Una notte da leoni

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21:05 Eryk:
  [Chiosco] Mentre il sole cala e va a farsi fottere una volta per tutte, portando con sè quei infernali raggi che rendono la vita di qualsiasi persona durante il periodo estivo, un vero e proprio schifo per via dell'intenso calore, i colori del cielo si tingono di rosso e le temperature rendono la movida più vivibile. Siamo giunti anche a un orario tale che solo i ritardatari non hanno ancora cenato ed Eryk è proprio uno di questi. Per l'amor del cielo, splendida, se così si può dire, l'accoglienza del clan Doku, ma diciamo che mangiare con il pensiero di essere avvelenato non è proprio il massimo, dopotutto non è mica scarface o qualche altro membro della mala. Ovviamente data la poca disponibilità economica da parte del Doku, si trova nel quinto cerchio, dove non si mangierà di certo a livello stellato, tuttavia un piatto che superi il livello di "sbobba" non è così difficile da reperire. Come suo solito non veste in maniera apparisciente, già lui cattura abbastanza l'attenzione con quei centonovantadue centimetri di altezza, quei capelli corvini e setati legati in quella coda di cavallo e sopratutto con quei tatuaggi visibili su tutto il corpo anche se vestito, o quei dilatatori neri che più o meno si mimetizzano insieme al crine bruto del ventiseienne. A coprire il busto una maglia semplice a maniche corte, monotinta color bianco, niente di sfarzoso. Tre bottoni uniscono la scollatura a V con l'ultimo lasciato aperto. A coprire le gambe un paio di Jeans marrone scuro aderenti a quei muscoli allenati. I piedi quasi inconsciamente lo portano davanti al solito chiosco di fiducia dove in quei sei anni di clandestinità ha imparato ad andare senza spendere troppo o quando non voleva mangiare al ristorande dove abitava E lavorava, per cambiare pietante da quelle da lui preparate. La mano destra si scosta dalla tasca per spostare quelle frange di tenda che coprono la tettoia del chiosco. La gemella invece va ad afferrare dtra indice e medio il filtro della sigaretta, tirando un ultima spizzata di fumo prima di lasciarla cadere per terra e calpestarla in maniera che il fumo tossico e nocivo non rechi disturbo agli altri commensali. "Mi fai il solito don con tonkatsu, grazie." piazza il suo solito ordine e infine, va a sedersi su uno degli sgabelli liberi, afferrando un paio di bacchette d i legno monouso, sperandole per essere utilizzate.

21:06 Junpei:
  [Chiosco] E' ora di cena nel villaggio dell'erba e in una seratina con una bella brezza come questa non c'è di meglio che un bel ramen caldo non possa fare, con quei suoi deliziosi aromi che alla sola inalazione potrebbero saziare qualcuno. Vista la voglia venuta di questa pietanza, che ha assalito per qualche motivo Junpei, si ritrova in un chioschetto qualsiasi del centro Kusa seduto su di uno sgabello posto davanti al bancone principale, assaporando con le bacchette in legno offerte dalla case il piatto di brodo, manzo, noodles, uovo e cipollotti con un'aggiunta personale di salsa di soia e peperoncino. Non essendo fuori per chissà quale evento il vestiario è più trasandato e la doccia fatta poco prima di uscire è stata anche abbastanza sbrigativa, a momenti neanche i capelli sono stati sistemati bene. Tiene un Kimono sul torso di colore marrone che mostra in parte i due pettorali del koshirae, in bella mostra, con delle maniche che arrivano fin sopra le mani, arrotolate e sistemate fino alle spalle per evitare di sporcare la veste con il brodo, mostrando così le sue grosse ma pelose braccia. Alla vita tiene lagata tramite una cintura in tessuto uno shimo a gamba larga di colore verde scuro che copre le gambe fino alle caviglie dove sono visibile le sue tabi nere e le waraji in paglia che indossa sempre. Legata sulla stessa cintura dello shimo vi è una spada, una katana, più precisamente la sua arma divina la Ichiryu con un fodero in legno nero personalizzato e molto grosso, vista la larghezza della lama, con una bella e suggestiva raffigurazione di onde fluenti e agitate come il famoso quadro della grande onda di Kanagawa. Insieme a quel fodero ve ne è un altro più spento di colore nero ebbasta, che contiene una Katana decisamente più piccola, sempre sul medesimo lato della Ichiryu quello sinistro. Esse ovviamente seguono il movimento del corpo di Junpei che piegato in avanti e seduto sullo sgabello, poggiano sullo stesso sbattendo ogni tanto per i movimenti bruschi che fa. <*SLUUUUUUUUURP*> un suono ben udibile da chiunque nel chioschetto che sia già li o stia arrivando in questo momento, proveniente dai noodles che con voracità stanno venendo quasi letteralmente risucchiati nella bocca di Junpei senza un minimo di decenza tramite le bacchettine in legno, che presi così velocemente, vanno anche a creare qualche schizzo che finisce a bagnare la barbetta di Junpei e tra poco anche i capelli legati nel codino. Finita la fila di pasta ascendente nella bocca di Junpei, egli si lascia andare in un piccolo sospiro per l'azione appena fatta e godersi un attimo i sapori in bocca. Per un attimo in quei pochi momenti la sua attenzione, ricade per due secondi su Eryk che entrando sparando ai quattro venti i suoi ordine, prende di sorpresa il Koshirae concentrato sul suo piatto fino a poco fa. Ma a parte per uno sguardo di pochi attimi non gli da ancora vera attenzione alcuna e da le sua attenzioni piuttosto al propietario del chioschetto. <..Ehi mi potrebbe portare una porzione di edamam-?!...>. Poi però qualcosa nel suo cervello scatta e rigira subito il suo sguardo, visibilemente preoccupato verso del giovane appena entrato osservando più precisamente i tatuaggi sulle braccia e un solo pensiero gli balena nella testa "Oh merda non dirmi che è parte di qualche mafia sto moccioso". Di certo Eryk potrà notare come Junpei lo fissi abbastanza preoccupato e con gli occhi socchiusi, squadrandolo per bene rendendosi molto MOLTO notabile, come se un Anbu cercasse di spiare qualcuno mettendosi davanti e lui e facendo un balletto.

21:20 Eryk:
  [Chiosco] Beh di certo ha fatto un bel lavoro da giovane quando a tutti gli effetti era assoldato, anche se non per sua volontà, in un sindacato illegale in un paese al di fuori del villaggio della nuvola, villaggio dove è stato cresciuto da orfano, o meglio da cane rabbioso di quel gruppo di yakuza. Il samurai ninja ha tutto il diritto di pensarlo e dopotutto non ha neanche torto in toto. Il proprietario del chiosco annuisce al suo ordine accogliendolo come suo fare, prendendo la più grande fetta di lonza di maiale che ha a disposizione, cominciandola a impanare nella farina e nel panko per poi metterla a friggere. Quello scoppiettare di frittura va ad unirsi al rumore che gli altri commensali vanno a fare mentre sorseggiano sia i noodles che il brodo di quel ramen delizioso che quel chiosco sa fare. Niente di maleducato dato che il sorseggiarlo rumorosamente è da tradizione e inoltre serve a portare il cibo a una temperatura più consona e sopportabiele dalle palille gustative umane, oltre a incrementare la percezione dei sapori complessi. Mette in immersione anche una bella manciata di noodles, lasciandoli bollire molto velocemente come da tipica usanza per quella tipologia di pasta. comincia a far ruotare quelle bacchette tra le dita manco fosse un batterista famoso di qualche boy band che fa bagnare le ragazzine, si, quelle scappate di casa che seguono i gruppi musicali fino allo sfinimento anche se, probabilmente se si presentasse così, qualcuno ci potrebbe anche credere dopotutto. Cerca di ignorare quello sguardo fisso proveniente dal suo lato sinistro, tra l'altro il lato in cui ha anche il collo tatuato, ma dopo un pò è talmente palese che non può fare altro che girarsi nella direzione di Junpei. Gli occhi ambrati si posano sulla faccia dell'uomo che ha di fronte, a giudicare alle rughe di espressione e la foltezza della barba i due hanno qualche anno di differenza con molta probabilità che il samurai sia oltre i trenta. Ha camminato sotto il sole tutta la strada dalla casa del tè al limitare di kusagakure fino a qui, quindi, il primo pensiero che gli viene in mente è afferrarsi il colletto della maglietta, alzarlo un attimino e si china con il viso ad annusare se per caso puzzasse di sudore o qualcosa, come a cercare una giustificazione in quello sguardo fisso. Già da questa reazione Junpei potrebbe capire che, nonostante il look sia effettivamente da yakuza, di certo non è uno di quelli, altrimenti avrebbe esordito in una di quelle frasi clichè per attaccare briga e far volare le mani giusto per il piacere di farlo.

21:41 Junpei:
  [Chiosco] "Grave s'è girato mannaggia ai Kage" Junpei notando il ragazzo girarsi in sua direzione repentinamente, di risposta, si gira a sua volta verso la ciotola di ramen che stava apprezzando poco chinando il capo verso il brodino. Con la coda dell'occhio per sicurezza continuerebbe a dare uno sguardo verso lo shinobi cercando di non farsi notare, osservando il suo sistemarsi il colletto. Forse Eryk sottovaluta la malizia delle persone in particolare quella del Koshirae che subito pensa che il ragazzo si stia alzando il colletto non per sistemarsi la camicia o che altro, ma che potrebbe aver notato Junpei osservarlo e stia nascondendo i tatuaggi ancor di più alla sua vista. Trova strano che non abbia già attaccato briga effettivamente ma comunque rimane preoccupato, ma come diceva una volta il vecchio Hideyoshi, se non puoi affrontare un problema ignoralo, (in verità sta cosa se le è inventata lui adesso). Riprende dunque le bacchette con la destra, sistemandole per bene tra le dita riniziando così ad assaporare rumorosamente i noodles per provare ad ignorare la figura dello shinobi poco lontano da lui. Abbandonandosi nel gusto della pietanza, tra quel tripudio di manzo e noodles che ben si sposano con la piccantezza del peperoncino aggiunto dall'uomo e la estremamente saporita salsa di soia, riesce a liberarsi momentanemante dalle preoccupazioni. Alla fine della ingurgitazione della nuova colonna di noodles, non può che fare col capo e con il busto, un angolo a poco più di 90 gradi all'indietro muovendo lo sgabello e quasi cadendo, tanto è il suo apprezzamento, del resto è da un po' di settimane che non si concede un bel pasto, che dico settimane mesi. Dopo il mancato capitopombolo riporta il corpo dritto e punta il suo sguardo in direzione del propietario del chiosco. <..E' davvero delizioso questo ramen, ha del talento signore lo sa?> con un espressione e tono soddisfatto si esprime al vecchio propietario che di tutta risposta risponde con un bel sorriso e Junpei oramai avendo iniziato una conversazione non può che ricordarsi di una cosa, ossia acciderboli, bisogna rispettare la regola numero 13, presentarsi agli sconosciuti e far capire chi si è veramente. <..*cough* *cough*> un po' di tosse finta coperta dalla mano sinistra chiusa a pugno per schiarirsi la gola dalla piccantezza del ramen <...mi chiamo Junpei Koshirae, domanda fa consegne a domicilio? Magari quando vado al dojo per allenarmi potrei venire a fare richiesta ogni tant-!..> "caaaazzo" e Junepi, almeno per lui, ha fatto una cazzata. Occhi sgranati e cuore in battito cardiaco che manco stesse per venirgli un infarto, con la coda dell'occhio da piccolo e veloci sguardi verso di Eryk per vedere se avuto qualche tipo di reazione all'ultima frase che ha pronunciato. "Se è davvero della mafia ora che sa il mio nome e dove vado ad allenarmi potrebbe venire e iniziare a fare casino e estorcermi dei soldi, si ci sono gli altri Koshirae ma quelli sono organizzati non gli ci vuole nulla per capire dove vivo, poi non ho nulla da dargli inizierebbero a picchiarmi se mi ribellassi manderebbero quelli grossi e io non ci posso fare nulla" più pensa e più si fa fantasie mentali più la sua espressione si fa più preoccupata, i suoi occhi si ingrandiscono come se fossero serrando che stanno venendo aperte e i suoi denti digrignano tra di loro con forza come se stesse addentando un bel pezzo di grasso da staccare ad una bistecca.

22:01 Eryk:
  [Chiosco] Appurato che non puzza, perchè non stava puzzando o se effettivamente aveva un fetore addosso, il grasso della frittura di quel chiosco copriva bene l'aroma da cinghiale che potrebbe star emanando dalla sua pelle, dopotutto è un ragazzone in forma e in salute, rialza lo sguardo in direzione del Koshirae, fissandolo proprio senza scrupoli come lui aveva fatto in precedenza. Se voleva giocare a chi fissa l'altro per più tempo purtroppo per lui ha trovato qualcuno che lo faceva per lavoro, incutere timore negli altri anche solo stando fermo, con quello sguardo delle iride ambrate che hanno una grinta ferale intrinseca, probabilmente dovuta a quelle sopraciglia sporgenti e folte, il quale fan si che la sua orbita oculare sia quasi perennemente inombrata. Non aiutano inoltre le ciglia lunghe o quanto tiene socchiusi gli occhi, dato che come tutte le persone con iridi dal colore chiaro, è più sensibile alla luce. L'espressione per quanto per lui possa essere di curiosità probabilmente per il samurai è intimidatoria. Probabilmente ciò che lo continua a incuriosire è come Junpei lo continui a tenere d'occhio nonostante non stia facendo niente. L'ha squadrato poco prima e non sembra uno della yakuza altrimenti lui per primo se la sarebbe data a gambe elevate dato che sta fuggendo proprio da loro in primo luogo e probabilmente se si potessero leggere nel pensiero sarebbero anche affini di pensiero sulla tematica in questione, peccato che l'unico modo di comunicare sia il verbo parlato e che quindi, fino a quando non si rivolgeranno la parola, non potranno identificare che tipo di persona essi siano dietro a quelle apparenze. Dopotutto il koshirae non si rende conto ma anche lui non è esattamente una figura che non intimorisce: è un bisonte quasi un metro e novanta con due spade ai fianchi... chi va in giro con due spade se non chi le usa?! Quando si presenta non può fare altro che registrare di nuovo quell'usanza tanto strana che è dare il nome completo e sopratutto il clan, come se quello ti dia carisma o punti sociali, una cosa che ancora non capisce ma dopotutto, fino all'altro ieri non sapeva neanche lui di far parte di un clan e ancora se ne deve rendere conto di che cosa comporta, non che effettivamente ne accetti le conseguenze o meno se vanno contro alla sua libertà. < Si, fanno consegne a domicilio, ci pensa sua figlia, una ragazzina alta più o meno un metro e sessanta, con due occhi blue come il mare e due sen...> si interrompe mentre si gira verso l'oste che lo sta guardando male, ma dopotutto è la verità, probabilmente se fosse a Kusa in pianta stabile e non come un fuggitivo un pensierino se lo sarebbe anche fatto con lei! La voce del Doku inoltre non è esattamente quella di un usignolo, anzi! Ha una voce profonda, rauca e intimidatoria, di certo non il suo tratto più socievole. Il proprietario alla fine impiatta il suo ordine in quella ciotola sproporzionata e non può che iniziare prendendo una delle strisce della lonza di maiale fritta (tonkatsu) immergendola nella salsa per poi addentarla rumosoramente data la croccantezza della panatura. <Fai una porzione di edamame anche e una birra fredda per favore.> piazza l'ordine a seguire per quando avrò finito la sua pietanza. Pinza con le bacchette un pò di quei noodles, prendendo anche un quarto di quell'uovo con il tuorlo ancora gelatinoso e mezzo crudo, slurpandosi ai noodle tra le labbra mentre finalmente lascia in pace Junpei per concentrarsi sul proprio cibo che sembrava la cosa migliore da fare, sopratutto ora che era ancora caldo e che era il momento più propizio per mangiarlo. A giudicare inoltre dalla luce proveniente da fuori, potrà godersi quella birra e gli edamame al chiaro di luna, magari con una bella camminata e sigaretta tornando a casa.

22:26 Junpei:
  [Chiosco] Ancora perso in quel fiume che è il suo flusso di pensieri, Junpei incredibilmente ne riesce a uscire sentendo il commento ad alta voce di Eryk che risponde alla domanda del Koshirae. Oramai è certo di over ottenuto l'attenzione del ragazzo in qualche maniera e ignorarlo, se fosse davvero della yakuza, potrebbe portare a conseguenze assai poco piacevoli. Però c'è qualcos'altro che lo spinge a voler rispondere al commento del ragazzo, o comunque in generale alla sua persona. E' stupito o quantomeno compiaciuto dal vedere che un giovine di tale natura abbia rispettato una delle regole che il caro Junepi ritiene principi in quelle del vero uomo, ossia la numero 11. L'apprezzare qualcosa ed esprimerlo senza timore delle conseguenze è visione rara per lui visto che tutti si nascondono nell'imarazzo o il timore di una denuncia. Alza il capo sistemando il collo per far si che la colonna vertebrale del quarantaduenne sia posizionata correttamente e non storta come suo solito. Tenendo quindi un espressione quanto più seria possibile diramando, almeno in parte, quella preoccupazione che lo tormentava fino a poco fa visto che non gli servirebbe a nulla adesso, girerebbe leggermente il busto e la testa in direzione di Eryk. <..Ah beh buono a sapersi, non è la prima volta che vieni qui vero?.> il tono non è tremolante ma potrebbe essere vicino ad esserlo, cerca di essere il più normale e cordiale possibile. Oramai non si può tirare indietro gli ha risposto, e la domanda non viene fatta a caso tra l'altro, perché se davvero si trattasse di un mafioso saprebbe già un posto in cui non venire mai più almeno. Il primo passo è già stato fatto quindi non resta che continuare con cautela e discrezione. <...hai un blla..!...> per un attimo nell'"ansia" di trovare le parole giuste, il Koshirae si morde per un attimo la lingua recandosi un po' di dolore, ma non in maniera eccessiva fortunatamente, ma sicuramente già non sta facendo la migliore delle figure. "Me-merda.." cerca per un secondo di riprendere i pensieri e rimetterli apposto, sistemamendo la lingua ed ignorando il dolore. <..scusa..devo essermi morso la lingua..eh eh eheh > una risatina nervosa seguita anche dal tono simile, ma presto ritorna a quello di prima. <...stavo dicendo...hai una bella muscolatura per un giovane della tua età, sarai per caso uno Ya-...ehm uno shinobi?...> imbarazzo e silenzio puro per un attimo non si faceva scappare Yakuza, nella sua domanda, ma poi qualcosa gli balena in mente. "Cazzo sono o non sono un vero uomo, devo seguire le regole anzi VOGLIO seguire le regole" già ne potrebbe aver violato qualcuna in verità a causa del suo timore nell'esprimersi e proprio per questo un sospiro di coraggio e fa la domanda fatidica dopo una pausa o una rispettiva risposta di Eryk. <...dimmi, non sarai mica della Yakuza?..> una poker face come mai non se ne erano viste, forse potremmo parlare di una faccia da cazzo vista che la domanda per Eryk potrebbe rievocare poco piacevoli. Ma la testa di Junepi dice solo una cosa "ma perché mi faccio questo".

22:45 Eryk:
  [Chiosco] Viene interrotto mentre mangia e, per quanto vorrebbe rispondere anche subito al samurai, aspetta di finire almeno quel boccone per poi deglutire rumorosamente. Appoggia le bacchette in orizzontale sulla ciotola in modo che non tocchino il tavolo, probabilmente sporco e poco igienico comunque. < Questo chiosco mi ha dato da mangiare per sei anni ormai e ti posso assicurare che la ricetta è anche migliorata nel tempo. > Gli risponde come se già sapere che il fatto che la figlia del proprietario che potrebbe lavorare in una latteria, fa le consegne per lui, non fosse abbastanza chiaro che è un cliente più o meno fisso. < le porzioni sono grandi, l'umami intenso e il prezzo è contenuto. > comincia a descrivere il motivo per la quale viene lì, manco fosse un recensore di trip adviso. < La sfortuna sua è che si trova qui all'ultimo anello come gli ho sempre detto, fosse più vicino al centro o a quartieri più ricchi farebbe molti più soldi e forse è per questo che manda sua figlia in giro a fare le consegne. > una delle tante storie di persone comuni che non si hanno modo di conoscere fino a quando non vengono frequentate fi persona e chissà come quel proprietario di chiosco, quante altre storie sono da scoprire lì fuori , anche solo a kusagakure. Riprende a mangiare tranquillamente, finendo i noodles per poi afferrare con entrambe le mani la ciotola rossa e sorseggiare il brodo fino a lasciare il piatto vuoto, comprese di alga nori e pure konbu. Appoggia la ciotola nuovamente al tavolo, la quale viene presa prontamente da parte del proprietario per essere sostituita con un piatto piano di ceramica pieno di edamame cotti al vapore con il sale ancora bello visibile sopra. Insieme a quello gli viene dato quel bel bicchiere di birra d'orata, quasi come i suoi occhi. < Grazie, è dovuto ad attività fisica continua.. > risponde non scendendo nei particolari, dopotutto non conosce quella persona, o meglio sa come si chiama dato che si è presentato ma non si mette di certo a spiattellargli vita, morte e miracoli nei suoi ventisei anni travagliati. Finalmente giunge quella domanda e al sentire quella parola si volta e lo squadra. Ora si che lo sguardo è quello che si aspetta Junpei, quello sguardo intimidatorio. Lo va a scrutare da cima a fondo, sopratutto il collo e la pelle visibile. < Non sembri uno di loro.. > gli dice, rilassandosi un attimo ed espirando rumorosamente. La sinistra va ad afferrare il piatto, mettendolo in mezzo tra lui e Junpei, invitandolo a favorire, facendogli capire che lo aveva sentito all'ordine precedente che poi non ha mai piazzato, a quanto pare anche lui condivide il piacere di ripulirsi la bocca a fine pasto con quelle fave. < No, Junpei ..> pronuncia il suo nome in maniera molto casuale anche se probabilmente questo lo potrebbe spaventare dato l'individuo che ha di fronte. <.. non sono uno Yakuza, tuttavia come penso tu abbia capito lo sono stato. E se sai abbastanza di questo mondo sai che non si smette mai di esserlo, non c'è una via d'uscita. > Gli fa intuire appunto la situazione in cui si trova, rispondendo anche al fatto se era uno shinobi o meno, non dando risposta visto che è solo un allievo per ora. <... Eryk.> gli dice infine il suo nome, rilassandosi un pochino mentre afferra il calice di birra e ne beve una boccata piena. Si gira dando le spalle al tavolo e al chiosco mentre si mette a guardare il cielo come ormai si è tinto di scuro.

23:11 Junpei:
  [Chiosco] Junpei annuisce semplicemente in responso alle descrizioni veramente accurate di Eryk di cui scoprirà il vero nome tra poco. Come volevasi dimostrare, fatto cazzata. Lo shinobi osserva il Koshirae con quel fare che si sarebbe aspettato sin dall'inizio e questo gli fa ingoiare un bel groppo in gola e con squadro continua a guardare negli occhi il ragazzo oramai non può fare altro. "Uno di loro?" pensa, significa che qualcuno è già alle sue calcagna, forse gli Anbu? Questo significherebbe che è un mukenin forte allora, si mette sempre peggio e l'espressione di Junepi lo fa intendere bene, visti gli occhi sempre di più socchiusi e vispi e le labbra non serrate, incementate tra di loro non facendosi mancare di una gocciolina di sudore. Se il proprietario con la sua età riesce a sentire il discorso in questione non sa se potrebbe stare tranquillo a tutto ciò, se fosse anche lui uno Yakuza? Forse il Koshirae dovrebbe smettere di pensare o potrebbe iniziare a pensare anche lui di essere uno Yakuza. Ma nell'oscurità perenne di queste mille preoccupazioni nella testa del samurai, una luce, uno sprizzo di serenità qualcosa che solo gli angeli e gli dei potrebbero sentire nelle loro vite, è la leggerezza suprema dell'animo che tutto dirada. Un peso talmente grando tolto dalle spalle del Koshirae che pare avergli deformato la schiena. "Non sono uno Yakuza" quali soavi parole per il Koshirae. Certamente il sapere che lo è stato è che per qualche motivo ne è ancora in mezzo rimette un po' sui nervi, MA sapere che non lo è più è un sospiro di soglievo talmente grande che l'umore e l'espressione del quarantaduenne cambia da così a così. Le labbra si rilassano i muscoli facciali si decontraggono e gli occhi vengono tenuti in un'apertura cigliare normale. Si mette una mano sul cuore e sospira <*sigh*> piegando il petto in avanti, per poi tirarsi all'indietro e ridere fragorosamente per sfogare il nervoso accumulato <..AH AHAHHAHA...che sollievo, quindi sei un giovane qualunque, almeno adesso...Eryk...> pronuncia anche lui il suo nome in maniera casuale sapendo adesso che si chiama così. Con un leggero, piccolissimo sorriso stampato in faccia riporta la sua attenzione al suo interlocutore rimettendosi in una posizione più rilassata e meno tesa, poggiando il gomito destro sul bancone. <...beh sono contento che tu non abbia nulla di strano peròòòò....> e il dubbio adesso gli viene in mente andando a prendere quel secondo di pausa per fargli la domanda. Abbassa il tono, si avvicina inarcando la schiena e nasconde con la sinistra le labbra alzandola nella posizione corretta per farlo. <..pss..ma ti stanno cercando? L'hai lasciata perché non te piaceva o cosa?> ora che è più rilassato ed è ritornato nel suo mondo, Junpei oramai è curioso un po' di farsi i cazzi di questo povero ragazzo che probabilmente voleva soltanto godersi un piatto di ramen. Solitamente non fa domande del genere ne gliene frega qualcosa anzi ne rimane abbastanza irritato quando qualcuno inizia a raccontare la propria biografia della sua vita, ma è abbastanza affascinato di conoscere meglio un ex Yakuza e la faccia di bronzo del ragazzo nell'esprimersi in certi modi gli piace. Chi lo sa forse anche in lui si nasconde un vero uomo? Bisogna sondare il terreno qui.

23:29 Eryk:
  [Chiosco] Gli scappa un sorriso al modo di fare da bonaccione del samurai la quale ha il piacere di avere la compagnia quella sera, ha un fare di semplice e onesto, una persona abbastanza trasparente, il tipo di persona che lo mette a suo agio senza dover leggere tra le righe ed analizzare enigmi per decifrare una semplice frase interloquita. < Un giovane qualunque eh..> riflette ad alta voce e dona purtroppo all'uomo che ha affianco qualche secondo di imbarazzante silenzio mentre ci riflette. Si può dire davvero che è un giovane qualunque o è semplicemente quello che vuole far credere. Probabilmente sarà sempre un lupo, anche se ora è travestito da pecora per mimetizzarsi con il resto del mondo. Torna a guardarlo in faccia anche se l'espressione è leggermente crucciata, essendo un argomento abbastanza sensibile per lui < Non ancora, spero di diventarlo un giorno e di lasciarmi dietro tutto questo. Sai di svegliarti alla mattina senza il pensiero di non farti riconoscere, di fare delle amicizie, avere una compagna per più di una notte a letto, delle persone care e un posto da chiamare casa senza la paura che ti venga portata via.> ne parla con un tono molto nonchalance nonostante sia un argomento abbastanza pesante da discutere, sopratutto con uno sconosciuto ma si sa, certe volte sono proprio quelli che non ti conoscono a offrire le migliori spalle per dividere il carico che stai portando. < Si, penso di si. Sono sei anni ormai che sono scappato e sono arrivato qui a Kusagakure. Fino a due giorni fa anche bene..fino a quando non è arrivata una persona che ha deciso di prendere la mia quotidianità e sicurezza e rivoltarla come un calzino.> ovviamente si riferisce a Kimi e a quel taglio che ancora si sta chiudendo sulla guancia dell'uomo. Mangia ancora un paio di edamame in tutta tranquillità, godendoseli appieno, lasciandone poi metà sul piatto. Afferra anche la birra e la svuota, deglutendola quasi tutta in un paio di sorsi. < Diciamo che non è l'istruzione che augererei a nessuno. > e quella risposta dovrebbe dargli il quadro generale a Junpei della situazione di Eryk, senza includere il fatto che a quanto pare era stato spedito lì dal precedente capo clan e che si è sempre saputo dove fosse, che ha il sangue più tossico che ci può esistere e che a ventisei anni è quindi un allievo insieme ai bambini che non hanno neanche due cifre sotto la voce età nei documenti, o come che per apprendere è finito in una casa del tè a due passi dalla yakuza locale... Che avventure che stà vivendo.. chi l'avrebbe mai detto che in così poco tempo tutto potrebbe cambiare. < ma basta parlare di me che poi sembro un depresso emo, preferisco sembrare uno yakuza!> dice in maniera ironica anche per alleviare l'eventuale clima pesante che si potrebbe essere venuto a creare date le tematiche non esattamente rosee e fiori anche se, dal tono del Doku, non prova rancore o odio verso il suo passato, ma ha semplicemente voglia di essere padrone del proprio destino. < Parlami di te Junpei. Sono un cesso a riconoscere le persone, ma un uomo come te, che va in giro per due spade chiedendo spavaldamente se sono della yakuza.. devi essere uno famoso con due palle quadrate della madonna sotto quel kimono!>

23:51 Junpei:
  [Chiosco] Al solo nominar del gentil sesso da parte di Eryk, la testa di Junpei si svuota per un secondo e si chiede effettivamente quando è stata l'ultima volta che ha potuto assaporare una notte d'amore? Cioè parliamone, con un aspetto così trasandato il 90% delle volte non se lo fila di pezzo manco la più racchia probabilmente, poi beh sempre ad allenarsi e ad oziare non è mai stato uno che ha ricercato l'amore, poi le donne del Tanzaku gai, non parliamone quasi tutte brutte o troppo giovani per lui, forse dovrebbe essre più attivo nella sua vita amorosa. MA non divaghiamo stiamo parlando di mafia mica di spassionate storie d'amore qui suvvia. Junpei riprendendo i sensi ritorna ad ascoltare il dire del ragazzo sfarfallando le ciglia ogni tanto stupito, è interessante vedere un giovane che ha già vissuto così tanto ed è comunque piuttosto, beh, tranquillo. La battuta sagace di Eryk fa sorridere il Koshirae, lasciando trapelare anche una piccola risatina genuina come reazione. Ma ciò che più susciterà forse la parte più egocentrica del Junepi di Kusa sono i neanche tanto velati complimenti al suo aspetto da guerriero e samurai vissuto, mai si sarebbe aspettato che qualcuno finalmente li potesse riconoscere, ah, qualcuno che lo capisce per davvero che bellezza. <....Mpf...> uno sbuffo spavaldo seguito da un espressione ancor più beffarda. Gomito poggiato sul bancone e dita a mo di pensatore poggiate sotto il mento barbuto, che ogni tanto lo accarezzano, Junpei risponde al ragazzo con il suo solito fare da vero VIP. <...Modestamente queste spade qui...> con il palmo della mano sinsitra va a battere sui foderi delle armi dicendo ciò <...in particolare questa più grande, la Ichiryu, sono parte del mio orgoglio e forza eh eh...> la schiena si raddrizza, il gimto non viene più poggiato sul bancone ma sul palmo della mano sinistra, continuando ad accarezzare la spigliata barba del samurai, osservando Eryk negli occhi, mentre la gamba sinistra acavvallata a modi tavolino su quella destra, fa per l'appunto da poggio per il braccio sinistro. <...Lo ribadisco qui, sono Junpei Koshirae, un samurai di Kusa, che dico, IL SAMURAI di Kusa...> una particolare accentuazione sulle ultime parole. <....ancora pochi sanno del mio nome, ma io sono il Re fra i re il vero "King" se così vogliamo dire, ed un giorno la gente capirà vedrai giovane Eryk...> accidenti non avrebbe mai pensato che parlare con un giovine del genere sarebbe stato così piacevole, finalmente qualcuno che lo capisce per davvero, gli potrebbe quasi scendere una lacrimuccia. Velocemente Junpei toglie la mano da quella spettinata barba e la sbatte velocemente sulla coscia della gamba sinistra, poggiando sucessivamente il rispettivo gomito sul bancone con forza, inarcando nuovamente la schiena in avanti. <...ragazzo mi piaci, sento che tu hai lo spirito di un vero uomo, rispetti in tutto e per tutto molte delle regole tra le quali la 11 fra tutte, dai su sono sicuro che hai più da raccontarmi di te...la notte è giovane..> un genuino responso che invita il ragazzo a continuare ancora un pochino questa giornata, che pareva per Junpei finire nel panico più totale a causa del suo iniziale sospetto. Anche se c'è da dire che il ramen ancora non l'ha finito ed è li a sfreddare, chissà se se ne ricorderà prima che sia troppo tradi.

00:11 Eryk:
  [Chiosco] lui invece se la ride e di gusto, gli garbano le persone dirette come lui senza peli sulla lingua, sono le persone della quale ci si può fidare e che spesso, proprio per questa caratteristica, finisco nei guai. Ascolta ogni singola parola della persona più anziana che ha di fronte e non lo fa per rispetto canonico verso i più anziani ma perchè Junpei per primo ha abbattuto qualsiasi distanza che ci poteva essere tra i due, che sia di età, rango e abilità tra i due, non importa se sia stato per caso o per un fraintendimento nei confronti del Doku, sta di fatto che è successo e basta. < non sono istruito sulla cultura del samurai, tuttavia immagino che siano le tue compagne di viaggio e che siano veramente importanti per te. > Non sa delle dinamiche dei Koshirae, non sa delle loro abilità e non sa che quel cognome che lui gli ha detto appartiene a un clan illustre, sicuramente un idea se l'è fatta su Junpei ma più come praticatore di arti marziali dato che ha menzionato il dojo. <Sono sicuro che sarà così Junpei. La gente magari si può limitare a ciò che vedono al primo impatto, e fidati che ne so qualcosa..> e a chi dirlo meglio se non al samurai stesso che stava per commettere lo stesso medesimo essore con Eryk. Prende una breve pausa per poi continuare con quel tono colloquiale calmo e pacato < tuttavia sono dell'idea che altre cose abbiano la priorità, come il regime di allenamento, la costanza e perseveranza, il proprio credo. Personalmente mi sono bastati i palmi delle tue mani, così pieni di calli che raccontano la storia che hai con quelle lame.> risponde abbassando lo sguardo proprio a quelle mani dell'uomo che non saranno le più delicate del mondo ma sono le mani di un guerriero appunto e questo per lui, in quanto anche lui inseguitore di un ideale, non può che fargli vedere il magari goffo Junpei sotto un riflettore di rispetto, anche perchè è più un ragazzi e junpei tanto meno! <Non so che regole tu abbia ma mi fa piacere aver trovato uno spirito affine. Per quel che mi riguarda ho 'deciso'..> inizia facendogli segno degli apici con le mani proprio a fargli capire che non aveva esattamente molte opzioni <.. di iniziare il percorso ninja. Una certa Medusa ha deciso di presentarmisi di fronte e farmi realizzare che ciò che pensavo fosse un bunkern dove nascondermi, non era nient'altro che una bolla di sapone.. Ah e a quando pare sono un Doku..anche questo scoperto l'altro ieri.> gli da un paio di ulteriori informazioni al samurai mentre si alza in piedi e infila la mano in tasca, tirando fuori quanto deve pagare, seguito da una sigaretta e l'accendino, accendendosene una mentre esce dal chiosco. <non sono avvezzo a passare la notte conoscendoci meglio Junpei, tuttavia direi che possiamo farlo guardando un paio di signorine in giro per il centro, sopratutto nei quartieri alti dove si mettono tutte in tiro solo per essere apprezzate, che ne dici?>

00:33 Junpei:
  [Chiosco] Ha parlato molto Junpei e con cotanta curiosità non può che stare li ad ascoltare con attenzione per rispetto anche il giovine Eryk che ha davanti. La sua reazione rimane la solita, aspetta, annuisce e poi risponde, ma questa volta è genuino l'annuire, non sta pensando ad altro, sta veramente ascoltando ciò che l'uomo ha da dire. <..Ah hai proprio un buon occhio mio caro Eryk...> asserisce stringendo per reazione i palmi delle mani. <..Ho fatto e faccio molti allenamenti con perseveranza come fai tu e proprio come tu seguo in modo assoluto ii mio credoAAAAAH!...> un urlo a seguito della frase non di dolore ma di "assoluto piacere" come una avvenuta realizazzione, denotato anche della mani strette e piegate su loro stesse a mo di ragno e il collo tirato all'indietro che dopo poco è riportato dritto per osservare di nuovo il Doku negli occhi. <....Si si...ne sono certo TU mio caro Eryk hai tutte le carte in regola per essere un vero uomo, che bellezza, non averi mai pensato di poter incontrare un così giovane ragazzo con tanto spirito nel corpo..> complimenti genuini seguit da quasi degli occhi lucidi su quelle castani iridi del Koshirae. Ma Eryk non ha finito di parlare dopo questo, ha ancora molte cose da dire che Junpei ascolta con ancora più voglia di prima, è un'individuo a cui adesso è davvero interessato, notabile dall'espressione posata quasi in lock on sul Doku. <..Doku? Cosa sono un club? Ah no no aspetta forse un clan? Strano...> alza lo sguardo al cielo accerazzondsi la barba con fare pensieroso. <...non li ho mai sentiti nominare che fanno di preciso? Lanciano shuriken di pietra, fanno schizzi di lava?..> oramai completamente assorto nella discussione l'atteggiamente sucessivo di Eryk fa ricordare all'uomo che non ha ancora finito il suo Ramen. <..Oh accidenti, non ho ancora finito il mio cibo, ci vorra un attimo...> Junpei si rialza ancora di più le manicha, si gira con un movimento repentino di 90 gradi, verso la ciotola, i due palmi si avvicinano lentamente verso i bordi del piatto, lo sguardo fisso serio quasi inscurito se ci fosse abbastanza buio, ed infine una presa salda sulla ceramica. Il Koshirae prende e senza alcun timore alza il piatto velocemente verso la bocca indietreggiando modo più e più trangugia dell'interno che era nel piatto tra cui anche il mezzo uovo che viene letteralmente ingurgitato. Con violenza il piatto viene sbattuto sul bancone, deglutisce con tenaci e con il braccio destro va a pulirsi la bocca e la barba, da sotto il kimono va a tirare fuori i soldi che poggia sul bancone, alzandosi in piedi allo stesso momento. Si piega in avanti con le braccia ben dritte sui fianchi e le gambe serrate, come per un segno di ringriaziamente. <..grazie mille per la cena..> si gira poi verso il ragazzo con un ghigno. <...Beh Eryk non aspettavo altro, ora ho proprio voglia di fare due passi..> le maniche con un movimento rotatorio delle bracci vengono abbassate fino alla loro lunghezza originale e la mano sinistra viene piggiata sul pomo della Ichiryu che è la spada più in vista, mentre la mano destra viene inserita all'interno del Kimono. Seguirebbe sucessivamente il ragazzo fuori se fosse il primo a uscire con passo svelto ma abbastanza lento per non superarlo e rimanergli dietro comunque. Appena fuori chiederebbe poi al doku una cosa, porgendo la mano destra verso di lui ben aperta pronta a ricevere qualcosa. <...Scusami potresti passarmi una sigaretta anche me?...E' da un po' che non fumo qualcosa...>

00:51 Eryk:
  [Vicoli] Non sa esattamente di che cosa sta parlando Junpei o meglio, ha capito che segue un suo codice morale molto preciso, una forma di bushido che tuttavia non ha mai sentito nominare prima di allora in maniera così dettagliata anche se sembra esattamente uno di quei libri della serie '101 modi per essere un vero uomo' e il numero delle regole in particolar modo gli da quell'espressione. Tuttavia non sta a lui giudicare, se ci stanno milioni di persone che venerano una divinità per via di un libro fantasi, allora il samurai è libero di seguire qualsiasi libro che più gli aggrada! <Ah boh, ne so quanto te Junpei. Ti faccio il recap di quello che ho appreso poi boh, mi dirai te. Sostanzialmente sono un clan e, da quello che ho capito il mio sangue e il mio chakra ha proprietà velenose.> Fa spallucce, aggiustando la cadenza per farsi raggiungere da Junpei , camminandogli di lato e non davanti in quanto non è bello avere quella distanza. Di sicuro non è così sorpreso dato che gli ha già menzionato altre abilità di cui non aveva ancora appreso oltre ai cinque elementi base del chakra, quindi che qualcuno abbia il chakra velenoso non è questo cambiamento così strano in quel mondo che solo ora sta imparando a conoscere. Probabilmente se Kimi lo sentisse gli taglierebbe la lingua o chissà che altro, ma in fondo non ha esattamente firmato un contratto di segretezza ed è libero di parlare di se stesso con le persone che reputa siano 'degne' a saperne di più di lui. < Il bello è che non me ne sono mai accorto, nel senso non sono uno che le manda a dire e meno forte.. si vede che il mio sangue è entrato in contatto già quando stavano facendo un sonnellino> Risponde al samurai mentre alza la mano destra e la chiude in quel pugno che è effettivamente bello grosso con le nocche dell'indice e sopratutto del medio a formare quasi una punta di lancia, in una delle tre possibili conformazioni della mano che vengono spiegate a pugilato. Madre natura è stata clemente con lui, donandogli quella conformazione ossea che permette ai suoi pugni di avere quella proprietà prenetante rispetto alle nocche in linea o al pugno più tondeggiante dove, se è quello il tuo caso, è meglio che ti dai ai calci. <Ma certo!> ne estrae il pacchetto e ne tira fuori due delle ultime sei rimaste, una per adesso e una per dopo se gli va, senza che gliela debba chiedere di nuovo. Gli pone pure l'accendino e aspetta che Junpei abbia finito di accenderla per riprenderselo. Tempo che mette in tasca l'accendino e rialza lo sguardo ed ecco che due donne in kimono, al lato della strada distolgono immediatamente lo sguardo da loro due con fare imbarazzato. Da un colpo di gomito al samurai che ha accanto, indicando poi le due cougar con un cenno della testa, aprendo le danze mentre si avvicina alle due <Buonasera signorine...> e dai che forse stasera si scopa! [END]

Junpei si ritrova all'interno di un chioschetto di centro Kusa assaporando un saporito Ramen, ma all'improvviso un figuro di nome Eryk entra nel locale grosso, muscoloso e pieno di tatuaggi. Subito la mente del Koshirae lo porta a pensare sia uno Yakuza ma ben presto scoprirà che si nasconde dietro quell'aspetto intimidatorio uno spirito da vero uomo.