello è neutrale, appare quasi infastidito anzi agli occhi attenti di Itsuki, per quanto sia una semplice presunzione la sua, nonostante una più attenta occhiata al vestiario della Rosata lo porterebbe a supporre il fatto che o probabilmente si è persa e dunque non è originaria di Oto oppure semplicemente è una ragazza non particolarmente abbiente che si dedica a passeggiate casuali con percorsi altrettanto casuali. Starà allo svolgersi degli eventi confermare l'una o l'altra delle versioni possibili, nel frattempo, se solo lei immaginasse che il Principe che fu di quella casa fu tutt'altro che un semplice nobile con la puzza sotto il naso, forse la vedrebbe diversamente, ma non è giornata di vanto quest'oggi per il Principe, il quale osserva con passiva curiosità la Konohana, in attesa di una sua risposta tanto quanto il Goryo. I lineamenti androgini del Corvetto si perdono per qualche istante dietro altri rivoli di fumo che spirano dalle labbra socchiuse del Mukenin, il quale non muta di una virgola la propria piatta ed anonima espressione, atono nel tono di voce così come apparentemente privo di sentimento alcuno, nulla pare stimolarlo particolarmente, maledettamente annoiato il più delle volte, quasi in maniera straziante per i suoi interlocutori che non lo conoscono a dovere < Mh, ed allora che motivo avrebbe un Ninja di mostrare il proprio potere? > direbbe spostando lo sguardo in direzione del cancello, scostandolo dalla figura di Tenshi per poi continuare < È un modo per imporsi come altri... Si può essere il più ricco, il più forte, il più intelligente, il più resiliente... > e lascerebbe il resto degli esempi al vento che si porta via le parole così come farebbe il geste vago della mancina che quasi sospinge figurativamente quelle parole, riportando quelle color del sangue sul viso della Senjuu < Oh, capisco, allora in quel caso puoi chiamarmi Bakeneko. > ed dentro da Eiji scuote lievemente la testa, un tetro sorriso malizioso in viso, probabilmente molto più d'accordo con la visione amplia di Itsuki che con quella a suo avviso limitata della Rosata, verso la quale esprime un personale commento e - per ora - nulla di più <{ Ma guardala, sembra un cerbiatto sperduto... > sarà la sua esperienza e gli anni alle spalle, che in un certo senso possano far percepire come un vago senso di apparente innocenza trapelare dalla figura di Tenshi. Lieto sarebbe di scoprire il contrario, ma chissà. Itsuki, invece, dal canto suo vedrebbe di domandare inclinando appena la testa di lato, riavvicinando la sigaretta verso le labbra, non prima di averla sfiorata con l'indice peer far cadere un grigio ciglio di cenere che si frantuma silenziosamente a terra < Tu invece chi saresti? > non l'ha mai vista, o almeno così gli sembra, e pensare che avrebbe dovuto presentargliela quel matto bombarolo di suo fratello, ma si sa poi come vanno le cose, i problemi, le guerre, le conquiste dei villaggi, gli attentati all'alleanza e via dicendo. { chk on }

18:58 Tenshi:
 Forse i due sono un po' agli antipodi. Da un lato lei, che esprime tutto ciò che pensa, sia a parole che con le espressioni facciali. Dall'altro lui, impassibile, come se niente potesse smuoverlo da quella neutralità. Eppure, i due potrebbero risultare più simili di quanto si possa immaginare. Chi lo sa. La destrorsa verrebbe nuovamente portata alle labbra ed indice e medio di allargherebbero appena, mentre i polmoni prendono altra aria tossica. Lo sguardo si assottiglierebbe, quasi studiando il proprio interlocutore. Sarà un riccone schifoso? O sarà molto più simile a lei? Ascolterebbe le sue parole, mentre un'altra nuvoletta di fumo verrebbe gettata via. L'ombra del fumo sul suolo si contorcerebbe sotto la tenue luce, per poi allontanarsi. < Non hai tutti i torti >. Il suo discorso, effettivamente, ha senso nella mente della rosata. Che motivo avrebbe lei stessa di mostrare il proprio potere, se non per piacere di farlo? Se non per dimostrare a tutti la sua potenza? Se non per sentirsi osservata e, forse, anche adulata? Forse, la sua stizza contro i ricconi nasce dal fatto che lei non lo è. Si tende sempre a disprezzare il diverso e lei non è il tipo che tiene la bocca chiusa. La sua impulsività, quasi certamente, l'avrebbe portata alla tomba, ormai ne è sicura. Per questo vorrebbe tenere a freno quella lingua, ma a volte parla senza neanche prendersi del tempo per pensare. < Ci mostriamo agli altri solo per il puro piacere di farlo, effettivamente >. Ancora una volta, la sigaretta verrebbe portata alle labbra. Lo sguardo s'assottiglierebbe ancora, andando ad osservare nuovamente quelle vesti. Ha sete di conoscenza. Vuole sapere chi siano tutti i membri della Yugure. Vuole sapere i loro obiettivi. Vuole conoscerne ogni lato. E poi, se rispecchierà ancora i propri ideali, vuole diventarne un membro. Perché sente che quella è la sua strada. Portare terrore ed avere libertà. Far conoscere a tutti il proprio nome. Essere ricordata tra chi è riuscito a cambiare l'intero sistema ninja. Questo è ciò che desidera. < Bakeneko > ripeterebbe il nome altrui, cercando di memorizzarlo come meglio può. Magari quel Bakeneko potrebbe esserle utile. Si schiarirebbe la gola, graffiata dal fumo della sigaretta. < Io sono Yami > non aggiungerebbe nient'altro per il momento. Non vuole dire ancora di essere una konohana, né tantomeno una Senjuu. Potrebbe essere vista come una minaccia, in quel villaggio. Eppure... sarebbe curiosa di vedere se il proprio clan possa creare qualche reazione nel proprio interlocutore. Se quel cognome possa scuoterlo da quell'eterna neutralità ed impassibilità. < Yami Senjuu > direbbe solo alla fine. Il vero nome non ha bisogno di pronunciarlo. D'altronde, sta cominciando a seppellire il proprio passato. E aspetterebbe, con la destrorsa che regge la sigaretta sospesa per aria, una sua possibile reazione. [Chakra on]

19:33 Itsuki:
  [Quartiere Nobiliare] A volte è più semplice capire quando si ha davanti qualcuno di simile ed affine e quando no, ma questa volta quella ragazza gli sembra una ragazza quanto più comune, non vede nessun coprifronte, il vestiario è semplice e se lui è un bianco quadro piatto lei invece non si preoccupa di aggiungere sfumature al suo viso e colori al suo tono. Segue la nuvoletta di fumo che precede le parole della Senjuu per poi tornare con gli occhi ad incrociare lo sguardo di lei, annuendo lentamente con un singolo cenno del capo per andar poi a dire < Un tempo l'avrei pensata come te, ma qualcuno mi ha insegnato a vedere le cose diversamente, più saggiamente... E si da il caso... > solleverebbe nuovamente la mancina con un cenno dopo un rinnovato tiro dal filtro di cotone, consuma la sigaretta e poi accenna nuovamente alla magione oltre il cancello < Che questo qualcuno sia il padrone di casa, o meglio, lo era. > è giusto dire le cose come stanno, per quanto scomode siano e lui dopotutto deve molto ad Eiji considerando il quadro generale, da quando l'ha salvato a come lo ha aiutato a crescere in questi anni, da quando ha ottenuto l'innata in poi, elevandolo al profeta del Caos che è, con tutte le sue minuzie e le sue silenti sfaccettature che in pochi sanno cogliere. D'altronde, da il meglio di se quando c'è del sangue da versare, di solito appare così, silente, più o meno saggio ed allo stesso tempo curioso, l'unione di quel che era e quel tocco infuso dall'esistenza di Eiji che lo ha cambiato nel profondo. Avrebbero in comune il desiderio di lasciare il proprio nome nella storia, o meglio, Eiji lo ebbe ai tempi e tutt'ora ha intenzione di rivendicare quel suo stesso nome così come il i suoi intenti, lei invece vuole diventare più forte ed affermarsi allo stesso modo, essere ricordata dai posteri come una grande Kunoichi. Eppure, nessuno sa molto dell'altro, anzi, di quei tre ora starebbero parlando soltanto in due, Eiji da dentro osserva in maniera silente con quel sorriso dettato dall'ego smosso dalle parole di Itsuki, lui non rivela il suo nome e così lei non rivelerà il suo ma prima < Può darsi, per quanto si spera prima o poi sopraggiunga uno scopo più concreto. > mostrarsi ai più per il semplice gusto di farlo potrà essere si appagante, ma fino ad un certo punto, dar sfoggio per cose di poco conto a lungo andare stufa, ognuno prima o poi è destinato a fronteggiare delle sfide, così da crescere e dar forma al proprio ideale, ad uno scopo vero e proprio. Che sia quello positivo o negativo è solo un qualcosa di contorno. Ogni scopo è degno di essere definito nobile a modo suo. E la prima volta che la ragazza pronuncerebbe il proprio nome, per quanto non sia quello reale, lui la osserva assottigliando poco di più lo sguardo, inclinando poi di nuovo la testa di lato, curioso, quando lei riafferma quel nome allegandovi un cognome ben preciso. Un clan potente ed importante che sopravvive da anni ed anni, ma oltre a tutto questo, il Clan al quale appartiene anche l'Artista di Konoha con la quale ha avuto il piacere di divertirsi a Kiri, ora che ci pensa, l'ultima volta che l'ha visto se non erra aveva accennato ad una sorella, che forse il destino abbia provveduto di suo a farli incontrare nonostante Matt sia chissà dove a far probabilmente saltare in aria qualcosa? Così sembra, quindi schiuderebbe le labbra dopo qualche attimo ad osserbbarla < Mh... Una Senjuu.. Dimmi, conosci per caso un certo Mattyse? > ed a quel punto attenderebbe la risposta di lei, mentre la sigaretta vien lasciata cadere a terra e calpestata dalla punta sinistra degli stivali scuri, le rosse scendono per un'istante per poi tornare nuovamente su di lei, curioso di sentire la risposta di Yami. { chk on }

20:04 Tenshi:
 La vita a volte è strana. Lei non ha idea di chi ha davanti e suo fratello non gliene ha mai parlato. Ma se lui sapesse chi è lei, probabilmente sarebbe sorpreso. Perché Mattyse avrebbe dovuto presentarli l'uno all'altra, ma poi i due sono finiti per conoscersi da soli. Ad Oto. Una terra in cui la rosata non avrebbe mai pensato di spingersi in precedenza. Eppure, eccola lì, richiamata da qualcosa di forte dal profondo, che la fa sentire legata al Crepuscolo ed a ciò che hanno fatto per rivendicare i proprio ideali, i propri obiettivi, la propria libertà. < Devo credere che non tutti i ricconi abbiano la puzza sotto il naso, allora? > direbbe, con molta noncuranza della situazione, come se in realtà, pronunciare quelle parole fosse la cosa più naturale del mondo. Potrebbe ricredersi, o forse no. Dipende da come andrà quella conversazione. Finiranno per andare d'accordo o si prenderanno a pugni perché lei non è riuscita a tenere la bocca chiusa? Beh, forse nessuna delle due alternative è davvero valida, dato che l'altro riesce a non mostrare nessuna emozione. < Tu > esclamerebbe, per poi inalare ancora di quel fumo < hai uno scopo? >. Non si fa troppi problemi a porre quel genere di domande anche ad uno sconosciuto. Se l'altro non vorrà risponderle, basterà non farlo allora. Ma la curiosità di lei vorrebbe essere saziata. Soprattutto perché l'altro è un membro della Yugure. Per questo le interessano particolarmente gli scopi altrui. Vuole capire che tipo di membri vi sono nell'organizzazione. Vuole capire se quei membri hanno un'anima affine alla propria. Un'anima libera, pronta a versare del sangue per continuare a vivere. Un'anima che ama il caos più della pace. Un'anima che non vuole essere carne da macello. Ma che renderà chiunque incroci la sua strada tale. Un altro sbuffo di fumo verrebbe fuori dalle sue labbra, mentre la destrorsa verrebbe allontanata. Adesso indice e medio si aprirebbero, lasciando ricadere al suolo ciò che rimane della sigaretta consumata. Il mozzicone cadrebbe in terra e con la piccola scarpa di tela andrebbe a schiacciarlo, per spegnerlo. Adesso, la destrorsa, dopo aver piegato il braccio, si poggerebbe sul proprio fianco sinuoso, in una posa naturale. Infine, ascolterebbe ancora le parole altrui. E sentirebbe quel nome. Mattyse. Per quel che le riguarda, egli potrebbe essere anche morto. Non vede il fratello da mesi ormai. Sapeva che era scappato dopo l'attentato a Konoha e poi... niente. Non aveva avuto più sue notizie. Ma alla fine, forse, era stato meglio così. Non si era legata eccessivamente a lui, come con Onosuke ed Eryk. Era un punto a suo favore. In questo modo, non è stata influenzata almeno da lui. < Mattyse è mio fratello > il tono è pacato, tranquillo, il volto privo di emozioni stavolta. Non sa che fine abbia fatto. E, forse, non le interessa. [Chakra on]

20:38 Itsuki:
  [Quartiere Nobiliare] Eppure quella passiva sfrontataggine della ragazza davanti a lui in un certo senso lo stuzzica, o meglio, più che stuzzicarlo se non altro la ritiene adatta a sopravvivere in un villaggio come Oto, almeno dal punto di vista dell'atteggiamento, per quanto invece riguarda le capacità vere e proprie quello è un altro discorso che forse un giorno avrà modo di appurare, per il resto, quel suo tono con il quale porge quella domanda riesce a smuovere un'angolo delle labbra di lui, è un movimento appena percettibile e minimo, un sorriso, se così lo si potrebbe definire, accompagnato da un secco vocalizzo che si perde lì dietro le labbra serrate, il tono che esce in risposta è fondamentalmente freddo come sempre, ma tinto in maniera flebile da quel pizzico di curiosità nello scoprire di più riguardo gli intenti della ragazza, il perchè a quanto pare sia interessata alla Yugure < Io conosco bene solo chi abitava qui e /tutt'ora/ rispondo a lui, il Principe del Suono... > una breve pausa nella quale andrebbe smuovendo lo sguardo verso il cancello, adocchiandolo soltanto con la coda di quelle rosse per poi tornare su di lei, socchiude gli occhi e solleva le spalle con assoluta noncuranza < Degli altri sei libera di pensare quel che vuoi ma se vuoi saperne di più... Eiji Kagurakaza, il suo nome è famoso qui al Suono, divertiti. > se gli interesserà approfondire la questione, bene, altrimenti se non altro avrò difeso il buon nome del fu Jinchuuriki, il quale da dentro vedrebbe di risuonar tronfio dall'alto del suo piedistallo, facilmente in grado di cedere all'ego qualora quello venga stuzzicato <{ Tsk, venire ad Oto e non sapere del sottoscritto, mi chiedo dove finiranno le nuove generazioni. }> e con quel sarcasmo dipinto in viso scuote lievemente la testa, un filo di disaccordo ma dopotutto non può pretendere che ognuno conosca la storia a menadito, dal suo punto di vista casa sua è come se fosse un museo proibito da guardare solo dall'esterno, ma la concezione di un Principe maledettamente viziato ed egoista spesso non coincide con quella dei più. Dettagli di poco conto, nefandezze ed inezie, quisquilie del quale lui non si cura miseramente mentre si adagia su un triclinio che appare, vaporoso o come granelli di sabbia a comporlo in quel nero piano astratto, lì dove si adagia sul lungo divanetto, portando le mani dietro la testa, a godersi il prosieguo dell'incontro dei due, lasciando la parola ad Itsuki < Oh, ho una lista di cose da portare a compimento: recuperare una spada, entrare in questa casa, cercare un demone.. > ed accenna con un movimento della testa sempre verso la Magione Kagurakaza mentre parla, per poi lasciare in sospeso i compiti oltre a quelli, rimanendo con la dritta in tasca e la mancina lungo il fianco, le lunghe maniche dell'haori a sfiorare le nocche della mano < Però, personalmente parlando, il mio scopo è portare il Caos come fossi un profeta, diffonderlo ogni dove e farlo proliferare, voglio vedere la disperazione negli occhi di questo mondo ed esprimere il male in tutte le sue forme e sfaccettature. > il tutto con quel tocco d'estetismo che Eiji ed ovviamente anche Nemurimasen gli hanno indotto, infuso di quel punto di vista maturato nel corso del tempo da quando uccise sua madre, mentre di fianco a loro le due guardie si accigliano appena riguardo alle parole di lui dell'entrare in quella casa, convinte probabilmente di aver sentito male, Itsuki nel mentre continua < Dolore, furti, dissapori, tradimenti e tutto ciò che possa essere una declinazione del Caos è di mio interesse. > e la mancina si solleva smuovendosi vaga a disegnare tratti brevi ed imprecisi, gesticola appena mentre parla e si sofferma quando gli sembra di star divagando o di star parlando troppo, lui che è solito esprimersi in maniera concisa e precisa, lasciatosi trasportare chiaramente dall'enfasi del discorso che stava intavolando < Tu invece.. Cos'è che brami? > ed attende, ora anche la dritta si smuove dalla tasca e raggiunge la gemella, entrambe le mani si nascondono sotto le lunghe maniche infilandosi nel lato opposto in maniera rispettiva, sostenendosi a vicenda e svanendo sotto al tessuto bianco dell'Haori, riflessivo nella posa, inclinando appena la testa mentre saggerebbe con lo sguardo l'intera figura di lei, bella ma allo stesso tempo ai suoi occhi relativamente anonima, nel senso che non riesce effettivamente a comprendere cosa lei voglia con il semplice sguardo < Oh, non sembra che la cosa ti stia tanto a cuore. > visto che non c'è un sorriso ne nulla da parte di lei, gelida tanto quanto lui in quel dire, mentre invece il Corvetto dal canto suo non potrebbe far altro che ammirare le casualità del fato che li ha fatti incontrare, attendendo nel mentre una risposta riguardo sia alla domanda che al commento inerente la parentela con l'Artista della Foglia, aggiungendo semplicemente < È un peccato, ci eravamo divertiti a Kiri facendo saltare il Ponte Naruto. > forse a lei non sta simpatico o forse non vanno d'accordo, non può saperlo fino a quando la rosata non dirà la sua a riguardo della situazione tra di lei ed il fratello. { chk on }

22:21 Tenshi:
 Lo sguardo sembrerebbe ancora studiare i tratti altrui, attento ed indagatore. Come un felino, studia ancora la propria preda. Non una preda qualunque. Non una preda da uccidere all'istante. Una preda particolare, da cui ricavare informazioni utili per ciò che sarà il proprio futuro. Vuole saperne di più riguardo i membri della Yugure. Ed ora gliene è capitato a tiro uno. Forse, sarà difficile penetrare nella sua mente, nei suoi ideali, ma la discussione sembrerebbe smuoverlo dal torpore iniziale. < Rispondi... a lui? > farebbe una pausa tra quelle parole, scandendo per bene le ultime sillabe, come se fosse sconvolta da quella affermazione. Lo sguardo, con un piccolo spasmo, si spalanca di quanto basta per far trapelare la propria disapprovazione. Lei odia rispondere a qualcuno. Odia prendere ordini da qualcuno. Ha voglia di essere libera e Kimi le aveva assicurato che lì lo sarebbe stata. Che la Yugure è proprio il simbolo della libertà. Eppure, le parole di Itsuki la destano da ciò che le ha detto la Doku. Non capisce, ovviamente, in quale situazione sia il ragazzo. Non può sapere che Eiji è proprio dentro di lui. < Cosa intendi? Sei una stupida pedina? > non nasconderebbe la stizza provata, evidente nel tono della voce, acuta ma delicata allo stesso tempo. Sarebbe impensabile, ora come ora, essere la pedina di qualcuno. Non vuole più essere mossa a piacimento da qualcun altro. Vuole scegliere per se stessa. Vuole scegliere la propria strada da sola, anche se sarà certamente difficile prendere decisioni. D'altronde, quando si tratta di scegliere, lei non è mai pronta. Forse, perché qualcuno aveva sempre scelto per lei finora. Ma, come le aveva detto la Morte, la scelta adesso è solo sua. E ci si deve abituare. Per questo vuole liberarsi da tutti e da tutto. Non vuole più che quei legami che la tengono stretta influenzino ancora la sua vita. < Eiji Kagurakaza > ripeterebbe quel nome, quasi sussurrando, per poi guardare ancora una volta quella reggia accanto a loro. Un riccone viziato? Chissà. L'altro, poi, sembrerebbe ancor più preso dal discorso. Forse, la rosata era riuscita a stuzzicarlo? Era bastato così poco? O, forse, l'altro ha solo voglia di parlare? Di colpo, le dice tutti i suoi obiettivi, anche se ancora non viene fuori proprio ciò che lei aveva chiesto: il suo scopo in quella vita. Ma si lascerebbe andare anche lei a quel discorso, tendendo le proprie orecchie e prendendo quante più informazioni possibili. < Che tipo di spada? > chiederebbe dapprima. Non per curiosità, ma forse solo per mostrarsi interessata. Magari se l'altro avesse colto il suo interessamento, sarebbe stato più facile farlo uscire da quella corazza di freddezza che lo riveste. < E... un demone? Per quale motivo? >. Ancora una volta, non ha paura di porre certe domande, forse troppo personali. Ma, d'altronde, era stato lui a tirar fuori quel discorso. Ma ecco che poi, qualcosa sembrerebbe attirarla veramente. Lo sguardo si spalancherebbe ancora, in un movimento delle palpebre quasi impercettibile. Un portatore di caos. Un portatore di distruzione. Le labbra si distenderebbero in un sorriso sadico, che renderebbe il suo volto simile a quello di una bambola in ceramica, una di quelle bambole inquietanti, che sembrano pronte ad ucciderti da un momento all'altro. Quei capelli rosa e quegli occhi, in quel momento perfettamente azzurri, farebbero risaltare la sua innocenza. Ma quel sorriso, sadico e malvagio, tirerebbe fuori qualcosa che cozza con quei colori tanto delicati. Qualcosa che, se avesse un colore, allora sarebbe sicuramente il nero. < Cosa bramo io? > ripeterebbe quelle parole, con l'espressione del volto che non muta. Di colpo, i passi avanzerebbero, lenti ed inesorabili, verso Itsuki. Un passo quasi felpato, simile a quello d'un felino che si avvicina alla preda. Se egli non si fosse allontanato, la Senjuu vorrebbe poggiare la mancina sul petto altrui. < La morte > qualche passo verso sinistra, mentre le dita scivolano sulle vesti dell'altro. I passi farebbero un semicerchio, ritrovandosi, se l'altro glielo permettesse, alle sue spalle. < L'oscurità > le dita che scivolerebbero ancora sui sui vestiti, i passi che continuerebbero ad avanzare, per ritrovarsi nuovamente di fronte a lui. < La libertà > la voce è ferma, non un'incrinatura nel tono. Gli occhi brillerebbero di una luce nuova, quasi cupa ed opprimente. < Sì, è un peccato > apprende solo ora che era stata proprio la figura che ha davanti a fare quel bel lavoretto al Ponte Naruto. < Ma sai, mio fratello voleva riaccendere in me le emozioni. Mi chiamava con il mio vero nome ed io lo lasciavo fare. Fin quando un giorno > le parole verrebbero accompagnate con un veloce gesto della destrorsa, mentre la mancina sarebbe ancora ferma sul petto dell'altro < i miei sentimenti si sono accesi davvero per colpa sua > c'è quasi del disprezzo in quelle parole. Non che odiasse suo fratello, ma stava bene quando non provava nulla. Stava bene, fin quando non ha capito che il legame con Onosuke non era stato ancora spezzato. [Chakra on]

22:59 Itsuki:
  [Quartiere Nobiliare] Chiaramente, a primo avviso le sue parole potrebbero venir travisate, il ragazzo si scioglie verbalmente parlando andando forse a divagar un filo in più del dovuto, ma l'espressione infastidita ed indignata della Senjuu non passa inosservata e lui vedrebbe di socchiudere gli occhi quando lei sente la propria libertà minacciata, quasi come se fosse una bestia in procinto di essere messa in cattività. Intrigante, la di lei reazione, sicuramente in grado di stuzzicare dell'interesse in entrambi quegli esseri che coabitano nel corpo, ribellione ed insubordinazione dovrebbero essere due parole familiari alla Rosata, si compiace di quel di lei astio improvviso ma lui tira appena un sorriso come poc'anzi, andando a scuotere la testa un paio di volte in un mesto cenno di diniego, pronto a rispondergli puntando nuovamente le violente rosse in quelle vispe azzurre < Non fraintendermi, non è un mio superiore come tu immagini, diciamo che siamo... Complici. > poi uno sguardo verso le guardie che si smuovono dal posto, il tramonto andrebbe lentamene a cedere il passo alla pallida luce della luna, un cambio di turno per quei due all'ingresso mentre dentro di se Itsuki si domanda se sia il caso di cedere il timone ad Eiji, il quale tutt'ora non si sbilancia a riguardo, scuote le spalle indicandogli che è libero di far come vuole, non interessa ne al Goryo ne al Kagurakaza cosa possano sentire o meno quelle guardie anche se sono entrambi abbastanza certi che eventuali voci potrebbero correre sino dentro le mura di quella magione ed allora eventuali situazioni potrebbero risultare più complicate di quanto previsto. Cercheranno di contenersi, forse, qualora a lei si dimostri d'accordo con la pigra proposta del Corvetto, il quale scuotendo le spalle, senza aver molta voglia di spiegare tutta la questione, gli direbbe con assoluta tranquillità < Se vuoi te lo presento. > ed attendendo poi una risposta riguardo a questo suo dire propositivo, la lascia proseguire. Il nome del fu Principe vien ripetuto a fior di labbra dalla Konohana che pare imprimerlo da qualche parte nella propria memoria, lui permane immobile con quelle color del sangue a riversarsi in quelle oceano di lei, quando si discosterebbe da quell'osservare la casa, lui ad attenderla con lo sguardo lì dove era prima, impassibile in viso così come inscalfibile nella posa, statuario, soltanto la brezza che preannuncia un mite clima serale smuove le vesti e la lunga coda d'ebano < Oh, mi sembra ovvio, la spada di Eiji ed il demone sempre di Eiji, vedi, gli ho promesso di riappropriarsi della sua vita e di tutto ciò che ha abbandonato morendo, dunque... Prima Yukianesa, poi il suo nome e quindi il Nibi. > già, dal loro punto di vista - e soprattutto da quello di Eiji - quel che cercano di ottenere gli spetta di diritto, non è un cercare di ottenere un qualcosa così dal nulla, un desiderarlo in maniera tanto ardente da permettersi di rendere quei desideri uno scopo, no, è un rivendicare tutto ciò che il Kagurakaza aveva in vita, a partire dalla sua spada, alla sua donna, dal Bijuu ad Oto, se solo avrà voglia di riavere il Suono in pugno. Ma quello è un altro discorso, tutto ciò sarà meravigliosamente condito dalle avventure inerenti la Yugure, sarà una ricerca di se stessi attraverso lo spargere del Caos, affiancata allo stesso tempo a un riscoprire e riottenere ciò che gli permetterà di essere un libero e potente Itsuki ed uno rinato e trionfante Eiji, che rise in faccia alla morte allora per ritrovarsi relegato in quel corpo, all'inizio una semplice personalità per poi diventare, tassello dopo tassello, un'entità vera e propria quanto più riconducibile al colui che era il fu Principe. Tutto ciò rimane gelosamente nella testa di entrambi, forse la ragazza lo prenderà per pazzo o chissà che altro, a lui non interessa più di tanto visto che starebbe dicendo la pura e semplice verità, è quasi disarmante la semplicità con la quale espone i propri prossimi obiettivi, certo di raggiungerli, come se quelli stessero aspettando soltanto la loro venuta, anche se ora la scena è tutta per la Senjuu. Si avvicina, gli posa una mano sul petto e lui continua a guardarla in viso, un brevissimo guizzo a quel contatto, un brivido che gli percorre la spina dorsale nonostante permane impassibile. Si aspetta di tutto, anche il peggio, ma gli concede quella vicinanza mentre la osserva e la segue con lo sguardo, affianco a sè, senza voltare la testa seguendola quindi solo con la coda dell'occhio fino a dove può, fino a dove lei sparisce per poi pronunciare la seconda parola e quindi ricomparire davanti a lui, rimanendo con quella mano sul petto del kimono nero < Mh, ora comprendo il tuo nome, ti si addice... E dimmi, hai smarrito la tua luce o hai deciso di abbandonarla di tuo? > lui non aveva alcuna luce, lui semplicemente era al pari di un buio stanzino in cui aleggiava soltanto della polvere silenziosamente, lui non aveva nulla se non lo scopo datogli da Eiji di diventare più forte e l'inconsapevolezza di quel sigillo che ha permesso ad entrambi di essere ora lì, davanti a lei, sulla quale mantiene lo sguardo, andando poi a schiudere le labbra per qualche istante, rimanendo velatamente sorpreso al sentire di quelle parole sui sentimenti. Oh, lui i sentimenti li ha sepolti da tempo, dopo esserne diventato vittima in quel ritrovarli al troncare fisicamente con il passato - sgozzando la genitrice - ha desiderato perderli dopo la dipartita di Kurona, della sua Dea, la sofferenza era troppa e di lì in poi si sarebbe ripromesso di evitare di cedere ai sentimenti ogni qualvolta possibile, poichè quelli sarebbero solo una debolezza, così come aveva sempre creduto sin da prima di scoprirli e dimostrarsi chiaramente incapace di gestirli. Se non altro, ora parla un pò di più rispetto a prima, quando l'argomento lo aggrada, chiaramente. Eiji da dentro osserva quel cupo fare civettuolo, andando a sporgersi in avanti posando il mento sulla mancina che accoglie il viso, un'espressione di intrigata malizia sul viso, i neri ciuffi corti a sfiorargli il viso <{ Mh.. Ha del potenziale la giovane Senjuu, dopotutto, il legno più bello di tutti è sempre stato l'ebano, a mio avviso. > pregiato, dalle venature scure e chiaramente /nero/. Gli si addice, considerando il fatto che di fondo lei sarebbe in grado di manovrare quell'elemento peculiare, grazie ai suoi geni. Nonostante comunque il commento affascinante ed affascinato del fu Jinchuuriki, è Itsuki che risponderebbe a lei, ritrovandosi quanto più affine a quelle sue parole, almeno personalmente parlando < Mh, i sentimenti non sono altro che un'ostacolo, l'ho scoperto a mie spese per poi reprimerli... Dopotutto, dalla parte del male, a chi servono scomodità simili? > a nessuno, è certo che lei condivida questo suo stesso pensiero e che la risposta non andrà a discostarsi più di tanto dalla ideologia del Goryo ma.. Avanti, sorprendili giovane Yami, non sia mai che sarai vista di buon occhio dal cangiante Bakeneko. Un passo in più verso la Yugure, no? Staremo a vedere. { chk on }

23:49 Tenshi:
 Sembra contraddetto della stizza della rosata. Non condivide il suo pensiero, come lei non condivide quello altrui. Complici. E' una parola che si addice a due facce della stessa medaglia. A due persone che si completano a vicenda. Un po' come Yin e Yang. Bene e male. Luce e buio. Un po' come lei ed Eryk. Che quando lei sbaglia, lui è sempre pronto a rimediare. Questo, per lei, fanno i complici. Si completano. Eppure, dalle parole del corvino, complici assume tutto un altro significato. Ovviamente, non ha ancora ben capito il rapporto che intercorre tra i due. Non può saperlo, se non è l'altro a lasciarsi guardare dentro. < Questo è ciò che vuole Eiji > farebbe una pausa, posando il proprio sguardo gelido su quello altrui < Perché lo vuoi anche tu? >. Ancora non capisce perché l'altro voglia la spada, il demone e quant'altro appartenga al Kagurakaza. Per lei è semplicemente impossibile che qualcuno segua le direttive di un altro, anche se si trattasse semplicemente di complici. Anzi, soprattutto se si tratta di complici. Un complice potrebbe suggerirmi cosa fare, è vero. Ma io potrei anche non farlo. Perché non vede quanto sia profonda la vicenda. E ciò che vede lei è solo la parte superficiale e bisognerebbe scavare a fondo per intendere il contesto in cui l'altro si trova. Ma lei non si tirerebbe indietro, davanti a quella proposta. < Presentamelo > il tono è fermo, mentre le spalle si alzerebbero appena. Non può tirarsi indietro davanti a quella persona che per l'altro rappresenta più un dio, agli occhi di lei, che un complice. Più qualcosa da seguire ad occhi chiusi, che altro. E' un po' ciò che fanno i ninja con i Kage. Si fidano, completamente, assecondando le loro richieste. Se il Kage dicesse loro di affrontare un nemico molto più forte, gli shinobi lo farebbero senza troppi problemi. Un po' la spaventa, la fedeltà. Quel tipo di legame che, quando c'è, asseconderesti senza pensarci. Lei vuole vivere per sé, vuole scegliere da sola la propria vita. Per questo non capisce il pensiero dell'altro e lo reputa quasi folle. Ma, forse, conoscendo Eiji, allora potrebbe capire. Nel frattempo, la Senjuu è riuscita ad avvicinarsi a lui senza troppi problemi, poggiando la mani sul petto altrui. Il discorso si farebbe piuttosto intrigante per entrambi, tant'è che noterebbe nell'altro uno strano interessamento, seppur freddo che sia. Forse ha toccato le note giuste. Forse è stata solo fortuna. D'altronde, non è mai stata brava in psicologia. Rapportarsi con gli altri, soprattutto se diversi da lei, è una cosa che proprio non sopporta. Eppure, riesce a farlo con le anime affini alla sua. Perché con loro può mostrare la vera sé. Può finalmente togliere quella maschera di finto buonismo e mostrare il suo volto, puro e pulito. < Io l'ho semplicemente spenta > scandirebbe per bene le parole, con un tono quasi bambinesco, quasi noncurante di quella luce che prima risplendeva in lei. Una luce quasi accecante, che lei stessa faceva fatica a sopportare. Una luce che illuminava la strada degli altri, ma non la propria. Una luce che la distruggeva, perché essa stessa era malvagia. Aveva dedicato tutta la sua adolescenza agli altri. Aveva vissuto interamente per gli altri. Era quello il suo motto: salvare gli altri, prima che se stessi. Ma questo, come si può ben intuire, con il passare del tempo l'aveva distrutta. E l'oscurità era diventata sempre più grande. Ed aveva capito che essa era migliore della luce. E vi si è abbandonata. Completamente. E lì ha capito che, prima di tutto, bisogna salvare se stessi. Ha capito che esistono dei limiti. Ma esistono solo per essere superati. E lei, in quei mesi, aveva cercato di superarli, uno per uno, proseguendo lungo quella strada buia. < E' proprio questo che intendo, Bakeneko > l'indice picchietterebbe sul torace dell'altro, in un gesto quasi irrazionale, dettato da quelle parole appena pronunciate. < I sentimenti sono degli ostacoli che vanno superati > le parole sono sibilanti, come quelle di un serpente. < Altrimenti si rimane bloccati e ci si lascia plasmare da essi. Ed ho capito che questo non è ciò che io voglio > sibilerebbe infine, per poi allargare la mancina sul suo petto, per avere un'aderenza maggiore su di esso. Gli occhi cerulei sarebbero ancora fissi su quelli dell'altro, in attesa di un'eventuale reazione. Quelle due anime sono molto più affini di quanto si pensi. [Chakra on]

15:25 Itsuki:
  [Quartiere Nobiliare] Le perplessità della Senjuu sono più che lecite, quel suo scetticismo nei confronti dell'ideologia di Itsuki non può esser altro che il derivato dell'impossibilità di comprendere a fondo la questione dal suo punto di vista, considerando che non ha tutti gli elementi necessari a creare il quadro adatto, è tutto più che plausibile. Ma ad ogni sua domanda, il Goryo ha la risposta pronta, risposte dettate dalla consapevolezza e dalla complicità che hanno sviluppato quei due esseri, convivere in un solo corpo non è la più semplice delle esperienze ma allo stesso tempo il venir messi alla prova nel coesistere in quel contenitore comune ha fatto in modo che tra di loro si sia sviluppato un rapporto di reciproco rispetto, con i suoi dovuti alti e bassi si intende < Perchè prima ancora di non avere uno scopo, non avevo una vita... Ero schiavo di chi aveva messo al mondo e se non fosse stato per lui probabilmente sarei ancora succube di quella persona. > il tono di voce si fa appena più aspro ed indignato quando è costretto a pronunciare parole riconducibili a quella folle genitrice che fu sua madre, continuando poi per rendere tutto più chiaro, con la voce che torna neutra e spenta, vi è stata una virgola di sdegno e nulla di più < Ho deciso di vivere del suo scopo mentre lui mi permette di vivere liberamente, è un patto: riottenere ciò che ha perso e poi vivere come due nuove entità. > ed indubbiamente arrivare ad essere l'essere più vicino a ciò che era il Kagurakaza in vita di certo non sarà semplice, ma allo stesso tempo schifo non farebbe a nessuno, no? Tutto sommato, si contano sulle dita Ninja del suo calibro e di quell'era, pochi sono in vita per narrarne gli eventi. Giunte le risposte necessarie a delucidare la situazione alla Rosata, ecco che lei acconsentirebbe al conoscere l'altro, il Principe viziato ed egocentrico che tanto differisce dal Corvetto, caratterialmente parlando, ma che per nulla cozza a livello di idealismi e volontà < D'accordo. > direbbe il Mukenin che dall'esterno potrebbe sentire Eiji gongolare da dentro, di nuovo sdraiatosi in maniera leziosa su quel triclinio, sembra quasi un gatto che vien chiamato in causa, ma che semplicemente gode di quelle occhiate adulanti che gli vengon rivolte, volendosi crogiolare prima del dunque < Allora alla prossima, Yami... Eiji? > domanderebbe scostando le rosse dal viso della ragazza per portarle all'altezza del petto, lì dove dovrebbe trovarsi la mano di lei in quel contatto probabilmente giocoso ai suoi occhi, per quanto il freddo Goryo pare aver reagito appena a riguardo <{ Mh mh, arrivo arrivo.. }> direbbe il fu Principe che da dentro si farebbe per mettersi in piedi, mentre Itsuki starebbe già smuovendo parte del proprio Chakra verso il cranio, concentrandolo lì all'altezza della fenditura che suddivide i due emisferi, chiudendo gli occhi per qualche attimo, mentre come al solito avviene la trasformazione. I capelli si tingerebbero di bianco sfumando dall'apice della testa per mutare, dall'ebano scuro ad un candore puro come quello della neve che si espande fino alla fine della lunga coda, un colore in netto contrasto con l'animo del Principe, forse uno scherzo del destino, o semplice ironia della sorte. I lineamenti sul visino si contraggono, è come se dall'attaccatura posteriore di quegli stessi capelli la pelle verrebbe tirata, l'aspetto androgino si perde e lascia posto a dei lineamenti più affilati e nobili, quasi cesellati con minuzia, il viso appare più maturo di almeno quattro o cinque anni e soprattutto, diverso anche in termini di espressioni, una malizia che tinge in maniera passiva e perenne quello sguardo dal taglio felino, un mesto sorriso, l'eleganza in persona < Lieto di conoscerti, giovane Yami, Eiji Kagurakaza in carne ed ossa. > direbbe portando la dritta all'altezza del petto, poco più su della mano di lei, per quando il tessuto del guanto la sfiori, lui accenna un breve inchino stendendo pure la mancina di lato, schiudendo poi gli occhi, che dal colore dei rubini sono diventate ametiste, un viola intenso e profondo. Non a caso /identico/ a quelle rose che adornano i muri di casa Kagurakaza. Anche il tono è più caldo e morbido, sinuoso quasi per quanto al contempo mellifluo. Ah, le guardie che hanno preso il posto di quelli di prima? Sì, sentono anche loro e non possono che sussultare brevemente sul posto al sentire delle parole di Eiji " C-cosa?! " e nel mentre che il Principe porterebbe le mani dietro alla schiena, ni quella sua solita posa dove la dritta vien retta dalla mancina, volge l'attenzione per un'istante in direzione delle guardie, tornando poi su Tenshi, sospira con una certa pesantezza e malinconia < O meglio: ciò che ne resta... Diciamo che è una storia lunga da godersi davanti ad un Tè. > e solleva le spalle in maniera altezzosamente scostante, per quando la coda dell'occhio vada in direzione delle guardie confuse e perplesse, sembrano bisbigliarsi qualcosa ed osservarlo per qualche altro istante. Certo i lineamenti sono ben più riconducibili a quelli di Eiji, molto di più, ma considerato che gli da si e no il profilo a loro, sarebbe difficile da quel punto coglierlo completamente. Ad ogni modo, non gli importa, presto si annuncerà come di dovere, ma per ora < Oh, ci vuole coraggio per spegnere la propria luce, o eri semplicemente annoiata dalla monotonia della retta via? > domanda piegando la testa di lato come un curioso maneki neko che la osserva con quei suoi languidi e vispi occhi, ascoltando poi con piacere le parole della Chunin che vanno ad esprimere il proprio punto di vista nei confronti di quegli inutili orpelli che sarebbero i sentimenti, trovandosi chiaramente intrigato ed in accordo con quelle frasi alle quali annuisce compiaciuto < Ed ora che hai smarrito i sentimenti, cos'hai intenzione di trovare ad Oto? Potere? Fama? Libertà? Il Suono ha così tanto da offrire, a patto che si abbia le forze per ottenerlo... > vuole saggiare l'animo e la determinazione della ragazza, ha dentro di se un'Innata antica e da non sottovalutare, senza contare che alimentare il seme del male che giace dentro ognuno, sopito o germogliato che sia, è ciò che più li diverte, sia ad uno che all'altro. { Chk on }

16:04 Tenshi:
 Non capisce ancora cosa sia quella complicità di cui l'altro parla. Per lei la complicità è tutt'altro che quella. Aveva vissuto per anni seguendo gli ordini di qualcuno. E quella non può di certo chiamarsi complicità. Ma insubordinazione. Eppure l'altro afferma ancora che non si tratta di ordini dettati dall'alto. Si tratta, piuttosto, di un volere comune. Il suo ragionamento, però, pare prendere più senso quando parla di quello che sembra essere un suo genitore e di come sia riuscito a fuggire dalle sue grinfie grazie ad Eiji. Forse per questo vuole portare a termine quegli scopi? Perché Eiji lo ha salvato? Lo sguardo della chunin si assottiglierebbe nuovamente, andando ad ascoltare le parole di lui, che comincia a comprendere, ma non del tutto. < Non capisco cosa guadagneresti tu dal perseguire gli scopi di un altro > esclamerebbe, con un'espressione del volto interrogativa. Ognuno persegue i propri scopi, i propri ideali. Perché perseguire quelli di altri? Perché dedicare la propria vita ad altri? Ci deve essere qualcosa in palio, secondo lei. Qualcosa di grosso per poter vivere soddisfatti. L'espressione si farebbe a quel punto incuriosita, quando Itsuki sembrerebbe salutarla. Dove sta andando? E perché si è guardato il petto, quando ha nominato il nome di Eiji? Ma, guardandolo, capisce. Adesso, tutto quel discorso ha ottenuto un senso nella mente della rosata. La destrorsa, in un gesto incontrollato, si ritirerebbe dal petto del Goryo, per restare sospesa in aria per qualche secondo, perché ciò a cui assiste è assurdo ai suoi occhi. I capelli dell'altro si imbiancano, come se di colpo si fossero coperti di neve. I suoi lineamenti mutano, divenendo di colpo meno maschili, più raffinati ed eleganti. Perfino gli occhi cambiano colore, raggiungendo un viola intenso, come due pietre incastonate lì, nella cavità oculare. La Senjuu ha qualche secondo di disorientamento, a seguito di quella trasformazione altrui. Quel disorientamento è ben visibile nell'espressione del suo volto: gli occhi che si spalancherebbero, le labbra che si schiuderebbero come a voler dire qualcosa. Ma basterebbe qualche secondo per farla tornare in sé. Schiarendosi la gola e riprendendo fiato, andrebbe a dire < Piacere mio, Eiji >. Solo ora è in grado di capire interamente il discorso fatto poco prima. Il bakeneko ed Eiji convivono nello stesso corpo. E, di certo, hanno bisogno di un equilibrio costante per vivere, fatto di patti e compromessi. < Credo che nei prossimi giorni avremo il piacere di bere un thè insieme allora >.la sua curiosità alimenta le sue parole. Come possono due entità distinte convivere nello stesso corpo? Non si tratta di personalità differenti in contrasto, come nel caso di Yami e Tenshi, che, alla fin della fiera, sono esattamente la stessa persona, ma con evidenti sbalzi umorali. Si tratta, invece, di due persone diverse. E, essendo lei una genetista, è di certo attratta dal caso altrui. Forse in lui potrebbe trovare la risposta ai suoi dubbi: confinare Tsuki nella testa di Onosuke, tirare fuori quest'ultimo ed infine uccidere la sua controparte. E' anche vero, però, che si sta impegnando a spegnere i propri sentimenti e che, forse, tutte quelle indagini sarebbero inutili. Perché Kimi le ha chiesto chiaramente di uccidere Onosuke. < Non ero semplicemente annoiata > abbasserebbe la destrorsa adesso, sibilando quelle parole < ero distrutta > queste ultime verrebbero ben scandite, mentre gli occhi andrebbero ad allargarsi impercettibilmente. < Ed un giorno ho capito che spegnere quella luce sarebbe stata la scelta migliore. E così ho fatto >. Certo, poi era arrivato Mattyse a complicare le cose. A farle notare come i suoi sentimenti per il chunin degli insetti fossero ancora lì, vivi e luminosi. < Come ti ho detto, Mattyse ha riacceso una parte dei miei sentimenti > lo sguardo si farebbe di colpo serio, duro, quasi arrabbiato con il fratello < sono ad Oto per questo. Spegnerli del tutto, tagliare quell'unico legame che è riuscito a sopravvivere e riprendermi la mia libertà > la destrorsa si muoverebbe in aria, agitandola con i suoi movimenti repentini. Vuole essere libera da quelle stupide emozioni che la tengono ancora legata. E, anche se Eryk le aveva suggerito di controllare le proprie emozioni, forse stavolta non lo ascolterà. Perché quelle emozioni non riesce a controllarle. E non può permettersi che esse prendano nuovamente il sopravvento su di lei. [Chakra on]

16:47 Itsuki:
  [Quartiere Nobiliare] L'incomprensione che avrebbe fatto da preludio al cambio di posto, se così vogliamo chiamarlo, l'hanno sentita entrambi ed il Goryo non ha intenzione di andare ad esprimere parole precise a riguardo, certo del fatto che Eiji saprà esprimere al meglio la questione, considerando il fatto che entrambi hanno ben compreso la situazione da tempo < È semplice: se avessi un potenziale nemico che convive nel tuo stesso corpo, il quale minaccia di prendere il sopravvento a meno che tu non lo assecondi... Ti sforzeresti di combatterlo /sempre/ senza mai chiudere occhio o arriveresti prima o poi ad un accordo? > dopotutto lui gli aveva concesso la possibilità di scegliere, o avrebbero condiviso i loro ideali e le intenzioni di Eiji, permettendo ad Itsuki di vivere come meglio crede tra il recuperare i ricordi e tutto il resto oppure il combattere per prevalere l'uno sull'altro, di continuo, fino a quando una delle due entità non sarebbe stata sopraffatta dall'altra, svanendo e finendo relegata ne profondo dell'animo. Dopotutto. la volontà di Eiji era ben più resiliente di quella di Itsuki, un Principe caduto contro un ragazzo privo di scopo. È facile capire chi avrebbe potuto avere la meglio, a lungo andare. Lui, o meglio loro, non sanno di preciso delle personalità in conflitto, Yami e Tenshi, ai loro occhi esiste solo l'Oscurità e ciò li aggrada, per quanto appunto la situazione di fondo sia differente e più intricata nel caso di loro due, pur non sminuendo la di lei battaglia interna per abbandonare quel che era. E chiaramente, gode e vale come vanto per il suo ego, cibo per quell'animo viziato che al vedere della di lei reazione alla trasformazione dovuta all'innata, avrebbe concesso ad Eiji la possibilità di sogghignare truculento e malizioso allo stesso tempo, deliziato dal di lei semplice schiarirsi la voce, come se nulla fosse, quell'averla etichettata come un cerbiatto, per quanto nel minimo del suo senso, non sembra poi così errato viste le di lei spontanee reazioni, sedate poi da quel riprendere le corde vocali. Lui sorride, come se nulla fosse, apprezza la sincerità e l'onestà anche nel proprio modo di essere, il cenno del fatto che lei non ha ancora del tutto soppresso i sentimenti come Itsuki, un compito arduo ma altamente gratificante, per quanto sia impossibile sfuggire del tutto a quei fastidi. C'è bisogno di una minima valvola di sfogo, ogni tanto, per evitare di esplodere, ma non staremo a dilungarci riguardo a questo punto della questione, sarà un qualcosa che verrà da se e forse un consiglio che daranno alla Chunin , alla quale il Kagurakaza risponde < Ne sarei lieto, vi sono miscele qui ad Oto che le altre terre si sognano. > estimatore di tutto ciò che è buono, ricercato, estetico a suo modo, un ricercatore della finezza anche in quel loro apparentemente becero intento di portare il Caos in ogni angolo del mondo. Chiaramente, loro non sanno di preciso dei trascorsi e delle relazioni di Yami, quindi il Principe andrebbe ascoltando con attenzione le parole della Senjuu per poi acconsentire ad un'espressione di lieve sorpresa, le labbra a ricreare la tonda vocale e gli occhi che si sgranano appena < Oh, ma tu guarda, anche Itsuki si è "rotto" prima di decidere di abolire i sentimenti... E la causa fu proprio l'incapacità di gestirli. > già, non dirà per filo e per segno che la goccia che fece traboccare il vaso fu la morte di Kurona, no nha intenzione di rivangare il dolore del Corvetto che all'interno annuisce semplicemente, accodandosi a quella definizione per poi comunque sospirare, impossibile sfuggire dal pensiero della sua Dea, per quanto oramai lei non sia più raggiungibile, nel frattempo Eiji continua < Audace, sai, nelle ombre si annida un potere che chi persegue la luce non conosce, anche se, è lecito dire che camminando da soli al buio si rischia facilmente di... Perdersi. > e quale migliore persona potrebbe dirlo se non qualcuno che ha ceduto all'odio, lasciandosi accecare da quel malevolo e diabolico sentimento? Non ha ancora tutti i propri ricordi ma la storia parla chiaro su di lui, non ha motivo di rinnegare il proprio fallimento, ha semplicemente sfruttato la questione per diventare più saggio ed imparare, ritrovandosi poi in grado di perseguire nuovamente il proprio scopo attraverso Itsuki, con rinnovata dedizione. Un consiglio, così come potrebbe dargliene molti altri, non ha idea di quali siano le relazioni della Chunin e per ora ha modo di sentire soltanto riguardo Mattyse, un ragazzo sincero ed a quanto pare fondamentalmente buono, probabilmente considerando il fatto che la ragazza in questione sia sua sorella è anche più plausibile, ma dal canto di Eiji è ben più intrigante aiutarla a seppellire quel lato dei lei e veder sbocciare qualcosa di nuovo < È naturale preoccuparsi per i propri familiari, ma essendo tu giunta qui suppongo che hai reso abbastanza l'idea riguardo il lasciare indietro te stessa... E dimmi... > smuove appena un mezzo passo in avanti, con il busto si china pura mantenendo le mani dietro alla schiena, vorrebbe avvicinarsi con il viso al suo per andare a fondere le sue ametiste con gli zaffiri di lei, il tono è più grave e graffiante, mefistofelico < Hai intenzione di ucciderlo? > e ne osserverebbe le reazioni, anche solo una pagliuzza che si illumina diversamente in quel suo sguardo, anche solo un'attimo di esitazione, rimanendo lì vicino qualche lungo istante, risollevandosi poi prima di lasciarla rispondere, continuando mentrel a mancina si solleva per aria andando a porre un paio di gesti scostanti al nulla, atti a sottolineare le parole a venire < O ucciderla, non importa molto chi sia, importa solo quel che tu vuoi. > la libertà di scegliere, il diritto di abolire quel che si era e di diventare qualcuno di nuovo. Nulla è più elettrizzante che cambiare vita, non trovate? { chk on - goryo II }

17:06 Ekazu:
 Un essere a disagio che onestamente non gli tange più di tanto. Tutti intorno a lui in alta sartoria, completi e buone maniere che si perdono ai lati della vista periferica. Sbiaditi, quasi si fondono allo sfondo di una Oto oramai ritrovata. Un perenne e mistico alone violaceo sembra, come sempre, avvolgerli sotto il segno di un Crepuscolo in ascesa. Palazzoni, tradizionali e non, che delineano stretti viottoli che sfociano nella via principale. L’ostentare di una ricchezza che non ha mai conosciuto, un lato del Suono che mai l’ha visto protagonista se non in inutili serate di circostanza. E quel suo non essere mai considerato in ciò che i molti considererebbero l’elite della società, si palese totalmente nel suo modo, nel suo vestirsi. L’Haori della Yugure è lasciato a casa. Un lungo giaccone invernale, di quelli che sembrano impermeabili alla pioggia, nero opaco si fonde alla penombra in cui sembra muoversi. Chiuso completamente. Lungo, arriva più o meno a metà coscia. Al di sotto, semplici pantaloni cargo anch’essi della stessa ed identica tonalità di nero della giacca. Le numerose tasche degli stessi sono aperte, lasciando che i cinturini e gli attacchi metallici facciano da sottofondo con il loro tintinnare appena percepibile. Poi delle fasciature ninja, strette sotto al ginocchio fino alle caviglie, ed infine classici e banalissimi calzari ninja, chiusi in punta. Un abbigliamento come detto in netto contrasto con quell’arieggiare nobile. Sul suo volto, striscia pallida spezzata dal crine corvino che scalato ricade pigro sullo sguardo dai due colori, nulla muta. Le sagome si sfocano distratte, i passi lo portano in direzioni a lui una volta note. Non ci fa caso, ma un sentore di familiarità inizia a farsi sentire. Gira l’angolo, e delle mura alla sua destra risultano più degradate delle altre. Qualche mattoncino privo di copertura, muschi e ciuffi d’erba che sbucano dalle insenature. Ma nuovamente, non da peso a nulla ora come ora. E’ di passaggio. Avanza; un passo, poi l’altro. Il vialetto continua così come la presenza insistente di quel muro trasandato. Stesso muro, dev’essere un’unica proprietà. E lui ricorda, ha memoria di una sola ‘’reggia’’ nel Suono. Al di sotto della frangia scalata, le palpebre calano nascondendo a metà gli occhietti bicromi. Un chiacchiericcio, dinnanzi ad un piccolo spiazzo. Il cancello della tenuta, l’Haori della Yugure, Itsuki e quella ragazza. Dal nasino arrossato dall’oramai incombente freddo – non lo sopporta -, un debole ed esausto respiro. Spera tanto di non rivoltare questo pigro ed anonimo fine serata. Si avvicina. Osserva la scena. ‘ vuoi ucciderlo, o ucciderla ‘ . L’aria di Oto. < chi volete uccidere > chiede borbottando, non saluta questa volta. Non serve. Le manine guantate escono dalle tasche della lunga giacca, lasciandosi cadere lungo i fianchi. Le spalle si chiudono, il visino bianco si abbassa. Da sotto tutto quel nero, i bicromi posano su entrambi per qualche attimo, soffermandosi sulla ragazza. E la osserva, quasi morbosamente, quasi aspettandosi da lei e non da Itsuki una risposta a quella sua domanda. [ Chakra: ON ]

17:22 Tenshi:
 Parlare con anime simili alla sua è sempre gratificante. Non sente più i soliti discorsi sulla pace, sull'amore sul bene. Ma sente ciò che vuole sentirsi dire. Sente di guerra, di caos, di oscurità, di bellezza. Perché in fondo dove sta la vera bellezza? Sta proprio lì, in quell'attimo fugace che precede la morte. In quell'attimo in cui il sangue dipinge il corpo, come in una tela. In quell'attimo in cui tutto viene compreso. Forse, la rosata ha trovato il suo posto nel mondo. Forse lei era destinata ad arrivare fin lì, ad Oto. < Credo che arriverei ad un accordo > sospirerebbe. Questo è ciò che non è riuscito a fare Onosuke. Aveva sempre combattuto Tsuki insieme a lei, non pensando che, probabilmente, lasciarlo parlare e trovare un punto d'incontro, sarebbe stata la scelta migliore da fare. Perché adesso Tsuki ha preso il sopravvento. Ed Onosuke è perso nei meandri oscuri della sua stessa mente. < Puoi biasimarlo? Credo di non essere neanche io capace di gestirli. Per questo voglio sopprimerli, una volta per tutte >. Si scioglierebbe, adesso, la rosata, nonostante fosse stata colta in precedenza dalla sorpresa del repentino cambiamento altrui. Ne ha bisogno. Ha bisogno di sopprimere quell'amore tossico che la lega all'Aburame. Perché quando lo vedeva passare per le strade di Konoha, qualcosa scattava nella sua mente. Qualcosa di macabro, che forse va oltre i limiti umani. Un amore che la distrugge da dentro, che la divora, pezzo dopo pezzo. E' sempre stata lì, pronta a fare di tutto per lui. Anche stavolta, sarebbe in grado di compiere una battaglia, pur di riportare indietro Onosuke. Pur di uccidere Tsuki per sempre. Ma va davvero bene così? Certo che no. Il suo volerlo salvare ad ogni costo, la porterà di certo verso scelte azzardate, sbagliate. Che se quell'amore non fosse mai esistito, quelle scelte non sarebbero mai state prese. Per questo deve liberarsene: per riprendere il totale controllo di se stessa. Per riprendersi in mano la propria vita. Per uccidere quella luce che la vecchia sé emana ancora, nel profondo del suo cuore. Per eliminare, completamente, il suo passato. Non si preoccupa per Mattyse. D'altronde, non ha mai avuto modo di poter sviluppare con lui un legame abbastanza forte. E, forse, questo è un bene per lei. Per lei che si lascia così facilmente trasportare da quegli stupidi sentimenti. Ciò che la preoccupa, invece, è proprio il chunin degli insetti. Perché, come quella volta sul monte dei volti, sarebbe in grado di manipolarla come più vuole, pur di approfittarsi di lei e di quell'amore. Adesso, Eiji farebbe un passo verso di lei. Il volto altrui è a qualche centimetro dal proprio e, se volesse, potrebbe quasi sfiorare il anso di lui. Ma sta ferma, la rosata, ascoltando le sue parole. Ha intenzione di ucciderlo? Ma, proprio in quel momento, un'altra figura si aggiungerebbe a loro due. Una figura che aveva visto anche quella domenica alle mura. Lo sguardo, per qualche secondo, si poserebbe sull'Uchiha e sul suo vestiario, non adatto, come d'altronde quello di lei, a quel luogo nobiliare. Poi, gli zaffiri tornerebbero sulle pietre viola di Eiji. < E' quello che voglio > un sussurro, che l'altro potrà udire bene e che, probabilmente, arriverà anche alle orecchie di Ekazu. Non ha paura di affermare di voler uccidere qualcuno. D'altronde, si trova ad Oto proprio per questo: riconquistare la propria libertà perduta. Quindi, sì, vuole uccidere Onosuke. < Ma non sono ancora pronta > sibilerebbe, come un ammonimento contro se stessa. Perché sa che se adesso se lo ritrovasse davanti, non riuscirebbe neanche a fargli un graffio. Non perché lui sia più abile di lei. Ma perché lei è bloccata dalle proprie emozioni. Ha bisogno di tempo per questo. [Chakra on]

17:53 Itsuki:
  [Quartiere Nobiliare] In quel loro allegro - macchè - conversare di uccidere quel qualcuno in questione, il tempo procede incessante lasciando spazio al preludio di una serata, sono li da oramai diversi minuti e nulla sembra voler interrompere il loro pacato discutere costruttivo. O distruttivo, se rapportato ai sentimenti che Yami ha intenzione di lasciarsi alle spalle una volta per tutte, per quanto di lì a poco gli dirà che sembra sia ancora presto < Una scelta saggia e decisamente meno logorante. > annuirebbe Eiji vedendo quindi di farle intendere che per quanto non sia necessariamente la risposta esatta, per quanto si possa scegliere di combattere un nemico del genere, probabilmente è ben più conveniente scendere a patti ed evitare di autodistruggersi con una battaglia ipoteticamente infinita < Affatto, io stesso tanti anni fà scelsi di eradicare tutto in favore dell'Odio, ero forte di questo unico sentimento, ma il suo prevalere si è rivelato la mia sconfitta, ahimè. > precisamente, quanti ha quell'entità? Tanti, ma quello starà alla Senjuu scoprirlo, se solo avrà l'intenzione di approfondire di più riguardo la figura del Kagurakaza. In tutto ciò, una figura giungerebbe con un fare silenzioso e minimo, nessun movimento di troppo, nessuna particolare espressione in viso e tantomeno alcun punto di domanda o tono interrogativo in quel porsi a loro due - tre per essere precisi - le ametiste che si smuovono ed il viso che si volge in direzione di Ekazu, l'Uchiha verso il quale assottiglia lo sguardo e volge un lezioso sorriso, sollevando appena un sopracciglio con quel fare sfrontato e carismatico che mai lo abbandona, caratteristiche che traspone anche nel tono di voce in maniera naturale < Oh, Kanashibari.. O dovrei chiamarti Ekazu? > dopotutto il ragazzo è lì con delle vesti semplici e non indossa l'Haori bianco che li contraddistingue, anche se il Kagurakaza vedrebbe di sollevar le spalle per porre un'espressione di sufficienza sul proprio viso < Ah, poco importa, oramai siamo di nuovo a casa, non è vero? > e si smuove dal posto, spostandosi di un paio di passi in direzione del cancello, non avanzando verso di quello ma piuttosto portandosi più davanti di quanto era prima, si e no un metro più in là, le mani perennemente dietro la schiena e la posa statuaria, petto in fuori e le violacee che si perdono sul centro del cancello, alla sommità di esso, dove una rosa viola di ferro tinto adorna da decori dorati troneggia < Mh... Beh, io sono dall'altro lato di casa mia, ma per ora questi sono solo dettagli. > sospira sottolineando quella stessa nostalgia che l'ha portato lì oggi a cogliere scorci della sua abitazione, mentre le guardie sembrano irrigidirsi tra il suo dire e quel suo movimento, ma lui non li considera nemmeno, scuote la testa un paio di volte chiudendo gli occhi per un'istante per poi tornare sulla presunta domanda di Ekazu < Il suo ultimo legame rimasto.. Non è elettrizante Ekazu? L'ultimo rito prima di definirsi del tutto perseguitori dell'oscurità. > e la fa ben più drammatica di quanto sarebbe, teatrale quasi nei suoi modi di fare renderebbe la cosa epica con le sue sole parole, sollevando la mancina con il palmo verso l'alto, come a decantare le gesta a venire della Senjuu che la cambieranno per sempre, facendogli scoprire la nuova se stessa, sempre che riesca nel suo scopo si intende. Eppure, appunto la ragazza risulta sincera nei proprio confronti e quelle parole con le quali conclude portano Eiji a smuovere la mancina da lì dove sarebbe, per aria, portandola sotto al mento, tornando con la propria figura in direzione di Tenshi < Uhm... Tutto a suo tempo, chissà, potrei anche aiutarti qualora la cosa si riveli divertente. > e roportando la mancina ad afferrare la dritta, ora volgerebbe il capo in direzione del marchiato, piegando le testa di lato così come farebbe un gatto sornione che stuzzica una preda, o che osserva un qualche passatempo con fare curioso ed infido prima di interagirci < Sai, una volta avevo degli allievi qui ad Oto, non ce la cavavamo male come Team. > ed il tono di voce è però rivolto a Tenshi, nonostante stia guardando l'Uchiha con i proprio occhi viola, mantenendo in viso quell'espressione velata solo vagamente di malinconia, lì dove predomina un lieto punzecchiare, o forse un sincero voler rivivere dei ricordi dei quali ha solo brevi e fugaci memorie, frammenti. Sì, come lo si voleva prendere a schiaffi in vita è così anche ora, ma dopotutto se si nasce quadrato non si muore mica tondi no? Ecco, lo stesso è se si torna in vita, più o meno. { Chk on - Goryo II }

18:18 Ekazu:
 Sguardo che per qualche attimo viene ricambiato ma che non riceve risposta, almeno da lei. E rimane lì, osservandola morbosamente, quasi fosse un maniaco seriale. Lo sguardo appare vuoto, i micromovimenti delle iridi nel metterla a fuoco non si avvertono, quasi si estranea dal mondo in una delle sua consuete pause mentali, paradossale vittima del suo stesso potere. E chissà per quanto tempo sarebbe rimasto lì, in attesa della rosata. Ma a salvarlo, vi è lui. A ‘’salvarlo’’. Gli occhietti riprendono vita, lenti e pigri ruotano verso le ametiste. Il visino li accompagna, mostrandosi gradualmente sempre più in quel suo pallore così malato, poco salubre. Occhiaie perenni, occhietti lucidi e spenti. La destra che si porta ad altezza viso, scostando il colletto della giacca quel che basta da farlo parlare liberamente, senza nessun tessuto a filtrarne le parole. Kanashibari è l’altro lui, il demone che colpisce subdolo, nel sonno. Il demone che non si espone; il sonno è il cugino della morte. E quasi ci prova a non cercar inghippi in quel loro incontro. Tenta, quantomeno, di riportar alla memoria i ricordi, quella dolce ma bastarda nostalgia. Si lascia per un attimo cullare dal richiamo del Goryo. < me la ricordavo diversa .. > la testolina che ruota ora verso il cancello, e lo sconfinato giardino dietro. Si solleva, ad osservar poi maestoso l’imponenza della tenuta, perdendosi per qualche attimo a ricordare nuovamente quanto le due realtà dei due fossero così diverse. < è qui ad Oto > ‘’chiede’’, nonostante in quella voce metallica ora perfettamente udibile non vi è alcun intonazione. I lineamenti pallidi, illuminati dal lampione lì vicino, torna verso il Goryo e la Senjuu. < è facile .. > quando si tratta di altri, certo che lo è < .. è questione di attimi > e quasi gli interessa ciò che ha da dire l’altra, naturalmente attratto da questo tipo di rapporti. E’ nel suo sangue, ogni singolo tassello del Suono stesso è stato posato in memoria di un legame reciso, dall’amore o dal resto del mondo poco importa. Ma tutto, nel giro di qualche secondo, crolla. La punzecchiata e la sua falsa, falsissima compostezza. Eiji sa come punzecchiarlo. Lieto, forse per lui. Ferita sopita ma ora riaperta per l’Uchiha. Il Chakra immediatamente reagisce con il gene del Clan, d’istinto e pura natura lo sguardo muta in un vivo scarlatto. I Tomoee neri minacciosi sbucano da sotto i ciuffetti neri. Il viso non muta, e quel richiamo dell’innata durerebbe qualche istante, questione di secondi. Un impulso, qualcosa di non governabile che al solo accennar alla realtà oramai lontana, ritorna vivo. Come un bagliore, un lampo nel viola di Oto, lo Sharingan compare e scompare. Tutto torna tranquillo, per ora. Verso Tenshi, seguendo la falsariga di Eiji < non meritava di esistere quel Team, menomale che sei morto poco dopo.. E tu. > spezza il discorso, il busto che si piega di qualche grado in avanti, accorciando di qualche centimetro la distanza tra i due < non ti ho mai visto > [ chakra: ON ]

18:29 Tenshi:
 Ogni tipo di sentimento ti condiziona. Che sia esso odio o benevolenza. Si agirà di conseguenza ad essi, spesso senza neanche rifletterci sopra. E' ciò che aveva cercato di fare la Senjuu davanti alle mura di Oto. Riflettere. Aveva visto Eryk contro quelle mura, ricoperto del suo stesso sangue. Sarebbe corsa da lui a salvarlo, ad aiutarlo, se solo non ci avesse riflettuto per qualche secondo. E lì aveva capito di non dovere niente a nessuno. Aveva capito che, da quel momento, avrebbe agito per se stessa e per nessun altro. Forse, il suo arrivo ad Otogakure rappresenta una nuova rinascita. Più forte di quella avuta a Kiri, perché adesso è ben consapevole dei propri sentimenti. E ben consapevole del fatto che vanno distrutti. < Che sia odio o che sia benevolenza > esclamerebbe, per poi fare una breve pausa ed incrociare nuovamente lo sguardo ceruleo con quello altrui < i sentimenti ti distruggono in ogni caso >. Dunque, i due sembrano essere arrivati ad un nuovo punto comune: i sentimenti, le emozioni, vanno eliminati, di qualunque natura essi siano. In quel momento, arriverebbe, dunque, Ekazu, completamente ignorato dalla rosata come l'ultima volta in cui lo aveva visto. D'altronde, non lo conosce e stava intrattenendo una conversazione con un'altra persona quando lui si è intromesso. Eiji, invece, parrebbe conoscerlo, forse anche bene. Conosce il suo nome e quello che sembrerebbe essere un soprannome che ricorda un demone. Sembrerebbe aver familiarità con l'Uchiha, potrebbe ben dirlo dal modo in cui gli si rivolge. Ed è proprio Eiji a rispondere alla precedente domanda di Ekazu, in un modo che lascia senza parole la Senjuu. L'ultimo rito prima di definirsi del tutto perseguitori dell'oscurità. Sì, uccidere Onosuke segnerebbe per sempre una fine al suo passato. A quella luce che si porta dentro. Segnerebbe l'inizio di un'altra rinascita, come se di volta in volta salisse di livello. < Non mi dispiacerebbe avere l'aiuto di qualcuno > d'altronde, anche Kimi e Sango le avevano promesso di aiutarla in quel viaggio lungo la distruzione delle sue emozioni < ma voglio essere io stessa a farlo > esclamerebbe, infine. Il tono è fermo, sicuro. Le parole non sono accompagnate da nessun gesto delle mani, ma lo sguardo sembra comunicare tutta la sua sicurezza nel pronunciare quelle parole. < Se fosse qualcun altro ad ucciderlo, i miei sentimenti non sarebbero del tutto sepolti > le mani che si stringerebbero in due pugni, nel momento in cui quelle parole verrebbero pronunciate. Adesso, l'attenzione della chunin viene attirata dalle parole dello sconosciuto strambo accanto a lei, sul quale vengono posati nuovamente gli zaffiri. < E'... facile? > il tono mostra chiaramente stupore a quell'affermazione, ma allo stesso tempo disappunto. Se fosse stato così semplice come egli crede, probabilmente avrebbe ucciso Onosuke già da tempo ormai. Ma, purtroppo, nulla è così facile come sembra. < Non credo sia così semplice come dici >. Lo sguardo tornerebbe di nuovo su Eiji, mentre ascolta ciò che ha ancora da dire. Sembrerebbe una provocazione nei confronti dell'Uchiha, piuttosto che una frase rivolta a lei. Difatti, la reazione che provoca su Ekazu sembrerebbe confermare la teoria di lei. I suoi occhi cambierebbero, ad intermittenza, per qualche secondo. Occhi rossi, tinti qua e là di nero. Li osserverebbe, osserverebbe quel cambiamento. < Quegli occhi > sussurrerebbe, quasi tra sé e sé, lasciando la frase volutamente interrotta. Sono gli stessi occhi che le ha mostrato Kioshi Uchiha quella notte al faro di Kiri. Il proprio sguardo, invece, si sgranerebbe ancora, nell'osservarli, quasi affascinata. Verrebbe riportata alla realtà solo dalle parole di Ekazu. < Sono Yami > esclamerebbe, senza aggiungere nient'altro. Perché adesso la propria mente è concentrata sullo sharingan. [Chakra on]

19:00 Itsuki:
  [Quartiere Nobiliare] No, nonostante le avversità Oto non cambia mai, chiaramente ne ha passate negli anni ma ora sembra essere tornata la stessa di sempre, o meglio, ha modo di riviverla come se nulla fosse mai cambiato, come se il Suono fosse rimasto sempre lo stesso Villaggio immortale ed immutato nel tempo. Certo poi che nel quartiere nobiliare le condizioni generali siano più stabili, ma anche parlando del resto, da quel che hanno visto, Otogakure è sempre lo stesso Villaggio lasciatosi alle spalle anni fa, tanto che riportando ancora per qualche secondo lo sguardo sul cancello e le mura che lo cingono, ridacchia a labbra serrate, per poi proferire, sempre con quel misto tra nostalgia e teatralità < Buffo, a me sembra come se fosse ieri. > ma chiaramente così non è, per quanto ha recuperato molti ricordi, semplicemente andando in giro per il Suono, molti di questi erano futili memorie di poco conto, questioni di attività quotidiane e nulla di particolarmente eclatante perlopiù < Vedo che sei già abbastanza ferrata in materia.. > il tono sembra rivolto al nulla ma nel mentre che parla la sua attenzione si scosta nuovamente dal cancello per rivolgersi alla Senjuu, rispondendo riguardo quell'ultimo appunto inerente ai sentimenti. Dopodiché le fredde e metalliche parole spente di Ekazu fendono l'aria in maniera gracile ma ben udibile, parole che hanno del vero nel loro significato, probabilmente condivisibili ben di più da qualcun altro originario di Oto piuttosto che da una ragazza della Foglia, lì dove vengono impartiti insegnamenti /del tutto/ diversi da quelli che tengono in piedi il Suono < Potrebbe esserlo se fosse nata qui, ma a mio avviso potremmo avere a che fare con una forestiera. > insomma, il suo sospetto è abbastanza fondato considerando le informazioni in suo possesso su ciò che ha potuto scoprire quest'oggi riguardo Yami, senza contare il fatto che il semplice essere una Senjuu già la rende molto più distante dalla realtà di Oto di chiunque altro, visto che di Senjuu ad Oto non se ne sono mai visti, ne quando era in vita Eiji ne tanto meno ora. Itsuki in tutto ciò osserva da dietro, silente ed analitico come se fosse un contabile che registra tutto e reagisce solo in caso di stretta necessità, decisamente meno egocentrico di Eiji, che invece osserverebbe con insistente curiosità Tenshi, in attesta di una presunta risposta o indizio riguardo al suo Villaggio natio. Poi, alle rinnovate parole della Rosata, vedrebbe di annuire un paio di volte, gli occhi chiusi e l'espressione fiera che supporta pienamente quelle frasi specifiche della ragazza, appoggiando pienamente il suo dire < Oh, ma certamente, che senso avrebbe giungere al traguardo e non tagliare il nastro dell'arrivo? Sarebbe deludente. > e quell'espressione sfocia appunto in sufficienza e rammarico in quelle due ultime parole, non ha idea del rapporto che possa avere la giovane con Sango e Kimi ma non vorrà mica deludere un Principe, no? Staremo a vedere, nel frattempo Yami vedrebbe di rispondere ad Ekazu, il quale intanto sputa veleno con una semplicità disarmante che però non intacca minimamente l'animo pomposo del Kagurakaza, che sollevando entrambe le mani al cielo andrebbe a far lo stesso con le spalle, ancora sembra che ne lui ne tanto meno Hanabi siano in grado di passare sopra alla cosa. Certo, lui ha i propri rimorsi e le proprie colpe, non le nega, ma allo stesso tempo spendere un'intera altra vita a crucciarsi e starsene lì a crogiolarsi nel dolore non è decisamente da se < Poco dopo? Oh, suvvia, ne abbiamo combinate prima che tradissi il Suono eccetera eccetera... > e mentre la mancina torna dietro la schiena la dritta si smuove per aria andando a scostare quel che ci sarebbe stato dopo, come se starebbe figurativamente distogliendo quelle parole dal resto della frase. Certo, se le guardie che ci sono lì prima erano confuse, ora molto probabilmente non ci starebbero più capendo niente, ma non importa, la conversazione è tra loro tre e nessuno smuoverà l'attenzione del Kagurakaza da una nuova adepta del male < E tu, EKazu, consigli sull'uccidere qualcuno a cui si tiene? Mh, forse dovrei chiedere ad Hanabi, dovrebbe essere più pratica... > e la dritta si porta sotto al mento mentre lo sguardo si punta a terra per un paio di istanti, sembra serio nel proprio dire ma poi come risolleva la testa e porta la dritta a raggiungere la manca, un'altra divertita ed allo stesso tempo truculenta risata risuona lì tra le corde vocali, nonostante le labbra rimangano serrate in quel sorriso felino ed a metà tra il perfido e l'affabile. { chk on - goryo II }

19:21 Ekazu:
 E’ facile, come detto tutto si riduce a pochi attimi. E quei sentimenti, se ben convogliati vanno incanalati, sfruttati. Usati, piegati al proprio volere. E detto da un Uchiha, risulterebbe quasi comico. E lui sa quanto possano essere bastarde e traditrici le emozioni. Le teme, sono l’unica minaccia a quella maschera di cera che indossa. Li lascia parlare, si limita ad esprimere solamente quelle poche parole, non vuole esporsi. < Yami, Yami.. > borbotta schiudendo a malapena le labbra sottili, quasi stesse riscavando nella memoria. Ma nulla, è la prima volta che la incontra. < ciao Yami > ancora seguendo lo stesso umore, si presenta scandendo il dire poco e niente < .. vedi è molto semplice > si ferma, col nasino respira mentre gli occhietti celesti e neri puntano direttamente quelli di lei < se è questo il tuo volere, perché non dovrebbe essere semplice > le mani tornano nascoste nella giacca, il busto torna dritto e le spalle si ricompongono. Tagliare, recidere il legame con il passato, nonostante le sue parole, è l’unica cosa di cui non è capace. Eiji lì ne è la diretta manifestazione. Una volta, una soltanto e paradossalmente non per sua volontà, il passato è rimasto tale, e muto testimone ne è il Marchio sul collo, nascosto dal nero tessuto. Silente osservatore di ogni cosa sembra però destinato a risvegliarsi.. E per quanto quei discorsi sembrano stimolarlo, agli occhi dei due, sotto lo stupore di lei riguardo lo Sharingan e il puro e consueto crogiolarsi nel proprio animo di Eiji, rimane lì, immobile. Un manichino che però incassa, ancora, il fendente verbale da parte del Principe. Non si fa attendere, l’orgoglio di chi ad Oto comandava si manifesta in un sorrisino felino. Solo gli occhietti reagiscono, si scostano tra quelli dei due. E si, di nuovo subisce. Il petto e le spalle sussultano in un accenno di risata nervosa, eppur in volto l’espressione non muta. Entrambe le manine guantate di nero si portano il musetto, coprendone le labbra, a voler quasi nascondere quegli impercettibili tremolii che ne minerebbero l’imperturbabilità. Tremolii che però sono palesi nelle stesse mani, e negli occhi spiritati. Il profilo della mandibola segue l’innata di attimi fa, e scatta irrigidendosi. I dentini stringono la presa. < .. sai che non lo so > la voce completamente atona, nonostante la tensione, continua ad esser priva di qualsiasi sfumatura < .. l’unico consiglio che posso darti.. > la testolina ruota verso di lei, e se casomai la rosata dovesse ricambiare lo sguardo, potrebbe notare lo sgranarsi dello sguardo, le palpebre che si sollevano completamente, le occhiaie tenebrose che quasi si diradano e sfumano nel pallore del viso < .. assicurati della sua morte. Non vorrai ritrovarti poi con un morto che cammina davanti al cazzo.. > dal colletto della giacca, una fiammella nera luminescente di chakra inizia a risalire lungo la metà sinistra del volto.

19:34 Tenshi:
 La conversazione tra quei tre sembra andare perfettamente. Ognuno con le sue idee macabre, porta avanti il proprio discorso, senza farsi troppi problemi. Magari Konoha fosse così. Se avesse detto qualcosa di sbagliato all'interno del villaggio della Foglia, probabilmente sarebbe finita nelle prigioni anbu. E chissà, magari se vi facesse ritorno, andrebbe veramente in quel modo. Ma lì ad Oto, vi è un'aria diversa. Differente da quella degli altri villaggi, attaccati alla pace ed alla tradizione. E' come se Otogakure si fosse divisa dagli altri, per sempre. Vi è una distanza enorme tra Oto e Kusa e Konoha. E non parliamo di una distanza fisica. Ma di una distanza ideale, che permea i modi di fare degli abitanti. E questo non può che attrarre maggiormente la rosata, che sembra aver finalmente trovato la propria casa. Ed al dire di Eiji, capirebbe quanto è profonda la voragine che divide gli abitanti di Oto da quelli di Konoha. Uccidere l'amore della sua vita non è semplice perché lei è una konohana. E' cresciuta seguendo certi ideali ed è stato sicuramente difficile sradicarli, uno per uno, per divenire ciò che è oggi. Per questo ha bisogno di sradicare anche l'ultimo. Anche quell'amore tossico. Per non essere più una stupida konohana. Una stupida pedina dell'Hokage. < Hai ragione, non sono nata qui > farebbe una pausa, per incrociare prima lo sguardo del Goryo, poi quello dell'Uchiha. Prenderebbe un respiro, prima di aggiungere altre parole < vengo da Konoha > il tono non è incrinato da alcuna intonazione particolare. Perché non ha paura di rivelare il proprio villaggio d'appartenenza. Certo, forse che una konohana venisse accolta ad Oto non era mai successo. Ma, probabilmente, proprio questo potrebbe far intuire ai due, se tutto il discorso precedente non fosse stato abbastanza, che lei è diversa. Diversa dai suoi compaesani. Diversa dai suoi conclannati. Perché ha deciso di seguire l'oscurità, piuttosto che la luce. Il Kagurakaza riprende poi a parlare e tutto ciò che farebbe lei è annuire all'affermazione altrui, che conferma ciò che precedentemente aveva detto la Senjuu. Deve essere lei stessa a tagliare il nastro dell'arrivo, altrimenti, quella lotta contro i propri sentimenti, non avrebbe più senso. Adesso viene attratta nuovamente dalle parole di colui che ormai la rosata ha ben adocchiato come un Uchiha. Quegli occhi che poco prima si sono mostrati, sarebbe impossibile non riconoscerli. < Ekazu > risponderebbe semplicemente così al suo saluto, voltando lo sguardo ceruleo verso quello bicromo altrui. Avendo colto poco prima il suo nome dalle parole del Goryo, lo pronuncerebbe senza pensarci due volte. < Non è semplice perché i sentimenti mi bloccano. Devo prima capire come sottometterli > il tono è monotono, quasi come se il suo discorso fosse ovviamente scontato. Come si può uccidere qualcuno per cui si prova un amore così forte? E' proprio questo che lei, al momento, non può comprendere. E le ci vorrà sicuramente del tempo per capirlo. Per questo non è così semplice come lui dice. Poi, arriverebbe quel semplice ma macabro consiglio. Assicurarsi che Onosuke sia realmente morto. Per un attimo le tornano in mente le scene che la settimana prima Kimi le aveva mostrato. Onosuke avvelenato, che muore davanti ai propri occhi. Lo sguardo della Senjuu si abbasserebbe sulle proprie scarpe. Non è ancora pronta alla sua morte. < Me ne assicurerei, grazie del consiglio > un consiglio in realtà su cui la rosata non si sofferma molto in quel momento, perché quel discorso si fa sempre più forte da affrontare. Ma deve farlo, se vuole spazzare via il proprio passato una volta per tutte. [Chakra on]

20:15 Itsuki:
  [Quartiere Nobiliare] Oramai la pallida signora è alta in cielo e li osserva dall'alto in quel loro conversare di uccidere, recidere legami e percorrere buie vie in cerca di se stessi, così come se nulla fosse, come se stessero parlando del più e del meno. Il modo di fare di Ekazu molto probabilmente darebbe da pensare ai più che non lo conoscono, quel suo approcciarsi alla ragazza salutandola in quel modo spento ed atono è parte del suo essere, tanto che Eiji non si stupirebbe di nulla a riguardo, piuttosto lascia fare e si concentrerebbe sul quadrante di un'orologio a cipolla che viene estratto dalla tasca dell'hakama, preme per far scattare il coperchietto e posa il proprio sguardo viola sulle lancette < Mh... > un mugolio personae riflessivo e nulla di più, chiude con uno scatto metallico l'aggeggio per poi riporlo in tasca, tornando con le mani guantate di nero lì dietro la schiena, rispondendo probabilmente ad entrambi con quelle parole, senza perdersi la possibilità di annuire alle parole di Tenshi, prima di rispondere, confermando il fatto che aveva ragione a sospettare riguardo al fatto che la ragazza non sia di lì < Sarà che ad Oto basta volerlo ed essere in grado di farlo ma alla Foglia hanno dei valori così noiosi... > e sospirerebbe in maniera abbastanza palese ed affranta, non ha mai compreso quelli di Konoha e probabilmente se si fosse trovato al posto della Senjuu allora avrebbe agito nella sua stessa maniera, se non peggio. Chiaramente, quel problemino relativamente rilevante dei sentimenti non è da sottovalutare, ma è un cavillo che si leveranno di mezzo in fretta, certo loro due avranno i loro modi per inibire ancor di più l'animo della Senjuu nei confronti dei sentimenti, ma tutto dipenderà dal caso, quando si rivedranno, quanto in fretta lei vorrà ritrovare la nuova se stessa e tutti gli annessi, di certo loro non spingeranno sul pedale, dopotutto Yami ora come ora per loro è un elemento di contorno e poco di più, qualcuno da osservare con curiosità e da supportare, magari qualche passo assieme lungo i primi metri di quell'oscuro sentiero, dopodiché vorrà vederla proseguire con le sue forse, sia Eiji che Itsuki. A quale scopo? Cosa ci ottengono? Nulla, semplicemente il gusto di poter ammirare con i proprio occhi che in un modo o nell'altro il male vince sempre, anche nell'animo di chi nasce più puro di tutti < Lo capirai, ne sono certo, Oto è il miglior posto per comprenderlo. > e lo dice con un mezzo sorriso, come se fosse un Sensei che ha appena mostrato una semplice tecnica ad un allievo, come se avesse appena spiegato a qualcuno di nuovo come impastare il chakra o come lanciare correttamente uno shuriken, sempre con quella semplicità disarmante di chi ha il nero pece che scorre sotto la pelle. Lo sguardo tornerebbe però su di Ekazu, ruota la testa e questa volta ride con più gusto del solito, un risuonare di un'arpa testa che vien pizzicata dal diavolo, una tonalità armoniosa che però risuona gelida e distaccata da qualsiasi forma di simpatia < Hahaha! Giusto, non sia mai che ti ritrovi costretta ad avere a che fare con i fantasmi del passato eh... > riferendosi sia a Tenshi che all'Uchiha con quella sola parola, il guizzo del marchio non passa inosservato, ma si da il caso che per quanto possa voler rimanere ancora lì a stuzzicare il Kanashibari, lui vedrebbe semplicemente di distogliere la dritta - che gli aveva pigramente coperto la bocca durante quella risata - dal viso, per voltarsi e volgere un ultimo sguardo ad entrambi da sopra la spalla < Dunque, a presto, ci incontreremo tra le vie del Suono, ne sono certo. > e la cosa vale per entrambi, per quanto Ekazu lo vedrebbe anche ogni qualvolta c'entri la Yugure, ma quelli sono dettagli, prima o poi forse riusciranno a parlarsi senza punzecchiarsi a vicenda, per ora avranno ancora da divertirsi < Vi auguro una splendida serata ~ > e detto ciò, così come è arrivato, volgerebbe un altro sguardo verso casa propria, lì oltre quel cancello, noncurante dello sguardo delle guardie che nemmeno considera < Presto sarò di nuovo a casa... > e poi, con un fruscio di vesti bianche e nere, svanirebbe per le strade senza più voltarsi. { end }

20:42 Ekazu:
 Fortunatamente tutto sembrerebbe sopirsi, la lingua di fuoco accenna la sua presenza agli ignari spettatori, per poi stabilizzarsi lì dove il solco della mascella si fa più evidente. E’ lì lì pronto a scattare, a liberare il potere donatogli dall’oramai ex Padrona del Suono. E certo, quello dei sentimenti puo’ essere ben più che un cavillo, in particolar modo per chi come la Senjuu è cresciuto in un ambiente così diverso, lontano da ciò che stanno lasciando le parole degli altri due. Parole prevalentemente dettate da ciò che quella stessa arietta pesante, vera e propria foschia insanguinata ha oramai instillato nei loro animi. E come non dar ragione al Principe, Oto è letteralmente nata per questo. E’ pronta ad accoglierla, a modificarti in ogni aspetto, da sempre catalizzatore d’odio dal mondo. Questo ciò che sente, questo è ciò che più di ogni altra cosa sembrerebbe dar combustibile al Chakra del Marchio. Ma l’accenno all’affarino metallico, la risatina che odia, quanto odia, e quel fare che annuncia il suo andar via quasi come se nulla fosse successo, così come il suo tornar dopo anni dinnanzi ai loro occhi. Tutto questo sopisce, annulla ogni istinto. Timido, lento il fuoco sul viso si ritira al di sotto del tessuto. Con gli occhietti ora che ritornano appannati segue le gesta del Principe < perché non muori > risponde al suo saluto, rimanendo con le iridi fisse sulla sua figura fino alla scomparsa tra le strade. Ora, tutt’altra situazione. Il drastico e repentino cambiamento è oramai prassi, un continuo fingere, inscenare, tentar di nascondere ciò che realmente è. Il silenzio tra i due, il capo che accenna a ruotare in sua direzione < ahah.. > un inquietante risata, se considerata l’incapacità di Ekazu di dare qualsiasi inflessione al suo timbro vocale < da Konoha ad Oto >. Inizia a muovere qualche passo, fino ad affiancarla. Il braccio a lei prossimo afferrerebbe quello della Senjuu, tentando così di portarsela a braccetto. < sai vero che qui non è come dalle tue parti.. > continuerebbe ad avanzare, a prescindere dal tentativo di approccio fisico < .. poi è bello .. > frasi sconnesse < perché puoi ammazzare più o meno chiunque > vero? Assolutamente no, almeno non per lei. Ma questo, lasciamo che sia la Senjuu stessa a scoprirlo. Il braccio tenterebbe di avvicinarla ancor di più, strattonarla quasi. Nulla di violento, un semplice richiamare l’attenzione. I passi cessano, il busto ruota verso l’altra. < .. ho visto come guardavi i miei occhi. Non farti venire strane idee > schizofrenico, convinto possa aver avuto strane idee. La voce si abbassa, la presa si libera dal braccio. La testolina a calarsi appena, cercando il viso della rosata. Il penzolare del crine corvino a tratti nasconde i lineamenti affilati. Vicini, i respiri quasi si fondono. Fraintendibile, ma non per lui. < a presto, Yami > Va via, il colletto della giacca torna a coprirne metà volto. { END }

20:53 Tenshi:
 Il discorso sembrerebbe giungere lentamente al suo termine. E' vero, gli abitanti di Konoha ed Oto, a ben vedere, sono distanti anni luce. Però lei potrebbe rappresentare l'eccezione alla regola, semmai riuscisse nei propri intenti. Alzerebbe appena le spalle verso il Goryo, alla sua affermazione riguardo i valori noiosi della Foglia. Anche per lei, in fondo, lo sono. Ma è difficile sradicare via diciassette anni della sua vita. Se finora c'è riuscita, ancora qualcosa la tiene legata al suo passato. E quel qualcosa è proprio il legame con Onosuke. Magari, se fosse nata ad Oto, sarebbe stato tutto diverso. Non avrebbe mai conosciuto l'amore. Non avrebbe mai conosciuto il dolore di separarsi dalla persona che si ama. Non avrebbe mai saputo che i sentimenti controllano costantemente la sua vita. < Lo spero > esclamerebbe, verso Eiji. Spera di poter comprenderlo. Poter comprendere come tenere a bada quei sentimenti. Come metterli a tacere. Come relegarli in un angolo oscuro della propria psiche, cosicché essi non influiscano più sulla sua vita. Non influenzino più le sue scelte. Cosicché la rosata possa essere finalmente libera. Sorriderebbe appena quando il Goryo farebbe quella battuta. No, non vorrebbe mai ritrovarsi a fare i conti con i fantasmi del proprio passato. E la cosa la spaventerebbe parecchio, in realtà. Adesso osserverebbe come l'altro vada a guardare l'orario nel suo orologio, segno che ormai è tempo di lasciarli. < Allora ciao, Eiji > esclamerebbe, prendendo un respiro, per poi continuare < rivediamoci davanti ad una tazza di the la prossima volta, per parlare nuovamente di morte >. I discorsi di oggi l'hanno affascinata parecchio e spera di poterne riparlare, prima o poi. Perché, forse, lì nessuno la giudicherà se dirà che la morte è bellezza. Se dirà che il caos è bellezza. Che l'oscurità è bellezza. E tutto ciò viene confermato dall'esclamazione usata dall'Uchiha per salutare il Kagurakaza. Anche qui, la Senjuu farebbe spallucce. Non che le importi se Ekazu vuole l'altro morto. Anzi, un po' la diverte quella situazione. Ma ecco che adesso l'apatico Uchiha, si rivolgerebbe a lei, avvicinandosi, cercando contatto fisico. Quel contatto fisico che viene ceduto, senza pensarci. Non ha certo paura di lui, d'altronde. Le sue parole sconnesse, però, le danno un po' di sconforto. Non perché è preoccupata per la salute mentale altrui. Ma perché, semplicemente, non capisce ancora ciò che l'altro intende. Le ci vorrà tempo per capire il vero significato di quelle parole. Eppure, lo sconforto svanisce, quando egli la strattona e lei sente le parole che vengono pronunciate successivamente. Ha colto il proprio interesse riguardo gli occhi altrui, eppure non aveva strane idee. Quegli occhi le ricordano semplicemente quell'incontro con Kioshi Uchiha. Ma sorriderebbe, un sorriso sadico, mentre gli occhi brillerebbero nella semioscurità. Perché la strana idea gliel'ha appena fatta venire lui, con quelle parole. E, dunque, non risponderebbe a quella specie di minaccia, mostrando solamente quel sorriso malvagio e quell'espressione del volto quasi contorta. < A presto, Ekazu > direbbe, quando lui mollerebbe la presa. Lo osserverebbe andare via, mentre pensa che quella potrebbe essere davvero una buona idea. Vuole quegli occhi. [END]

Itsuki e Tenshi si incontrano davanti casa di Eiji. Comincia un discorso particolare sugli scopi di ognuno: da un lato Itsuki vuole perseguire i sogni di Eiji, dall'altro Tenshi vuole tranciare i legami ed essere libera. Da qui si parla di uccidere la persona a cui si tiene ed è a questo punto che entra in scena Ekazu l'apatico, che tenta di dare consigli. Eiji, intanto, provoca Ekazu, facendolo innervosire, così che lui mostri, a intermittenza i propri occhi. La rosata nota lo sharingan e ne rimane affascinata, come la prima volta in cui lo ha visto a Kiri. Alla fine Ekazu la minaccia, dicendole di non farsi venire strane idee sui suoi occhi. Ma a lei quelle strane idee vengono eccome, proprio grazie alle parole dell'Uchiha (gg Ekazu, grazie per lo spunto muahah) <3