Compagni di viaggio

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18:38 Tenshi:
 Un nuovo giorno in quel di Otogakure. Un giorno in cui la rosata respira aria nuova. Aria pulita. Non era ancora uscita di casa (eh sì, si è appropriata della casa di Sango) da domenica. Ieri era rimasta a letto tutto il giorno, in attesa che quella nausea e quelle immagini scivolassero via dalla propria mente. Ma, purtroppo, continua a ricordarle. Eryk ed Onosuke ormai morti di quel veleno. Deve passarci sopra. Deve accettare il fatto che non deve nulla a nessuno, nemmeno all'Aburame. Deve dimenticare l'amore che prova per lui. Deve ucciderlo o lasciarlo morire come stava facendo davanti alle mura con il Doku. Due giorni fa aveva accettato che quest'ultimo morisse. Perché in quel momento ha preferito pensare a se stessa. Ha preferito pensare alla propria vita, piuttosto che a quella degli altri. D'altronde, il loro rapporto è basato proprio su questo: usarsi a vicenda. Era sempre stato così. Solo che lei vi aveva visto dentro qualcosa di più. Aveva lasciato che l'altro colmasse le proprie mancanze. Aveva pensato di dover fare qualcosa per lui. Ma lì, sotto quelle mura, lo aveva finalmente capito: non deve niente a nessuno. Ma riuscirebbe davvero a farlo con il chunin degli insetti? Riuscirebbe davvero a lasciar morire o, peggio, uccidere l'amore della sua vita? Perché per essere libera è proprio questo che dovrebbe fare: ucciderlo definitivamente. Come si fa ad uccidere quei sentimenti? Come si fa ad uccidere quell'amore così forte? Eppure, deve slegarsi. Deve recidere quel legame una volta per tutte. Altrimenti, rimarrà incatenata a vita. Altrimenti, proprio quel legame la condurrà sul letto di morte. Perché è debole davanti ad esso. Lei che si mostra tanto forte, che si esercita a fondo per migliorarsi, è debole di fronte a quelle emozioni. E questo non va bene. Perché lo sa bene: in quel mondo vige la regola del più forte. Se si è deboli, si è destinati a morire. E, dunque, dopo essersi ripresa a dovere, nonostante la propria mente sia ancora offuscata da quelle scene, la Senjuu è riuscita ad uscire di casa ed a fare qualche passo in quel villaggio per lei nuovo. Un villaggio che le sembra quasi amico, perché l'ha accettata per ciò che è veramente. E' uscita di casa con una destinazione ben precisa: l'ospedale. Probabilmente, Eryk sarà ancora lì. E, nonostante sia riuscita a liberarsi dal peso del dovere che provava nei suoi confronti, vuole incontrarlo e sapere come stia dopo quell'attacco che l'aveva quasi ucciso. I lunghi capelli rosa, lasciati ricadere liberamente sulle spalle e sul seno, ondeggiano da un lato all'altro, seguendo i suoi passi all'interno dei corridoi dell'ospedale. Indossa un abito lungo nero, con maniche lunghe e scollo a barca, che lascia intravedere le clavicole e le spalle esili. Due spacchi percorrono la parte inferiore dell'abito, lasciando scoperte le gambe fino a metà coscia. Ai piedi porta le sue solite scarpe di tela nere. Il Chakra scorre già all'interno del proprio corpo. Si fermerebbe davanti ad una porta, che reca il numero della stanza in cui si trova il Doku. La destrorsa s'alzerebbe, chiudendosi in un pugno, per andare a bussare su quel legno. < Eryk? > chiederebbe, per accertarsi che l'altro sia proprio lì. [Chakra on]

18:58 Eryk:
 Eh già, se l’era vista proprio brutta quella sera a quell’arrivo, sarà che con Kimi aveva già il dente avvelenato, sarà che si è trovato accusato e in una situazione che non poteva prevedere, ma sta di fatto che ha sbroccato e la sua solita calma e razionalità è andata a farsi benedire e con lui anni della sua vita che gli sono flashati davanti agli occhi quando è stato spedito contro al muro per via di quella tecnica di vento che neanche conosce o sa distinguere per via della mancanza dei sigilli per l’esecuzione. Si era attaccato alla vita con i denti e le unghie, curandosi disperatamente per rallentare e fermare le numerose emorragie che aveva lungo tutto il busto e gli arti, con anche costole intaccate da quell’onda d’urto e il colpo contro il muro esterno di Oto che ha fermato la sua corsa. Tempo che le guardie lo hanno portato all’interno dell’ospedale e ormai il genetista si era curato da solo, a indicare proprio una scelta corretta nel perseguire quella carriera proprio per salvaguardarsi ed aumentare le sue possibilità di salvezza dato che appunto, lui è solo e per quello che deve fare, gli servirà, infondo la sua libertà è difficile da guadagnarsela anche se Yukio già gli è venuto incontro. Gli avevano assegnato un camicie dato che i suoi vestiti per la maggior parte erano ridotti male e così, con il suo zaino con i ricambi disperso chissà dove, ecco che si alza dal letto, spogliandosi proprio di quel camice in maniera da esporre il corpo statuario, con quella carnagione più scura del normale e quei tatuaggi a coprirlo quasi interamente. Rimane un attimo nudo, camminando per la stanza, portandosi dietro con se lo stand e la gruccia con la flebo che aveva ancora attaccata nella vena radiale destra. Afferra appunto i vestiti, indossando nuovamente l’intimo e i pantaloni neri che da eleganti e casual ora sono strappati con tagli netti causati dal vento. Afferra gli anfibi neri e si siede a letto mentre sente quella porta essere percossa gentilmente e infine quella voce tanto familiare che non pensava di sentire nuovamente dopo l’accaduto. <”Vieni…”> le dice con quella voce profonda e leggermente roca che la rosata ha imparato a conoscere. Aprendo quella porta potrà vederlo a petto nudo, con quella camicia un tempo bianca ormai uno straccio pregno del suo sangue ormai essiccatovisi sopra e di certo non la indosserà in quello stato. Non la guarda per il momento dato che la sinistra si muove proprio verso la farfalla che ha in endovena, levandosela con una goccia di sangue che fuoriesce dal foro. Braccio destro che viene alzato proprio verso quelle labbra carnose che la Senjuu conosce bene, con queste che vanno a baciarsi praticamente l’avambraccio per succhiare il proprio sangue velenoso ed evitare che scorra in giro, avvelenando altra gente. Fatto questo, la destra, ora libera da tubi, si muove verso il comodino ad afferrare l’elastico nero per i capelli, raccogliendoseli con entrambe le mani e legandoseli in quella coda di cavallo, il tutto mentre solo ora si volta verso di lei, a guardarla con quelle iridi ambrate. Essendo in territorio considerato nemico, e avendo finito poco fa di curarsi nuovamente, anche se la pelle dove è stata tagliata per il momento è ancora più chiara, mostrandole su quel petto scoperto le numerevoli ferite ricevute, il chakra è ancora in circolo, ormai in condizione di scappare se solo volesse. [chk on]

19:19 Tenshi:
 Sono passati solo pochi mesi da quando ha conosciuto Eryk. Eppure, le sembra che sia passata una vita dal loro primo incontro. Lo scambio di sguardi al monte dei volti, il ritrovarsi nudi e pieni di lividi e graffi l'indomani mattina. L'aver scoperto quanto fossero simili. La loro decisione di volerne sapere di più riguardo la Yugure. Le sembrano passati secoli da tutto questo. Ed il Doku, oltre che il proprio compagno di viaggio, è diventato un amico. Un'amicizia strana quella che intercorre tra i due. Lui che l'ha sempre salvata. Lei che lo ha tradito. Ed il Doku l'ha pure perdonata. Non gli aveva mai chiesto di essere salvata. Di essere capita. Di essere perdonata. Eppure, lui lo aveva fatto, senza chiedere nulla in cambio. Per questo la Senjuu si è sempre sentita in debito nei suoi confronti. Ha sempre sentito di non fare o essere abbastanza. Ma lui gliel'aveva detto: non voleva niente in cambio, perché ciò che vorrebbe, lei non può darglielo. Lo aveva colto davanti alle mura di Konoha. Lo ha finalmente realizzato davanti a quelle di Oto. Lì, dove quel nuovo viaggio della sua vita ha avuto inizio. Proprio lì, ha capito di non dovergli nulla. Ha capito che stavano semplicemente continuando ad usarsi a vicenda. Una voce giungerebbe da dentro la stanza. Una voce roca, familiare, che ogni volta le scalda l'anima. E le fa quest'effetto anche adesso, nonostante lo abbia abbandonato sotto quelle mura. Ma sa bene che lui non le avrebbe mai chiesto di salvarlo. E, proprio per questo motivo, non si sente in colpa. Anzi, si sente libera d'un peso che aveva portato sulle spalle fin da quando Eryk non era più un semplice conoscente. Spingendo sulla maniglia, aprirebbe la porta della stanza. Troverebbe l'altro a petto nudo, con indosso solo quei pantaloni logorati dalla tecnica di Kimi e ricoperti di sangue secco. Le ferite sono completamente sparite, segno del fatto che è riuscito a curarsi del tutto. Ne rimangono i segni, le cicatrici, che vanno ad unirsi a quell'inchiostro sulla sua pelle, formando quasi una nuova opera d'arte. Avanzerebbe all'interno della stanza, osservando i movimenti altrui. Osservando la muscolatura perfettamente scolpita. Quel petto che più volte s'era ritrovata a carezzare. Quelle spalle che più volte aveva graffiato, in preda alla passione. Osserverebbe come l'altro andrebbe a togliere quasi con violenza quella farfalla dal braccio, non lasciando che il sangue velenoso coli sul pavimento. < Non dovresti riposare ancora un po'? > domanda stupida, dato che l'altro pare aver preso già una decisione. E poi, stiamo parlando di un medico come lei. Sa anche lui quando è giunto il momento di terminare le cure. Ma la rosata vuole prima accertarsi che si sia ripreso completamente. Che stia bene, dopo tutto quello che gli è capitato. [Chakra on]

19:36 Eryk:
 <”Ah adesso ti importa?”> le chiede secco per poi guardarla in maniera gelida, come a fulminarla. Abbassa le mani lungo i fianchi dopo che ha finito di legarsi i capelli nella consueta acconciatura che gli viene più congeniale per quei capelli lunghi e infine con un colpo di reni, si allontana dalla branca, afferrando i suoi averi e infilandoseli nella tasca posteriori destra che, grazie al cielo, è ancora integra. Cammina verso di lei fino ad arrivarle di fianco, alla sua sinistra, per poi chinarsi col busto a diminuire l’eccessiva distanza di altezza tra quei 155 centimetri della rosata con i 192 del moro. La sinistra invece si aprirebbe e il palmo cercherebbe di posarsi proprio sul capo di essa <”Sto scherzando. Non è niente di che”> le dice, ovviamente rivelandole quello che probabilmente poteva già intuire conoscendolo e dopo che lui stesso le aveva fatto segno di approvazione quando non è corsa in suo soccorso contro quel muro. Sminuisce ciò che è accaduto, le mani che curano disperatamente quelle ferite prima che troppo sangue sgorghi da esse, privandolo della sua vita, non ha bisogno di questo fardello da portare nella sua mente e anche lui non ci pensa troppo, non era la prima volta che rischiava di morire, le accoltellate nella yakuza di Kumo erano all’ordine del giorno e di certo allora non aveva questa prestanza fisica e la conoscenza medica e del chakra. Si rialza eretto per poi riprendere a camminare, facendo rumore con la suola di quegli anfibi contro il pavimento. <”Io me ne vado, ho fame e soprattutto devo fumare.”> un invito velato a seguirlo se fosse venuta lì solo per lui, trattandola come ha sempre fatto dato che per lui in realtà non è successo nulla e non la ritiene responsabile di niente, come le aveva già detto infondo, non era in credito nei suoi confronti e quel senso di dovere era unilaterale tra i due. Infila le mani in tasca infine, camminando fuori da quella porta giù per il corridoio proprio alla volta delle scale che lo condurranno all’uscita dell’ospedale, essendo Oto non dovrebbero fare neanche storie se se ne voglia andare prima del dovuto, anzi, puliscono la stanza e accolgono il prossimo paziente. Il passo è cadenzato anche non gode del solito vigore a cui l’ha abituata, probabilmente non è ancora al massimo delle forze e soprattutto fino a l’altro ieri era in condizioni critiche… [chk on]

19:55 Tenshi:
 Lo sguardo lo segue ancora, mentre va a raccogliere gli oggetti rimasti all'interno della stanza. Poi, la Senjuu si acciglierebbe, sentendo quella prima domanda. Gli occhi si spalancherebbero minimamente, cercando di capire perché stia reagendo in quel modo. D'altronde, era stato proprio lui a dirglielo più volte: lei non gli deve niente. Quindi, perché arrabbiarsi? Non ha senso. Lui stesso le aveva detto che era stata la scelta giusta. Non risponde a quella domanda, la rosata, che però non sembra minimamente scossa. Riesce a rimanere distaccata, come se quella domanda non l'avesse effettivamente raggiunta. Ha fatto la sua scelta, davanti a quelle mura. Penserà solo a se stessa d'ora in poi. Lo sguardo segue ancora i movimenti dell'altro, che intanto si avvicina a lei e si abbassa, per poterle dare una pacca sul capo. < Stupido >. La mano destra si solleverebbe e si serrerebbe, per dargli un pugno sul braccio sinistro. Un pugno in cui non metterebbe tutta la propria forza, in realtà. E' più un buffetto, uno di quelli amichevoli. L'espressione della rosata, tra l'altro, muta. Sorride adesso. Sorride come lui le ha sorriso, pregno del suo stesso sangue, alle mura. Come lui le ha sorriso quando le aveva detto che quella scelta era quella corretta. E' felice che stia bene, nonostante avesse accettato l'eventualità di perderlo e non rivederlo mai più. Ma era stata la scelta giusta. Se vuole essere libera, deve essere pronta a recidere ogni legame. E adesso, si sente libera da ciò che la legava al Doku. Da quel senso di dovere e responsabilità che provava nei suoi confronti, che, in un certo senso, la limitavano. Altre parole arriverebbero da parte dell'altro. < Ceniamo insieme > non è una richiesta, quanto più un'affermazione che non accetta contrasti. Lo seguirebbe anche se lui non volesse, ma sa bene quanto a lui faccia piacere stare in sua compagnia. E ciò vale anche per la Senjuu stessa. Dunque, lo affiancherebbe, lungo i corridoi dell'ospedale del villaggio. Ed uscirebbe, addentrandosi con lui nelle stradine di Oto. < Cosa farai adesso? > chiederebbe all'altro. Insomma, la sua entrata all'interno del villaggio non è stata molto pacifica. E nella mente della chunin era apparsa la possibilità che forse l'altro non volesse restare lì, dopo quello che era successo. Che non volesse più interessarsi alla Yugure insieme a lei. D'altronde, un suo membro l'aveva quasi ucciso. [Chakra on]

20:08 Eryk:
 A quell’affermazione dove si unisce alza semplicemente le spalle, dovrebbe fare pure dello shopping in realtà ma quello potrà aspettare, come prima cosa deve rifocillarsi, soprattutto perché un corpo così grosso come il suo ha bisogno di parecchio carburante per mettersi in moto e di certo la flebo o la sbobba dell’ospedale non è quello di cui ha bisogno adesso. Scende per quelle scale con Tenshi che lo segue e compila al volo la scartoffia richiesta per le sue dimissioni dall’ospedale, addentrandosi per le vie di Oto. Si guarda attorno e alla prima insegna che gli ricorda qualche ristorante, si fionda dentro, tenendo la porta aperta per Tenshi anche se è lui che entra per primo. La sinistra si alza e le dita vanno a formare il numero due, indicando la richiesta di un tavolo per i chuunin. Aveva udito quella domanda eppure non le aveva dato ancora risposta, ripensandoci bene su che cosa fare adesso. <” Kimi non è la yugure, devo ancora valutare che cosa posso ottenere da loro e se la loro libertà è affine a quella che cerco, quindi per il momento resterò qui.”> le spiega mentre si siede sulla sedia di fronte alla rosata invece che di fianco. Afferra il menù e comincia a leggerlo mentre riprende il discorso abbastanza distrattamente, come se non fosse così importante. <”Come dissi all’Hasukage, devo valutare cosa può offrirmi Oto e la Yugure e prendere una decisione, inoltre alla risposta da parte dell’alleanza, se non dovessi essere parte di questo, non voglio ritrovarmi immischiato in fatti che non mi riguardano, non me ne frega proprio nulla.”> termina quel discorso con l’arrivo della cameriera che se lo adocchia tutto, essendo un bell’uomo e soprattutto a petto nudo, una scena che era abituato a vivere. Lascia il tempo a Tenshi di scegliere cosa ordinare mentre comincia a indicare ciò che desidera piazzando il proprio ordine, abbastanza corposo. Aspetterebbe infine che pure la Senjuu faccia lo stesso per poi appoggiare la schiena contro la sedia e osservarla. <”Non ho intenzione di credere ciecamente alle parole che mi dicono per quanto possono essere belle. Sai come sono fatto…”>[chk on]

20:36 Tenshi:
 Camminano lungo quelle stradine, incrociando quasi subito un locale che sembrerebbe essere un ristorante. Entrano all'interno, prendendo posto in un tavolo per due. Andrebbe a leggere il menù, per poi alzare lo sguardo verso il Doku, richiamata dalle sue parole in risposta alla domanda precedente. Lascerebbe che l'altro esponga il suo discorso e solo quando quello avrà concluso, lei prenderebbe parola, con il menù ancora tra le mani. < Immaginavo > sa bene quanto l'altro sia razionale. Sa bene quanto ponderi la propria scelta, prima di effettuarla. Vuole prima capire cosa la Yugure abbia da offrirgli, toccare con mano ciò che adesso ha solo sentito dire. E' sempre stato così, la sua lucidità non lo ha quasi mai abbandonato, se non due giorni fa sotto le mura. E' stato un caso particolare, quello. Ha visto come l'altro abbia perso la propria razionalità di sempre. E' stato strano, ma ciò ha avuto le proprie conseguenze. E lei è stata ad osservare per tutto il tempo. Era questo ciò che faceva lui sempre? E' rimasto ad osservare, in quei mesi, la rosata e la sua malsana impulsività. Vuole cambiare, la Senjuu, dopo aver assistito a quell'accaduto. Ha capito che essere impulsivi non fa mai bene. Certo, quello è pur sempre un lato del suo carattere che non può essere cambiato del tutto. Può essere, però, calmato, attenuato. < Dei ravioli di carne al vapore, per favore > direbbe alla cameriera che intanto si è avvicinata. Nota lo sguardo che la cameriera rivolge al Doku, ma non si ci sofferma troppo. D'altronde, quel petto nudo, attirerebbe l'attenzione di chiunque. Come biasimarla? Anche lei in svariati momenti della sua vita da quando lo conosce, si è soffermata a guardare quei muscoli così ben scolpiti. Riporrebbe il menù, consegnandoglielo dunque, per poi tornare ad osservare il chunin. < Sei sempre così razionale > esclamerebbe, senza un motivo ben preciso, in realtà. Solo un'affermazione innocente, una constatazione della realtà che più volte ha potuto osservare. < Se ti dicessi che ho creduto alle loro parole... mi biasimeresti? > chiederebbe infine. Ha creduto, sì, a quelle parole. Ha creduto a quella libertà di cui la Yugure si fa portatrice. In fondo, è tutto ciò che vuole la Senjuu. Essere libera da ogni cosa. Non indossare più una maledetta maschera. Non essere più la pedina di qualcuno. Essere, semplicemente, se stessa. [Chakra on]

21:04 Eryk:
 Arriva la birra che ha ordinato, esattamente ciò che non dovresti bere appena dimesso dall’ospedale dopo che hai perso una valanga di sangue e sei stato con ossa non frantumate, ma proprio tagliate, e lacerazioni più o meno ovunque… non gli importa, afferra quella bottiglia dalla base e inizia a berla direttamente dal vetro, senza prendere in considerazione il bicchiere, spartano come sempre. <”Per forza, hai visto quando perdo la mia razionalità cosa succede… o mi fanno il culo oppure mi ritrovo a parti invertite solo perché ho spento il cervello per cinque minuti. “> le risponde in maniera totalmente tranquilla per poi alzare l’indice destro verso il cassiere che lo guarda leggermente storto, probabilmente perché cotto della cameriera. <”Per esempio da qui al cassiere che mi sta guardando male in letteralmente un tuo battito di ciglia, mi ritroverei con le mie nocche destre a fargli ingoiare i denti incisivi e canini… che avrei risolto poi?”> le spiega con calma, non scomponendosi troppo dato che era solo un esempio e alle occhiate torve era già abituato ormai, sia a konoha, che al suo ritorno a Kusa come membro di un clan traditore. Probabilmente continueranno qui con altri Doku ma in realtà gli importa ben poco. Arriva infine quella piastra rovente con la carne ancora fumante sopra, con i succhi che evaporano a contatto con la pietra calda in quella bistecca con osso, una bistecca tomahawk. Afferra coltello e forchetta e taglia un trancio enorme, sbattendoselo in bocca talmente è affamato. <”No, non ti biasimo, ormai ti conosco. Sarà che non sono io uno che crede a ciò che mi si dice, sarà che la mia libertà me la voglio guadagnare con le mie mani, però capisco il tuo punto di vista Tenshi.”> le risponde solo dopo che ha deglutito quel trancio di carne che era stato sminuzzato dai denti bianchi del doku. Solleva la sinistra per passarsela sul mento come al solito in quel gesto pensieroso che spesso fa, sentendo la barba che sta iniziando a ricrescere e quindi da radere di nuovo. Vederlo così affamato con quel pezzo di carne sembra proprio un cavernicolo ma delle apparenze non gliene import ain questo momento. <”Come ti dicevo alle mura di Konoha, c’è l’evenienza che il nostro percorso insieme sia giunto al termine, e vederti maturata, come ti ho fatto capire domenica sera, non può che rendermi fiero della tua crescita come persona.”> [chk on]

22:36 Tenshi:
 Ciò che i due hanno ordinato comincia ad arrivare, mentre i loro discorsi vanno avanti. L'impulsività della Senjuu la porta spesso a sbagliare, a prendere scelte non consone, non adatte al momento. Per questo deve imparare a calmare quella parte di sé. A calmarla da sola, senza che altri intervengano. Senza che altri le facciano notare di aver sbagliato. Senza che Eryk venga nuovamente a salvarla dalle sue stesse decisioni. < Non risolveresti nulla > sussurrerebbe, quasi rivolta a se stessa. A tutte quelle scelte che ha preso senza neanche pensarci. A cosa è servito poi? Ripensiamo per un attimo a Tsuki. Potrebbe non aver detto all'Hokage ciò che lei aveva intenzione di fare. Oppure, potrebbe averglielo già detto. E, quindi, la posizione della rosata sarebbe solo peggiorata. Nulla sarebbe stato risolto. D'altronde, nulla è stato risolto tutt'ora. Perché Onosuke è comunque lontano da lei. E, forse, è proprio questa la soluzione migliore. Stargli lontano. Vivere la sua vita senza che l'Aburame la influenzi. Perché lui si presenta come una minaccia, ormai, davanti agli occhi di lei. Perché Tsuki ha già capito che lei è debole davanti a quel corpo, davanti a quegli occhi. Davanti a ciò che nasconde nella propria mente: Onosuke. E potrebbe approfittarsene da un momento all'altro. E' meglio che gli stia lontana. E' meglio che quel sentimento si affievolisca, così che non prenda scelte dettate dal momento. Nel frattempo, arrivano i ravioli al vapore. Andrebbe a spezzare le bacchette in legno con un semplice gesto delle mani, per poi prenderle con la destrorsa ed acchiappare un raviolo, portandolo alle labbra. Deglutirebbe, continuando ad ascoltare le parole dell'altro, che intanto mangia in modo vorace, probabilmente perché una semplice flebo non ha riempito di certo il suo stomaco. < Io voglio crederci. Ma voglio anche capire e vedere con i miei occhi chi sia la Yugure. Non prenderò altre scelte affrettate > il tono è deciso, sicuro di ciò che sta dicendo. Non prenderà più decisioni dettate dall'impulsività. < Starti accanto mi ha cambiata > direbbe, infine. L'ha cambiata, perché l'altro ha mitigato il suo carattere. Perché è sempre intervenuto nel momento giusto, prima che tutto venisse distrutto da lei. < Ho capito che devo prendere le mie scelte da sola. Ma ho bisogno di pensarci a fondo prima di farlo. Domenica, per esempio > farebbe una pausa, posizionando il proprio sguardo ceruleo su quello ambrato altrui < se non ci avessi pensato per bene, se non mi fossi presa del tempo... sarei corsa a salvarti >. Ma poi ha capito che non era la scelta giusta. Non era la scelta giusta per sé. Perché non può sempre pensare agli altri, prima di se stessa. [Chakra on]

22:49 Eryk:
 La ascolta mentre mangia, spazzolando via quella bistecca lasciando giusto l’osso che è stato ripulito. Afferra la bottiglia di birra dal collo e la sorseggia, finendo anche questa con tutta la calma del mondo, gustandosela mentre il sapore del malto e del luppolo si sposta con quello della carne al sangue mangiata poco prima. <”Ed è giusto così, la fretta non è mai una buona consigliera. Nessuno ti corre dietro e probabilmente, se ti impongono una scelta su due piedi, non è ciò che è giusto.”> le spiega, così come le ha dimostrato in tutto quel tempo, qualora fosse possibile spostando ancora avanti l’arrivo di quel bivio che lei ha intrapreso da sola per poi pentirsene dato l’errore commesso a parlare con Onosuke di nuovo. <”Vediamo se hai capito perché avresti sbagliato. Ammetti che mi saresti venuta a salvare, ma perché questo è sbagliato? Non saresti stata egoista con i tuoi desideri? Non avresti dunque pensato per te stessa? Non è forse ciò che a Kiri hai reputato fosse corretto fare? Eppure ora è sbagliato…”> la interroga e mentre inizia quel discorso si alza, muovendosi verso di lei alle sue spalle, abbassando le braccia con le mani che dovrebbero muoversi sul corpo di Tenshi in maniera sensuale mentre le termina quel discorso con bisbigli nell’orecchio. <”Vederti come mia infermiera è un qualcosa che vorrei provare da tanto tempo infondo…”>la provoca come fa sempre perché ciò che è accaduto non ha cambiato nulla, anzi, forse adesso Tenshi potrà sentirsi libera di essere se stessa e di prendere ciò che vuole senza quel debito che solo lei si è posta nei suoi confronti, così come ha sempre fatto il Doku dal primo momento non curandosi di chi ha dato e chi ha ricevuto in che rapporto. La domanda gliel’ha posta infondo e non c’era bisogno che glielo dicesse esplicitamente, quei cambiamenti sono da dimostrare e domenica l’aveva fatto anche se solo ora valuterà se era per il motivo che lui reputa sia corretto oppure no. [chk on]

23:24 Tenshi:
 Non è mai stato semplice per lei decidere di ogni cosa della sua vita. Non sa esattamente perché, ma scegliere è stato sempre difficile. Negare qualcosa definitivamente, per poterne affermare un'altra. Prendere una strada, cancellando l'altra. E poi si vive di rimorsi. Ci si ripete che se si fosse scelta l'altra alternativa, magari sarebbe stato meglio. Ma il suo problema è che aveva sempre evitato di prendere scelte razionalmente, perché ciò la faceva stare male. Perché non voleva pensarci e magari prendere la vita come viene. Ma si è resa conto che così non va bene. Che le scelte vanno sempre ponderate. Avrebbe voluto davvero correre da lui domenica. Eppure, non lo ha fatto. Sentiva le mani che tremavano, il corpo che quasi voleva muoversi verso di lui. Ma si è fermata, per qualche secondo. Ed ha pensato a tutto ciò che i due si erano detti in passato. Ed ha preso, in quel momento, la scelta migliore per se stessa. Ascolterebbe le sue domande, sapendo già la risposta da dargli. Ma lo lascerebbe continuare. Lascerebbe che egli si avvicinasse e che le sue mani carezzassero il corpo di lei, con quel suo fare sensuale che fa correre miriadi di scariche elettriche tra le cellule di quel corpo esile ma formoso. Ascolterebbe quell'affermazione sussurratale all'orecchio. §Potrebbe sentire il suo profumo, data la mera distanza che li divide. Il corpo è teso verso quelle mani che probabilmente cercano di confonderla. Ma la mente è serena. Non pensa più che egli debba colmare i suoi vuoti. Se vorrà usarlo per del semplice piacere, allora lo farà. Ma a colmare i propri vuoti, sarà lei stessa. Non più lui. < Io non ti devo niente, Eryk > è tutto ciò che direbbe, una semplice risposta che riassume il motivo per cui non è corsa a salvarlo. Non gli deve niente. Così come lui non deve nulla a lei. Il loro rapporto non è basato sul dare e ricevere. Non più equi scambi. Ma, semplicemente, usarsi a vicenda, ognuno per i propri scopi, che sia piacere sessuale, che sia semplice compagnia, che sia qualcosa di più importante come raggiungere Oto e la Yugure. < Non sono in debito con te > ripeterebbe quel concetto, facendogli intuire che lei ha finalmente capito. Ha capito che non deve dargli nulla. < Ma se vuoi che sia la tua infermierina > la destrorsa verrebbe poggiata, quasi con violenza dietro la nuca altrui. Con uno scatto, il volto si girerebbe verso quello dell'altro, con il proprio naso che sfiorerebbe quello del Doku, in un gesto sensuale e quasi persuasivo. Forse stanno per dare uno spettacolino anche lì ad Oto < allora basta chiedere > le labbra che sussurrerebbero quelle parole contro quelle altrui, si muoverebbero sinuose e lente. [Chakra on]

23:44 Eryk:
 LA lascia fare e la ascolta anche se la risposta che riceve purtroppo non è quella che reputa corretta. <”Così come io non ti devo aiutare con Onosuke o non avrei dovuto convincerti a venire con me a Oto. Insufficiente.”> le dice per poi muovere la destra verso quella mano che lo teneva sulla nuca a liberarsi dalla presa, ha ragione, la stava tentando eppure ciò che sente è una risposta immatura. <”Non mi devi niente è vero, ma vivere per se stessi vuol dire fare ciò che si vuole. Almeno io lo interpreto così…”> le dice per poi alzarsi in piedi dato che si era rannicchiato per avvicinarli a lei da dietro. La destra si muove verso la tasca posteriore dei pantaloni, afferrando i soldi necessari per quella cena e li lascia appunto a chi lo fissava di sbieco poco prima, chiedendo già che c’era dove trovava un tabaccaio per comprare sigarette e accendino, chissà se il tabacco che fuma la salamandra corvina lo hanno lì ad Oto. Torna verso Tenshi che doveva ancora finire il pasto. Torna a sederci, allungando le gambe e le incrocia, poggiando i talloni contro un angolo del tavolo come se fosse a casa sua. <”Non sei in debito con me perché hai fatto ciò che desideravi senza che io te lo chiedessi. Non sei in debito con me perché ciò che ti ho dato è stata una mia decisione dartela come ti ho già spiegato e non sono una persona meschina al punto da rinfacciare ciò che decido di condividere.”> le spiega ancora una volta quel concetto, forse adesso con quella mentalità diversa può capire il punto di vista del Doku che non sta ai due poli opposti che Tenshi sembra vivere in questo momento tra l’affetto e l’apatia totale. Ci sono diverse scuole di pensiero, certo, lui si esprime su come piace vivere la sua vita, onesto con se stesso. <”Se volevi salvarmi allora hai sbagliato a non intervenire, ma allo stesso tempo hai scelto ciò che era giusto per te e per il tuo futuro, anche perché non ti ho chiesto nessun aiuto, come hai visto me la so cavare da solo.”> da bravo pezzo di merda infatti le aveva teso un altro trabocchetto, dandole la prima trappola più visibile e palese con quel fare sensuale mentre la seconda era più intrinseca in quel dialogo. <”Per me non è cambiato nulla da sabato a oggi, mi continuerò a comportare nella stessa maniera, te invece mi sa devi fare un po' di chiarezza su questi cambiamenti.”> Non le risponde alla provocazione dell’infermierina, è ovvio che lo vorrebbe o volendo potrebbe prendersela lì con la forza, tanto entrambi concordano sia sul da farsi che il più forte decide. [chk on]

00:03 Tenshi:
 La mano che aveva poggiato sulla nuca altrui viene lasciata ricadere, dato che l'altro sembrerebbe opporre resistenza. Lei stava giocando, come sempre d'altronde, ma forse l'altro ha preso quella discussione in modo più che serio. Aveva toppato anche stavolta? Quella risposta non gli era bastata? Eppure, aveva fatto fatica ad arrivare a quella risposta, domenica. Non era stato semplice rendersene conto. Erano dovute passare settimane prima e ha dovuto vedere il Doku quasi morto per capirlo. Le sembrava una risposta più che valida. E, pensierosa, andrebbe ad acchiappare un altro raviolo, portandolo alle labbra. Lo sguardo è fisso su quella bottiglia di birra vuota, senza un motivo particolare, effettivamente. Sta cercando altre risposte, altre cose da poter dire per dimostrargli che lei ha capito i suoi sbagli. E che ha capito che quella fosse la scelta migliore. Ascolterebbe tutte le sue parole, cercando di trovare un nesso con ciò che pensa lei. Perché quella risposta non andava bene? Impulsivamente, avrebbe voluto aiutarlo, è vero. Ma poi non lo ha fatto. Perché non si sentiva in debito. Si sentiva libera di lasciarlo lì. Di lasciare che ognuno salvi se stesso. O non era andata così? O qualcos'altro l'aveva spinta ad agire in quel modo? < Ho pensato che... non volevo più farmi condizionare da ciò che provo. Per questo non ti ho aiutato. Ho pensato a me stessa e ai miei legami... ed ho capito > gli occhi sono ancora fissi su quella bottiglia, mentre quelle parole vengono fuori naturalmente, come flusso stesso dei suoi pensieri. < Ho capito che non posso più farmi coinvolgere a tal punto da qualcuno... al punto di agire senza pensare >. Solo adesso alzerebbe lo sguardo verso l'altro. Spera di essere arrivata dritta al punto adesso. Spera di aver spiegato ciò che ha sentito quella sera alle mura di Oto. Si è sentita libera da ogni cosa. Libera di agire senza che gli altri la giudicassero per le proprie azioni. Libera di lasciarlo morire lì, senza che poi se ne pentisse. Un altro boccone verrebbe portato alle labbra, finendo così del tutto il piatto di ravioli al vapore. [Chakra on]

00:29 Eryk:
 Ascolta e la osserva mentre finisce quel piatto di ravioli che forse forse per lui sarebbero da considerare come un antipasto dell’antipasto al massimo! <”Così la tua risposta è chiuderti in una bolla di cinismo?”> le chiede per capire a che deduzione è arrivata lei riflettendo anche per capire un attimo questa nuova Tenshi che ha di fronte esattamente di cosa è capace e chi è in realtà dato che è una persona diversa da quella che ha conosciuto. <”Se ti reputi soddisfatta direi che va bene così se sei contenta. Non sono di certo un guru e accetto che la mia filosofia di vita non vada bene a tutti. “> conclude infine, stiracchiandosi le braccia e la schiena dato che si è fatto un certo orario. Non sa cosa ha visto oltre a ciò che è accaduto, non sa che Kimi le ha fatto vedere la morte sua e di Onosuke, le uniche due persone alla quale tiene, ancora e ancora e che quello era la causa di quel vomito. Si alza in piedi, aspettando che Tenshi stessa faccia come lui se lo vuole accompagnare, deve fare compere di vestiti e trovare dove dormire, intuibile anche se non glielo dice dato che è praticamente nudo e che è arrivato a Oto in ospedale… alla magione Doku forse è il caso di non andarci per un po', fino a quando la situazione non si è calmata a modo. <”Se dovessi chiedere a me, non rinuncerei mai alle mie emozioni, semplicemente saperle imbrigliare e tenerle sotto controllo è la scelta più razionale che puoi fare, ma se non ne se in grado, allora questa tua apatia potrebbe essere la soluzione che fa per te.”> fa spallucce per poi incamminarsi verso l’uscita di quel ristorante, infilandosi nuovamente le mani in tasca mentre gli viene giusto un brivido per le temperature non più esattamente estive. Esce dal locale e la aspetta qualche secondo, se non dovesse venire con lui, proseguirebbe comunque con le sue faccende, non sono esattamente procrastinabili nella situazione in cui si trova Eryk in questo momento. [chk on]

00:47 Tenshi:
 Forse sì, il cinismo sarebbe la scelta giusta per lei. Spegnere tutte le emozioni e vivere senza di esse. Perché l'avevano sempre condizionata e, se non troverà un'altra soluzione, continueranno a farlo. Negli ultimi mesi, da quando quelle emozioni in lei si erano risvegliate, ha vissuto in funzione di esse. In funzione dell'amore che prova per Onosuke, ha cercato di portare Tsuki dalla sua parte. In funzione di quello strano sentimento che prova verso il Doku, aveva pensato di non essere abbastanza e di voler fare qualcosa per lui. Si è sempre lasciata trasportare dalle emozioni. Dimenticarle, forse, sarebbe la scelta migliore. Vivere in modo indifferente, pensando solo a se stessa, sarebbe la scelta migliore. Si alzerebbe da quella sedia, adesso, seguendolo verso l'uscita del ristorante, con passo lento e sguardo pensieroso. < Non so ancora quale sia la scelta migliore per me. Non so se sarò in grado di controllare le mie emozioni > farebbe un lungo respiro, cercando di focalizzarsi su quel discorso difficile da affrontare. Gestire le emozioni non è semplice. Richiede uno sforzo immane e non si sa mai se esse vengano fuori in un momento inopportuno. Potrebbero esplodere da un momento all'altro, come era successo con Tsuki al monte dei volti. L'amore per Onosuke l'aveva spinta a raccontargli le proprie intenzioni, confidandosi con il nemico che probabilmente la vorrebbe morta. Ciò che prova per Eryk, l'aveva condotta ad impossessarsi quasi di lui ed a pretendere che l'altro volesse qualcosa in cambio. Ma glielo aveva detto, il Doku: tutto ciò che ha fatto, lo ha fatto perché lo voleva. Non perché si aspettasse qualcosa in cambio. Quel qualcosa che lui vorrebbe, lei in realtà non può darglielo. E, quindi, non lo chiederà mai. Perché probabilmente, niente è basato sugli equi scambi, come la Senjuu credeva. Il mondo è basato semplicemente sulla volontà degli uomini. Chi vuol dare, dà. Chi vuol prendere, prende. < Dammi il tempo di capire cosa voglio ed un giorno ti saprò dare le giuste risposte > direbbe infine, concludendo quel discorso. Poi, lo seguirebbe tra le vie di Oto, in cerca di ciò che gli serve. Perché, si sa, le piace la compagnia dell'altro. Per oggi, ha scelto di agire in questo modo. [END]

01:00 Eryk:
 <”Oh controllarle è una rottura di palle, eppure è strano, hai paura di essere una pedina per gli altri eppure sei schiava di te stessa al punto da voler rinnegare questo tuo lato emotivo.”> alza entrambe le mani e le spalle con i palmi aperti rivolti verso il cielo coperto dato che sono a Oto…la sprona, la guida come ha sempre fatto, dandole sempre quella strada alternativa a quella che sceglie, forse troppo frettolosamente, precludendosi spesso un percorso alternativo che potrebbe o non, essere migliore per la meta finale. Lui è così, è un pioniere e purtroppo i fatti suoi non se li fa con le persone che ha accanto. La senjuu conclude con quelle parole alla quale scuote il capo in segno di disappunto per poi voltarsi verso di lei nuovamente, e darle con la destra aperta un paio di carezze sul crine rosato. <”Non ci sono risposte giuste e le risposte te le devi dare da sola, non a me. Io sono solo un tuo compagno di viaggio, una comparsa o al massimo un personaggio secondario nel copione della tua vita. La protagonista sei te e le risposte devono essere giuste per te. Il mio ruolo consiste nel tenerti aperta la mente per evitare che tu scelga troppo avventatamente. Darti una prospettiva diversa da valutare.”> perché ormai il loro rapporto era anche quello, amicizia, compagni di letto e mentore o comunque una guida coscienziosa per Tenshi. Si rialza in maniera eretta di nuovo, incamminandosi per poi infilarsi in qualche negozio di indumenti aprovare qualcosa nel camerino e trascinarla dentro, con la scusa di farle vedere come stava, solo per fare sconcerie sicuramente. [end]

Tenshi va a trovare Eryk in ospedale. Il Doku firma le dimissioni ed insieme si recano al primo ristorante che incontrano. Si parla di scelte e di emozioni, analizzando ciò che è successo domenica sera alle mura di Oto.