Passeggiata al Tanzaku

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con Yokai, Eryk

21:49 Yokai:
  [Vicolo secondario] Un vicolo secondario.. illuminato solo dalle luci al neon delle insegne notturne di una delle vie principali.. di un intermittente color rosa.. con fili penzolanti e tubazioni, scale di servizio e comignoli a dipingere la parte supreiore.. mentre bidoni della spazzatura e casse di legno ad adornare quell'angolo basso, di un eventuale sguardo curioso dei passanti, si aggiungerebbero per formare il palcoscenico di... già.. quel planare disastroso del ragazzo che dal nulla sbucò in scena accatastandosi rovinosamente contro alcuni bidoni ricolmi di spazzatura. Un rumore metallico si dipanò per l'intero vicolo con quel coperchio tondo a rotolare in direzione della via principale fermandosi poco prima del reale ingresso nella via. Poi.. anche uno shamisen comparve volando in direzione dell giovane per schiantarsi a terra, nei pressi della piccola discarica. <..Fanculo Yokai.. Proprio questa sera dovevi farlo?..> una voce roca.. ed un rumore di porta metallica sbattere violentemente.. fece terminare quella rocambolesca scena mentre dalla spazzatura il corpo del giovane cominciò a muoversi per almeno rotolare a terra e posizionarsi comodamente seduto a terra mentre una mano andava ad grattasi il capo e scompigliare la sua zazzera.

22:02 Eryk:
  [Vicolo Secondario] È come un rito ormai, modificato apposta per l’occasione, da quando è diventato Genin e può finalmente uscire da quelle quattro mura zozze di Kusa, un abitudine di arrivare fino al Tanzaku, partire dal magione Doku, uscire da quelle cerchia e dalle mura, superare il ponte Tenchi per poi giungere fino al Tanzaku Gai, direzione? Ovviamente all’Okiya, soprattutto dopo ciò che è successo, dopo che lui ha mantenuto la sua parola, dopo che aveva finito quell’esame in grande stile, al primo tentativo, con il chunin che ha dovuto portare via all’ospedale di urgenza il genin che lo aveva affrontato quando era ufficialmente ancora solo un deshi, quella promessa che aveva con la sua maestra e amica di passare quella giornata insieme che mai si è avverata, dato che dopo quella fatidica sera è partita, lasciandosi sfuggire al corvino questo dettaglio. Da allora, complice anche l’effetto della luna, si trova a vagare per quei vicoli, passando davanti alla casa di thè più famosa del quartiere ma senza avere successo nella sua ricerca. Il brutto è che si sveglia poi ogni mattina nel suo letto, nel dojo, ignaro di che cosa ha fatto la notte prima ma con quel senso di nostalgia che lo attanaglia come primo pensiero, prima che le impellenze del corpo come vescica e cibo lo destino da quei pensieri depressivi. Come al solito si trova quindi a correre libero, con qualche nube che copre il cielo ma con la luna bella alta ad influenzare la mente della maggiorparte delle persone. Veste come al solito solo un paio di pantaloncini da corsa con delle tasche e delle scarpe a stivaletto sempre nere, come l’indumento precedente. Sul retro, sopra la natica destra il portaoggetti con ciò di cui ha bisogno: coprifronte per identificarsi come ninja ufficiale di Kusa, una bottiglia d’acqua e un asciugamano arrotolato per asciugarsi dal sudore che ricopre quel corpo modellato nei muscoli, dando a quella pelle color caramello e a quell’inchiostro che lo caratterizzano, un effetto lucente sotto la luce. Probabilmente sta avvelenando una marea di persone entrando in contatto con lui, dato che il sudore comunque era presente sul busto e qualche goccia gli solcava il volto mentre i capelli lunghi erano tenuti sempre in quella coda di cavallo, ancora con l’elastico che Ren gli ha dato, per fortuna che non ha un veleno tossico altrimenti sarebbe già un serial killer a questo punto. Quel rumore metallico cattura la sua attenzione e quella di molti altri nella via principale, portando i piedi verso quel vicolo secondario a guardare il povero Yokai a terra. Si china sulle ginocchia a guardarlo, gli offrirebbe pure di aiutarlo ma in queste condizioni finirebbe solo per avvelenarlo purtroppo, colpa della maledizione doku che gli scorre dentro.

22:15 Yokai:
  [Vicolo secondario] Le sue iridi vagarono in quel principale spazio attorno a lui con fare stordito.. in cerca di quello strumento arrivato poco dopo la sua caduta <..Idiota..> pronunciò a labbra leggermente serrate per andare a poggiare il capo contro il muro dell'edificio dietro di lui per alcuni istanti. Osservò in alto quasi volesse imprecare chissà chi e cercar di erigere la sua figura mezza imbrattata di carte e rimasugli di cibarie... ma... già.. perchè chissà perchè c'è sempre un ma.. una figura gli comparve nel suo campo visivo. Taciturno lo squadrò dall'alto al basso con aria disgustata, e diciamolo.. anche un po' frastornata.., facendo per ora solo un inequivocabile cenno del capo che si potè riassumere in: che cazzo vuoi? Ancora le sue iridi a suqadrare quel figuro e poi come se nulla fosse lo ignorò tornando nelle sue faccende. Lento il suo movimento quindi lo fece rimettere in piedi.. con quelle sue mani a sbattere colpendo energicamente il suo corpo ed i suoi vestiti per cercar di eliminare, come meglio potesse, il sudiciume di dosso. <...Ed anche questa sera la paga è volata via.. ehhhmmmm... cazzo yokai.. ripigliati..> sussurrò contrariato per quel ch'era accaduto.. ma più contro se stesso che contro il proprietario del locale da cui aveva fatto un bel volo. Certo.. un suonatore di shamisen che prende sonno durante la sua esibizione... beh.. non lo vorrebbe nessuno no? Però per il proprietario era un modo come un altro per non pagare. Un paio di Jeans strappati, una camicia mezza aperta sotto una felpa con cappuccio e... a già.. il suo giubbotto in pelle risiede a terra vicino il suo strumento musicale. Ignorando Eryk riprese quindi il suo giubbotto.. il suo shamisen e fece per prendere il vicoletto addentrandosi così ancor di più.. però improvvisamente i suoi passi cadenzati s'arrestarono.. si voltò e squadrando ancora il genin le sue parole uscirono limpide e chiare in sua direzione <..serve qualcosa?..>

22:28 Eryk:
  [Vicolo Secondario] Uno cerca di essere gentile e si becca quel trattamento… beh non che Yokai possa saperlo dato che il taciturno Eryk non è che gli ha proprio rivolto né una mano, né una parola per fargli capire le proprie intenzioni. Lo segue con le ambrate in tutte le sue movenze, mentre va a raccogliere il giubbotto e soprattutto quello strumento musicale, abbastanza insolito da associare a una figura come Yokai che sembra alquanto grezza. A quelle parole tuttavia si rialza in piedi e quello che sembrava una piccola figura, si rivela essere un uomo di centonovantadue centimetri con novantacinque chili di muscoli, probabilmente con una percentuale di passa grassa pasi al dieci o dieci e mezzo percento a giudicare dalla definizione muscolare e dagli allenamenti che esegue giornalmente. Si volta verso quel musicista e con fare, non esattamente garbato, lo guarda dall’alto al basso. <” Dimmi te se ti serve qualcosa.. a giudicare dal casino hai fatto un volo non indifferente.. e puzzi di merda di infante e banana marcia. “> non trattiene le parole, dopotutto è fatto così, luna rossa o meno, è schietto e peli sulla lingua non ne ha, forse bruciati dalle ghiandole salivarie che secernano veleno. La mano destra si infila rapida nel portaoggetti, estraendo sia quel asciugamano che quella bottiglia. Porgendogliela a far capire le sue intenzioni originarie, tenendola da un lembo proprio per evitare contatto fisico tra i due, lui tornerà a casa facendone a meno o magari si fermerà a dormire da qualche parte, dopotutto a guardarlo, non si direbbe che è uno che lì ci viene da poco, ma con l’aspetto da yakuza vero e proprio sembra proprio una persona locale, di sicuro uno che Yokai non dovrebbe far arrabbiare se effettivamente fosse della Yakuza che controlla il traffico del Tanzaku-Gai, anche se per il momento sono nella parte precedente al loro territorio di appartenenza. Aspetterebbe che il più giovane dei due prenda appunto quello che gli è stato dato in dono, mentre gli occhi gialli si puntano fissi alla volta di quel cielo cremisi. <” Tempo di merda oh.. non mi viene manco voglia di andare a troie. “> si lascia sfuggire, anche perché il suo piano di evadere da kusa per venire proprio lì con il suo amico Junpei non era poi andato mai a buon fine purtroppo.

22:45 Yokai:
  [Vicolo secondario] Per alcuni attimi il suo corpo prese a ciondolare a destra e sinistra.. come a volersi sistemare più comodamente in quelle scarpe da ginnastica leggermente logore.. ma non per moda.. ma per usura. Il suo sguardo si assottigliò mentre il tizio iniziò a pronunciare quella sua risposta. Un sopracciglio si alzò ponendo al suo volto una sorta d'incredulità per quella imponente statura.. e poi di ironia per quelle parole che gli uscirono <..Non dirmi che ti è venuta fame sentendomi..> un piccolo sorrisetto strafottente gli comparve a lato labbra poi annientato da una espressione più seriosa <..Comunque no.. serve nulla gigante..> disse con quel cenno del capo a mento alto in segno di accettazione sia per quel linguaggio schietto.. che per quel minimo e sterile segno d'offerta di aiuto.. ma figuriamoci se lo Yakushi poteva accettare una mano. Il suo strumento venne poggiato a terra, vicino ai suoi piedi, per essere mosso e fatto roteare un paio di volte in verticale... poi.. ripreso nella stretta della sua mano destra venne alzato nuovamente ed osservato scrupolosamente dal suo sguardo indagatore. Sembrava che non gli importasse più di tanto della presenza di quel tizio davanti a lui.. ma le sue parole uscirono nuovamente ma dal timbro apparentemente indifferente <..beh.. Se cerchi divertimento questo locale ti farà cambiare idea.. anche se non c'è più un sottofondo musicale degno..>. Il manico era ancora dritto, e gli accordatori fortunatamente salvi, la cassa aveva subito qualche graffio certo.. ma non era così grave, anche perchè comunque quasi nessuno li dentro.. in quel locale dove lavorava.. importava poi molto di ciò che s'andava a suonare creando una sorta di pacata e coinvolgente atmosfera. Osservò la bottiglia.. poi quel tizio enorme... poi nuovamente la bottiglia. La destrosa con lo shiamisen passò l'oggetto alla gemella ed essa, ora libera, andò innanzi a lui in segno di diniego <..Come se avessi accettato buon sammaritano..> ironico il suo verbo risuonò ancor dalle sue labbra arretrando il giubbotto e lo shamisen dietro la sua schiena.

23:14 Eryk:
  [Vicolo Secondario] Quando la declina e nonostante tutto continua a fissarla, spinge sia la bottiglia che l’asciugamano nella mano di Yokai, una delle due libere per far in modo che prenda quello che gli sta dando. <” non era un offerta. Prendila, puzzi davvero da far schifo e facendo due più due ti ritrovi col culo per terra, sia nel senso letterario che nel senso pratico. “> Non ci voleva un genio a capire cosa fosse successo al ragazzo che ha davanti a se, inoltre può chiamarlo come vuole, forse è vero, forse no, che importanza ha? Da quel punto c’è passato anche lui, forse peggio pure: clandestino e fuggitivo. Ridendo e scherzando alla battura se gli è venuta fame, Eryk davvero ha mangiato gli scarti del ristorante, dove quel vecchio poi l’ha preso con se e gli ha dato un lavoro e una casa prima che Kimi gli sconvolgesse la vita con quella rivelazione. Tutte esperienze che hanno segnato la crescita del Doku e che gli hanno fatto sviluppare quel desiderio profondo di essere libero da tutta sta merda che lo circonda, libero di fare ciò che vuole, compreso aiutare un musicista che si è appena fatto un volo contro il bidone dell’umido di un locale, a prescindere che sia la cosa giusta o la cosa sbagliata. <” Datti una pulita. Hai mangiato? “> gli chiede senza troppi fronzoli per poi aspettare ancora lì, senza schiodarsi, che quel ragazzo che ha di fronte si dia una pulita, anche a livello di decoro personale dato che non è il massimo andare in giro con rifiuti addosso. Le mani, ora libere da quello che stava tenendo, si infilano nelle tasche dei pantaloncini ad afferrare il pacchetto di sigarette. È uno di quei pacchetti morbidi e quindi si trova costretto a bussare delicatamente sul fondo per far saltare fuori dalle altre una stecca, afferrandola con le labbra dal filtro per poi accendersela con l’accendino che stava nella sinistra, rimettendo il resto in tasca. Prende una boccata di fumo, allontanando la sigaretta che viene tenuta tra indice e medio con il palmo rivolto verso il viso e il tubo di cellulosa e tabacco che si appoggia nella conca naturale che fa la nocca, tenendola in basso e non verso le ultime falangette. Butta fuori quel fumo grigio prima dalle narici, per poi espellere la rimanenza dalle labbra.

23:35 Yokai:
  [Vicolo secondario] Iridi color rubino catturarono per alcuni istanti quelle luci accese del neon nella strada principale, stessa luce che ad intermittenza rendeva più visibile entrambe le due figure immobili in quell'inizio di vicolo mentre la vita notturna ed il chiacchiericcio di sottofondo accompagnava quel loro scambio di battute. Di tanto in tanto alcuni passanti mezzi ubriachi e semplici passanti curiosi si fermarono distrattamente ad osservarli ma la loro curiosità scemava ben presto per non soddisfare la loro bramosia di ficcanasare. E in tutto questo Yokai non fa nulla? Beh.. se guardar storto ed in malo modo le persone che incrociavano il suo sguardo vuol dire non far nulla.. beh.. allora lo scavezzacollo dello Yakushi non stava facendo nulla. Il suo passo quindi cominciò a comporre movimento su quel vicoletto, alternano lentamente il suo leggero e calmo passo, proprio mentre le parole altrui vennero elargite in sua direzione, ed ignorando in un primo momento ancora quell'offerta. Poi.. nuovamente fermò la sua figura.. ora più vicina a quella del Doku e con aria apparentemente pacata gli sorrise come a volerlo ringraziare <..Se dici così allora.. non posso che accettare..> disse prendendo con la mano libera entrambe le cose offerte. Il sorriso venne elargito ancora una volta e... poi... d'un tratto.. in completa antitesi con quanto fatto in quel momento.. La bottiglia e l'asciugamano venne gettato a terra vicino ai bidoni <..Non sarà stata un'offerta.. ma ti ho detto che non la volevo..> solo ora il suo sorrisetto scomparve dal suo volto per lasciar spazio ad il suo sguardo assottigliato.. quasi di sfida.. <..Frega un cazzo di quanto grosso sei.. e frega un cazzo del tuo buonismo.. Ti ho chiesto qualcosa?..> disse con guardandolo dalla testa ai piedi per tornare diretto a trovare il suo sguardo <..Non ho mangiato.. e allora? Te ne importa qualcosa se muoio di fame?..> pronunciò con quelle sue labbra increspate.. quasi disgustate.. mentre i suoi passi ripresero il suo incedere. Il suo sguardo eluse la figura del Doku ignorandola e passando ad un metro da egli lo superò <..Tsk.. buonista del cazzo..> farfugliò fregandosene se quelle parole fossero state recepite o meno. Incoscienza? No.. soltanto poca fiducia e molta rabbia per quel mondo dilaniato e corrotto nel quale viveva. Paura di morire? beh.. prima Yokai doveva imparare cosa significava.. vivere.

23:55 Eryk:
  [Vicolo Secondario] Lo guarda impassibile scattare e tirare le cose per terra, come forse il bambino che è dopotutto il morettino che ha davanti a sé, non distoglie lo sguardo da lui neanche quando lancia le cose di cui si è privato lui per dargliele ma quando prova ad andarsene.. o no.. Eryk si piazza di mezzo e gli blocca la strada ed era meglio per Yokai non farlo incazzare dato che sta già con le sue paturnie, non si ricorderà nulla di quella serata e soprattutto è sudato, di conseguenza quando Yokai gli dovrebbe finire inevitabilmente addosso, si dovrebbe andare a scontrare contro i liquidi corporei del Doku ed entrare a tutti gli effetti in contatto con il suo veleno. È fortunato che non è come gli altri due membri del clan che conosce, con un veleno che prosciuga la vita, il suo invece è molto più da sotterfugio avendo proprietà allucinogene il quale va ad influire sulle abilità motorie della vittima che entra in contatto. La destra si riporta all’altezza della bocca con apparente calma, allontanandola dalle labbra per poi buttare in faccia al ragazzino il suo fumo. <” Ascolta, bamboccio di merda, non me ne frega niente se muori di fame, di overdose, se ti vendono gli organi appena giri l’angolo… “> gli spiega per poi riprendere la sigaretta in bocca e fare un altro tiro <” Non lo faccio per te, non ho tempo da perdere a fare regali e non sono babbo natale. Mi lascerebbe un sapore peggio del tuo attuale odore in bocca. > il tono è alquanto sgarbato e minaccioso nei confronti del ragazzo più giovane e basso che comunque ha delle somiglianze a lui e se effettivamente gli fosse andato contro, Yokai dovrebbe sentire appunto le sue abilità motorie cominciare a lasciare i suoi muscoli per via di quella maledizione intrinseca nel sangue dei Doku, e nel suo caso specifico. Dati i toni coloriti, si stava creando alle spalle color caramello una piccola folla di spettatori e quel borbottare lo stava mandando abbastanza in tilt al punto da voltarsi verso di loro proprio per dirgli <” E voi che avete da guardare? Non avete dosi da prendere o troie da visitare stasera? Forza, fuori dalle palle prima che vi disseziono e vi vendo le budella. “> di solito è sempre così, libero di fare ciò che vuole, tuttavia l’influenza della luna lo rende decisamente più anarchico e… beh aggressivo per colpa dello stato psicofisico in qui già di suo si trova, con ancora quei lividi sui polsi e sul costato destro di qualche giorno prima, ormai di un colorito più giallo rispetto al viola iniziale. [Veleno Allucinogeno da liquido corporeo][Ninjutsu 30][Se contatto fisico con suggesso, Agi Yokai -10]

00:12 Yokai:
  [Vicolo secondario] Yokai non potè che cozzare contro quel corpo ingombrante per arretrare poi d'uno.. due passi.. prima sicuri.. poi.. incerti? Cosa? cosa gli stava accadendo allo scapestrato dalla capigliatura corvina? Le palpebre andarono a serrarsi più d'una volta rispetto al normale. Per un attimo la sua vista si annebbiò.. anche se il suo animo strafottente non venne domato <..Tsk.. non te ne frega un cazzo però hai insistito nell'aiutarmi.. idiota..> farfugliò l'ultima parola barcollando leggermente. I rimproveri del Doku alla comunella di gente distolsero l'attenzione dal discorso per dar la possibilità allo Yakushi di superare l'energumeno scansandolo di lato per lasciar che il suo verbo, ed il suo.. barcollo ma non mollo.. si scatenasse contro la folla <..Fottetevi su.. non avete meglio da fare?..> Il suo incedere incerto lo portò all'ingresso del vicolo dove sol ora lo Yakushi fece caso al veritiero odore nauseabondo che stava emanando e che gli stava provocando anche un'aggiunta di stordimento per il colpo preso. Il suo capo accompagnò quel suo incerto sguardo in rassegna verso la sua felpa e quei suoi consunti pantaloni per cercar di eliminare ancor, con spazzate grezze della mano libera, i rimasugli del pattume. Abbassò ancora lo shamisen, posizionandolo tra i piedi, si rimise la sua giacca nera di pelle con molta difficoltà e si controllò le tasche.. una ad una.. con estrema lentezza.. come se i suoi sensi fossero annebbiati ed avesse bevuto un mare di sakè. Poi.. eccolo voltarsi e riprendere il discorso <..Che cazzo... sta..> incerto pronuncia tali parole per fermarsi a guardare il vicolo tra momenti di lucidità e momenti di smarrimeto <..ma che cazzo mi hai fatto bro?..>

00:27 Eryk:
  [Vicolo Secondario] Sentito il contatto si avvia verso appunto quella bottiglietta d’acqua e asciugamano, raccogliendoli con la sinistra, passandosi poi appunto l’asciugamano dalla parte che non è entrata in contatto con il terreno, attorno al petto e alle braccia, almeno per asciugarsi da quello che semplice sudore non è. Aspira un ultimo tiro di sigaretta, riempiendosi i polmoni e l’esofago di quel fumo alla quale è assuefatto ormai da anni, avendo problemi a smettere , o meglio i problemi sono che neanche lo prende in considerazione. Infila il tutto di nuovo nel porta oggetti e torna ad ascoltare quello che ha da dirgli <”Ancora con sta storia… te l’ho detto, se ti fai ammazzare bona, non mi riguarda. Ma lasciarti lì a fare il barbone mi avrebbe lasciato un cattivo sapore in bocca. Se pensi che ti sto aiutando per te, fai pure, sentiti libero di credere quello che vuoi a sto punto. “> gli ripete per poi stiracchiarsi le spalle, afferrandosi con la mano destra il gomito sinistro e viceversa, con le cuffie dei rotatori che scrocchiano in maniera secca all’interno dello slot che la scapola genera per la testa dell’omero. Lo raggiunge e lo guarda di nuovo dall’alto verso il basso prima di sbuffare.. ma perché gliene frega? Se solo sapesse che il giorno dopo neanche se ne ricorderà di tutto questo, se ne sarebbe già andato a questo punto. Tuttavia la mano destra si muove proprio sul colletto posteriore della giacca di pelle per cercare di afferrarla e portarlo con se. <” lamentati dopo, se ti lascio lì in queste condizioni davvero ci muori in questi quartieri. “> gli dice incamminandosi mentre cercherebbe di portarselo con se verso uno dei locali aperti che fanno da mangiare, anche perché si è trattenuto e non è tornato a sua volta al magione per mangiare, come può sentire Yokai dallo stomaco del Doku che brontola. <”Non ti preoccupare di cosa ti ho fatto, se ti volevo morto a questo punto già lo eri. In un paio di minuti dovresti tornare normale, fino ad allora non rompere le palle, non c’ho voglia di dormire con la tua faccia sulla coscienza stasera.” > lo trascina fino al primo chioschetto disponibile, e se Yokai non avesse posto troppa resistenza, lo avrebbe adagiato proprio su uno di quegli sgabelli disponibili, ovviamente quello verso l’esterno dato che puzza da far schifo. Da quello stand arriva un profumo delizioso e quindi il Doku apre la bocca <”Due porzioni di Takoyaki e una birra media ghiacciata. “> [Effetto veleno 1/3 turni]

00:41 Yokai:
  [Vicolo secondario] Che poi... anche lui c'aveva messo del suo per finire in quella situazione no? Ma Yokai era così: un esperimento mal riuscito e vomitato ai margini della società così da poter rimanere occultato ed anonimo sino alla fine dei suoi giorni. Questo era quel giovane che ora, capendo d'essere in difficoltà, rimaneva sfrontato e ribelle anche innanzi alla palese situazione pericolosa, sapendo anche di quel suo piccolo problema fisico-mentale. Lo conosceva, infatti era per quello che era stato cacciato in quel modo dal locale, ed era sempre per quello che aveva lasciato l'accademia e congedatosi a tempo da destinarsi. Insomma.. un cinico individualista del cazzo a dirla con uno spiccio francesismo da quattro soldi. Lui.. Lui.. Lui... Semplicemente questo esisteva per lo Yakushi.. ed ogni cosa che gli permettesse di raggiungere i suoi propositi.. beh.. ben venga. <..Tsk..> sbotta infastidito per tacere e non rivolgergli più la parola.. anche se.. alla fine.. fatalità volle la strada da percorrere quella sera fu proprio quella di Eryk.. soprattutto quando quel cibo gli venne ordinato proprio sotto il suo naso <..Se pensi che pagherò io ti sbagli.. ed infondo me lo devi..> avanza pure pretese il serpentello ora. Seduto su quello sgabello il mondo sembrò fermarsi leggermente, anche se le sue condizioni fisico mentali non erano eccelse quella sera.. già.. perchè già minate dal locale <..Comunque.. Quindi sentiamo..> pronunciò poggiando entrambi i gomiti sul bancone per tenersi su la testa mentre questa, ciondolando un po', cercava di restar ferma <..Perchè?..> La domanda fu diretta.. senza giri di parole.. ed era riferita unicamente a quel suo intervento di simil soccorso.

00:59 Eryk:
  [Vicolo Secondario] Si gira perplesso quando Yokai allude al fatto che voleva far pagare il ragazzo per il cibo che aveva ordinato <”No, se volevo farti il portamonete a questo punto eri ancora in quel vicolo. E poi perché dovrei farti pagare per il mio cibo?”> gli chiede perplesso quando gli vengono posati davanti quelle due porzioni di takoyaki entrambe con della maionese sopra, insieme alla birra fredda. Ci mette un po' a realizzare che forse Yokai pensava che ne avesse ordinati due, per offrirlo pure a lui. Trattiene una risata a quel pensiero e dunque alza la destra per ordinare una nuova porzione al mastro del chiosco, tanto le fa in batch da otto porzioni su quattro lastre per un totale di quarantotto palline a crepe con quel pezzo di polpo dentro e condimenti che non andremo a descrivere dato che non siamo a una lezione gastronomica sulla cucina tipica di strada di quel mondo. <” Me lo puoi pagare suonando, così che non sei in debito con me, dopotutto quello era il piano per la serata o sbaglio? “> un accortezza dato che a quanto pare il ragazzino ha problemi ad accettare l’aiuto che gli viene offerto. Si spazzola via sei di quelle polpette crepe al polpo come se nulla fosse, dopotutto è un energumeno e come tale mangia pure più delle altre persone, bruciando una quantità di calorie incredibile ogni giorno tra il semplice metabolismo, fisico e attività fisica che svolge. Appoggia al secondo piatto le bacchette di bamboo per prendere quel bicchierone di birra e scolarsene giù metà, con quel pomo d’adamo ingombrante che rimbalza insieme al deglutire di quel nettare divino d’orato. <” Davvero? Non ti frega perché bamboccio, diciamo solo che sono stato in situazioni peggiori della tua di stasera. “> gli risponde senza stare ad ammorbarlo con la storia della sua vita, passato dallo sfarzo alla miseria quando da Kumo è fuggito per non essere più un kombu della yakuza locale, stanco di seguire ordini di chi lo aveva privato di tutto, anche della propria libertà. Arrivato a Kusa come un barbone senza nulla, tutte storie troppo personali e pesanti da raccontare a un ragazzino in quella serata, soprattutto perché così come non ha interesse lui a raccontarsi, anche Yokai è sicuro che non sia interessato a saperlo, non è dopotutto il buon samaritano che il ragazzino lo ha dipinto. <”Come ti ho detto, lo faccio per me stesso, per non lasciarmi un sapore amaro in bocca, per restituire ciò che mi è stato dato e levarmi un debito dalle spalle. “> semplicemente egoista, dopotutto non troppo diverso da Yokai se non fosse che il suo essere egoista non si limita ad avvantaggiare solo se stesso, ma è un generico fare ciò che gli dice la testa a qualsiasi costo, e questo, come nella situazione di stasera, può farlo sembrare una persona buona quando non lo è. Mentre parlano i due inoltre Yokai potrà sentire pian piano la mobilità tornare lentamente ma in maniera progressiva al suo corpo. <”Dovresti essere a posto a breve, vedi di non fare capricci, mangia e suona, poi tutti e due proseguiamo per la propria strada e chi s’è visto s’è visto.”> [Effetto veleno 2/3 turni]

01:14 Yokai:
  [Vicolo secondario] Tutta quella confusione che prima gli stava avviluppando l'intero suo corpo.. pian piano stava scemando per dar libero sfogo a quella sorta di mera lucidità che riusciva padroneggiare poche attimi prima dello scontro, diciamo casuale. Una mano lentamente venne staccata dal suo mento per essere adagiata sul bancone, la sua postura inclinata a porre in equilibrio il capo sulla mano sinistra e quello sguardo leggermente spaesato, in tutto questo, venne diretto verso la montagna in carne ed ossa accanto. Alla nuova ordinazione di Eryk sbotta un po' realizzando sol in quel momento che entrambe le porzioni ordinate fossero per lui. <..No no.. lascia stare.. non la voglio più..> pronunciò imbronciato coprendo quella sorta di figuraccia fatta.. ma.. figuriamoci se Yokai.... <..Già..> disse in riferimento al suonare <..suonerò per te se vuoi ma deciderò io per cosa.. non certo per il cibo.. che ripeto non voglio..> Il piatto arrivò comunque.. ed innanzi a lui.. una eccessiva salivazione invase la bocca del ragazzo. Abbassò anche l'altra mano e rimase qualche attimo ad osservare quel piatto. Accettare? Cosa gli fregava alla fine? Massì.. una figuraccia in più o in meno non avrebbe fatto la differenza e poi star vicino a colui che gli aveva procurato quello stordimento non avrebbe fatto male.. perchè capire ciò che gli aveva fatto era un po' il cruccio di quel momento. Improvvisamente.. come se nulla fosse.. Yokai.. si spense.. già.. Letteralmente si spense... chiuse lentamente gli occhi ed il suo cervello si mise in modalità.. Off. Narcolessia la chiamano. Il suo corpo cominciò a perdere di sostanza e come se nulla fosse il suo capo impattò violentemente contro la ciotola di Takoyaki e sul bancone.. il suo corpo cominciò ad inclinarsi e scivolare giù.. a terra dove trovò il freddo ed umido pavimento, il suo shamisen, e l'abbraccio narcotico di Morfeo. Nessun suono.. come morto.. rimase li in balia degli eventi.. quando il cuoco del piccolo locale di strada, che oramai conosceva di fama il pestifero Yokai visto che risiedeva non molto distante da quel chiosco, brontolò qualcosa in direzione di Eryk <<-Lo conosci? No perchè io non lo aiuterò e non voglio averci nulla a che fare. E' un attaccabrighe ed un randagio. Sono disposto ad offrirti io la cena.. ma levamelo dai piedi->> e detto questo scomparve dietro le tendine della cucina. Ehhh.. anche quello era Yokai.. un insignificante puntino addormentato in un mare di colori. [End]

01:32 Eryk:
  [Vicolo Secondario] Lo aveva detto che non era babbo natale e che non faceva regali dopotutto. Non fa neanche in tempo a dire al ragazzi di stare zitto e mangiare prima che gli da il suo pugno destro da masticare che questo crolla per terra completamente addormentato.. La prima cosa che fa è guardarsi la mano sinistra col palmo aperto. <”da quanto il mio veleno fa addormentare? Figurati se gli avessi raccontato ventisei anni di cazzate.. “> parla tra se e se, prendendosi tutto il tempo di finire la birra e la seconda porzione, pieno per la serata. Ascolta il proprietario del chiosco che gli dice tutto quello. Eryk fa spallucce, non è suo figlio, non lo conosce e non è un suo problema, soprattutto se gli offrono la cena. Non si offende o si arrabbia per il ragazzino neanche, dopotutto se vuole vivere così Yokai sono fatti suoi, non sta a lui sindacare e inoltre non ha legami con lui per provare anche solo il desiderio di aiutarlo su un percorso più lungo, soprattutto perché purtroppo domani mattina non si ricorderà neanche degli eventi avvenuti la sera. <” Va bene, fammi quella porzione da asporto dato che non l’ha mangiata. “> gli dice per poi alzarsi in piedi di nuovo. Intreccia le dita delle mani tra di loro e stende le braccia, stiracchiandosi con un sonoro <”Nggh”>. Aspetterebbe che quindi gli fossero state consegnate quelle sei polpette di polpo in una scatolina chiusa che inserisce delicatamente nel porta oggetti affinchè questa sia al sicuro. Non lascia neanche un ryo a quel chiosco, anche se il cibo era buono e se lo meriterebbe. Le dorate si posano dunque su quel corpo ai suoi piedi e scuote in capo <”Col cazzo che non suoni per quello che dico io.. devo pure fare da babysitter adesso..”> gli girano, e anche parecchio dato l’atteggiamento scontroso del ragazzino e così, senza pensarci su troppo, la sinistra va ad afferrare lo strumento, mentre la mano destra lo afferra dalla cintura , da dietro, proprio sotto i reni, per poi tirarlo su ergendosi eretto e camminare in direzione dell’unico locale che conosce in zona nonostante è l’ultimo dei posti in cui vuole andare, dopo che il motivo per la quale ci andava non c’è più ad accoglierlo.. l’okiya.

02:16 Eryk:
  [Vicolo Secondario] I passi lo riportano di nuovo a quella casa da thè, ricordandosi quella strada a memoria, a quel locale che non vorrebbe visitare di nuovo dato che ha perso ogni motivo per tornarci, tuttavia non si sarebbe mai portato Yokai indietro alla magione e non sa dove una persona del genere possa dormire, di conseguenza l’unico posto era o appunto l’ Okiya oppure il locale di Ryuuma per un po' di soldi facili.. tuttavia era fino al quarto cerchio di Kusa, troppo lontano, troppo sbattimento. Sale quegli scalini e con il piede destro spinge il portone fino ad entrare. China il capo alle maiko che lo accolgono mentre lascia giù sul pavimento il corpo di Yokai che se la ronfa di brutto, come per fargli capire che dovrebbero prendersi cura sia di lui che del ragazzino che ha dietro. La destra, ora libera, ovviamente si porta alla nuca a grattarsi la chioma mora mentre si guarda attorno con fare circospetto e dal momento che non trova nessuno , o meglio la persona che stava cercando, si rivolge a una delle due che lo avevano accolto la prima volta <” Re.. Sapete per caso quando tornerà Ren? “> chiede con un tono chiaramente preoccupato anche se è combattuto, soprattutto per gli effetti della luna si sente fregato e preso in giro, spaccherebbe tutto in quel momento, eppure capisce che spesso non si hanno alternative, ignorando tutto ciò che sta accadendo in un'altra nazione, non essendone stato messo al corrente dalla diretta interessata. Si avvia verso questa e le chiede due camere a quel punto, seguendola dove lo scorterà, non curandosi del destino di Yokai dopo quel punto, la sua parte l’aveva fatta e così come al ragazzino, ora anche all’adulto stava salendo il sonno, anche se non avrebbe mai immaginato che la sua prima notte l’avrebbe passata così, da solo, con lei assente. Entra dunque in camera, spogliandosi di quelle scarpe e dei pantaloncini, per mettersi poi a dormire.. domani si sveglierà in un letto che non è il suo senza memorie di ciò che è accaduto.. e appena riconoscerà il posto.. oh non sarà di certo piacevole! [END]

Durante uno dei suoi classici allenamenti, Eryk incontra un Yokai che è stato cacciato fuori dal locale. I due non interagiscono benissimo tra di loro, persone affini di carattere ma con modi di vivere diversi. Finisce con Yokai in preda a Morfeo, il quale viene portato all'unico posto che il doku conosce, e l'unico posto dove non vorrebbe essere domani mattina senza ricordi: l'okiya.