Incontri strani alle colline
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Giocata del 27/09/2020 dalle 21:41 alle 23:18 nella chat "Colline"
[Colline] All'ultimo ha cambiato idea e con essa anche la strada, avendo optato per Kusa. I monti ardenti sono praticamente al confine con il paese dell'erba e subito dopo di essi vi sono, infatti, le colline di Kusa ed è li che il Jonin si è diretto ma non prima di aver perso la mascella. Difatti, entrando a Kusa, i suoi occhi sono andati a focalizzarsi sul gigante di pietra o roccia creato dal tessai, a guardia dei confini dell'Erba. Occhi sgranati e bocca totalmente aperta al passaggio di una tale mostruosità. Il passo del gigante è lento ma pesante, tanto da lasciare dei solchi non indifferenti <Yukio è fuori di testa> commenta di cuore quella visione. Scuote il capo lasciando passare il gigante indisturbato mentre si avvia per le colline del paese dell'erba, a sua volta con passo deciso e con ritrovato interesse per la vita e il suo scorrere. Non prova questa sensazione da un'eternità ed ora è nuovamente se stesso, rinnovato nello spirito e nella mente. L'incontro con Sango gli ha aperto gli occhi su quanto ha fatto e su quello che ha messo da parte. Già consapevole ma sentirlo dire fa tutt'altro effetto, positivo in questo caso. Il Jonin della nebbia è tornato e non se ne sarebbe più andato, al contrario, avrebbe lottato con maggiore forza ed energia. Il passo procede, una semplice passeggiata indossando un kimono nero tendendo al grigio con maniche lunghe e collo alto. Cintura nera intorno alla vita per tenere stretto lo stesso kimono e pantaloni lunghi, del medesimo colore. Ai piedi un paio di sandali di legno rialzati. Nella cintura, sulla sinistra, vi è la katana nel rispettivo fodero mentre sulla sinistra il libro di psicologia fradicio e spiegazzato, prova di quanto la sua vita possa finire da un momento all'altro se lo scoprono in biblioteca. I capelli bianchi e lunghi sono fradici, tanto che si appiccicano persino alle gambe. Il cielo, per fortuna, è limpido a Kusa, non vi sono nuvole ne altro tipo di impedimento, bensì la luna è presente in tutto il suo splendore accompagnata da centinaia di stelle pronte e farle compagnia. Il chakra è già attivo, memore di quanto fatto con Sango e sente la forza scorrere nel di lui corpo, una forza che per troppo tempo ha represso ed ora è pronta ad esplodere. [Chk On][Katana equip] Danza mia dolce ballerina su di un Carillon rotto, guasto, stonato. Non vi son braccia a riunirsi sul tuo capo, ma solo porcellana frantumata sulle meravigliose punte rosate e spente. Lo sguardo è ancor fiero nel mentre si rivolge alla Luna, non è odiosa? Ci ricorda quanto, anche gli astri secolari, siano difettati tanto quella bambola gettata nel dimenticatoio, butterata da mille imperfezioni nonostante, all'inizio, essa brillava di luce propria, attrazione fatale per i collezionisti e gli infanti. Eppure perchè, adesso, per quel LA stridulo sul quale la melodia si storpia, non bramate più di possederla fino allo sfinimento, nonostante il poggiarla su di una mensola impolverata. Nonostante quasi divenga invisibile con il passar dei giorni. Nonostante, nel profondo, non vi interessi davvero. Quell'oggetto, però, possiede sentimenti, ed ogni evento ne segna la superficie o ne crepa il materiale dall'interno fino a far risalire il danno rendendolo visibile, lasciando cader al suolo i suoi pezzi diventati, dopo, polvere. Questo è l'essere umano, non cura ciò che ha, bensì, preferisce accumulare senza rendersi conto di commettere taciti omicidi che l'omertà comune aggrava, ma è nell'aldilà che pagherete ogni briciola di quei giocattoli distrutti, al quale, la dignità, è stata sottratta per innalzare il proprio ego fino alle stelle. Mancina che raggiunge la nuca per poterne massaggiare la flebile muscolatura, ignara di ciò che l'Hasukage ha impresso nell'epidermide pallida come la neve. Minuta la corporatura, non più alta di centocinquantotto centimetri, sulla schiena è riversata una cascata di seta perlata che termina all'altezza del bacino, sciolta, libera di ondeggiare accarezzata dal vento. Indossa abiti castigati e neri, un'abitino allacciato fin sotto il collo e racchiuso da un grande fiocco bianco creato dal nastro utilizzato - solitamente - per raccogliere i lunghi capelli. La gonna s'arresta a metà coscia, dove delle deliziose parigine si tuffano in stivaletti bassi e semi sporchi di terriccio umido. Vicino l'inguine è situato un cinturino in cuoio con - rivolti verso l'esterno - una manciata di Kunai e Fuuda, mentre, posta diagonalmente al busto, la Nagitana tentenna ad ogni falcata come se scandisse il ritmo con il quale ella prosegue il viaggio. Mani guantate e i connotati risultano celati alla vista di terzi grazie ad un bavaglio aderente , ciò che può essere colto, è solo lo sguardo cremisi, felino, incantevole quanto il leggero trucco ad esaltarne la forma. <...> nulla vien espresso dalle labbra, piuttosto, son rallentate le movenze per permettere a Kasei di raggiungerla qualora abbia soddisfatto i suoi bisogni fisiologici. Che noia, son peggio delle donne questi maschietti. Ancora il pensiero si rivolge a Yukio e la sua teatrale scenetta dove, loro due, assumevano lo stesso ruolo - ed importanza - data all'abero in una recita scolastica. Un fallimento. Esattamente come l'esame Genin errato per dettagli che ancora adesso lasciano divampare la rabbia nel petto. Di Raido? Al momento non s'avvede, perdonatela. [5 Kunai] [5 Fuuda] [Nagitana] [Colline] Gli incontri del pomeriggio lo hanno reso dannatamente sospettoso, anche troppo per i suoi standard. Se un mukenin può varcare così facilmente i confini del fuoco, perchè non dovrebbe farlo con quelli dell'erba? Certo, Konoha non ha un gigante di venti piani a sorvegliarla ma non basta comunque, lo si può evitare o quanto meno prendere in giro in qualche modo. Lo sa lui e lo sanno anche altri, nonostante trovarselo davanti non sia il massimo. Il passo dell'Oboro procede tranquillo e spedito per le colline di Kusagakure, godendosi quel paesaggio e quel posto che vede per la prima volta, realmente, da quando è tornato, troppo occupato a piangersi addosso, a pensare a tutti gli errori e non a come andare avanti. Una mezza idea ce l'ha ma ora che ha aperto gli occhi, tutto diviene più chiaro e lucido, la testa funziona meglio, ha chiaro l'obiettivo e chiaro chi è. Non più il Raido di un tempo, per fortuna, ma uno nuovo, rinnovato, un ninja cambiato ma, allo stesso tempo, capace di essere se stesso quando la situazione lo richiede ed è da li che parte il suo ritorno al mondo. Tornare ad essere temuto ed ammirato da chiunque, tornare ad incutere timore e paura in chiunque minacci la pace che con fatica si è andati a costruire. Sospira assaporando l'aria fresca che il paese ha da offrire, un paese che attende di rinascere più forte di prima e lui avrebbe contribuito andando alla ricerca di coloro che lo hanno tradito e hanno portato la guerra eppure questo pensiero viene accantonato nel momento in cui una figura viene avvistata. Da lontano gli sembra una ragazza, una donna ma non può averne la certezza seppur adesso riesca a vedere tutto infinitamente meglio con il chakra che agisce in ogni sua parte del corpo, amplificando i suoi sensi uno dopo l'altro rendendo un vero e proprio shinobi. D'istinto la destra si piega verso l'interno con la mano aperta che va ad avvinghiarsi attorno all'elsa della katana andando ad estrarla dal fodero, portandola all'esterno. Chiude le dita tenendole ben strette su di esse mentre si avvia in direzione di Hoshiko, passo veloce ma tranquillo e sicuro, una sicurezza che ostenta con nuova fierezza <Buonasera> esordisce l'Oboro nei confronti della deshi <Trovare qualcuno a quest'ora della sera, da sola, quando dei Mukenin sono a piede libero, non è normale> non ha peli sulla lingua ne perde tempo. Si ferma a circa 3 metri da ella, così da lasciarle il giusto spazio vitale <Come vi chiamate e cosa ci fate qui?> ancor più diretto con le domande. [Chk On][Katana Equip] L'esplosione mancata al lancio del Kunai, è esattamente equiparabile alla maledetta nota che stona nella melodia da ella decantata. Kagami, un giorno la tua testa verrà staccata dal collo e donata in pasto ai cani, una fine degna per l'inutilità di un'essere che se dovesse sparire non riuscirebbe a mutare neanche di una virgola l'umanità circostante. Prosegue la passeggiata, flemmatica tanto da strusciar casualmente i talloni sul terriccio. Di Raido, inutile specificare, si accorgerà solo quando le distanze risulteranno esser ridotte, e la voce maschile, fenderebbe l'etere nel quale solo lo sfrigolar delle fronde ne spezzava il silenzio disarmante <tsk..> aria gettata all'esterno nonostante la dentatura chiusa, non arresta le movenze, bensì, raggirerebbe l'uomo sollevando la mancina a mostrar il palmo verso di lui, una sorta di ammunimento tacito, indiretto. <Risparmiami la paternale, è una raccomandazione fin troppo ripetuta> iridi che non si spostano dall'orizzonte, perchè degnar di uno sguardo colui che, senza apparente motivo, sguaina un'arma dinanzi ad una signorina innocente nel bel mezzo delle colline? <non disturbar la tua katana per così poco> conclude rivolgendogli infine le spalle, ma qualcosa le fa inchiodare la suola degli stivaletti al suolo, quante volte, incontri del genere, son sfociati in tragedie o palle al piede. Meglio non stuzzicar una bestia, apparentemente, dormiente. Ruota il capo in sua direzione, quanto basta per rifilar un'occhiata in tralice utilizzata per soppesare lo straniero <...> assottiglia le palpebre coadiuviando uno schiocco di lingua rumoroso, seccata a tratti <Hoshiko Hotaka> flebili le corde vocali, un canto di sirena carezzevole all'udito, morbido quanto una piuma sospinta dal vento <faccio pisciare il cane, sai, adorano marcare il territorio> a Kusa lo fanno di continuo, basti vedere Yukio, o lo stesso Kasei che prima la infanga e dopo la carica in spalla per fuggire. Patetici. <Ed invece, questa sera, con chi ho il piacere di parlare, affascinante spadaccino?> ironico è il tono, ma non si riesce perfettamente ad evincere date le espressioni parzialmente celate. Lo fronteggia, ma mai quei tre metri verrano - almeno da parte sua - accorciarti in qualsivoglia maniera. [Colline] Domande semplici e constatazioni ancor più semplici quelle portate avanti dal Jonin il quale ha delle motivazioni ben precise ma forse l'approccio non è proprio il massimo. Alla fine non gliene importa niente, sa bene che il pericolo è realmente dietro l'angolo, lo ha visto prima e chiunque, ora come ora, può essere considerato tale se non peggio. Una ragazza si, ma niente gli dice che non sia una traditrice anche lei come la stessa Sango o qualcosa di più. Non avverte chissà quale pericolo provenire da lei ne chissà quale minaccia, anzi, i suoi sensi sono piuttosto tranquilli. La katana ancora stretta nella destra, a quei tre metri di distanza, si sofferma sulla giovane la cui maschera ne copre totalmente il viso. Attende pochi attimi prima di vederne e di udirne la reazione, con un semplice verso dapprima e poi una mano che si ferma dinanzi a lui. Un palmo ben aperto per fermarne la parlata. Inarca un sopracciglio a tale reazione prima di sorridere e lasciarsi andare ad una lieve risatina <Bene, anche una ragazzina spavalda adesso> e di conseguenza va a riporre la katana nel rispettivo fodero <Se te lo hanno già detto in molti un motivo ci sarà> ovviamente, mica lo dicono tanto per dire <Per il semplice motivo che non so con chi ho a che fare e farmi trovare impreparato...mi secca> memore di come la Ishiba lo abbia preso alla sprovvista facendogli fare, letteralmente la figura del fesso. Continua a scrutarla, anche quando va a dargli le spalle, non si sente offeso quanto più divertito dal modo di fare della ragazza e ne ode anche il nome nel momento in cui volta il capo, riuscendo a scrutarne gli occhi con maggiore attenzione <E dimmi Hoshiko, metti la maschera per passare inosservata? O per non lasciare sospetti?> una contraddizione? Molto probabilmente <Neanche fossimo in una pandemia> commenta sarcastico volgendo lo sguardo altro, osservando le colline, pensieroso ma attento, guardia alta cercando di non lasciarsi scappare movimento alcuno. Vuole e deve vedere tutto ciò che accade intorno a lui, i conquistatori di Oto possono essere nei dintorni e ciò vuol dire pericolo imminente <Ah si? E dov'è questo cane? Non mi pare di averlo visto> allargando le braccia per indicare varie direzione e con una faccia di chi vuole prendere in giro, un so tutto io in pratica, o quasi. <Raido Oboro, Jonin di Kusagakure> nome completo più titolo all'interno del villaggio. La fama continua ad odiarla ma se deve tornare quello di un tempo non può fare a meno di pronunciare il proprio nome completo <Spadaccino sicuro, affascinante ho i miei dubbi> perchè dopo gli ultimi anni di fascino ne è rimasto poco e niente, tutta ruggine e rabbia. [Chk On][Katana equip]
Giocata dal 06/10/2020 18:38 al 07/10/2020 00:48 nella chat "Colline"
Lo soppesa, flemmatica, potrebbe quasi risultar fastidioso il ripercorrere perpetuo dei cremisi lungo l'intero corpo di Raido dinanzi a se, ma a tutto c'è un termine, per questo, con uno sbatter di ciglia coadiuviato allo schiocco della lingua, trancia lo studio <ragazzina spavalda...> ripete a bassa voce, fugacemente quanto la frusta simulata dalla mancina guantata, schiaffeggiata per aria quanto il nomignolo affibiatole <sono una persona freddolosa, Oboro, odio quando mi si ghiaccia il naso e, in questo periodo dell'anno, l'estate non può che essere un vago ricordo> non elargisce dunque una vera e propria spiegazione, perchè mai dovrebbe, certamente non vi sono regole che impediscono ad una creatura di vestirsi come più gli piace. La scuola con la divisa dovremmo averla abbandonata tutti da un pezzo. All'udir sulla pandemia, spontaneo è il sorriso che inizia ad incurvar gli angoli delle labbra, peccato però che mai saranno visibili a presenze estranee <potremmo invece, questi nemici non li ho mai incontrati, magari, sono sparsi nell'etere pronti ad infettare i nostri poveri polmoni> solleva con sufficenza le spalle, tuttavia, la domanda fa scattar il capo verso la boscaglia. Giusto. Dove diavolo è finito Kasei? <non so, non mi è permesso seguirlo durante questi rituali prettamente maschili> ci riflette un po su utilizzando una pausa muta durata giusto un minuto <e neanche mi interessa trovarmi davanti agli occhi ciò che risiede nelle vostre mutande> disgustoso. Crede. Boh. Non ne ha la più pallida idea <a te piace essere seguito quando pisci?> sembrerebbe ingenua, ma nasconde una tonalità più canzonatoria, ironica e, perchè no, se ne beffa un po. <Spadaccino dunque, ho indovinato...non che fosse difficile farlo> indica l'arma con un cenno del mento <anche io sono appassionata di questi giocattoli...> si, per lei son considerati tali, se non amici, compagni, fedeli alleati durante scontri e battaglie <hai finito di essere così sospettoso? Mi fai noia> termina ruotando l'intero corpo affinchè possano essere rivolte le spalle e procedere con il suo cammino. Folle? Si. [Colline] Spavalda l'ha chiamata proprio così, per via del suo modo di parlare e di rapportarsi, non che lui abbia dato molta altra scelta essendo arrivato con la katana sguainata ma come potrebbe non farlo? Ha da poco lasciato andare una mukenin che lo ha colto di sorpresa, ha rischiato letteralmente la sua vita non molte ore fa ma, per fortuna, tutto è finito in modo tranquillo e decisamente in modo inatteso. Non commenta il dire altrui se non quando va a spiegare il motivo di quella maschera che porta in viso. Inarca un sopracciglio, le labbra si aprono leggermente e la guarda stranito, preso in contropiede da una risposta strana e dal tono vagamente ironico, come a volerlo sfottere per non essersi fatto gli affari propri <Si...certo> va a dire scuotendo il capo, non sapendo realmente come commentare <Oppure ti vergogni, comprensibile> una smorfia a crearsi sul viso del Jonin mentre la propria arma viene riposta in quel fodero. Non ha bisogno più di difendersi ed è sicuro che la ragazza non è una minaccia o si sarebbe comportata in altro modo. Ad ogni frase pronunciata dall'Oboro arriva una risposta istantanea capace di lasciarlo di stucco e non sempre in positivo, questa volta ci rimane sul serio andando a squadrarla meglio, con maggiore attenzione per poi sospirare. Un sospiro profondo e sentito <Fai sul serio?> le chiede sorridendo mentre gli occhi vanno a portarsi sulle colline notturne, una notte stellata, tranquilla anche se rischiosa. Molti sono i pericoli di quelle zone, specie con dei mukenin in libertà eppure, al momento, tutto ciò tace e la quiete regna sovrana in quel di Kusa. Si ritrovano a parlare del cane di lei, portato fuori, all'esterno <Non ti è permesso? Non è tuo il cane?> chiede incuriosito da quelle parole ma sono le parole successive ad insinuare il dubbio in lui <Non parlavamo di un'animale? Sicura che è un cane quello con cui sei venuta qui?> e ora la guarda con maggiore serietà, dubbioso sul dire della donna <Dipende dalla compagnia> sincero, tanto, perchè nascondere una cosa del genere <Ma toglimi una curiosità, Hoshiko> si ferma qualche attimo <Siamo distanti sia dal villaggio della foglia che da quello dell'erba, solitamente lo porti tanto lontano?> ennesima domanda rivolta alla deshi perchè, la situazione, non gli è molto chiara. Alza le spalle nel suo riscontrare la natura del Jonin <Ah si? Hai dimestichezza con le armi?> attirando nuovamente la sua attenzione in un argomento che gli piace e non poco. Sospira facendo qualche passo avanti per guardare meglio panorama, gustarsi le colline di Kusa <E tu non instillare il sospetto> semplice, che ci vuole. [Chk On][Katana equip] Si inarca il sopracciglio, coadiuviato al passo letteralmente inchiodato che trancia di netto la camminata da prima cominciata <di cosa mai dovrei vergognarmi, Oboro?> scandita risulterà la frase pronunciata, flemmatica quanto il suo ruotar parzialmente il busto affinchè, un'occhiata in tralice, sia rifilata nuovamente al suo cospetto <fatti gli affari tuoi> chiude. Acida, fredda quanto l'aria serale che si mescola all'umidità autunnale. Sospira nuovamente nell'udir l'ennesimo interrogatorio, e, se lei il naso se lo copre per il presunto raffreddamento globale, l'altro par volerlo ficcare ovunque, anche in posti decisamente non consigliabili. Mani che si sollevano per aggiustar il guanto in pelle nera della mancina, la destrorsa, infatti, ne pizzica il lembo del polso con l'indice ed il pollice, puntando il mignolo verso il cielo quanto chi vorrebbe ostentare una nobilità mai appartenuta <un animale? Beh, siamo tutti considerati tali agli occhi della natura, non credi?> breve pausa, se la ride sotto i baffi - che non ha - lo si evince dalle spalle che si smuovono in preda a piccoli spasmi <il mio cane...> riprende con una voce più strozzata. Oh, Kasei, se solo sapessi come ti presenta agli occhi di estranei daresti davvero di matto <è bipede> precisa, non ci vuole un genio per dedurre che sia palesemente un'essere umano. Non continua tuttavia su quel discorso, passando dunque ad argomentazioni decisamente più interessanti. Sospira, sgattaiola via dalle narici l'aria, tacita, quanto il vento ad accarezzar la lunga chioma argentea a danzar nell'etere <Cerco solo di allontanarmi il più possibile dall'Hasukage. Yukio non è esattamente una persona molto socievole ed assoggettarmi la mente non è stata una gran bella mossa...sempre se voleva puntare sulla simpatia> mai rimane ferma, rassetta gli abiti, gioca con le dita attorno alle ciocche, rigetta l'attenzione al cielo stellato, stranamente, limpido <se per te instillare un sospetto è passeggiare tra le colline con un bavaglio addosso, direi che dovresti rivalutare parecchio il tuo modo d'osservar chi ti circonda.> e quando vengono nominate le armi, sarà l'arto superiore sinistro a puntar alla volta fino a piegar il gomito, l'avambraccio - che forma un'angolo retto - riuscirebbe a far raggiungere alla mano la nagatana posta in diagonale sulla schiena. Sfrigola nel mentre vien tirata all'esterno e, una volta liberata, attraverso un semplice gioco, il bastone verrebbe roteato a 360° manco un gioco circenze, terminando l'atto con la lama schiacciata al terreno ed il lato opposto ad oltrepassarle l'altezza del capo <Qualcosa la so fare. Devo ancora imparare ma tutti sono fissati con gli sdoppiamenti ed gli spettavoli illusori...mai qualcuno che combatta decentemente utilizzando il Chakra solo nel momento opportuno> [Colline] L'acidità della ragazza non viene di certo nascosta, al contrario, la mostra in tutta la sua essenza senza pensare alle conseguenze. Solito sopracciglio che viene sollevato, quasi divertito quanto sorpreso nel notare il caratterino altrui <Di quello che vi è sotto la maschera> una risposta semplice e diretta, priva di qualsiasi ironia, tanto, cosa ha da perdere <Quale caratterino. Come vuoi ragazzina> alzando le mani e smuovendo le dita ed a sua volta glissa sull'argomento maschera non andando ad insistere più del dovuto. Ognuno ha i suoi motivi per fare ciò che fa e di certo non va ad indagare in quanto, Hoshiko, non sta effettivamente facendo nulla di male. Sorriso scostando gli occhi altrove, ad altre parti della collina e poi al cielo <In fondo in fondo si, lo siamo tutti> non può darle torto, la loro discendenza genetica parla fin troppo chiaro e poi, ecco che la verità giunge alle orecchie del Jonin, una verità intuibile e che ora ottiene conferma. Ridacchia appena scuotendo il proprio capo <Insomma, sei venuta qui con il tuo ragazzo a fare chissà cosa e lo spacci per un cane che fai i bisogni? E' la prima volta che mi capita una cosa del genere> ridacchiando ancora sinceramente divertito. Non ha mai sentito una cosa del genere in vita sua e forse non sarebbe mai più successo, c'è sempre una prima volta per tutto e questa ne è la prova più tangibile ma le successive parole di lei lo portano a far scomparire quel sorriso. Il viso si incupisce e di punto in bianco la serietà fa sprofondare il suo volto in un silenzio tombale in cui l'attenzione è tutta per la deshi <Allontanarti da lui?> chiede strizzando appena gli occhi cercando di non perdere alcuna sillaba <Assoggettarti la mente? Cosa ha fatto?> le chiede ovviamente, sempre più curioso <E poi, ti posso garantire che Yukio è anche fin troppo socievole, bisogna andargli contro per farlo arrabbiare. Tu cosa hai fatto?> tante domande una dopo l'altra con il preciso scopo di capire e comprendere la posizione della ragazza. Non replica al successivo di lei dire, va avanti non dandole neanche retta su quelle parole, almeno fin quando non va a togliere la propria arma dalla schiena, facendola roteare. Osserva in silenzio aspettando che finisca l'esibizione della soubrette <A cosa serve il chakra quando usi le armi? A poco, ecco la risposta> commenta facendo qualche passo indietro <Fammi vedere cosa sai fare>. [Chk On][Katana equip] Sciocca ancora una volta la lingua contro il palato, l'arma permane con la lama rivolta al terreno, tuttavia, la infilza di scatto imprimendo forza sul manico nell'esatto momento in cui, l'appellativo, viene nuovamente pronunciato <Hoshiko. Non ragazzina...vecchio> rimbecca mantenendo alto il livello di acidità da prima dimostrata, ma è ciò che sussegue a farle divampar l'orgoglio, come alcol gettato su una brace ardente. Solleva la Nagitana fino a distenderla perpendicolarmente al suolo, ferro che mira Raido, indicandolo <non è il mio ragazzo. Non ho bisogno di queste stronzate nella mia vita, i legami sono solo delle fastidiose metastati tumorali che ti trascinano lentamente nel baratro> nodo allo stomaco che inizia a stringer le viscere. Una madre è stata capace di disprezzar la figlia, un padre, di tentar l'omicidio per essere accettato dalla società, infischiandosene dei sorrisi, dei caldi abbracci che coccolavano l'anima ed il cuore. Tutti siamo solo pezzi di carne devoti ai piaceri ed ai bisogni. Tutti verremo usati, masticati e cagati via dalla vita quando, di noi, non rimarrà più nulla da poter assimilare. Nota il cambiamento d'umore, questo la porta ruotar le orbite, seccata dal continuo sospetto nei propri riguardi <non stavo facendo nulla, stavo procedendo ad andarmene da Kusa come dichiarato per tornarmene nel mio villaggio. Ha detto che gli servo> spiegazioni abbastanza superficiali, non trova la necessità di spiegar oltre <e poi che ne so, è apparso un demone, ha parlato di una certa Kimi che sarebbe sua figlia, e Sango. Non sono stata tanto attenta> mente, ma non vi sarà nessun segnale a lasciar comprendere su cosa e quanto, questa bugia, sia stata costruita <socievole? Voleva andare a bere forzatamente...solo perchè ho rifiutato ha voluto mostrare tali capacità? Tsk...> finge stizzimento, scuote la lunga chioma argentea, ma vien terminato tutto a quell'invito che la spiazza. Ripiega lateralmente il capo, dubbiosa <che ci guadagno?> Hishiko...<facciamo così, se ti colpisco..> sposta l'arma a mirar sul cavallo altrui <mi fai vedere cosa avete tra le gambe voi uomini> la curiosità è femmina, ma non sarà un po troppo? E da qui si evince quanta inesperieza vi è dietro la relativa giovinezza posseduta. Senza attendere alcuna risposta in merito, lascia ricadere il silenzio, spezzato solo dal fruscio d'erba spostato dal lento soffiar della brezza serale, palpebre calate affinchè aumenti la concentrazione che l'aiuta a visualizzare ed immaginare due sfere di energia, pura essenza risiedente in ogni creatura che attende solo d'esser risvegliata. Come lo Yin e lo Yang, esse viaggiano in due linee parallele certo, ma affiancate per viaggiare verso la stessa direzione fin quando verranno mescolate in un'unico agglomerato proprio al centro del petto dove, le mani guantante, andranno simular il simbolo della capra. Eleganti le dita, si aprono gli tsubo che vengono irrorati dal Chakra come un fiume in piena, dovrebbero divenir più sviluppati i sensi, fortificate le fibre muscolari, affinato l'udito e la vista. Ecco a cosa serve. Unire mente e corpo per raggiungere l'equilibrio perfetto. Pioggia e sole, notte e giorno. Respira. Iniziano i giochi. [Tenta richiamo Chk] [Nagitana] [4 Kunai] [4 Carte Bomba] [3 Fuuda] [Colline] Una parola, una singola parola basta e farlo innervosire, un nervoso decisamente diverso da quello classico, un nervoso come prova del suo star invecchiando e per davvero. Non sa per quanto ancora può andare avanti ma una cosa è certa, gli anni passano anche per lui ed il viso, difatti, è decisamente più maturo rispetto alla prima volta che ha messo piede a Kusa, un uomo si ma a tratti ancora un ragazzo inesperto che della vita ha vissuto solo una parte e mai nella sua totalità <Vecchio?> si schiarisce la voce <Alla mia età mi chiami vecchio? Beh, allora tu sei una lattante, ti porto il biberon la prossima volta? O preferisci il pannolino di scorta? Perchè quello che hai tra un po' dovrà essere cambiato> chissà cosa intende, minaccia? Probabile ma di quale tipo non è dato saperlo, anzi, tutto il contrario, non dice niente di più lasciandola con quel dubbio amletico per la testa. Parla del suo ragazzo ma la reazione va a dire tutt'altro, combatte ferocemente contro quell'appellativo <I legami fastidiosi? Si vede che sei giovane, ragazzina. Rimanere da soli è ciò che di più brutta possa esserci ma non puoi capire. Evidentemente non hai mai provato il calore nell'avere qualcuno accanto, un amico anche> andando ad attaccare a sua volta ma senza acidità, senza cattiveria, dicendo solo quello che pensa, la pure e semplice verità della situazione. Umetta le labbra passando su di esse la lingua in un lento movimento prima che quest'ultima prenda a parlare di Yukio e di quello che è successo. Frasi strane che non comprende a pieno, non ha visto la vicenda e non ha idea di cosa possa essere realmente successo <Lasciare Kusa in questo periodo non è sicuro> va a dire il Jonin in base alle proprie conoscenze. Nell'udire il nome di Sango si zittisce, strizza gli occhi osservandola meglio. Nuovamente lei, questa volta in un'occasione differente e ciò lo porta a pensare che, quell'incontro, non è del tutto casuale <E' Yukio, che pretendi? Andavi a bere con lui, due bicchierini e diventava il tuo migliore amico> non è difficile da comprare il Tessai, questo lo ha capito perfettamente in tutti quegli anni. Sospira al dire lei, a quello che ci guadagna. China lo sguardo per osservare il proprio cavallo. Cosa ha tra le gambe. Una piccola smorfia <E va bene ma se non ci riesci, torni a Kusa stasera stessa e ti fai allenare. D'accordo?> allenare da lui ovviamente, lo sottintende. Ne guarda le movenze mentre richiama il chakra e lui? Non estrae la katana, la lascia all'interno del fodero, non ne ha bisogno. [Chk On][Katana equip] [Colline] Permane immobile l'Uchiha sotto uno degli abeti non distanti da una certa coppia che sembra finalmente arrivare ai ferri corti. Le color iridi, color vermiglio, bypassano la vegetazione , ben poca, che li separa. Forse una decina di metri tra la posizione attuale dell'Uchiha e quella della figura femminile, la pupilla sembra restringersi vagamente quando vede l'altra comporre il sigillo della capra. Permane appoggiato con la spalla sinistra al tronco di abete, braccia conserte e orecchio teso ad apprendere semplicemente quanto viene detto da entrambi. Indossa una semplice maglietta nera con scollo a V che scopre parzialmente il petto, un pantalone nero con falda che si allarga leggermente all'altezza dei polpacci e sandali in cuoio ai piedi. Tutto il vestiario sembra aver passato tempi migliori, una serie di strappi adornano il tessuto della maglietta e del pantalone mostrando porzioni di pelle nuda qui e là.Un leggero strato di polvere e fango ricoprono qui e la scarpe e pantaloni, bende, ormai di un bianco sporco, ricoprono gli avambracci del ragazzo partendo dai polsi, al di sotto di esse, lungo il braccio sinistro, scorre arrotolato il filo di Nylon. Un semplice cappio assicura una delle due estremità del filo alla base del pollice della mancina. Capelli leggermente lunghi portati all'indietro, fronte che viene lasciata completamente scoperta e corona di croci che permane in bella mostra, un doloroso abbraccio cinereo che marca con prepotenza il capo dell'Uchiha. Lunghi attimi di silenzio poi il corpo del ragazzone riprende vita, come una statua di sale dal nulla ricomincia a muovere il passo in direzione dei due andando a palesare anche la propria presenza. < Ma lei Ha un amico...> La voce abbandona le labbra, bassa e vagamente roca come al solito, avanza mantenendo le braccia giunte al petto mentre il color vermiglio nello sguardo va a "spegnersi" rapidamente.La fiamma negli occhi del ragazzo lascia spazio a neri carboni color notte. < Detto ciò non ha alcun senso tale scommessa. Lei non tornerà a Kusa, non oggi> Si limita ad asserire continuando ad avanzare provenendo dalle spalle della figura femminile. < Io temo di essere...> E mozza momentaneamente quella frase andando a sfiorare giusto qualche istante con lo sguardo la figura della donna. <Il cane...> Annuncia per poi tornare a posare la propria attenzione e il proprio sguardo sulla figura di Raido. <Kasei Byaku, piacere di conoscerla.> [Chk: ON][24/25][3xfuuda/Filo di nylon] Le verrebbe da sbadigliare. Anzi, lo fa. Inutile coprir la bocca dato il bavaglio, ma rumoroso è il sospirare che esordisce con una certa teatralità <i pannetti li usano anche i vecchi, al massimo, ce li cambiamo a vicenda, nonno> sfarfallano le palpebre, come se godesse nell'avvertire il nervosismo palpabile che ha stimolato nell'interlocutore. Ode quelle belle parole sui legami tra le persone, ma le viene da ridere, qualcosa di crescendo che sfocia divenendo più fragorosa, tanto da farle salir le lacrime agli occhi <calore...fin quando cercano di ucciderti se diverso da ciò che l'intero mondo desidera che tu sia. Fin quando, per rimanere al tuo fianco, saranno costretti ad allontanarsi dalla massa e, l'amore, verrà sostituito dall'odio e dal rancore> solleva le spalle con sufficenza < La solitudine può portare a forme straordinarie di Libertà> s'incurvano gli angoli delle labbra, malapena potrebbe essere percettibile il movimento attraverso la stoffa <non capisci, la mia permanenza a Kusa sarebbe stata pericolosa e non il mio allontanamento da tale Villaggio che, di base, non mi appartiene> chiarisce il concetto, tuttavia, nell'esatto momento in cui sta per replicare sulle condizioni di tale scommessa, la voce di Kasei le fa scattar lateralmente i cremisi data la provenienza dalle sue spalle. Inarca un sopracciglio. Lui, amico? Oh no, ma di sicuro le appartieni. Ruota il cranio, quanto basta per incrociar gli sguardi quando sarà proprio il ragazzo a rifilargliene uno <oh, hai già finito?> canzonatorio il tono, finge di essere innocente riguardo al nomignolo affibiatogli durante la chiacchierata con lo sconosciuto <dice di volermi allenare...credi che cambierà idea quando gli dirò che sono di Oto?> forse si, forse no. Chi lo sa, scopriamolo durante la serata <magari può rendere tutto più frizzicarello> una bambina con dinanzi il giocattolo nuovo, questo sembra. Tuttavia, non se lo fa ripetere due volte in quanto, il non estrarre la katana, la incita maggiormente a voler procedere con il primo attacco. Tra loro, la distanza è di circa [3 metri], non molta in effetti, perfetta per l'ingaggio di un colpo in procinto di sbocciare. La Nagitana è parallela al suolo ed ancora punta il bersaglio sito dinanzi a se, vien trascinata la gamba sinistra indietro lasciando la destra a sovrastarla sul quale vien rigettato l'intero peso corporeo. Flette dunque il ginocchio coadiuviando il mancino ripiegato parzialmente affinchè, il bicipite, aderisca al costato e carichi l'offensiva. Finalmente la suola del piede nelle retrovie vien distaccata, uno slancio in avanti mescolato all'arma spinta durante l'intera distenzione dell'arto dominante, ciò che cerca di fare non è esattamente colpirlo, ma bensi tagliargli il fianco data la mira fittizia che vede come unico punto la zona del busto. Inesperta? Ancora una volta si, l'importante è divertirsi, no? Iniziamo con cose semplici [Chk On] [Tenta spostamento di 1 Metro] [Tenta colpo sul fianco + Mira] [3/4?] [Colline] La domanda viene piazzata, una scommessa è in ballo eppure viene momentaneamente interrotta dall'arrivo del compagno di Hoshiko, il quale attira l'attenzione del Jonin. Volge lo sguardo in sua direzione osservandolo dalla testa ai piedi, inarcando un sopracciglio. Probabilmente ha finito di fare i propri bisogni fisiologici, sperando si sia pulito <Non abbastanza amico allora> commenta guardando lui e successivamente lei, osservando la ragazza prima di tornare a guardare Kasei, vedendolo avvicinarsi ancora annunciando come quella scommessa non valga niente lasciandolo, a conti fatti, stranito e preso in contropiede <Lei ha cominciato e questa è la posta, se mi colpisce, torna a Kusa> non indietreggia nel suo dire, anzi, resta fermo ed irremovibile <E comunque è strano, ha un caratterino del genere ma decidi tu. E' una sorta di relazione dominatore e dominatrice?> le prova tutte, un po' perchè si deve fare gli affari altrui ed un po' per infastidire lei dopo che gli ha dato bellamente del vecchio, un'errore inconcepibile di cui si sarebbe pentita. Le labbra si distendono appena, un mezzo sorriso si va a creare sul viso del Jonin <L'hai fatta tutta?> non è riuscito a trattenersi, più forte di lui ma l'istinto ha preso il sopravvento. Annuisce all'altrui presentazione <Raido Oboro> andando a dare il proprio di nome. Riporta l'attenzione su Hoshiko e sulla di lei replica in merito all'età di entrambi. Strofina le labbra tra loro <Mi dispiace, indosso solo roba pulita> perchè fermarsi è un optional, perchè dovrebbe? Non ha motivo di dargliela vinta. Si zittisce ascoltandola, sentendo quella sottospecie di sfogo, probabilmente sul di lei passato e su quello che ha subito <La solitudine serve solo a capire cosa non si ha e gli errori commessi, non è mai un bene ed a lungo andare, anche la solitudine diventa un peso> ne sa qualcosa avendo passato gli ultimi mesi della sua vita rinchiuso in una cella <Non ti appartiene? Ne sei sicura?> glielo chiede perchè quelle parole non riescono a convincerlo. Nota come la ragazza vada a parlare con il genin ma sono le successive parole che fanno scattare in lui una molla. Il villaggio del suono <Sei di Oto?> improvvisamente qualsiasi sorriso svanisce dal di lui viso <E lo è anche lui?> chiede andando a guardare Kasei. Tutto tace, con la coda dell'occhio guarda Hoshiko muoversi, correre verso di lui con la propria velocità ma i movimenti della giovane sono troppo lenti per i riflessi del Jonin il quale va a flettere leggermente le gambe piegando le ginocchia, avvicinando coscia e polpaccio. Il piede destro viene posto più in avanti e sollevato facendo poggiare soltanto il tallone a terra, tenendo la pianta sollevata. Si prepara ed alla fine tenterebbe di indietreggiare di 3 metri all'indietro eseguendo un semplice scatto. Nel farlo mettere forza nei piedi, in particolare in quello destro spingendo il tallone sul terreno per cercare di darsi lo slancio all'indietro ed effettuare il salto così da evitare l'attacco portato avanti dalla deshi <Troppo lenta> commenta serio in viso <L'attacco è banale> altro commento ma non dice altro attendendo una replica da parte sua od un nuovo attacco. [Chk On][Katana equip][Tentativo spostamento all'indietro 1/4][Agilità 125][Mente 125] [Colline] Le iridi color nero pece restano indirizzate verso la figura maschile, lo osserva cn attenzione squdradolo da cpo a piedi e lasciando che entrambi si esprimano senza intromettersi. Vede il colpo dell'arma della donna partire ma quello che non riesce a vedere è la reazione altrui che immediatamente gli ricorda quella serata con Yukio. L'Uchiha non sembra scomporsi e anzi le labbra vanno ad arcuarsi nell'angolo superiore destro della bocca lasciando intravedere cosi la bianca dentatura. Solito sorriso sghembo e divertito che va a macchiare indelebilmente l'espressione del giovane che ora torna a dischiudere le propire labbra lasciando uscire la voce. < Ribadisco... Scommessa inutile> Sibila appena mantenendo quel tono divertito per poi proseguire dopo alcuni attimi di silenzio. < Non lo colpirai neanche con dieci lame>...< In realtà non lo colpiremmo neanche insieme molto probabilmente. Temo proprio siamo di fronte ad un altro di quei mostri... Di quei muri> Accenna appena lasciando un semplice sottinteso alla compagna di disavventure. < Yukio ha deciso di lasciarci andare, non so per quale scopo ma per quel poco che lo conosco sicuramente facciamo parte di qualche suo piano folle e dunque se anche tu decidessi di riportarci a Kusa molto probabilmente sarebbe lui stesso a farci evadere dalle prigioni> Ammette scoppiando a ridere per poi proseguire. < Comunque vada a giudicare dai tuoi movimenti nessuno di noi due potrebbe opporsi se decidessi di riportarci con la forza>...< Ergo> Lento il passo andrebbe a riprendere la propria marcia esattamente nella direzione di Raido ora, cercherebbe di oltrepassarlo e dargli semplicemente le spalle. < Per quanto riguarda il resto>...< Non che debba interessarti>...< Ma diciamo che semplicemente siamo diventati amici da poco!> Esclama scoppiando a ridere ancora una volta. Intanto quella nera fiamma all'interno del corpo dell'uchiha continua ad ardere con rinnovata potenza, lingue ardenti di chakra continuano ad irrorare il proprio corpo lambendo ogni spazio di carne dall'interno. [Chk: ON][24/25][3xfuuda/Filo di nylon] Il colpo, ovviamente, non riesce a raggiungere l'obbiettivo. Ancora troppo lenta. Sospira rilassando la muscolatura nel mentre posiziona verticalmente l'arma affinchè, la punta, sia rivolta al cielo notturno ed il finale del manico piantato al suolo. Entrambe le mani guantante avvolgono l'asta sul quale rigetta l'intero peso sino a poggiar la tempia sul proprio avambraccio <Un giorno riuscirò ad abbattere questi muri, Kasei...ma per ora non ci resta che raggirarli> filosofia di vita che l'ha aiutata a sopravvivere in un mondo fin troppo grande per una miniatura come lei, ma ciò nonostante, non si può far altro che crescere, apprendere, migliorare e scalare la vetta. Cremisi che continuano ad osservar i cambiamenti sul viso di Raido, specie nello svelar la provenienza che, evidentemente, lo ha spiazzato <si, da Oto, quindi?> pregiudizi? Sicuramente, ma che le importa <motivo in più per non poter tornare a Kusa...perciò, credo che sia inutile proseguire tale scommessa, non ti farai colpire> sembrerebbe a tratti desolata, scende l'occhio sul cavallo dell'ormai ex bersaglio, insistente. Imbarazzante <Però mi aveva promesso di farmi vedere il pisello!> bambina viziata, capricciosa, non teme la reazione di Kasei a tale affermazione, o cosa potrebbe pensare data la mancata presenza nel discorso precedente avvenuto tra i due <banale? Non volevo sprecare le mie forze, credevo l'avresti fatta più facile...non ti stuzzicava l'idea> lo punge verbalmente, nulla di maligno sia chiaro, trattiene la stessa ironia con il quale hanno iniziato dal primo incontro. Scivolano le iridi sul compagno, egli ribadisce il rapporto nato tra i due che, però, lei non riesce a catalogare come tale in quanto non ne conosce il reale significato. S'assottigliano le palpebre e, nel mentre ripone l'arma diagonalmente alla sua schiena, smuove i primi passi per seguir l'altro, in procinto di affiancare Oboro subito dopo <dominatrice...dominatore> ripete, ci riflette, ma tutto cade così com'è giunto preferendo, dunque, il discorso filosofico che par toccarla fin troppo <Si può essere soli anche in mezzo alla gente. Sai, è incredibile come gli altri manchino nei momenti in cui se ne ha bisogno; passi giorni, mesi, anni interi con qualcuno a cui non hai da dir nulla e nel momento in cui hai da dirgli qualcosa, magari scusami, aiuto, lui o lei non c'è> ed allora, dov'è quel calore di cui tanto vi riempire la bocca? Dove finisce? <qualcosa ti turba?> fugace è il cambiamento. < comunque no, Lui no> precisa. [Colline] Sospira ma ascolta lo stesso le parole di Kasei, non tanto sulla scommessa quanto su quello che va a dire in seguito. Il sopracciglio destro va ad alzarsi per l'ennesima volta, guarda il ragazzo e lo osserva mentre si muove e alla parola mostro va a sorridere con fare ironico <Non hai ancora visto come sono i veri mostri, ragazzo> risponde con tono pacato a quelle parole <Ma suvvia, non sono così male dopotutto> però non può dargli torto, ora che è tornato finalmente in se è consapevole della propria forza e di cosa sia capace di fare. Consapevole di come agire al meglio delle proprie possibilità riducendo al minimo la fatica <Per ottenere ciò che ho io, serve solo l'allenamento. Non uso ninjutsu come molti shinobi e le mie capacità dipendono solo ed esclusivamente da me> e dall'impegno che ha messo in tutti quegli anni, temprando il fisico e la mente giorno dopo giorno senza mai arrendersi o fermarsi. Il dire di Kasei, però, è abbastanza rivelatore e se ciò che dice è vero, tutto quanto cambia <Con la forza? E pensi davvero che vi porterei a Kusa con la forza? Conosco i vostri nomi e tra i ricercati non ci siete, dunque, per quanto mi riguarda, non ho obblighi verso di voi> non deve sporcarsi le mani o fare altro, tutto può risolversi in un battito di ciglia ma le risate di Kasei gli provocano fastidio, un fastidio netto. Ne segue il fare, il suo dargli le spalle e l'andare verso Kusa <Sei sicuro di te, ragazzo> ovviamente è la prima cosa che nota nel fare dell'altro <Kasei Byaku hai detto?> un nome che si sarebbe ricordato. Lascia Kasei per tornare a guardare la Deshi la quale smette di attaccare o di muoversi, resta ferma con la lama rivolta al cielo e verso l'alto. Parla con l'altro e non commenta tali parole pregne di sicurezza, una sicurezza che sicuramente fa bene a lei ed al suo futuro, potrebbe portarla lontana in quel mondo pregno di violenza e malvagità <Niente, solo che in questi giorni Oto mi compare dappertutto> in effetti, dopo gli eventi in quel villaggio non si fa che parlare d'altro, a ragion veduta ovviamente. Non le da torto, non si sarebbe fatto colpire, ancor di più nell'ascoltare la lamentela altrui, quel piagnisteo da parte di lei <Beh, diciamo che ho giocato sporco. Era scommessa vinta in partenza, quindi, di base, era una basata sul nulla> alzando appena le spalle, dandole quella notizia veritiera sulla questione. Avrebbe vinto a priore senza far vedere niente di se. Ogni tanto barare fa bene alla vita <Più facile? Sono stato al di sotto del facile, ho solo fatto un passo indietro> ed in realtà è vero anche questo, di base non ha fatto niente se non spostarsi dal punto di ferma. <Ma se davvero sai fare altro, un giorno, faremo un vero combattimento, circa> puntualizzando quel circa. Segue entrambi con lo sguardo, viene sorpassato, a quanto pare vorrebbero tornare a Kusa eppure non fa una mossa ne dice niente. Sospira pesantemente <Non hai tutti torti ma, comunque, se hai bisogno di aiuto o di qualcosa, mi trovi a Kusa. Non farti alcun problema, per i futuri houjutser la mia porta è sempre aperta> perchè è questo che la considera, una futura houjutser <Kasei, proteggila ad Oto e non abbandonarla> parlando anche con il ragazzo, in modo più serio e diretto verso di lui. Si incammina a sua volta verso Kusa, passo lento e tranquillo, senza alcuna fretta, lasciandoli andare dove vogliono <Ci vediamo ragazzi e alla prossima Hoshiko> e con questo saluto, dando le spalle ai due, si avvia verso il villaggio. [END] [Colline] Oltrepassa Raido che sembra concederglielo almeno per il momento, ascolta in totale silenzio il dire altrui lasciando calare semplicemente il silenzio per qualche breve istante. Le labbra tornano a dischiudersi e la voce le abbandona, solito tono basso e vagamente roco che va a rompere quel muro silente. < Non sarà sola> Si limita ad annunciare in favore di Raido, una decisione che in realtà ha già preso da un po' anche se ancora non ha la minima idea del perchè tenga in un certo senso a quella creatura forse simile a lui sotto alcuni aspetti. Forse anch'essa abbandonata a se stessa proprio come lui, forse sola esattamente come lui e forse <Soli insieme> sibila appena scuotendo leggermente il capo lasciando tingere quel sorriso divertito con una nota vagamente amara che permane sul proprio volto giusto qualche istante. Lascia poi voltare il proprio capo appena in direzione delle proprie spalle, il giusto per inquadrare con la coda dell'occhio Raido un ultima volta. < Anche io mi ricorderò di te Raido Oboro, che le nostre strade vengano a rincontrarsi e che sia il sangue e l'acciaio a parlare per noi> Pronuncia quasi solenne in un certo modo lasciando allargare quel sorriso sul proprio volto, la lingua scorre rapida lungo i canini snudati. Sorriso animalesco, ferale quasi e quel baluginio blu notte che sembra pulsare vivido nelle nere iridi del giovane. Attende che l'altro si allontani nella direzione opposta alla propria per riprendere finalmente parola e conversare ora direttamente con Hoshiko. Il passo va ad arrestarsi e con un rapido dietrofront torna a fissare la ragazza, le mascelle sono serrate con forza ma una certa rabbia mal celata tinge l'espressione del ragazzone. < In primis spiegami quale dannata parte di NON è sicuro girare vicino Kusagakure dicendo di essere di oto non ti è chiara?> Domanda visibilmente innervosito ora per poi proseguire < Seconda cosa smettila di infilarti in guai più grossi di te o giuro che ti lego al primo abete che trovo e ti lascio a farti divorare dai corvi di Yukio> Ammette verso la ragazza sbuffando rumorosamente per poi voltarsi e riprendere a camminare giusto qualche passo. < Avanti... Oto è ancora lontana e potremmo fare altri incontri poco piacevoli e questa volta potrebbe non andarci cosi bene...> Conclude verso Hoshiko andando poi a lasciar sollevare le labbra nuovamente nell'angolo destro della bocca < Poi dovrai spiegarmi sto fatto che il vecchio voleva farti vedere il pisello!> Termina con il ritrovato buonumore scoppiando a ridere ancora una volta.[Chk: ON][24/25][3xfuuda/Filo di nylon][End] Li lascia conversare preferendo il silenzio all'intromettersi nella discussione, tuttavia, è inevitabile che all'affermazione di Kasei, lo sguardo permanga a lungo sulle sue spalle - unica cosa visibile al momento - pensierosa, meditabonda, con note più malinconiche mescolate allo stupore di quelle rivelazioni che, inconsapevolmente, le fanno nascere un leggero sorriso sulle labbra rosee. Un segreto ancora. Per ora. Sarà lei a decidere se rivelarsi o meno un giorno, ma per ora, non replica, scegliendo di donar l'ultima attenzione a Raido nel mentre aggiusta la benda <me ne ricorderò...ci si vedere Oboro> sa bene quanto sia stata nulla l'offensiva rivolta all'uomo, eppure, la curiosità di imparare a gestire le armi si accende maggiormente nel suo animo, ritenendola dunque una possibilità da non sottovalutare nel futuro. <Per i furuti Houjutser..> le assapora, suona così maledettamente bene. Sarà però il compagno di viaggio a farle inchiodare l'andatura assunta per Oto, costringendola a sollevare la nuca per sopperire alla differenza d'altezza vigente <uhm?> spalanca blandamente le palpebre, stupore? Si, scaldarsi così tanto per una piccola rivelazione ad un estraneo <Volevo essere portata in braccio un'altro po', sai, iniziano a farmi male le gambe> ironica, pronta a punzecchiar l'altro con arroganza disarmante oltre al menefreghismo palese sulla questione <non vuoi che vada a dirlo in giro..eppure, non hai esitato a farlo presente dinanzi all'Hasukage mettendomi in seria difficoltà qualora gli fosse balzato in testa di arrestarmi> credi davvero che se lo sia dimenticato? Ma sospira <ma ti perdono per quello> nuovamente riprende a camminare effettuando lo stesso movimento che fece al primo incontro. Un passo a raggirarlo per donar la sua di schiena con un'unica differenza, questa volta, aspetta che venga affiancata prima di riprendere <dove nascondi la fune?> cremisi che lo addocchiano in tralice prima di scoppiare in una risata sommessa <mi sembrava divertente..> spiegherà lungo il tagitto quanto avvenuto, nascondendo però la preoccupazione di tornare in quella che molti chiamerebbero casa. [End]