Da uomo a uomo

Free

1
0
con Ekazu, Eryk

19:47 Eryk:
  [Ext. Magione Doku > Okiya] Ci troviamo a narrare le vicende che susseguono l’esame genin del Doku, il mattino seguente per la precisione dopo quell’esame. Si era svegliato ai primi raggi del cole per allenarsi come da routine quotidiana ma quest’oggi la situazione era diversa dato che all’ingresso del magione era presente un ninja dell’accademia per informarlo dell’ufficiale promozione come ninja del villaggio dell’erba, era diventato ufficialmente un Genin di quel villaggio e ciò significava che il permesso di uscire da quelle mura era finalmente stato revocato per lui. Cambio di piani dunque, era ora di riscattare quella promessa che aveva in sospeso con Ren stessa e anche verificare se fosse tornata… ma soprattutto doveva chiarire quella situazione ambigua venutasi a creare qualche sera prima, non tanto con lei… ma con lui! Quell’uomo che la ragazza dal crine rosso, ha detto di amare, forse troppo tardi, dopo troppi malintesi che hanno portato a ciò che non è accaduto. Torna in camera e si veste con un paio di pantaloncini dalle molteplici tasche color marrone, tenuti in vita da una cintura di pelle color ebano, utilizzandola per mantenere anche il porta oggetti. A coprire il corpo tatuato del ventiseienne dei bendaggi su tutto il costato e lungo i polsi, risentendo ancora delle botte ricevute il giorno prima, con ematomi gonfi e ancora viola essendo freschi. Sopra tutto ciò una maglietta semplice, monotinta color bianco sbiadito, il colletto a V con tre bottoni, lasciati anch’essi aperti. A coprire i piedi invece dei comodi sandali ninja neri. Infila nel porta oggetti il coprifronte nel caso dovessero chiederglielo e le sigarette con l’accendino solo dopo essersene accesa una. I capelli neri e lunghi sono legati come da consuetudine in quella coda di cavallo alta con qualche ciuffo che sfugge sulla frangia, utilizzando ancora il codino che aveva ricevuto in dono. Deciso sul da farsi quindi, ecco che il neo promosso genin si muove proprio al di fuori del Dojo di mattina molto presto, all’alba più o meno, direzione? Ovviamente l’okiya al Tanzaku-Gai. Passa i cancelli mostrando il coprifronte e dopo che appunto confermano la sua posizione officiale come ninja, senza fare troppe storie, mentre quei passi lo portano infine nel quartiere malfamato per eccellenza. Sale gli scalini della casa da thè per poi appoggiare il palmo aperto contro il maniglione, spingendolo e si palesa alle maiko che ci sono e che ha già avuto modo di vedere in precedenza. Si guarda attorno, appunto confermando ciò che già sapeva: la padrona di casa non c’era e quindi quella promessa dovrà essere mantenuta un'altra volta. Fa giusto un paio di passi per poi fermarsi alla prima delle maiko che ha già visto e che gli aveva mostrato la camera la prima volta che era stato lì. Si china per pareggiare più o meno l’altezza, essendo un energumeno da centonovantadue centimetri di altezza.. beh, poteva essere intimidatorio con quel viso e quella stazza. Apre le labbra dello stesso color caramello come il suo colorito, proferendo con quella voce profonda e leggermente rauca. <”Ciao, volevo chiederti un paio di informazioni sul fidanzato di Ren. “> già, perché oggi era li proprio per quel motivo, essendo una persona onesta e sincera con se stesso e con gli altri, non esiste che possa mantenere un segreto del genere, inoltre anche se contro la sua volontà, è stato educato ad assumersi le proprie responsabilità, e in qualità di uomo è quello che ha intenzione di fare di fronte a un altro, dopotutto è giusto che sia lui a farlo sapere, anche se non è successo nulla. <” Puoi descrivermelo, magari dirmi come si chiama o dove lo posso trovare dato che non posso chiedere alla tua signora visto che è partita?”>

19:54 Ekazu:
  [Strada principale] Il silenzio tutt’attorno a lui. La desolazione, le finestre sbarrate, i negozi che non brillano più della loro luce, ma sono illuminati dal Sole alto nel cielo. Fa strano vedere come le tenebre, paradossalmente, possano dar vita a quel luogo. E che quando il Sole si erge, tutto torna silenzioso, monotono, morto. Un villaggio fantasma che ospita uno spettro. I passi lenti, quasi trascinati, scalpicciano il suolo a tratti polveroso. Una scia di particelle alle sue spalle ne sfumano la figura appena inclinata in avanti. Le placche di terracotta suonano sorde ad ogni movimento. L’Armatura ne ricopre il fisico minuto ed asciutto. Un completo nero, completamente pece, si staglia tra i segmenti rossastri. Nessun lembo di pelle visibile, se non per il viso e parte del collo, nel suo pallore spezzato da parte del Marchio appena visibile. Quasi fosse un tatuaggio di pessimo gusto mal celato. Gli occhietti bicromi, così diversi tra loro nei colori, non si specchiano nel bagliore chiaro del cielo. Rimangono anonimi, avvolti e nascosti dalle ciocche azzannate del crine nero e da profonde, segnanti occhiaie. Niente di preoccupante, il solito. Il visino pallido accompagna ogni suo movimento, in quel cercar quasi di voler passare inosservato. Chinato, si nasconde tra le spalle. Ironico quasi, la Fama oramai lo precede, ed ora come ora è letteralmente l’unico movimento, l’unico cenno di -seppur poca- vita a spezzar la monotonia del Tanzaku di giorno. Chiazze arrossate dal caldo pian piano iniziano a mostrarsi, così come per ora impercettibili goccioline di sudore sulla fronte. Fa caldo, il Sole del mattino non aiuta. La destra guantata di nero scivola dalla tasca, l’indice che lentamente si inarca, afferrando l’orlo del colletto. I passi si arrestano, il volto si solleva, le mura del quartiere dei divertimenti si ergono in lontananza, dietro gli alti palazzi e negozi. Dovrà arrivare ad Oto, ma come? Qualche secondo di pausa, la vita come un cortometraggio gli si para dinnanzi agli occhietti, e riprende a camminare verso le mura. Il lungo viale che percorre taglia a metà il Tanzaku. Alla sua destra, l’Okiya. Mentre Eryk sale le scale, lui si maledice sotto il Sole. Mentre Eryk chiede di Lui, lui passerebbe proprio lì davanti, sbucando forse proprio nella finestra dell’ingresso del locale. E probabilmente la Maiko, si limiterà semplicemente ad indicarlo, in risposta alla domanda del Doku. Lui intanto continua, sudato e affaticato. [ Chakra: ON ]

20:11 Eryk:
  [Ext. | Strada Principale] Succede proprio così con la Maiko interrogata che punta semplicemente il dito verso la finestra e, nel frangente di attimi di secondo che passano da quella reazione alla movenza del capo da parte del doku, riesce giusto a intravedere l’ombra della figura di un uomo. China il capo in segno sia di ringraziamento, sia di congedo, voltandosi sui propri piedi, facendo pivot sul tallone per poi con un incidere deciso, proseguire esattamente da dove era entrato e uscire da quella casa di te. Si volta, portando l’attenzione a quella figura che con fare molto lento si stava allontanando di più dalla sua attuale posizione. Non ha fretta, il ritmo dell’Uchiha e la differenza di falcata tra i due gli permette di azzerare le distanze in pochi secondi, con Eryk che decide di raggiungerlo, anche se non si mette a correre. Deglutisce un attimo rumorosamente mentre in questo momento si accenderebbe volentieri, non una sigaretta, ma bensì tutto il pacchetto. Come diammine c’è finito in quella situazione?! La mani vengono infilate nelle tasche dei pantaloncini marroni mentre con una decina di passi si accosta a Ekazu e molto semplicemente gli chiede secco. <” Sei te il fidanzato di Ren? “>con un tono serio. Quella domanda probabilmente porterebbe il moto perpetuo dei due al totale arresto e se così fosse, la salamandra corvina si volterebbe a guardarlo in faccia, tenendo una distanza tale di circa due metri da lui. Lo guarda dall’alto verso il basso con un viso austero e serio, dopotutto non era lì per diletto personale o per divertimento, anzi. Le mani rimangono in tasca con solo quelle bende sugli avambracci visibili, ancora gonfi nonostante il bendaggio. Il tono utilizzato è il suo classico, non esattamente il migliore tra tutti per ciò che gli sta per dire. Ottenuta la risposta che stava aspettando, abbassa lo sguardo, così come estrae le mani dalle tasche, posandole coi palmi aperti lungo i fianchi. Il capo si china in avanti di quarantacinque gradi, il capo si abbassa a guardare il terreno in quell’inchino formale <” Ti devo chiedere scusa. Non sapendo di voi due, ho provato a baciare la tua donna. “> schietto, serio, onestamente confessa. Non importano le circostanze che lo hanno portato a ciò, non importa che era un bacio circostanziale nato da fraintendimenti tra i due o il desiderio di protezione che ha nei confronti di quella ragazzina simile a lui che ogni volta che la vede gli sembra soffocare, tutto ciò non importa per quello che ha fatto, per quel torto che inconsciamente ha recato a Ekazu e che ora, da uomo, sta affrontando, inchinandosi in un ufficiale scusa.

20:32 Ekazu:
  [Strada principale] Tutto si aspetta, tranne quello che sta per succedere. Da quando è uscito fuori di casa, da quando il Sole lo bacia con la sua luce, è rimasto solo per le strade del Tanzaku. Tutti dormono, si riposano come vampiri assetati della successiva notte. Tutti tranne lui, e a quanto pare Eryk. La distanza tra i due in un niente viene colmata. In lontanza, i passi del giovane che scendono le scale immediatamente risuonano ovattati alle orecchie dell’Uchiha. I sensi sempre all’erta, risvegliati e stimolati dal Chakra che fluisce, ne annunciano la presenza. Il suo incedere lento, dannatamente lento ma costante si fonde ai passi ben più decisi del Doku. Un mischiarsi che ben presto lo porta ad avvicinarsi. Le labbra appena si schiudono, gli occhietti che di taglio si puntano in quelli dell’altro, sollevandosi pigramente. Sarebbero andati avanti così, senza parlare, per chissà quanto tempo. Niente da spartire con un bestione del genere poi, no? Neanche un saluto, un presentarsi. Nulla. Il tutto prenderebbe da subito una piega abbastanza strana, insolita. Preoccupante. Si, i passi si fermano. Il visino pallido, fanciullesco quasi - se non fosse per quel sentore di morte – accompagna le iridi e si solleva, mostrandolo, ancora di profilo. Il crine nero si scuote nell’aria < come non ho capito > Fidanzato? In che senso? Possono già definirsi così? Fa strano sentirselo dire, poi. Da un estraneo nel Tanzaku di giorno, poi. Come fa a conoscerla? Come fa a sapere di loro? Un passetto per raddrizzarsi e portarsi dritto di fronte a lui. Dal basso, lo osserva. Il mento, sempre calato, è ora alto. Poi quei movimenti, le iridi lo seguono. Frame che si susseguono rapidi, ma confusi. Una regia sul suo volto che ne mostra la più totale incapacità di esternare umanità. Le pupille, puntini neri galleggianti, calano. L’inchino, e poi le scuse. Ma no, le parole. Le sue parole. Come? Oh no. Gli occhi che si fermano immobili su di lui, ancora chinato. Gli occhi, proprio loro. Ancora non sono rossi. < chi sei > il Chakra come acqua sul fuoco inizia a ribollire. Le labbra appena si schiudono. Paradossalmente calmo, neutro, almeno nell’aspetto. Persino in quelle poche parole, non vi è risentimento. < hai provato a baciare Ren > domanda senza dar alcun intonazione, non ne è capace. [ Chakra: ON ]

20:45 Eryk:
  [Ext. | Strada Principale] Ha omesso di presentarsi di proposito, dopotutto era libertà di Ekazu chiedere maggiori informazioni su chi fosse, su cosa fosse accaduto, ciò che gli era dovuto era appunto informarlo di ciò che aveva commesso il Doku e da lì affrontarne le conseguenze. Rialza il busto e il capo, tornando a guardarlo in faccia, lo sguardo in quegli occhi ambrato è fisso, deciso, tuttavia non vi è malizia, né sfida, guardandolo dall’alto solo per una questione di differenza di altezze tra i due. I tratti del volto come al solito solo rigidi, spigolosi in quello viso virile e squadrato. <” Mi chiamo Eryk, sono uno studente di Ren o meglio…”> si ferma per poi portarsi la mano destra a grattarsi la nuca con quei capelli raccolti in quella coda di cavallo. <” .. vorrei esserle amico ma, come hai potuto intuire, ho fatto un errore. “> gli spiega, tornando a infilare le mani in tasca e a guardarlo. Il tono di voce è calmo e pacato quello della salamandra che, nonostante il suo retaggio, non sta sputando veleno dalla bocca, non oggi. Respira a pieni polmoni dalle narici mentre l’aria si fa più tesa, tuttavia se lo aspettava, fosse stato nella situazione opposta neanche lui avrebbe saputo come reagire davanti a una persona sconosciuta che si scuserebbe per quello che poteva succedere. <” Ti stavo cercando proprio per questo motivo, come suo amico non vorrei creare dissapori e riconosco di aver sbagliato, anche se il mio gesto è nato da sincera preoccupazione dovuto al tono che Ren ha usato nel dirmi che sarebbe partita, il tono di una persona che non sa se sarebbe tornata. “> finisce così di spiegarsi, mentre dalla tasca destra viene sfilato fuori il pacchetto di sigarette e con un leggero tremolio dal nervosismo, anche se celato dalla fermezza della sua voce, afferra una sigaretta per accendersela, proprio a sfogare quella tensione che stava provando e che non osa cosa possa provare Ekazu in questo momento, dato che per l’appunto non lo conosce, e dal viso cinico del ragazzo non riesce ad avere una lettura di ciò che gli possa passare in questo momento per la testa. Allontana la sigaretta, guardandone la punta venir consumata dal vento, buttando fuori dalle narici e dalle labbra ciò che aveva appena inspirato e che aveva trattenuto come da consuetudine nell’esofago e all’ingresso dei polmoni.

21:13 Ekazu:
  [Strada principale] Un errore decisamente grave. Non tanto per il gesto, e per le sue intenzioni di scusarsi. Ammirevole, da vero uomo appunto. L’errore sta forse nel sopravvalutarlo, o semplicemente nel considerare le conseguenze forse al di fuori del proprio status da.. allievo? Così si presenta. Allievo, amico di Ren. Le sopracciglia aggrottano impercettibilmente la fronte. Le spalle ed il collo per qualche attimo si ritraggono, interdetti. Lo sguardo che ne segue i movimenti, da quel grattarsi il capo al vago tremolio nel prendere le sigarette. Quasi a specchiarsi, la stessa corrispettiva ne emulerebbe i gesti. Le dita sottili che cacciano un pacchetto rosso e bianco di sigarette dalla tasca del completo nero che ne ricopre il corpo. Il lungo bastoncino bianco di tabacco che dal lato del filtro rigido, ne increspa le labbra. Stessa mano, ma ora l’accendino. Un picchiettare metallico col pollice, la fiamma. Il sibilo del tabacco che arde, dell’aria inspirata, e poi espirata dallo sbuffetto laterale. < ciao eryk, mi chiamo Ekazu.. non tremare però.. > sbiascica appena, con le labbra che si limitano così da non far cadere la sigaretta. Ancora un tirar su, in una calma apparente che quasi stonerebbe con la tensione tra i due. Nuovamente, la condensa di fumo a separarli. < .. sei bello grosso > il visino che si solleva, ad accennar quasi i 20 centimetri di differenza in altezza. E non solo, la muscolatura, le spalle larghe praticamente il doppio delle sue. Quasi potrebbe cullarsi nella sua ombra. Ma dal basso, quasi se ne compiace. Ancora sbiascica, indice e pollice che si stringono attorno al filtro rigido, a gettar la mezza sigaretta a terra, morente oramai in un rivolo di fumo che sale verso l’alto. Rimane in silenzio, prendendosi qualche silenzio nel rispondere all’ultimo suo dire. Mai smuove lo sguardo mezzo appannato dai suoi ambrati. Le palpebre appena calate privano di ogni luce le iridi celeste e nera. < tranquillo, apprezzo il gesto.. > il chakra, impazza. Le manine guantate, nascoste nuovamente nelle tasche, si serrano nei pugni. Le nocche sbiancano, le dita affondano nei palmi. Ma in volto? Il nulla. Solo chiazze rosse sparse, causate dal sudore. < ah sisi, capisco.. > il destro che, accompagnato dal sinistro, inizierebbe nuovamente a muoversi lentamente verso le porte del Tanzaku. Piccoli passi, cadenzati come qualche attimo fa, che inviterebbero forse il Genin ad accompagnarlo, a seguirlo. Non puo’ ucciderlo, non se è amico di Ren. Amico poi? In che senso è amico di Ren? Cosa c’entra lui con lei? La testolina che torna al suo posto incassata nel petto, nascondendo così parzialmente i lineamenti affilati. < ti piace Ren > chiede, forse? Non ha modo di capirlo. Gli occhietti che, tagliati dal ciondolare delle ciocche nere, lo puntano, lì a qualche metro sul lato. < .. insomma, hai provato a baciarla. Vorrà dire che ti piace.. > le spalle si irrigidiscono, le placche dell’armatura che risuonano per quelle strade deserte a rendere il tutto ancor più inquietante. [ Chakra: ON ]

21:30 Eryk:
  [Ext. | Strada Principale] Sono parole che sarebbero rincuoranti se non fosse che il tono di voce e l’espressione facciale non suggeriscono nulla, non ha modo di leggere nulla da Ekazu, ne da come gli sta rispondendo, ne dal linguaggio del corpo dato che lui stesso serra i pugni ma in tasca e soprattutto riprendere il suo incedere. Infila le mani in tasca, mantenendo solo le labbra leggermente socchiuse, bloccando la sigaretta dal cadere con il labbro superiore dato che è inclinata per lo stato in cui tiene le proprie labbra. <” Ti ringrazio, era giusto che tu lo sapessi da me. Anche se non è successo nulla alla fine e noi due non ci conosciamo Ekazu, ti dovevo almeno questo. “> gli risponde mentre lo segue, affiancandolo con la destra che si porta nuovamente alla sigaretta per spostarla fuori dalle labbra e buttare fuori tutto il fumo che aveva depositato nel suo sistema respiratorio. Pondera bene su come rispondere a quella domanda, che cosa prova effettivamente Eryk per la sua ‘sensei’, come gli ha chiesto di chiamarla. <” No, o meglio non come è ora. Avendoci avuto a che fare, più la guardo e ci parlo e più mi sembra una persona schiacciata dalle responsabilità che si è accollata. “> ripete ciò che le ha ripetuto a lei diverse volte, quella continua sensazione che in questo momento Non sta avendo con Ekazu in realtà, anche se probabilmente pure lui è bello pieno, o semplicemente perché il ragazzo sta avendo una poker face tale da non permettergli nessun tipo di introspezione nei suoi confronti. <” Ci sono passato anche io e forse proprio perché mi rivedo in lei è il motivo per la quale le voglio essere amico ed aiutarla? “> gli risponde in quella che è sostanzialmente una domanda anche per se stesso, come a spiegare un istinto protettivo che quella ragazzina gli suscita essendo lui una persona che ha visto abbastanza oscurità e ne ha causata altrettanto, una figura che è capitata sul suo percorso per essere libero e che tuttavia, più prosegue lungo quel percorso e più si trova a sua volta allontanato da tutto, colpa di quella maledizione che affligge il suo retaggio della quale è entrato da poco a conoscenza. <” Tuttavia non penso abbia più importanza, non so se il termine Doku ti è familiare, tuttavia se così fosse, più continuo sul mio percorso per vivere libero, e più comunque non posso entrare in contatto con altre persone, quindi se anche arrivassi a un punto da vedere una ragazza solare come il suo crine, non sarei comunque in una posizione di poterci fare nulla senza recarle danno. “> un altro fardello che purtroppo è costretto a portare che non ha scelto e dalla quale non ci può far altro che conviverci. Segue incurante di dove stiano andando lo special jonin, non ponendo domande sulla loro direzione, dato che non importa e che era lì quella mattina proprio per un confronto con lui su ciò che era successo e su Ren stessa, qualora l’Uchiha valuti il Doku non come una figura che possa minare al loro rapporto.

21:57 Ekazu:
  [Strada principale] Continuano verso una direzione per ora ignota. Verso le mura, verso i cancelli che lo separano dalla partenza per la riconquista di Oto. Cancelli, mura che tuttavia son ancora lontani, solo l’ombra accecata dal Sole. E il loro avanzare lento, rilassato seppur la tensione nell’aria è palese. E seppur gli occhi, ancora neutri e non più dominati dal cremisi Uchiha, bramano la voglia di vederlo ora come ora schiumare a terra, anche solo per essersi fregiato del solo pensiero di potersi appropriare di Lei, ogni sua parola sembra corretta, razionale. Sembra detta, in fin dei conti, da un uomo, da una persona che sa ciò che dice. Ma ripeto, non sopravvalutiamo Ekazu. Senza senso, irrazionale. Tardivo forse in ogni suo pensiero, annebbiato nella mente, intende solo ciò che vuole intendere. Una visione distorta del mondo che lo circonda, forse forgiata e corrotta dal suo stesso potere, dal suo manipolare le menti. Vittima di se stesso, probabilmente? < mh.. > si limita a qualche verso ad accompagnare le parole del Doku, senza mai interromperlo, lasciandolo dunque libero nel suo flusso di coscienza. Aiutare un’amica, un rivedersi nell’altra che suscita qualcosa di ben più profondo. Ti ci rivedi, Ekazu? Le iridi, ancora a lui nascoste, si puntano ora a terra. Fuori fuoco, osservano i suoi stessi passi, i pesanti calzari ninja che sopra i ciottoli sterrati del viale si alternano. Destra, sinistra. Destra, sinistra. Quasi assente, forse pensieroso. Colpito forse dalle parole dell’altro? No. < .. Eryk > lo richiama, interrompendolo e lasciando che il discorso Doku per ora muoia lì, sul nascere. Un percorso di vita, un percorso per rendersi libero, non più schiavo di una prole Maledetta. Chi meglio di lui potrebbe capirlo. In altre circostanze, probabilmente, avrebbero pure legato, instaurato quel che- citando lui- puo’ esser definita amicizia. Ma no, niente di tutto quello lo interessa. E’ lì per Ren, non per i suoi vissuti. < .. che poi quando è successo > partono le frasi sconnesse, interrogativi che come lampi nel buio lo illuminano. Oh si che ha importanza. < .. non mi ha detto nulla, ne di te ne di ciò che è successo.. > il destro che scalcia l’aria, smuovendo qualche sassolino < .. forse voleva proteggerti > ancora sbiascica con la testolina abbassata, il crine nero a coprirlo <.. forse voleva che io non venissi a sapere di nulla.. > parole atone che rapide si susseguono. Paradossalmente, Ren.. il collegamento tra di loro, è sia salvezza che morte. E’ l’unica cosa che ora, nella mente dell’Uchiha, lo frenerebbe dal cedere, dal collassare dalla rabbia. < sisi, proprio così.. > ripete, poi a voce bassa, tra se e se. < tu sai veramente poco di lei, e lei sa poco di te. > presume, rifiuta di credere ad ogni cosa aldilà di questo. [ Chakra: ON ]

22:19 Eryk:
  [Ext. | Strada Principale] <” proteggermi? È buffo che tu me lo dica dato che lei stessa mi ha detto che per il momento non sono all’altezza di camminare con lei, probabilmente hai ragione, dopotutto che ne può sapere uno come me che è diventato giusto ieri Genin? “> gli risponde per poi buttare il mozzicone a terra , calpestandolo con il proprio destro, spegnendo quel breve incendio che continuava ad avvenire nella sigaretta stessa con la combustione della cellulosa e del tabacco essiccato. Butta fuori il fumo un ultima volta. Riflette sulle parole che Ekazu gli pronuncia, forse non voleva coinvolgerlo o forse per lei non era di così tale rilevanza da informarlo. La mente riflette su quelle parole, che abbia enfatizzato lui troppo ciò che è accaduto? No, rimane il fatto gravoso sulla sua coscienza comunque, anche se magari per Ren non era niente di importanza tale, né quell’incidente, né quel suo allievo, da informare il suo compagno. Un gesto probabilmente quindi inutile se non per un proprio ego personale, per sentirsi a posto con la propria coscienza o per una questione karmica di fare agli altri ciò che vorresti venga fatto a te stesso, un codice d’onore silenzioso e mai proferito tra due uomini. <” Hai ragione, non so niente di lei, ne di te, ne di voi. Ho scoperto cinque minuti fa chi fossi chiedendo a una Maiko, e se non fossi passato di qui avrei girato probabilmente tutto il Tanzaku-Gai per cercarti e avere questa conversazione con te, perché è giusto che sia così. “> infila nuovamente le mani in tasca mentre torna ai suoi pensieri, a come avrebbe dovuto proprio oggi scoprire di più su Ren stessa, su chi le piaceva e altre sciocchezze che sono alla base di una conversazione tra appunto due amici, quella promessa che aveva ottenuto, il premio per aver passato quell’esame, sconfiggendo il genin che gli era stato posto proprio davanti. Aspettava solo quello per potersi definire appunto un amico e approfondire ciò che entrambi sanno dell’altro, ma che ora non può succedere data la partenza della Seimei. Si ferma un attimo dietro di lui a riflettere, è così impossibile per lui tuttavia essere suo amico, no.. loro amico, soprattutto da quella posizione in cui lui sta ora, visto probabilmente come nemico proprio dal ragazzo. <”È sbagliato comunque voler aiutare una persona anche se non la si conosce così bene? Non è forse così che funziona? “> gli chiede incrociando poi quelle braccia muscolose e tatuate al petto, con i bendaggi ai polsi in piena vista <” Hai ragione, non sono cazzi miei ciò che succede tra voi due e io e te non siamo amici, tuttavia se volessi dirti ciò che ho passato o cosa tu hai passato, non dovrei prima guadagnarmi la tua fiducia, Ekazu? “> gli chiede schietto, incamminandosi proprio verso di lui, accorciando quelle distanze ora, per poi riprendere e terminare la propria frase <” Sono una persona molto egoista e testarda, difficilmente ritratto ciò che decido. Potevo non venire a cercarti e a rischiare un confronto con te, tuttavia ho deciso di farlo perché ciò che reputo corretto per come sono. Quindi è così sbagliato che da persona esterna io voglia condividere fardelli di chi mi sta vicino, o conoscere anche te e che persona sei? “>

23:01 Ekazu:
  [Strada principale] Le sue parole non tardano ad arrivare. Una triste ironia; il tutto riassunto col suo essere Genin. Un Ninja ancora acerbo, inesperto, che per forza di cose è dunque tagliato fuori dal capire i meccanismi dell’animo umano. Tagliato fuori anche solo dal comprendere ciò che può essere la situazione. Il tutto semplicemente potrà mai ridursi ad una mera e semplice gerarchia dei Villaggi? Ad un misero titolo, grado assegnatogli? Si. Non può. Nella mente dell’Uchiha, non può assolutamente entrare in ciò che non gli appartiene. Non può mettersi in mezzo. E dunque pensa cosa fare. Nuovamente, la tentazione di finirla lì, continuare da solo la strada verso la sua Oto, è forte. Ma poi come farebbe? Come spiegherebbe a Ren l’averlo ammazzato? Rischierebbe di incrinare ogni cosa? Collassa nei suoi pensieri, mentre le parole del Doku gli giungono ovattate. < .. lo so che ho ragione.. > bisbiglia, lasciando come sempre che sia l’interlocutore a prendere le redini del discorso. Si sbatte, argomenta. Percepisce che c’è qualcosa in lui che lo lega a Lei. Fosse stato un altro, a quest’ora sarebbe già tutto finito. Ma no, insiste. Lui, poco più indietro, torna ad affiancarsi. I passi nuovamente si arrestano. Il viso si solleva; il Sole alto nel cielo ne risalta il pallore della carnagione, aumentando l’inquietante contrasto tra le gote e le occhiaie. Il petto che appena sussulta, respirando, increspando le labbra che si lasciando sfuggire un che di autocontrollo forzato. I pugnetti nelle tasche continuano a stringersi, le pieghe del tessuto lì ai lati delle gambe sembrano farsi più vistose; in viso, uguale. Il busto che ruota di qualche grado, accompagnato dal rumore delle placche rossastre. < si, è sbagliato. > risponde diretto alle ultime parole del Doku. Il nasino che tira su, la mascella che si squadra sotto la pressione dei molari che impattano violenti. Gli occhietti infastiditi dal Sole che si stringono, sollevati verso gli ambrati. La testolina che accenna uno scuotersi lento, pigro, quasi teatrale. < .. non hai capito, non sei nella posizione per poter decidere cosa vuoi o cosa non vuoi fare, specialmente se si tratta di Ren.. > il Chakra che ribolle verrebbe immediatamente reindirizzato verso i bulbi oculari. Le iridi bicrome, in un istante, mutano colorandosi del Cremisi Sharingan. Un vortice nero rallenta nei tre Tomoee, la pupilla minuscola immobile, risale verso di lui. < .. due cose ti tengono in vita. Il fatto che tu sia venuto di persona a dirmelo.. > un passo verso di lui, a ridurre ulteriormente le distanze. Il musino che ancor di più si solleva a compensar il dislivello. Il crine nero ricade sugli zigomi bianchi, danzano tra le occhiaie pece. < .. e Lei. > le manine, ancora nascoste nelle tasche, si rilassano, quasi come se la rabbia accumulata in quello stringere il tessuto fosse immediatamente scomparsa, assorbita dal Sangue negli Occhi. Il viso anche si distende, lasciando che siano solamente le labbra schiuse a malapena e lo Sharingan a parlare. Lo stesso Chakra, furioso ed eccitato dal Gene Uchiha, verrebbe espulso subdolo dagli Tsubo, per proiettarsi nella mente di lui, intaccandone la percezione dei sensi, in particolar modo il tatto e la vista. Un avviso. Il rosso che si specchia negli ambrati. E’ lì, pronto a governarlo da dentro. Ma per ora ancora nulla. Tutto è normale, tutto è come prima. < non puoi nulla Eryk, non puoi aiutare gli altri, se proprio vuoi limitati a rendere la vita di Ren meno problematica possibile, al resto ci penso io.. > [ Chakra: 70/80 ]{ Genjutsu: 125 } [ Attivazione : Sharingan III Tomoee] [ Attivazione: Illusione dei 2 Sensi: Tatto, Vista ]

23:27 Eryk:
  [Ext. | Strada Principale] Nota quel cambiamento, quel farsi finalmente loquace da parte della persona che ha avanti e infine quegl’occhi che cambiano in qualcosa che non ha mai visto prima d’ora con quelle iridi che si tingono di rosso, con quei tomoe che ricordano tanto delle magatama, che si vanno a creare concentriche parallele alla pupilla. Non può assolutamente nulla contro la sua arte oculare, non può prevederla e proprio perché è ignorante, non può aspettarsela da parte di Ekazu. Di sicuro a prima vista non avrebbe mai scommesso un centesimo sulle abilità fisiche nel corpo a corpo di quella persona che ha avanti, dopotutto si potrebbe dire l’opposto di Eryk, tuttavia non si aspettava che questi lo potesse mettere sotto un illusione e, mentre guarda quei tomoe, la sua vista si annebbia così come il suo senso di persona, di uno dei cinque sensi più importanti e spesso sottovalutato. Si sente strappare via la propria identità, sperduto in quel buio pesto senza che capisca dove sia dato che i suoi piedi, fissi e ancorati al terreno, è come se fossero in caduta libera. Il respiro si affanna ovviamente mentre del naturale panico gli scorre nelle vene. Non sente il petto gonfiarsi ma bensì le orecchie possono ancora sentire quel respiro che si fa affannato e pesante. <” Non fraintendermi, non sono qui ad implorarti per la mia vita, sono venuto preparato sia mentalmente che fisicamente per chiederti scusa. “> e tra quegli ansimi respira, convinto o quasi a convincersi che tutto vada bene, che non sia totalmente in balia dall’inizio dell’Uchiha. Era ovvio che qualcuno come Ren non potesse stare che con una persona formidabile. La lingua passa sulle labbra prima di deglutire il nervosismo e l’ansia, sentendo quella goccia salata che è il suo sudore.. stava sudando freddo e non era per il caldo bensì per quell’illusione, altrettanto terribile come quella che la farfalla di Kimi gli aveva fatto provare. Quelle parole però.. oh no, non dovrebbe reagire, soprattutto in una situazione dove è come se avesse al cuore un kunai puntato eppure il panico viene surclassato dalla rabbia,la collera mentre con l’udito cerca di orientarsi in direzione della voce. Il cervello ordina ai muscoli delle braccia di stendersi e cercare di afferrare Ekazu che dovrebbe trovarsi difronte, tuttavia per l’illusione, non avrà mai un riscontro del fatto che ciò avviene o meno oppure che il suo udito sia sufficiente a direzionarlo dal lato corretto. <” NESSUNO mi dice che non posso, non te, non sto villaggio di merda, chiaro? “> alza la voce, chiaramente adirato con una vena in fronte che si biforca verticalmente, pulsante con quel sangue che gli è arrivato al cervello ormai per quelle parole che per il Doku sono taboo. Ekazu può ucciderlo se vuole ma non vivrà mai un altro giorno a prendere ordini che non sono ciò che decide lui, ha fatto vent’anni così e sa che vivere in quella maniera non è meglio che morire per le mani dell’Uchiha. <” Al resto ci penso io… perché cazzo tutti voi vi fate carico di tutto! Sono un genin, e allora? Una settimana fa ero un deshi che non sapevo neanche cosa fosse il chakra o perché cazzo ve ne andate tutti in giro con un coprifronte, eppure questo non mi ha fermato dal fare il culo a strisce a un altro genin. “> si sfoga, forse pure stufo di essere sottovalutato ormai dalla coppia, dato che è un tema ricorrente quando in realtà la sua forza si misura in altro e non il capacità combattive, c’è ben altro che descrive Eryk e che lo si può capire solo sfogliando le pagine di quel libro dalla copertina grezza e impolverata.

00:02 Ekazu:
  [Strada principale] Tutti sono passati per questi momenti. Il ritrovarsi in una situazione ben più grande della loro consapevolezza. Dal ritrovarsi al margine, all’essere catapultati nell’occhio del ciclone. Una tempesta improvvisa, indomita che scuote animi e menti. Niente di prevedibile, neppur lontanamente spiegabile se non la si vive. Lo stesso Uchiha, 404, anni addietro ad Oto, nei corridoi dei Laboratori. Altri tempi, altre situazioni, ma stesse complicazioni, stessa impotenza di chi vorrebbe ma non può. Non può non perché debole, ma semplicemente perché non comprende. Sarebbe troppo lungo da spiegare, troppe parole andrebbero probabilmente sprecate nel cercar di renderlo partecipe. Nulla che, ora come ora, potrebbe cambiar l’opinione nei confronti del Doku. Va ridimensionato. Deve stare al suo posto; nulla può anche solo lontanamente frapporsi tra loro due. E mentre si gusta l’ovattato formicolio del Chakra che danza nella mente dell’altro, ancora inconsapevole, i Tomoee ruotano allertati. Potrebbe scansarlo senza problemi data la velocità e l’oculare attiva, ma no. Le mani ancora nelle tasche. Il bavero del completo nero, al di sotto dell’Armatura, si stropiccia sotto le sue mani. I piedini che con i talloni si sollevano da terra. < oh.. > le labbra sottili che increspate lasciano sfuggirsi poco e niente. E quegli occhi, dannati occhi rossi, iniziano a ruotare. La vena in fronte si gonfia, e la vede. Pare scaldarsi. Forse un tasto dolente, un qualcosa che ha fatto uscire fuori binario persino Eryk, fino a lì rispettoso e fin troppo calmo. La testolina che pigra si poggia appena su di un lato. Le ciocche nere penzolano nel vuoto. Il visino pallido è spezzato solo dal rossore dello Sharingan. La destra che lentamente viene richiamata, e si poggia poco più su delle fasciature del braccio. In quell’istante, nell’esatto momento in cui il palmo guantato andrebbe ad incontrare il suo corpo, seppur in quella carezza, il Genjutsu finalmente inizierebbe a contaminarne la psiche. Un crescente dolore, insopportabile. Il dolore di una bruciatura, di una profonda e grave ustione proprio lì dove la mano dell’Uchiha posa. < .. perché questo > qualche secondo, ed all’unisono con quelle sue ultime parole, un’altra fitta, più intensa. Un dolore lancinante, atroce. Falsi stimoli corrotti dalla sua illusione che metterebbero la stabilità e la forza d’animo di Eryk a dura prova, in una battaglia che ora come ora è quasi impossibilitato a vincere. < te lo ripeto per l’ultima volta Eryk, non mi sembri stupido od uno che non capisce... > e probabilmente, lo sguardo si abbasserà sul giovane a terra, ansimante dal dolore. < .. non voglio ucciderti > e se l’altro si ritrovasse accovacciato o accasciato al suolo, fletterebbe le ginocchia, così da abbassarsi. Il dolore solo ora si placherebbe del tutto. I visini ad avvicinarsi, i Tomoee cessano nel ruotare, calmi ed inermi spettatori per ora < puoi essere anche il cazzo di Kage in persona, non mi interessa.. > solo le punte dei piedi a tenerlo in equilibrio. Addosso, l’Armatura gli muore disordinata. < non metterti in mezzo. > [ Chakra: 65/80 ]{ Genjutsu: 125 } [ Sharingan III Tomoee] [ Illusione dei 2 Sensi: Tatto, Vista ]

00:23 Eryk:
  [Ext. | Strada Principale] La sua collera non è rivolta a Ekazu personalmente ma a tutto quel concetto sbagliato e distorto e forse, si, forse proprio a se stesso per essere così impassibile e inerme agli eventi che gli stanno ruotando attorno.. no, non è corretto dire che gli stanno ruotando attorno.. è più lui che viene attratto dalla massa gravitazionale di ciò che sta accadendo alle persone con la quale entra in contatto e inizia ad orbitare attorno ad esse senza neanche rendersene conto. Ekazu stesso sembra in procinto di partire per la volta di Oto come altri, quasi tutti coloro che ha avuto modo di conoscere e instaurarci un rapporto. Quando quella mano si posa sulla fasciatura, delicata come i lineamenti e la persona di Ekazu, comincia a sentire quel bruciore intenso, crollando in un primo momento a terra sulle ginocchia, non lasciando tuttavia la presa a quel bavero, abbassando di conseguenza, in teoria, anche Ekazu dato che Eryk pesa la bellezza di novantacinque chili di massa corporea, per lo più muscolare. Le braccia protese verso l’alto ancora un paio di secondi con rumori di denti digrignati e dolore che cercano inutilmente di essere soppressi dalle labbra. Lascia andare la presa e con essa un urlo di dolore come se la carne tumefatta avesse preso fuoco al di sotto di quelle bende. La mano corrispettiva al braccio non afflitto, andrebbe proprio ad afferrarsi la parte bendata e a stringersela, con le unghie che non si possono infilare nella carne solo grazie al bendaggio che si sovrappone tra le due parti del corpo del Doku. Quel dolore, per clemenza di Ekazu dura relativamente poco , svanendo solo dopo che questi si sia accovacciato a guardarlo. Suda ed è affannato, ansimando ancora, come se quel dolore fosse rimasto impresso nel cervello del Doku, conscio che sia stata un illusione a questo punto ma talmente reale da non potersela dimenticare, anche se la sensazione di dolore non persisteva più. Ride a quelle parole, lui Kage manco nel suo peggiore incubo <”Che amico di merda sarei a fregarmene? “> gli risponde guardandolo sta volta dal basso verso l’alto, con quella ciocca di capelli corvini a coprirgli il volto e l’occhio ambrato destro che Ekazu può notare come il suo spirito non sia così facile da domare. <” Proteggila allora, e quando tornate vedrò di essere in grado di potervi almeno capire, non dico di essere al vostro livello, ma almeno non una zavorra. “> gli risponde con ciò che sarebbe a conti fatti un compromesso, parlando di loro al plurale perché anche Ekazu ormai è diventato parte della cerchia con la quale Eryk è entrato a contatto, e se quest’ultimo non l’ha ucciso proprio per Ren, allo stesso modo Eryk per il legame che lo lega alla rossa, si interesserà dell’Uchiha, che lui lo voglia o meno.

00:44 Ekazu:
  [Strada principale] Il dolore oramai è solo un brutto ricordo. Lo Sharingan placido osserva la reazione del Doku. Abituato, ma tuttavia mai sazio del potere del Clan. Lo osserva dimenarsi, urlare quasi volesse strappare la carne lacera dal braccio. Le sole bende, fasciature bianche a proteggerlo dall’affondare le unghie nella sua stessa carne. Ma ripeto, il dolore all’improvviso è solo un ricordo. Il fiatone, il sudore e la ciocca corvina scapigliata a spezzargli il viso a metà. Il mento lo segue, abbassandosi. Nuovamente, lo scambio di punti di vista. Ora è lui che lo guarda dall’alto. ‘’ che amico di merda sarei a fregarmene ‘’ Lo Sharingan sfuma nel colore delle iridi bicrome, scomparendo del tutto, così come l’illusione che lo attanaglia. Sulle punte dei piedi, quasi si molleggia, cercando di stancarsi il meno possibile. No, non è certamente facile da piegare nelle sue convinzioni. Benedetta sia Ren, ora come ora. E se lo guarda, nel suo più totale silenzio; gli occhietti ritornati normali si specchiano nei suoi per qualche secondo. Il tempo forse di stamparsi quei lineamenti, ogni minimo dettaglio nella memoria. Quasi come fossero destinati, vuoi Lei in comune, a rincontrarsi. E ancora palleggia sulle punte, per poi definitivamente alzarsi. E tra veri Re, ora ci starebbe la mano dell’Uchiha protesa verso il Doku, così da aiutarlo a rialzarlo. Due Re che, rispettosi l’un dell’altro, avrebbero dato il via ad un qualcosa di meraviglioso. Ma no, questo non succederà. Le manine guantate che scuotono le placche rosse dell’Armatura sulle spalle e sul petto. Nuvolette di polvere e terriccio alzato a circondarlo. Le dita che delicate poi si spostano sul colletto del completo, a cercar di appianare le pieghe. < .. ah ah > una risatina atona, metallica ad appena piegargli il volto. La testolina ruota verso la fine del viale, verso le mura e l’uscita del Tanzaku. < ah, dimenticavo quasi.. > nuovamente verso di lui per qualche attimo < .. non se hai capito, ma nel dubbio te lo chiarisco una volta per tutte. Tra te e Lei non deve esserci nulla.. > gli occhi rimangono ora fissi, stranamente privati di qualsiasi bagliore di vita, persi quasi nel vuoto. < .. non mi interessa se siete amici, se la vuoi proteggere.. non m’importa >.. < sfiorala anche solo con un dito, pensala solo in un modo in cui non devi pensarla, e finisci sotto terra > [ Chakra: ON ]

01:09 Eryk:
  [Ext. | Strada Principale] Si rialza da solo, non ha bisogno dell’aiuto del ragazzo anche perché probabilmente lo tirerebbe giù a terra ora come ora e inoltre lo avvelenerebbe dato il sudore che gli ha fatto provare appunto facendogli notare la cosa dicendogli <”ehm.. doku…”> come a ricordarglielo. Si rialza da solo, spolverandosi quei pantaloncini marroni da quel terriccio che si era depositato sopra dato che si era accasciato per il dolore immaginario che Ekazu gli aveva fatto provare. Lo ascolta ancora una volta e lo aveva capito, tuttavia a quanto pare Ekazu non gli aveva prestato molta attenzione quando gli ha spiegato che Ren ora come ora non rappresenta un interesse amoroso per il Doku, che prova più sentimenti… come dire… paterni, da fratello maggiore, senpai? Fate voi insomma, definiteli come più viene comodo e congeniale. <”oh tranquillo, non ho intenzione di avvelenarla. Non so se più avanti diventerò una gorgone e quindi anche con la vista, in quel caso non la guarderò neanche più.. dopotutto abbiamo una ‘medusa’ in clan.” > gli risponde, ignaro che egli conosca proprio Kimi da esperienze pregresse. Si rialza in maniera eretta con il volto più disteso di prima, dopotutto era chiaro, se Ekazu lo avrebbe voluto uccidere a quest’ora lo avrebbe già fatto e sarebbe stato concime per quel paese mafioso dove non vige nessuna regola. <” Fai un buon viaggio, ci vediamo al vostro ritorno.” > si congeda quindi così, senza accettare risposte da parte del ragazzo, come se andarsene ora vorrebbe dire aver vinto quel confronto tra i due. Non ha fatto progressi nel conoscere Ren, questo no, tuttavia ha conosciuto lui e questo incontro è solo il primo di molti altri, di sicuro di questo ne è certo, se c’è una cosa in cui è bravo, è toccare i tasti dolenti ed essere tenace e testardo come uno scarafaggio... Eryk è così, fa quello che vuole, e come gli ha già detto, non accetta ordini. Se ne va quindi, incamminandosi nuovamente verso il magione di provenienza, mentre un certo languorino si cominciava a farsi sentire [END]

01:21 Ekazu:
  [Strada principale] Inizia a muovere i passi verso il portone, lasciandosi il Doku alle spalle, senza tuttavia accelerare il passo. Sempre cadenzato. Il Sole oramai quasi di Mezzogiorno si fa sempre più pesante. Nuovamente le parole di lui ad accertarlo di non aver alcuna cattiva intenzione nei confronti di Ren, ma ora ne conosce il volto, e il nome. Persino il Clan. Sa come risalire a lui dovesse succederle qualcosa. L’avvertimento è stato lanciato, il solo briciolo di dolore che si ritroverebbe ad affrontare nel più buio dei futuri l’ha assaggiato, che siano adesso gli altri due a dettare il resto. Le manine ritornano in tasca, il busto nuovamente tornerebbe a chinarsi leggermente in avanti, quasi a tentar di bilanciare la pesantezza dell’armatura. < sisi ok > bisbiglia tra se e se, con gli occhietti che strizzano affaticati dal Sole, lasciando che anche il nome di Medusa gli scivoli addosso. Già, pure a lei siamo risaliti, in un modo o nell’altro. E proprio a quel nome, un’ultima occhiata ad Eryk oramai qualche metro dietro di lui, con l’occhietto tagliato dall’alternarsi nero dei ciuffetti scalati. Un voler di nuovo, quasi morbosamente, ricordarsi chi è. < aaah.. > sospira, le spalle finalmente tornano a rilassarsi, le suole dei pesanti calzari ninja chiusi in punta si sollevano a malapena da terra. Le mura sono ora vicine, le guardie lo lascerebbero passare, il ricordo del Quartiere dei Divertimenti, dell’Interno Zero, rifugio del loro amore, è protetto e nascosto dietro quelle mura. Dinnanzi a lui, il vuoto. Ed il Marchio, silente fino ad ora, pare risvegliarsi, solleticato dal solo pensiero di poter, finalmente, tra poche ore, riavere nuovamente il Suono a portata di mano. E continua ad avanzare, lento, stanco, svogliato, verso Oto. [ END ]

Come tanto anticipato, Eryk va alla ricerca di Ekazu per chiarire quella situazione venutasi a creare con Ren, per scusarsi dell'affronto che gli ha recato senza saperlo.Lo incontra proprio la mattina della partenza per Oto fuori dall'Okiya per fortuna. Prosegue con i due che rimangono convinti dei loro ideali nonostante un genjutsu che Eryk non si scorderà a breve, e una promessa, o minaccia, di rivederli.

NOTE OFF:
Tremate, i king si sono incontrati!