il Principe Azzurro

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15:20 Izayoi:
  [> Dojo] Una giornata come tante, il sole splende nel cielo della Foglia illuminando le strade con i propri tiepidi raggi, la brezza mitiga la calura estiva concedendo un clima per l'appunto mite. E' uscita da casa sua non troppo tempo fà, anzi, saranno un paio di minuti a piedi dalla sua abitazione al Dojo e quest'oggi ha intenzione di andare ad incontrare una persona ben precisa con la quale non ha avuto modo di avere a che fare direttamente sin da quel giorno a Kusa ove si è svolto il rituale nella quale si è abbandonata al proprio spirito combattivo rischiando di ferire Junpei, deludendo il Chunin che si è imposto per evitare ad entrambi di andar oltre al versare anche una sola goccia di sangue Oh, e per lei se già è traumatico sbagliare e fallire, fare un qualsivoglia errore, figuriamoci cosa voglia dire andare a peccare nei confronti del Senpai, rischiando di farlo sfigurare proprio in quel ruolo di mentore del Clan. D'accordo le missioni e i propri doveri da Anbu, ma in questi giorni quella sensazione di colpa non gli si levava di dosso, il ricordo dello sguardo affilato con il quale lui l'aveva guardata quel giorno dicendogli di averlo deluso, al ripresentarsi per l'ennesima volta, è stato la goccia che ha fatto traboccare il vaso convincendola ad imporsi sui propri ingestibili sentimenti appellandosi a quella che forse non è manco più una banale cotta, ma un progredire di qualcosa di pericolosamente bello. Qualche passo nel progredire lungo il giardino perfetto e simmetrico che si trova poco dopo l'entrata, dirigendosi verso la porta di legno e carta di riso centrale per andare a farla scorrere rivelando all'interno quel paio di coppie di persone che si allenano, la loro concentrazione è assoluta e non si dovrebbero voltare per osservarla, ma probabilmente, nonostante le bende, oggi riscuote più sguardi del solito, nonostante le sue innocenti violette non pongano attenzione a quegli sguardi relativamente rapidi che gli vengono concessi, no, lei cerca Saneatsu e non pare vederlo lì ad allenarsi. Non si preoccupa nemmeno di quel suono secco di una spada di legno che colpisce la testa di uno dei quattro che si era soffermato a guardare per qualche istante di troppo, c'è da dire che con indosso quel cheongsam bianco e nero non passa di certo inosservata, decori dorati che si intersecano sopra al seno per poi correre per tutto l'abito accompagnato da un paio di bianche scarpette con i tacchi. C'è una notizia buona ed una cattiva in questo vestiario, però. Dunque, iniziando dalla cattiva come ci è stato consigliato, è che quel vestito è più considerabile un vestitino dato che non lo metteva da tempo, titubante tutt'ora in quel tirar appena giù con la mancina quel lembo inferiore di tessuto che per quanto copra abbastanza fa sfortunatamente risaltare il profilo di lei poco più del solito, tanto che accorgendosi soltanto ora di quel rintocco di legno su osso si morde appena il labbro inferiore andando ad arrossire lievemente, continuando però a guardarsi intorno < Mh.. Non c'è.. > è un basso mormorio e non si concede nient'altro mentre si appresta per andarlo a cercare altrove, guardando alla propria sinistra in direzione di una delle salette dove riposarsi dalle fatiche. La notizia buona, invece, è che praticamente non ha tanta pelle in vista quanto immaginate, visto che a causa delle sue cicatrici e dei tagli sulla sua pelle, ha delle bende a coprirle dal polso a sin sopra i bicipiti, mentre allo stesso modo candide strisce la fasciano dalle caviglie fino ad una spanna sopra al ginocchio, evitando di far sanguinare dal naso qualcuno. Sì insomma, ma in tutto ciò, dov'è Saneatsu? Ah, Takemikazuchi, invee, giusto per oggi, è al sicuro a casa sua. È come se per una volta avesse voluto sentirsi bella, invece che un'indomita guerriera, sarà che sta crescendo, per quanto ancora al verbo ''riprodursi'' colleghi la moltiplicazione del corpo...

15:33 Saneatsu:
 Altra calda giornata di allenamenti per lui che per quanto continui a mostrare quella facciata da strafottente e baciato dalla fortuna in realtà non smette mai di lavorare su sé stesso e le proprie abilità. Vuole lasciarlo credere ma tutto quel corpo non è semplicemente frutto della genetica, il suo grado non è stato guadagnato grazie a qualche innato talento: tutto ciò che ha l’ha sudato e pianto. Non che adesso si stia allenando visto che è bellamente seduto a terra nella saletta adibita a piccolo ristoro. Se ne sta spaparanzato con la schiena poggiata al legno di un mobile, una piccola libreria con i rotoli delle varie tecniche del clan. La gamba sinistra è stesa a terra, piegato il ginocchio cos’ che il piede vada a sfiorare la coscia destra che è invece perpendicolare al terreno, gamba però piegata similmente alla gemella solo orientata in modo da far poggiare la pianta del piede. Indossa un semplice paio di tipici pantaloni neri, bassa la vita a mettere in risalto i suoi addominali scolpiti, sul busto l’haori nero ed impreziosito da dorati ricami di dragoni è lasciato aperto a mostrare completamente la candida pelle resa più luminosa dallo scontrarsi della luce su quelle gocce di sudore. I capelli bianchi sono in gran parte raccolti nella stessa seria pettinatura ma a causa di quell’allenamento molti di essi sono sfuggiti e i ciuffi più corti gli incorniciano il volto affilato e candido. Gli occhi azzurri fissano la spada divina che è tenuta sdraiata a terra grazie alla sua mano destra, che disegnando un ponte sulla custodia incisa la ferma in quella posizione, al sicuro. Poco davanti a lui un piccolo tavolino, una tazza di caldo the fumante su di esso, la sua attenzione però non viene minimamente rivolta in quella direzione, non ora almeno. Preso da pensieri più o meno profondi si sta basicamente facendo i fattacci suoi senza accorgersi della ragazzina fuori dalla porta[chk

15:58 Izayoi:
  [> Dojo] Preso quel filo di coraggio necessario per smuovere i propri passi lì dove ha puntato le violette, verso sinistra e verso quel corridoio che va oltre la sala principale, il soffitto si abbassa e prima di svoltare l'angolo per andare nell'altra ala del Dojo, c'è una porticina più piccola, sempre scorrevole, dove proverebbe a vedere, con il dovuto garbo che gli si confà, se avrebbe potuto trovare all'interno il Senpai < .. È permesso? > domanderebbe rimanendo per qualche istante in piedi dietro alla porta, la sua silhouette vien mostrata dai raggi di luce che filtrano sui rettangoli di carta, il suo tono di voce morbido come al solito, nonostante vi sia un filo di titubanza. Se risponderà lui, sarà un lieve sobbalzo e dunque la conferma di averlo trovato, altrimenti si permetterebbe di scorrere la porta di qualche centimetro appena, cercando di cogliere con l'occhio un'eventuale figura familiare che potesse indicargli dove trovare il Chunin. Eppure, in pochi istanti, dovrebbe poter notare in tutto e per tutto la figura del ragazzo dai bianchi capelli, verso il quale sorriderebbe con un filo di imbarazzo, scostando del tutto la porta mentre quella punta di sconforto - a causa dell'aver peccato il giorno del rito - fà da sottofondo ai suoi lineamenti, lì quando varca la soglia così come quando si soffermerebbe in piedi andando a socchiudere la porta dietro di s+, compiendo un paio di passi in quel paio o poco più di passi che la avvicinerebbero con attenzione al tavolino, senza però sedersi o accomodarsi, a circa due metri di distanza da lui < Buongiorno Saneatsu Senpai, io... > vuole andare dritta al dunque, non si è ancora inchinata ed è insolito, ma sà bene che ha bisogno di inchinarsi per delle doverose scuse, non per semplice cortesia e circostanza, anche se lo sguardo violetto di lei andrebbe distogliendosi dal viso di Saneatsu, si scosta verso sinistra e la mano desta vien portata verso l'alto, stretta quasi a pugno e in direzione delle labba, quasi a volersi nascondere dietro di quella, quasi a voler trovare qualche istante di più per sormontare quella difficoltà mistra tra l'aver errato ed il sentimento nei confronti di quel Koshirae. Perchè gli basta essere ad un paio di metri da lui per sentir il cuore martellare nel petto? È irrazionale e tutt'ora inspiegabile per lei, nonostante la verità sia soltanto una. La mancina permane a stringere il lembo in basso del vestito, si aggrappa come a cercare una risolutezza che per qualche istante manca del tutto < Io.. > ancora qualche attimo di esitazione per poi andare direttamente ad inchinarsi, non è un movimento ne estremamente rapido ma manco troppo lento, mosso da un chè di nervosismo, il tono non è alto ma ha un che di deciso, come quando si vuole dire una verità tutta in una volta senza pensare nemmeno di preciso a cosa si sta dicendo, perchè ci si sente immensamente stupidi o chissà che altro < Mi dispiace di averti delusa, Senpai! Io mi sono lasciata trasportare il giorno del rito e non ho scuse per il disonore che potrei averti arrecato! > sinceramentre prostrata innanzi a lui con i capelli che vanno verso terra, un'inchino più che esemplare, anzi và oltre quello del semplice saluto ed a momenti si sarebbe pure messa in ginocchi con la fronte a terra, ma vuole pur sempre mantenere un contegno, dopottutto, l'ultima volta che si sono visti lui gli ha fatto baciare un fungo, ma le cose non sono comparabili, anche se sembra che questo evento gli conceda di sopperire in qualche modo alla situazione, trovando un filo di colpa anche nel consanguineo. Che poi, di colpe ne ha tante, come quella di farsi trovare lì, così, dopo l'allenamento e cose.

16:11 Saneatsu:
 Non risponde alla richiesta, riconosce la voce dell’allieva, come potrebbe fare altrimenti, ma la ignora decidendo di tacere. Un silenzio assenso il suo che per ora si limita a pr4endere un profondo respiro, non ha ancora smaltito quel senso di rabbia provato quel giorno. Non importano le motivazioni che l’hanno spinta ad agire in quel modo, non a lui almeno che si fida semplicemente dei gesti tralasciando scusanti e belle parole. Per questo all’inizio nemmeno la guarda, si limita a piegare in avanti il busto così da lasciare che il corpo aderisca alla gamba sollevata, quel che gli serve salvo poi allungare la mano destra verso la tazza ora un po’ meno fumante. La lascia parlare spostando gli occhi azzurri solo sul The che ora viene portato verso il suo busto mentre torna ad abbandonare la schiena sul mobile, comodo e apparentemente tranquillo lui. Certo sta volutamente ignorando la presenza della ragazza per ora. Pur senza mostrarlo l’ascolta, ne coglie le parole ed il significato, più lei si mostra e chiede scusa più la maschera da finto bravo ragazzo viene meno andando a rivelare parte di ciò che è davvero. Quella ragazzina è riuscita in qualche modo a diventargli cara al punto che non riesce a star ligio ad onore e regole, non come ci si aspetterebbe da lui almeno <cazzate> sbotta appena. Non urla né alza il tono di voce, continua imperterrito ad ignorarla e risponde con il tono pacato di chi sta parlando della fioritura dei ciliegi <se smettessi di riempirti la bocca e la testa con onore e di sonore vedresti quanto è stato stupido quello che hai fatto> ammette ancora, il the che solo ora viene portato verso le sue labbra sottili. Soffia appena su di esso continuando a fissarlo, lo raffredda quel che serve per prendere un primo sorso e poi andare a deglutirlo <hai perso la testa e questo è pericoloso. Le nostre armi vanno domate, controllate se non sei in grado di controllare nemmeno te stessa che speranze hai?> duro? Sì. Lui è ancora abbastanza arrabbiato, non c’è traccia di rancore sul suo volto, solo delusione per averla vista sbottare, preoccupazione per quello che potrebbe essere il futuro, un sentimento che lo lega a lei al punto da fargli abbandonare il solito schema di comportamento per mostrarsi un po’ più nudo (metaforicamente per ora poi chissà) ed esibirsi in quella che è a tutti gli effetti una ramanzina. Prende un secondo sorso, più lungo e lento del primo[chk on]

16:44 Izayoi:
  [> Dojo] E nel mentre che lei rimane tutt'ora china verso il basso, lui sbotta seppur in maniera ben contenuta, inizialmente la ignorava e forse era meglio così, anche se dopotutto, doveva aspettarsi il fatto di averlo, molto probabilmente, indisposto a tal punto da meritarsi una ramanzina. Certo il fatto che lui se la sia presa la fa sentire indubbiamente male ma mentre prosegue con le parole è come una sensazione di essere combattuta, visto che allo stesso tempo sente dentro di se come una punta di piacere in quel percepire quella nota di preoccupazione nel suo tono, non sono parole che la rincuorano, questo sia chiaro, ma forse evitando di farla scoppiare a piangere come avrebbe fatto tempo fà, gettandosi appunto a terra a domandare scusa e a reclamare una qualsiasi posizione possibile. Insomma, per quanto possiate pensare male, non è colpa sua, di punizioni n ha subite sin da quando ha memoria e ricorda bene cosa voleva dire sbagliare o rifiutare di finire il nemico, in quei folli allenamenti che poco avevano di finto ed anzi, a volte si sono risultati sin troppo reali ed in grado di oltrepassare qualsiasi limite immaginabile < ... > tace in silenzio mentre la prima frase di li gli scorre addosso come fosse grandine, la ferisce e la raggela ma stringe semplicemente gli occhi come se nella sua testa tutto risuonasse ad un volume indicibile, un'eco doloroso della sua mente che non tollera il dolore ed il rimprovero, l'immagine di suo padre e di chi la allenava in gran segreto assieme a pochi altri dediti ad eccellere, ad essere la perfezione, condotte che il Clan stesso non condivideva e che dovevano essere eseguite quasi di nascosto, onde evitare problemi tra le famiglie dei Koshirae < Non ho scuse, su questo non c'è dubbio.. > direbbe lei rialzandosi, con gli occhi che traboccano comunque di un che di lucido, ma ancora non cedono, vorrebbe continuare la frase ma ha come un groppo in gola, mentre si volta appena in direzione di casa sua, come se potesse andare a vedere prima la sua stessa Arma divina al nominarle di lui, poi la figura di suo padre. Dillo Izayoi, non è colpa tua, non hai scelto tu di crescere così e di essere stata convinta ad uccidere, a ferire nella miglior maniera possibile, ad agire senza porsi alcuna remora, in nome della perfezione e della pace a cui tanto aneli. È stata traviata, poveretta, e lui ne ha visto i segni e quello stesso ideogramma ma lei non ha il coraggio di far uscire parola alcuna e le parole gli si serrano lì tra le corde vocali, perdendosi mentre permane a labbra schiuse per qualche istante < Io non volevo... È che quando vengo sfidata o mi trovo a combattere divento un'altra.. > prova a spiegarlo così, non può di certo rivelare di preciso le atrocità che ha subito, può solo lasciarle immaginare, quel suo piegarle l'animo e la psiche per costringerla a diventare priva di sentimenti come una lama, atta solo ad offendere e difendere, senza porsi alcun dubbio o remora alcuna. Torna con lo sguardo su di lei mentre conclude il proprio periodo e le mani sono congiunte in grembo, lo sguardo basso. Non è ancora esplosa, ma in realtà le sue spalle tremolano appena e sinceramente, per quanto come abbiamo già detto non è il caso farlo, non gli ci vorrebbe ancora molto prima di crollare del tutto e rischiare di andargli a dire per filo e per segno quello che ha passato, in un'accenno di una qualche crisi di cedimento o i Kami solo sanno cosa. Attento caro Saneatsu, perchè per quanto sia composta e rigida come la più affilata della Katana, allo stesso tempo quella sua tempra di metallo a volte vacilla come un vetro sin troppo fragile, al ritrovare delle sue emozioni, con te, quasi che una vibrazione di troppo una semplice onda d'urto, possa mandarla in frantumi come cristallo.

16:56 Saneatsu:
 Deglutisce lasciando che quel caldo liquido vada a riscaldare il suo corpo, corpo già di suo accaldato ma che in qualche modo grazia a quella bevanda riesce a trarre un vero godimento, il calore interno che va a far scemare quello esterno dovuto dagli allenamenti. Si volta solo ora, solo dopo che la ragazza risponde. I suoi occhi si piantano in quella figura <non posso proteggerti da te stessa> replica lui. Come ha fatto con la maschera anche con quel combattimento voleva solo metterla alla prova in un ambiente sicuro. Ha visto il suo corpo, sotto quelle bende, ha immaginato fin troppo ma non ha mai chiesto. Ammette di averla protetta, o almeno averci provato, ammette d’essere Kiku, ammette semplicemente di provare qualcosa che vada oltre alla semplice lussuria, anche se nel suo caso si parla più di affetto come se fosse poco più del peluche preferito di un bambino <guarda la spada> aggiunge dopo aver sospirato profondamente, cambia tattica, cerca solo di spiegarle. Con quelle parole il busto torna a piegarsi così da raggiungere nuovamente il tavolino e poggiare la tazza su di esso <non importa chi credi di essere quando combatti sei stata scelta da lei è per quello che sei sempre> ammette ancora <e in sua presenza non capisci quanto sbagliato sia perdere la ragione?> la incalza, ignorando quel tremore. Non è il sensei dolce e tenero, si è preso un incarico volente o nolente e lo porterà a termine al meglio, almeno in questo caso. Essere duro è ora l’unica valida alternativa che vede <lei dividerà sempre il mondo in giusto o sbagliato ma dovrai essere tu a domarla e capire quando fermarti per non finire tu stessa nel torto> continua lui andando ora a riportare la destra sulla sua stessa arma, la tocca semplicemente senza fare altro, solo torna a proteggerla con il palmo della sua mano <ho visto Izayoi non dimenticare> sussurra ora, quasi dolcemente lasciando che il volto propenda in sua direzione, così da avvicinarsi un pochino e potersi far udire solo da lei. Glielo ricorda ciò che sono, due combattenti della foglia, due anbu. Le ricorda, o almeno vorrebbe, solo con quelle parole quanto potente sia l’autocontrollo, quanto pericoloso sia perdersi nella propria mente, lui che del controllo ha fatto la sua strada, lui che solo così si prenderà la sua rivincita[chk on]

17:25 Izayoi:
  [> Dojo] Lui se non altro ha pienamente ragione, non può proteggerla da se stessa ma forse è quell'unica persona che conosce quel di lai raro lato umano, che può permettersi poco alla volta di togliere quel velo di cecità che si monta sul viso della Genin quando si mettere in assetto da guerra, sostanzialmente, uno stato mentale in cui per ora rischiare di scivolare sin troppo facilmente, considerando tutti quei piccoli cavilli che in quella testolina rosa vanno a creare tutta una serio di micro complessi che la crucciano. Scuote appena la testa a confermare quel suo no < Mh.. > non dice nient'altro ed anzi, lascia che sia lui a proseguire con quel tono che sussegue il sospiro, ponendosi con un misto tra severità e pacatezza nei confronti della Genin che annuisce e sbatte le palpebre un paio di occhi, lasciando che quella minaccia di lacrime sfumi, smuovendo un paio di piccoli passi in direzione della spada di lui, flettendo le gameb per dunque andare ad inginocchiarsi, schiena ritta e mani a metà delle cosce, una sopra l'altra, nel mezzo, lì dove per qualche istante si perderebbe a guardare lui, piuttosto che l'Arma Divina che lui indica, ne osserva il viso, sino a quando il lieve suono della tazza la desta. Dunque le lilla si spostano in fretta portandosi sulla spada per poi andar ad ascoltare per bene le sue parole, riesce a mettere da parte il passato ed allo stesso tempo cerca di comprendere quella nuova verità che gli è stata detta, parola dopo parola è come un rivelarsi di un punto di vista che ovviamente non era mai giunto ai suoi occhi, rimane a labbra schiuse < Per quello.. Che sono sempre? Ma... A me hanno insegnato che la mia ragione è la spada e nient'altro... Io.-. > il suo tono è appena più basso del solito ma sempre vellutato quasi come la di lei pelle, tradito indubbiamente il timbro da quel sentirsi in difetto, comprende ed allo stesso tempo non comprende le parole di lui, andando a stringere il centro di quel lembo del vestito, stropicciandolo per poi osservarlo in viso per un'istante, si ferma tutt'ora volgendo subito lo sguardo di lato < Non sono altro che una stupida bambola... Non è vero? Ma a mio padre... A lui va bene così, mi ha persino elogiato per non essermi fatta mettere i piedi in testa da qualcuno ben più grande di m- | > e se Saneatsu già non ce l'aveva con il resto del Clan, avrà modo di farsi ancora più idea di come lei sia stata cresciuta, quando allude al fatto dell'aver quasi ferito Junpei, mentre lei invee si è soffermata, puntava lo sguardo a terra, la mancina è corsa innanzi alle labbra per sedare il parlato ma oramai il danno è fatto < ... > e lei non si sente nemmeno in dovere di rimediare o di riprendere l'argomento, tace semplicemente stringendo appena a pugno la manca per poi rimanere lì a fissare un punto a caso del Tatami, annuendo semplicemente riguardo al comprendere di doversi limitare, quel suo bisogno di essere in grado di controllarsi per evitare di aver torto. Ma come può qualcuno al quale gli è stato inculcato che il male che lei vede merita di essere estirpato, non importa a quale costo, lì dove nella sua giustizia non esiste ne colpa e ne torto, finchè sia dedita al bene? Ma chi definisce cosa è bene e cosa è male? Ah, è questo il problema, così come è un problema quando la propria ideologia di bene ci sfugge di mano e finisce per danneggiare delle parti che non sono nemmeno state considerate. Lo vede avvicinarsi, e risolleva lo sguardo per andare a scuotersi appena, percependo quel suo sussurro quasi scivolargli sulla pelle, quella segnata che da sotto la maschera da teschio lui stesso ha visto < Sì.. Non me ne dimentico così come non mi scorderò queste parole. > anche se sarà lunga e difficile, una strada impervia quella per riportare indietro l'animo umano di lei che ora lo guarda con le labbra schiuse e le lilla che tremano appena, non sono così distanti ma nemmeno troppo vicini < Sai... Quanto ti preoccupi per me io... > cerca di tornare a guardarlo negli occhi, di evitare di sciogliersi, ma dentro di sè avvampa ed allo stesso tempo arrossisce, non riesce a trattenere gli occhi su di lui, non con quella relativa vicinanza < Sento se mi si accenda qualcosa dent- Ehm.. No, ecco, non intendevo.. Cioè.. > eccola, è partita e di lì a poco finirà in tilt forse. Si chiama amore Izayoi e porta a tante altre cose della quale di certo non sei esperta, anzi.

17:40 Saneatsu:
 Il clan e il suo corpo, il padre, oh la rabbia monta in lui andando a dettagliare sempre un po’ì di più una storia dietro a quei segni, non ha certo il quadro completo ma questo non può far a meno di lasciare che monti il lui lo stesso sentimento della volta scorsa, non è corretto e vede l’ingiustizia in tutto ciò che le è accaduto, nelle sue parole <tuo padre è un coglione> non riesce nemmeno a trattenersi ora, nemmeno ci prova a dirla tutta, non deve mantenere l’anonimato a tutti i costi <altrimenti sarebbe stato lui stesso a donarti la spada> abbastanza semplice, se la capo clan si fosse fidata di quell’uomo allora le spade non le avrebbe avute lui in custodia, insomma non che lui sia degno di un tale compito ma questo è un argomento completamente diverso. Tace osservandola poi mentre si cruccia, arrossisce e poi parla. Tutto muta alle sue parole, oh lo notate quel sorrisino beffardo che nasce su quel volto? Lui è soddisfatto ed orgoglioso, per quanto si sia affezionato alla ragazzina non è mai cambiato il suo obiettivo, dall’alto della sua esperienza comprende bene le parole della ragazzina, comprende quello che le sta dicendo e se solo fosse stato un ragazzo dalle intenzioni onorevoli ora andrebbe a smorzare i suoi sentimenti, la inviterebbe alla calma. Ma sia mai che non si approfitti di una bella donzella indifesa. La mano sinistra andrebbe ad alzarsi per cercare di avvicinarsi al mento di lei, l’indice che lì vorrebbe posarsi per poi farle quel minimo di pressione per convincerla a rialzare lo sguardo. Mentre fa questo andrebbe ad avvicinarsi ancora, spostando il busto in sua direzione così che lei possa sentire il suo respiro sulla pelle, si avvicina dannatamente tanto cercando di farsi guardare così che oltre al respiro la ragazzina possa percepire anche con lo sguardo quella vicinanza fisica <temo di non poterti baciare qui> ammette semplicemente senza distogliere lo sgu7ardo da lui <non vogliamo che qualcuno ti punisca giusto?> sussurra mellifluo in sua direzione, sottintende tutto e niente, la provoca andando a mostrare quel sorriso malizioso, si è buttata in quella rete che aveva accuratamente cucito intorno a lei. Ad ogni muoversi delle labbra, se tutto fosse riuscito, lei avrebbe potuto sentire il fiato, persino percepire il rischiudersi della pelle, il debole schioccare della lingua mentre parla, il calore dell’interno del suo stesso corpo e persino quello dell’esterno, i muscoli del petto tesi, lucidi e ancora caldi per l’allenamento, molto vicini a lei, potrebbe poggiarsi su di lei, potrebbe andare a farle sentire proprio tutto. Rimane però a quella minima distanza per tendere il momento, abbastanza vicino perché tutto possa accadere in qualche frazione di secondo ma così lontano da farsi desiderare [chk on]

18:07 Izayoi:
  [> Dojo] Indubbiamente quel suo puntualizzare su quello che pensa nei confronti di suo padre, la fa sussultare un'attimo ma non può dii certo rispondere all'ovvia verità che lui gli pone e permane semplicemente in silenzio in quella vicinanza nella quale cerca di mantenere un certo contegno nonostante ciò che più brama sia lì, a qualche centimetro di distanza < ... > non esce un fiato ed anzi è il suo respiro a fari appena più irregolare quando sente il tocco di lui a sollevarle il viso andando ad ipnotizzarla dolcemente, si sente involontariamente costretta a guardarlo manco fosse un Genjutsu. E lo guarda, oh se lo guarda, si perde negli occhi di lui in quel sentirsi completamente inerme ed indifesa, ogni possibile barriera sembra cedere nonostante una se stessa immaginaria si impegni a tappare le crepe di questo cedimento progressivo, mentre il respiro di lui diventa causa di una sensazione crescente, una vicinanza ed un contatto al quale inizialmente sembra voler frapporre le mani < N-no, io... > ma non riesce a mettere insieme una frase sensata, anzi, la dritta e la mancina si pongono con i palmi in direzione di lui ma finiscono inevitabilmente a porre una futile pressione nei confronti del petto di lui, abbandonandosi al contatto della nuda pelle, ammorbidendo quel falso respingere traducendolo in un'appoggiarsi della punta delle dita sui muscoli di lui. Cosa? Cos'è che teme di non poter fare? È il colpo di grazia definito, diventa di un rosso in viso più intenso di quello degli Uchiha, un'istante di sgomento in quell'ispirare come se fosse un piccolissimo spavento, un sentir mancar l'aria ed il fiato spezzarsi, quasi si appoggia a lui pur non essendone del tutto cosciente, forse sta giocando con lei, anzi, è lui indubbiamente a tendere i fili di quella tela nella quale lei si sta invischiando, ma allo stesso tempo non è forse un cedere da parte del Chunin che risponde al richiamo amoroso e puro di quella diciassettenne dalla relativa stabilità emotiva? Insomma, quando ha saputo del fatto che lui è Kiku, ha avuto anche lì un misto tra rossore e capogiro, sembra destino, ma alla fine chi dice che è pronta a quello che teoricamente la attende? Eppure, è ciò che desidera, ed involontariamente và ad avvicinarsi anche con il viso < Ero venuta per scusarmi, n-non di certo per strapparti un b-bacio. > si fà pure più coraggiosa, o perlomeno ci prova all'inizio, marcando il tono per poi finire ad incespicare si quelle parole, distogliendo per un'istante lo sguardo, mentre dentro bolle più di una Yoton ed il cuore è uno scalpitare di una mandria di purosangue al galoppo. Sono pochi centimetri, millimetri, gli occhi sono socchiusi e vi è solo una metà languida a perdersi in quel rapporto < Forse... Non importa.. > è un'ultimo sussurro, che allo stesso tempo vale come un convincere se stessa ed un'andare a rispondere a lui, la porta è perlopiù chiusa e quindi insomma, chi è lei per opporsi a quello che sente urlare a gran voce dentro alla propria testa? Quindi, come se fosse attratta da un magnete, le labbra di lei a cercare di poggiarsi su quelle di lui, un tocco che la porterebbe a chiudere del tutto gli occhi e ad un'abbandonarsi della tensione che la pervadeva, come ad ammorbidirsi contro la di lui figura e poi, sì insomma, non è di certo pratica, tutt'altro, quindi più che tentare di seguire lui è un vada come vada, considerato questo l'essere il primo fatidico bacio. Salvo che non sia uno scherzo come quella volta con il fungo, a quel punto.. Beh, lì ci sarebbe da correre dritti ad Iwa perchè lo cercherebbe per mari e monti (?).

18:20 Saneatsu:
 Questa volta tutto va come dovrebbe andare, non c’è vendetta, nemmeno necessità di tenerla sulla corda, il momento è perfetto. Ciò che gli è stato detto rende abbastanza chiaro quel suo essere ormai pensiero fisso nella ragazza, i sentimenti di lei sono stati chiari. Lo sguardo, mentre ella s’avvicina, si sposta appena verso l’ingresso della stanza <un assaggio> sussurra in sua direzione prima di chinare appena il volto verso il basso così da permettere Alle loro labbra di incontrarsi. Un bacio appassionato quello che vorrebbe donare lui, schiude la labbra e lascia che la sua passione si riversi come un fiume in quel semplice gesto. La mano sinistra si sposta appena dal vico, scivola accarezzandola lungo la schiena andando a cingerla, con decisione, all’altezza dei fianchi, una pressione che vorrebbe permettergli di portarla verso il suo corpo, stringerla a sé. Un bacio veloce quasi fugace il suo che lo vedrebbe ore ritirarsi appena per poi tornare ad osservare la porta semi socchiusa <dormi da me questa notte> nel suo regno dei giochi. Ma questo non lo dice il furbetto. Sorride malizioso in sua direzione <poi ti troverò un appartamento> certo non vuole proporle una convivenza, parliamoci chiaro lui non si lega eh. La fisserebbe ora, languido come prima andando solo a lasciarla così da allungarsi verso il tavolino e prendere un po’ di te, ormai freddo. La tazza andrebbe quindi ad essere portata in direzione di lei, una semplice offerta a differenza delle parole di poco prima in cui invece si mostra autoritario per quanto delicato nel tono [chk on]

18:40 Izayoi:
  [> Dojo] Un'assaggio soltanto, rapido e fugace, ma comunque passionale quanto basta per fargli venire vertigini e traveggole, lo stomaco si contorce in una maniera insolitamente piacevole, non respira quasi come se fosse in stasi e son le labbra a venir smosse da quel contatto al quale si abbandona per qualche istante, godendosi ogni attimo di quel poco che comunque per lei è già più che abbastanza, considerata la sua situazione emotiva e tutto il contesto. Cioè, l'ha fatto davvero? Sì, ed in quello scostarsi la mancina si porta a posarsi sulle labbra come se volesse sigillare quel momento e sentir ancora per un'istante quel sapore sulle sue labbra, una nota di the di sottofondo e gli occhi sgranati e persi in quell'osservare la di lui figura, che appare quasi idillica, come se fosse scontornata da uno sfondo sfocato nel quale ci si perde e non ci si perde, fissa lui ed a volte và oltre, percepisce le parole del Chunin giungergli alla menta, fusa, completamente fusa, tanto che in quel distanziarsi appena poggia la dritta a sorreggerla, manco che di lì a poco sviene. Tutt'ora rossa in viso, sembra quasi come se stesse guardando una qualche apparizione divina alle spalle di lui, o magari è proprio lui che sta guardando, non si capisce bene e lei stessa non comprende molto bene andando a rispondere come ipnotizzata, di rimando < Questa notte.. Sì, certo.. > ma si riprende come al sentire schioccare immaginario delle dita di un prestigiatore, strabuzzando gli occhi un paio di volte per poi scuotere in maniera appena appena concitata la testolina,
terribilmente carina, sfuma un pizzico di rosso dagli zigomi ma l'imbarazzo rimane < No aspetta! Insomma.. Sì, verrò, ma non farti strane idee.. > non questa notte, almeno. Ma di certo pure lei omette ora come ora ed ovviamente con la sua mentalità sin troppo pura pensa solo in maniera superficiale all'eventuale risvolto che seda sin dal principio, ponendo un paletto. Dopotutto, già quel bacio per lei è stato tanto, dormire con lui poi, cioè potrebbe anche finire per dormire su un divano o chissà che cosa, già stare nello stesso appartamento o edificio con lui, è /veramente/ tanto, potrebbe morire asfissiata dal non respirare durante la notte. Ed a proposito di appartamento, risulta colta da un sottile velo di perplessità ed inclina il capo di lato, non comprendendo e non di certo immaginando una convivenza, anche se forse dal di lei punto di vista provare a distaccarsi da suo padre ed aver modo di vedersi con Saneatsu quando vuole.. No, sta correndo troppo e si porta appena la mancina davanti al mento a sfiorarlo con le nocche in un tocco delicato, non sà nemmeno bene lei come rispondere ma il fatto di lui che si preoccupa non gli concede una particolare razionalità nei pensieri < Ah.. Sì ecco.. Sono abbastanza grande dopotutto..? > ma è incerta lei stessa, dovrebbe indubbiamente comunicarlo a casa e far valere appunto questo punto così come altre cose, il fatto che sia prossima ad un'eventuale promozione, il fatto che tra non molto compierà effettivamente diciotto anni.. Insomma, nulla gli costa provarci, ma allo stesso tempo suo padre non lascerà sfuggire la sua perfetta guerriera così facilmente. Che sia forse Saneatsu, il Principe in nero che la salverà dal lato spietato del Clan che l'ha cresciuta? Chissà.

12:26 Saneatsu:
 Torna ad appoggiare la tazza sul tavolino, lasciandola semplicemente lì, abbandonata con quel che rimane della bevanda un tempo calda <andiamo> ammette lui che comunque aveva già fatto il minimo necessario per mantenersi allenato e in forma. Non resta altro da fare che andare a scostare le mani per poi richiudersi, ma di poco, l’abito in modo da coprire parte degli addominali e lasciar solo intravedere il petto. Si muove comunque con calma, senza alcuna fretta forse anche per non destare sospetti. Ora a parte tutta la questione politica per cui ha visto bene di non farsi beccare durante quel bacio c’è anche da considerare che comunque il dojo per lui è una zona di caccia, legarsi troppo ad una ragazzina in presenza di altre donne non sarebbe affatto conveniente, questa almeno è la scusa che usa nella sua testa. La verità sta a metà tra le questioni sopra citate, da una parte il desiderio di essere libero di volare di fiore in fiore dall’altra la preoccupazione per lei e le probabili ripercussioni che potrebbero colpirla <troveremo un appartamento sicuro> ammette ancora una volta andando semplicemente ad alzarsi. Un gesto semplice e abbastanza lento che lascia intravedere la stanchezza dei suoi muscoli allenati fino a poco prima di quella chiacchierata. Raccoglie l’arma infine andando a legarsela al fianco per poi essere definitivamente pronto ad andarsene <a casa dovrei avere qualche cambio> rimasugli, pezzi dimenticati dalle varie amanti che forse sono più che altro state interessate a marcare il territorio lasciando un pezzo di loro in stanza, pezzo che è stato trovato subito e sistemato in uno scatolone apposito così da rivelarsi premuroso e gentile con la prossima ospite. Non aggiunge altro solo andrebbe a far strada ad Izayoi così da condurla verso casa sua, ovviamente dormirà a letto da solo a meno che non venga ricompensato, non è un tipo da coccole e probabilmente mai lo sarà: non condivide le lenzuola per una semplice dormita. Izayoi avrà però a disposizione un bel divano accogliente e abbastanza lungo per potercisi sdraiare, largo quel che basta per una persona e mezza, non si garantisce sulla purezza dello stesso ma quello è un ragionamento generale per ogni singolo oggetto o parete in casa sua. Ovviamente sarà sua premura passare davanti ad un certo chiosco di ramen così da fare un occhiolino al commerciante e dar quindi valore alla sua promessa dell’ultima cena [chk on][end]

Izayoi sente di doversi scusare e Saneatsu ne aprofitta!
NOOOOO
In realtà Saneatsu oltre ad aprofittarsene intuisce quanto pericoloso sia il padre di lei quindi decide di toglierla dalle sue grinfie, cercherà di proteggerla e non ha certo intenzione di far passare in sordina la questione...
Stay Tuned